IL PUNTO di MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 976 del 15 novembre 2024
di MARCO
ZACCHERA
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Sommario: Continua
il braccio di ferro magistrati-governo sulla questione Albania mentre in Europa
i socialisti (e il PD) non vogliono Fitto alla vice-presidenza. Qualche
considerazione sul vertice “green” di Baku, sugli insulti a Valditara e l’acuto
mal di pancia che ha colpito la sinistra con l’elezione di Trump.
PAR
CONDICIO ?
Se Elon
Munsk pubblica un tweet criticando i giudici italiani per la vicenda Albania è
“una indebita ingerenza negli affari italiani”, “un attacco alla democrazia”,
“una offesa alla sovranità della magistratura”. Ma allora quando Mattarella
criticava i giudici ungheresi per la Salis, che cos’era? E se i media
italiani ogni giorno criticano e bollano tutte le scelte di Trump perfino sulla
nomina dei suoi ministri, cos’è? In democrazia ciascuno deve poter dire la sua
(se non offende) e - nel caso – Musk ha pure interpretato il pensiero di
moltissimi italiani.
SODDISFAZIONE
Soddisfazione
è passare alla libreria Feltrinelli
per dare un’occhiata alle novità e passare davanti allo scaffale “politica
americana” evidentemente non ancora aggiornata dopo le elezioni di martedì
scorso. Ecco quindi in piena vista ben tre libri di Kamala Harris (di cui
uno con il titolo “Sarò la prima, non l’ultima” decisamente poco profetico) e
subito sotto l’ennesimo volume di Alan
Friedman che - anche questa volta - ha completamente toppato le
sue previsioni. Appena sotto ennesimo libro di Obama che ci informa che “Il futuro
(democratico) sta (stava) per ricominciare”. Invano cercherete una copia di
“Melanie” libro scritto dalla ex (e nuova) first lady e che negli USA ad
ottobre era al vertice dei best sellers: o ne hanno vendute tutte le copie
oppure, molto più probabilmente, per il naso fino e democratico della
Feltrinelli “non era cosa”. Però lo è stata, grazie agli elettori americani
SEICENTOVENTI VOLTE (E NON E’ FINITA!)
Avevo
informato i lettori che improvvisamente, nel momento esatto della discesa in
campo di Kamala Harris, i Democratici americani, avendo evidentemente
recuperato il mio indirizzo mail loro trasmesso del 2020, avevano cominciato a
tempestami con richieste di soldi. Informo i lettori che al 5 novembre me ne
erano arrivate circa 620 (seicentoventi!) nonostante le mie disdette, inviti a
non richiedermene più, i provocatori “W TRUMP” di risposta e diffide varie.
Passate le elezioni con la loro sconfitta continua imperterrita la richiesta di
fondi ora per “organizzare l’opposizione”.
POVERA GRUBER
Lilli
Gruber, durante il consueto “footing” romano a Villa Borghese, a due
passi da via Veneto, è stata rapinata del borsello e del cellulare. Non ha
comunicato se sia stato un fascista, che ormai sono dappertutto, un
turista americano o magari un immigrato clandestino. Chissà… sta di fatto che
la stessa sera al salotto radical-chic di Otto e mezzo ha buttato lì una
battuta “È evidente - ha detto - che le porte aperte a tutti non ce le possiamo
più permettere!” Vuoi vedere che…
TUTTI A BAKU
Quando ad
una conferenza sul clima arrivano in undici giorni 51.000 (diconsi
cinquantunomila) delegati accreditati c’è già di partenza qualcosa che non
quadra, visto che gli illustri partecipanti al COP29 a Baku non ci sono certo
arrivati a piedi.
Al netto,
quindi, degli affari d’oro per hotel, agenzie di viaggio e compagnie aeree c’è
da chiedersi a che cosa servano questi continui summit mondiali organizzati
soprattutto per ridurre il consumo di combustibili fossili quando – sembra una
presa in giro – vengono organizzati proprio in quei paesi che campano sul
petrolio. Anche per questo
I
presupposti della conferenza di quest’anno sono effettivamente pessimi con il
passaggio di consegne alla presidenza dal dirigente petrolifero Sultan Ahmed Al
Jaber (presidente della Cop28 negli Emirati Arabi l’anno scorso) al ministro
dell’ambiente azero Mukhtar Babayev, ex manager dell’oro nero della compagnia
di Stato azera SOCAR. Sono mancati gran parte dei VIP del mondo e quest’anno
poi sul summit “si allunga l’ombra della nuova presidenza Trump”. Già, perché
state sicuri che per qualsiasi disastro ambientale del prossimo quadriennio la
responsabilità sarà sua, dell’uomo-nero di Washington dipinto come insensibile
al futuro del pianeta e ansioso di inquinare ed estrarre il più possibile e
quindi colpevole di ogni nefasto guasto climatico.
Effettivamente
il paese con più peso politico ed economico del mondo potrebbe presto uscire
dagli Accordi di Parigi ma pochi ricordano che anche la Cina ha sottoscritto
gli accordi di Parigi ma non li ha minimamente mantenuti e anzi l’inquinamento
cinese “pesa” come elemento maggiore sulla diffusione di CO2 in atmosfera. Se
infatti si va a guardare nel ginepraio delle statistiche (spesso in
contraddizione una con l’altra, perché anche sui numeri c’è “guerra”) si scopre
che la Cina - con 9,9 miliardi di tonnellate di CO2 emesse - ne diffonde più
del doppio degli i Stati Uniti (4,5 miliardi di tonnellate) e quattro volte
l’India che - con 2,3 miliardi di tonnellate - conquista la terza
posizione, anche se Cina ed India crescono in emissioni molto più velocemente
delle nazioni occidentali.
E noi?
Bruxelles gongola e si dà le arie da prima della classe sostenendo che nel 2023
l’ Europa avrebbe tagliato dell’8,3 per cento le emissioni rispetto al
2022. Il problema è però che l’Europa tutta intera produce circa solo il
7% della CO2 e la Cina da sola supera la somma delle quattro economie che la
seguono: Stati Uniti (12,5%), Unione Europea (7,3%), India (7%) e Russia (5%).
A parte il
“costo” di questa scelta energetica per gli europei il solo aumento di CO2
cinese ha di gran lunga superato ogni “risparmio” europeo. Per l’ennesima volta
si torna quindi al punto di partenza: o chi inquina di più si impegna
effettivamente a ridurre le immissioni o quel “ il green e bello” made in
Bruxelles a livello globale non conta (quasi) niente.
La partita
di Baku si gioca però anche sulle “compensazioni” da dare ai paesi “poveri” in
cambio che non aumentino troppo il loro carico inquinante e si parla di mille
miliardi di dollari, una somma colossale che qualcuno (i più ricchi) dovrebbero
pagare. Ne uscirà probabilmente anche quest’anno un nulla di fatto, ma – al di
là di ogni ironia – questa non è certamente una bella notizia per le
conseguenze sul clima mondiale, anche se la partita non si può giocare solo
sulle emissioni dei gas serra ma anche su innumerevoli altre iniziative
ecologiche per la conservazione del pianeta di cui però – al confronto – si
parla comunque troppo poco
L’INSULTO
“Insulto,
quindi esisto!” Se - anche per la diffusione dei social - le maglie
dell’insulto si sono sicuramente allargate, per quanto attiene al concetto di
diffamazione appaiono evidenti i diversi pesi di giudizio a seconda di chi gli
insulti li subisce oppure li fa.
Per esempio
l’onorevole Bersani
solo pochi giorni fa è stato assolto da un giudice di Ravenna per aver dato
pubblicamente del “coglione” all’ allora generale Vannacci durante un
pubblico comizio al festival dell’Unità. Secondo l’illustre Magistrato,
infatti, l’offesa andava “contestualizzata”. Voi provate comunque a dare del
“coglione” a Bersani e poi vediamo che succede.
Fa scandalo
invece il caso di Christian
Raimo (un docente di storia all’istituto Edoardo Arnaldi di
Roma, già collaboratore de Il
Manifesto e Liberazione,
candidato (trombato) alle recenti elezioni europee per l’Alleanza
Verdi-Sinistra) che aveva definito il ministro dell’istruzione Valditara “Un cialtrone,
un lurido personaggio repressivo e pericoloso” uno “che andrebbe colpito dalla
peste nera”. Il professor Raimo non è nuovo alle cronache, ebbe già modo di
farsi notare a proposito del caso di Ilaria Salis dichiarando pubblicamente che
comunque “i fascisti vanno picchiati”.
Questa
volta l’autorità regionale scolastica del Lazio gli ha comminato tre mesi di
sospensione dall’insegnamento mettendolo e mezzo stipendio (perché mezzo, se
non lavora?) per insulti al ministro ma interessanti sono state le
immediate reazioni, come peraltro da copione. Un fuoco d’artificio partito dal
Pd al M5S oltre – ovviamente – agli scatenati di Alleanza Verdi-Sinistra, il
partito del “represso”.
Tutti hanno
infatti sparato a zero sul ministro (che peraltro il provvedimento non sembra
averlo neppure sollecitato) per il grave “atto repressivo”. “E’ inaccettabile
che un docente venga colpito per aver espresso un proprio parere” sostiene il
PD, a sottolineare come “solo nei regimi dittatoriali questo diritto viene
censurato”, visto (sostiene il M5S) che “Il governo vuole introdurre il reato
di lesa maestà” con “un atto repressivo ed intimidatorio” per giungere a
sostenere che la decisione “E’ un atto di violenza che pesa come un macigno e
che ci riporta indietro a regimi con l’ossessione dei bavagli e ai manganelli”.
Ricordando che è stato il prof. Raimo a parlare (anzi, a sbraitare) e non
Valditara, adesso chiudete gli occhi ed immaginate se un qualsiasi docente
italiano si fosse permesso di esprimere non una lode, ma anche solo un commento
positivo a un qualsiasi aspetto per esempio dell’ “infausto ventennio”.
Quali
sarebbero state le reazioni delle stesse persone che oggi pontificano su
repressione, pluralismo e libertà? Scommettiamo che avrebbero chiesto proprio a
Valditara l’immediato allontanamento dell’incauto docente? Chissà poi come il
prof. Raimo esprime il concetto di “pluralismo” ai propri malcapitati
studenti…
BUONA SETTIMANA A TUTTI ! MARCO ZACCHERA
IL PUNTO (ANTICIPATO)
n. 975 del 6 novembre
2024
di MARCO ZACCHERA
(NUMERO
ANTICIPATO – prossima edizione venerdì 15 novembre)
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Sommario:
Trump, come vi avevo detto… / La guerra delle toghe contro il governo/ Il
dramma del Mozambico
LA VITTORIA
DI TRUMP (COME VI AVEVO DETTO…)
Cari
lettori,
non so se
qualcuno avrà notato come già dall’anno scorso avevo scritto più volte su
IL PUNTO che Joe Biden NON sarebbe stato candidato e – già un mese fa –
che secondo me AVREBBE VINTO TRUMP, così come sostenevo nel 2016 quando
non lo pensava nessuno. Ascoltando stanotte le troppe ed inutili parole di
cento commentatori TV, dentro di me - con una punta di orgoglio - pensavo che
per commentare e prevedere la politica ci vorrebbero sempre un po' di
esperienza e di buonsenso, quello che non hanno molti di quelli che (ben
pagati) macinano balle in TV e finalmente dovrebbero stare un po' zitti, a
cominciare dagli illustri “guru” che avevano previsto la vittoria della Harris.
Invece Trump ha vinto,
nonostante Trump. Un candidato criticato, divisivo, antipatico, ma che alla
fine si è trascinato dietro un risultato che è andato ben al di là del
pronostico e che con la maggioranza alla Camera (probabile) e al Senato
(sicura) permetterà ai Repubblicani di governare almeno il prossimo
biennio.
E’ stata
anche una larga e clamorosa vittoria popolare visto che Trump ha vinto anche in
termini di voti assoluti e nonostante la grande affluenza, a sottolineare la
cocente disfatta dei Democratici, ma soprattutto di chi in queste settimane –
negli USA come in Italia – non aveva più o meno volontariamente voluto cogliere
i segni dei tempi.
Chi scrive
già un mese fa aveva appunto pronosticato la vittoria di Trump anche quando la
Harris era in testa, perché un conto sono i sondaggi e relativi commenti, un
altro ascoltare “sul campo” i sentimenti della gente.
Americani
delusi da entrambi i candidati, ma che hanno considerato Trump “il male minore”
per la superficialità ed impreparazione dell’avversaria che si cristallizzata
su temi che toccavano poco la “pancia” della gente. L’aborto, il femminismo, le
questioni di gender saranno demagogicamente importanti, ma molto di più lo è
l’aumento dei prezzi al dettaglio e l’insicurezza che troppi americani
percepiscono nel proprio quartiere quando si barricano la sera in casa o
portano i figli a scuola.
Demagogia,
populismo: metteteci quello che volete, ma sta di fatto che è questa la
maggioranza americana che – dopo una esperienza con Biden giudicata
fallimentare – ha preferito “l’usato sicuro”.
Stucchevole
il dibattito sul presunto filofascismo di Trump (mentre si è minimizzato
l’impatto emotivo che l’attentato di luglio contro di lui ha avuto
sull'elettorato) che ha raggiunto ossessioni paranoiche, mentre la gente
chiedeva (invano) alla Harris di dire una parola chiara sulla politica economica,
il controllo dell’immigrazione, il futuro sviluppo energetico, la politica
estera. Invece, una volta di più, eccoci con la solita fiera dell’
“intellighenzia” radical-chic che parla a sé stessa autoconvincendosi di
rappresentare il “popolo” che invece proprio non la pensa come loro.
Molti
aspetti della campagna - vista a posteriori - sono poi apparsi veramente
assurdi. Il controllo dell’informazione, per esempio, che la gente negli USA ha
percepito come ossessivo e non trasparente. Una levata di scudi e polemiche ad
esempio per i finanziamenti di Musk
a Trump, ma dietro la Harris c’erano i gruppi finanziari più potenti d’America,
ma di cui si parlava pochissimo.
Quale
trasparenza c’è, d’altronde, se quasi tutti i grandi media americani sono in
mano ad un solo fondo di investimento vicino ai Democratici? Anche perché alla
prova dei fatti - come sapevano tutte le persone di buonsenso - gli endorsement
delle star, delle cantanti, degli attori servono poco o nulla, così come gli
interminabili monologhi anti-Trump sulla CNN, mentre la Harris trasformava il
voto anche in una sorta di pericoloso scontro razziale.
La vittoria
di Trump dovrebbe aprire gli occhi anche agli italiani chiedendoci come mai in
Italia, alla domanda “per chi votereste?” la grande maggioranza aveva risposto
“Harris”.
Come mai
questo voto “italiano” così diverso da quello reale? Proprio perché
l’informazione italiana si è dimostrata per l’ennesima volta partigiana,
preconcetta e di parte. senza mai avere il coraggio – salvo pochissime eccezioni,
e va sottolineata la voce fuori dal coro di Federico Rampini (pur elettore
democratico) sul “Corriere” - di sottolineare le evidenti carenze di una
Harris partita in ritardo, ma comunque deludente salvo che nel confronto
diretto con Trump, dove però “giocava in casa”.
Pochi media
italiani si sono resi poi conto che si stava votando “per la vice del
vice di Obama”, una sorta
di dinastia politica democratica che in Italia viene santificata, ma che in
America era già stata bocciata nel 2016 diventando insopportabile per molti,
visti tutti gli intrallazzi che ci stavano dietro.
Servirebbe
una riflessione anche sui media italiani sul perché hanno votato Trump così
tanti ispanici, neri e colletti blu (ovvero bianchi poveri), eppure ancora ieri
sera durante lo scrutinio su Rai Uno da Bruno Vespa TUTTI i commentatori
presenti ammettevano che - se americani - avrebbero votato Harris. Ma che razza
di dibattito equilibrato poteva venirne fuori?
In America
non c’è la “par condicio” e servono (troppi) milioni per una alluvione di spot,
ma alla fine “il troppo storpia” e i Democratici se ne sono accorti troppo
tardi, mentre agli osservatori più attenti non sfuggivano alcuni aspetti
sapientemente nascosti.
Per esempio
negli ultimi giorni si era diffusa la notizia che la Harris avrebbe vinto nel
repubblicanissimo Stato dello Iowa
grazie al voto delle donne. Si è costruito su questa news una grande teoria sul
possibile recupero di Camala (dimostratasi
poi una balla clamorosa, Trump ha vinto con il 14% di margine!!),
ma bastava andare a vedere come il sondaggio fosse su un campione di solo 808
persone (e quindi basato su meno di una decina di “donne virtuali” di
differenza) per capirne la sua poca fondatezza, ma che per alcuni giorni ha
riempito comunque i titoli di giornali e TG di mezzo mondo.
Finita la
festa ora vedremo Trump alla prova, ma comunque – è una certezza – state
tranquilli che dal 20 gennaio (giorno dell'insediamento) la Casa Bianca sarà
quotidianamente bersagliata dalle critiche dei media del mondo. Vedrete per
credere…
LA GUERRA DELLE TOGHE
Lo scontro
in atto tra governo e magistratura sull’immigrazione ha caratteri che mi
sembrano assurdi e che forse pochi hanno effettivamente capito. In poche parole
la Meloni ha deciso di frenare gli afflussi da sud (quest’anno comunque
diminuiti) organizzando per chi viene intercettato in mare un hotspot in
Albania (ovvero un luogo di prima accoglienza) dove “filtrare” gli arrivi.
Alcuni giudici obiettano che non si possono portare in Albania i clandestini (e
comunque trattenere anche quelli che arrivano in Italia) se scappano da “paesi
non sicuri”, compresi Bangladesh ed Egitto due nazioni che con la Tunisia
rappresentano una gran parte degli arrivi. Questi paesi sarebbero “non sicuri”
perché non vengono rispettate a volte i diritti politici, quegli degli omosessuali
o LVGT+ nelle loro varie sigle e forme, rifacendosi a sentenze della Corte
Europea. Il governo sostiene che chi appartiene a queste minoranze ha diritto
all’asilo, ma non tutti gli altri se non sono oggetto di discriminazioni anche
se arrivano da quei paesi, altrimenti sarebbe un generale “liberi tutti” e la
fine di ogni filtro sui clandestini. Personalmente mi pare che il ragionamento
del governo sia corretto, ma il sostenerlo viene dipinto come una indebita
interferenza (o peggio) nella libertà dei giudici che un po' ovunque respingono
le ordinanze dei Questori a trattenere gli arrivati clandestinamente impedendo
le espulsioni. Mi permetto di osservare che i giudici dovrebbero tener conto
sia della situazione del singolo, ma anche della comunità perché con il “liberi
tutti” è impossibile controllare ogni tipo di immigrazione e quindi – a mio
avviso – viene violato un interesse di equilibrio collettivo.
Così come
mi chiedo se sia corretto che a decidere sui diritti LVGT+ sia a Bologna
proprio il dott. Marco
Gattuso, che non solo notoriamente è un attivista dei temi
gender ma è padre grazie alla maternità surrogata (volgarmente chiamata “utero
in affitto”), alla quale è ricorso con il suo compagno. Sappiamo anche che è
notoriamente esponente di “Magistratura Democratica”, una delle correnti rosse
delle toghe e che proprio sui temi dell’immigrazione si è esposto in dibattiti,
convegni ecc. L’ANM (Associazione Nazionale Magistrati) parla di «mostri
sbattuti in prima pagina» e rivendica che i giudici siano valutati solo sulla
loro preparazione e che «sono inaccettabili intrusioni nella vita privata dei
magistrati che decidono diversamente dalle attese del potere».
Quello che
si può ricordare ai giudici è però l’articolo 36 del codice di procedura penale,
che stabilisce che il magistrato ha “l’obbligo di astenersi da un giudizio se
ha dato consigli o manifestato il suo parere sull’oggetto del procedimento
fuori dall’esercizio delle funzioni giudiziarie”. Insomma, come fa ad avere una
indipendenza di giudizio il dott. Gattuso (e altri come lui) se hanno già
pubblicamente espresso il loro pensiero e se per vicende personali si trovano a
dover giudicare su situazioni “particolari” cui notoriamente sono stati
protagonisti? Alla fine ritorna così il solito problema dei magistrati che
pubblicamente “fanno politica” e che poi - quando devono giudicare - è
difficile sostenere che non abbiano già preconcetti. Dirlo fa infuriare i
magistrati che sostengono che il governo fa pressioni indebite su di loro, ma
secondo me è vero proprio il contrario, con un potere giudiziario che deborda
dal suo ruolo e condiziona così governo e parlamento che – a differenza loro –
è eletto dai cittadini.
P.S. Adesso
faccio il demagogo. Martedì c’è stato uno sciopero di 8 ore dei treni per
protesta contro l’ennesimo ferimento di un controllore, pugnalato a Genova da
un egiziano senza biglietto. Lo sciopero ha danneggiato milioni di cittadini ed
era (politicamente) contro il governo che però non può mettere certo un
carabiniere su ogni vagone o in ogni stazione ferroviaria, ma non doveva essere
piuttosto contro quei magistrati che non permettono i rimpatri e così ci sono
in giro migliaia di balordi spesso forzatamente irregolari?
CHE SUCCEDE IN MOZAMBICO ?
L’Africa
non fa quasi mai notizia e quindi nessuno sa dei disordini in corso in
MOZAMBICO dove, ormai da settimane, vi sono scontri per i brogli elettorali
nelle ultime elezioni dove il FreLiMo (i guerriglieri di sinistra che 30 anni
fa conquistarono di fatto il paese dopo gli accordi mediati dalla Comunità di
Sant’Egidio a Roma) si sono dichiarati anche questa volta vincitori nonostante
le riserve e le denunce di brogli da parte degli osservatori internazionali,
anche europei. Il paese – già oggetto delle incursioni dei guerriglieri
islamici al nord – è spaccato ed in preda alla violenza, ma non se lo fila
nessuno (neppure l’Italia che nell’area ha importanti investimenti dell’ENI).
BUONA SETTIMANA MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 974 del 1 novembre 2024
di MARCO ZACCHERA
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Sommario: LIGURIA:
per un pelo – DOSSIER: ecco una nuova emergenza – UCRAINA: silenzi sospetti -
DEMOCRAZIA? Solo quando piace alla UE - I PAESI “SICURI” per i giudici europei
– Approfondimento: TRUMP
NUOVO PRESIDENTE? Le mie impressioni e previsioni “sul campo” per il voto in
USA.
LIGURIA
Per un pelo
il centro-destra ha rivinto il Liguria, dove partiva battuto dopo l’abbandono
di Toti, “ucciso” da indagini giudiziarie che alla fine sono quasi del tutto
evaporate. Eppure la sinistra – divisa e litigiosa – non ce l’ha fatta a
vincere (alle regionali sono 12 sconfitte su 13, ha vinto solo in Sardegna)
nonostante l’assist dei giudici e mentre la maggioranza dei liguri, schifata o
delusa, non ha neppure votato. Il dato emergente è la crisi del M5S (Grillo, genovese, non ha
neppure votato!) e del “campo largo” dove l’alleanza PD-M5S - ma senza Renzi -
è finita in reciproci insulti.
DOSSIER
I veleni
che impestano la politica si moltiplicano per tutta una serie di indagini dove
si scopre che ci si spia tutti a vicenda, dai vertici dello stato alle beghe
domestiche. E’ tutto un potenziale ricatto, un gossip, una schifezza generale
eppure di condanne per hacker finalmente scoperti (e loro mentori) non se ne
vedono. Rendiamoci conto che questi sono davvero i nuovi reati importanti dove
ti rubano identità, privacy, conti in banca e sanno tutto di te. E’una vera
emergenza, ma ancora non ce ne rendiamo conto e sopportiamo perfino una inutile
legge sulla privacy che serve solo a complicare le cose ai cittadini
onesti.
VERITA’ UCRAINA
In 3
settimane negli USA non ho visto in un solo TG americano una minima notizia dal
fronte ucraino. Gli USA, sponsor della guerra non ne parlano. Per loro
(soprattutto per Biden, visto cosa aveva combinato il figlio) è una pagina
imbarazzante e da evitare, ma anche in Europa nessuno ci racconta la verità. Zelensky va in giro a
ricevere baci e abbracci ma soprattutto trova soldi, armi e coperture, ma sul
campo ne sta perdendo una dopo l’altra. Nessuno sa che fine fanno i
finanziamenti e le armi occidentali, che ne sia dei suoi ministri allontanati e
del suo parlamento disperso né della sorte di eventuali oppositori, soprattutto
non è stata mai avviata una qualche indagine sulla corruzione interna. Nessuno
parla della sua stessa nomina (ormai scaduta da molti mesi), anche perché in
Ucraina da due anni e mezzo c’è la legge marziale, mentre i soldati scappano e
nessuno vuole più arruolarsi. Chissà poi perché Zelensky ha invaso ad agosto un
pezzetto di Russia rimettendoci mezzo esercito ed adesso ritirandosi.
Soprattutto nessuno ha il coraggio di affrontare l’unica mossa logica: iniziare
una trattativa per il cessate il fuoco avviando iniziative di pace. Non se ne
deve nemmeno parlare: a differenza di gaza è cosa tabù. Però, ogni
settimana che passa, l’Ucraina è più debole: non conveniva – come ho scritto
cento volte – cercare di trattare prima (o perlomeno farlo subito)?
PAESI SICURI
Secondo
alcuni giudici nostrani di sicura fede democratica i clandestini “economici” e
quindi pur non minacciati da nessuno non possono essere mandati in Albania o
essere respinti perché comunque non vengono da un “paese sicuro”. Certamente
paesi come Bangladesh, Egitto o Tunisia sono sicuri per la maggioranza della
popolazione, ma – secondo i giudici - “restano pericolosi per minoranze
vulnerabili come gli oppositori politici o la comunità Lgbtqi+.” Forse dovremmo
intenderci: se uno è perseguitato per questi motivi può essere una motivazione
credibile concedere l’asilo, ma – a mio avviso – è una grande sciocchezza
accogliere tutti, anche chi non è in queste condizioni personali, altrimenti
TUTTI i paesi del mondo sono insicuri, Italia compresa, e TUTI possono sbarcare
impunemente per la gioia dei trafficanti. E’evidente la volontà di certi
giudici di tagliare le gambe al governo anche perché, oltre all’odio politico
verso la Meloni, non ospiteranno mai un migrante a casa loro.
LA DEMOCRAZIA SECONDO LA U.E.
Referendum
in Moldavia sull’avviare o meno trattative di adesione alla UE. La maggioranza
(di poco) dice “no” ma – ci spiegano – il voto non vale perché hanno votato
sotto la pressione russa. Poi, a scrutini chiusi, arriva una valanga di voti
per posta dall’estero (occidentale) e il “no” diventa un “si” con un minimo
margine. Chi ha effettivamente inviato i voti postali? Non si sa.
Lo stesso
succede in Georgia dove anche qui il voto è per il “no” ma la Presidente della
repubblica, appoggiata dall'Europa, non accetta il risultato (“inquinato da
Mosca!”) e siamo agli scontri di piazza. Dubbio: per caso questa non è una
specie di democrazia “à la carte”, utile solo quando fa comodo e la gente vota
secondo i desideri di Bruxelles? Non è che magari invece questi paesi NON
vogliano davvero aderire alla UE e che l’inquinamento dei voti, più che da
Mosca, venga proprio da Bruxelles?
Approfondimento: TRUMP
PRESIDENTE?
Improvvisamente
il vento è girato a favore di Trump:
sondaggi, sponsor, commenti. Un vento sospetto perché potrebbe essere la
mossa della disperazione dei democratici per spingere al voto i propri
elettori, scettici verso la Harris,
pur di opporsi ai rischi del “diavolo” repubblicano.
A parte
questa possibilità, sono rientrato da un tour di tre settimane negli USA
attraverso 10 Stati e credo che Trump sia effettivamente il favorito, anche se
mai gli USA mi sono sembrati così incerti e non solo sul voto presidenziale.
Una buona
parte dei cittadini non si aspetta comunque nulla di buono da due candidati
generalmente considerati “il meno peggio” e che non convincono, mentre la
campagna si trascina tra insulti e volgarità.
Evidente e
spudorato (come in Italia) è l’appoggio dei media per la Harris, ma ho trovato
tante persone che voteranno Trump perché disorientate, stanche, preoccupate per
il futuro. Tra l’altro non lamentiamoci per la “par condicio” in Italia perché
negli USA non esiste. Per esempio la CNN è peggio - nella sua assoluta e
perfino controproducente faziosità pro democratici - di una nostrana
“Repubblica” pro PD eppure, in Italia, passa per un TV “indipendente”. Trump è
solo deriso (anche se sembra far di tutto per meritarselo) mentre la Harris è
osannata quando invece mi sembra anche lei veramente persona di poco peso.
Gli USA mi
sono comunque apparsi spenti, demotivati, in crisi. Gli americani vivono in un
mare di contraddizioni dove non puoi acquistare in farmacia un medicinale
qualsiasi salvo - una costosa quanto inutile visita medica - quando poi di
fianco c’è il negozio che vende liberamente droghe e marijuana.
Polemiche
assurde sull’aborto tra predicatori spiritati che urlano all’omicidio con la
bandiera sullo sfondo e la bibbia in mano e chi invece vorrebbe liberalizzare
tutto, senza alcun freno. Poi scopri che un’infinità di ragazzine abortisce
soprattutto perché non ha una minima idea sulla contraccezione: rispetto
all’Italia mi sembrano realtà indietro di 40 anni.
Così come è
assurdo il dibattitto sulle droghe che si vorrebbero liberalizzare in modo
totale e poi guidi tra una infinità di maxi-manifesti che, lungo le strade,
pubblicizzano centri di disintossicazione per alcool, droga, farmaci, fumo,
cibi-spazzatura
Un paese
che si rovina con alimenti pieni di additivi e zuccheri e che in più si riempie
di integratori, con supermarket dove si vendono porzioni oscenamente grandi e
tali da portarti fatalmente all’obesità, quella che viene poi combattuta a suon
di riviste specializzate per dimagrire, diete, centri specializzati.
Alla fine è
visibilmente tutto un business, ma intanto agli incroci tanta gente chiede la
carità, “fatta” o visibilmente disperata. In giro troppa gente fisicamente
“brutta”, grassa, cadente, assurda.
Timori,
fastidio, chiusure frutto anche di un’ondata migratoria dal sud del continente
che ora si cerca di contenere tardivamente in qualche modo ma che non è solo
costituita da poveracci senza documenti, ma anche da bande di delinquenti
venezuelani, colombiani, messicani e salvadoregni che si sono impiantate ed
organizzate nelle città con vere e proprie bande armate organizzate,
intimidazioni, racket e violenze al cui confronto la vecchia mafia
italoamericana di un tempo sembra uno sbiadito club di educandi.
Un paese
dove tutto è grande, esagerato. Dalle distanze ai panorami imperdibili tra i
più belli del mondo, dalle confezioni di pop-corn alle dimensioni delle auto
visto che appena fuori dalle città tutti si sentono realizzati solo guidando
maxi fuori-strada che pur non vedono mai una strada sterrata.
Un paese
dove se guidi ubriaco vai in galera, ma dove chi non guida (si fa il turno) nel
week end si stordisce con tutte le sostanze possibili.
Un’America
che appare un paese sempre più vecchio, con infrastrutture ormai inadeguate.
Davvero il futuro è in Asia, non qui o nella vecchia Europa.
Un’America,
infine, dove non si celebra più il “Columbus day” perché considerato razzista
(anche se Colombo negli USA non c’è mai stato) e dove quindi si abbattono i
suoi monumenti (almeno 33 negli ultimi due anni) soppiantando la festa con
quella per i nativi americani. Recupero delle origini? Forse, ma intanto i
corsi universitari sono riservati a maggioranza per le “minoranze” (ovvero per
tutti, salvo i bianchi americani) e dove se c’è il numero chiuso, come a
medicina, conta sempre meno il merito e sempre di più l’appartenenza etnica. Un
razzismo al contrario spesso ridicolo e ingiusto, in un clima avvelenato,
puzzolente, pieno di violenza e che dubito che in qualche modo riemergerà dopo
il 5 novembre.
BUONA SETTIMANA A TUTTI !
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 973 del
25 ottobre 2024
di MARCO ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati sul mio sito www.marcozacchera.it
Ai lettori:
In questi giorni sono negli USA per seguire la campagna elettorale
presidenziale e ho qualche difficoltà a spedire IL PUNTO, vi prego di scusarmi
per eventuali ritardi nella diffusione o problemi di impaginazione.
SOMMARIO: Rapporti
giudici-governo: siamo all’eversione – USA: perché scommetto che vincerà Trump
CONFLITTO ISTITUZIONALE
Il
conflitto che si è scatenato tra magistratura e governo per la questione
emigranti dirottati in Albania è gravissima e sconcertante, ma solo un episodio
di una vera contrapposizione sempre più dura.
Credo che i
giudici debbano essere e restare indipendenti dall’esecutivo ed hanno tutti i
diritti di avere le loro personali opinioni, ma se un giudice ritiene che una
norma sia incostituzionale ha una prassi da seguire per chiedere sia dichiarata
tale, non può per conto suo non applicare quella legge solo perchè non gli
piace. Una legge non è “del
governo” ma è tale perché approvata dal parlamento ovvero dai
rappresentanti del popolo italiano e promulgata dal presidente della Repubblica
che se la ritiene sbagliata o incostituzionale deve rimandarla alle Camere.
Un giudice
per essere credibile deve essere imparziale, non può scrivere ai colleghi
in una chat che diventa fatalmente pubblica ”L’attacco
alla giurisdizione (ovvero ai magistrati) non è mai stato tanto forte neppure
ai tempi di Berlusconi. In ogni caso oggi è un attacco molto più pericoloso ed
insidioso per molte ragioni. Innanzitutto perché la Meloni non ha inchieste
giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali, ma per
visioni politiche e questo la rende ancora più forte…” Ma come fa
un magistrato a continuare a svolgere il suo ruolo se scrive queste cose? Ma vi
rendete conto che (a parte l’involontario omaggio alla Meloni per non agire per
interessi personali, ma facendo capire che è opportuno come il prima
possibile gli arrivi addosso un’inchiesta) quel giudice attacca il ruolo
“politico” del premier che – a differenza dei magistrati – è stata eletta con
il voto della maggioranza degli elettori.
Anziché
pensare a giudicare equamente chi compie reati e a magare di arrivare ad una
giustizia più efficiente questi giudici si occupano e auspicano invece di
abbattere la premier? Ma come si permettono e chi glielo permette? Un
magistrato deve pensare a svolgere il suo ruolo non a programmare e sperare in
iniziative politico-giudiziarie che a questo punto diventano eversive perché
sono apertamente contro il nostro principio costituzionale fondamentale della
separazione del potere giudiziario da quello parlamentare ed esecutivo.
Prendo atto
dell’imbarazzato silenzio di Mattarella e sono sconcertato, preoccupato e
indignato da un CSM e da una Associazione Nazionale Magistrati che
attaccano la Meloni anziché sanzionare il proprio collega e si confermano così
nell’ essere sempre e solo espressioni politiche della “loro” casta,
dimostrandosi il vero e debordante “potere forte” italiano che - strettamente
alleato politicamente a sinistra - non dà più garanzie di imparzialità
danneggiando così tutti i cittadini, ma anche la grande maggioranza dei
magistrati italiani che NON sono così, ma che tacciono perché - se parlano -
vengono distrutti nella loro carriera.
Approfondimento: TRUMP
FAVORITO
Mi chiedono
chi vincerà le elezioni USA e vista da qui, sull'altra sponda dell'Atlantico,
pur con tutte le cautele del caso, dovessi oggi scommettere dieci euro punterei
su Trump a dispetto di quanto si possa pensare in Italia.
E’ solo una
sensazione (la stessa che percepivo nel 2016) perché Trump non piace a molti repubblicani,
ma la Harris anche meno e alla fine a contare sarà sicuramente proprio il
numero dei votanti.
Sembrava
che la Harris risollevasse l’entusiasmo che era andato diminuendo in campo
democratico con Biden candidato, ma dopo una fiammata iniziale non è stato così
e i sondaggi lo sottolineano..
Sicuramente
mai come questa volta le elezioni del 5 novembre rischiano di spaccare
profondamente il paese, soprattutto se (come tutto lascia pensare) il risultato
sarà in bilico fino all’ultimo e magari affidato al già contestatissimo voto
postale.
La campagna
elettorale USA è comunque diversa dalla nostra, si consuma in (pochi) dibattiti
televisivi e molti (troppi) spot pubblicitari in TV anche con contenuti
fortemente denigratori dell’avversario e senza esclusione di colpi. Tutto gira
intorno al denaro (il turno elettorale si stima costerà circa 15 miliardi di
euro) ponendo seri dubbi sulla stessa trasparenza democratica visto le somme in
gioco e che solo alcuni candidati possono spendere, con dietro di loro il
pericolo delle lobby che oggi pagano, ma poi potranno ricattare e condizionare
gli eletti.
Questo è
anche l'aspetto fondamentale a favore della Harris: i finanziamenti miliardari
della grande finanza, dell’industria delle armi, dei “poteri forti” d’America
interessati a continuare nei loro affari più o meno trasparenti. Ma serviranno
le continue accuse a Trump di fascismo e sedizione, di attentato alla
democrazia? La risposta è nelle auto dei "trumpisti" che girano per
le strade con il moto “Stop bullshit” (“basta balle!”).
Ma perché
comunque una leggera maggioranza per Trump? Perché Kamala non convince, ha
rinnegato il suo background e il suo programma di partenza che era di sinistra
radicale e che di fatto è diventato quasi una fotocopia di Trump per conquistare
gli elettori indecisi al centro, ma scontentando così a sinistra. Elettori che
comunque alla fine la voteranno in chiave anti-Trump, ma senza appunto troppa
convinzione e con il rischio che una parte se ne resti a casa delusa.
La Harris
era “green” e ora ha benedetto perfino le estrazioni minerarie, era contro le
armi ed ora dice di averne una in casa e di saperla usare, ha fallito
sull’immigrazione e ora rincorre Trump con proposte anche più radicali. E’
credibile? Sicuramente è poco coerente. Soprattutto, la Harris sottolinea il
suo orgoglio di essere donna e nera il che le porterà sicuramente dei voti, ma
gliene farà perdere altri. E’ una linea ben diversa da quella tenuta da Obama
che non ha mai sottolineato la sua razza, quasi fosse insignificante davanti ai
grandi problemi alla nazione.
Per questo
l’appello specifico ai neri da parte di Obama perché vadano a votare la Harris
non è piaciuto a molti bianchi democratici: l’appello al voto razziale ha
tantissime controindicazioni e alcuni analisti hanno visto nell’intervento di
Obama una mossa dettata dalla disperazione.
Ricordiamoci
sempre che la maggioranza degli americani è fatta di gente semplice,
superficiale, poco aperta ai problemi del mondo. Molti non credono più nelle
news in TV che - a parte Fox News - sono un continuo ridicolizzare Trump in
modo esagerato e quindi controproducente. Tra l'altro qui non esiste una
"par condicio" e così spesso tutti i partecipanti ad un dibattito
sono contro di lui, vivisezionando ogni sua parola senza contraddittorio con, a
seguire, una valanga di spot.
In
maggioranza gli americani non sanno nulla dell'Ucraina e di Gaza, non vogliono
più impegnare gli USA in missioni militari all’estero e soprattutto non sono
contenti della situazione economica e dei troppi nuovi immigrati. Per tutti
questi motivi lentamente Trump continua a crescere negli stati-chiave e – anche
se la campagna resta apertissima - ad oggi ha forse una probabilità in più di
vittoria.
Se vi
interessa, potete trovare altri articoli in argomento su “ilsussidiario.net” o
cliccando “ilsussidiario+zacchera”
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Se mi
leggete e siete interessati a quello che scrivo perché non mi mandate gli
indirizzi mail di amici e conoscenti per allargare il “giro” di questa
newsletter? Grazie !
BUONA SETTIMANA A TUTTI ! MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 942 del
16 febbraio 2024 di MARCO
ZACCHERA Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it Numeri
arretrati sul mio sito www.marcozacchera.it Contattatemi
se non ricevete più IL PUNTO (ogni settimana “spariscono” molti indirizzi, il
testo è comunque pubblicato sul mio sito). Sommario: Secondo i
sondaggi quasi il 65% degli italiani dà ragione agli agricoltori che protestano
e nel giudizio si sommano tutte le contraddizioni europee, i costi della
filiera alimentare che mortificano i produttori, l’invasione di prodotti
stranieri di bassa qualità. Anche per questo il governo ha accettato molte
delle loro richieste aprendo un altro fronte verso Bruxelles e dando una specie
di voce ai “piccoli” rispetto alle multinazionali. Mentre si parla di “guerre
spaziali” qualche commento poi sul post Sanremo e – per Verbania - il silenzio
sul mega-porto di Pallanza mentre riprendono le mie trasmissioni in TV sulla
storia locale. A seguire “Gente di Lago”. E l’approfondimento dedicato alla
“Giornata del Ricordo” GUERRE SPAZIALI “Fonti di
intelligence” USA sostengono che la Russia stia pensando a guerre spaziali, Putin smentisce. Nessuno
sa quale sia la verità ovvero se l’allarme sia concreto o se sia una pressione
psicologica della Casa Bianca nel giorno in cui il Congresso USA non vota nuove
armi a Kiev. Tutti noi siamo dei turaccioli che galleggiano nel mare della
propaganda e si capisce bene come la verità ci sia spesso nascosta. Per esempio
in Italia non si è dato spazio alla lunga intervista di Putin concessa a Tucker Carlson sulla
guerra, sicuramente una interpretazione di parte ma che andava conosciuta per
almeno farsi una opinione più completa: che senso ha avuto ostracizzarla? Forse
il timore di imbarazzanti realtà, come le accuse di Putin per il sabotaggio al
gasdotto baltico che ha messo KO l’approvvigionamento energetico europeo? Se ci
consideriamo persone adulte dobbiamo pretendere trasparenza nell’informazione e
questo vale sia per le "storiacce" sui vaccini COVID (ne parlerò la
prossima settimana) come per le guerre. Ci si dia una informazione onesta e
completa, poi ciascuno liberamente ed autonomamente giudicherà. Il 2024
sarà un anno sempre più difficile, anche perché tra Trump e Biden rischiamo
di avere prossimamente la prima nazione del mondo in mano a un presidente
comunque inadeguato. SANREMO Evito
troppi commenti sull'ultima edizione del festival di Sanremo che tutto è
diventato tranne che il festival della canzone italiana. Un minestrone del
tutto e di più alla disperata ricerca di audience e con tanto gay alla moda dei
tempi, concluso con un evidente stravolgimento del risultato finale reso anche
necessario - credo - constatando che il testo della canzone di Geolier era del tutto
incomprensibile e, per capirlo, ci sarebbe stato bisogno dei sottotitoli.
Faccio mio il titolo di "Allora!"
- giornale degli italiani d'Australia - che giustamente in prima pagina
commenta "Dove il canoro diventa un ricordo lontano". Insomma, hanno
capito tutto più a Sidney che a Roma. PORTO DI PALLANZA: AVVISO AI NAVIGANTI Mi sembra
incredibile che un'opera così mastodontica (e per me assurda) come l'ipotizzato
nuovo mega-porto a Pallanza possa procedere perchè nessuno - destra o sinistra
che sia - si prende la briga di almeno guardare le carte, eppure bisogna
presentare entro il prossimo primo marzo eventuali eccezioni alla valutazione
di impatto ambientale...silenzio.. E' comunque
incredibile come l'attuale amministrazione cittadina sia stata capace di far
procedere il progetto per anni senza sollevare alcun dibattito, osservazione,
discussione: tutti zitti anche perchè - in buona sostanza - non lo sa nessuno,
nè sembra che la questione sollevi dubbi all'opposizione. Penso a
quando ero sindaco e su ogni questione nascevano polemiche, accesi dibattiti,
dichiarazioni infuocate...adesso nulla: calma piatta, disinteresse e silenzio. Si
concretizzerebbe uno scempio ambientale incredibile e sostanzialmente inutile,
che non porterà nulla alla città ma sarà uno sgorbio all'intero Golfo Borromeo
che si vorrebbe poi pure proporre come luogo tutelato dall'UNESCO. W
l'ipocrisia, ma non si dica poi che non erano stati (tutti) avvertiti. Comunque da
Verbania c’è anche una buona notizia: dopo tante proteste, raccolta di firme
ecc. l’amministrazione comunale (PD) avrebbe finalmente messo da parte il
progetto di sistemazione di Piazza Mercato a Intra da 9.7 milioni di euro.
