Presentazione di NELLE RETI DEL TEMPO
NELLE RETI DEL TEMPO
Stavolta mi faccio indirettamente un po’ di pubblicità. E’ infatti uscito sabato scorso un libro che ho scritto con Carlo Alessandro Pisoni e Ivan Spadoni (“Nelle reti del tempo”) che raccogliendo documenti, testimonianze e ricordi traccia quella che è stata la storia della pesca sul lago Maggiore negli ultimi secoli.
Centinaia di fotografie inedite a testimoniare non solo le “grida” medioevali, le dispute, i diritti ed i doveri, ma soprattutto la realtà quotidiana di un mondo che ormai in gran parte non c’è più e che rappresenta invece una forte radice comunitaria di tutte le popolazioni del lago che per secoli dalla pesca hanno trovato sostentamento e lavoro.
Una realtà progressivamente dimenticata e che per ultima è stata vissuta dalla mia generazione che ha visto ancora all’opera anziani pescatori di mestiere che lavoravano come nei secoli scorsi, soppiantati ora dai pochi che ancora resistono, ma con altri mezzi e strumenti ben più sofisticati.
Un libro che prima di tutto vuole essere quindi un atto di amore per la nostra terra, ma anche perché queste immagini, quei visi e quella storia non vada dispersa.
Chissà quanti ragazzi oggi conoscono anche solo i principali venti del lago o i nomi dei pesci, quanti si chiedano quale vita ci sia nelle nostre acque oppure come si viveva nei secoli passati nei nostri paesi, sulle coste o nelle valli che ci stanno intorno.
In anni che scivolano via velocissimi queste tracce rischiano di essere nascoste, dimenticate, perse definitivamente nella globalizzazione che tutto livella.
Ma questa perdita di patrimonio storico (segnalo che in questi giorni è uscito anche un volume-dizionario molto curato sul dialetto di Pallanza, anzi: “di Palanza”) non va sottovalutata perché porta con sè una pericolosa perdita culturale. Senza radici una comunità non cresce, senza “fare memoria” non si va alla fine da nessuna parte e riscoprire termini, attrezzi, cartografie, editti non è solo un lavoro da topo di biblioteca ma rivendicare idealità importanti e rispetto per chi è venuto prima di noi.
Qualcuno riscoprirà toponimi e angoli di lago persi nel tempo, altri troveranno risposte a curiosità dimenticate, ma tutti i lettori – lo spero – alla fine si ritroveranno un po’ più ricchi perché quei nomi e quelle immagini sono comunque parte di noi.
Marco Zacchera
Per richiederlo: marco.zacchera@libero.it