Finalmente una vittoria del buonsenso sulla testardaggine. VCO AZZURRA
TV: PILLOLE DI STORIA LOCALE E’ ripresa
anche quest’anno su VCO AZZURRA TV la mia rubrica settimanale “PILLOLE DI
STORIA LOCALE” che va in onda il sabato alle 13.30 e in replica la domenica
alle ore 18. (canali 17 e 617). E’ possibile visionare le varie
puntate anche sul sito web dell’emittente cliccando “VCOAZZURRATV”,
passando poi dall’ home page a “rubriche” e quindi a “Pillole
di storia locale”. Sono visibili on line tutte le puntate dell’anno scorso e
quelle diffuse da questo mese. Buona visione e – se avete quesiti o temi da
proporre – contattatemi via mail. GENTE DI
LAGO 3, AFFRETTATEVI! E’ già in
esaurimento la prima edizione di GENTE DI LAGO 3 che continua la fortunata
raccolta di personaggi, racconti, storie del Lago Maggiore arricchito da molte
foto d’epoca ed al quale ho direttamente collaborato. I lettori de IL
PUNTO possono richiedermelo direttamente via mail al prezzo speciale di 20 euro
spese di spedizione comprese. Il ricavato verrà devoluto al “Verbania Center”. Approfondimento: LA GIORNATA DEL RICORDO La scorsa
settimana è stata ricordata la “GIORNATA DEL RICORDO” voluta per non
dimenticare gli eccidi delle foibe e l’esodo forzato delle popolazioni italiane
dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia durante e dopo l’ultimo conflitto. Una brutta
e tragica pagina di storia italiana che per decenni è stata ignorata e
volutamente nascosta e che solo per la caparbietà di pochi – e soprattutto
dell’allora deputato triestino ed ora senatore di FdI Roberto Menia – divenne
ufficialmente riconosciuta. Visto il
poco spazio dedicato dai media, credo sia un dovere ricordare ogni anno quei
fatti soprattutto per i più giovani che temo siano del tutto all’oscuro di
quanto avvenne. Pochi sanno
infatti degli eccidi delle foibe, le caverne carsiche dove migliaia di italiani
furono gettati ancora vivi, oppure degli eccidi a Trieste che per 45 giorni fu
occupata nel maggio ’45 dalle bande comuniste titine che sottoposero la
popolazione italiana ad ogni tipo di violenza. Oppure dell’infamia del trattato
di pace di Osimo quando negli anni ’70 la zona di Capodistria e le terre
italiane dell’Istria vennero definitivamente cedute – senza alcuna
contropartita – alla allora Jugoslavia. L’esodo fu
contraddistinto da episodi assurdi come quello del 17 febbraio 1947 raccontato
da Antonio Di Lello quando un treno carico di profughi istriani arriva alla
stazione di Bologna. Sbarcati il giorno prima nel porto di Ancona avevano il
cuore a pezzi, lo stomaco vuoto, il futuro incerto. La Croce
Rossa aveva preparato pasti caldi ma fu impossibile distribuirli perché dagli
altoparlanti, una voce intimò al "treno dei fascisti" di andare
immediatamente via, in caso contrario, uno sciopero avrebbe bloccato l'intero
scalo ferroviario. Non si trattò di un episodio isolato., l’Italia si comportò
indubbiamente da matrigna con i quasi trecentomila esuli delle terre
adriatiche. A Venezia e ad Ancona vennero anche aggrediti, presi a sputi e a
fischi al grido di «fascisti andatevene!». Ostilità dei militanti comunisti era
chiaramente fomentata dai vertici di Botteghe Oscure. "Rinascita";
nel 1947, scrisse che gli esuli erano, nella migliore delle ipotesi, degli
ingenui che credevano nelle promesse dei «falsi patrioti». Il colmo
dell'infamia lo raggiunse un dirigente della Camera del lavoro di La Spezia, il
quale, in un comizio tenuto durante l'infuocata campagna elettorale del 1948,
così latrò dal palco: «In Sicilia hanno il bandito Giuliano, noi‑qui abbiamo i
banditi giuliani». Non ovunque ci furono episodi di aperta ostilità ma
l’atteggiamento più diffuso fu comunque di indifferenza e diffidenza, né la
politica dei governi di allora brillò per spirito di solidarietà. Una buona
parte di loro emigrò un'altra volta verso l’Australia o la Nuova Zelanda (dove
ho avuto modo di incontrarli, spesso i loro figli ancora 20 anni fa parlavano
solo in dialetto veneto…) dove furono bene accolti mentre tanti altri vissero
in Italia per anni nei campi profughi, internati e isolati quasi fosse un'etnia
nemica. Ancora nel 1963, sedici anni dopo l'esodo, c'erano quasi diecimila
persone in "provvisoria" sistemazione. Tutti
questi drammi sono ricostruiti dallo storico Gianni Oliva (già assessore alla cultura
nell’ ultima giunta regionale di sinistra piemontese, non certo un “fascista”)
nel volume, "Profughi‑Dalle foibe all’esodo la tragedia degli italiani
d'Istria, Fiume e Dalmazia" (Mondadori, pp. 221, euro 17,00). Oliva rompe
i tabù delle certezze consolidate e la sua tesi sui motivi della diffusa
indifferenza per le sorti degli esuli e della rimozione della tragedia delle
foíbe non chiama in causa soltanto i comunisti ma anche i governanti
democristiani dell'epoca. Lo studioso
giudica «sbrigativo» ricondurre tutto all'«egemonia culturale della sinistra e
alla sua volontà di nascondere le verità scomode». Nell'occultamento di quel
dramma immane c'è anche dell'altro; c'è un cinico calcolo politico‑ideologico,
l’idea che gli esuli e la memoria delle foibe ricordino a tutti quello che la
classe politica di allora voleva far dimenticare: e cioè la realtà della
sconfitta militare e delle conseguenti mutilazioni territoriali. Grazie a
una esagerata valutazione militare della Resistenza l’Italia di allora (e di
oggi) vuole infatti immaginarsi come paese «vincitore», come infatti ci è
stato tramandato dalla vulgata corrente. «Questa rielaborazione in chiave
assolutoria» poggia – secondo Oliva, ma anch’io concordo - in primo
luogo, sulla «distinzione netta di responsabilità tra "fascismo" e
"italiani": il conflitto non è nato dalla volontà del paese, ma è
stata una scelta voluta e imposta da Mussolini». Quello che accade dopo
l'armistizio dell'8 settembre sarebbe la «storia della vera Italia». E sarebbe
questa, appunto, l'Italia che tende di accreditarsi come nazione «vincitrice». Sul piano
internazionale, allora come oggi, una simile tesi non aveva seguito ma sul piano
interno, offriva una solta di legittimazione, così come l’identificazione del
movimento partigiano come militarmente decisiva nella lotta ai tedeschi. Per il
resto, le vicende più comuni assomigliano a quella della piccola istriana Marisa Brugna (una delle
tante storie narrate da Oliva), che giunge a Trieste nel 1949 e che
peregrinerà da un campo‑profughi all'altro fino al 1959, anno in cui riuscirà a
stabilirsi a Fertilia. Marisa aveva solo sette anni è passerà un'«infanzia
prigioniera», con la gamella in mano per ricevere «un po' di cibo acquoso»,
«circondata da sguardi mesti, occhi lacrimosi, voci balbettanti
dall'emozione». Nella vita degli esuli che arrivano in un'Italia matrigna c'è
il marchio della «diversità» e dell'«anormalità». Quell'Italia
avrebbe dovuto ricordare che Marisa e gli altri non erano esuli qualunque. Il
loro era stato infatti un «andarsene senza ritorno», uno «sradicamento» in
pena regola. Erano tutti protagonisti di una «migrazione senza destino». Oliva
cita uno struggente passo di "Sradicamenti" di Annalisa Vukusa ,
profuga di seconda generazione: «Nessuno ha potuto coltivare l'illusione di
tornare a vivere là. Le vecchie radici sono state sepolte, tutto ci è stato
tolto e ora si possono riscoprire solo con la memoria storica». Neppure
l’ingresso di Slovenia e Croazia in UE ha cambiato qualcosa ed ecco perché è
tanto importante che un'altra Italia, finalmente libera dalle ipoteche di
un'odiosa mistificazione ideologica, abbia deciso di ricordare le
sofferenze di chi avea avuto il solo torto di essere italiano.
UN SALUTO A TUTTI
MARCO ZACCHERA IL PUNTO n. 941
del 9 febbraio 2024 di Marco Zacchera Per contatti, comunicazione nuovi indirizzi, segnalazione di
mancati arrivi o proposte, scrivetemi a marco.zacchera@libero.it
IL PUNTO (compresi i numeri arretrati) lo trovate pubblicato
anche sul sito www.marcozacchera.it Ai lettori, si torna al format normale de IL PUNTO e mi scuso per i problemi
di impaginazione e stampa nelle scorse settimane. Rientrando nella vecchia
Europa trovo i problemi di sempre: proteste, guerra in Ucraina, polemiche di
cortile. Vi propongo alcuni spunti sui fatti della settimana con in cima ai
pensieri un dubbio angoscioso: ma come sopravviverà l’Italia dopo il festival
di Sanremo? Perché proprio il "pompaggio dell'audience" per il
festival sembra la più importante notizia – almeno della RAI – da settimane e
mesi in qua. AGRICOLTORI IN PIAZZA In Europa c’è un aspetto di cui si parla troppo poco, ovvero i
rapporti tra UE e i suoi cittadini, soprattutto quegli imprenditori
“semplici” che sono la spina dorsale del continenti, ma sfuggono alle logiche
dei grandi gruppi e quindi sono emarginati dagli aiuti europei e dai tanti
favori concessi alla grande finanza e alle multinazionali che detengono i
“poteri forti” e (temo) condizionano le stesse scelte europee. I cittadini non hanno più voce con questa maggioranza di
centro-sinistra con in testa soprattutto il pallino demagogico del “verde”.
Eppure uno dei motivi per cui protestano gli agricoltori in tutto il
continente è proprio che la gran parte dei contributi non finiscono mai in
mano ai contadini produttori, ma di fatto solo alle grandi aziende della
catena alimentare. Oltre l’80% dei contributi va a poco più del 10% delle imprese:
come mai? Ormai a Bruxelles tutto è visto in una logica ecologica che non
è sbagliata in sè ma non tiene minimamente conto di quello che succede FUORI
dall'Europa (ovvero nel 90% del mondo) così quando poi - a costi proibitivi -
agli europei si impongono scelte e sacrifici, la concorrenza esterna
seppellisce i produttori europei inquinando e distruggendo in modo
infinitamente più grave dei possibili, costosi piccoli miglioramenti
climatici che faticosamente riusciamo a raggiungere "dentro"
l'Europa. Ne riparleremo, sottolineando che - come in agricoltura - lo
stesso avviene per la finanza: la BCE non fa l’interesse del piccolo
imprenditore o del risparmiatore, ma prima di tutto delle banche,
ufficialmente in nome della “stabilità” ma in realtà così crescono sempre i
mega-profitti di pochi e gli altri sono sempre più in difficoltà. Va tutto avanti così, come è avvenuto per il COVID con scelte
sui vaccini che hanno mosso centinaia di miliardi di euro per alcune (ma solo
alcune!) aziende del farmaco. Non è più un’Europa dei popoli ma è diventata
quella delle lobby, della burocrazia, degli interessi economici di pochi. Di
tutti questi aspetti l’opinione pubblica è però tenuta volutamente
disinformata, anche se percepisce che qualcosa non quadra. Per questo
dobbiamo lottare tutti insieme per una maggiore trasparenza. RENDICONTI E CORRUZIONE IN UCRAINA Per esempio l’Europa ha deciso di donare all’Ucraina altri 50 miliardi di euro e
con questi siamo ad almeno 134 miliardi di “aiuti” di cui circa 15 italiani
(ovvero metà di una legge finanziaria). Visto che i sondaggi dicono che
la gran maggioranza degli europei NON vuole continuare in questo modo, come
cittadino europeo penso di avere il diritto (come tutti) di conoscerne almeno
un rendiconto sommario di come questi soldi siano stati e vengano
spesi, quanti in armi e quanti in aiuti umanitari ed essere rassicurato che
una parte non siano invece spariti per strada. Inspiegabilmente l’UE non ha però alcuna commissione di
indagine, di inchiesta, di verifica e credo che proprio Giorgia Meloni
dovrebbe essere la prima a richiederla. Perché Putin
sarà un dittatore sanguinario e le elezioni presidenziali di marzo in Russia
una bufala da lui orchestrata (ma comunque almeno il 30% dei russi – vedrete
- saranno liberi di votargli contro), è stato un aggressore e avrà
tutti i torti… Ok, ma pochi sanno (perché quasi nessuno ce lo dice) che
in Ucraina questa settimana è stata prorogata di tre mesi la legge marziale e
quindi ogni dissenso à da due anni vietato. Anche il presidente Zelensky è a scadenza
di mandato, ma le elezioni sono sospese sine-die. Aveva una modesta
maggioranza parlamentare, ma i 250 deputati dell’opposizione sono spariti (quelli
eletti ad est del paese dai cittadini filorussi sono anche fisicamente
spariti). Tutte le garanzie costituzionali sono state sospese, appunto, dalla
legge marziale e l’entourage dell’ex comico – eletto dicendo che mai si
sarebbe candidato la volta successiva – ha preso tutti i posti di potere.
Mentre i profitti delle aziende che producono armi sono incommensurabili, la
corruzione in Ucraina si sussurra sia spaventosa (negli USA sono usciti molti
articoli ben documentati, ma che in Italia sono stati praticamente censurati,
ed anche questo è il motivo per cui il Congresso vuole frenare continui nuovi
finanziamenti). Dopo due anni di guerra, tanti morti e grandi distruzioni,
infinite difficoltà energetiche ed economiche per tutti noi è legittimo che
gli europei chiedano almeno di avere una certezza che i “nostri” soldi siano
stati utili ai cittadini ucraini e non siano anche finiti nelle mani
sbagliate'? E’ davvero chiedere troppo VISTO CHE L' EUROPA SEMBRA
COMUNQUE NON VOGLIA MINIMAMENTE PUNTARE ALLA PACE O ALMENO AD UNA TREGIUA? GRAZIE AD ESSELUNGA Dopo il video pubblicitario “slow” della pesca è venuto quello
della noce ed ora quello della carota: la pubblicità di Esselunga stupisce,
interessa, commuove. Nella babele delle pubblicità stupide, esasperate, monotone,
trasgressive questi mini-spot sono carichi prima di tutto di messaggi umani,
di dolcezza e inducono alla riflessione. Prima (lo spot della pesca) sulla sofferenza silenziosa di una
bimba di genitori separati, poi l’amore di due adolescenti ai piedi di un
noce piantato inconsapevolmente insieme tanti anni prima, ora la risposta
struggente dei genitori ad una figlia che lascia la famiglia per spiccare da
sola il volo della vita, che belli! Sussurri sui valori veri, quelli appunto della vita, della
famiglia (quella normale!) e in fondo di tutti noi. Grazie Esselunga! Riflessione: DETENUTI ITALIANI ALL’ESTERO La vicenda della maestra Ilaria
Salis portata in tribunale a Budapest con “i ferri” ha giustamente
suscitato indignazione e sottolineato la davvero poca furbizia del governo di
Orban che
– se avesse evitato quelle immagini facendo accompagnare in aula la detenuta
senza catene e inutili manette - avrebbe potuto gestire il caso
giudiziario senza offrire un punto debole di immagine proprio nel momento in
cui aveva bisogno di “sponde” a Bruxelles. Essendo la Salis un’estremista di sinistra (andata volutamente
in Ungheria per far violenze, indipendentemente dall’episodio contestatole)
si è comunque subito mobilitata la solidarietà con il coro delle accuse per
il comportamento “disumano” e le condizioni nelle carceri magiare. Il caso ha ovviamente preso così una piega tutta politica e come
tale finirà, ma ha anche aperto (forse) qualche interrogativo sulla
situazione di tanti detenuti italiani all’estero di cui purtroppo si sa poco
o nulla. Nel 18 anni in cui sono stato parlamentare in Commissione esteri
occupandomi degli italiani nel mondo mi sono interessato spesso di nostri
connazionali detenuti visitandoli in carcere e seguendone le loro
vicissitudini dal Ruanda al Venezuela, dall’India all’ Egitto o nei
penitenziari USA, passando da quelli bielorussi alla Turchia. Spesso ho visto cose agghiaccianti e vissuto avventure
pericolose (come in Venezuela dove in carcere sono normali le sparatorie e
così i detenuti – riuniti in bande – si barricano nelle rispettive celle) ma
– purtroppo – questa tematica è ai margini delle attenzioni diplomatiche e
lasciate spesso alla sensibilità personale dei nostri funzionari all’estero. D'altronde se sei incarcerato in un paese africano passano a
volte dei mesi prima che qualcuno sappia di te e ben raramente – e comunque
dopo tempi infiniti – un nostro console passerà a trovarti, anche perché (ma
questo non lo sa quasi nessuno) in moltissimi paesi del mondo non ci sono
nostre ambasciate o consolati, ma al più solo consoli onorari che si occupano
di tutt’altro e non hanno ovviamente una immunità diplomatica. Sono oltre un migliaio gli italiani detenuti al di fuori dell’ UE
ma mentre la notifica di detenzione alle nostre autorità viene rallentata
dagli oscuri meandri della burocrazia – che spesso in Africa ha tempi ben
peggiori dei nostri - oltre alle consuete violenze fisiche se ti chiudono in
un carcere straniero spesso ti ritrovi senza soldi, senza collegamenti, senza
difesa. In Egitto sono normali celle con 50-60 detenuti, in Venezuela i
penitenziari sono appunto di fatto controllati dalle bande interne, mentre vi
sconsiglio la visita a un carcere indiano. Altro che garanzie o assistenza
diplomatica: nulla. In Ruanda ho visto carceri che erano semplicemente
tendopoli circondate da filo spinato senza neppure l’acqua corrente. L’iniquità, le violenze e la corruzione sono poi di solito
endemiche e più è basso il livello di vita di un paese più i detenuti sono
considerati la feccia umana su cui tutto è permesso. Certo se sei ricco e te lo puoi permettere diventerai il pupillo
del corrotto direttore del carcere, ma a volte – se neppure i tuoi sanno che
sei in galera – è impossibile perfino collegarsi con l’esterno per chiedere
aiuto. Ricordo l’impegno di don Leonardo, un giovane sacerdote milanese
con il quale avevamo organizzato “Soccorso Icaro”, ovvero un’assistenza per
gli italiani rilasciati dal carcere in Venezuela in libertà condizionale, ma
obbligati a rimanere nel paese fino ai processi di solito per incidenti
stradali o piccoli traffici di droga. Spesso, soprattutto in Africa ed America Latina, lo straniero è
tra l’altro accusato ed incarcerato senza alcuna colpa, ma solo per un
ricatto economico in vista di una “mancia” ai giudici o ai secondini e così
resti detenuto finchè la famiglia non paga un vero e proprio riscatto di
solito attraverso avvocati corrotti più dei giudici e che hanno tutto
l’interesse affinchè il cliente resti a lungo nel bisogno. Forse ci si immagina che un italiano detenuto sia in qualche
modo aiutato e protetto, ma pochi sanno come siano minime le nostre presenze
diplomatiche “sul campo” e spesso passano settimane e mesi prima che un
governo africano comunichi all’ambasciata italiana (che di solito è in un
altro paese) l’avvenuto arresto di un connazionale che nel frattempo è carne
da macello, purtroppo spesso in tutti i sensi. D'altronde se una nostra ambasciata-tipo da quelle parti ha solo
due diplomatici (di solito l’ambasciatore ed un suo giovane vice) e deve
coprire molti paesi contemporaneamente, difficile che almeno il “vice” possa
arrivare a visitare un italiano detenuto, magari in un piccolo carcere di
provincia a centinaia o migliaia di chilometri dalla nostra più vicina sede
diplomatica. Le avventure dei nostri turisti in Madagascar (paese in cui la
nostra ambasciata è stata chiusa dipendendo ora da Pretoria, in Sudafrica,
che contemporaneamente “copre” sette diversi paesi in tutto il sud del
continente e che al Madagascar non è neppure collegata direttamente via
aerea) come quelle in altri paesi hanno spesso portato a proteste ed
inascoltate interrogazioni parlamentari. Spesso è poi difficile la cooperazione all’estero tra gli stessi
paesi della UE in una sorta di malcelata rivalità, mentre sarebbe molto più
logico ed economico che – soprattutto nei piccoli paesi africani o asiatici –
una rappresentanza unica ma efficiente dell’Unione Europea segua le vicende
di tutti i cittadini europei, compresi quelli detenuti, come già in teoria
dovrebbe essere, ma che nella pratica, spesso, purtroppo non avviene. Tematiche di cui si sa poco o nulla, che raramente vanno sui
giornali, ma hanno sconvolto le vite di molte famiglie quando hanno scoperto,
spesso dopo lungo tempo, che il famigliare scomparso era semplicemente
detenuto iniziando, per cercare di liberarlo, un vero e proprio calvario. Buona settimana a
tutti
Marco Zacchera |
IL PUNTO n. 940 del 2 febbraio 2024
di MARCO ZACCHERA
per leggere numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Per contattarmi, commentare, segnalarmi nuovi indirizzi o
informarmi del mancato arrivo de IL PUNTO prego scrivere a
Ai Lettori,
purtroppo essendo ancora all’estero incontro molte difficoltà a spedire IL PUNTO e
quindi scusatemi se la lettura non è agevole: dalla prossima settimana, al ritorno,
cercherò di rimediare.
La scorsa settimana vi ho proposto un report da SINGAPORE, questa settimana
invece mi concentro sull’ INDIA, grande paese di cui politicamente si parla poco
nonostante sia diventata come PIL, tra infinite contraddizioni, la TERZA POTENZA
ECONOMICA DEL MONDO.
Devo però prima ricordare un amico carissimo che purtroppo ha lasciato, ROBERTO
RABATTONI, fondatore del “centro Aiuti per l’Etiopia” che dal 1983 ha aiutato
migliaia di persone con iniziative di tutti i tipi, promosso centinaia di adozioni a
distanza e avviando e completando scuole, ospedali, iniziative umanitarie. Se esiste
un “santo moderno” credo che Roberto ne meriti subito un posto per tutto il bene che
ha fatto nella sua vita anche se – da uomo schivo che era – non amava mettersi in
mostra.
Temo che nessuno gli intitolerà una scuola, ma - visto che a Verbania vogliono
revocare l’intitolazione della ex “mia” scuola media al gen. LUIGI CADORNA (che
era nato proprio a Pallanza, a pochi passi di distanza) per intitolarla a GINO
STRADA credo che - se proprio bisogna farlo - sarebbe molto più saggio e logico
intitolarla allora proprio a ROBERTO RABATTONI uno che – mi permetto di dire –
non ha mai fatto politica, ma aiutato sul serio.
Approfondimento: L’ INDIA CHE CRESCE, ANZI CORRE
Una raccoglitrice di the del Kerala, in India, guadagna 470 rupie al giorno, ovvero 5
euro, ma è già ben pagata tenuto conto di quanto (poco) di più guadagna un poliziotto
o un maestro elementare, ma l’India non è (più)solo miseria.
Per ridurre a una sensazione il passaggio dalla Singapore dove già si vive il futuro
(vedi articolo su IL PUNTO della scorsa settimana) alla realtà dell’India si potrebbe
sintetizzare che da una società digitale si torna a quella analogica, ma sarebbe
riduttivo visto che l’India cresce, anzi corre.
Si parla poco dell’India salvo che per qualche catastrofe di grandi numeri, eppure
questo immenso paese ha superato la Cina per numero di abitanti (gli indiani
dovrebbero essere arrivati a circa un miliardo e 428 milioni) ma soprattutto dall’
essere la 13° potenza economica mondiale di venti anni fa, raggiunta la 5° posizione
nel 2022 l’India è ora balzata al terzo posto dopo USA e Cina superando Germania e
Giappone e mantenendo il più alto e costante incremento del PIL al mondo.
Dal 2014 l’India è infatti cresciuta del 7% l’anno (del 9% nell’ultimo biennio) e
anche se gli oppositori del premier Modi parlano di dati ufficiali più o meno gonfiati
il cambiamento in corso è effettivamente immenso.
Se pur si accalcano nelle baracche ancora centinaia di milioni di poveri, ormai nessun
indiano – salvo calamità eccezionali – soffre la fame e questa è stata la grande vittoria
politica ed economica del premier Narendra Modi, un settantatreenne “ganchi “ (casta
povera nella società indiana) già leader dello stato del Gujarat ai confini con il
Pakistan.
In una democrazia sostanzialmente funzionante e che da ormai 75 anni è la più
grande del mondo, Modi è il leader del “Partito Popolare” considerato di destra e
nazionalista, vicino ai movimenti induisti più tradizionali rispetto al Partito del
Congresso (quello della dinastia dei Gandhi) tendenzialmente più a sinistra. I due
partiti maggiori rappresentano però solo circa il 70% dell’elettorato e quindi al
governo vi è sempre una coalizione con partiti locali e religiosi, fonte spesso di
tensioni.
Modi ha portato avanti con forza una politica liberista privatizzando molti servizi
anche essenziali e rilanciando una economia di mercato che ha rafforzato la classe più
abbiente (individualmente anche super-ricca) tagliando – secondo l’opposizione – la
spesa sociale, ma comunque elevato nettamente la ricchezza generale.
Sempre più spregiudicato in politica estera, Modi si pone come leader della BRICS
(Brasile-Russia-India-Cina e Sud Africa) in un rovesciamento globale nei rapporti tra
le potenze nel mondo.
Come è cambiata l’India di oggi! Anche se arrivando ritrovi gli stessi poliziotti
corpulenti e lo scanner dei passaporti elettronici è tenuto insieme dal nastro adesivo,
ti accorgi subito che tutto è diverso anche solo rispetto a 10 anni fa. Io poi ricordo
bene ancora l’India degli anni ’80 dove le uniche auto erano le nostre obsolete 1100
Fiat prodotte con le linee dismesse di Mirafiori e una miriade di biciclette sciamavano
ovunque, mentre oggi il traffico è un caos impazzito in uno smog da togliere il fiato
nonostante i lavori pubblici imponenti per tentare di migliorare la viabilità.
Immutabili sembrano solo i milioni di motocarri Piaggio che – spesso attrezzati a taxi
- trasportano tutti e di tutto.
E’ difficile spiegare cosa significhi la realtà quotidiana di una città come Nuova Delhi
di ormai 31 milioni di persone, oppure di Mumbai (già Bombay) che ne ha “solo” 20,
seguita dai 14 di Calcutta o dai 12 di Bangalore: l’idea del formicaio impazzito è
riduttiva.
La Federazione indiana (28 stati e 8 territori) è un cosmo incredibile di religioni
diverse, 22 lingue ufficiali, con una maggioranza induista (79%) ma anche con il 14%
di musulmani che in alcune zone del paese sono quasi maggioranza e poi buddisti,
animisti, sikh e quasi 50 milioni di cristiani concentrati soprattutto in Kerala, Goa e
nel sud del paese.
Il reddito medio ufficiale sfiora gli 8.000 euro l’anno, ma è questo un dato
controverso e poco significativo se si pensa alle enormi differenze tra le diverse aree
del paese.
A New Delhi il reddito é cinque volte quello degli stati rurali, con relativo aumento
dei prezzi dei prodotti di base. Anche per questo si assiste ad un endemico fenomeno
di emigrazione interna e verso le comunità indiane all’estero che da sempre, in Asia e
nel mondo, detengono spesso il monopolio del commercio e delle intermediazioni.
L’economia indiana cresce robusta e si regge sui consumi domestici e quindi la nuova
ricchezza è soprattutto destinata al cibo, agli elettrodomestici e ai veicoli il che
comporta però un aumento vertiginoso dei consumi energetici.
Qui scatta uno snodo fondamentale dell’India che per crescere ha bisogno di energia
e soffre sempre di più per un inquinamento spaventoso. I combustibili fossili
producono oltre il 70% dell’energia elettrica e l’aria non solo nella capitale è spesso
irrespirabile.
I fumi delle industrie, della viabilità e di milioni di fornaci per fabbricare mattoni
rendono insopportabile la vita in molti centri urbani e, per esempio, la scarsità di
acqua potabile si sta facendo drammatica anche per l’inquinamento delle falde.
Una tematica che meriterà un approfondimento a parte (leggerete prossimamente un
mio approfondimento specifico), ma che condiziona lo sviluppo che deve sempre di
più fare i conti con i limiti di un territorio che anche se grande dieci volte l’Italia
subisce una pressione demografica di oltre 450 persone a kmq. pur contando anche le
inaccessibili zone himalaiane.
Un problema che Indira Ghandi cercò di affrontare con una politica demografica di
contenimento forzato che le costò la leadership del paese, ma – anche se il tasso di
fecondità si è ridotto di quasi il 50% rispetto al 1990 - gli indiani crescono ancora di
quasi l’1% annuo e – migliorate le condizioni igieniche e sanitarie - con la speranza
di vita che si avvicina ormai ai 70 anni ci sono sempre più bocche da sfamare.
Certamente la società indiana ha infiniti problemi e ai nostri occhi è caotica, spesso
assurda, contraddittoria e sempre ai limiti della sostenibilità, ma i caratteri di un
popolo si notano anche nella serenità, nel fatalismo. Gli indiani sono alla fine cento
popoli diversi ma uniti da una cultura plurimillenaria e sono aperti, moderni, testardi,
orgogliosi, ma socievoli e curiosi.
Per questo quando incroci l’ennesimo autobus sgangherato strapieno di gente e di
bagagli che zigzaga contromano nell’oceano del traffico e dall’interno qualcuno ti
guarda, pur nel caldo e sommerso dal vicino una mano ti saluta sempre e - se incroci
lo sguardo - si apre comunque a un sorriso.
UN SALUTO E BUONA SETTIMANA A TUTTI ! Marco Zacchera
|
IL PUNTO n. 939 del 26 gennaio 2024
di MARCO ZACCHERA
|
IL PUNTO n. 938 del 19 gennaio 2024
di MARCO ZACCHERA
|
IL PUNTO n. 937 del
12 gennaio 2024
di MARCO ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati sul mio sito www.marcozacchera.it
NB:
Contattatemi se non riceveste più IL PUNTO (ogni settimana “spariscono” molti
indirizzi), il testo è comunque pubblicato sul mio sito poche ore dopo la
consueta uscita del venerdì..
Sommario: GENTE DI
LAGO – SALUTI ROMANI - ONORE AL MERITO – IMBECILLI AL LAVORO - Approfondimento:
LA PACE CHE NON SI VUOLE.
PRESENTAZIONE
UFFICIALE DI GENTE DI LAGO 3
Domani,
sabato 13 gennaio alle ore 17 presso la sala della biblioteca di Baveno
(davanti alla chiesa) verrà presentato ufficialmente il
volume GENTE DI LAGO 3 di cui è in esaurimento la
prima edizione e che continua la fortunata raccolta di personaggi, racconti,
storie del Lago Maggiore arricchito da molte foto d’epoca ed al quale ho
direttamente collaborato.
I lettori
de IL PUNTO possono ancora richiedermelo direttamente via mail al prezzo
speciale di 20 euro spese di spedizione comprese. Il ricavato verrà devoluto al
“Verbania Center”. Ricordo di indicare nella
richiesta anche il proprio indirizzo postale. (NB: sono stati inviati
tutti i volumi richiesti dai lettori alla data del 29.12.23, se lo avete
ordinato ed eventualmente non ancora ricevuto per favore contattatemi – grazie)
……………………………………….
QUEI SALUTI ROMANI…
Gravissimo
attentato alla democrazia? Domenica sera alcune centinaia di persone, dopo un
minuto di silenzio, hanno levato il braccio teso facendo il saluto fascista e
urlato per tre volte "presente" in via Acca Larentia a Roma: la
procura indaga.
Deve essere
la stessa procura romana che in 46 anni non è stata capace di scoprire nessun
componente del "gruppo di fuoco" di cinque o sei persone che si mise
a sparare all'impazzata e a sangue freddo davanti ad una sede del MSI uccidendo
sul colpo due ragazzi di destra (il terzo morirà poche ore dopo). La strage
avvenne la sera del 7 gennaio 1978 e altri tre missini si salvarono solo perchè
riuscirono a chiedere alle loro spalle, pur feriti, la porta blindata della
sede sotto un diluvio di colpi.
Per la
strage non ci fu nessun indagato, nessun colpevole, nessun responsabile e
l’anno successivo un altro militante missino fu ammazzato nello stesso
posto.
Solo a
dieci anni dai fatti furono accusati, da una pentita, cinque militanti di Lotta Continua ma uno si
suicidò, un' altra fuggì in Nicaragua dove rimase tranquilla senza essere mai
estradata e gli altri furono prosciolti per insufficienza di prove, con la
procura romana che neppure si appellò alla sentenza, cosa inaudita.
Anni dopo
si trovò la mitraglietta "skorpion" usata nell'assalto in un covo
delle Brigate Rosse
e si scoprì che era stata poi utilizzata anche per tre successivi omicidi.
Questioni
che non suscitano problemi di coscienza né interessano a chi ogni anno
però si scandalizza se, ricordando l’anniversario, vede levarsi i saluti
romani.
Quest’anno
il M5S ha
annunciato un esposto in procura per accertare se sia stato commesso il reato
di apologia di fascismo, la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha
annunciato un’interrogazione al ministro dell’Interno, il leader di
Azione, Carlo Calenda, parla
di «vergogna inaccettabile in una democrazia europea». Il presidente ANPI Pagliarulo è colpito
“Che non ci siano state né azioni repressive né preventive nei confronti di una
manifestazione di tipo neofascista sostanzialmente annunciata”
Si
scandalizzino pure questi signori, chissà se proprio tra di loro non ci siano
ancora anche quelli che uccisero a sangue freddo quei ragazzi e non hanno mai
pagato per i loro omicidi o qualcuno di quelli che – pur ben sapendo i nomi
degli assassini – non hanno mai avuto il coraggio di denunciarli.
Chi – come
il sottoscritto – visse quegli anni sa cosa significava allora essere di destra
e (pur non avendo mai colpito o picchiato nessuno) ricorda bene cosa voleva
dire rischiare le botte tutti i santi giorni (botte, danneggiamenti, denunce,
rischi…) solo perché la si pensava in maniera diversa da quei “democratici” che
- ieri come oggi - si considerano “I gendarmi della memoria” e quindi gli unici
depositari della verità.
Prendo atto
che ad oggi oltre 100 persone sono state identificate e denunciate per apologia
di fascismo per aver fatto domenica il saluto romano. Visto che si può
ovviamente invece salutare con il pugno chiuso che pur era (è) il simbolo di
dittature e violenze comuniste i giudici stabiliranno di quanti centimetri
dovranno essere aperte le dita rispetto a un pugno per incorrere nel reato.
In vita mia
non ho mai fatto il saluto romano, ma mi sembra che questo modo di
procedere sia assurdo, detto con il massimo rispetto verso chi per il fascismo
ha subito (80 anni fa!) violenze e mancanza di libertà.
UNA
DEMOCRAZIA SERIA NON PUO’ AVERE PAURA SE QUALCUNO FA IL SALUTO ROMANO E,
PIUTTOSTO, DIMOSTRA NEI FATTI CHE I SUOI PRINCIPI SONO BEN MIGLIORI DI
QUALSIASI DITTATURA. Credo che, proprio perché siamo in una democrazia, ognuno
abbia il diritto di salutare e pensarla come vuole: sono semmai le azioni o le
violenze quelle che vanno invece sempre denunciate, condannate, represse e
colpite.
ONORE AL MERITO
E’ doveroso
prendere atto che Chiara
Ferragni ha ora effettivamente versato il milione di euro
promesso all’Ospedale Regina Margherita di Torino a titolo di beneficenza e
“scuse” per la presunta truffa del pandoro. Ha mantenuto la parola data, gliene
deve essere obiettivamente dato atto.
IMBECILLI AL LAVORO
L’agente
segreto 007 creato da Jan
Fleming ed interpretato da tanti attori (primo tra tutti
l’indimenticabile Sean
Connery) era “sessista” e come tale gli spettatori devono
esserne informati perché i suoi film hanno “contenuti considerati oggi
offensivi”.
Lo
stabilisce il BfI (British film institute) che mette in guarda gli spettatori
con apposito “bollino rosso” soprattutto per le celeberrime pellicole “Si vive solo due volte” e “Missione Goldfinger.” Sotto accusa le scene
da seduttore interpretate da Connery, come quella in Missione Goldfinger quando
si impone fisicamente sul personaggio di Pussy
Galore (l’attrice Honor
Blackman) o quella di Si
vive solo due volte in cui si traveste assumendo dei “tratti
orientali”. In quest’ultimo caso il Bfi ha introdotto un’ulteriore avvertenza
parlando di “stereotipi razziali obsoleti”. Insomma i cinesi non possono
sembrare cattivi neppure al cinema, è “culturalmente offensivo”.
L’iniziativa
ha alimentato nuove polemiche nel Regno Unito sul concetto di “politicamente
corretto” e sul criterio di intervenire a posteriori censurando film e romanzi
che già hanno riguardato diverse opere letterarie, come i libri di Roald Dahl e di Agatha Christie. La
madre degli imbecilli – come si vede – è però sempre incinta.
Approfondimento: LA PACE CHE NON SI VUOLE
So
benissimo che questo testo non sarà condiviso da tutti, ma visto che non mi
serve ”audience” ma poter esprimere il mio pensiero credo che in questo mondo
martoriato da guerre ed attentati se ogni tanto ci scappa la buona notizia è
assurdo che venga nascosta.
Eppure
pochissimi hanno saputo – perché quasi tutte le fonti di stampa l’hanno
bellamente ignorato - che ai primi dell’anno sono stati liberati, in un reciproco scambio di
prigionieri, 248 militari russi e 230 soldati ucraini. Tra di
loro anche alcuni civili e – sembra – un militare americano che combatteva per
Kiev con il pudico incarico di “addestratore”.
E’ stato
questo, mediato dal Qatar, il 49° scambio di prigionieri tra le parti, ma
nettamente il più importate per il numero delle persone coinvolte dall’inizio
del conflitto.
E’ un
segno, un piccolissimo segno che resta comunque un minimo di umanità tra le
parti ma questi episodi sono nascosti, quasi vi sia un accanimento reciproco a
spingere per la guerra “comunque”
Eppure,
mentre si stanno avvicinando i due anni di guerra, il tema della pace si deve
riproporre con forza, ma soprattutto con buona volontà nella reciproca
convinzione che combattere all’infinito non servirebbe a nessuna delle due
parti.
Certamente
Putin è stato ed è l’invasore, quello che ha conquistato manu militari un territorio
altrui e questo nessuno lo mette in dubbio, così come non si potrà prescindere
in qualsiasi conferenza di pace dai diritti ucraini sui territori invasi.
Un cessate
il fuoco – magari garantito con la presenza di forze esterne, per esempio da
truppe ONU di paesi non aderenti alla NATO – non sarebbe certo
risolutivo, ma permetterebbe intanto di risparmiare distruzioni e vite umane
per dare il tempo di affrontare tutte le questioni sul tappeto.
In questo
momento, tra l’altro, a dispetto dei proclami bellicosi che si ripetono
quotidianamente anche in Europa, un cessate il fuoco converrebbe forse più a Zelensky che a Putin visto che l’
Ucraina vede pericolosamente assottigliarsi le sue riserve di armi con i “paesi
donatori” sempre più distratti e preoccupati. Certo: i falchi NATO
protesteranno e così i fornitori e costruttori di armi che con questa guerra
hanno guadagnato miliardi di dollari, ma non c’è dubbio che l’opinione pubblica
occidentale ed i suoi rappresentanti elettivi siano sempre più scettici.
Nessuno
vuole premiare Putin ed accettare lo “status quo” prodotto da una invasione, ma
appare poco credibile che gli ucraini, pur rafforzati con nuove armi o gli F16
occidentali, siano in grado di danneggiare seriamente un avversario che è stato
in grado di far fronte all’ isolamento ufficiale, rintuzzare la controffensiva
di quest’ estate e di fatto ritornare ad un assetto offensivo. Concretezze, al
di fuori della propaganda: Putin non ha subito grandi effetti dalle sanzioni,
ha stretto alleanze ad est, ha moltiplicato i contatti con il mondo arabo e i
paesi della BRICS e soprattutto ha messo parzialmente in ginocchio l’economia
occidentale che stenta a riprendersi senza il gas russo.
E’ sciocco
negarlo anche se – ripeto – non per questo devono accettarsi le conquiste russe
sul campo, ma è assolutamente ora di dar fiato alla diplomazia, alla
trattativa, alla verifica di ogni ipotesi per creare – ad esempio – una
zona-cuscinetto sotto controllo internazionale.
Putin non
deve apparire il vincitore, ma nello stesso tempo sarebbe sciocco considerarlo
sconfitto perché non lo è, piaccia o meno alla stampa internazionale.
All’obiezione
che “Se oggi Putin si mangia l’Ucraina, domani si mangerà l’Europa” stanno i
fatti e gli stessi interessi russi che a far questo non avrebbero alcun
vantaggio strategico, militare o per la conquista di materie prima.
D'altronde
Putin si è ben guardato dal provocare direttamente la NATO nonostante i
massicci aiuti che l’Alleanza ha fornito a Zelensky.
Anche
perché c’è un’altra, importante questione che prima o poi scoppierà e che
comincia a trasparire sui media occidentali nonostante tutto, ovvero
l’effettiva trasparenza del potere a Kiev.
Nessun
report ufficiale, nessuna inchiesta, ma è difficile poter giurare che una parte
degli aiuti e delle armi fornite a Zelensky non abbia preso qualche altra
cattiva strada, o che la tradizionale corruzione ucraina sia improvvisamente
sparita, mentre qualcuno vorrebbe anche sapere qualcosa di più della situazione
democratica del paese dove l’opposizione è stata cancellata e le elezioni
rinviate sine-die.
Tra l’altro
un armistizio o, intanto, almeno un cessate il fuoco porterebbe a Kiev fiumi di
fondi per la ricostruzione, migliorerebbe la situazione della popolazione
civile e fermerebbe l’emorragia di troppi caduti su entrambe le parti: è
proprio vietato parlarne?
Dov’è il
senso di continuare a combattere da due anni su posizioni ormai di fatto
cristallizzate: a chi conviene continuare così, se non ai produttori di armi?
Non capisco
perché non si comincino a valutare alternative che vadano oltre le accuse
quotidiane dove la Russia e Putin sono quasi sempre il “male” e l’Ucraina la
parte “buona” il che sarà assolutamente giusto in una visione complessiva di
invasore e di nazione invasa, ma che si frammenta poi in mille episodi sui
quali è obiettivamente difficile indagare. Ovvia e doverosa condanna se i russi
uccidono civili ucraini, ma cosa succede dall’altra parte? Non lo sappiamo
perché nessuno ce lo dice e vuole dircelo.
Di fondo
resta il concetto che la pace bisogna volerla, a volte sacrificando anche una
parte delle proprie legittime aspirazioni e legittimi diritti quando si capisce
che può diventare vantaggiosa per tutti.
Giorgia
Meloni, presidente del G7, abbia il coraggio di rompere gli schemi, di non
temere l’isolamento “ufficiale”: le vite umane valgono di più e “tentar non
nuoce”, al massimo i negoziati finiranno nel nulla
Bisogna
avere il coraggio di non nascondere i segnali di pace che filtrano anche da
Mosca, non vanno subito seppellirli con truculenti messaggi contro
l’avversario, perché alla fine – come ha sempre sostenuto Papa Francesco e
tanti prima di lui – la guerra è sempre una sconfitta per tutti, anche chi sta
dalla parte della ragione.
ANCORA
BUON ANNO A TUTTI E BUONA SETTIMANA
! MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 936 del
5 gennaio 2024
di MARCO ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
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arretrati sul mio sito www.marcozacchera.it
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testo è comunque pubblicato sul mio sito lo stesso giorno dell'edizioe.
Sommario: GENTE DI
LAGO – Pover Meloni - Ferragni: aspettiamo l’assegno – Hanno rubato perfino il
presepe – Musica Antifascista - Approfondimenti: verso il voto USA
PRESENTAZIONE
UFFICIALE DI GENTE DI LAGO 3
Sabato 13
gennaio alle ore 17 presso la sala della biblioteca di Baveno (davanti alla
chiesa) verrà presentato ufficialmente il volume GENTE DI
LAGO 3 di cui è in esaurimento la prima edizione e che continua la
fortunata raccolta di personaggi, racconti, storie del Lago Maggiore arricchito
da molte foto d’epoca ed al quale ho direttamente collaborato.
I lettori
de IL PUNTO possono ancora richiedermelo direttamente via mail al prezzo
speciale di 20 euro spese di spedizione comprese. Il ricavato verrà devoluto al
“Verbania Center”. Ricordo di indicare nella
richiesta anche il proprio indirizzo postale. (NB: sono stati inviati
tutti i volumi richiesti dai lettori alla data del 29.12.23, se lo avete
ordinato ed eventualmente non ancora ricevuto per favore contattatemi – grazie)
……………………………………….
POVERA MELONI …
Secondo i
sondaggi Giorgia Meloni
ha un gradimento personale ben superiore a quello del suo governo. In effetti
quasi tutte le grane che ha dovuto affrontare nel 2023 (ovviamente subito
ingigantite dalla controparte) sono venuti per atti od atteggiamenti
discutibili da parte di ministri od esponenti della sua maggioranza. La premier,
superati i suoi problemi di salute, è apparsa alla conferenza stampa di ieri
particolarmente pimpante rispondendo per tre ore e mezza alle domande dei
giornalisti. Speriamo però che il 2024 spieghi a certi personaggi che essere al
governo o in maggioranza impone un comportamento etico e di sostanza ben
diverso da quando veleggiavano all’opposizione. I pistoleros sono
avvertiti.
FERRAGNI/FEDEZ NON SPARATE SULLA CROCE ROSSA
Con la
soddisfazione di aver anticipato l’ondata dei media denunciando su IL PUNTO le
“belle imprese” della signora Ferragni,
avendo lei annunciato ormai un mese fa una imminente donazione di 1.000.000 di
euro all’ospedale pediatrico “Regina Margherita” di Torino a titolo di
“riparazione” per la truffa del pandoro, sarebbe interessante sapere se il
gesto di “spontaneo pentimento” ci sia stato oppure no, magari mostrando la
relativa copia del bonifico. Nel frattempo è iniziata la gara tra le Procure
per stabilire chi debba indagare: nell’ordine Milano, Prato e Trento sgomitano
per occuparsi del caso, fonte di evidente spettacolarizzazione giudiziaria
prossima ventura.
Se infine
vi interessa il modello di felpa grigia ferragnana con la quale l’influencer ha
annunciato “di essersi sbagliata” - con la lacrima sul ciglio - nel
pubblicizzare il pandoro (ma poi sono arrivate anche le denunce per le uova di
Pasqua ecc. ecc.) sappiate che è in vendita a “soli” 600 euro e pare che il
modello di felpa vada a ruba.
TRISTEZZA
Le immagini
natalizie dell’Isola dei
Pescatori sul Lago Maggiore che in occasione delle festività è
stata illuminata insieme all’Isola di San Giulio, sul Lago d’Orta, a cura
dell’APT hanno fatto letteralmente il giro del mondo (e manderò il video a chi
me lo richiederà), così belle da togliere il fiato. Molti i visitatori fuori
stagione, peccato che qualche “anima pia” non abbia trovato di meglio che
arrivare a rubare perfino la statua di Gesù Bambino dal presepe di fianco alla
chiesa. Se penso che quando eravamo bambini all’ isola nessuno chiudeva a
chiave la porta di casa neppure di notte perché un furto sarebbe stato
impensabile...beh, forse il mondo non è andato molto avanti in questi decenni!
MUSICA ANTIFASCISTA
A Nizza, la
direttrice d’orchestra lucchese Beatrice
Venezi è stata contestata al concerto di Capodanno al grido:
“Non vogliamo fascisti”. La direttrice d’orchestra italiana, accusata di essere
vicina a Fratelli d’Italia, è stata contestata poco prima dell’inizio da
quattro spettatori che dal loggione hanno gridato “Non vogliamo i fascisti”
esponendo uno striscione. La Venezi ha indirizzato uno sguardo ai
manifestanti e ha poi avviato il suo concerto. Nei giorni scorsi una
cinquantina di persone aveva già manifestato contro l’evento ma il direttore
dell’Opera di Nizza, Bertrand
Rossi, aveva però respinto le accuse: “La musica ha il potere
di superare gli schieramenti e di riunire gli individui attorno a un’esperienza
comune. Bisogna separare l’arte dalla politica.”
Approfondimento: GLI USA VERSO IL VOTO
Il voto USA
di novembre condizionerà anche l’Italia e credo sia utile qualche riflessione
che in parte riprendo da quanto ho pubblicato su IL SUSSIDIARIO.NET che
consiglio ai lettori de “Il Punto” (cliccando su Il
Sussidiario+Zacchera trovate tutti i miei articoli
pubblicati)
Le elezioni
presidenziali americane di martedì 5 novembre hanno tutti gli ingredienti per
diventare la più assurda, colorata e forse agitata delle contese.
Da una
parte un presidente uscente evidentemente “cotto” come Joe Biden (che Trump chiama “il
dormiente Joe”) e che per tutti i sondaggisti ha deluso gli elettori che
dovrebbe avere come antagonista il più divisivo dei candidati, quel Donad Trump che ogni
giorno riempie le cronache giudiziarie e mondane vivendo di eccessi e polemiche.
In campo
democratico c’è imbarazzo e preoccupazione: non si può che candidare un
presidente uscente (soprattutto quando anche la sua vice Kamala Harris non ha
certo entusiasmato e quindi non può sostituirlo), ma la candidatura Biden è
spenta e poco convinta, oltretutto offuscata dai pesanti scandali
politico-finanziari del suo entourage famigliare e in particolare i maneggi del
figlio Hunter con l’Ucraina tramite la sua società Burisma.
Se un
candidato alternativo potrebbe essere il governatore della California Gawin Newson, o Biden si
auto-ritira (e ad oggi sembra non avere alcuna volontà di farlo) magari
motivando la scelta per motivi di salute o non ci sarà partita: il candidato
democratico sarà lui.
Dall’altra
parte c’è Donald Trump, il contestatissimo ex presidente che non ha perso un
giorno nel quadriennio per dare spettacolo, litigare, accusare tutti ed essere
al centro di mille controversie giudiziarie. Un Trump spumeggiante,
irrefrenabile, polarizzante, che sommerge ogni altro potenziale avversario
interno repubblicano, ma che – candidandosi – darà proprio ai democratici
l’unico vero leitmotiv di campagna elettorale: una “chiamata alle armi” per la
necessità assoluta di sbarragli la strada “per il bene del paese e del mondo”
tentando di richiamare al voto ogni elettore democratico possibile, anche
quelli più scettici verso Biden.
Mancano
ancora dieci mesi al voto ma la polemica è già totale e, negli ultimi giorni,
ha toccato l’apice mettendo in dubbio la possibilità stessa di Trump a
candidarsi alle elezioni visto che in alcuni stati (democratici) gli è stata
negata la partecipazione già alle “primarie” repubblicane ritenendolo
responsabile dell’assalto a Capitol Hill di tre anni fa.
Dopo il
Colorado, anche il Maine infatti si è opposto alla sua candidatura e forse
altri stati li seguiranno. C’è da dire che mentre in Colorado la decisione (già
appellata da Trump) è stata emessa da una Corte statale, nel Maine è stata una
scelta personale della segretaria di stato Shenna Bellows (democratica) che si è
appellata al terzo comma del 14esimo emendamento costituzionale “squalificando”
Trump per presunta cospirazione.
La norma
risale al 1868, quando – appena finita la guerra Civile - i legislatori
decisero di introdurre una clausola per impedire a “cospirazionisti e insorti”
(leggi i “sudisti”) di avere un ruolo pubblico. Per questo in oltre un secolo e
mezzo è stata applicata solo per il presidente della Confederazione sudista Jefferson Davis e il suo
vice Alexander Stephens,
peraltro poi amnistiati.
Dal punto
di vista giuridico è probabile che la Corte Suprema degli Stati Uniti alla fine
darà ragione a Trump e non solo perché è a maggioranza repubblicana, ma
perché, obbiettivamente, è forse un po' esagerato considerare Trump un
cospiratore quando metà America sospetta ancora oggi che il voto del 2020 in
alcuni stati potrebbe essere stato effettivamente inquinato e non tanto durante
lo scrutinio ma – come sosteneva Trump - per le nuove leggi elettorali legate
al voto per corrispondenza poco controllabile e ancor meno “tracciabile”.
Importante
e poco noto anche il dettaglio che in Colorado – stato democratico e dove lo è
anche la Corte statale – il voto contro Trump sia passato con un solo voto di
scarto a sottolineare che anche dei giudici democratici non hanno ravvisato gli
estremi per una esclusione di Trump, così come è avvenuto (ma in Italia non lo
ha scritto quasi nessuno) anche in Minnesota, Michigan, New Hampshire e
California, stati che - pur democratici - hanno ammesso Trump alle “primarie” rigettando
i ricorsi contro di lui.
Trump
intanto ovviamente gongola, si tiene stretta tutta la scena gridando allo
scandalo e al suo personale martirio, accusando i giudici democratici di essere
pupazzi di parte. Nella pratica tiene così saldamente in mano il pallino delle
primarie repubblicane dove, peraltro, nessuno sembra più in grado di
insidiarlo.
Ma se Trump
è fortissimo all’interno del suo partito (e avrà sicuramente in tasca la
“nomination” se alla fine andrà alla conta) non avviene lo stesso nell’elettorato
GOP (repubblicano) dove solo una parte degli elettori lo vedono come ideale
Comandante in capo, ma molti altri lo detestano sia per il carattere e
l’estremismo del personaggio sia perché rischia di mettere in forse una
vittoria (quasi) certa contro Biden per il conseguente aumento, per reazione,
degli elettori democratici e così permettendo un possibile rimescolamento di
carte, soprattutto se si astenessero dal voto per protesta anche dei
repubblicani anti-Trump.
C’è da dire
che i sondaggi danno oggi comunque Trump in testa contro Biden in 5 dei 6
stati-chiave, quelli che di solito condizionano le elezioni, ma – appunto –
poiché negli USA quasi metà dei potenziali elettori poi non votano bisogna
capire cosa succederà effettivamente il 5 novembre al termine di una campagna
elettorale che tutto sarà tranne che noiosa.
C’è ancora
aperta anche la questione del sistema di voto che sembra premiare i
democratici. Anche questa volta sarà permesso infatti il voto postale, in molti
stati anche con schede votate o almeno inviate dopo il 5 novembre. Un altro
aspetto fonte di ulteriori polemiche, ma sul punto ogni Stato è libero di
applicare una propria legge elettorale e quindi ogni decisione centrale non
sarebbe comunque vincolante.
Certo che -
Biden o Trump che sia - pensare che la prima potenza al mondo sia domani in
mano a uno di questi due quasi ottuagenari e discutibili personaggi non può che
lasciare molto perplessi.
UN SALUTO E
ANCORA UN AUGURIO DI BUON ANNO A TUTTI !!
MARCO
ZACCHERA
IL PUNTO n. 935 del
22 DICEMBRE 2023
di MARCO
ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati sul mio sito www.marcozacchera.it
Sommario: Natale:
piccola storia vera - Gente di lago – Desolazione Ferragni - Fedez (e tanti
dubbi sui loro “follower”) – Ancora sul porto di VERBANIA – Ricordo
di Giordano Bardelli.
IL SENSO
DEL NATALE (una piccola storia vera)
Domenica
sera sul tardi ero solo in studio per una di quelle perizie rognose che
impongono di avere intorno solo il silenzio. Me lo avevano già detto altri
condomini: "Dottore, stia attento, qui c'è qualcuno che dorme nell'androne
del palazzo, bisogna sempre fare attenzione e chiudere tutto!". Suonano,
vado ad aprire e ho capito subito che era "lui". Anziano, malmesso,
con quell'odore da barbone che sa un pò di sudore e un pò di vino, giaccone
strappato e una berretta blu in testa. "Scusi, mi fa entrare? Io stasera
dormirei qui, sul pianerottolo tiepido della cantina vicino alla caldaia, ma
stia tranquillo che non disturbo nessuno e domani mattina vado via
presto...". Solo davanti a una fetta di panettone e un (mezzo) bicchiere
di vino è venuta fuori tutta la storia di Giovanbattista M. (che ho
controllato). Una storia un pò vera e – forse - un pò di fantasia, tipica
di chi non c'è più completamente con la testa, ma che non è ancora matto del
tutto e trasforma i fatti con l’immaginazione.
73 anni,
solo, senza casa, Giovanbattista
ha il letto numero 5 in un ricovero per anziani sulle pendici di Verbania che
in zona non gode di buona fama, è saltuariamente assistito dai servizi sociali
e non ha fissa dimora. "Ma io là dentro non riesco a starci, soffoco, e
allora - visto che non possono obbligarmi a restare - se non piove alla mattina
esco e me ne vado in giro, ma la domenica non ho poi la corriera per tornare e,
se non mi danno un passaggio, mi arrangio e dormo dove riesco." Alla fine
l’ho convinto a farsi riaccompagnare su al ricovero (che pur ufficialmente
chiamano RSA) e - nella dozzina di chilometri di strada in salita - è uscito
tutto il film, con una nota di fondo che si coglieva subito: la solitudine.
Una figlia
lontana, niente più affetti, inserito in una rete di assistenza che in una
piccola città ti permette comunque ancora di sopravvivere, ma dato di solito un
aiuto senz'anima e senza calore nel moltiplicarsi delle necessità.
Ti viene
logico riflettere su tutto quello che abbiamo e che troppo spesso diamo per
scontato, ma che invece non è per tutti e comunque – riflettendo - capisci che
forse il senso vero del Natale sarebbe dedicare almeno un’ora ai Giovanbattista
di cui è pieno il mondo. Un’ora, un’ora sola di ascolto, di condivisione stando
vicino a una persona sola, di solito anziana, conterebbe più del fare o
ricevere quegli auguri che sanno sempre di finto o di scontato. Per favore,
quindi, abbiate il coraggio di condividere, ascoltare, magari aiutare…così sarà
davvero un buon Natale per ciascuno di voi.
GENTE DI
LAGO 3, AFFRETTATEVI!
E’ già in
esaurimento la prima edizione di GENTE DI LAGO 3 che continua la fortunata
raccolta di personaggi, racconti, storie del Lago Maggiore arricchito da molte
foto d’epoca ed al quale ho direttamente collaborato.
I lettori
de IL PUNTO possono richiedermelo direttamente via mail al prezzo speciale di
20 euro spese di spedizione comprese. Il ricavato verrà devoluto al “Verbania
Center”. Ricordo di indicare nella richiesta anche il proprio indirizzo
postale. (NB: sono stati inviati tutti i volumi richiesti dai lettori
alla data del 18.12.23)
FERRAGNI -
FEDEZ TRA PANDORO E UOVA PASQUALI: DESOLANTE
"Chiara Ferragni e
Balocco insieme per l'ospedale Regina Margherita di Torino" Brutta
faccenda questa dei "pandori d'oro" della Balocco che ha triplicato
il prezzo di un pandoro “per beneficenza” grazie alla "influencer"
Chiara Ferragni che (previo sostanzioso compenso) avrebbe spinto le vendite
dichiarando di voler così aiutare un reparto pediatrico ospedaliero. In realtà
all’Ente sarebbero andate solo le briciole (50.000 euro), alla Ferragni un
sostanzioso cachet milionario e alla Balocco i profitti generali. L’autorità
garante Antitrust ha ora multato di 1 MILIONE la Ferragni e la Balocco di
480.000 euro per “pubblicità ingannevole” avendo suggestionato i consumatori a
comprare il pandoro con pesante sovrapprezzo (il triplo del valore) dichiarando
uno scopo benefico di fatto inesistente. Fatta la frittata, la Ferragni in
abito dimesso e con la lacrima facile ha annunciato che donerà 1.000.000 di
euro allo stesso ospedale “per chiedere scusa”.
Certo che -
visto che i fatti sono di oltre un anno fa - avrebbe potuto farlo ben prima che
scoppiasse lo scandalo lasciando il legittimo dubbio che queste scuse tardive
siano arrivate solo perché la questione è diventata di pubblico dominio.
Oltretutto
dopo il pandoro, ecco le uova pasquali: è saltato fuori che la Ferragni non era
nuova “a fare del bene” avendo curato le campagne nel 2021 e nel 2022 di “Dolci
Preziosi” spingendo a vendere (loro dicono senza sovrapprezzo) uova di Pasqua
per l’associazione “I Bambini delle Fate”. Peccato che la Ferragni per le due
campagne abbia preteso ed ottenuto 1.200.000 euro di compensi e che l’oblazione
all’ Associazione sia stata, complessivamente e in due anni, di soli 36.000
euro.
Evito di
commentare, ma tacesse per una volta almeno il marito della Ferragni,
quell’insopportabile e tronfio Fedez, che tira in ballo la politica come
fossero loro i perseguitati, mentre alla radice c’è solo la loro meschinità e –
ovviamente – il “dio denaro” a cui, come sempre, i coniugi Fedez-Ferragni
(ovviamente fieramente democratici, progressisti ed antifascisti) sono e si
confermano particolarmente legati.
….
PIUTTOSTO, “FOLLOWER” / TRUFFA?
Ma se l’importanza
economica di una “influencer” come Chiara Ferragni dipende dal numero dei suoi
“follower”, lei quanti veramente ne ha? Ne dichiarava nei giorni scorsi
29.732.266 scesi un po' dopo lo scandalo. In altre parole, addirittura più di
un italiano su due la “segue” (o, meglio, la seguirebbe). Ma non vi sembra un
po' strano? Ho fatto un esperimento chiedendo a diverse persone che conosco se
lo fossero e quali dei loro parenti od amici lo potrebbero essere. Incredibile:
pochissimi. Ma allora com’è che metà Italia risulterebbe invece così legata a
lei ed ai suoi consigli per gli acquisti?
Fate una
prova anche voi, chiedete specialmente tra i più giovani, verificate e poi
ditemi qualcosa giusto per curiosità, perché mi è venuto un dubbio: non è che
la prima truffa in questo campo sia proprio il dichiarare tanti “follower”
fasulli? E la signora Ferragni che ci fa con i dati personali di costoro?
L’autorità sulla privacy non ha nulla da dirci?
PORTO
VERBANIA: SILENZI E COMPLICITA’
La nota sul
nuovo porto di VERBANIA apparsa sul numero scorso de IL PUNTO ha suscitato
molto rumore (e una mia intervista a tutta pagina su LA STAMPA) il che mi ha
fatto riflettere sul perché NESSUNO a Verbania si fosse minimamente preoccupato
prima dell’eco-mostro in via di realizzazione. A parte Italia Nostra - che
aveva a suo tempo sollevato il problema così come il CNR, più di recente -
silenzio tombale da sindaco, amministrazione comunale, consiglieri,
ambientalisti, maggioranza ed opposizione: tutti zitti, forse inconsapevoli.
Ed è questo
che spaventa: ma come può funzionare una democrazia se anche in una piccola
comunità come VERBANIA chi ha conoscenza di questi progetti (sindaco) si guardi
bene dal farli conoscere in giro? Ma come si può continuare per anni con questa
specie di omertà mentre si sarebbe dovuto avviare da subito (anche per rispetto
a chi ci mette i soldi del progetto) un utile dibattito sulla fruibilità del
lago e delle sue sponde? In questi anni ho letto decine di arzigogolati
ragionamenti sul come preservare, tutelare, programmare…e poi, quando è il
momento di occuparsi SUL SERIO delle cose, spariscono tutti. E’un fatto
sinceramente disarmante e ben curioso che il sottoscritto – fuori dai giochi
politici locali da oltre 10 anni – riesca immediatamente a suscitare scalpore
solo semplicemente raccontando le cose. Grazie comunque ai tantissimi cittadini
che mi hanno contattato preoccupati e sdegnati, segno che sotto la cenere c’è
ancora un po' di buon senso e soprattutto affetto per le bellezze del nostro
lago.
RICORDO DI
GIORDANO BARDELLI
Spesso mi
verrebbe voglia di ricordare su IL PUNTO amici che sono “andati avanti” ma
credo che spesso i ricordi siano soprattutto una questione personale.
Credo però
che sia giusto ricordare qui GIORDANO BARDELLI, uno degli ultimi pescatori
professionisti “veri” del Lago Maggiore. Tutta la vita in barca a pescare, ma
sempre con uno stile, una competenza, un affetto visibile per tutto quello che
è legato alla vita del lago. Attento, scrupoloso, modesto, esprimeva concetti
profondi con poche parole.
Rappresentava
quelle radici profonde che non possono essere capite da chi va a pescare con la
tecnologia e senza una profonda conoscenza dell’habitat naturale.
Giordano mi
ha insegnato molto sia a livello personale che come rappresentante della sua
categoria all’interno della Commissione italo-svizzera per la pesca e considero
un privilegio averlo conosciuto come fu per Guido Gottardi o Ettore Grimaldi, voci di
un microcosmo che scompare poco a poco e che temo verrà purtroppo presto
dimenticato.
LA PROSSIMA
SETTIMANA IL PUNTO NON USCIRA’ PER LE FESTE NATALIZIE RIPRENDENDO LE
PUBBLICAZIONI VENERDI’ 3
GENNAIO. ANNO NUOVO E VITA NUOVA? SPERIAMO…
UN SALUTO
E UN AUGURIO A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 934 del
15 DICEMBRE 2023
di MARCO
ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati sul mio sito www.marcozacchera.it
Sommario: Gente di lago - Antifascismo d.o.c. alla
Scala – XMAS: provocazione? – Mentre a VERBANIA va in scena l’assurdo, a
Dubai dal mare di chiacchiere spunta solo il nucleare
GENTE DI
LAGO 3
E’ uscito
il volume GENTE DI LAGO 3 che continua la fortunata raccolta di personaggi,
racconti, storie del Lago Maggiore arricchito da molte foto d’epoca ed al quale
ho direttamente collaborato. I lettori de IL PUNTO possono richiedermelo
direttamente via mail al prezzo speciale di 20 euro spese di spedizione
comprese. Il ricavato verrà devoluto al “Verbania Center”. Ricordo di indicare
nella richiesta anche il proprio indirizzo postale. (NB: sono stati
inviati tutti i volumi richiesti dai lettori alla data del 10.12.23)
E SE FOSSSE
STATO FASCISTA?
Del signor Marco Vizzarelli, che si
autodefinisce esperto ippico, nessuno sapeva niente finchè, con impeto di
sprezzante coraggio davanti all’incombente pericolo, ha urlato a piena voce dal
loggione “Viva l’Italia
antifascista” alla “prima” della Scala di Milano. Assunto per
questo agli onori della cronaca nazionale è partita la surreale questione non
già se dovesse essere punito, ma se il melomane andasse comunque identificato o
meno. “Siamo un paese libero, ognuno dice quel che vuole” si è commentato a
sinistra, mentre il PD ha ovviamente subito lanciato la chat “Siamo tutti
antifascisti”.
Adesso, per
un attimo, chiudete gli occhi e immaginatevi se in sala fosse rimbombato un
“Viva l’Italia fascista”. Che sarebbe successo? Siete davvero sicuri che il
colpevole non sarebbe stato prontamente identificato, ovviamente criticato e
denunciato per qualcosa? Concedetemi almeno il beneficio del dubbio. Di sicuro
adesso aspettiamoci non solo che qualcuno lo urli sul serio, ma che sul più
bello di una qualsiasi cerimonia nascano gli imitatori debitamente ripresi e
rilanciati sul web. Forse, più che il contenuto di un grido, conta il momento
in cui lo fai e quindi l’opportunità (e l’educazione) se sia corretto farlo.
XMAS
Nel delirio
collettivo che ormai trascende ogni logica ed intelligenza qualcuno ha letto
addirittura intenzioni nostalgiche nelle scritte natalizie “XMAS”, leggendocii
“Decima Mas” di fascistissima memoria. Che facciamo adesso, si tirano giù le
luminarie o si denunciano i proprietari delle vetrine incriminate? Che dicono
l’ANPI e
la Schlein?
Attendiamo con ansia una presa di posizione ufficiale.
VERBANIA:
DISASTROSO ED ASSURDO, MA NESSUNO LO DICE
Mi ero
ripromesso di non parlare di tematiche legate a VERBANIA, la mia città e dove
sono stato sindaco, ma non ne posso più vedendo che nessuno sembra cogliere il
senso del ridicolo (o peggio).
Nei giorni
scorsi è stata inaugurata in pompa magna (dopo una infinità di servizi TV,
articoli, interviste e dichiarazioni che andavano avanti da mesi) l’ “AURORA” barca
elettrica green che potrà trasportare 30 persone fortemente voluta
dall’amministrazione comunale. Ottima iniziativa, peccato che la stessa
amministrazione (di sinistra) contemporaneamente sembra appoggi la costruzione
a poche decine di metri di distanza dall’approdo dell’ “AURORA” di un nuovo maxi-porto da 150 barche
fino a 22 metri di lunghezza (avremo gli incrociatori sul Lago Maggiore?!).
L’opera si
inserirebbe (stravolgendolo) sul lungolago di Pallanza oltretutto SENZA parcheggi, SENZA
servizi a terra, accessibile solo con un senso unico strettissimo. Si scopre
solo ora che c’è un parziale ok regionale SENZA che ci sia stato un minimo di
dibattito, approfondimento o comunicazione pubblica.
La pratica
andava avanti da alcuni anni ma non lo ha detto nessuno, tantomeno
l’amministrazione comunale: silenzio tombale. Avete idea dell’inquinamento
conseguente a un’opera come questa e dei relativi danni ambientali, in acqua e
fuori, oltre allo stravolgimento completo della costa? Oltretutto sarebbe il
bis del porto di Intra (da costruire di nuovo dove è ingloriosamente affondato
il porto regionale precedente), pure in corso di approvazione.
Altro che
“AURORA”!! Eppure in merito non ho sentito o letto nemmeno un sussurro da
parte dalla sinistra ecologista.
Approfondimento:
CHIACCHIERE A DUBAI, ORA SI INVOCA IL NUCLEARE
Come
previsto e sostanzialmente fallito a Dubai
l’ennesimo meeting climatico (“COP 28”) che al netto di slogan, chiacchiere,
buoni propositi e gridi d’allarme si è spento nel nulla. Si è parlato di
“momento storico” perché in qualche frase della risoluzione finale si ipotizza
una progressiva uscita dai combustibili fossili, ma è evidente che si tratta di
pura “fuffa & propaganda”,
Mentre in
Italia adesso va di moda colorare di verde fiumi e lagune, oppure spennellare
di arancione i monumenti storici è ora di chiederci il perché il mondo non
sappia dare risposte globali.
Sostanzialmente
perché ha fame di energia ed il modo più spiccio (ed inquinante) per produrla è
continuare a bruciare carbone e petrolio, preferibilmente il primo.
Un po'
assurdo – tra l’altro – organizzare il meeting climatico proprio a Dubai,
iper-moderna città cresciuta grazie alle royalties petrolifere e allo sfruttamento
di milioni di poveri lavoratori asiatici, ma dove l’unica volontà di
eventualmente ridurre l’estrazione è legata a mantenere i prezzi del petrolio i
più alti possibili.
Saltano
all’occhio dati che in Europa ostinatamente ci nascondono. Per esempio che produrre
un chilowattora in Italia costa oggi 61 centesimi di dollaro, in Cina 9
(nove!). La Cina arranca, cresce meno di prima ma cresce comunque, anche
perché - oltre a salari da fame - produce ed utilizza energia a basso costo.
Che poi per produrla si inquini è considerato elemento secondario.
Mentre in
Europa si vola nel firmamento degli angeli green, in Cina si continuano ad
aprire nuove centrali (a carbone!) e ora i grandi stabilimenti vengono
costruiti addirittura “dentro” le miniere riducendo così i costi energetici
fino a solo 4 cent di dollaro per kilowatt.
Può mai
reggere una acciaieria a Taranto rispetto ad una concorrente cinese? Ovvio che
no, ma quando tutto l’acciaio - così come le componentistiche - saranno
prodotte in Cina e in pochi altri paesi, chi comanderà il mondo?
Ma come si
può mai pensare che un dittatore come Xi
Jinping, alle prese con una potenziale crisi economica interna,
si possa permettere di ulteriormente rallentare la già incerta crescita del suo
paese (almeno rispetto ai nostri parametri) aumentando il costo dell’energia e
quindi dei suoi prodotti finiti, rendendoli meno competitivi?
Nessuno – e
tantomeno Xi – salvo obblighi stringenti lo farebbe, ma nello stesso tempo lo
squilibrio energetico è tale che oggi l’Italia paga l’energia 7 volte di più
della Cina e - come buona parte dell’UE - esce di mercato.
Noi siamo
infarciti di demagogia e così l’UE è una narcisa fanciulla che si considera la
prima della classe e produce leggi su leggi, limiti su limiti, ma di fatto
continua ad aggiungere solo costi su costi senza incidere minimamente
sull’inquinamento globale.
Perché
questo il punto: l’aria si muove e pur con tutti i suoi sacrifici non migliora
in Europa se peggiora in India e – globalmente – peggiora e si scalda comunque.
Certamente bisognerebbe obbligare tutti a rispettare degli obbiettivi, ma
poiché questi limiti non solo non si concordano. ma soprattutto non si
applicano è ovvio che alla fine perde chi è debole (noi) e non chi ha il
carbone o il petrolio sotto le scarpe.
Il ministro
del petrolio kuwaitiano, Saad
al-Barrak, ha definito la pressione UE per mettere
progressivamente al bando l’energia prodotta con fonti fossili un “attacco
aggressivo”, accusando i Paesi occidentali di “Cercare di dominare l'economia
globale attraverso le energie rinnovabili (!!)”. Secondo lui si tratta di “una
lotta per la nostra (la loro!) libertà e i nostri valori”.
“Dobbiamo
dare l’esempio” si sostiene invece a Bruxelles (mi sembra però con voce più
flebile), ma ancora una volta Dubai ha clamorosamente smentito che questo “buon
esempio” abbia un minimo effetto sul pianeta e soprattutto sia condiviso.
Gli altri
sono più pragmatici: Trump
addirittura urla “Trivellare, trivellare!” ma già oggi un
kilowatt - che costa appunto 61 cent in Italia- negli USA ne costa solo
14, contro i 24 della Francia e i 44 della Germania, oppure i 42 della Gran
Bretagna e i 12 dell’India dove si brucia alla grande, ma secondo astruse
statistiche green gli indiani sarebbero ecologicamente più “avanti” rispetto
all’Italia.
Visitando
l’India non mi è proprio sembrato.
Ma come mai
i nostri vicini europei spendono meno di noi? Perché in Francia buona parte
dell’energia proviene da fonte nucleare, con la sublime ed inimitabile nostrana
ipocrisia di acquistarla poi proprio dai francesi dopo che abbiamo distrutto
con un referendum la nostra produzione interna. Ma anche Svizzera e Slovenia il
nucleare se lo tengono stretto, mentre in Germania, Regno Unito o Polonia è il
carbone a farla da padrone, piaccia o meno a chi colora di verde il Canal
Grande e - chissà perché - non va a fare le dimostrazioni in Germania.
Penso con
rabbia a quante centinaia di miliardi di euro ci è costato quel referendum sul
nucleare poi caparbiamente difeso per decenni contro ogni logica solo per pura
demagogia e cocciutaggine dalla sinistra, senza semmai invece pensare a come
realizzare centrali più moderne e sicure, come è avvenuto in tutto il mondo.
E qui la
sorpresa – l’unica – che è arrivata da Dubai è stata la rivalutazione ufficiale
proprio dell’energia nucleare e la richiesta del suo rilancio generale alla
faccia degli antinuclearisti nostrani.
Danno e
beffe, insomma, oltretutto mentre Putin
può sorridere a 32 denti: non è stato piegato dalle sanzioni, ha nuovi amici
nel mondo e - anche dal punto di vista energetico - ha gravemente danneggiato
l’economia dei “nemici” europei molto di più che non con le bombe su Kiev.
Qualcuno,
in Italia e in Europa, avrà mai il coraggio di scendere a terra dal beato mondo
dei sogni e fare finalmente i conti con l’amara realtà?
BUONA
SETTIMANA A
TUTTI!
MARCO
ZACCHERA
IL PUNTO n. 933
dell’ 8 DICEMBRE 2023
di MARCO ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati sul mio sito www.marcozacchera.it
Sommario: Le scarpe
rosse dell’ipocrisia – Il fisco iniquo che grazia i “grandi” - Gente di Lago
GENTE DI LAGO 3
E’ uscito
il volume GENTE DI LAGO 3 che continua la fortunata raccolta di personaggi,
racconti, storie del Lago Maggiore arricchito da molte foto d’epoca ed al quale
ho direttamente collaborato. I lettori de IL PUNTO possono richiedermelo
direttamente via mail al prezzo speciale di 20 euro spese di spedizione
comprese. Il ricavato verrà devoluto al “Verbania Center”. Ricordo di indicare
nella richiesta anche il proprio indirizzo postale.
LE SCARPE ROSSE DELL’IPOCRISIA
Ieri sera,
alla “prima” della Scala, le signore milanesi ingioiellate e radical-chic
vestivano di rosso contro i femminicidi.
Sublime ed
ennesimo esempio di ipocrisia dopo che per 3 settimane il caso di Giulia Cecchettin ha
occupato tutte le cronache. Chissà se qualcuno avrà notato come questa tragedia
sottolinei come il controllo dell’opinione pubblica avvenga ormai sulla base di
scelte mediatiche per “fare audience”, così come avviene per vendere un leader
politico o un dentifricio?
Per montare
un caso c’è spesso bisogno di elementi morbosi, eccitanti. Serve una donna
giovane e bella, la “suspence” di una scomparsa, un famigliare che la butta in
politica (il caso Cucchi
ha fatto scuola), una caccia all’uomo e un arresto più o meno sensazionale e
allora qualsiasi banalità sarà poi buona per fare titoli in prima pagina (tipo
“Il killer incontrerà o meno oggi i suoi genitori?”).
Una vita
umana ha nel mondo delle news ben diversi valori: quanto spazio è stato
dedicato a Giulia rispetto a quel povero turista tedesco - pur della sua stessa
età - sgozzato a Parigi
mentre fotografava la Tour Eiffel? Un esempio per far capire che tutto è solo
scelta mediatica e così se gli assassini sono musulmani si tende spesso a
sopire le notizie ad evitare potenziali “odi o ritorsioni” (e all’opposto c’è
invece chi vorrebbe far passare tutti i musulmani come killer il che è
assurdo), così come le migliaia di morti innocenti a Gaza, in Ucraina, oppure
bruciati vivi per un attacco di fanatici islamici a una chiesa cattolica
filippina (settimana scorsa a Mindanao) o per la siccità in Etiopia “pesano”
infinitamente meno di una povera ragazza.
Pensateci:
migliaia di manifestazioni per Giulia con tutti che hanno detto la loro, dai
vicini di casa ad una turba di politici, sociologhi, commentatori, avvocati,
giuristi: tutti a pontificare sui femminicidi con nessuno che spiegasse almeno
come - statisticamente - i casi siano molto meno in Italia che nel resto
d’Europa.
Così come
nascono le mode: nessuno usava il termine “patriarcato” salvo qualche
commentatore biblico, ora è sulla bocca di tutti.
La cosa più
importante – e speriamo questo sia stato recepito soprattutto dalle donne – non
sono però tanto le manifestazioni, i cartelli o le scarpe rosse, ma piuttosto
capire che ciascuna di loro deve avere il coraggio di denunciare il fidanzato
violento o il marito tiranno, le discriminazioni o la violenza domestica con il
diritto di essere aiutate ed ascoltate. Devono imparare a farlo senza
nascondersi e senza paura semplicemente perché l’assoluta totalità dell’altro
sesso è solidare con loro, non accetta metodi violenti ma quindi neppure di
essere catalogato come tale.
La
stragrande maggioranza degli uomini non è composto né da satiri né da “cattivi”
ma - anzi - da milioni di persone che si sacrificano ogni giorno per la “loro”
donna, esattamente come fa l’altro sesso nei loro confronti. Non è la
differenza tra i sessi che genera violenza, ma singoli violenti che vanni
fermati e condannati.
Soprattutto
le statistiche europee sottolineano che non è più o meno violento un mondo “transgender”
rispetto alla famiglia naturale, eppure questo è l’implicito messaggio che si
vuol trasmettere.
Non credo
che a scuola possano o riescano a spiegarti bene lo schianto che avviene in un
giovane cuore abbandonato, soprattutto se è la prima volta, ma visto che in
Italia ci sono circa 4.000 suicidi l’anno (ovvero circa 30 VOLTE i femminicidi,
tra cui moltissimi ragazzi, ragazze e giovanissimi) forse - oltre che andare in
piazza - servirebbe dedicare più tempo, risorse, psicologici e affetto per aiutare
chi sta male e si sente abbandonato, chi non accetta di essere lasciato.
Parlare,
discutere, capire: servirebbe più dialogo tra le persone (e le generazioni) che
invece non c’è più perché questa società l’ha abolito per renderlo “virtuale” e
anche i raptus di violenza sono spesso collegati a troppe relazioni assurde,
più o meno condivise sui “social” o inseguendo i “testimonial” che affrontano
queste tematiche soprattutto peri loro personali interessi.
D'altronde
si cresce così: avete presente i fanta-film che girano sugli schermi e sui
telefonini tra mostri alati, draghi, eroi vendicatori tutto con una violenza
inaudita, addirittura sublimata, che è diventato il menu quotidiano di una
intera generazione?
Dietro gli
omicidi c’è spesso la morbosità, l’ignoranza, l’impreparazione psicologica a
vivere relazioni stabili, anche perché pochi giovani hanno avuto il privilegio
di avere dei genitori attenti, disponibili, aperti al confronto.
Ma si
ammetta senza ipocrisie che questi sono anche i frutti dell’aver volutamente
distrutto il modello di famiglia che era a base della nostra società per
spingere verso altri modelli costruiti a tavolino, magari per creare tanti
“buoni” cittadini progressisti.
Sono aperto
al dibattito, ma non ho forse qualche ragione?
Approfondimento: FISCO,
SOLO GRANDI E’ BELLO ?
Su “IL
PUNTO” avevo condiviso e sottolineato con piacere la scelta della premier
Meloni di tassare gli estraprofitti bancari non dovuti a speciali “meriti”
imprenditoriali dei banchieri ma automatici per l’esponenziale crescita dei
tassi BCE senza però poi riconoscerli alla clientela: facile far soldi così.
Con
rammarico prendo atto che la proposta è andata man mano evaporando e alla fine
lo Stato di soldi freschi dalle banche ne incasserà pochini nonostante i maxi-profitti.
C’è da dire
che tutti hanno giocato “pro banche”: Banca d’Italia, BCE, media, giornali,
opinionisti. Tutti (disinteressati?!) a difendere il grande capitale (sinistra
compresa) ed attaccando “l’imprudenza” della Meloni che – in fondo – per una
volta aveva avuto il coraggio di affrontare il torbido e opaco mondo della
speculazione e della finanza.
Ancora una
volta i “grandi” riescono sempre a farla franca, i “piccoli” vengono
bistrattati, a parte l’ampia ed eccessiva platea degli evasori per i quali
credo si stia esagerando con “sconti & stralci” e sui quali credo sia ora
di stringere.
Una buona
notizia (se si concretizzerà e la storia non finirà come con le banche) è che
sarebbero stati sequestrati 779 milioni di euro a Airbnb, colosso della
prenotazione alberghiera on-line per presunta evasione fiscale. Un primo passo
per mettere un po' d’ordine nella speculazione – sconosciuta ai più – nel campo
delle prenotazioni turistiche.
“Prenotate
con il nostro sito, nessuna spesa per voi” Quante volte, prenotando un hotel o
un B&B alla ricerca dell’offerta migliore, siamo stati indotti all’acquisto
dalle tariffe concorrenziali di un sistema on-line che ha rivoluzionato le
prenotazioni per i viaggi a livello mondiale?
In realtà a
pagare – e profumatamente – per quelle prenotazioni sono gli stessi albergatori
(ma spesso i turisti questo non lo sanno) che sono obbligati a versare poi alle
varie catene on line – come Booking.com, Venere, Trivago, Expedia e
Airbnb - percentuali intorno al 18% dell’incasso.
Una
percentuale molto alta e che diventa ancora più ingiusta perché queste catene
di prenotazione, non avendo sede in Italia ma in paradisi fiscali, a loro
volta non pagano le imposte sui loro profitti con un danno di miliardi di euro
per l’erario italiano e di tutti i paesi dove si trascorrono le vacanze.
La sentenza
su Airbnb è un precedente importante perché un concetto fondamentale dei
principi fiscali europei è che le imposte andrebbero pagate là dove vengono
prodotti i redditi che le generano e quindi le percentuali incassate dai vari
siti per soggiorni italiani dovrebbero essere tutti sottoposti alle nostre
normative fiscali e non dove c’è la sola sede legale.
Più in
generale il problema di Airbnb (che ha evaso la cedolare sugli affitti)
introduce anche quello della “sparizione” degli appartamenti che prima venivano
dati in affitto e i cui proprietari preferiscono rivolgersi appunto ai motori
di ricerca sottraendoli al libero mercato. Ciò porta a enormi disastri dal punto
di vista sociale, come ben sanno tutte le persone, gli universitari o le
giovani coppie che (invano) cercano casa, soprattutto nelle città e nei centri
turistici.
Questo
fenomeno speculativo ha assunto proporzioni gigantesche: sono diventati “turistici”
almeno 32.000 appartamenti a Roma, 25.000 a Milano, 12.000 a Firenze per un
totale di oltre mezzo milione di appartamenti a livello nazionale. Questi
redditi spesso sfuggono al fisco sia per i proprietari che per le società di
gestione di cui Airbnb è la massima espressione, così come si sfugge dai
controlli di polizia in un sistema di locazione “in nero” che non solo fa
concorrenza sleale agli albergatori “ufficiali” ma crea anche una grande sacca
di evasione fiscale.
Il duplice
aspetto della tassazione dei redditi dei siti web da una parte e l’emersione
dell’evasione dei redditi dei fabbricati “turistici” dall’altra potrebbe
portare all’introito per il fisco di molti miliardi di euro che si spera
vengano poi investiti nella sistemazione proprio di quei monumenti, strutture e
servizi che possano sviluppare e rilanciare il turismo italiano che è in caduta
libera nel mondo rispetto alle scelte turistiche mondiali di qualche decennio
fa.
Il “Bel
Paese” ha bisogno di una bella rinfrescata in tutti i sensi, ecco come trovare
i mezzi per finanziarla.
Un ultimo
consiglio: prima di prenotare le vacanze, contattate anche direttamente – se
possibile – la struttura dove volete recarvi: spesso scoprirete che vi faranno
uno sconto maggiore di quello di Booking perchè quel 18% di provvigione “pesa”
parecchio sulla tariffa finale!
BUONA
SETTIMANA A TUTTI!
MARCO
ZACCHERA
IL PUNTO n. 932 del
1 DICEMBRE 2023
di MARCO
ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
..............................................................................................................................................................AI
LETTORI: Come ben sa chi mi segue da diverso tempo una volta all’anno verso
fine novembre IL PUNTO lascia i consueti temi di attualità per un numero
speciale dedicato ad un doveroso “report” sull’attività del VERBANIA CENTER che
ho fondato e seguo da ormai 42 anni. Un ringraziamento speciale a chi poi
decide di darci una mano: posso solo garantire che sono soldi spesi bene e
senza sprechi. Come lo facciamo potete leggerlo qui sotto…
………………………………………………...............................................………………………………..
“ KABA KUKUNA ANDU” (“E’ MEGLIO FARE DEL BENE”)
2023 : VERBANIA CENTER – RELAZIONE DEL 42° ANNO
Cari amici,
Come corre
il tempo! Cominciammo 42 anni fa – era il Natale del 1981 – quando nacque prima
il Pallanza e poi il “Verbania
Center” all’inizio come gruppo di amici e poi da 13 anni come
autonomo Fondo inserito all’ interno della “Fondazione Comunitaria del VCO”.
Cominciammo con la costruzione di un acquedotto a Loyangallany, nel nord del
Kenya, e da allora abbiamo realizzato ben oltre 100 progetti in Africa e in
America Latina.
Come sempre
vorrei ricordare prima di tutto i tanti amici che oggi non ci sono più, insieme
a tutte quelle persone che in questi anni nei modi più diversi si sono
impegnati sia nella solidarietà o realizzando opere concrete con gli aiuti che
abbiamo raccolto
RELAZIONE
FINANZIARIA
Ricordo che
dopo la costituzione del “Fondo Verbania Center” presso la Fondazione
Comunitaria del VCO le disponibilità sono ora da dividersi in due diverse
gestioni: quella “patrimoniale” (che va ad incrementare il fondo iniziale di
adesione alla Fondazione) e la “sezione corrente” dove si versano i fondi
raccolti e li si distribuiscono nelle diverse iniziative.
Quest’anno
le ENTRATE
sono state leggermente inferiori all’anno scorso ma sono state comunque
raccolti 9.639
euro. Gli
IMPEGNI c
omplessivi
nell’anno sono stati pari ad euro 9.800.
Conseguentemente il FONDO DI SPESA CORRENTE disponibile c/ la
Fondazione è sceso da 3.063
euro a 2.902
euro alla data del 16.11.2023, mentre il FONDO PATRIMONIALE
resta invariatoa 73.454,00
euro.
In totale
dall’inizio della sua attività, oltre a molti beni in natura ed attrezzature, il Verbania Center ha quindi superato
come raccolta i 647.000 euro che, salvo i
saldi attuali e il fondo patrimoniale, sono stati tutti spesi nel tempo in
oltre 100 iniziative concrete e diversificate localizzate in tante parti del
mondo dall’ Africa all’America Latina, Medio Oriente ed Est europeo. Contributi
tutti “senza spese” perché ricordo che le nostre iniziative sono mirate e non
hanno nessun costo di amministrazione, viaggi, gestione o rimborso spese.
MOZAMBICO:
NACALA E MACHAVA
In
Mozambico continua la collaborazione con le iniziative della suora salesiana
verbanese Maria Luisa
Spitti e delle sue consorelle. Quest’anno gli aiuti si sono
concretizzati nel mantenere il finanziamento di 3 borse di studio per allieve
infermiere (2.000 euro)
che si sono laureate nell’anno (e ringraziano tutti). Suor Spitti – che opera a
Nacala, nel centro-nord del Mozambico - ci ha chiesto (come sempre!) anche
aiuti urgenti per i molti profughi che scendono dal nord per sfuggire alle
milizie islamiche e in particolare per sistemare i tetti di alcuni edifici
scolastici. A questo fine abbiamo inviato 3.000 euro.
In
Mozambico opera anche la sorella di suor Maria Luisa (Luciana Spitti) una
dinamica laica che lavora a Machava,
nella periferia di Maputo,
la capitale del Mozambico. Come vi ho già relazionato in passato in queste zone
periferiche è assolutamente carente l’assistenza sanitaria e quindi si è
continuato ad investire sul policentro ambulatoriale dove, dopo la
realizzazione o ammodernamento dei reparti di pediatria, oculistica,
stomatologia e pneumologia ci si è concentrati nel nuovo pronto soccorso, diventato
operativo nell’estate 2022.
Nell’ottobre
2022 Luciana – appena tornata a Maputo da un viaggio in Italia – ha avuto però
una grave crisi cardiaca e, dopo un intervento di emergenza, è dovuta tornare a
Verbania per accertamenti e cure. Appena rimessasi è ripartita ed è tornata
alla base dove per ora sta completando alcune opere collegate al nuovo pronto
soccorso (rampa di accesso, porte, impianto di illuminazione) per le quali
abbiamo versato 2.000
euro. Ho promesso un ulteriore aiuto per fine anno, vediamo se però disporremo
dei mezzi per concretizzarlo.
BURUNDI
Già da due
anni abbiamo ripreso contatti con il Burundi, dove abbiamo operato tanti anni
ai tempi di don Carlo e
Giancarlo Masseroni. Quest’anno abbiamo inviato 1.500 euro al centro di Kamenge, località vicino
alla capitale Bujumbura, una fondamentale realtà che da decenni opera per
costruire migliori rapporti interetnici tra i giovani: una grande iniziativa
che merita appoggio per cercare di costruire una nazione condivisa tra le due
realtà tribali hutu e tutzi. Stiamo collaborando alla realizzazione del nuovo
impianto fotovoltaico perché pur essendo vicino alla capitale Kamenge manca
molto spesso la luce elettrica. Abbiamo investito anche 300 euro in una
iniziativa di p. Isaie
Ntahouni che era il parroco a Kiremba di don Carlo Masseroni.
Con questa piccola cifra è stato avviato un allevamento di maiali da parte di
una cooperativa di handicappati della parrocchia che quindi possono trarne un
loro sostentamento e farne un piccolo commercio.
COLOMBIA
Una grande
notizia: chi ricorda il giovane (allora!) missionario della Consolata a
Loyangallany dove tutto iniziò? Mons.
Francisco Munera (che per noi però resta sempre “Pacho”!!) ha
fatto carriera e dopo essere stato 20 anni vescovo in Amazzonia è ora diventato arcivescovo di Cartagena
de Indias, grande città colombiana sul Mar dei Caraibi e la più antica diocesi
del paese. Cartagena – il mondo è piccolo! – è la stessa città
dove da alcuni anni collaboriamo con il dr. Gianfranco Chiappo che opera nelle
periferie tra i ragazzi di strada ed è originario della nostra zona. E’stata
una grande emozione rivedere Pacho quest’estate dopo tanti anni quando è stato
di passaggio a Zurigo, lo abbiamo messo in contatto con Chiappo e stiamo
lavorando ad un progetto comune per i giovani della città che spero decollerà
al più presto. Intanto sono stati destinati 500 euro per una iniziativa sportiva tra i
ragazzi dei barrios che inizierà ai primi di dicembre.
ETIOPIA
Tra i tanti
paesi in difficoltà e di cui si parla poco c’è l’Etiopia in cui si vive un
periodo di grande carestia. Quest’anno è iniziata una collaborazione con il CENTRO AIUTI PER L’ETIOPIA adottando a
distanza un ragazzo handicappato ospitato in uno dei loro centri.
Un impegno
anche per il futuro e per il quale nel 2023 sono stati versati 500 euro.
……………………………………………………………………………………….......................................…........
LA “FILOSFIA” DEL VERBANIA CENTER
Ricordo la
"filosofia" che sta dietro alle nostre iniziative e che è
riassumibile in pochi punti:
1) nessun
tipo di spesa generale: tutto quello che si raccoglie lo si utilizza e lo si
rendiconta
2) Quando
i progetti sono destinati a delle specifiche comunità, il loro utilizzo non è
mai completamente gratuito, ma sempre soggetto ad un piccolo pagamento o a una
modesta retta di mantenimento, perché tutti siano responsabilizzati al
sacrificio e le iniziative siano ben mantenute. Nel caso di realizzazioni importanti
si sottoscrive un accordo con le autorità locali.
3) Ogni
intervento ha sempre un responsabile locale conosciuto e serio, che possa così
rispondere personalmente della qualità e della rendicontazione di quello che
viene realizzato ad evitare sprechi o cattiva manutenzione perché gli aiuti
internazionali sono pieni di fallimenti da “mordi e fuggi”. I soldi spesi vanno
impegnati bene e devono servire nel tempo.
...CHE PROSEGUE CON IL "FONDO"
Ormai oltre
13 anni fa il “VERBANIA CENTER” si è trasformato da iniziativa spontanea
a fondo autonomo inserito nella Fondazione
Comunitaria del VCO che ha l’obiettivo di contribuire a
sostenere lo sviluppo sociale del nostro territorio e di promuovere la cultura
della solidarietà tra i cittadini del VCO. Le somme investite a patrimonio
producono rendite destinate anche al sostegno dei singoli progetti che vengono
finanziati e gestiti con la sezione corrente, raccogliendo donazioni, contributi e
lasciti di privati cittadini, enti e imprese. Contattandomi potete avere ogni
dettaglio,
Chi
desidera partecipare al progetto Verbania Center, può quindi contribuire con
una donazione sul conto intestato
a Fondazione Comunitaria del VCO presso BANCA INTESA SAN PAOLO
IBAN: IT81 O 03069 09606
1000 0000 0570 indicando però sempre: “al FONDO VERBANIA CENTER
– erogazione liberale per sostegno sua attività”
ATTENZIONE:
DA QUEST’ANNO LE OFFERTE AL VERBANIA CENTER VERSATE TRAMITE LA FONDAZIONE SONO
DETRAIBILI AI FINI FISCALI
GENTE DI
LAGO 3
E’ in
uscita il volume GENTE DI LAGO 3 che continua la fortunata raccolta di quelli
precedenti proponendo nuovi personaggi, racconti, storie del Lago Maggiore e
dintorni. Un testo arricchito da molte foto d’epoca e - come per gli
altri volumi - ho avuto modo di dare un’ampia collaborazione firmandone una
buona parte. Gli amici del Verbania Center possono richiedermelo
direttamente, personalmente o via mail, al prezzo speciale di 20 euro
spese di spedizione comprese.
Il ricavato
verrà devoluto al “Verbania Center” : PUO' ESSERE UN'IDEA SIMPATICA PER UN
OMAGGIO O UN REGALO DI NATALE CHE POSSIAMO FAR ARRIVARE DIRETTAMENTE A
VOSTRO NOME !!
Per ogni necessità potete sempre contattarmi via mail marco.zacchera@libero.it
Buon Natale e grazie dell’attenzione, della fiducia e
dell’amicizia !
P.S. : Ogni
tanto mi chiedono da dove venga il motto “Kaba Kuguna andu” che in swahili significa
“E’ meglio fare del bene”. Era scritto sul tetto di un camion alla periferia di
Nairobi guidato da p. Lorenzo Cometto, missionario della Consolata. Con lui
c’era p. Antonio Bianchi, di Pallanza, che quest’anno ha compiuto 101 anni
(!!), eppure si dà ancora da fare.
BUONA
SETTIMANA A TUTTI!
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 931 del
24 novembre 2023
di MARCO ZACCHERA
Per scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati de IL PUNTO e altre news (con u grazie a chi mi invia nuovi indirizzi
di lettori): www.marcozacchera.it
SOMMARIO: E’ in
uscita GENTE DI LAGO 3 – Femminicidi tra tragedia, morbosità e
politica – troppe altre violenze dimenticate - Nuovo presidente in Argentina,
rischio di una crisi annunciata.
GENTE DI
LAGO 3
E’ in
uscita il volume GENTE DI LAGO 3 che continua la fortunata raccolta di
personaggi, racconti, storie del Lago Maggiore e dintorni arricchito da molte
foto d’epoca. Come per gli altri volumi ho avuto modo di dare un’ampia
collaborazione. I lettori de IL PUNTO possono richiedermelo direttamente
via mail al prezzo speciale di 20 euro spese di spedizione comprese. Il
ricavato verrà devoluto al “Verbania Center”. Ricordo di indicare nella
richiesta anche il proprio indirizzo postale.
Femminicidi: DELIRIO COLLETTIVO
Quando un
tragico fatto di cronaca nera viene trasformato in uno show mediatico si genera
una vera e propria morbosità perdendo le dimensioni umane e sociali del
problema.
Il caso di Giulia Cecchettin
ripropone un problema che, almeno statisticamente, va ricondotto in termini
complessivi corretti.
Per esempio
si è detto e ribadito (senza arrivare al delirio di definirli addirittura
“delitti di stato”, definizione comprensibile solo per il dolore della sorella
della vittima, ma immediatamente sfruttato dai media e vergognosamente da
alcune parti politiche) che per ridurre questi crimini occorrerebbe una serie
di interventi legislativi e culturali.
A parte la
nuova legge passata mercoledì anche al Senato, si è parlato di un delitto di
“patriarcato” e la solita Schlein
chiede di introdurre nei programmi scolastici la materia “Educazione dalle
relazioni”.
Ricordando
sommessamente che tutto il percorso pedagogico della scuola dovrebbe puntare
proprio a questo, vanno però anche conosciute le dimensioni vere del fenomeno a
sottolineare che - se prendiamo le statistiche disponibili a livello europeo in
alcuni paesi considerati “progressisti” e pro LGBT+ - i femminicidi
sono, rapportati alla popolazione, molto di più che in Italia.
Quanti
sanno che in Lettonia vi è una percentuale di 4,09 casi annui su 100.000
abitanti rispetto allo 0,4 % dell’Italia, ovvero dieci volte tanto? Anche lì
c’è un oscuro o bigotto “patriarcato” meloniano? Invece i casi sono molto meno
numerosi nel sud dell’Europa che non in Germania, Francia, Croazia, Austria o
Slovenia mentre il paese più “sicuro” per le donne è la Grecia con addirittura
solo 0,16 casi ogni 100.000 abitanti e le proporzioni non cambiano se ci si
limita a considerare i casi legati a conviventi o ex conviventi.
E’ ovvio
che i delitti sono sempre tragicamente troppi, ma è difficile pensare che
interventi legislativi possano incidere molto sui numeri assoluti del fenomeno,
mentre il dato più allarmante è piuttosto che il 46% delle donne uccise nel
2022/23 si sarebbero precedentemente rivolte – evidentemente invano – alle
Forze dell’ordine per denunciare violenze o minacce, ma la denuncia non era
servita.
Più che il
numero dei morti in sé si pone quindi il problema della violenza domestica che
è da prendere molto di più in considerazione del singolo omicidio-show tenuto
conto che moltissime donne probabilmente sopportano e non denunciano: avere il
coraggio di farlo conoscendo i propri diritti e i comportamenti da tenere dopo
una denuncia è il vero primo passo per salvarle.
In generale
– come sottolinea una attenta ricerca di Openpolis - nonostante un’opinione
diffusa legata a troppi film sulla mafia - l’Italia non è una società
intrinsecamente violenta, perché presenta comunque il secondo dato più basso
d’Europa per incidenza degli omicidi sul totale della popolazione: 0,48 ogni
100 mila abitanti, ben al di sotto della media Ue (0,89).
Anche per
quanto riguarda gli omicidi di donne il dato italiano è inferiore alla media Ue
(0,38 contro 0,66) ricordando che in Italia si è passati complessivamente dai
1442 omicidi del 1992 ai circa 700 l’anno all’inizio del nuovo secolo per
scendere oggi a meno della metà di cui circa un terzo a danni di donne. Contano
evidentemente la netta diminuzione delle stragi di mafia e di camorra con
omicidi quasi sempre tra uomini.
Chiaramente
vi sono fatti che più colpiscono la sensibilità e l’opinione pubblica, ma anche
che “fanno audience” innestando lo show e la speculazione politica.
Anche
perché, secondo i dati statistici del 2021, per esempio i giovani tra i 15 e i
24 anni morti in incidenti stradali sono stati più di uno al giorno (e i feriti
ed invalidi uno sterminio): non sarebbero allora ben più urgenti corsi di
educazione stradale? Eppure tra le vittime della strada nella fascia di età tra
i 15 e 19 anni il numero di morti per milione di abitanti si alza a 51, in
quella tra 20 e 24 (ovvero i neopatentati) addirittura schizza a 74, valori ben
al di sopra delle medie continentali.
In questo
triste conteggio gli omicidi rappresentano comunque meno dell’1 per mille delle
morti in Italia, meno del 10% rispetto ai morti sulle strade e tutti gli
omicidi non sono che un quarto rispetto ai morti sul lavoro (che superano
ampiamente il migliaio) tanto da chiedersi se non sia più utile focalizzarsi
piuttosto anche sulla prevenzione di queste morti che troppe volte
ricevono ben poca attenzione dai media.
ALTRE VIOLENZE, MA DIMENTICATE
Concentrati
i media sull’omicidio Cecchettin poco spazio per altri tipi di violenza alle
donne che non sono solo episodi, ma quotidianità. Per esempio - come
giustamente denucia l'associazione "Aiuto
alla Chiesa che soffre" - le centinaia di
sequestrate dagli integralisti islamici di Boko Haram in Africa, perseguitate
solo perché cristiane o vorrrebbero studiare, oppure il dramma quotidiano di
milioni di donne nei campi profughi del mondo, le violenze in Afghanistan o in
Iran. Storie strazianti che non fanno quasi mai notizia, ma che dovrebbero
suscitare almeno unanime indignazione.
Chiedo solo
un po' di spazio anche per loro, per non dimenticare le loro storie e le loro
tragedie.
BARATRO ARGENTINO
L’autodefinitosi
“anarco-capitalista” Javier
Milei è stato eletto nuovo presidente dell’Argentina.
La vittoria
di Milei su Massa
(l’ex ministro dell’economia dato in partenza come favorito al ballottaggio)
alla fine è stata netta, ma molto meno chiare sono le prospettive
argentine anche perché il nuovo presidente è abbastanza indecifrabile come
effettivo soggetto politico. E’ sbagliato definirlo di destra o di sinistra:
Milei è un misto tra Donald
Trump, Bolsonaro e Beppe Grillo, è su posizioni iperliberiste
in economia (“aboliamo la banca nazionale e la moneta, rendiamo il dollaro
statunitense la valuta nazionale”) ma conservatore nelle scelte etiche (vicino
agli spagnoli di Vox, feroce critico di papa Bergoglio) ed ha condotto una campagna
elettorale all’insegna di molte contraddizioni e di slogan vulcanici quanto
demagogici. Alla fine ha vinto grazie all’appoggio determinante della terza
candidata al primo turno, quella Patricia Bullrich che forse sarebbe stata la
scelta più “centrista” e in qualche modo più rassicurante per l’incerto futuro
del paese. Milei ha di fatto accettato i suoi uomini e il suo programma e già
questa è una prima contraddizione di fondo che andrà superata.
La gente ha
votato Milei soprattutto per disperazione, sperando in un fatto nuovo, uno
stacco sul passato ma sottolineando comunque – almeno nella sua maggioranza –
la volontà di uno stop al populismo peronista “di sinistra” di cui Massa appariva
come il continuatore.
Un paese in
cui il cambio del dollaro varia da 350 a 950 pesos a seconda che si consideri
quello ufficiale o quello “nero” (peraltro pubblicato sui giornali) e un cambio
con l’Euro crollato del 50% in pochi mesi sottolinea una innegabile verità:
ancora una volta l’Argentina è sulla soglia del baratro finanziario, con
l’ennesimo fallimento pubblico in vista. Peraltro il cambio “nero” (che è poi
quello reale) un mese fa era oltre 1150 pesos quindi – in qualche modo – la
vittoria di Milei è stata vista come il minore dei mali dagli ambienti
finanziari.
Javier -
urlatore nato, scarmigliato, apparentemente matto scatenato, irrispettoso ed
irruente - si è presentato come leader del suo nuovo “partito della motosega”
(inteso come chi vorrebbe tagliare corruzione e privilegi) andando in giro
fisicamente con l’attrezzo e raccogliendo appunto i voti tra gli argentini
delusi, i giovani, i “produttori” rispetto alla sterminata platea di chi vive
di soccorso pubblico, ma senza dare – almeno in campagna elettorale -
alternative credibili e limitandosi a slogan roboanti. Francamente sembrava un
refrain dell’ “apriremo il parlamento come una scatola di tonno” di grillina
memoria che è finito come si sa.
Una nazione
spaccata in due perché in Argentina metà paese vive appunto tra sussidi ed
elargizioni varie e – francamente – non sembra avere molta voglia di fare
sacrifici. Qui c'era lo zoccolo duro dell’elettorato di Massa che era il
ministro dell’economia del governo precedente e quindi è stato giudicato,
almeno dai ceti produttivi, come il responsabile del fallimento nazionale. I
suoi “amici” – fiutata l’aria – negli ultimi giorni sono passati in massa con
Milei determinando la sua vittoria
La
situazione economica del paese è infatti il primo problema: nessuno può più
permettersi di investire in aziende visto che un esportatore è obbligato poi a
vendere in dollari ufficiali e quindi preferisce trasferirsi in Brasile o in
Uruguay, ma si campa comunque in qualche modo lavorando e commerciando in
“nero” e senza pensare molto al domani, cullandosi nella speranza che comunque
qualcuno alla fine ci penserà. Prospera - o almeno sopravvive - chi ha appunto
accesso al mercato nero, chi ha esportato capitali e ha il tesoretto
all’estero, chi traffica in una condizione di progressiva iperinflazione e
dove, chi può, paga in pesos ma vuole dollari in cambio.
Proprio
ricorrere ad una iperinflazione programmata potrebbe essere alla fine una
strategia per ridurre il peso del pregresso deficit pubblico, ma è evidente che
questa mossa sarà comunque attuata mettendo ulteriormente in crisi la sanità, i
servizi, i pensionati ed i dipendenti a reddito fisso: un copione già visto che
rischierà di portare il paese a tumulti e proteste di piazza anche perché i
sindacati (notoriamente corrotti) erano tutti con Massa e non ci staranno certo
a perdere il loro potere politico ed elettorale.
L’unica
forza per l’Argentina restano e saranno le sue risorse naturali ed agricole
(anche se in buona parte ipotecate con i debiti internazionali) con il consueto
progressivo ed endemico aumento di differenze sociali nella speranza di non
ritrovarsi come vent’anni fa in un nuovo “corralito” (fallimento pubblico) tra
turbe di “cartoneros”, le folle di disperati che per mesi hanno campato vivendo
di rifiuti e riciclaggio di immondizie.
Nb: chi è
interessato a maggiori dettagli sulla situazione argentina può contattarmi o
leggere anche i miei articoli su IL SUSSIDIARIO.
BUONA
SETTIMANA A
TUTTI!
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO
n. 930 del 17 novembre 2023
di MARCO ZACCHERA
Per scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: Esce
GENTE DI LAGO 3 - Non nascondiamo i drammi della guerra e il peso etico di
certe sentenze – Grillo non fa più ridere – Sciopero annunciato – Incontro
Biden-Xi, l'Europa ai margini - Un ricordo di Franca Olmi
GENTE DI LAGO 3
E’ in
uscita il volume GENTE DI LAGO 3 che continua la fortunata raccolta di quelli
precedenti proponendo nuovi personaggi, racconti, storie del Lago Maggiore e
dintorni. Un testo arricchito da molte foto d’epoca e - - come per gli altri
volumi ho avuto modo di dare un’ampia collaborazione firmandone una buona
parte. I lettori de IL PUNTO possono richiedermelo direttamente via mail
al prezzo speciale di 20 euro spese di spedizione comprese. Il ricavato
verrà devoluto al “Verbania Center”. UN'IDEA PER UN ORIGINALE REGALO DI
NATALE !
FATE VEDERE QUEI BIMBI
Non si
fanno mai vedere i volti dei bambini per via della “privacy” e a volte questo
ha un senso, altre volte la scelta è perché quelle immagini potrebbero
sconvolgerci. Forse avremmo tutti bisogno di vedere proprio i volti sfigurati e
i corpi dilaniati di tanti bambini che soffrono, uccisi o fatti a pezzi dopo
attentati o bombardamenti. Ci aiuterebbe a capire meglio l’orrore e
l’ingiustizia della guerra turbando (finalmente) la nostra delicata coscienza.
Avrei voluto vedere anche il volto della piccola Indi Gregory che
probabilmente sarebbe presto morta comunque, ma per la quale la “giustizia”
inglese ha dovuto accanirsi per volutamente farla morire subito. Quando le è
stato tolto pure l’ossigeno Indi ha comunque vissuto (soffrendo?) alcune ore.
E’ sempre
questione di coscienza: se bisogna togliere la vita ad una bambina di 8 mesi,
allora perché tenere in vita malati o anziani terminali, oppure feriti
senza più speranze? Attenzione, perché andando avanti di questo passo - senza
più dare un senso etico della vita - si curerà solo chi “conviene”, “può
servire”, "può farcela" (o ha i soldi per essere mantenuto in
vita).
GRILLO NON FA PIU’ RIDERE
Da tempo Beppe Grillo non fa più
ridere e mi ha lasciato molto perplesso il suo show un po' patetico e un po'
triste dal solito Fazio
(a proposito, Grillo ci sarà andato gratis o a pagamento?).
In buona
sostanza, a metà tra la sincerità e l’ironia, Grillo ha auto-ammesso di essere
politicamente un fallito, di essere stato un cretino nell’assegnare le redini
del M5S prima a Di Maio
e poi a Conte
e di aver fatto del male al nostro paese.
C’è
certamente chi ha fatto peggio di lui, ma sicuramente con le sue scelte
soprattutto negli uomini e donne chiamate a rappresentare il M5S ha ucciso una
speranza, una alternativa, una profonda volontà di milioni di persone che
volevano finalmente - e in buona fede - cambiare qualcosa.
Alla fine,
a parte Di Maio che si è personalmente ben sistemato con un vergognoso incarico
europeo, oggi il M5S è politicamente defunto, rientrerà nell’alveo PD, ha perso
attrazione ed appeal. Conte appare come sempre solo un grande narciso pieno di
sé, eternamente polemico e regolarmente ansimante. Grillo alla fine da politico
non ne ha azzeccata una, è stato una completa delusione e gli va dato atto di
essersene (finalmente) accorto. Meglio tardi che mai.
SCIOPERO GENERALE
Come poteva
non scioperare la CGIL che già a luglio aveva annunciato che lo avrebbe fatto
“Contro la manovra” anche se al tempo non c’era ancora? Avanti quindi
nonostante che l’Autorità garante degli scioperi lo abbia dichiarato
parzialmente illecito a tutela dei servizi essenziali per i cittadini.
CGIL e UIL
(non la CISL) si accodano a PD e M5S (o viceversa, ma è lo stesso). Scioperare
è un diritto sacrosanto, ma quando si trasforma in atto puramente politico crea
danni per tutti e sostanzialmente non serve a niente.
Riflettiamoci:
se in Italia si lavora circa 300 giorni l’anno, domeniche escluse (ma in realtà
i giorni di lavoro sono di meno) ogni giorno si produce circa lo 0.3% del PIL.
Lo sciopero di venerdì 17 (che sfiga di data!) lo abbatte quindi in
proporzione. Grazie Landini,
adesso siamo tutti più ricchi mentre il capo della UIL Bombardieri merita una
citazione super quando dichiara: “Noi
siamo sindacati, non siamo sindacati di sinistra, teniamo alla nostra autonomia
dai partiti” Bravo, chi ci crede alzi la mano.
XI-BIDEN, INTERESSA ANCHE A NOI
L’incontro
a San Francisco tra il leader cinese Xi
e Biden
comunque ci riguarda perché
segnala un disgelo nel Pacifico, il che potrebbe non essere una buona notizia
per l’Europa.
Contava
l’incontro in sé più che i suoi contenuti o i suoi improbabili risultati
diretti, perché questi vengono solo successivamente nella fitta serie di
meeting che si avviano poi ai vari livelli tra i rispettivi staff.
Entrambi i
leader vivono un momento difficile e non possono certo scoprirsi: Xi è alle
prese con una grave crisi economica perché il Dragone sta rallentando nel suo
sviluppo, ovvero sta continuando a crescere ben di più di Europa ed USA ma non
più con i ritmi degli ultimi decenni o anche solo degli ultimi anni.
La ripresa
post-Covid c’è stata, ma vengono al pettine molte questioni delicate interne
alla Cina a cominciare dalla bolla immobiliare che aveva puntato su un aumento
ben maggiore delle richieste, risorse e disponibilità per alloggi e che non si riesce
a riassorbire creando un forte malumore sociale.
Joe Biden
ha invece spinosi problemi interni: un Congresso che lo frena (due giorni fa
per esempio sono state sostanzialmente bocciate le richieste presidenziali per
nuovi fondi militari ad Ucraina e ad Israele), mentre la popolarità del vecchio
presidente è scesa ai minimi, con sempre più democratici che chiedono un cambio
di leader in vista delle prossime elezioni presidenziali e tra i quali cresce,
per esempio, l’appeal della figura volitiva del segretario di stato Antony Blinken.
L’
obiettivo – raggiunto - del summit era comunque quello di avviare il disgelo,
per "capirsi reciprocamente in modo chiaro e fare in modo che la
competizione non sfoci in conflitto", ha ribadito Biden dopo le foto di
rito. Frasi che sono interpretabili anche come “ciascuno si faccia gli affari
propri, la controparte non si opporrà…”
Frase che a
Taipei non dev’essere piaciuta per niente perché infatti in Cina è stata
interpretata come una diminuzione di attenzione americana verso Taiwan, da
sempre oggetto dei pensieri di Pechino.
D'altronde
restano aperti molti scenari di tensione: dall’Ucraina ai reciproci rapporti
economici, minati per la Cina dalle sanzioni e dalle limitazioni Usa all'export
hi-tech e per Washington dalla mancanza di parità nei costi di produzione.
Nel
post-vertice Biden (con un’uscita davvero poco diplomatica, tanto che ci si è
chiesto se Biden fosse completamente lucido) ha subito definito pubblicamente
Xi un ""dittatore, nel senso - ha tentato poi di sfumare – “che è
alla guida di un paese comunista”. Biden ha sottolineato – per evidenti
fini elettorali, ma quanto è credibile? - di aver comunque anche sollevato
durante il vertice i suoi timori sugli abusi dei diritti umani in Cina, inclusi
quelli nello Xinjiang, in Tibet e a Hong Kong.
Se lo ha
fatto, Xi avrà annuito e sorriso con accondiscendenza, ma senza spostarsi di un
millimetro dalle sue posizioni.
Forse, alla
fine, entrambe le parti hanno davvero convenuto per ora solo di mettere dei
limiti al commercio del Fentanyl, l'oppioide sintetico prodotto in Cina a basso
costo che va di gran moda in America dove miete decine di migliaia di vittime
ogni anno.
Poco spazio
per i problemi ambientali (conta prima il business!), nella conferenza stampa
finale Xi è rimasto nel vago alla richiesta americana di contribuire alla
de-escalation sia in Medio Oriente (soprattutto facendo pressione sull'Iran
perché non allarghi il conflitto) che per le forniture militari alla Russia per
il conflitto in Ucraina (in questo caso il pressing sollecitato da Biden valeva
per l’Iran, ma anche per la Corea del Nord).
Il leader
cinese continuerà quindi a restare il principale alleato militare e politico di
Putin e – anche solo per ovvi motivi di alleanze e investimenti cinesi in Medio
Oriente e soprattutto per l’importanza degli scambi commerciali ed energetici
con le nazioni arabe – resterà intatto l’appoggio di Pechino alla causa
palestinese. Possono sembrano tutte solo chiacchiere scontate, ma la macchina
diplomatica si è rimessa in gioco: USA e Cina si riavvicinano.
Sullo
sfondo – ignorata e lontana – resta l’Europa, sempre più sola e ai margini di
un mondo che ha ormai il cuore sulle sponde del Pacifico più che
dell’Atlantico. Europa che non ha più un suo ruolo credibile e conta sempre di
meno. Possiamo illuderci con tante chiacchiere “green” o sui massimi sistemi,
ma una siamo un continente sempre più vecchio e marginale.
Forse
dovrebbero capirlo soprattutto gli europei.
FRANCA OLMI
Credo
doveroso un breve ricordo della prof. Franca
Olmi, scomparsa nei giorni scorsi, da sempre attenta lettrice
di queste note (e che non esitava a telefonarmi per lunghi commenti...)
Insegnante
e preside, se nel 1992 è nata la nostra provincia del VCO dobbiamo dire grazie
anche al suo impegno, così come fu la prima ed attivissima presidente
dell’allora neonato Parco Nazionale della Valgrande.
Consigliere
ed assessore al Comune di Verbania la ricordo anche per un aspetto personale:
quando fui ingiustamente messo sotto processo nel 1989 per una questione
squisitamente politica ebbe il coraggio di venire in tribunale a deporre in mio
favore. Non era facile - allora - per un assessore di sinistra andare a
difendere pubblicamente un oscuro consigliere comunale del MSI, ma Franca non
si sottrasse a quello che riteneva essere il Suo dovere per rendere omaggio
alla verità.
Anche per
questo La ricordo con affetto e tanta commozione.
BUONA
SETTIMANA A
TUTTI!
MARCO
ZACCHERA
IL PUNTO n.
929 del 10 novembre 2023
di MARCO
ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
(Grazie a
chi mi manda altri indirizzi di potenziali lettori!)
Sommario: Piccole
proposte di pace – Albanesi brava gente? – Indi: diritto alla vita -
Povero Soumahoro che paga per tutti – riflessione sull’unità nazionale.
PACE, E
NOI?
Personalmente
possiamo fare poco per ottenere una pace anche provvisoria in Medio Oriente
come in Ucraina e in tante altre parti del mondo, però possiamo “fare pace”
intorno a noi. Perché questa settimana ciascuno di noi non si impegna per fare
una “piccola pace” in famiglia o tra colleghi di lavoro? Una cosa intima, ma
che sia vera. Mille piccole paci non risolvono i problemi mondiali, ma ci fanno
migliorare tutti e soprattutto ci faranno stare meglio aiutandoci anche a
capire come solo questa sia la strada da seguire.
IMMIGRAZIONI…
VIA ALBANIA
Giorgia
Meloni ha spiazzato la concorrenza proponendo un’idea che condivido,
ovvero di organizzare il trasferimento direttamente in Albania di chi chiede
asilo politico in Italia per essere verificato prima di aver libero accesso nel
nostro paese.
Così
facendo la Meloni ha rilanciato con una azione concreta ed innovativa
l’immagine di un governo che sul tema immigrazione giocava in difesa, subissato
dalle critiche per le ondate di sbarchi a Lampedusa.
L’idea di
“dirottare” i migranti prima che tocchino il suolo continentale potendo fare un
primo screening per le richieste di asilo politico è ottima, tenuto conto che
questa motivazione è oggi spesso solo una scusa per coprire invece una
migrazione “economica” che, almeno in teoria, dovrebbe viaggiare su altri
canali.
Va ricordato
infatti che ad oggi quasi tutti i richiedenti asilo “politico” NON ne hanno i
titoli e requisiti ed infatti già poche ore dopo lo sbarco spariscono dai
controlli.
Lo stop
temporaneo in Albania garantisce invece di identificare ed assistere meglio e più
velocemente i “veri” perseguitati politici, destinando così le risorse
risparmiate all’assistenza dei migranti economici.
Un accordo
che avvicina oltretutto l’Albania all’Italia ma anche all’Europa e sullo sfondo
crea le premesse per una progressiva, ulteriore integrazione del piccolo stato
balcanico nella UE.
Così
facendo la Meloni ha anche spiazzato l’opposizione che rosica ma non convince
visto che il PD - ovviamente critico per dovere d’ufficio – è costretto a
giudicare l’intesa “Un accordo che sembra configurarsi come un pericoloso e
ambiguo pasticcio” (per me interpretabile con un “…peccato, se ci avessimo
pensato prima noi…”). Molto brutta la mossa della Schlein di chiedere
l’espulsione del partito albanese del premier Edi Rama dal gruppo socialista europeo per
“collaborazione con il nemico”: un ricatto politico molto poco “democratico”.
Tacciono i
centristi, ma i satelliti della Schlein come +Europa e il solito Bonelli di “Alleanza
Verdi e Sinistra” arrivando a sostenere che “Praticamente si sta creando una
sorta di Guantanamo italiana” confermano che l’opposizione non percepisce più
minimamente lo stato d’animo dei cittadini che – a torto o ragione – giudicano
necessario un ben maggiore filtro agli ingressi.
Infine la
Meloni soffia la palla a Salvini
che tace ed acconsente, ma è stato di fatto dribblato proprio sul suo stesso
terreno e sicuramente mastica amaro.
Tutto bene,
quindi? Calma perché se l’idea è buona fin qui è solo tutta teoria visto che i
centri decolleranno solo a primavera e quindi vanno prima bene organizzati.
Sicuramente
l’accordo rafforza comunque l’asse Roma-Tirana con l’Italia che è da tempo il
primo partner commerciale dell’Albania e che in futuro avrà sempre più bisogno
di un suo sfogo adriatico. Non è certo un’impresa coloniale, ma un accenno a
creare quella zona d’influenza italiana che da tempo era sparita dal
Mediterraneo e che proprio in chiave immigrazione ha tutte le necessità di
ricostituirsi anche perché se
l’idea funzionerà sarà più facile replicare i centri di accoglienza
direttamente in Tunisia e in Libia con vantaggi per tutti e finalmente
tagliando le unghie ai trafficanti impuniti di carne umana:
meglio traversare il Mediterraneo già identificati, con le carte a posto e
in aereo che rischiare i soldi e la vita in mezzo al mare.
Palazzo
Chigi ha spiegato che la giurisdizione dei due centri sarà italiana, che i
migranti sbarcheranno direttamente a Shengjin e l'Italia si occuperà delle
procedure di identificazione realizzando un centro di prima accoglienza e
screening mentre a Gjader realizzerà una struttura “modello Cpr” per le
successive procedure. L'Albania collaborerà con le sue forze di polizia per la
sicurezza e sorveglianza in un paese che già vede un'importante (dimenticata)
presenza di forze dell'ordine e magistrati italiani.
Se andrà in
porto quest’idea sarà davvero strategica per affrontare meglio in futuro la
problematica dell’immigrazione in Europa. Vedrete che - se funzionerà -
altri paesi seguiranno l’esperimento italiano.
INDI DEVE
MORIRE !
Non riesco
a capire dal punto di vista etico ma soprattutto umano perché la piccola Indi
debba morire per volontà di una Corte di giustizia inglese che rifiuta venga
trasferita in un ospedale italiano dove possa essere assistita. Forse morirà
comunque (se non lo sarà già quando leggerete queste note) ma scientemente
negarli il diritto alla vita ed obbligare i medici a staccare la spina quando
altri vogliono continuare a curarla lo trovo di una disumanità sconcertante.
“POVERO”
SOUMAHORO
Vogliono
cacciare l’on. Soumahoro
dal parlamento per infedeltà nelle dichiarazioni sulle spese elettorali. Non è
giusto, perché allora chissà quanti deputati dovrebbero andare a casa, ma sono
stati solo più furbi nel presentare le carte. Non è poi nemmeno sportivo
prendersela più con lui per moglie e suocera gaudenti sulla pelle degli
immigrati ed ora agli arresti domiciliari: è come picchiare un pugile già KO.
Piuttosto
andrebbero perseguiti quelli
che hanno chiuso gli occhi per anni sulle sue cooperative truffaldine senza
fare controlli e soprattutto colpire i suoi sponsor politici, quella
sinistra farlocca e demagoga che lo presentò alle elezioni, facendolo votare
definendolo “Un laureato in
sociologia. una figura importante, un attivista sociale e sindacale che da
vent’anni difende le persone invisibili, i senza voce e le lavoratrici e i
lavoratori della filiera agroalimentare e tanti altri dell’era dell’economia
digitale. Oltre alle sue lotte sul campo, Aboubakar Soumahoro è scrittore che
cerca di concettualizzare le sue lotte per coniugare azione e pensiero in
un’ottica della giustizia sociale e ambientale. In Italia, in Europa e a
livello globale». Parole testuali pronunciateb dal verde Angelo
Bonelli, il 10 settembre 2022 alla presentazione del candidato PD e Verdi a
Bologna in posizione “blindata”.
Ad oggi
neppure hanno ancora avuto la faccia di chiedere scusa ai propri elettori!
Riflessione: ”L’UNITA’
NAZIONALE”
Ricordo
bene – ero ragazzo – il 4 novembre 1968. Era il 50° anniversario della Vittoria
e molti reduci vivevano ancora. Per festeggiarli gli era stato concesso il
titolo di “Cavaliere di Vittorio Veneto” e una modesta pensione (anche per
allora) di 60.000 lire all’anno. In casa si festeggiava mio nonno Felice che –
caporalmaggiore del genio pontieri – aveva contribuito a far passare il Piave
agli alpini ai piedi del Grappa.
Purtroppo
lo Stato non fece in tempo a consegnare per l’anniversario né la pensione (che
giunse l’anno dopo) né la piccolissima medaglia d’oro con nastrino tricolore
che accompagnava la pergamena del cavalierato da consegnare ai superstiti,
tanto che i figli ne comprarono una copia consegnata solennemente al
pranzo del 4 novembre tra la commozione di tutti e ancor oggi la conservo come
prezioso ricordo di mio nonno.
Da allora
il tempo trascorso è più che raddoppiato e la prima guerra mondiale è vagamente
ricordata ai ragazzi solo attraverso i libri di storia. Sabato scorso sono
passato davanti al monumento ai caduti della nostra città partecipando alla
consueta cerimonia.
Guardavo le
autorità schierate, il picchetto, labari e gonfaloni, ma dietro non c’era
nessuno.
Non c’erano
la gente, i ragazzi, neppure qualche scolaresca come quando eravamo bambini e
ci davano una bandierina tricolore da tenere in mano: nessuno.
Il 4
novembre è ufficialmente la “Giornata delleFforze Armate e dell’unità
nazionale” ma - ridotte le forze armate - dov’è l’“Unità Nazionale” e –
soprattutto - come viene coltivata?
Certamente
è positivo che nessuno oggi si sogni più di sparare agli austriaci ed abbiamo
tutti in tasca il comune passaporto europeo, ma mi sembra si sia anche dissolto
non tanto l’aspetto “nazionale” - che salta fuori al massimo per le partite di
calcio degli azzurri – ma anche il senso di appartenenza, di coesione, di
comunità.
Questo non
è un bene, ma il risultato dell’aver confuso per molti anni non solo il
concetto di nazione con il nazionalismo, ma anche per aver voluto abbattere
scientemente ogni simbolo, ricorrenza, sentimento, principio di appartenenza ad
una comunità. Così il senso del dovere, di compartecipazione, di reciproca appartenenza
nel bene e nel male ad un popolo, si è volatizzato e si è perso.
Si può dire
che ciò è avvenuto forse perché questo era un obiettivo della fu sinistra
italiana, cui rispondeva una destra che lo ammantava di eccessivo nazionalismo
e quindi progressivamente usciva dal tempo, fatto sta che il concetto di
appartenenza si è perso. Cosa in cambio ci abbiamo guadagnato? Forse nulla e
quindi ci resta solo la perdita.
Appartenere
ad un popolo, ad una società, ad una comunità che abbia radici in un preciso
territorio sia cittadino, regionale ma soprattutto nazionale impone non solo di
accettarne le leggi, ma anche di sentirsi compartecipe alla sua crescita e alla
sua evoluzione e - vocabolo desueto – capire che a volte per ottenerlo servono
sacrifici.
Quei nomi
scritti su tutti i monumenti ai Caduti d’Italia e d’Europa rappresentano un
esempio estremo di sacrifico e di solito non sono nomi di eroi, ma di ragazzi
spinti nelle trincee a sparare ad altri ragazzi “con la divisa di un altro
colore”, come il Piero cantato da Fabrizio De André.
Certamente
c’erano e ci sono tanti altri modi di “servire” il proprio paese, quello che si
chiamava “Patria” nome oggi desueto e nascosto, celato quasi con diffidenza,
timore, sospetto.
Eppure una
comunità cresce e si cementa proprio soprattutto nel momento del sacrificio che
– come i doveri – si tenta appunto di nascondere ed esorcizzare all’insegna del
futile, del sorriso forzato, dei consumi inutili pur ammantati spesso di pseudo
modernità ecologica od ambientale. Siamo strani: si litiga o si discute di
riforme costituzionali, di presidenzialismo o premierato, di parlamentari
eletti o meno dai partiti ma non si discute di noi, degli italiani.
Pensieri
che in un giorno grigio e in una piazza semivuota davanti ad un monumento ai
caduti scivolano via come le foglie di quest’autunno arrivato di colpo, eppure
ti lasciano in bocca un sentimento amaro, di dubbio e di tristezza.
BUONA SETTIMANA A
TUTTI!
MARCO
ZACCHERA
IL PUNTO n. 928 del
3 novembre 2023
di MARCO
ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
Grazie a
chi mi invierà altri indirizzi cui spedire lquestanewsletter!
PREGHIAMO…
Ci stiamo
già abituando alle terribili immagini da Gaza, abbiamo già dimenticato i
terroristi di Hamas che giocavano al tiro al bersaglio sui ragazzi israeliani
al rave party, è scomparso dalle cronache anche il conflitto in Ucraina con
Kiev che sostiene di aver ammazzato addirittura 300.000 russi (trecentomila (!)
altro che le pietraie del Carso...). Siamo una società strana che gioca ad
Halloween ma non ricorda e rispetta i propri morti, che pensa a sé stessa e se
ne frega dei drammi del mondo, che parla di “valori” ma poi non li osserva, che
consuma e spreca ma si riempie la bocca di green e demagogia. Non può
funzionare un “Occidente” così (ed infatti non c’è più) travolto dal voluto,
costante abbattimento di ciò che significava impegno, ricordo, coerenza, Fede.
Chi ritiene di avere un minimo di senso di responsabilità lo spieghi ai più
giovani, ai suoi figli e nipoti che andando avanti così c'è solo
l'autodistruzione. Anche il Titanic sembrava bello e sicuro, inaffondabile, ma
invece è affondato alla prima occasione.
FINALMENTE
(ALMENO) IL PREMIERATO
Se ne è
parlato pochissimo e non so se il governo di centro-destra riuscirà
nell’impresa, ma sarebbe un grosso risultato portare a casa una riforma
costituzionale che preveda i vertici dello stato – o almeno del governo –
eletti direttamente dai cittadini. Una riforma necessaria se si crede nella
stabilità e nell’alternanza facendo in modo che chi viene eletto abbia la
possibilità di avere davanti alcuni anni di governo per dare un senso alla
propria esperienza e non solo puntare all’emergenza, all’estemporaneo consenso
o alla demagogia, come nel recente passato.
Credo che
in una democrazia seria i cittadini dovrebbero poter esprimere sempre più
spesso e direttamente la loro opinione senza che poi venga ribaltata con
alleanze di governo che accolgano transfughi e traditori del voto ricevuto. La
figura del (della) premier è importante ma ancor di più lo sarebbe il
Presidente della Repubblica che pure vorrei vedere eletto dal popolo con
funzioni di garanzia, ma anche con la autorevolezza necessaria che non può
venirgli da un voto parlamentare sempre oggetto di baratti.
LE PAROLE
SPENTE DI MATTARELLA
Mentre si
parla di elezioni dirette del premier è legittimo, con pacatezza e serenità,
criticare un presidente della Repubblica? Credo di sì, soprattutto considerando
comunque Sergio Mattarella
una persona perbene ed onesta, forse un po' troppo appiattita sui luoghi
comuni. L’ho apprezzato per molti anni quando sedevamo insieme nella
Commissione Esteri alla Camera, ma quello che a volte mi lasciano deluso sono
le sue parole che spesso mi appaiono logore, scontate, ripetitive, in
definitiva non sbagliate in sé, ma sostanzialmente inutili. Certo che il ruolo
di un Presidente in Italia oggi è poco più che simbolico, ma c’è una via di
mezzo che Mattarella potrebbe assumere, come fecero Pertini, Cossiga o Ciampi
in passato.
Per
esempio, che senso ha il dichiarare a proposito della UE che “Sui migranti
occorre studiare e definire soluzioni nuove e coraggiose e non superficiali e
approssimative. Soluzioni europee da studiare approfonditamente e con serietà
da parte dei governi”? Una frase così non significa niente, può
intendersi che bisogna bloccare le frontiere o - al contrario - aprirle al 100%
ed infatti ciascuno le interpreta come vuole.
Così come
le sue esternazioni in Portogallo di poche settimane fa al meeting dei capi di
stato europei sul conflitto ucraino quando, anziché ricordare l’art. 11 della
Costituzione (“L’Italia ripudia la guerra”) oppure insistere perché l’ Europa
si faccia promotrice di vere iniziative di pace (come ad esempio cerca di fare
papa Francesco) Mattarella ha sostenuto che vanno invece continuate le
forniture di armi “Perché se l'Ucraina cadesse assisteremmo a una deriva di
aggressioni ad altri paesi ai confini con la Russia e questo condurrebbe a un
conflitto generale e devastante: per questo serve mantenere altissima la
coesione europea perchè solo così si può evitare il rischio di un conflitto
mondiale". Poi però, un attimo dopo, lo stesso Mattarella nota “Che in
Europa, ma anche in Italia, si allargano crepe, segnali di naturale stanchezza
nel sostegno dei cittadini e della politica all'azione del governo di
Kiev.” E quindi, presidente, che si fa? Mi sembravano, al confronto,
molto più chiare le contemporanee parole dei presidenti della Polonia e
dell’Ungheria, criticatissimi da sempre su questi temi cui a breve si
aggiungerà anche la Slovacchia.
Polonia ed
Ungheria (come la Slovacchia) confinano con l’Ucraina, dovrebbero essere le più
minacciate, come teme Mattarella, da un ipotetico attacco russo, eppure nello
stesso vertice portoghese su questi argomenti è stato molto più chiaro Andrzej Duda (polacco)
che sui migranti ha ribadito: "Noi abbiamo subito una guerra ibrida,
migranti che sono stati spinti verso i confini dell'Ue e di Schengen che noi
dobbiamo proteggere. Noi dobbiamo rendere quindi le frontiere dell'Ue più
efficaci. Questo vuole il nostro popolo, questo noi facciamo". Oppure la
presidente ungherese Katalin
Novak sul conflitto: "Noi supportiamo l'Ucraina, ma io
rappresento il popolo ungherese che vuole la pace e che si eviti quindi con
altre armi l'escalation del conflitto…”.
Sui
problemi italiani - a parte i messaggi di cordoglio e le commemorazioni, oppure
l’antifascismo quotidiano, dato per scontato - c’è spesso un odore di muffa
nelle parole presidenziali, mentre si tace su molti problemi concreti. Per
esempio: Mattarella è formalmente il capo della Magistratura, ma lo avete mai
sentito rimbrottare un giudice, oppure prendere posizioni precise, nette,
chiare sulla politica che da anni purtroppo corrode il CSM da lui stesso
presieduto?
E nelle
stesse commemorazioni, pur passati i decenni, troppi luoghi comuni e mai un pò
di chiarezza. A 60 anni dai 3.000 morti del Vajont – per esempio - dovuti di
fatto alle complicità e traffici di un potere democristiano che in Veneto aveva
molti tratti della mafia siciliana (sia pur con il rosario in mano) non sarebbe
stata l’occasione giusta per sottolineare quelle dirette responsabilità
politiche e la pavidità di una magistratura che alla fine non ha praticamente
condannato nessuno lasciando per decenni migliaia di famiglie nel lutto e senza
neppure adeguati indennizzi? Macchè, solo parole di fredda circostanza, nessuna
concretezza. Pertini, Ciampi, Cossiga trasformato il Quirinale dandogli
un’anima, Mattarella svolge invece con algida compostezza il Suo ruolo, ma non
riesce mai a scaldare i cuori di nessuno.
FAKE NEWS
Mi arrabbio
quando vedo pubblicate sul web notizie palesemente false, esagerate o
letteralmente inventate al solo fine di stuzzicare la curiosità dei lettori che
- cliccandoci sopra alla ricerca di dettagli - vengono poi sommersi da
una valanga di pubblicità. Su tutti segnalo “Libero.it” (che non c’entra nulla
con il quotidiano dallo stesso nome) che quotidianamente inventa balle
colossali (la settimana scorsa ha annunciato un ictus per Putin), disastri
naturali fortunatamente esagerati, morti strane alla corte d’Inghilterra, oltre
a tutti i tradimenti possibili tra star e divi vari). Non è un modo corretto di
dare le notizie, ma il pubblico riesce a capirlo?
FILM E
CONTRIBUTI
Siamo
sicuri che i fondi pubblici destinati a tanti film e ad altre forme “culturali”
siano spesi beni e non coprano invece spesso interessi politici, spettacoli
ideologicamente schierati (di solito a sinistra) con spettacoli di basso
livello anche se "firmati" da compagni di grido? Chi stabilisce
seriamente se un film meriti o no un contributo? Vedo pellicole insulse ma
politicamente ideologizzate precedute dall'avviso di aver goduto di contributi
pubblici e penso che sono anche soldi miei. Film sponsorizzati anche se poi non
vanno nelle sale, non hanno pubblico, tra l'altro quasi sempre con attori
dall'acuto accento romanesco.
Secondo
un’inchiesta pubblicata su “Qui Finanza” e dati Adnkronos i contributi
pubblici al settore sono notevolmente aumentati negli ultimi anni passando da
423,5 milioni di euro nel 2017 a 850 milioni nel 2022, circa 745 milioni
quest’anno.
Dai
documenti pubblicati emerge però anche il vertiginoso aumento dei cachet ad attori
e registi coinvolti. Si fa il caso della serie “A casa tutti bene”, diretta da Gabriele Muccino, che è
stata finanziata con 2,1 milioni di euro dal Fondo attraverso il credito
d’imposta e per la quale il regista avrebbe dichiarato un compenso di 2,2 milioni
di euro, o gli 1,4 milioni per Paolo
Genovese, il regista della serie ‘I Leoni di Sicilia’ - uscita
sui canali Disney+ nei giorni scorsi - che ha ricevuto finanziamenti per un
totale di 8,7 milioni, così come molto ingenti appaiono i compensi per altri
film finanziati e diretti da
Luca Guadagnino, Edoardo Gabriellini, Saverio Costanzo, Joseph Wright.
C’è poi il problema del pubblico visto che alcuni film finanziati avrebbero
fatto registrare un clamoroso fiasco. E’ il caso di ‘Prima di andare via’, diretto
da Massimo Cappelli,
che avrebbe ricevuto un contributo pubblico di 700.000 euro, ma registrando
poi solo 29 spettatori in sala. Complessivamente oltre 20 film finanziati
avrebbero avuto meno di mille spettatori ciascuno con incassi di poche migliaia
di euro, ma con finanziamenti pubblici totali per 11,5 milioni. Come si
determina concretamente il livello culturale di uno spettacolo, al di là delle
immancabili raccomandazioni? Insomma, chi controlla i controllori?
Per questo
comprendo e condivido quindi il disagio pubblicamente espresso dal ministro Sangiuliano, ovviamente
criticato dai diretti beneficiati. .
BUONA
SETTIMANA A TUTTI!
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 927 del 27 ottobre 2023
di MARCO ZACCHERA
Per scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri arretrati de IL PUNTO e altre news:
www.marcozacchera.it
GRAZIE AI LETTORI CHE MI INVIERANNO ALTRI
INDIRIZZI A CUI SPEDIRE "IL PUNTO" !
SOMMARIO: Un anno di Meloni – Odio in Medio
Oriente – Magistrati chiari e comprensibili - la buffonata della
“privacy” – CGIL in sciopero
CORRE IL TEMPO
E’ già passato un anno di governo Meloni. Dovessi dare sinteticamente dei voti ne
darei uno buono alla premier, uno discreto a governo e maggioranza, un’
insufficienza all’opposizione. Secondo me la Meloni è andata meglio del
previsto dimostrando di avere capacità, misura, grinta. Un anno fa si pensava a
immani disastri e conflitti ideologici, economici e sociali mentre invece
“Giorgia” ha tenuto bene il campo anche a livello internazionale ed economico
dimostrandosi preparata e di buon senso in una situazione generale estremamente
difficile.
In generale il governo si è dimostrato
coeso, anche se alcune figure (Santanchè, ed ora Sgarbi) non hanno certo brillato.
Non mi poi ha convinto, in parte, la
politica estera per me troppo schiacciata su USA e Bruxelles, ma è stato forse
il prezzo da pagare per accreditarsi e non farsi strangolare tra MES e PNRR
tentando di avere per l' Italia un nuovo ruolo più autonomo in Africa e nel
Mediterraneo dove sul fronte immigrazione il governo si è invece dimostrato
spesso insufficiente, ma non solo per la gestione degli sbarchi quanto per
mancanza di una concreta strategia futura.
Maggioranza parlamentare complessivamente
coesa, ma Salvini è un pò in ribasso e non riesce a
ritrovare un suo ruolo, mentre Forza Italia soffre la scomparsa del Cavaliere
ed è a rischio liquidazione.
Le recenti vicende personali della
premier, infine, credo abbiano suscitato in molti un sentimento di rispetto e
comprensione ed anche in questo episodio la Meloni ha dimostrato di avere
capacità nel gestire gli eventi e saper esprimere anche un sentimento di
profonda umanità.
Sinceramente non è pervenuta invece
l’opposizione: tra litigi, quotidiana demagogia spicciola, nullità di proposte
alternative, sconfitte elettorali e crisi interne (sarò di parte, ma mi sembra
davvero questa la realtà) molto meglio la Meloni rispetto alla Schlein ed a Conte.
Divisioni e crisi infine anche nel Terzo
Polo, ma
Renzi è un
abile furbone e politico navigato: risorgerà.
ISRAELE, ONU, GAZA:
PUNTI FERMI
Nella mattanza in corso in medio Oriente
mi permetto ricordare due aspetti:
1) Fate tornare indietro le lancette
dell’orologio al 6 ottobre. Non c’era In corso nessuna particolare tensione, in
Israele era giorno di festa, al confine con Gaza era in corso un Rave Party con
centinaia di giovani, il confine era tranquillo e poco presidiato. C’è stato un
attacco improvviso, organizzato, premeditato, violento, con la cattura di
centinaia di ostaggi e l’uccisione a freddo di centinaia di persone innocenti,
bambini compresi. Un attacco di sorpresa, micidiale, brutale, e - dopo
l’attacco - centinaia di miliziani di Hamas sono rientrati a Gaza insieme agli
ostaggi. Israele avrà mille colpe pregresse, ma nulla giustificava quello
specifico attacco se non la fredda volontà di uccidere, rapire, distruggere,
scatenare reazioni e in definitiva far ripartire una nuova guerra, come è
infatti puntualmente avvenuto.
2) Gaza è una città assediata dove milioni
di palestinesi vivono da sempre tra mille difficoltà e dove migliaia di
terroristi di Hamas sono infiltrati da anni nelle case, nei garage, nei
palazzi, negli ospedali, nei centri di raccolta. Lo fanno volontariamente, ben sapendo
che la contraerea israeliana colpirà esattamente il punto di partenza dei
missili (che sono piccoli tubi trasportabili ed occultabili) e quindi obiettivi
civili. Se il razzo parte dal balcone di casa tua verso Israele che è a due
passi, chi ha lanciato il colpo subito scappa, ma la reazione (automatica,
neppure controllata manualmente) colpisce dopo pochi secondi il tuo stesso
balcone e la tua famiglia innocente, cosa che Hamas sa benissimo e in
definitiva desidera per alimentare odio e terrore.
Israele o non reagisce o coinvolge
innocenti, ma secondo voi cosa deve fare?
Questo spiega, però, perché conquistare
militarmente Gaza sia impossibile senza una carneficina, che comunque non
risolverebbe il problema e quindi per Israele sarebbe una iniziativa suicida.
Se si vuole risolvere la crisi palestinese bisogna comunque trovare un accordo,
un compromesso, ma come si fa a farlo se ci sono nel mondo “geni del male” che
vogliono lo sterminio dei popoli? Se voi foste israeliano, come reagireste? E
se voi foste palestinese? Caliamoci nelle realtà, nei problemi, nei drammi
personali di chi è involontariamente coinvolto e non può neppure fuggire ! Ma
se non c’è via d’uscita salvo il reciproco sterminio totale ecco come solo
dialogo, comprensione, tempo, volontà possono portare ad un compromesso ed a
una pace - o almeno alla sopravvivenza - ma se si alimentano e si giustificano
le azioni come quella del 7 ottobre invece si vuole la guerra e qundi il
contrario della pace.
Israele ha mille responsabilità da decenni,
ma è grave che un segretario generale dell’ONU non abbia avuto il coraggio di
sottolineare con forza chi abbia innestato la “scintilla” del nuovo scontro e
in qualche modo l’abbia giustificata. Se le nazioni del mondo volessero
davvero la pace porterebbero truppe ONU a presidiare e garantire Gaza,
smantellerebbero Hamas e le altre organizzazioni fondamentaliste
imponendo per contro ad Israele tutta una serie di condizioni. Ma l’ONU
non ha la forza di farlo, addirittura alcune nazioni come l’Iran vogliono la
guerra per odio viscerale e atavico contro gli ebrei ed i musulmani sunniti:
Anche per questo purtroppo si continuerà ad odiare ed a morire.
CHIAREZZA
La Giustizia nelle sue decisioni deve
sempre essere chiara e comprensibile. Ieri 26 ottobre il Consiglio Superiore
della Magistratura ha emesso il seguente comunicato in merito al “Caso
Apostolico”, la giudice di Catania nota alle cronache. Lo ripropongo
integralmente certo che tutti i lettori capiranno perfettamente il suo
significato.
"La verifica circa la pendenza
di numerose richieste di apertura di pratica a tutela scaturite da espressioni
ritenute dai proponenti lesive della autonomia ed indipendenza della
magistratura ha indotto la commissione a deliberare preliminarmente
(all'unanimità) la analisi urgente delle stesse per valutarne la riunione alla
nuova pratica, ritenendo assolutamente necessario affrontare il tema con la
completezza che merita".
Auguri di completa comprensione.
PUBLIC PRIVACY (?)
Quanta ipocrisia: compiliamo tonnellate di
documenti sulla privacy, paghiamo una inutile Autority che costa milionate (e
chissà poi perché questi sostantivi vanno scritti sempre con la y finale, quasi
non ci fossero identici termini in italiano), scarabocchiamo tante firme su
documenti spesso illeggibili e incomprensibili (avete mai letto il testo di un
documento per aprire un conto in banca, andare dal medico o ritirare un
certificato?), ma ci dicono che tutto avviene per "tutelarci".
Poi anno in rete i fuori-onda (rubati)
dell’ex compagno della premier Meloni e tutto allora diventa lecito perché è
“politica”. Mi chiedo quali siano i limiti concreti dell'informazione e
se sia corretto mettere in pubblico immagini rubate a tradimento, volgari
quanto volete, ma ricordando allora che sono altrettanto volgari milioni di
barzellette triviali, immagini, dialoghi e battute da bar. Dove comincia e dove
finisce la privacy? Perchè se si tocca un politico o un presunto VIP la privacy
non c'è più, ma a partire da quale livello? Da quale base di reddito o livello di
notorietà si può liberamente entrare o meno nel tritacarne mediatico? E perché
in una indagine a volte per gli imputati ci sono solo le iniziali e per altri
lo sputtanamento completo, salvo poi essere assolti?
Lasciamo perdere il buongusto e le questioni
private di una coppia: ma è lecito, corretto, questione di buon gusto o solo
per una malcelata volontà di distruzione politica che sono andate in onda le
immagini di "Striscia" sull’ex partner della Meloni come tante altre
immagine “rubate” che circolano sui social. Mi sembra tutta una grande
ipocrisia collettiva dove il "privato" è inteso sempre a piacimento,
modello fisarmonica. Smontiamo allora questa inutile pantomina sulla
"privacy", oppure si ammetta pubblicamente il fallimento di una
normativa che esiste solo per forma e mai per la sostanza.
P.S. Sulla separazione della Meloni ho
ascoltato anche la pesante ironia della comica Littizzetto che a “Che tempo che
fa” non ha fatto ridere neppure il pubblico in sala, mentre mi sono chiesto
come mai “Striscia la notizia” in tanti anni non abbia allora mai minimamente
ironizzato sulle “performance” amatorie del fu Cav. Silvio Berlusconi: gossip
ed immagini non sarebbero certo mancate...
LO SCIOPERO
ANNUNCIATO
Essendo la CGIL notoriamente preveggente
già da luglio era stato annunciato uno suo sciopero generale contro la
“finanziaria” (allora neppure in gestazione) ora messo ufficialmente in
cantiere in data da destinarsi. Nessun preconcetto contro il governo, ovviamente.
Il problema è che effettivamente questa
legge finanziaria è limitata, bloccata dal deficit e dal buco imponente del
bonus 110% edilizio che pesa per tre volte tanto sui fondi dello stato. Eppure
allora la CGIL non lo criticava e ancora il M5S insiste oggi a difendere questo
mostro legislativo che ha aiutato una minima parte di contribuenti, ma che
stiamo pagando tutti. A parte la protesta contro le misure economiche (non
giudicate sbagliate in sé dalla CGIL, ma giudicate minime rispetto al necessario)
la protesta è perché non è stato ridotto il deficit pubblico. Ottima idea, ma
il deficit chi l’ha creato: la Meloni?
BUONA SETTIMANA A
TUTTI!
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 913 del
9 giugno 2023 di MARCO ZACCHERA Per scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it Numeri arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it Sommario: Sono in Canada e quindi questo numero de
“Il Punto” è un po' precotto, mi scuso con i lettori, ma non mi pare che in
Italia stiano succedendo cose stravolgenti. Qui comunque nessuno parla di PNRR
o di Ucraina, piuttosto di incendi boschivi. Intanto leggo che è stata fatta
saltare una diga al confine russo con disastri ambientali ed accuse reciproche.
I servizi segreti USA “Tendono a ritenere che le responsabilità siano russe”
Frase più da Ponzio Pilato che sibillina visto che gli americani possono
perfino vedere dai satelliti una persona che si soffia il naso, ma ancora una
volta non c’è nulla di chiaro. Per esempio dopo nove mesi ufficialmente non
sappiamo neppure chi abbia distrutto l’oleodotto russo del Baltico, bloccando
“a prescindere” le forniture di gas russo all’Europa. A Washington
evidentemente ci considerano ben poco e ci raccontano quello che vogliono, ma
hanno ragione visto che l’Europa in campo diplomatico e strategico sembra
assente e paralizzata, purtroppo anche per potenziali iniziative di pace.
PS: leggo
ricostruzioni assurde e fantasiose sul naufragio di una barca sul Lago Maggiore
che a bordo aveva degli 007 più o meno in pensione. Date retta ad uno che il
lago lo conosce bene: non c'è nessuna spy story dietro, ma solo l'imprudenza (o
l'incoscienza) di non aver tenuto conto di un temporale in avvicinamento e di
aver "taroccato" una barca sopraelevandola senza rendersi conto degli
effetti del vento. Nessuna ironia perchè ci sono stati di mezzo quattro
annegati, ma bisognerebbe scrivere meno sciocchezze... DROGA
LIBERA Venite,
venite a vedere in Canada. Visitate la British Columbia e troverete panorami
stupendi e una natura meravigliosa come ho la fortuna di vedere da alcuni
giorni. Passeggiando per Vancouver però sono rimasto colpito per aver visto per
la prima volta in vita mia, in pieno centro e di mattina, due ragazzi sfasciati
su altrettante panchine con ancora la siringa piantata nel braccio. Vivi o morti
non lo so (il giorno prima uno probabilmente morto era piantonato dalla polizia
su un marciapiede a due passi dal bellissimo palazzo del tribunale, tutto
aiuole e fontane) certo spettacoli sconvolgenti. Sono
rimasto sorpreso da questi fatti, poi sono andato a controllare ed ho scoperto
che la “progressista” e liberal British Columbia (BC), degno specchio del
premier Trudeau (quello
che il mese scorso ha attaccato la premier Meloni per presunti azioni
discriminatorie verso il mondo LGBT+), dopo aver già da alcuni anni
completamente liberalizzato la cannabis anche per uso “ricreativo” (testuale)
dal 31 gennaio ha completamente liberalizzato anche l’uso e il possesso delle
droghe pesanti: eroina, morfina, cocaina, metanfetamina, ecstasy e il fentanyl,
l’oppioide sintetico cento volte più forte della morfina che dopo aver travolto
gli USA è diventata la droga più diffusa in Canada. Ha spiegato il ministro
della saluta della BC Jennifer
Whiteside “Siamo convinti che la droga sia un problema di
salute, non un problema penale: dobbiamo fare questo ulteriore passo per
permettere di superare la vergogna e lo stigma” Venite, venite allora a vedere
gli effetti di questa democratico-progressista liberalizzazione e poi qualcuno
si farà pur delle domande sulle sue conseguenze concrete. Intanto, secondo i
dati ufficiali, le morti per overdose negli ultimi due anni nella sola British
Columbia, sono state 4.400, più di quelle dell’intera epidemia di Coronavirus.
Ipocrisia nell’ipocrisia - ma a conferma che a proposito di droga c’è una
cultura tutta di sinistra sulla libertà di bucarsi – in Canada non potete
comprare una bottiglia di vino o di birra in un supermercato, ma solo negli
appositi store mostrando la carta d’identità, così se volete comprare un
pacchetto di sigarette, ma solo se maggiorenni. Insomma “bucarsi” va bene,
fumare “light” o peggio bere un bicchiere di vino assolutamente no…fa male alla
salute! L’EUROPA CI
RADDRIZZERA’ ANCHE LE BANANE ? L’Europa ci
sta abituando a intervenire su tutto. Purtroppo non ci chiede mai un’opinione
sui grandi temi di politica estera, economica o sanitaria, sull’effettiva
opportunità del MES o sulle politiche “di genere”, né ci fornisce con un po' di
trasparenza i costi dei vaccini e gli affari della Ursula Von den Leyen, ma
in quanto alle questioni “green” non la batte nessuno. E’ di
questi giorni l’avvio delle nuove norme europee in materia di imballaggi che
stanno creando un putiferio politico ed economico tra le aziende produttive e
vedono l’Italia schierarsi – almeno a livello governativo - contro alcune delle
nuove norme volute da Bruxelles. Partiamo da
una innegabile verità: produciamo troppi rifiuti da imballaggi e l’obiettivo
principale è quindi di ridurli. Per questo, secondo l’Europa, servono
contenitori riutilizzabili o ricaricabili, ad esempio per le bevande.
Teoricamente è perfetto, solo che conseguentemente saranno progressivamente
vietati tutti quelli monouso per frutta e verdura, oltre ai flaconi e
contenitori di piccole dimensioni. Diverse
misure mirano inoltre a rendere gli imballaggi completamente “riutilizzabili”
(prima ancora che riciclabili, non è una sottigliezza) entro il 2030 con
sistemi tra cui l’introduzione di un sistema di deposito cauzionale
obbligatorio per le bottiglie di plastica, di vetro e i contenitori in metallo
per liquidi alimentari fino a tre litri. Il
funzionamento sembra estremamente semplice e bello: acquistando una bottiglia
d’acqua, una lattina di birra o di una bibita in vetro il consumatore verserà
una cauzione che gli verrà restituita nel momento in cui restituirà il vuoto in
appositi contenitori. Questo in
teoria, perché al lato pratico vi sono infiniti problemi organizzativi
soprattutto per i negozi che non siano grandi supermercati e molti contenitori
di oggi sono di difficile riuso. Pensate ai contenitori della frutta, a una
busta di insalata, a una bottiglia di vino. Così come strutturato, il
regolamento europeo andrebbe di fatto a colpire soprattutto i settori del vino
e dell’ortofrutta, due punti di forza del Made in Italy e più esportati
all’estero. Certamente
se il vino verrà venduto invece del vetro in una confezione tetrapack questa
avrà componenti riciclabili, ma come riusare una bottiglia di vino senza
l’attrezzatura per il re-imbottigliamento, a parte la qualità del prodotto?
Coldiretti chiede dunque di correggere l’attuale proposta eliminando i divieti
per il monouso di frutta e verdura sotto il peso di 1,5 Kg. Pensateci:
avete mai comprato una busta di insalata da un kilo e mezzo? Serve per un
condominio, non per una famiglia! Di fatto ci sarebbe ben maggiore spreco
alimentare e si tornerebbe alle vendite sfuse (con quali garanzie di igiene e
qualità?), con merci che andrebbero poi comunque riposte da qualche parte.
Certo la vecchia sporta di vimini delle nostre nonne fa molto green, ma spesso
è di fatto oggi improponibile. In teoria, però, le norme europee sembrano
logiche o almeno tese a ridurre la produzione degli involucri, ma è qui che
l’Italia insorge: la gran parte della plastica e del vetro già oggi è
biodegradabile o riutilizzabile come materia prima e le aziende italiane ne
sono produttrici-leader: eliminare il sistema vorrebbe dire fare
tecnologicamente una marcia indietro danneggiando i paesi – come il nostro –
dove il riciclo ha ormai una percentuale molto elevata. Non c’è
dubbio che in generale serva una forte coscienza ambientale, così come è
assurdo e brutto veder buttar via nell’ambiente a milioni le bottiglie di
plastica (che però già oggi vengono tutte riciclate, se opportunamente
differenziate) ma l’approccio europeo sembra – come quasi sempre – non voler
tener conto delle difformità culturali e storiche, per esempio per le bottiglie
di vino in vetro da 0.75 che tutti utilizziamo. Alla fine
una volta di più è una scelta anche politica, di marketing, di aiuto a un certo
ciclo industriale rispetto ad un altro e salvo arrivare poi a situazioni al
limite dell’assurdo, come tutti possono verificare leggendo già oggi
l’etichetta-monstre di un panettone o di una colomba pasquale (che non si fanno
né in Svezia né in Finlandia) in vendita nella UE. Alla luce
delle norme già oggi in vigore, infatti, l’europeo ecologicamente conforme
dovrebbe suddividerne l’imballaggio come già oggi appare appunto sulle
etichette. Ovvero -
mangiato il panettone! - la confezione di cartone andrà gettato
nella carta, il sacchetto contenitore nella plastica,
lo stampo di cottura nell’organico, mentre
il laccetto andrà nel metallo e
la maniglietta ancora nella plastica o negli scarti vegetali a
seconda di che cosa è fatta. Assurdo?
Facciamoci intanto e comunque anche un onesto mea-culpa: mentre a Bruxelles si
disquisisce e si arriverà a voler raddrizzare le banane intanto troppi di noi
restano maleducati, ignoranti ed imbecilli, ovvero italianissimi che continuano
a buttare i rifiuti lungo le strade, vedere per credere.
BUONA
SETTIMANA A
TUTTI
MARCO ZACCHERA IL PUNTO n. 912
del 2 giugno 2023 di MARCO ZACCHERA Per scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it Numeri arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it SOMMARIO: Il centrodestra si impone ai
ballottaggi a conferma dell’apprezzamento alla Meloni e finalmente di un
miglioramento - a livello locale - della sua classe dirigente. Guai in vista invece per il PD e una Schlein deludente e senza
idee chiare. Anche la Spagna svolta a destra e si profilano elezioni europee
nel ’24 estremamente importanti.Una nota doverosa su Danilo Toninelli e una
riflessione sul terremoto in RAI dove a sinistra c’è una fuga in corso:
occasione per una riflessione seria sul servizio pubblico televisivo. AMMINISTRATIVE: SCHLEIN-CRACK Il centrodestra vince ovunque, salvo che a Vicenza, nei
ballottaggi delle amministrative di domenica scorsa con risultati “storici”
come il successo ad Ancona, ma soprattutto rivince in città già strappate al
centro-sinistra nel 2018 confermando quindi di essere stato capace di
amministrare bene e questo per me è l’aspetto più importante. Bis nelle isole, dove a Catania il mio amico avv. Enrico Trantino
(figlio dell’indimenticabile e tuttora attivo Enzo Trantino, parlamentare e principe
del foro italiano) ha vinto al primo turno con il 66,1% dimostrando che
credibilità, serietà e qualità personali si seminano nel tempo e non si
improvvisano. Risultati complessivamente sorprendenti (e perfino inattesi,
visto che di solito nei ballottaggi il centro-destra è perdente), da onorare
ora con comportamenti amministrativi seri ed impeccabili. Il PD è in crisi forse perché sta diventando “né carne né pesce”
(in tutti i sensi, anche di genere…) e la neo-segretaria Elly Schlein appare
incapace di dare risposte minimamente chiare appiattendosi solo su slogan o
posizioni confuse, demagogiche e contraddittorie come sul PNRR o le armi
all’Ucraina, forse in attesa di chiarimenti interni. Crolla anche il M5S dove
la poco credibile demagogia di Conte
evidentemente non paga. E SE ANCHE LA SPAGNA… Anche la Spagna vira a destra ed è questo il chiaro verdetto
delle elezioni amministrative che hanno interessato domenica buona parte del
paese, tanto da indurre Sanchez a chiedere al Re di sciogliere le Cortes e
andare a votare il prossimo 23 luglio. Anche in vista delle elezioni europee
dell’anno prossimo, la sconfitta di Sanchez - personaggio “modello Schlein”
(o viceversa) - apre scenari interessanti per futuri governi di centro-destra
a Madrid e per la potenziale costruzione di un “fronte-sud” politicamente
omogeneo rispetto al centro-sinistra di Bruxelles. Sempre di più l’Italia
deve però svolgere un ruolo di catalizzatore dei problemi mediterranei – in
primo luogo per la gestione dell’immigrazione a livello europeo - e il
risultato spagnolo, dopo quello greco, va in questo senso. Certamente le
prossime elezioni europee assumono un’importanza crescente per invertire
l’attuale rotta europea su troppi temi etici ed economici. MEA CULPA: SORPRESA TONINELLI Per puro caso ho ascoltato nei giorni scorsi una intervista di Gomez a Danilo Toninelli, ex
ministro grillino delle infrastrutture e dei trasporti che - dopo due mandati
parlamentari – per coerenza non si è più ricandidato ed è tornato a fare il
suo modesto lavoro di assicuratore. Ho ascoltato parole chiare, dirette, animate da una onestà
intellettuale che mi è sembrata sincera, in personaggio incommensurabilmente
migliore di altri balordi ex M5S alla Di
Maio. Mi è piaciuto il suo bucare lo schermo con
disarmante franchezza ed ho pensato che forse ho fatto male a criticarlo in
passato perché – almeno come persona – meritava maggiore ascolto, sia in tema
di rapporti con Autostrade che per la gestione dei lavori pubblici, ma anche
- e soprattutto - per il suo modo di intendere la politica. Approfondimento: POST FAZIO-FAZIOSITA’, SAVIANO E L’ANNUNZIATA Lucia Annunziata se ne va dalla Rai non per un fatto
preciso, ma perché “non condivide nulla di questo governo”. E chi le ha
chiesto qualcosa? Ma da quando una giornalista del servizio pubblico (e che
quindi dovrebbe essere indipendente per definizione) dopo aver guadagnato
milionate di soldi nostri se ne può uscire così, sottolineando ancora una
volta la partigianeria politica del suo ruolo, dopo che per decenni – come Fazio – ha
imperversato indisturbata con i SUOI programmi, i SUOI commenti, le SUE
interviste, le SUE parolacce, le SUE interruzioni quando era obbligata a
convocare (finalmente) un ospite non allineato. Ma un teleutente qualsiasi
non dovrebbe avere IL DIRITTO di chiedere conto della faziosità
dell’Annunziata, visto l’ OBBLIGO assurdo a pagare il canone ad un’azienda
che ha consumato risorse inenarrabili, ha mortificato infinite volte la
verità con la sua pseudo-informazione lottizzata propagandata ai tele-utenti
che - come bovini - non hanno mai avuto la possibilità di esprimere un
parere, una critica, un confronto? Vada avanti senza indugio il governo a ripulire per quanto
possibile questo carrozzone e se qualcuno se ne va per conto suo, ponti
d’oro. Tanto sappiamo tutti che l’Annunziata avrà un prossimo seggio
graziosamente offertogli dal PD (già alle prossime europee?), così come
avvenne per la Gruber,
Sassoli ecc.ecc. Quello che chiedo al governo Meloni è piuttosto di mettere al posto
dei compagni che se ne vanno non dei “camerati”, ma gente in gamba, attenta,
simpatica: facce nuove per rinnovare una TV pubblica che per me ha comunque
poco senso, ma che – se proprio dobbiamo tenercela – sia allora pluralista
vera. Pluralismo non significa bilanciare i secondi per questo o quel partito
in nome di una pseudo par-condicio, ma per offrire inchieste coraggiose,
indagini serie (su tutti), ospiti pluralisti e dibattiti veri e non precotti.
E’ davvero chiedere troppo? Se la Rai fosse costretta finalmente
a campare senza canone imposto, reggendosi con le proprie gambe (così come da
sempre le altre TV commerciali della concorrenza, a cominciare dalle reti
Mediaset che spesso la battono a costo zero per il contribuente) credo che -
per cominciare - taglierebbe i suoi costi spesso esagerati, gli sprechi, le
assunzioni pilotate ecc. ecc. Di questo, per cominciare, ne avremmo molto bisogno. Ma se queste cose sono andate avanti per decenni (e non mi
illudo che cambieranno) è stato anche per l’incapacità del centro-destra ad
occuparsi sul serio della RAI che non deve essere intesa come posto utile per
imbucare l’amica-attricetta di turno, ma da presidiare seriamente,
quotidianamente, contestando gli sprechi così come le forzature a sinistra
che sono andate avanti indisturbate per anni. Dov’era la “commissione parlamentare di vigilanza” quando c’era
da IMPORRE pluralismo e trasparenza proprio all’ Annunziata, a Saviano, a Fazio e
compagnia cantando? Luciana Littizzetto ha concluso il suo show tra gli
applausi scroscianti degli astanti (messi lì a pagamento) affermando “Cara
Rai, restiamo amici, chissà magari un giorno ci rivedremo, spero in un’Italia
un po’ diversa. Un’Italia dove la libertà sia preservata e dove il dissenso
sia sempre leale…e non dimenticarti mai che il Servizio Pubblico è di tutti. Di quelli che la
pensano come chi governa, ma anche di quelli che pensano il contrario,
persino di quelli che non sono andati a votare” Parole sante, sottoscrivibili, ottime, ma quando mai nella sua
trasmissione si è visto un vero pluralismo? Forse che l’onnipresente Saviano
non ha sempre connotato ogni suo intervento in un attento e preconcetto
discorso politico? Questi monologhi andavano ed andrebbero controbilanciati,
ma nello stesso tempo potrebbero mettere in luce una realtà che spesso a destra non si
ha il coraggio di ammettere ovvero l’incapacità a proporre una propria
visione e alternativa culturale. Fino ad oggi la scusa poteva essere quella della mancanza di
spazio nella Tv pubblica, ma adesso – se ci si crede veramente in un progetto
globale - sono nuovi valori (e volti) che devono emergere, mentre il rischio
è di riscoprirsi spaventosamente indietro rispetto alla sinistra, dove la
cultura ha fatto “sistema” sicuramente auto-referenziandosi, ma potendo
disporre anche di un grande parterre preparato negli anni, esattamente come
nel mondo della scuola, delle amministrazioni locali, della magistratura.
Questo è il compito immane che ha davanti la Meloni e - tra alleati scomodi e
incrostazioni varie- sicuramente non sarà facile per lei come per tutti
uscire dal tunnel e riveder le stelle. . CON L'AUGURIO VERO DI UNA BUONA SETTIMANA A TUTTI
MARCO ZACCHERA |
IL PUNTO n. 911 del
26 maggio 2023
di MARCO ZACCHERA
Per scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: La tragica
alluvione in Romagna ha sottolineato anche tanti gesti di solidarietà e
collaborazione politica che non vanno sciupati. A seguire qualche commento
sull’opinione corrente degli italiani (e dei lettori) sulla guerra in Ucraina,
sulle sfilate di Louis Vuitton sul Lago Maggiore e per la discesa in campo di
DeSantis per le prossime elezioni presidenziali USA. Buona lettura!
ALLUVIONE E DINTORNI
C’è stato
anche del buono nella disastrosa alluvione che ha colpito le zone di Ravenna,
Forlì, Faenza e Cesena e - nella tragedia - dobbiamo anche sottolineare le cose
positive.
In primis
la spontanea dedizione di migliaia di giovani che, pala in mano, hanno subito
cominciato a lavorare concretamente per aiutare la gente e sgombrare le
fabbriche inondate. Una bella pagina di solidarietà, a sottolineare che c’è
anche tanto di buono, di spontaneo e valido nelle nuove generazioni, troppe
volte sottovalutate. Il secondo aspetto positivo è che tra governo e regione
c’è stata – almeno per ora - unità di intenti, sottolineata anche pubblicamente
dal governatore Bonaccini.
E’positivo che sia così, a ricordare che davanti alla catastrofe contano poco
(o niente) le divisioni di parte, così come conterà solidarietà ed unione per
la ricostruzione. In questa prospettiva – a parte alcune incompatibilità
pratiche e amministrative da risolvere – non vedrei nulla di male se il governo
Meloni
decidesse di affidare il commissariamento per le zone alluvionali (o almeno un
co-commissariamento) proprio allo stesso governatore Bonaccini: un modo anche
per sottolineare una rottura con i metodi e criteri passati, vedi i vari
paracadutati politici messi ad occuparsi di terremoti e sciagure varie, non
sempre molto competenti.
Ritengo sia
comunque dovere di tutti dare una mano e personalmente credo più nelle concrete
iniziative “di base” piuttosto che nelle grandi sottoscrizioni dall’incerto
destino (avete mai avuto
un minimo resoconto di come siano stati spesi i milioni di euro incassati dalla
Protezione Civile per il COVID?!). Per questo suggerisco a chi
volesse aiutare di farlo attraverso la Caritas di Forlì che sta aiutando
direttamente centinaia di persone in estrema difficoltà. IBAN: IT46O 03069 13298 1000 0000 7011.
Grazie! (a chi vuole posso poi comunicare personalmente i nomi dei responsabili
e maggiori dettagli sulle iniziative in corso). Una volta di più i romagnoli si
sono comunque rimboccati le maniche e sono esempio di concretezza: grazie a
tutti loro per come reagiscono, con tanta amicizia e solidarietà.
ARMI ALL' UCRAINA
La
settimana scorsa avevo chiesto ai lettori che cosa ne pensassero sull’invio
delle armi in Ucraina. Un test assolutamente non scientifico poiché il campione
è limitato e non rappresentativo e oltretutto non so cosa votino o come la
pensino politicamente i miei lettori. Ho avuto una quarantina di risposte. Due
lettori (P.V. e P.P.) sono assolutamente “pro” all’invio di armi in termini
intransigenti, tre o quattro sono più tiepidamente favorevoli a continuare ad
aiutare Zelensky
e altrettanti sono propensi a farlo, ma solo chiedendogli di accettare subito
in cambio un accordo, pena la fine degli aiuti. La netta maggioranza si è
dichiarata però contraria a continuare nell’invio di armi, alcuni anche con
parole sferzanti. In particolare mi ha colpito il numero delle persone che
dichiarano di apprezzare la Meloni nel suo lavoro, ma sono assolutamente
contrarie all’ attuale politica italiana verso l’Ucraina. Numerosi sono stati
infatti quei lettori (in questo seguendo un po' la mia linea) che in termini
più o meno aspri sottolineano appunto una eccessiva dipendenza italiana alle
posizioni UE e di Biden.
Se la mia è
stata una raccolta di idee senza alcun criterio statistico valido, nei giorni
scorsi è stata però pubblicata una indagine molto più approfondita effettuata
da “Termometro Politico”
(andate a leggere i dettagli, si tratta di un campione rappresentativo di 4200
casi). Da questo sondaggio appare come il 58,3% degli italiani sarebbe CONTRO
l’invio di armi in Ucraina, mentre i favorevoli sarebbero il 40,3%. Da notare
che i contrari sono aumentati – ma non di molto – rispetto all’anno scorso,
salvo che tra gli elettori di FdI, più propensi di prima a continuare nelle
forniture forse per la posizione assunta dalla Meloni. Gli elettori di Renzi – con il record di
quasi il 92% - sono comunque i più favorevoli alle forniture a Kiev, seguiti in
percentuale dagli elettori PD (59%, ma un anno fa erano il 73,7%). I più
contrari sono invece gli elettori M5S (92,8%), della Lega (80,5%), a seguire
quelli di Forza Italia (54,1%) e di FdI (50%). Nel partito della Meloni i pro e
contro oggi infatti si bilanciano, rispetto al 62% di contrari alle forniture
di un anno fa.
Unico
commento: ma conviene alla Meloni non tener conto di una opinione così
prevalente dell’elettorato? O, ancor più esplicitamente, è giusto che in una
democrazia non si tenga conto del pensiero della maggioranza dei cittadini?
Lascio la risposta alla coscienza di ciascuno di voi.
LOUIS VUITTON
Grande
settimana di eventi sul Lago Maggiore dove Louis Vuitton ha presentato – nel
magnifico palcoscenico naturale e storico dell’Isola Bella – la sua nuova
collezione 2024. Un evento durato più giorni a cui hanno preso parte molti VIP
di quel mondo ricco, rilucente ed opulento che può permettersi di pagare un
abito o un accessorio più dello stipendio annuale di una persona normale nel
mondo “occidentale” e non parliamo se del terzo e quarto mondo dove si campa
(quando ci si riesce) con molto meno.
Certamente
una bellissima cartolina promozionale per Stresa e tutto il Lago Maggiore,
occasione per un vero e proprio maquillage di strade e giardini ancora più
fioriti del solito e diventati una “vetrina” spettacolare, purtroppo un po’
rovinata dal maltempo. Comunque uno scenario fiabesco, rilucente, costato molti
milioni di euro e riservato ad un gruppo ristretto di VIP, super-ricchi,
super-imbucati e clienti importanti per la Casa parigina.
Con
piacere, come residente sul Verbano, ho apprezzato lo show mediatico, la
bellezza e la promozione collegata all’evento, ma come persona razionale e
sicuramente modesta, esprimo però un mio profondo imbarazzo.
Penso al
mondo in guerra o che lotta sotto il fango, a quelle sterminate folle anonime
di povera gente che un lusso così non può neppure immaginarselo e - per contro
- a chi può spendere invece migliaia di euro per abiti o borse dal valore
intrinseco spesso infinitesimale, ostentate come segno di ricchezza.
Osservo e
non giudico, ma resto triste, disorientato, incerto. Come può un mondo
continuare così, tra super ricchi e super poveri? Pongo il problema alla
coscienza di ognuno.
USA, DE SANTIS CONTROCORRENTE
Ron
DeSantis, governatore della Florida, si è ufficiaklmente candidato alle
primarie repubblicane per la "nomination" in vista della campagna
elettorale verso la presidenza USA dell'anno prossimo.
In Italia
l’annuncio della sua candidatura, tra i pochi che ne hanno parlato, è stato
largamente accompagnato da scetticismo, preconcetti ed ironia.
Sky 24
parla di un candidato che "Cercherà di raccattare voti e soldi": un
evidente disprezzo preventivo verso chi - se Trump fosse minimamente
consapevole dei suoi limiti - potrebbe diventare davvero il prossimo
Presidente. Se infatti DeSantis fosse alla fine ufficialmente il candidato
repubblicano sarebbe un vero spauracchio per i democratici a rischio di
sconfitta opponendo al prorompente e giovane governatore la spenta figura di
Biden.
Sicuramente
DeSantis (tra l'altro pochi sanno che tutti i suoi nonni e bisnonni, sia da
parte di padre che di madre, erano immigrati italiani) è stato capace di
trasformare il suo Stato sviluppandolo e ottenendo grandi successi, per esempio
opponendosi al lockdown generalizzato ai tempi del Covid e riscuotendo così
molte simpatie elettorali non solo tra i repubblicani e anche tra quegli
americani non di sinistra ma stufi delle piazzate alla Trump.
Un
personaggio da seguire con attenzione, ma il mondo dell’informazione italiana è
largamente dominato dai democratici USA ed italici, quindi… Sarà comunque una
lunga ed appassionata campagna elettorale
UN AUGURIO DI BUONA SETTIMANA
A
TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO
n. 910 del 19 maggio 2023
di MARCO
ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: Primo
turno delle amministrative favorevole al centro destra, ma i conti veri si
fanno dopo i ballottaggi. Intanto Zelensky continua i
suoi tour e viene rifornito ad ogni passo di armi: per me è un controsenso, se
si vuole veramente arrivare almeno ad un armistizio. Mentre finalmente Fazio lascia la
RAI, Di Maio viene sistemato in modo
vergognoso. Infine, noto che in Italia si parla molto (male) di Trump ma mai di Biden, eppure quanti
traffici suoi e di famiglia ci vengono nascosti!
POVERO PAPA
FRANCESCO
Immagino lo
sconcerto e la tristezza di papa
Francesco. Sono mesi che invita, chiede, implora la pace per
l'Ucraina o almeno una tregua. Viene suo ospite a Roma il presidente Zelensky e si presenta
in Vaticano come un burino di periferia, in maglione girocollo e gli
dice che la pace non gli serve e che semmai ci sarà solo come e quando vorrà
lui, che non ha bisogno né di consigli né di diplomazia, tanto - avrà aggiunto
- di armi ne ho e ne avrò a volontà, me le regalano USA, UE e GB fin quando mi
serviranno ed in modo illimitato, quindi non si parli neppure di un armistizio,
il Vaticano non mi serve e anche le proposte cinesi vanno rifiutate.
Un'ora dopo
- sempre in maglione - viene ricevuto a palazzo Chigi e al Quirinale con tutti
gli onori, addirittura abbracciato da una Premier che sembra aver perso al suo
confronto ogni logica od autorevolezza. A sera Zelensky è già in Germania e poi
in Francia presentandosi sempre come emblema della pace. A Londra addirittura
lo riforniscono anche di missili a lunga gittata, strano modo di costruirla
visto che sono armi offensive e non certo difensive.
Nessuno che
nelle varie tappe gli chieda mai conto di come spenda i fondi, come usi le
armi, come venga controllato, che fine abbia fatto l'opposizione interna e come
intenda rappresentare in futuro le minoranze etniche, se mai in Ucraina ne
esisteranno ancora e, anzi, lo invitano ad entrare in Europa al più presto quando
altri paesi attendono invano da decenni.
Domande
addomesticate, mai stringenti (vero
Vespa?) o tantomeno imbarazzanti: con Zelensky non si usa. Lui,
presentandosi come campione della libertà, con la guerra ha comunque fatto
l'affare della vita e se intanto gli ucraini (e i russi, ma quelli non contano
nulla) muoiono a centinaia… chissenefrega.
So di
essere critico su di lui e forse non condiviso, ma mi piacerebbe chiedere
ai lettori de Il Punto se la mia posizione – nonostante una pressione
quotidiana costante e martellante di tutti i media a favore di Kiev – sia così
isolata o è invece più diffusa. Perché, a dispetto dei media tutti schierati
con Kiev, incontro in giro tanta diffidenza, tanti timori e riserve sulla
posizione italiana ed europea nei confronti di Kiev. Possibile che gli scettici
capitino tutti a me?
RAI: BELLI
CIAO
Ma come
potremo mai resistere senza Fazio
e la Littizzetto
in Rai, con i loro ospiti quasi tutti sempre e soltanto di sinistra nel solito
circuito di autopromozione mediatica? La Littizzetto sarà costretta per
vivere a continuare a fare la pubblicità degli strofinacci!!?? A questo siamo
finiti per la perfida volontà dei destrorsi fascistoidi antidemocratici,
signori & signore che hanno brutalmente preso il potere in Rai con la
violenza! Compagni: ora e sempre resistenza!
INTANTO DI
MAIO E’ SISTEMATO
Il prode Borrell ce l’ha fatta e
finalmente Di Maio
è sistemato come “Inviato Speciale” europeo nel Golfo a rappresentarci per
energia e sicurezza: una scelta vergognosa perché “raccomandato” (da Draghi e Gentiloni) non certo
perchè “il migliore”. Lui (il Di Maio) scrive: “Honoured to be entrusted by
HRVP @JosepBorrellF and EU Member States as first
EUSR for the Gulf region. It’s a great responsibility. Ready to engage, listen
& find together w/ EU Members and each of our regional partners the best
ways to jointly deepen our security and prosperity”
Ma questo è
un FALSO: Di Maio non sa neppure l’inglese! Quel “our” (nostra) prosperità non
si riferisce agli europei, ma evidentemente a lui Di Maio medesimo e alla sua
ciurma: per lui stipendio
da 16.000 euro NETTI al mese esentasse per 21 mesi, più benefits ed indennità.
Ma non c’è da vergognarsi?
Approfondimenti:
TRUMP/BIDEN:
ESEMPI ITALIANI DI DISINFORMAZIONE
Grande
spazio mediatico per la condanna in primo grado di Donald Trump, che dovrà
pagare – salvo sicuri appelli e ricorsi – 5 milioni di dollari per aggressione
sessuale ai danni della scrittrice Jean
Carroll nei camerini di un grande magazzino di New York nel
1996 (!) e di averla poi diffamata.
Sentenza
indubbiamente anche “politica” visto che Trump non è stato considerato
colpevole di stupro, che non vi furono denunce 27 anni fa né testimoni e che la
“diffamazione” è per l’aver definito “farneticanti” le accuse della Carroll.
Sta di fatto che i media mondiali si sono sbizzarriti su questa piccante
vicenda tacendo invece le concomitanti conclusioni della Commissione di
inchiesta della Camera dei Rappresentanti USA a carico dell’attuale presidente Joe Biden, la cui
famiglia è accusata di riciclaggio di denaro per milioni di dollari.
Una vicenda
che negli USA è al centro del dibattito, ma che incredibilmente non ha raccolto
spazio soprattutto in Italia, in un evidente doppiopesismo informativo.
La
questione è molto seria anche perché chiama in causa la questione ucraina e le
pressioni USA esercitate prima del conflitto sulla politica di Kiev che hanno
portato al potere Zelensky spiegando anche i motivi dell’attuale posizione
americana.
Secondo la
commissione - che ha presentato i suoi risultati il 10 maggio - gli
investigatori hanno provato le presunte attività illegali di circa 20 società
create dalla famiglia Biden per ricevere pagamenti da clienti privati, società
estere e governi stranieri – soprattutto Cina e Romania – durante il periodo
della vicepresidenza di Biden ai tempi di Obama. Decine di milioni di dollari che in
un gioco di passaggi vengono man mano “ripuliti”, fatti che sarebbero già stati
bene a conoscenza del Dipartimento del Tesoro USA che però non sarebbe
intervenuto per spinte e pressioni politiche.
In
particolare, la commissione del Congresso fortemente voluta dai repubblicani
sottolinea che i versamenti ai Biden vengono anche da società legate
all’intelligence cinese avanzando ombre sulla figura del presidente. La
commissione – presieduta dal deputato repubblicano del Kentucky James Corner –
in quattro mesi sembra aver raccolto dati molto gravi, raccolti in un primo
dossier di 36 pagine presentato alla stampa.
Biden è
sostanzialmente accusato di aver fatto affari (vietati) durante la sua
vicepresidenza soprattutto tramite il figlio Hunter Biden, già al centro di complesse
indagini dell’FBI sulla sua società Burisma che operava in Ucraina nel campo
delle transazioni energetiche pagando il figlio di Biden 50.000 dollari
al mese. Appare anche pesante la posizione del fratello del presidente, Jim Biden direttamente
collegato al governo cinese, mentre la commissione avrebbe confermato che nel
periodo di Burisma per l’affitto di una casa di famiglia nel Delaware Hunter
avrebbe pagato al padre (allora vicepresidente) 49.000 dollari al mese.
Questo aspetto
era emerso anche il 20 settembre 2020 da un report del Senato USA che
denunciava gli stretti rapporti tra Hunter Biden e società del gas russe,
ucraine e cinesi, ma l’ FBI – secondo i repubblicani – rallentò le indagini in
vista del voto elettorale ed ora i deputati repubblicani chiedono di ritenere
colpevole di oltraggio al Congresso proprio il direttore dell’FBI Christopher Wrayche che
non ha rispettato il mandato di comparizione per chiarire le nuove circostanze
emerse dalle indagini. Secondo i parlamentari, inoltre, da tempo l’FBI ha in
mano documenti che complicherebbero la posizione del figlio di Biden, ma i suoi
vertici non vogliono comunicarli al Congresso.
Il
presidente Joe Biden ha pubblicamente difeso suo figlio Hunter mentre -
indipendentemente dall’ inchiesta del Congresso - altri pubblici ministeri
federali, dopo un’indagine penale durata quattro anni, stanno decidendo
sull’opportunità di accusarlo di violazioni fiscali. Schermaglie giudiziarie,
ma è evidente che - comunque andranno le cose - la prossima campagna elettorale
per la presidenza USA si giocherà anche sui dossier, i veleni e le carte
giudiziarie. Chi non segue direttamente la politica USA avrebbe comunque il
diritto di una informazione completa ed obiettiva e non solo legata alle
vicende galanti di Trump che peraltro con i suoi atteggiamenti spesso sembra
fare di tutto per tirarsi addosso ogni antipatia possibile.
BUONA
SETTIMANA A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 909 del
12 maggio 2023
di MARCO
ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: Due dati sull’immigrazione tanto per
sbugiardare Parigi mentre riprende la corsa (?) verso il presidenzialismo, ma
sarà durissima perché tante volte si è cercato in varare questa riforma e
purtroppo vincono sempre i veti incrociali. Intanto, apprezzabile lo stile di Cottarelli nel dimettersi dal PD ma di lasciare
conseguentemente anche il seggio al Senato, non è un Borghi qualsiasi! Auguri a Michela Murgia nonostante le sue sciocchezze
antimeloniane, mentre la giustizia ha dato ragione a Salvini che denunciò lo spaccio al “Pilastro”
di Bologna.
IMMIGRAZIONE
E DEMAGOGIA
Il signor Macron dovrebbe annotare
che l’Italia (dall’inizio dell’anno all’11 maggio) ha accolto solo dal “fronte
sud” 45.157
migranti ufficiali rispetto ai 12.324
dell’anno precedente,a parte gli oltre 100.000 “giacenti” nelle varie strutture
italiane, quelli arrivati non censiti (una quantità, soprattutto dalla Tunisia)
e quelli subito spariti. L’obiettivo europeo era di ricollocarne 6.000 al mese nei vari paesi UE,
ma ad oggi in tutto il 2023 non
ne è stato ricollocato praticamente nessuno. Se il governo
tenta respingimenti allora diventa “cattivo, razzista e fascista”, se li lascia
arrivare è “umanitario”, ma è poi è accusato da Parigi e dalla sinistra di non
sapere gestire il fenomeno. Per non sbagliare la Francia “umanitaria” chiude le
sue frontiere e ributta con la forza in Italia chi passa il confine. Quanta ipocrisia: questa è solo
un’Europa che se ne frega del problema, punto e basta.
PRESIDENZIALISMO
Il governo
di Giorgia Meloni
fa bene a giocare ora, ad inizio legislatura, la carta del
presidenzialismo cercando di varare una riforma costituzionale che credo
avrebbe l’appoggio della maggioranza degli italiani.
Sarà però
difficile riuscirci perchè la sinistra ogni volta che si parla di queste cose
sente fumo di totalitarismo e manganello, lo boicotta e quindi tutto
resta com’è.
Conte sostiene
che il presidenzialismo non passerà mai, mentre è inquietante sentire la
signorina Schlein
afferma che le riforme “Non sono una priorità”.
Da sempre
sostengo che l’elezione diretta del Capo dello Stato sarebbe un grande segno di
democrazia e di responsabilità dell’eletto/a verso tutti i cittadini, anche
perché avremmo grande bisogno di un “sindaco d’Italia” (copyright di Matteo Renzi) per
cercare di ridurre lo squalificato ruolo dei partiti, usi ai soliti ricatti e
veti incrociati. D'altronde proprio l’elezione diretta del sindaco è stata
l’unica riforma elettorale che si sia dimostrata convincente per tutti e non ha
senso continuare ad eleggere un Presidente solo da una ridotta platea di
parlamentari eletti per cooptazione e posti blindati dalle segreterie di
partito. Questione di democrazia.
W LA
COERENZA (COTTARELLI: LEZIONE DI STILE)
Anche Carlo Cottarelli, eletto
senatore per il PD, ha deciso di lasciare l’incarico non condividendo la linea
della Schlein. Dopo l’abbandono di Fioroni,
Marcucci, della Chinnici e del sen. Enrico Borghi un’altra
defezione per la neo-segretaria.
In questo
caso, però, c’è stata una ben diversa lezione di stile. Mentre Borghi, per
esempio, si è trasferito armi e bagagli in Italia Viva facendo fessi gli
elettori e nonostante fosse stato “nominato” senatore grazie al capolistato
blindato del PD in Piemonte, Cottarelli – dimostrando di essere una persona
corretta, di ben altro spessore ed altra pasta rispetto a Borghi – ha
annunciato infatti di DIMETTERSI dal Senato affinchè altri potessero
subentrargli, non considerando corretto continuare ad occupare il seggio visto
che non condivide più le scelte del PD.
Un esempio
unico di serietà e coerenza a dimostrare che quando si è seri nella vita lo si
continua ad essere anche se eletti e che dovrebbe suggerire una consuetudine:
se ti eleggono e poi cambi idea non ti vendi a qualcun altro, ma ti dimetti.
Una scelta
che purtroppo non si fa quasi mai, visto che nella scorsa legislatura oltre un
terzo dei parlamentari aveva cambiato casacca senza minimamente tener conto del
voto “politico” degli elettori. Per non parlare – tornando al caso Borghi – che
non solo l’esimio senatore non si è dimesso dal Senato, ma ha addirittura
mantenuto anche il suo incarico nel Copasir (servizi segreti) in “quota PD” pur
essendo uscito dal partito. Doppia incoerenza, ma è l’Italia dei furbetti. Per
questo, un doveroso e sincero apprezzamento per la coerenza di Carlo
Cottarelli.
MICHELA VS.
GIORGIA
Massima
comprensione umana per Michela
Murgia, scrittrice queer (ovvero di sesso “diagonale”) di
estrema sinistra che annuncia ai media di avere un tumore avanzato augurandosi
di morire “Quando Giorgia Meloni non sarà più presidente del Consiglio perché
il suo è un governo fascista”. Seguono nelle sue varie interviste un bel po' di
frasi per me decisamente farneticanti che leggo più come una sua disperata
volontà di farsi notare che opinioni di senso compiuto. Mi lasciano sbigottite
le idee della Murgia, soprattutto che una persona al dichiarato avvicinarsi
alla morte provi questo odio verso il prossimo ed abbia come pensiero
predominante il presunto governo “fascista”. Bene le ha risposto Meloni sui
social con frasi di comprensione, ma anche con ironia: “Le auguro lunga vita,
perché io ho intenzione di restare premier a lungo”. Vedremo chi vincerà, ma
sarebbe neglio vincessero entrambe
SPACCIO
Vi
ricordate le ultime lezioni regionali in Emilia, quando Bonaccini vinse per un
soffio? Un successo del PD grazie alle Sardine (poi sparite nel mare del nulla,
salvo il seggio assicurato dal PD al loro leader) caratterizzate dalla
forsennata campagna contro Salvini che citofonò a una famiglia del quartiere
Pilastro a Bologna davanti alle telecamere "Ci hanno segnalato una cosa sgradevole e volevo che lei la
smentisse. Ci hanno detto che da lei parte una parte dello spaccio della droga qua in quartiere",
disse testualmente il leader della Lega che finì nel tritacarne mediatico con
l'accusa di aver violato la privacy di quella onorata famiglia. Personalmente
avrei comunque evitato il gesto provocatorio, ma certamente Salvini toccò un
nervo scoperto, ovvero lo “spaccio libero” e tollerato dalla amministrazione di
sinistra in quella zona della città. Sono passati tre anni e adesso (non certo
per colpa di Salvini) tutti
componenti di quella famiglia sono stati effettivamente condannati per spaccio
di stupefacenti e reati collegati: tutti, ovvero genitori e figli, per un
totale di 14 anni di reclusione (che purtroppo probabilmente non sconteranno
mai). Valeva più la forma o la sostanza? Forse più di tutto l’amara realtà: lo
spaccio al Pilastro intanto continua indisturbato.
BUONA
SETTIMANA A
TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 907 del
28 APRILE 2023 di MARCO ZACCHERA Per scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it Numeri arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it SOMMARIO: Troppe
polemiche e retorica per il 25 Aprile che dopo 78 anni non hanno più senso,
visto che dovrebbe la data-simbolo della libertà di tutti. Intanto, come Nostro
Signore, Giggino Di Maio è risorto grazie all’UE che lo salverà dai creditori.
Finalino piemontese: il “nostro” senatore PD Enrico Borghi ha cambiato (ancora)
casacca ed approda ora alla corte di Matteo Renzi: auguri! 25 APRILE E DINTORNI Niente da
fare: anche quest’anno permil 25 Aprile fiumi di polemiche, accuse e richieste
di DNA antifascista pena la “scomunica” politica. Giorgia Meloni è nata 32 anni
DOPO il 1945 eppure mai come quest’anno vi è stata un' alluvione di retorica
resistenziale tra dibattiti scontati, servizi TV e titoloni dei giornali,
mentre la gran parte degli italiani pensava soprattutto alle vacanze del
“ponte” di fine aprile. Negli anni
la troppa retorica ha quasi portato all’indifferenza e questo NON è un bene
perché la libertà e la democrazia non sono automatiche e scontate, dovremmo
ricordarcelo sempre. Il 25
aprile 1945 finì una guerra maledetta voluta dal fascismo e dal sacrificio
fiorì la libertà per tutti: questo è il suo significato vero ed importante. Se poi
invece si vuole discutere di Storia, allora lo si deve fare con onestà
intellettuale e senza luoghi comuni, anche perché “la storia la scrivono sempre
i vincitori” e c’è allora il rischio che quella tanto mitizzata NON sia sempre
trasparente e veritiera, soprattutto quando, raccontandola, non si ha neppure
il coraggio di ammettere che - comunque - l’Italia la guerra la perse e non la
vinsero i partigiani (che erano molto diversi e divisi tra loro stessi,
dimenticarlo è un altro grosso errore storico), così come la mattanza della
guerra civile – a parti invertite – purtroppo non finì il 25 aprile e
bisognerebbe avere allora il coraggio di ricordare anche quella. Ma basta
polemiche, non servono più: onoriamo con rispetto e gratitudine chi allora
offrì la propria vita per la libertà di tutti e, soprattutto, cerchiamo di
esserne degni. L'ALTRA RESISTENZA Chissà se
gli italiani hanno capito davvero che Il "Piano Nazionale di Resistenza
(!) e Resilienza" (PNRR) non ha nulla a che vedere con il 25 aprile
e soprattutto che non sono soldi REGALATI dall'Europa ma da RESTITUIRE CON GLI
INTERESSI. Non solo,
questi interessi ora sono TRE VOLTE più alti rispetto a 3 anni fa e continuano
a salire perchè legati a tassi liberamente decisi dalla BCE che quindi potrà in
futuro condizionare e strangolare le economie degli stati europei. Il PNRR sarà
insomma per l’Italia in gran parte un nuovo debito pubblico costoso e non
certamente un regalo. Più ci
indebitiamo più dovremo (dovremmo) restituire e quindi sprecare i fondi del
PNRR è un insulto all’intelligenza, meglio prendere di meno ma per spese
selezionate. Di queste cose però in TV con chiarezza non se ne parla mai,
mentre credo che bisognerebbe spiegarlo molto meglio ai cittadini visto che
deve essere un calcolo di convenienza ed una scelta che ipotecherà il futuro
soprattutto delle nuove generazioni, ce ne rendiamo conto? DI MAIO: VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA Quel
simpaticone di Borrell (il "ministro degli esteri" europeo) doveva
venire in Tv a dirci: “Italiani, parliamoci chiaro: noi siamo la Commissione UE
e siamo di sinistra, voi non siete un c… (tipo Marchese del Grillo). Quindi
sappiamo benissimo che Di Maio è una nullità, ma Draghi ci aveva chiesto un
piacere e quindi nominandolo “Inviato speciale dell’Europa nel Golfo Persico”
l’abbiamo fatto come scelta politica e per assicurargli un buon stipendio, dopo
la sua recente trombatura elettorale, quindi fatevene una ragione!” Ecco,
questo sarebbe stato un discorso comprensibile, magari criticabile, ma onesto. Invece
Borrell ha avuto la sfacciataggine di sostenere che “Di Maio è la scelta
migliore”, quasi che uno che non sa quasi nulla della materia, non parla
l’inglese e non ha una laurea sia migliore dei suoi “concorrenti” tutti ex
ministri, plurilaureati e specialisti e/o già inviati speciali nell’area per
conto dell’UE e comunque con una lunga esperienza internazionale: un
insulto all’intelligenza di tutti. Forse non
hanno ricordato a Borrell che il suo nuovo “inviato speciale” è proprio il
personaggio che sosteneva i gilet gialli contro Macron ed è lo stesso Di Maio
che da ignorante confondeva pubblicamente Pinochet come dittatore del Venezuela
anziché del Cile e la Siria con la Libia. Ma se
queste sono le balle che conta Borrell, allora lui stesso non è più credibile
anche per le cose importanti come l’essere il più strenuo difensore della
escalation della guerra in Ucraina che sta portando l’Europa al disastro.
Dietro alla
nomina c’è però anche un altro aspetto politico ancora più grave.
Ricordiamoci che durante il suo incarico da Ministro degli Esteri, Di
Maio ha avuto con la Cina rapporti gravi ed ambigui contro la stessa linea politica
europea: la “Via della Seta” da lui sostenuta rischia di essere un guaio per la
stessa Europa, come può rappresentarci quindi proprio Di Maio nel Golfo
Persico? Già solo questo aspetto avrebbe dovuto fermare la scelta di Borrell. Una scelta
che è però anche un’offesa al nostro governo che non vuole questa nomina e
soprattutto ai cittadini-elettori che hanno fatto fare a Di Maio una figuraccia
pazzesca bocciando in maniera inequivocabile e pesante la sfacciataggine di
questo pulcinella abituato a cacciar balle e vivere di slogan, un populista che
come il vermetto della mela si mangia tutto quello che può. Ricordiamoci
il Di Maio apparso al balcone di palazzo Chigi annunciando di aver abolito la
povertà, dopo aver peraltro pronosticato che lui e i suoi avrebbero “Aperto il
Parlamento come una scatola di tonno” salvo poi diventare proprio lui l’emblema
della “Casta”, alla faccia di tutti quelli che gli avevano creduto. Un
acchiappa-poltrone che ha cambiato cavallo e casacca a sfinimento, che nella
sua carriera è stato sempre “nominato” e mai eletto e che spudoratamente –
rimasto temporaneamente in mutande - corre adesso dietro solo ad un (super)
stipendio e relativi benefit. Conosco
personalmente almeno 50 diplomatici italiani che sarebbero stati molto più
esperti di lui, altro che essere “il migliore d’Europa”! Non è più accettabile
essere trattati come Nazione in questo modo, non è accettabile che Gentiloni
sia lì a (mal) rappresentarci “nella vigna a far da palo” e stando zitto su
queste decisioni. In generale non se ne può più di questa Europa
scriteriata, falsa ed ipocrita, oggetto di ricatti morali e scandali finanziari
nascosti dai suoi vertici e che calpesta la volontà democratica dei suoi
cittadini. Tutto ciò è vergognoso e spero che il governo Meloni abbia il
coraggio di opporsi strenuamente e senza ambiguità a questa nomina farlocca,
assurda e soprattutto offensiva per tutti. ENRICO BORGHI HA CAMBIATO CASACCA Il senatore
piemontese del PD Enrico Borghi, già mio “successore” alla Camera (e con il
quale ebbi diversi scontri sulla sua “trasparenza” quando era sindaco di
Vogogna), poi piazzato al Senato da Enrico Letta in posizione blindata (niente
collegio, troppo rischioso…) ha cambiato casacca e dal PD é passato all’Italia
Viva di Matteo Renzi. Da ex DC e declinando poi tutta la serie dei
passaggi verso sinistra ora si sta riconvergendo al centro. Non richiamo la
coerenza verso gli elettori (è inutile, anche perché è ormai merce rara e
scaduta, anche se il voto è solo di pochi mesi fa), piuttosto noto che le sue
parole pesantissime sul PD e la Schlein dovrebbero essere meditate dagli
elettori di quel partito. Il suo
passaggio permetterà a Italia Viva di fare gruppo al Senato e questo significa
un bel bottino economico, Intanto per non sbagliare Borghi annuncia che non si
dimetterà dal Copasir. Coerenza, appunto.
UN SALUTO
E BUONA SETTIMANA A
TUTTI
MARCO ZACCHERA IL PUNTO n.
906 del 21 APRILE 2023 di MARCO ZACCHERA Per scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it Numeri arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it SOMMARIO: C’è una gran
confusione sul tema “immigrazione” che ha anche aspetti poco conosciuti.
Intanto Calenda ha divorziato da Renzi, il Parlamento Europeo ci
dipinge come feroci discriminatori sessuali e l’Italia continua la sua guerra
in Ucraina senza che si vedano vie d'uscita. CONFUSIONE Ma la sinistra davvero vuole che non ci sia alcun filtro
all’ondata di migranti che si è abbattuta sul nostro paese? Dopo Cutro il
governo sembra timoroso nel prendere una liea chiara, di fatto siamo al
“arrivino tutti” e gli scafisti applaudono. L’Europa chiacchiera e poi come
sempre sparisce, i centri di accoglienza scoppiano, ma soprattutto non
c’è solo il problema “arrivi” perché poi bisogna mantenere tutti, leggete
l’approfondimento più avanti. IL DIVORZIO Calenda ha divorziato da Renzi: più che un matrimonio politico
era stata insomma una sbandata, un flirt elettorale. Certamente è difficile
stare insieme quando non si vuol costruire qualcosa in comune e la convivenza
con Matteo Renzi è da sempre davvero difficile. Intanto, però, grazie al
flirt un po' di gente ha mantenuto il posto in Parlamento con liste
blindate e questo (per loro) era l’importante. Restano quegli elettori illusi, quelli che speravano in un terzo
polo moderato per creare qualcosa di diverso rispetto al PD sempre più
demagogico della Schlein. Dimenticati? Semplicemente imbrogliati, ma – come
sempre - chissenefrega… RETORICA E ANTIRETORICA Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione “per la
depenalizzazione universale della omosessualità” nella quale “Si deplorano
gli attuali movimenti retorici anti-diritti, antigender, anti-Lgbtqia+ a
livello globale” e si “Condanna fermamente la diffusione di tale retorica da
parte di alcuni influenti leader politici e governi dell’UE come nel caso di
Ungheria, Polonia e Italia”. Approvando questi testi credo che ci sia anche molta “Retorica
dell’anti-retorica” per evidente preconcetto politico. Sono poi andato a
vedere che cosa significhi esattamente “Lgbtquia+” sigla che man mano si
allunga, scoprendo (dalla Treccani) che risulta essere l’acronimo di
“lesbiche, gay, bisessuali, trans gender, queer, intersessuali e asessuali”
dove il + finale (testuale) “Fa riferimento a ulteriori specificità di genere
per orientamenti sessuali non eterosessuali e non binari che non rientrano
nella sigla”. Complimenti, chiarissimo, così come risulta evidente che il
Parlamento Europeo non abbia altro da fare. UCRAINA La guerra in Ucraina è scivolata tra le notizie “brevi”: dopo 14
mesi non fa più notizia, ma si continua a morire ed a sapere troppo poco sulla
verità dei fatti. Trovo inaccettabile che l’Italia mandi armi e non chieda almeno
un armistizio, una tregua, anche solo un transitorio “cessate il fuoco” che
non riconosca nuovi territori a Putin, ma permetta almeno l’avvio di una
trattativa di pace. L’Europa dovrebbe volere questo prima ogni altra cosa
insistendo per cercare di avviare qualche trattativa concreta e invece nulla:
eutanasia della sovranità di un intero continente. Sommessamente, inoltre, proporrei che l'UE promuovesse un pò più
di trasparenza sulla situazione politica in Ucraina ed avviasse finalmente un
controllo sull'uso dei finanziamenti che a miliardi di euro arrivano a Kiev.
Il presidente Mattarella ha dichiarato ieri a Bratislava che UE e NATO
“devono contrastare la disinformazione alimentata dalla Federazione russa” ma
secondo me servirebbe uno sforzo di trasparenza informativa anche sul
versante occidentale. Approfondimento: L’ALTRA FACCIA DELL’IMMIGRAZIONE Da un paio di mesi il capitolo “migranti” è tornato in evidenza.
Il dramma del naufragio di Cupro ha riproposto, molto alimentato dai media,
la gestione del sempre più imponente flusso di arrivi, mentre il governo
Meloni - che in avvio sembrava spingersi verso una linea più dura - ha
assunto di fatto una posizione attendista, temendo di essere accusato di
insensibilità. Ne approfittano scafisti & C. per moltiplicare i trasporti
cui si è aggiunta un’ampia e nuova componente tunisina alimentata dalla crisi
economica di quel paese. La situazione sembra sfuggire di mano, mentre in termini
concreti ed operativi l’Europa si sta ancora limitando a frasi incoraggianti
e scontate ma a pochi, pochissimi interventi concreti. Soprattutto i
“ricollocamenti” europei sono assolutamente sporadici, ben lontani da quelli
cui si era accennato. Ci sono poi tanti altri aspetti concreti che vengono però
ignorati dai media. Un conto è infatti l’arrivo, lo sbarco, l’alloggio in un centro
d’accoglienza di solito superaffollato e in periodica crisi di spazio, ma poi
resta la realtà quotidiana di come gestire questa massa sempre più imponente
di persone. Insomma fa “figo” raccogliere i naufraghi, ma nessuna ONG pensa
che il “sistema” si carica ogni giorno di altri migliaia di casi spesso senza
sbocco. Già pochi giorni dopo l’arrivo moltissimi migranti evaporano,
spariscono dalle statistiche. Bene o male molti di loro si infilano in
qualche angolo europeo sperando in giorni migliori, spesso aiutati da una
rete di contatti personali, oppure – purtroppo – reclutati dai racket di
diversa etnia ed estrazione che li porteranno senza documenti e senza diritti
allo sfruttamento in agricoltura o a quello sessuale, costretti quasi sempre
in situazioni abitative ed economiche disperate e comunque “debitori” per
anni verso chi aveva organizzato il viaggio. Chi invece tenta la via “legale”, inizia un lungo percorso
burocratico che durerà per sempre, finché (ma ci riescono solo in pochissimi)
dopo una lunghissima attesa qualcuno di loro otterrà la cittadinanza
italiana. Per ottenere questo traguardo passerà comunque almeno un
decennio e nel frattempo sarà stato un lungo calvario di visti, documenti,
permessi, proroghe e certificati negati, ogni volta con il cuore in gola
temendo di essere espulsi. Anche se concretamente questo non succede quasi
mai, di fatto ciò alimenta nuovamente il mercato clandestino. Ecco un limite vero di chi predica la demagogia delle “porte
aperte” per tutti: l’integrazione vera è lunga, difficile e spesso diventa
impossibile nei fatti. Perché vi è poi anche una realtà legale e burocratica di cui il
grande pubblico non ha la minima idea. Sarebbe molto utile – soprattutto se
adolescenti, perché sarà questa la nostra società nel futuro – passare anche
solo qualche minuto osservando ed ascoltando i problemi reali di chi sta in
fila davanti agli sportelli degli uffici immigrazione di una qualsiasi
Questura d’Italia. Una babele di lingue, vestiti, odori (!) di una umanità
dolente. Il travestito brasiliano che si mischia con la famiglia del
Bangladesh, il nordafricano “inserito” e un po' strafottente dal vistoso
orologio d’oro al polso (probabilmente taroccato) che con evidente
disagio condivide la fila con neri di altre etnie, oppure l’italo-argentino
che - in uno strano slang italo-castigliano - è alla ricerca dei documenti
per la sua cittadinanza, mischiato agli asiatici che devono rinnovare i
permessi. E’ difficile capirsi nella bolgia, tra le lingue e - a volte -
le urla, ma istruttivo osservare per esempio la faccia disperata
dell’immigrato a cui una poliziotta correttamente comunica (ma urlando, nel
rumore generale, e dopo che il poveretto era in coda da un paio d’ore): “Non
posso accettare questa carta, mi serve pirma l’autenticazione del documento
mediante una traduzione giurata e premia certificazione e vidimazione degli
atti allegati. Ripassi!”. Ovvio che l’interessato non ha capito nulla della
richiesta, ma ha subito compreso che qualcosa non va, mentre il bambino che
ha in braccio si mette a piangere aumentando la confusione generale. Una “umanità dolente”, appunto, ma nessuno sembra aver pensato
che ad ogni sbarco corrisponde poi un aumento infinito di queste nuove
trafile burocratiche, visti, permessi, conferme, espulsioni. La “macchina”
burocratica non ce la fa più a star dietro alle nuove ondate di arrivi che
generano problemi molto più complessi che gestire uno sbarco. Eppure di tutte
queste problematiche si parla poco dimenticando che sono invece realtà
quotidiane, l’altra faccia dell’immigrazione. STORIA IN TV RICORDO CHE SU TELEVCO-AZZURRATV VANNO IN ONDA OGNI SETTIMANA LE
MIE PUNTATE DI STORIA LOCALE, SUI CANALI 17 E 617 (Piemonte) OPPURE SU
STREAMING. Gli
appuntamenti sono il SABATO alle ore 13.30 e in replica la DOMENICA alle ore
18.00 UN SALUTO E BUONA SETTIMANA A
TUTTI
MARCO
ZACCHERA |
IL PUNTO n. 905 del
14 APRILE 2023
di MARCO ZACCHERA
Per scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: PLAGIO SCOLASTICO –
SILENZI PD - FERMIAMO IL PNRR ? – RICORDO DI GIUSEPPE PENNISI - STORIA IN
TV
RIFLESSIONI SCOLASTICHE
Il caso di
cronaca è stato silenziato, ma è clamoroso: Marisa Francescangeli, insegnante supplente
alla scuola elementare di San Vero Milis (Oristano) è stata sospesa per 20
giorni dall’insegnamento e privata dello stipendio perché prima di Natale aveva
fatto realizzare ai bambini un braccialetto-coroncina con delle perline
rappresentanti il rosario e (orrore!) fatto recitare in classe l’Ave Maria e il
Padre Nostro. “Colpa” l’aver così cercato di “inculcare” la religione
cattolica ai bambini.
Il “Fatto Quotidiano” non
ne è stato contento, ritenendo la sospensione una pena troppo lieve e arrivando
addirittura a chiedere il licenziamento dell’insegnante accusandola di “plagio
delle coscienze”. Testuale a firma di un certo Alex Corlazzoli che si auto-dichiara
giornalista: “La maestra andava licenziata perché ha manipolato le menti dei
bambini obbligandoli a fare un atto contro la loro volontà e abusando della sua
libertà di insegnamento per imporre la propria ideologia cristiano-cattolica…”
A parte
dover purtroppo notare l’eccessivo silenzio delle Autorità cattoliche che,
appunto, forse una parola di commento e maggior solidarietà potevano
esprimerla, personalmente sottolineo non solo la mia totale solidarietà alla
docente, ma mi ribello a questo modo di pensare.
Mi volete
spiegare – se è “plagio delle coscienze” far recitare una preghiera -
come e quanto “plagiano” allora migliaia di insegnanti che trasformano le loro
lezioni in dottrina politica, dalla prima elementare alla tesi di laurea? Vale
per tutte le ideologie, ma mi darete atto che la stragrande maggioranza dei
docenti politicizzati non è di estrema destra (anche perché quando salta fuori
qualche “pecora nera” viene additata al pubblico disprezzo ed emarginata), ma
un gregge di opposto colore politico che si allinea in modo assolutamente
conforme alla linea “politicamente corretta” ovvero quella
resistenzial-democratico-progressista.
So benissimo
che tantissimi insegnanti svolgono con impegno, dedizione ed orgoglio il
proprio lavoro con scrupolo e coscienza, ma proprio per questo credo che molti
di loro siano anche stufi, arcistufi di come vanno le cose e ben sapendo che
nessuno sembra avere il coraggio di affrontarle.
Non parlo
solo della Storia ricostruita a senso unico, della mancanza di pluralismo nei
dibattiti e nelle ospitate di “esperti”, ma del “plagiare” le coscienze dei più
piccoli per esempio con tutte le cretinate “gender” di diverso ordine e grado.
Temo che spesso un/una insegnante – per paura di essere schedato/a come
“normale” (e quindi “anormale”) - debba attenersi al più sfacciato conformismo
e alle più imbarazzanti interpretazioni della libertà sessuale stravolgendo
l’ordine naturale delle cose. Non sto assolutamente dicendo che un insegnante
debba emarginare o ghettizzare un/una “diverso/a”, ma ci sono dei limiti prima
di tutto di buonsenso che ormai vengono puntualmente dimenticati.
Perché è
così che si detta la linea: la maestra sarda che fa recitare in classe l’Ave
Maria va sospesa dall’insegnamento, così state tranquilli che tutti gli
insegnanti si guarderanno bene dal proporre ancora una cosa simile, il
tutto nel nome della “laicità”, ma soprattutto per paura dell’ostracismo.
No,
signori, torniamo al buonsenso e alla logica o dalle nostre scuole
usciranno studenti sempre più disadattati, confusi e complessati. Ovvio che poi
diventa “normale” che un insegnante venga preso a sberle da un genitore per
aver “osato” dare un brutto voto. Così come se ti droghi non sei che un “povero
ragazzo senza guida ed impreparato ad affrontare le difficoltà”. Sarò
“antico”, ma nessuno mi toglie dalla testa che “educare” significa anche
imporre scelte, sacrifici, ragionamenti, rinunce.
Questo ai
propri figli così come ai propri studenti, altro che “plagio delle
coscienze".
Dalla terza
alla quinta elementare ho avuto un maestro severo, laico, socialista, che
faceva recitare in classe (in piedi) solo il Padre Nostro “Perché è l’unica
preghiera seria” (diceva) e in classe crescevano insieme il figlio del borghese
come del più umile operaio, ma ci trattava tutti allo stesso modo, così come
tutti venivamo a scuola con lo stesso grembiule (eliminarlo è stata anche
questa una sciocchezza) e tutti ci alzavamo in piedi, in silenzio, quando lui
entrava in classe. Un po' di rispetto e severità? Sissignore, ma credo che così
siamo cresciuti tutti bravi cittadini e persone per bene, perché
“educare” è anche e soprattutto creare persone consapevoli, mature e
responsabili.
LA SCHLEIN DEL SILENZIO
Acclamata
segretaria da (metà) dei simpatizzanti del partito e generosamente sospinta dai
media, Elly Schlein è ormai da due mesi segretaria del PD. Auguri, ma sarebbe
ora di capire la nuova linea del partito (se c'è) sui temi più importanti e per
ora invece c’è stato solo silenzio. Criticato pesantemente il governo per il
naufragio di Cutro, per esempio, che dice il PD su questa nuova ondata di
sbarchi? Oppure, visto che sono aumentati i tassi di interesse, il PD è
d’accordo o meno per insistere su MEF e PNRR indebitandoci sempre di più? Due
esempi fra i tanti che attendono risposte.
E SE ABBANDONASSIMO IL PNRR ?
Non è una
provocazione, ma un ragionamento che andrebbe seriamente affrontato: credo che
all’Italia più che firmare nuovi debiti europei convenga progressivamente
ridurre invece gli interventi del PNRR, rinunciando ad una parte di questo
nuovo indebitamento e selezionando molto più drasticamente gli interventi
finanziati e finanziabili con i soldi europei.
Oggi la
situazione è ben diversa da tre anni fa. C’è un po' di ripresa, l’occupazione è
cresciuta così come la fiducia, ma il PNRR crea debiti che vanno restituiti e
sui quali si pagano interessi, oggi molto più onerosi di qualche anno fa.
Soprattutto
il PNRR (e i lettori de Il Punto ricorderanno che l’avevo scritto subito)
NON è stato finalizzato solo per lavori pubblici importanti, strategici,
decisivi per il rilancio del paese, ma purtroppo quei fondi si stanno
prosciugando in una miriade di bonus e lavori pubblici forse utili, ma
certamente non indispensabili e soprattutto non strategici.
Con il PNRR
si dovevano fare autostrade, ferrovie, ospedali, interventi energetici
importanti, mobilità urbana… Rinforzare il muro di un cimitero di campagna è
sicuramente utile, ma non porta lavoro o modernità indotte, così come non è
strategico rimodernare un asilo infantile quando non ci sono più bambini che lo
frequentano oppure costruire uno stadio nuovo, soprattutto quando la squadra
che l’utilizza non è più nemmeno in serie A. Il caso di Venezia è
lampante: ci sarebbero tantissime iniziative strategiche da studiare per
salvaguardare, rilanciare e tutelare questo luogo unico al mondo e che può
generare enormi vantaggi con il suo indotto turistico per tutta la nazione, ma
la “priorità” veneziana è diventata il nuovo stadio di calcio. Pensando
ai debiti che graveranno sui nostri nipoti mi viene spontaneo pensare che sia
meglio fermarci o almeno rallentare in questa assurda corsa alla spesa.
ADDIO A GIUSEPPE PENNISI
Ogni
settimana, purtroppo, qualche lettore de IL PUNTO ci lascia, ma nei giorni
scorsi è mancato a Roma non solo un lettore, ma un vero maestro e un grande
amico: Giuseppe Pennisi.
Pochi forse l’hanno conosciuto di persona tra il grande pubblico, ma certamente
lo conoscevano bene in campo economico e finanziario dove con grande saggezza,
trasparenza e capacità di analisi spiegava con parole semplici i problemi della
finanzia mondiale. Giuseppe Pennisi era nato a Roma nel 1942, Grand’Ufficiale
all’Ordine al Merito della Repubblica. Ha avuto una prima carriera negli Usa
(alla Banca mondiale) sino alla metà degli Anni Ottanta, poi è stato direttore
generale ai ministeri del Bilancio e del Lavoro, docente di economia in diverse
università, consigliere del CNEL. Ha scritto per decenni sul Il Sole-24 Ore, Il
Messaggero, su Avvenire e Il Corriere della Sera, oltre che sui fogli on-line
Il Sussidiario e Formiche. A parte l’economia, la sua grande passione era la
musica di cui era fine conoscitore tenendo diverse rubriche di critica
musicale. Giuseppe mi ha insegnato tante cose, era un cristiano autentico e un
vero, grande amico sempre vicino anche in iniziative di solidarietà come il
“Verbania Center”. “E’ stato un uomo dal pensiero libero e aperto sul mondo”
scrivono le figlie, ed è proprio vero. Un saluto particolare alla moglie
Patrice e a tutta la sua famiglia.
STORIA IN TV
RICORDO CHE
SU TELEVCO-AZZURRATV VANNO IN ONDA OGNI SETTIMANA LE MIE PUNTATE DI STORIA
LOCALE, SUI CANALI 17 E 617 (Piemonte) OPPURE SU STREAMING. Gli appuntamenti sono il SABATO alle ore
13.30 e in replica la DOMENICA alle ore 18.00
UN
SALUTO E BUONA SETTIMANA A
TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 904 del
7 APRILE 2023
di MARCO
ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: PASQUA - IN EUROPA (FORSE)
SI CAMBIA – SOROS E TRUMP – LA STRAGE DI VIA RASELLA - STORIA IN TV
E' PASQUA
Durante la
settimana, quando penso a cosa scrivere su IL PUNTO, spesso mi riprometto di
fare meno polemiche e di commentare i fatti con un punto di vista più
“positivo”. Poi vedo la TV e le rassegne stampa e mi chiedo come si possano
raccontare certe frottole alla gente… E ricasco con la polemica.
Ma domenica
è Pasqua e per tutti i cristiani deve essere un’occasione di riflessione
profonda per “rinascere” davvero, cercare di capire gli altri senza
preconcetti e soprattutto nell' impegnarci di più a rinnovare il mondo.
Nel fare gli auguri a tutti, spero che questa necessità di riflessione ci
accompagni e ci illumini, ne abbiamo davvero bisogno!
IN EUROPA
(FORSE) SI CAMBIA
Forse, con
il voto dell’anno prossimo, l’Unione Europea potrebbe uscire dal controllo
politico della sinistra visto che domenica scorsa anche la Finlandia ha virato a
destra, così come la Svezia
solo pochi mesi fa.
Più che
scelta “di destra” sarebbe meglio sottolineare come anche in questi paesi sia
cresciuto il nazionalismo e soprattutto il “senso di appartenenza” che si
caratterizza con maggiore diffidenza verso Bruxelles e chiusure soprattutto sul
tema immigrazione, bioetica, difesa delle proprie radici culturali.
Fatto sta
che a vincere in Finlandia sono stati il partito Conservatore e quello dei
“Veri Finlandesi”, movimenti che hanno entrambi superato i socialdemocratici
della premier uscente Marin, già “cocca” di Draghi.
Una
situazione che dovrebbe mettere in allarme la sinistra e il PPE visto che si
sta nettamente assottigliando il loro margine di consensi in vista delle
elezioni europee dell’anno scorso.
Nella
stessa domenica in cui anche la Bulgaria
ha confermato una maggioranza di centro-destra problemi e temi come
l’immigrazione, la crisi economica e il deficit dell’Unione si fanno sempre più
attuali e determinanti per le future scelte elettorali.
La vera
forza del connubio attuale tra sinistra, verdi e popolari che guidano Bruxelles
è comunque la debolezza altrui: i tanti nazionalismi, le chiusure, le diversità
di opinioni in campo conservatore su troppi temi rendono per ora problematica –
ma forse speriamo solo per ora – una rivoluzione alla testa della Commissione
Europea, ma certamente l’anno che ci separa dal voto europeo sarà decisamente
interessante.
Intanto da
Bruxelles un altro schiaffo all’Italia con la signora Ursula Von der Leyen
che ha accompagnato il presidente Macron
in visita ufficiale a Pechino insieme ai massimi esponenti economici francesi.
Se il signor Macron vuole andare in visita a Pechino padronissimo, ma se ci va
accompagnato dalla presidente della Commissione UE allora la signora Ursula
conferma che l’UE è a servizio di Parigi e dei suoi affari...E questo non mi
piace per niente.
TRUMP E I
SOLDI DI SOROS
Per favore,
basta con Donald Trump!
Basta a questo gioco di specchi che serve solo al disperato tentativo
democratico di mantenere alla Casa Bianca per altri quattro anni un vecchietto
debole, influenzabile e ricattabile come
Joe Biden.
Trump non è
una persona trasparente e quindi c'è ampio spazio per le inchieste giudiziarie,
ma che nel suo caso vengono gonfiate e portate avanti con evidente
partigianeria politica, il che poi gli permette di fare brillantemente la
"vittima".
Più Trump
viene accusato (lui dice "perseguitato") più crescono forse i suoi
sostenitori all'interno del Partito Repubblicano vista l’assurdità delle
inchieste, ma se Trump è forte all'interno del partito è molto più debole tra
gli elettori americani (moltissimi dei quali lo detestano) e così - se sarà lui
il candidato repubblicano - è molto probabile che alla fine vinca di nuovo il
candidato democratico, Joe Biden appunto.
Su questa
recente indagine giudiziaria contro Trump a New York diventa comunque difficile
dare torto all'ex presidente visti i metodi dell'accusa, rappresentata dal
procuratore di Manhattan Alvin Bagg, un democratico (i procuratori in USA si
eleggono) sponsorizzato direttamente da George Soros che gli ha versato almeno
500.000 dollari attraverso la sua fondazione "Color of Change". Soros
ha come obiettivo di "cambiare" la giustizia americana e
vuole imporre il suo personale punto di vista economico e politico al mondo,
una volta di più dimostrandosi uno dei massimi corruttori del pianeta.
C'è solo da
sperare che alle primarie repubblicane prevalga un candidato alla presidenza
più credibile di Trump e che a quel punto potrebbe vincere più facilmente le
elezioni contro Biden, come i democratici sanno perfettamente e Soros non
vorrebbe mai.
LE
(SCOMODE) VERITA’ SU VIA RASELLA
Un vero
peccato che il mio amico e presidente del Senato Ignazio La Russa abbia
banalizzato con una frase infelice quanto successe in Via Rasella, a Roma, il
23 marzo del 1944, con l’attentato che portò poi allo spaventoso eccidio delle
Fosse Ardeatine.
Una volta
di più si è persa così l'occasione di ricordare invece nei dettagli -
soprattutto ai più giovani - questo episodio inutile e criminale compiuto da un
gruppo di partigiani comunisti. Nella solita lettura
demagogico-retorico-resistenziale, si evita innanzitutto di ricordare che Roma
era stata dichiarata "città aperta" e che quindi - sotto
l'auspicio vaticano - non ci dovevano essere attacchi e azioni di guerra.
Non ci fu
nulla di eroico nel far scoppiare una bomba al passaggio di una compagnia di
soldati italo-tedeschi (erano delle province di Bolzano, Trento e Belluno) che
con le armi scariche tornavano a piedi in caserma. Erano persone anziane
richiamate, non forze combattenti nè SS o ipso-facto "nazisti". Ne
furono uccisi 33, oltre ad alcuni civili (compreso un ragazzo di 12 anni) che
semplicemente passavano di lì.
Soldati
obiettivamente inermi perchè l'attacco non fu appunto contro un comando
militare o uccidendo degli alti ufficiali oppure prendendo di mira un deposito
di armi o per creare un qualsiasi vantaggio dal punto di vista bellico.
No, fu solo un’imboscata per scatenare la rabbia tedesca, una scelta
"a freddo" voluta e compiuta del Partito Comunista Italiano (di cui
il leader Giorgio Amendola nel dopoguerra si assunse la responsabilità morale e
politica) e che portò a una rappresaglia spaventosa, inumana, drammatica,
assurda, ma che era già stata annunciata e che non ci sarebbe stata senza
l’inutile attentato che alla fine portò a morte 370 persone innocenti.
Nessuno dei
“coraggiosi” responsabili si presentò per evitare la rappresaglia e così
il PCI in un colpo solo sfruttò la situazione non solo per l’indignazione della
gente, ma sapendo bene che i tedeschi avrebbero ucciso per rappresaglia prima
di tutto i detenuti politici che in quel momento a Roma erano quasi tutti delle
altre varie forze della Resistenza, a cominciare dai 57 militanti del Partito
d'Azione, al leader dei partigiani monarchici - il colonnello Giuseppe Cordero
di Montezemolo - e i 44 appartenenti a "Bandiera Rossa", frazione
partigiana che il PCI ufficiale non gradiva per niente.
La bomba di
Via Rasella fu un’azione duramente criticata anche da molti ambienti
antifascisti e che portò a fratture gravissime sul fronte partigiano, eppure
giudicata così "eroica" che nel dopoguerra agli attentatori fruttò
encomi e medaglie.
Carla
Capponi - una delle attentatrici - ricevette addirittura la medaglia d'Oro al
valore militare (!) e fu eletta due volte al Senato per il PCI. Pensare di
equiparare la Capponi a un Salvo D'Acquisto (l'eroico carabiniere che offrì
volontariamente la propria vita perchè i tedeschi risparmiassero altri
condannati a morte dopo un rastrellamento) è un insulto alla memoria storica,
eppure è andata proprio così.
Non posso
che sottolineare come ci sia ancora oggi un mondo retorico-resistenziale che ad
ormai 80 anni dai fatti non ha avuto ancora il coraggio di ammettere le proprie
responsabilità, le proprie nefandezze che si mischiano e macchiano tanti atti
gloriosi ed eroici dell'antifascismo vero, quello idealista e
"pulito" di decine di migliaia di persone che lottarono e soffrirono
per la libertà del nostro paese. Gente per fortuna ben diversa dai GAP
(Gruppi di azione patriottica) del PCI che in tutta Italia come in Via Rasella
puntarono invece solo ad uccidere, a diffondere l'odio, le divisioni, le
vendette, le rappresaglie. Certo non si può voler scrivere e raccontare la
storia d'Italia e dimenticare questi loro misfatti.
Tra due
settimane sarà il 25 aprile con le consuete manifestazioni troppo spesso retoriche,
ma temo che anche quest’anno nessuno ammetterà l’inutile violenza che fu
volutamente alimentata per mesi dal partito comunista che aveva ben altri fini
– ovvero la rivoluzione sovietica – piuttosto che la libertà del nostro paese.
Così come
quasi nessuno credo ricorderà anche quegli “altri” italiani, quelli massacrati
in decine di migliaia nei giorni e nei mesi successivi al 25 aprile del ’45,
spesso solo perchè avevano scelto e si erano ritrovati "dalla parte
sbagliata".
STORIA IN
TV
RICORDO CHE
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13.30 e in replica la DOMENICA alle ore 18.00
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MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 903 del 31 marzo 2023
di MARCO
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SOMMARIO: IN SALITA - EUROPA
BLOCCATA – LA GODURIA – DUE RICORDI - STORIA IN TV
LA SALITA
Giorno per
giorno la strada per Giorgia Meloni si fa sempre più in salita nonostante
l'evidente impegno e le obiettive capacità della premier, una positiva sorpresa
rispetto alla vigilia elettorale.
Superata di
slancio la temuta crisi economica di autunno e la crisi energetica, nonostante
l'ovvia antipatia mediatica di gran parte dell'informazione nostrana ed estera,
pur con una sostanziale unità dell'esecutivo si nota però che nodi da anni
irrisolti vengono al pettine, soffocano e non sarà facile scioglierli.
Sullo
sfondo c'è poi un sempre più chiaro boicottaggio europeo che su tutto
(migranti, energia verde, tempi PNRR, spiagge, posizioni su famiglia, gender ed
affini, biodisel, alimenti sintetici ecc.) si mette regolarmente di traverso
perchè la maggioranza di centrosinistra a Bruxelles "vuole"
danneggiarci visto che siamo un paese dove i cittadini hanno chiaramente
indicato una maggioranza politica difforme da loro.
E' uno dei
motivi perchè l'Italia deve tener duro su tutto almeno fino al voto del 2024 a
cominciare dal MES, unica arma di pressione che abbiamo e - forse -
cominciando a minacciare di differenziarsi anche in politica estera
(condizionando la fornitura di armi all' Ucraina ad un credibile piano di pace)
perchè se l'Europa ci danneggia è forse ora di cominciare a distinguerci in
questo campo scoprendo, credo, che diversi paesi ci verrebbero dietro.
Oltretutto c'è poi il nostro commmissario europeo Gentiloni (espressione PD)
che non si capisce da che parte sta: lavora per l'Italia o per il
"nemico"?
UN’EUROPA
INCARTATA (O INCATENATA?)
Quando ci si allontana anche
solo per qualche giorno dall’Europa si ha la possibilità di guardare le cose
con maggiore distacco e dare un’occhiata al nostro vecchio continente magari
con affetto, ma anche con maggiore obiettività.
Se passate per Dubai e con
il pensiero andate a quanto succede a Bruxelles non potete che fare confronti
purtroppo sconsolanti. L’Europa si è incartata, incantata o incatenata: fate
voi, il risultato è che come continente siamo
drammaticamente fermi davanti ai cambiamenti del mondo
e mentre gli altri corrono purtroppo noi europei non ce ne rendiamo conto.
Dubai è oggi quello che
duemila anni fa poteva essere Roma, ovvero il centro del potere, una città
sviluppatasi in pochi decenni e che solo trent’anni fa era un deserto di
sabbia. Dubai ancor più di Londra o New York perché è qui – allargando lo
sguardo altri Emirati del Golfo e alla penisola arabica - il nuovo
centro propulsore dove si incontrano etnie e razze, lingue ed economie e dove
si costruisce più velocemente il futuro, in un derby serrato con il sud-est
asiatico e la Cina. Non è solo la questione del petrolio, ma dell’uso politico
e finanziario che si è fatto di questa risorsa.
In Arabia Saudita stanno
costruendo (sarà ultimata entro il 2025) una città del futuro, Neom, lunga 250
chilometri sulla costa del Mar Rosso. Sarà - secondo i progettisti - del tutto
autosufficiente per gli iniziali 400.000 abitanti dal punto di vista
energetico, senza auto e ecologicamente perfetta. In quanti lo sanno in Italia?
Quanti hanno capito che se
c’è accordo tra Arabia Saudita ed Iran, ovvero tra sciiti e sunniti -
addirittura sotto la regia cinese - per l’Europa vuol dire essere tagliati
fuori?
Intanto che a Bruxelles si
discute di immigrazione, sanzioni e biodiesel a Dubai si incrociano famiglie
russe che vanno e che vengono perché i voli bloccati in Europa verso l’ex
impero sovietico – qualcuno ci ha pensato? - passano adesso tutti di qui (e per
Istanbul). Insieme ai tanti russi che non sembrano minimamente preoccupati
dalle sanzioni sciamano cinesi e indiani, americani e (pochi) europei. Il Golfo
Persico è strategicamente diventato centrale perché è a poche ore dall’Europa,
dall’Africa, dai grandi mercati asiatici. I prezzi sono accessibili e la
qualità della vita ad alto livello, almeno per i cittadini emiratini.
Certamente tutto è basato
anche sullo sfruttamento di milioni di immigrati dal subcontinente indiano e
dal Nord Africa ma che comunque qui stanno molto meglio che a casa loro. Una
forza-lavoro immane e a basso costo, schiavi moderni copia-conforme di quelli
che duemila anni fa puntellavano l’economia romana, solo che questi vi arrivano
per scelta, sia pur di necessità.
La discriminazione è
visibile, a volte insolente, ma così va il mondo e se per noi europei è bello
pensare di essere invece “diversi” e più “politicamente corretti” va notato che
qui non ci sono centri di immigrazione rigurgitanti di disperati, nè
immigrazione clandestina perché si arriva solo con il passaporto ed un
contratto di lavoro, però le porte sono aperte per tutti.
L’Europa è lassù ad
accapigliarsi sulle questioni energetiche, le sanzioni e la guerra in Ucraina
(che da queste parti non interessa a nessuno) mentre qui siamo già al “post
petrolio” fatto di solare, ma anche all’acqua desalinizzata e riciclata a
volontà che irriga il deserto (ma il mare non ce l’abbiamo anche noi?) e
trasforma la città in un giardino tra mille palazzi e la siluette del Burj
Khalifa che - con i suoi 828 metri - è ancora, per ora, il grattacielo più alto
del mondo.
Ma colpiscono soprattutto i
centri commerciali con una babele incredibile di umanità.
C’è di tutto, con i muezzin
che (registrati) chiamano alle preghiere del Ramadan anche se incontri sempre
meno donne velate in un mix di società laica e religiosa, sicuramente
tollerante non fosse perché indù indiani, cristiani filippini e musulmani
sciiti e sunniti devono pur convivere.
La città è immacolata e
sicura: non una carta per terra, un’aiuola fuori posto, un buco
nell’asfalto anche nell’estrema
periferia tra svincoli
autostradali e monorotaie
sopraelevate. Un paragone
con Roma e Milano è decisamente imbarazzante.
Per
due secoli l’Europa aveva
esportato colonialismo ma anche
illuminismo e bagliori di democrazia, ma oggi è quasi assente ed
anche i marchi più prestigiosi, dalla moda alle auto, hanno proprietà e cuori
asiatici.
Siamo piccoli, contiamo
sempre di meno eppure non vogliamo crederlo, pensiamo di essere l’ombelico del
mondo e non lo siamo più, sovrastati e incalzati da un’Asia ben più numerosa,
potente, giovane. Forse dovremmo rifletterci un po' di più e smetterla di
considerarci i primi della classe: non serve e soprattutto non è vero.
In realtà questa
diventerebbe una riflessione pericolosa perché allora potremmo essere tentati
dal pensare che solo con un rinnovato rapporto con la Russia potremmo tornare
protagonisti per materie prime, superficie, possibilità di sviluppo mentre il
rapporto con gli USA, altra grande potenza in obiettivo declino, sembra più
guardare verso il passato. Passato importante, struggente, sicuramente positivo
ma che sullo scacchiere mondiale conta sempre di meno. Tra l’altro un rapporto
da sempre squilibrato, ma che adesso ci sta dissanguando sempre di più. Utile
un viaggio a Dubai, vedere per credere.
LA GODURIA
"Quanto mi fa godere la
Cassazione francese...". Questo il commento su Facebook di Enrico Galmozzi, fondatore
delle Brigate combattenti di Prima Linea, alla decisione dei giudici di Parigi
di confermare il rifiuto all'estradizione dei 10 ex brigatisti assassini degli
anni di piombo in Italia. Galmozzi è stato condannato per gli omicidi
dell'avvocato Enrico
Pedenovi e del poliziotto Giuseppe Ciotta. Conoscevo personalmente
Enrico Pedenovi, consigliere provinciale del MSI-DN a Milano, persona mite e
per bene, mai coinvolta in situazioni violente. Ucciso “per dare un esempio” da
gente che non si è mai pentita, vigliacca e coperta nella loro latitanza dorata
da una nazione europea che dovrebbe vergognarsi per questo modo d’agire dei
suoi “giudici”.
Se in Italia fossero stati
arrestati gli autori di stragi terroristiche sul suolo francese, la Francia non
ne pretenderebbe forse l’estradizione? Anche perché è doloroso prendere poi
atto delle motivazione dei giudici francesi “Dopo tanti anni – sostengono –
estradarli ora in Italia sarebbe ledere il loro essersi integrati
professionalmente e socialmente, violando in modo sproporzionato il diritto al
rispetto della loro vita privata e famigliare”. Giudici vergognosi: andate a
raccontare di questi “diritti” ai parenti delle vittime...
DUE RICORDI
Due ricordi per persone
speciali che ci hanno lasciato nei giorni scorsi.
Il primo è per il dott. Michele Ricci di
Verbania, mio amico da sempre (e fedele lettore de IL PUNTO) che per decenni si
è impegnato silenziosamente in tanti Enti e fondazioni cittadine dando un
contributo importante - quanto riservato - nell’ aiuto al prossimo e
particolarmente agli anziani in difficolta. Il secondo è per Gianfranco Falzoni,
l'uomo che con il suo impegno e la sua opera di sensibilizzazione nei confronti
del mondo culturale e politico ha salvato – mobilitando poi tanti altri - la Reggia
di Venaria (Torino), uno dei complessi monumentali oggi più frequentati
d'Italia che era finito in uno stato di totale abbandono e degrado. Il
“miracolo” di Venaria è l’aver visto lavorare insieme, per anni, enti ed
amministrazioni di diverso ed opposto colore politico restituendo così al mondo
questa memoria storica di grande valore architettonico e culturale. In modo
diverso, un “grazie” ad entrambi per quanto sono stati capaci di realizzare
nella loro vita mettendosi entrambi al servizio di tutti.
STORIA IN
TV
RICORDO CHE SU
TELEVCO-AZZURRA TV VANNO IN ONDA OGNI SETTIMANA LE MIE CHIACCHIERATE DI STORIA
LOCALE. CANALI 17 E 617 (Piemonte) OPPURE SU STREAMING. Gli appuntamenti sono il
SABATO alle ore 13.30 e - in replica - la DOMENICA alle ore 18.00
UN SALUTO
E BUONA SETTIMANA A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 902 del
24 marzo 2023
di MARCO ZACCHERA
Per scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: CASE GREEN – DELEGATO ALLA
RESISTENZA – UTERO IN AFFITTO – STORIA IN TV – Approfondimento:
LUDOPATIA PIAGA SOCIALE.
CASE GREEN
Dopo lo
stallo sulla forsennata volontà di cancellare le auto diesel e a benzina gli
euro-green che a livello politico ricattano il continente hanno puntato su di
un’altra partita, ovvero costringere tutti gli europei a mettere “a norma” le
proprie abitazioni, le aziende, gli uffici e gli edifici pubblici cercando di
imporre nuove norme “green” per contenere il consumo energetico.
Posso
capire di imporre queste norme per le nuove costruzioni, ma mi sembra assurdo
pretenderlo per le case esistenti, soprattutto quelle nei centri storici ovvero
la gran parte degli immobili italiani. Ma come sarebbe mai possibile spendere
cifre folli per ristrutturarle e contemporaneamente rispettare i vincoli
paesaggistici ed ambientali esistenti, sia nel pubblico che nel privato? E’una
norma che non tiene conto che l’Europa non è fatta solo di nordiche villette
unifamiliari con il giardinetto davanti e condomini a schiera. Se poi passasse
questa legge europea tutto il patrimonio immobiliare che si trovasse “non a
norma” sarebbe invendibile o perderebbe gran parte del proprio valore.
Ma perché
l’UE si ostina a queste misure demagogiche? Per arrivare a “emissioni zero” nel
2050 che per noi europei sembra essere la questione più importante del
continente. E’ sicuramente un fine apprezzabile, ma - quando anche ciò
avvenisse in Europa a costo di sacrifici immani - oltre il 90% del globo non
procederebbe comunque su questa strada rendendo nulli i benefici energetici, ma
portando alla rovina l’economia ed i risparmi di un continente. Noi possiamo
dare il buon esempio ma in Cina, India e negli stessi Stati Uniti queste
(purtroppo) NON sono priorità e se non c’è un percorso globale impegnativo e
definito tutto diventa demagogia. Tornando alle case, il buon senso
imporrebbe di stabilire norme per i nuovi edifici e le ristrutturazioni
programmate, ma senza insistere con quell’estremismo green che - su troppe
materie - si dimostra non solo inattuabile, ma assolutamente un controsenso.
DELEGATA ALLA RESISTENZA
Grandi
novità in casa PD. Nella nuova segreteria reginale piemontese è stato infatti
nominata una responsabile con "delega alla Resistenza" perché, spiega
il comunicato ufficiale, “Non si devono mai dare per scontati i valori
antifascisti della Costituzione, la carta fondamentale contro il
fascismo". Sono passati ormai 80 anni da quei giorni, 101 dalla marcia su
Roma, ognuno è ovviamente libero di pensarla come crede ma è significativo che
nel fu PCI-PDS-PD non ci avevano mai pensato prima, ma - indubbiamente - con il
nuovo corso se ne è subito avverita l' inderogabile urgenza.
UTERO IN AFFITTO
Quello che
è grave non è il dibattito sul “diritto” alla trascrizione degli atti di
nascita dove una coppia gay possa auto-dichiararsi “padre” o “madre” di un
bambino, ma piuttosto l’evidente volontà dei media di forzare la mano su queste
situazioni facendo passare i “diritti” di un’infima minoranza “LGBT+ “(se non
ho sbagliato a riportare la sigla) come se fossero quelli di una maggioranza
genitoriale.
Non mi
indigna quindi il “cazzo” pronunciato in diretta TV da Lucia Annunziata, ma che
la TV pubblica - una volta di più - non permetta in una trasmissione da lei
condotta di lasciar parlare la Ministro alla famiglia Eugenia Maria Roccella per
dieci secondi filati senza interromperla affinchè possa esprimere il parere non
solo del governo ma (credo) della maggioranza dei cittadini. Genitori che
comunque – oltre al parere delle coppie gay – hanno anche il diritto di
ascoltare, con calma e responsabilità, altri punti di vista. Per l’Annunziata
questo invece non è possibile:è il mondo che gira intorno a lei e lo
stesso avviene con altre ormai stagionate presentatrici alla Lilli Gruber. Una
Annunziata che il giorno prima “moderava” al congresso CGIL e che poi può
invitare, dire, sostenere alla TV pubblica quello che vuole senza possibilità
di contraddittorio.
Ma il
governo Meloni riesce o no a far cambiare l’aria in questo baraccone-Rai
insopportabile e fazioso?
STORIA IN TV
A proposito
di RAI. Prendiamo un giorno qualsiasi e chi si interessa di storia non mancherà
di ascoltare su "Rai Storia" il consueto almanacco quotidiano su
alcuni fatti successi nello stesso giorno durante il correre degli anni. Sono -
come sempre - ricordati avvenimenti di molti anni fa o della storia
recente. Purtroppo i brevi servizi su fatti accaduti nell'ultimo secolo sono
tutti letti non solo in termini antifascisti e resistenziali, ma soprattutto
molto spesso in un’ottica di estrema sinistra.
Alcune
ricostruzioni degli eventi - secondo me - sono completamente travisati e se un
ragazzo ascolta notizie date così, senza averle vissute od approfondite, come
mai potrà avere una informazione storica obiettiva?
Queste
cose, minimali, sono l l'esempio più calzante di come la sinistra abbia
"infiltrato" la Rai e giorno per giorno riesca a ricostruire,
rimodellare i fatti in modo assurdamente di parte, purtroppo nel silenzio
generale. Ecco come il "servizio pubblico" troppo spesso non dà
garanzie di pluralismo
………………………………………………….
A PROPOSITO
DI STORIA IN TV RICORDO CHE SU TELEVCO-AZZURRA TV VANNO IN ONDA OGNI SETTIMANA
LE MIE CHIACCHIERATE DI STORIA LOCALE. CANALI 17 E 617 (Piemonte) OPPURE SU
STREAMING.
APPROFONDIMENTO: LA LUDOPATIA,
UNA PIAGA SOCIALE
Si è fatto
un gran parlare della recente grande vincita al Superenalotto dipingendola come
la fortunata svolta nella vita dei vincitori, ma pochi hanno pensato a quante
centinaia di milioni di euro ha incassato l’Erario – e tutta la sua filiera –
in attesa della combinazione vincente, né di quante decine di milioni di
persone ci hanno rimesso co le loro inutili giocate durante la lunga attesa.
La prossima
volta che entrate in una tabaccheria osservate gli altri clienti. A parte
qualche ormai raro fumatore, scoprirete che la gran parte delle persone sono lì
per giocare: lotto, superenalotto, gratta e vinci, “turista per sempre”, tanti
altri giochi in cui in pochi istanti si possono impegnare somme notevol,i
perché gli italiani giocano sempre di più, ma l’incasso facile per lo Stato sta
diventando una piaga sociale.
Secondo
il Ministero della salute
sono circa 1.300.000 i malati
patologici di ludopatia, anche se solo 14.000 di loro nel 2022
hanno avuto il coraggio di ricorrere alle cure mediche e psicologiche, spesso
dopo essersi rovinati economicamente ed aver fatto sprofondare nel baratro le
loro famiglie.
Numeri
impressionanti e in costante crescita. l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli
stima nel 2022 un nuovo record dei giochi legali: “Risultati eccellenti sono
stati conseguiti nel settore del Gioco Pubblico – si legge nella Relazione del
Direttore Generale – e secondo stime preliminari, nel 2022 tale aumento
dovrebbe attestarsi intorno al 30 per cento, per un controvalore complessivo di
circa 135-140 miliardi di
euro record
assoluto nella storia dell’Agenzia”.
Se
poi il “Superenalotto” ha per lo meno un suo “lento” ritmo settimanale, sono i
“gratta e vinci” che contano di più.
Oltre al
gioco d’azzardo on line gli italiani hanno speso in media solo per il “gratta e
vinci” 523 euro nel 2004, 1.023 nel 2011, circa 1800 l’anno scorso. In totale
si è giocato nel 2021 per circa 165 miliardi, il 18% in più dell’anno
precedente e - solo di imposte sul gioco - lo Stato ha incassato 8 miliardi e
413 milioni, somma equivalente
agli
investimenti previsti dal PNRR per gli interventi di ristrutturazione
ospedaliera. Poi ci sono i giochi on-line illegali di cui sfuggono i contorni e
le garanzie, con una impennata delle giocate contestualmente al periodo Covid.
Complessivamente
è davvero un affare per le finanze pubbliche? Dipende, perché dall’altra parte
c’è il disastro sociale di milioni di famiglie in difficoltà, il ricorso
all’usura che prospera sul “nero” e sui debiti di gioco, mentre manca
completamente
un
approccio culturale e
informativo su queste
problematiche tra le giovani generazioni,
anche se il “gratta e vinci” coinvolge gente di tutte le età, soprattutto
anziani che a colpi di 5 e 10 euro si giocano in poche ore la pensione, come
sanno bene gli assistenti sociali di tutta Italia.
Non
basta scrivere l’invito “gioca
consapevolmente!”, la realtà è
che non si comprendono (o non si vogliono comprendere)
le radici psicologiche del fenomeno.
Tutto viene
impostato sull’idea positiva del “colpo grosso” che cambia la vita (ma
che purtroppo non arriva mai)
ma che psicologicamente giustifica
i fallimenti personali di chi non ha più fiducia in sé stesso, dà
la colpa al destino avverso e intanto non vuole impegnarsi a cambiare.
L’offerta
poi è subdola: quanti sanno – per esempio - che con “Turista per sempre”,
l’agognato “gratta e vinci” che con 5 euro (certi) di costo a biglietto
distribuisce l’illusione di guadagnare 300 milioni subito, 6.000 euro al mese
per 20 anni e poi un premio finale c’è però un solo biglietto vincente ogni 4,5
MILIONI di tagliandi distribuiti? Fosse scritto
almeno questo rapporto sul
retro del cartoncino, forse qualcuno capirebbe
quante minime siano le sue probabilità di vincita, così come pochi sanno che al
Superenalotto solo il 45% delle giocate finisce in montepremi.
Il problema
fondamentale è che molto spesso il ludopatico non ammette mai di avere un
problema, tende sempre a minimizzare o a negare l’evidenza e comunque non
riesce a chiedere aiuto nel modo corretto, neanche con il supporto di amici e
familiari. Se per caso uno vince rigioca subito, se perde (ovvero quasi sempre)
penserà immediatamente a come giocare di nuovo per “rifarsi” e a dove trovare
nuovi soldi per giocare.
Contro
la sua volontà non
potrà attivarsi - per
legge - neppure il percorso terapeutico
mirato a farlo uscire da tale situazione, perché solo se l’interessato è
consenziente si possono muovere i meccanismi di tutela civile attraverso i
quali anche persone diverse dal
giocatore problematico possono intervenire,
affinché vengano almeno presi una serie di accorgimenti diretti a contenere i
rischi a cui il ludopatico espone sé stesso e la propria famiglia.
Tra l’altro
uno dei motivi del massacro è la velocità di gioco, sempre più spinta. Una
volta i numeri del lotto venivano
estratti una volta la settimana il sabato
pomeriggio, così come il
pronostico Totocalcio era
legato alle partite della domenica, oggi
invece è tutto on-line, le giocate si susseguono a distanza di pochi secondi,
si possono comprare numeri infiniti di tagliati gratta e vinci con concorsi dai
nomi più esotici favorendo le possibilità compulsive. Un tema dai grandi
risvolti economici ed etici ma di cui troppo spesso non si ha il coraggio di
parlare, ma una vostra prossima volta in
tabaccheria (nel vostro interesse,
senza giocare!) sarà comunque molto istruttiva.
UN SALUTO
E BUONA SETTIMANA A
TUTTI
MARCO
ZACCHERA
IL PUNTO n. 901 del
17 marzo 2023
di MARCO
ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: DIFENDO
IL “MIO” OSPEDALE - IPOCRISIE COLLETTIVE – SERIETA’ PER COSPITO –
DEMOCRAZIA ALLA CINESE – STORIA A TELEVCO
DIFENDO
L’OSPEDALE DI VERBANIA
E’ uscita
nei giorni scorsi una nota di “Nanopress” che indica l’ospedale di Verbania come il
peggiore ospedale d’Italia. Il tutto basandosi su un solo parametro, ovvero
la mortalità a 30 giorni dal ricovero in cardiologia. Un risultato davvero
sorprendente (ma anche assurdo: bisognerebbe allora almeno anche valutare chi
viene ricoverato e tener conto che la ns. ASL ha due ospedali e quindi vi sono
poi spesso trasferimenti a Novara o Torino per i casi più gravi, o a
Domodossola), ma anche una inaccettabile umiliazione per chi ci lavora con
impegno ed abnegazione.
Oltretutto
a Verbania ci sono molti reparti, specializzazioni e servizi: ha senso prendere
un solo parametro, quando peraltro - notoriamente – tra l’altro la nostra
cardiologia lavora bene?
Verbania è
una piccola città e certo non può avere un ospedale da grande capoluogo, ma mi
sembra che l’umanità, i servizi, la velocità di intervento, la qualità di
arredi e macchinari, la pulizia ecc. siano assolutamente positivi, comunque
infinitamente migliori di molti altri ospedali in giro per l’Italia.
Certamente
ci sono carenze, ma pensiamo anche al personale insufficiente, ai reparti
divisi a metà con Domodossola, alle difficoltà economiche e logistiche ma –
complessivamente – è assurdo dire che la sanità piemontese e nello specifico
quella di Verbania siano le peggiori d’Italia.
Come si
possano diffondere statistiche così assurde lascia perplessi. Più volte ho
dovuto ricorrere alla nostra sanità di provincia e personalmente mi sono sempre
trovato bene, così come chi ha avuto modo di frequentare il DEA o altri reparti
in molte altre città italiane può ben rendersi conto delle differenze, ma a
tutto vantaggio della nostra sanità locale.
Esprimo
quindi solidarietà, vicinanza ed affetto a tutte quelle persone che operano con
impegno e professionalità nel “nostro” ospedale, ingiustamente ed assurdamente
umiliate.
SIAMO
DIVENTATI MATTI, IPOCRITI ED ASSURDI
Prosegue
l'auto-demolizione della coscienza degli italiani e il condizionamento
politico-culturale che la sinistra vorrebbe imporre per tutti.
Due esempi
che dovrebbero far meditare, anche sul presunto “nuovo corso” del PD.
Metropolitana
di ROMA: essendo in corso una raffica di borseggi, l’altoparlante
richiama l’attenzione dei viaggiatori terminando con un “Attenti agli zingari”.
Ne è nato
un putiferio perché l’annuncio – che personalmente ritengo provvidenziale e
comunque utile a richiamare l’attenzione dei viaggiatori – è stato definito
“razzista”.
Sono
seguite le (ipocrite) prese di posizione politiche e a farne le spese è stato
il malcapitato operatore che si è permesso di fare l’annuncio. “Una volta
appreso che in una stazione c'è stato un annuncio discriminatorio e offensivo”
– si apprende sull’ ANSA - “ l’ ATAC (l'azienda capitolina che (mal)gestisce il
trasporto pubblico nella Capitale), si è subito attivata ed ha
individuato il responsabile”.
Individuato
il reo, Atac insiste: "L'annuncio non era ovviamente registrato. Si è
trattata di una iniziativa personale che l'azienda giudica inaccettabile. Il
responsabile, quindi, sarà sottoposto a provvedimento disciplinare".
Immediato anche l'intervento del sindaco Roberto
Gualtieri (PD) che su twitter condanna senza mezzi termini
l'accaduto. "È inammissibile e inaccettabile. Bene ha fatto l'Atac a
prendere immediatamente provvedimenti nei confronti di chi si è reso
responsabile di un gesto così offensivo e discriminatorio".
Il sindaco Gualtieri è - come il
suo collega milanese Sala
- di quella "upperclass" sinistrorsa radical-chic che
evidentemente non prende mai la metro, soprattutto quella romana, perché
altrimenti Gualtieri si renderebbe conto dello stato di degrado del servizio
pubblico della sua città con ritardi, scale mobili divelte, sporcizia,
bivaccamenti, stazioni chiuse per mesi e lavori infiniti. Gualtieri non pensa
alla situazione di incuria cittadina – dalla pulizia, alle buche, alla metro -
che Roma mostra tutti i giorni ai suoi cittadini e a milioni di turisti, ma al
gesto “offensivo e discriminatorio”!
Lo avessero
borseggiato una volta forse non la penserebbe così... Ma ci rendiamo conto in
che baratro di cretinaggine collettiva siamo caduti con questa ipocrita ed
assurda volontà “antidiscriminatrice” ?
Lo stesso è
avvenuto a MILANO poche settimane fa quando “Striscia la
notizia” documentò le operazioni di
una banda di giovani
ragazze slave che avevano “assaltato” un
intero vagone della metropolitana e - quando erano state catturate dai
viaggiatori e dalla stessa troupe e portate dai vigili urbani - erano
state subito rilasciate, tanto che immediatamente avevano iniziato a “ripulire”
un tram sotto gli occhi delle stesse telecamere, poi assalite dalle stesse
ragazzine.
Da allora
molti cittadini hanno cominciato a filmare i borseggiatori, e questo ha
scatenato la consigliera
comunale milanese PD Monica J.Romano che non chiede al suo
sindaco Sala di intervenire (finalmente!) per una maggior sicurezza in città e
nella metro, ma se la prende con i cittadini che filmano e testualmente
scrive “ La smettano quelli
che realizzano questi film di spacciare la loro violenza per senso civico,
perché non è senso civico. Le cittadine con vero senso civico alzino la voce e
invitino a spegnere le telecamere perché non è così, trasformando le persone in
bersagli, che si ottiene giustizia. Di violenza e di squadrismo ne abbiamo già
avuti abbastanza davanti al liceo di Firenze e nelle acque di Cutro".
Milanesi, ribelliamoci a
questa pessima pratica”.
A parte la
cretinata di fare un minestrone di questioni del tutto slegate tra loro
(c'erano gli squadristi in mare a Cutro ??!!), mi pare che questi atteggiamenti siano non solo un aperto
favoreggiamento a chi delinque, ma fanno crescere VERAMENTE il razzismo tra la
gente, poi comprensibilmente esasperata davanti al costante non intervento
delle forze dell'ordine e specialmente dei vigili urbani responsabili della
sicurezza nelle aree ATM.
Mi appello
agli italiani di buon senso - questo sì è un appello alla
"resistenza"! - ma mi piacerebbe sapere anche che cosa ne pensi di
queste vicende la nuova leader del PD, perché - se questo è il nuovo corso del
suo partito - più che politica è una questione di demenza generalizzata.
SERIETA’
PER COSPITO
L’Alto
Commissariato Onu per i Diritti Umani ha inviato allo stato italiano una
richiesta scritta chiedendo che siano rispettati gli standard internazionali di
detenzione per l’anarchico Alfredo
Cospito, soprattutto ai sensi dell’ articolo 7 (divieto di
tortura e trattamenti o punizioni disumane o degradanti) e all’ art. 10
(umanità di trattamento e rispetto della dignità umana di ogni persona
privata della libertà personale) del Patto Internazionale sui Diritti
Civili e Politici.
Vi
sembra che lo stato italiano stia sottoponendo Cospito
a torture? Forse è disumano il 41 bis per l’impossibilità di avere diretti
contatti con l’esterno, ma allora lo stesso vale per tutti i mafiosi soggetti a
questo obbligo cui Cospito è stato condannato tenuto conto dei suoi
comportamenti tenuti IN carcere.
Il vero
problema è che la Magistratura (e non la politica) deve decidere su di lui e la
questione si trascina da troppo tempo e questo non è giusto, è la vera una
ingiustizia nei confronti di Cospito.
Non si
imputi però allo Stato se l’anarchico ha la VOLONTA’ di non mangiare:
nessuno glielo impone, anzi, in tutti i modi si cerca di sostenerlo pur davanti
al RIFIUTO dell’interessato.
Bene, comunque,
l'interesse dell’Alto Commissario ONU, che speriamo trovi anche il tempo, però,
per denunciare ed intervenire CONCRETAMENTE anche sui milioni di casi di
detenzioni arbitrarie, torture, violenze, pene di morte ingiuste, fustigazioni,
mutilazioni ecc.ecc. che sono purtroppo la quotidianità delle carceri
(soprattutto in quelle islamiche) in molte parti del mondo.
SUSPANCE
(?) IN CINA
Dopo una
grande attesa sull’imprevedibilità del risultato, Xi Jinping è stato
rieletto per la terza volta presidente della Repubblica Popolare Cinese dal
Congresso nazionale del Popolo, proseguendo nel suo secondo decennio di
mandato. E’ stata una vittoria conquistata sul filo di lana: 2.952 voti
favorevoli su 2.952 votanti (quindi è votato anche lui stesso, non si sa mai)
che gli permetteranno di stabilire il record di durata alla guida del paese.
Per buon peso era stato rieletto anche alla guida suprema del PCC (Partito
comunista cinese) nell’ottobre scorso, anche qui per la terza volta dopo che i
rispettivi congressi avevano eliminato la norma costituzionale del limite a due
mandati consecutivi. Il Congresso nazionale del popolo ha anche nominato Xi
presidente della Commissione militare centrale, il massimo organismo del paese
che guida le forze armate, per altri cinque anni.
Ovviamente
nessun commento degli organismi internazionali a sottolineare il “democratico”
sistema elettorale cinese che si è cristallizzato anche sulle scelte di
contorno. Stupenda comunque la scenografia di questi mega-congressi che
iniziano (e in pratica già finiscono prima ancora di incominciare) al suono
dell’ “Internazionale” e con l’ingresso in sala in ordine gerarchico di
chi dovrà essere
eletto alla fine dai “delegati del popolo”. Impressionante la marea di bandiere
rosse, i fondali e gli stessi vestiti dei delegati (tutti uguali,
perfino le cravatte).
Lo stanco
pugno chiuso con cui Xi ha salutato alla fine fa parte di rituali che sempre
sorprendono, ma soprattutto perché appaiono fuori dal tempo e di pura
scenografia. Quanta violenza, però, dietro a queste parate, quanti milioni di
persone in galera, quante violenze politiche, religiose, umane, etniche troppo
spesso dimenticate da chi pensa sono al “business”. Saranno questi i nostri
padroni di domani?
STORIA IN
TV
Sono
tornate anche quest’anno le mie trasmissioni di storia locale su TELE
VCO-AZZURRA TV. Vanno in onda il sabato pomeriggio alle 13.30 e la domenica
alle ore 18. La TV è visibile anche in streaming e su You Tube. VCO trasmette
sui canali 17 e 617 (Piemonte).
Buona
settimana a tutti!
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 900 del
10 marzo 2023
di MARCO
ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: NUMERO 900 ! – TRAGEDIE - COL SENNO DI
POI - GREEN: CAMBIANO GLI SCENARI EUROPEI – IPOCRISIA AL CUBO - SABOTAGGI.
Cari
lettori,
questo è il
900° numero de IL PUNTO. Vent’anni di commenti, di sfoghi, di spiegazioni –
spero che almeno siano parole chiare, sicuramente vorrebbero essere obiettive -
su come io intenda la politica, il mondo e il futuro della nostra Italia.
Speriamo di arrivare al millesimo ”Punto” e poi vedremo, intanto grazie per la
vostra pazienza, l’amicizia e la comprensione. A PROPOSITO: QUALUNO HA
CONSERVATO IL PRIMO NUMERO? MI PIACEREBBE TANTO RILEGGERLO…
TRAGEDIE E SPECULAZIONI
E’ solo una
mia impressione o sulla tragedia dei migranti naufragati a Crotone da dieci
giorni è in corso una strumentalizzazione politica ossessiva ed assurda? Se i
migranti irregolari non si bloccano alla partenza, gli scafisti tenuti dentro a
vita e non si creano corridori umanitari per dare asilo a quelli che veramente
scappano dalle guerre o dalle persecuzioni (mentre quelli “economici” vanno
selezionati) non riusciremo mai ad evitare queste tragedie. Le decisioni
assunte ieri dal governo mi sembrano corrette e logiche, sperando sempre che
l’Europa, dopo tante chiacchiere, faccia finalmente la sua parte.
COVID... CON IL SENNO DI POI
Sono
perplesso su come la Procura di Bergamo abbia condotto l’indagine sulla
diffusione del Covid nella Bergamasca. Ad esempio per aver scelto come perito
tecnico della Procura proprio il dott.
Andrea Crisanti, già tuttologo televisivo e ora senatore del
Partito Democratico, uno che non ha mai nascosto una sua viscerale
contrapposizione alle autorità regionali e di governo.
Auto-proclamatosi
“Esperto capo di tutti gli esperti d’Italia”, onnipresente in TV e litigando
ogni sera con mezzo mondo, conoscendo il suo narcisismo e lo spasmodico suo
voler "apparire" è legittimo pensare che la sua perizia sia stata
influenzata anche da fattori personali.
Trovo discutibile
prendersela “a posteriori” con Conte,
Speranza o Fontana per non aver ordinato la “zona rossa”. Oggi
noi valutiamo i fatti tre anni dopo, sappiamo ormai quasi tutto del virus, sono
stati scoperti vaccini e cure, ma in quei giorni chi avrebbe mai potuto
immaginare l'evolversi della pandemia? Allora c’erano incertezze profonde su
come affrontare l'emergenza. Come fa Crisanti a dire “per colpa dei politici ci
sono stati 4.000 morti!” ?
E se
fossero stati di più o di meno? Non si scherza sul dolore delle persone anche
perché oggi è facile criticare e dire "bisognava subito chiudere
tutto". Io stesso, su IL PUNTO, scrivevo che certe misure apparivano
eccessive e nessuno era contento della quarantena, del dover stare in casa
bloccando le aziende, il lavoro, il commercio, gli spostamenti mentre il
panorama economico era spaventoso.
La stessa
OMS – tacitamente complice di Pechino, ricordiamocelo perché è un
particolare che è evaporato nel tempo - minimizzava i rischi ed ha
parlato di “pandemia” solo molti giorni dopo lo scoppio dell’epidemia che
nessuno sapeva come affrontare.
Denunciare
i ritardi per non aver aggiornato un piano pandemico dal 2006 è un conto, dire
“ora per allora” che si imponeva la zona rossa è cosa diversa. Tra l’altro
perché sotto accusa solo i politici e non allora tutta la filiera dei dirigenti
ministeriali, comitati, esperti tecnici o consiglieri? Piuttosto, perché non si
vanno a vedere allora anche gli acquisti governativi di tamponi e mascherine,
con conseguenti traffici di Arcuri
& C.? E i banchi a rotelle, le forniture non a norma, le primule sui
gazebo, gli affari di Di
Maio con la Cina, le incredibili scelte ad personam della Von der Leyen che
abbiamo pagato tutti senza alcuna trasparenza per miliardi di euro?
Queste sì che sarebbero indagini che gli italiani si aspettano di veder
concretizzate (e concluse) oltre che sui vertici dell’ OMS e dell’Unione
Europea.
IN EUROPA SI CAMBIA?
La
decisione UE che di fatto ha rinviato ad imprecisati tempi migliori l’idea di
mettere al bando dal 2035 le auto a diesel e benzina è forse un segnale
che la maggioranza rosa-rosso-verde che di fatto domina la Commissione Europea
stia cominciando a dare segni di sbandamento. Se ne è parlato poco perché è una
sconfitta evidente della sinistra, ma è una interessante realtà.
La scelta
del “green” esasperato era ed è una battaglia politica prima ancora che
economica, identitaria prima che logica e - come per altri provvedimenti sul
filo dell’assurdo (da quelli etici alle norme sulle costruzioni o per gli
alimenti) - nell’immaginario collettivo della sinistra europea cominciano ad
esseri dei miraggi che si allontanano sotto la spinta della “realpolitik”
di governi sempre più scettici sul diventare magari delle icone del mondo
ecologista, ma mettendosi contro la gran parte dei propri cittadini, mentre si
avvicina veloce il voto del 2024.
Sul tema è
stato determinante (finalmente!) l’attivismo italiano che si nota dopo anni e
quello polacco, cui è seguito quello ungherese, bulgaro e della Repubblica
Ceca, ma anche una scelta più prudente della corazzata tedesca che insieme
hanno prodotto l’inevitabile “stop”.
In Italia
grande soddisfazione è espressa dalla Meloni,
da Salvini
e dai ministri Urso e
Pichetto Fratin, che parlano di successo politico, mentre a
sinistra è sceso il silenzio, tombale.
Invano si è
atteso un commento da Elly
Schlein, alle prese con la prima vera grana nel dover prendere
una posizione chiara tra la teoria e la realtà, che non è venuta..
Palpabile
l’imbarazzo generale, ne è prova “Repubblica”
che il giorno dopo la fondamentale scelta europea non ne ha dato nessuna
notizia in cronaca, limitandosi solo a un richiamo a pagina 32, nelle rubriche
economiche.
Certo a
sinistra pesano le parole di Romano Prodi che nelle scorse settimane aveva
espresso duramente e con forza una sua posizione nettamente contraria al
procedere su questa linea, sottolineando i rischi di un’auto elettrica con
troppi componenti “made in China”, il dramma occupazionale che ne verrebbe,
l’assurdità di posizioni francamente poco difendibili. Per esempio, che una
capitalistica Ferrari avrebbe potuto continuare ad andare a benzina ed una
utilitaria invece no, oppure che sarebbe parso davvero bizzarro permettere
ancora la produzione di auto endotermiche destinate però solo all’esportazione
extra UE, quasi ci fosse un mondo diverso appena fuori l’Europa.
La
decisione di rinvio sulle auto elettriche è però anche un segnale politico,
ovvero che le opinioni pubbliche ed i governi nati dopo il 2019 sembrano di
caratura e indirizzo progressivamente diverso rispetto al voto che aveva
portato all’elezione del parlamento europeo.
Il rischio
era che il provvedimento, uno dei più simbolici e importanti della legislatura,
ricevesse un'imbarazzante bocciatura. Proprio per evitare questo scenario (ma
anche perché a Stoccolma da qualche mese c’è un governo di centro-destra), la
presidenza svedese dell'Ue ha optato per il rinvio, di fatto consegnando il
cerino acceso ai suoi prossimi successori spagnoli.
Finalmente
ci si comincia a chiedere se oltre all’elettrico non si debba puntare su altre
scelte, come i nuovi combustibili più puliti (e in parte sintetici) piuttosto
che imporre divieti che rischiano di essere un disastro, visto anche che ad
oggi le ricerche sull’uso dell’idrogeno sono ancora lontane da soluzioni
convincenti.
IPOCRISIA AL CUBO
I Fatti. Un
mese fa durante un volantinaggio davanti ad un liceo fiorentino c’è stata una
scazzottatura tra giovani di destra e di sinistra. Non sono mai riuscito ad
ascoltare una chiara ricostruzione dei fatti, ma mettiamo pure che ogni
responsabilità sia stata dei ragazzi di destra. Grazie al cielo nessun ferito,
ma è comunque montata una forsennata campagna “antifascista” al culmine della
quale sabato scorso hanno sfilato per Firenze alcune migliaia di persone
(subito “montate” a 40.000!) convocate da CGIL, CISL, UIL, PD, Verdi,
Socialisti, Radicali, M5S, gruppi “titini” (sì, a Firenze ci sono ancora i
sostenitori dell’ex dittatore jugoslavo Tito, l’infoibatore di migliaia di
italiani) oltre ai “collettivi” e agli anarchici con striscioni inneggianti a Cospito in un mare di
bandiere rosse, pugni chiusi, falci e martelli e ovviamente al canto di “bella
ciao”. Partecipavano tutti i leader della sinistra – Schlein e Conte in testa -
a beneficio delle telecamere, al grido che “il fascismo non passerà”.
Proprio
nelle stesse ore della manifestazione fiorentina, a Torino gli anarchici
mettevano a ferro e fuoco il centro cittadino con verine ed auto distrutte,
lacrimogeni, lancio di petardi, incendio di cassonetti, cariche della polizia
nel solito scenario di guerriglia urbana. Non una parola di condanna anche su
questi episodi dai leader “antifascisti” cui evidentemente la violenza di
anarchici e dell’estrema sinistra non dà fastidio, al più saranno i soliti
“compagni che sbagliano”. Diciamoci la verità: “strumentalizzazione” significa
prendere un pretesto ed usarlo. Bene, a Firenze si è preso a pretesto un
modesto fatto di cronaca per impiantare una manovra politica con comportamenti
che per me sono la “ipocrisia al cubo”, ovvero la più becera e ipocrita
demagogia che - di fatto – giustifica poi la violenza con la foglia di fico di
un antifascismo surreale, di facciata, falso e fuori dal tempo. La violenza va
condannata in sé e per sé, sempre, da chiunque sia causata. La preside
fiorentina che passa ormai per repressa dal ministro “fascista” Valditara e che ha così
ben spiegato ai suoi studenti che “il fascismo nasce dall’indifferenza”
avrà mai scritto ai propri alunni come però la violenza vada sempre condannata,
anche se viene dall’altro fronte? Temo proprio di no.
GASDOTTI SABOTATI, MA GUARDA
GUARDA…
Perfino
secondo il New York Times (come su IL PUNTO avevo scritto tante volte in tempi
non sospetti) dietro al sabotaggio dei gasdotti russi nel Baltico nell'estate
scorsa ci sarebbero stati gli USA che avrebbero usato “manovalanza” legata a
Norvegia ed Ucraina. Utilizzando come copertura un’esercitazione navale delle
forze marittime Nato denominata Baltops 22, una squadra di sommozzatori della
U.S. Navy avrebbe piazzato degli esplosivi C4 per danneggiare i tubi del
gasdotto; esplosivi che sarebbero stati fatti poi detonare al momento
opportuno. Di fatto quelle esplosioni bloccarono l’afflusso del gas russo
obbligando l’Europa a trovarsi altri fornitori, dandole una pesante spallata
economica, mettendola in crisi sui prezzi dell’energia e facendo un grande
piacere a Washington e Kiev spingendo così la UE a schierarsi ancora di più con
l’Ucraina.
Zelensky dice che
non è vero, che lui non ne sa niente, ma allora sarebbe ancora più
interessante sapere ufficialmente chi abbia fatto il “lavoro sporco"
tutto a suo favore.
Buona
settimana a tutti!
MARCO
ZACCHERA
IL PUNTO N.
899 del 3 marzo 2023
di MARCO ZACCHERA
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scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
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arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: MIGRANTI, DELINQUENTI E
SENSI DI COLPA – UNA “RADICAL CHIC” LEADER PD – COMPROMESSI IMBARAZZANTI
Cari
Lettori,
vi piace
leggere IL PUNTO? Se apprezzate le mie news per favore mandatemi qualche
indirizzo di lettori potenzialmente interessati (ad oggi il Punto arriva a
circa 15.000 persone) e grazie per l’attenzione!
MIGRANTI, DELINQUENTI E SENSI DI COLPA
Penso a
quel pelouche rosa sbattuto a riva dalle onde, simbolo del disastr, e a tutte
le polemiche inutili e scontate che ci stanno dietro. Tra l’altro se a bordo
del barcone naufragato a Crotone c’erano davvero solo siriani, curdi, afghani e
somali avevano diritto di asilo in Europa, nessuno glielo avrebbe potuto
negare. Ma perché allora non andare in Grecia con un viaggio di 2 ore e invece
stare in giro per 4 giorni? Perché non sbarcare regolarmente e chiedere asilo?
Perché pagare 6.000 euro a testa per essere in balia di mercanti di carne
umana? Sono domande che non sento porre da nessuno. Circa le ONG, se vi dicono
di imbarcarvi perché tanto ti aspettano al largo (e lo sai perché lo vedi in
TV) o invece sai che la strada è chiusa e di rischiare, tu – migrante – che
cosa scegli? I morti in mare non ci saranno più solo se non si parte, se chi vi
costringe a partire finirà finalmente in galera e lì resterà, ma soprattutto se
l’Europa vorrà finalmente trovare un modo serio di selezionare chi emigra
valutando le persone nel proprio paese o alla partenza, non abbandonando poi
esseri umani e i singoli paesi al loro destino.
Mentre i TG
grondano lacrime ed accuse per il disastro umanitario di Crotone (banale il
debutto della Schlein, anche
lei già con il solito ritornello “dimissioni dimissioni”) è indubbio che quando
succedono tragedie come quelle di domenica cresce un profondo di senso di colpa
collettivo tra tutti gli italiani.
Poi,
mercoledì sera, “Striscia la Notizia” fa passare un servizio da Milano
dove, in metropolitana, cinque ragazze extracomunitarie dell’est - che non
dovrebbero più essere nel nostro paese perché già in possesso del “foglio di
via” e “presumibilmente incinte” - si producono in un folle saccheggio e
borseggio violento a danno dei passeggeri rubando tutto il possibile.
Inseguite
dalle telecamere, tra lo sconcerto dei controllori ATM e gli applausi dei passeggeri,
è la stessa troupe di Striscia la Notizia a fermarle consegnandole - tra sputi,
insulti e diti medi contro i cameraman e la troupe TV- a un presidio della
polizia municipale.
Poco tempo
dopo le cinque delinquenti (non trovo altro modo di chiamarle) sono rilasciate
però in pompa magna, libere e ancora più agguerrite, perché consapevoli che a
carico loro non si può fare nulla. Immediatamente si rimettono “al lavoro”,
questa volta su un tram, ricominciando con i borseggi, e gli atti di
vandalismo, prendono a calci e a pugni l’inviato di Striscia la Notizia, gli
rompono la telecamera, il tutto sotto gli occhi terrorizzati dei passeggeri.
La prima
domanda è cosa commenterebbe su questi episodi la gentile new leader del PD Ms.
Elly Schlein. Che cosa proporrebbe di fare e come si comporterebbe? Chiederebbe
le dimissioni del sindaco Sala? A seguire qualche domanda proprio
all’ineffabile sindaco di Milano Giuseppe
Sala, radical-chic ma che evidentemente in metro non ci va mai,
perché se lo avessero assalito o borseggiato almeno una volta forse si
renderebbe conto di cosa accade nella “sua” città, perfino in pieno centro e in
pieno giorno, visto che il servizio di “Striscia la Notizia” documentava i
borseggi tra le fermate di San Babila e Cairoli.
Eppure è
questa la verità quotidiana di una qualsiasi metro d’Italia dove i cittadini
pagano il biglietto e qualcuno invece scavalca impunemente i tornelli davanti
ai guardiani che - se intervengono - sono picchiati. La Milano dove si butta
tutto per terra alla faccia del “green”, dove la piccola delinquenza, lo
spaccio, il borseggio sono la realtà quotidiana e dove i controllori se ne
stanno blindati nei loro box perché altrimenti rischiano pure di essere
brutalmente aggrediti, come ho personalmente costatato alla stazione MM di
Lampugnano.
E noi, con
il macigno dei nostri sensi di colpa, che cosa siamo in grado di dire se non
“Poverine” a queste delinquenti straniere che arrivano qui solo e soltanto per
delinquere e non possono poi essere di fatto perseguite, arrestate, detenute,
espulse?
Sono
convinto che la gran parte dei migranti morti a Crotone fossero brava gente
desiderosa solo di lavorare e di scappare dalla guerra, ma c’è anche l’altra
faccia dell’immigrazione di cui non si vuole mai parlare perché non è “chic” ed
invece colpisce la gente che poi dice “basta” e quindi diventa cinica anche
davanti ai naufragi. Siamo pronti ai sensi di colpa, ma qualcuno sta davvero
approfittando, politicamente e moralmente, di una situazione sempre più
esplosiva. Dirlo, però, è “qualunquismo” .
Perché alla
fine troppe volte il cittadino “normale” passa per colpevole e il delinquente,
invece, ha ancora ragione
UNA RADIOSA (?) RADICAL CHIC ALLA GUIDA DEL PD
Facendo i
doverosi auguri alla sua nuova segretaria, il PD non cessa di stupire e
l’elezione di Elly Schlein
ne è una conferma.
Premesso
che trovo comunque positivo il ricorso alle “primarie” perché permette di
capire il pensiero dei (presunti) simpatizzanti ed elettori, si pone però il
problema di che cosa contino allora gli iscritti al PD visto che solo il 34,8%
di loro l’aveva scelta e soprattutto che logica ci sia se – come pare – solo il
50% dei votanti alle "primarie" sarebbe stato effettivamente un
elettore del PD e che quindi il voto sarebbe stato fortemente condizionato
dall’esterno.
Esempio
calzante di radical-chic, Elly è comunque espressione di quella sinistra che la
rivoluzione la fa sempre a parole soprattutto quando è all’opposizione,
scordandola quando è maggioranza dove non disdegna di fare affari nel solco delle
migliori tradizioni capitalistiche di cui proprio la Schlein ne è fulgido
esempio.
Ben
sistemata economicamente, nata vicino a Lugano in una famiglia ebrea svizzera
“bene”, appoggiata da buona parte della nomenklatura PD (soprattutto da quelli
che avevano fiutato l’aria) con Franceschini,
Prodi e Zingaretti in testa e soprattutto spinta dai media che
negli ultimi giorni ne hanno indubbiamente tirato la volata, la Schlein gode di
ben tre nazionalità diverse (statunitense,
svizzera ed italiana: un perfetto pedigree per una leader di sinistra!),
è apertamente bisex (e quindi “à la page”) e si è reiscritta al PD soltanto 15
giorni dopo essersi candidata alla segreteria del partito.
Con lei il
PD penso riscoprirà il movimentismo delle “sardine” e una maggiore vicinanza
con il M5S mettendo in difficoltà la sua ala cattolica e moderata – quella
della “fu” Margherita, insomma – il cui leader Fioroni, infatti, se ne è subito
andato.
Un partito
che credo aprirà alla sinistra di “Articolo Uno” e a quella più radicale.
Sicuramente
la Schlein sarà una bella spina per la Meloni perché spariglierà le carte, farà
rumore – stando all’opposizione, ovvero non rischiando nulla – e avrà tempo e modo
di scuotere tutta la sinistra soprattutto quella intorpidita e delusa. Sarà un
inedito duello fra fanciulle e le tensioni vedrete che non mancheranno.
Elly me la
vedo un po' come il sindaco Sala a Milano, tutto infervorato per le zone green
e a circolazione limitata, plaudente in smoking nel palco d’onore della Scala,
ma che evidentemente non passa mai per Lampugnano o Via Padova oppure che trovi
il tempo di visitare il degrado delle case popolari occupate. Se lo avesse mai
trovato sarebbe diventato forse meno green e magari si vergognerebbe di essere
sindaco.
Altro
aspetto da sottolineare la partecipazione al voto, poco oltre il milione.
Sembrano tanti, ma sono altri 500.000 votanti in meno rispetto al 2019 quando
venne eletto Nicola Zingaretti e sideralmente lontani dai 3,5 milioni di
elettori votanti al debutto del PD, se poi metà di loro non l’ha neppure votato
il a settembre…
In fondo,
per il (presunto) elettore Pd domenica si trattava di scegliere tra due
identità diverse, una più massimalista e una più riformista di un partito che
vorrebbe attrarre consensi pescando tra sensibilità diverse - per non dire
opposte – su ogni argomento, ovvero tenere insieme sia il cattolico che il gay
più estremo, l'operaio e l'imprenditore.
Ha vinto
l’ala sinistro-massimalista, ma ricordando che i voti presi dalla Schlein
(587mila) sono praticamente gli stessi di Cuperlo e Civati nel 2013 (510mila),
o di Vendola. Solo che allora con 500mila voti eri minoranza, oggi si vince.
Certamente
la sconfitta di Bonaccini riavvicina ora i democratici al M5S e apre invece
spazio per passaggi di quadri ed elettori verso Calenda e Renzi, felici del
risultato “estremista”.
Per il Pd
sarà un nuovo inizio o il definitivo inizio della fine? Sarà sicuramente un PD
diverso da prima, più oppositore e di sinistra, con verdetto alle europee 2024.
COMPROMESSI IMBARAZZANTI
Venerdì 24
febbraio alla trasmissione "Fratelli di Crozza" il (bravissimo)
comico genovese ha passato mezza puntata a ironizzare – come è suo mestiere –
sui vari esponenti politici, soprattutto (ovviamente) quelli di centro-destra.
Dopo aver “demolito” Bonaccini (anche così si è costruita la vittoria della
Schlein), nel prendere pesantemente in giro il senatore Fazzolari (Fratelli
d’Italia, consigliere della Meloni) per una sua proposta di legge sulle armi,
ha mostrato una mega-foto del "Gruppo Azof" (definiti “gli amichetti
del Fazzolari”) ovvero gli ucraini filo-nazisti di cui non si parla quasi mai,
forse perché rovinerebbero l’icona costruita su Zelensky & C.
Il bello è
che la mega-foto apparsa come sfondo su La7 portava in basso a destra - tra
svastiche varie e saluti nazisti – anche una grande bandiera ucraina,
pudicamente coperta però – chissà perché ?!- da una striscia grigia, quasi non
la si volesse far troppo vedere. Chissà perché…
Buona
settimana a tutti!
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 898 del
24 febbraio 2023
di MARCO
ZACCHERA
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arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: BONUS -
GIUSTIZIA, COSPITO & DELMASTRO - A BRUXELLES SI NASCONDE DEL MARCIO –
PACE IN UCRAINA.
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Lettori,
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leggere IL PUNTO? Siamo arrivati quasi al 900° numero, ma qualche volta sono un
po' sfiduciato vedendo il disinteresse generale sulla situazione politica e
sociale non solo italiana, ma mi rinfranco quando ricevo commenti – positivi o
critici non importa - perché allora si ha l’illusione di portare almeno
qualcuno a fare qualche riflessione. Se apprezzate le mie news per favore
aiutatemi mandandomi qualche indirizzo di lettori potenzialmente interessati
(ad oggi il Punto arriva a circa 15.000 persone) e grazie per l’attenzione!
BONUS
Ci vuole
coraggio a togliere benefit consolidati, ma il governo Meloni dimostra di
averne perché sulla questione dei “bonus” era ora di dirci scomode verità.
Arbore
direbbe detto che “La vita è tutta un bonus” anziché un guiz, resta il fatto
che moltiplicarli come negli ultimi anni ha drogato prezzi e mercato. Quelli al
110%, per esempio, sono serviti anche per organizzare speculazioni incredibili,
sia a vantaggio di (molte) imprese poco serie che delle banche, che hanno
abbondantemente lucrato sui crediti fiscali. Se il costo di un ponteggio è
passato da 9 a 25 euro al metro quadrato proprio in concomitanza con il “bonus
110%” significa che questa manovra ha appunto drogato i prezzi di mercato e
alla fine ha dato man forte all’inflazione con un danno per tutti gli italiani.
Forse non ce ne siamo accorti, ma il deficit dello stato solo per questo bonus
edilizio è aumentato di 2.000 euro a cittadino.
C’E’ DEL MARCIO (PURTROPPO) ANCHE IN EUROPA
Pochi anno
saputo (la censura sulla notizia è stata quasi totale) che nei giorni scorsi il
New York Times ha denunciato la Commissione Europea per non aver reso pubblico
lo scambio di messaggi tra la presidente Ursula
von der Leyen, e il CEO
di Pfizer Albert Bourla, relativi al contratto
che ha portato all'acquisto del vaccino Covid da parte dell’Europa.
Il
quotidiano (di solito citatissimo ogni volta che parla male di Trump e dei repubblicani,
sempre ripreso in TV e sui giornali italiani) sostiene che la Commissione aveva
l'obbligo di rendere pubblici i messaggi, in nome della trasparenza, visto che
hanno portato ad un contratto per miliardi (non milioni!) di euro.
Le accuse
alla Von der Leyen per il suo rapporto privilegiato con Pfizer (il cui vaccino
è costato all’ Europa 10 VOLTE di più rispetto ad AstraZeneca) risalgono ad
aprile del 2021, quando il New York Times, sulla scorta di un'inchiesta di
neztpolitik.org, rivelò che i due avevano trattato direttamente tra loro
tramite “chiamate e sms” una fornitura di 1,8 miliardi di dosi di vaccino
anti Covid. Da qui l’intervento della mediatrice europea, Emily O’Reilly (la
“mediatrice europea” è la garante sulla trasparenza delle operazioni della
Commissione Europea), che invano ha chiesto di avere accesso alle conversazioni
confidenziali. La Commissione tramite la ceca Vera Jourovà – commissaria alla trasparenza
- aveva spiegato che i messaggi potevano essere stati cancellati, a causa
della loro "natura effimera". (bel modo di fare
inchieste…) Nella vicenda si è ora inserito anche il Parlamento europeo
con molti eurodeputati che hanno chiesto alla Von der Leyen e a Bourla di
comparire in audizione, ma finora nessuno dei due ha accettato di farlo.
Lo scorso
ottobre, la Procura europea aveva annunciato di avere aperto un'inchiesta
sull'acquisto dei vaccini anti Covid dopo che una relazione della Corte dei
conti dell'Ue aveva sollevato non poche perplessità sulla gestione della
trattativa tra Bruxelles e Pfizer. La presidente UE avrebbe infatti
trattato personalmente con la casa farmaceutica senza neppure coinvolgere il
gruppo negoziale in cui sono rappresentati gli Stati, rifiutandosi inoltre di
rispondere alle richieste di chiarimento della Corte.
E’
inammissibile che una politica “tratti in proprio” questioni di questo tipo,
soprattutto quando è tuttora senza risposta l’altra indagine sul coinvolgimento
di Heiko von der Leyen
(il marito della presidente!) in un progetto di ricerca sui vaccini a mRna, la
tecnologia usata dalla tedesca BioNTech e da Pfizer per il
loro farmaco contro il Covid. Il progetto è finanziato anche dall'Italia
con 320 milioni di euro provenienti dal Pnrr (cioè lo paghiamo tutti) e prevede
la partecipazione della società biotech statunitense Orgenesis, di
cui Heiko von der Leyen era direttore scientifico. Dopo le
polemiche, il marito della leader Ue si è dimesso dall'incarico all'interno del
progetto, ma resta aperta la questione di un pagamento esorbitante a Pfizer per
i vaccini se poi vengono pagate dalla UE anche le ricerche scientifiche.
Ma queste
non vi sembrano notizie importanti e degne di dibattito? Eppure il “Corriere
della Sera” non mi risulta abbia pubblicato una riga, così come molti altri
quotidiani italiani, a parte “La Verità” che dei vaccini ne ha fatto una
campagna quotidiana. Ursula è santa per definizione, ma mi sembra che invece ci
sia davvero del possibile marcio a Bruxelles a livello anche di Commissione
(ovvero di governo) e dovremmo cominciare tutti a farci delle domande su
forniture, vaccini, armi, gestione delle risorse che fanno impallidire perfino
il “Qatargate”.
PACE IN UCRAINA
Berlusconi
è stato accusato per aver sostenuto che – pur continuando ad aiutare l’Ucraina
– bisogna tentare di avviare anche colloqui di pace. Non lo avesse mai fatto:
addirittura il PPE (Forza Italia al parlamento europeo fa parte del gruppo
Partito Popolare Europeo) ha cancellato un incontro a giugno in Italia per
“sanzionare” le parole di Berlusconi. Mi sembra un atteggiamento folle salvo
che si voglia continuare la guerra per sempre ad ogni costo e dopo che perfino
il Capo di Stato Maggiore americano ha confermato che salvo ricorrere al
nucleare questa guerra potrebbe non finire mai perché nessuno ne uscirà vincitore.
Dopo che
Europa ed USA hanno investito miliardi di euro, ad un anno esatto dall’inizio
del conflitto nessuno ritiene sia giusto abbandonare l’Ucraina, ma perché non
si deve cercare con ogni via anche un percorso di pace e intanto muoversi
almeno per chiedere un armistizio provvisorio? La nostra Costituzione, tanto
invocata perfino con le pagliacciate di Benigni, “ripudia la guerra” eppure
parliamo solo di armi, missili, morti…avanti, avanti! Nessuno vuol
cancellare le responsabilità di Putin, ma possibile che l’Europa non pensi
minimamente anche a qualche iniziativa per cercare un minimo di pace? Eppure
quotidianamente si parla solo di nuove forniture belliche, con il segretario
NATO Stoltenberg
(quello che già dalla faccia mi inquieta, non vi sembra assomigliare a un
generale tedesco, ma di quelli spietati?) o il commissario europeo Borrell che sono solo
capaci solo di invocare nuove armi e chiedere guerra.
E poi,
diciamocelo una volta per tutte, chi controlla l’Ucraina e la gestione degli
aiuti? Dov’è la trasparenza delle forniture in uno dei paesi da sempre tra i
più corrotti e infiltrati dalle mafie? Zelensky ha cacciato un paio di
vice-ministri di secondo piano, ma non ci sono davvero altri profittatori della
situazione? Di tutto ciò, per,ò non si ha mai minimamente il coraggio di
parlare e se uno avanza dei dubbi immediatamente è bollato come schiavetto di
Putin.
GIUSTIZIA, COSPITO & DEL MASTRO
Credo che
chi sta al governo abbia particolari obblighi di riservatezza, così come quando
si è deputati di maggioranza è opportuno evitare polemiche che hanno più senso
stando all’opposizione. Ciò premesso, il sottosegretario Del Mastro è stato
accusato dalla sinistra di aver diffuso notizie riservate, tramite l’on. Donzelli, sul caso
Cospito, che in aula a Montecitorio aveva comunque detto solo la verità, ovvero
raccontato della imbarazzante visita dei deputati del PD all’anarchico,
riferendo dei contemporanei contatti tra Cospito
ed i mafiosi detenuti come lui a Sassari con il 41bis.
Del Mastro
non ha fatto nulla di male, ma è notevole che le polemiche sono servite per
cercare di far dimenticare questa visita inopportuna (con chi sta il PD, con
l’anarchico o con lo stato?). Dopo l’isteria collettiva giovedì scorso Del
Mastro è stato sentito da ben quattro pubblici ministeri della Procura di Roma
(non avevano altro da fare?) e la notizia della convocazione per
l’interrogatorio è stata pubblicata dalle agenzie addirittura prima che lo
sapesse l’interessato. Dovendo procedere su problemi di segretezza, magnifico
esempio di “segretezza” proprio del Palazzo di Giustizia romano! Non solo, non
ci si lamenti della lentezza giudiziaria: l’esposto del PD e Verdi contro Del
Mastro è stato affrontato in pochissimi giorni, raro esempio di super
efficienza. Un interrogatorio non significa di per sé incriminazione, ma per il
“Corriere della Sera” già durante le stesse ore “Per i PM le carte non si
potevano condividere”, ovvero il quotidiano più importante d’Italia avrebbe
conosciuto i fatti e diffuso l’opinione dei Magistrati ad interrogatorio ancora
in corso! Altro che talpe…
Buona
settimana a tutti!
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 897 del
17 febbraio 2023
di MARCO
ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri arretrati de IL PUNTO
e altre news: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: Destra-Sinistra 2 a 0
(1-1) – Moratti KO – Ruby - Incoerenze green – Servizi Segreti
POST
ELEZIONI
Il centro
destra ha vinto in Lombardia e Lazio, un 2 a 0 (rispetto al precedente 1 a 1)
per un voto scivolato via nel disinteresse quasi generale, ma che comunque
segnala alcune tendenze interessanti.
Innanzitutto
pochi votanti: scetticismo e scarso “appeal” del voto regionale, ma ovviamente
anche la non concomitanza con altri turni elettorali per un mix che ha
condizionato il numero degli elettori scesi a un minimo storico, peraltro
in linea – per esempio – con i ballottaggi comunali.
La penisola
è piena di sindaci eletti con meno del 40% dei votanti, anche se di solito in
questi casi a star lontano dalle urne sono soprattutto elettori di
centro-destra con conseguenti spesso clamorosi ribaltoni rispetto al voto del
primo turno, mentre questa volta l’astensionismo è stato trasversale, spia
comunque del crescente disinteresse collettivo. Risultato: otto anni fa solo
Lombardia e Veneto stavano a destra, oggi il quadro è ribaltato con solo 4
regioni al centro sinistra.
Ricordiamoci
che la politica è sempre una ruota che gira, ma in questo quadro - già per loro
difficile - le tre forze politiche di opposizione schierate in campo (PD -
Calenda/Renzi - M5S) hanno fatto di tutto per sbranarsi e sparlarsi a vicenda,
senza un minimo di coerenza tale da convincere l’elettorato.
Su Milano
hanno giocato molto la personalità e le ambizioni della Moratti ma anche la sua
capacità di condizionare (o circuire?) completamente Calenda e Renzi.
Già in
passato ho avuto modo di sottolineare la forte distanza tra la percezione che
Letizia Moratti ha di sé stessa rispetto al parere e all’apprezzamento
dell’elettorato.
Chi ha
buona memoria ricorderà la sua stroncatura da sindaco di Milano quando volle ad
ogni costo ancora candidarsi nonostante gli allarmi dei sondaggi, salvo essere
poi travolta da una sconfitta bruciante.
A molti
sembrava azzardata la scelta morattiana di lasciare Fontana da assessore alla
sanità (ovvero il più importante) per schierarsi direttamente contro di lui,
cosa che la gente non ha evidentemente apprezzato facendo scivolare la Moratti
sotto il 10% e lasciandola fuori dal Consiglio regionale, ma trascinando nella
sua sconfitta personale anche chi l’appoggiava.
L’infortunio
di Calenda (e di Renzi, che però – furbescamente come al solito - si era tenuto
un bel po' più defilato in campagna elettorale) potrà ora avere delle
conseguenze già a breve sulla unificazione dei loro due movimenti, ma
sull’unificazione incombe come un macigno il tema dei rapporti con il PD.
Un rapporto
difficile, rancoroso, fatto di sgarbi personali e antichi rancori, ma anche –
ed è la cosa più importante – che rischia (se accettato) di trasformarsi ora in
un potenziale abbraccio mortale proprio visto che il PD perde il Lazio ma
comunque tiene i suoi voti, mentre Calenda e Renzi colano a picco, nonostante
non abbiano perso un briciolo della loro supponenza (sanno tutto loro, gli
altri sono pere cotte). I due erano convinti solo qualche mese fa di poter
attrarre a sé buona parte dell’elettorato PD in crisi di identità, oggi –
soprattutto se sarà Bonaccini il nuovo segretario PD, leader sicuramente
moderato – mi sembra più probabile che una stretta collaborazione tra i gruppi
scatenerebbe invece un’ondata contraria, dissanguando ulteriormente chi - sia
verso destra che verso sinistra - si ritrova in un vicolo cieco e che più di
prima è a rischio di perdere il ruolo aggregante per cui era stato pensato come
“terzo polo”.
Il
centro-destra incassa il successo e prosegue, ci pensa Berlusconi ad agitare un
po' le acque e, dopo l’assoluzione per il Ruby 3, adesso chi lo ferma più?
RUBY
Ho perso il
conto di quanti anni di indagini e quanti processi siano stati collegati al
“Caso Ruby”: mai nella storia italiana una serata di presunti balletti rosa è
stata così oggetto di indagini.
Alla terza
assoluzione Berlusconi adesso gode, ma non è finita e vedrete altri ricorsi,
appelli ecc.ecc. L'Italia a livello planetario ha fatto una figuraccia cosmica,
Ruby – ormai matura trentenne - si è ora scoperta addirittura scrittrice, il
Berlusca ci ha rimesso milionate, le procure hanno buttato via inutilmente anni
di indagini. Pensate a quanti altri processi sono stati ritardati, a quanti
colpevoli (e innocenti) che non sono stati indagati o processati perché procure
e tribunali di mezza Italia erano intasati con la presunta nipotina di Mubarak
nei vari "filoni" delle indagini..
Mai in aule
di tribunale sono comunque apparse a deporre belle ragazze come le “Olgettine”
e metà maschi italiani hanno invidiato il Cavaliere. (Anche quelli in quota
trans, visto la sfilata dei/delle personaggi) L’ultima news –
incredibile - è che a far assolvere Berlusconi sarebbero stati errori
procedurali della procura milanese. Un boomerang, insomma… E adesso, chi paga?
INCOERENZE
GREEN
Il
Parlamento europeo con 340 voti favorevoli, 278 contrari e 21 astenuti ha
deciso di mettere al bando dal 2035 le auto a benzina e diesel. FdI, Lega e
Forza Italia hanno votato contro, a favore la sinistra.
Secondo me
è una decisione folle, che non solo ci mette nelle mani dei cinesi che
controllano la produzione dei motori elettrici e relative materie prime, ma che
distrugge la nostra industria in nome di un ecologismo scientificamente non
basato su dati di fatto e frutto di pura demagogia pseudo-ecologista.
Oltretutto l'energia elettrica viene vengono largamente prodotta con materie
inquinanti e nessuno spiega quante emissioni concretamente producano le auto a
combustione, se ben manutentate e moderne. Per coerenza allora
bisognerebbe allora vietare anche i camion, le navi con motori diesel per
tornare ai velieri, gli aerei per tornare a dirigibili e mongolfiere. Scelte
folli, come la messa al bando dal 2029 delle caldaie a gas. L'Europa si auto-distrugge
per pura demagogia e non migliora le sorti del pianeta perchè oltre il 90% del
mondo non adotterà mai queste decisioni.
Il dato
però è politico: se tutti i partiti di maggioranza italiana sono contro questa
normativa innanzitutto si spieghi a chiare lettere che queste scelte europee
sono responsabilità della sinistra e - visto che il nostro rappresentante a
Bruxelles è sempre Gentiloni, esponente ufficiale del PD - e che su
troppe questioni (energia, green, cibi, immigrazione) la sua posizione è opposta
a quella della maggioranza politica italiana NE SI CHIEDA LE DIMISSIONI. O
Gentiloni si adegua a chi rappresenta oppure se ne deve andare, visto che è
politicamente un abusivo.
SERVIZI
SEGRETI
Citare i
servizi segreti come “fonti” più o meno veritiere sono da sempre un ottimo
sistema per far trapelare notizie più o meno reali e nascondere le verità
quando sono imbarazzanti.
I “servizi”
sono chiamati in campo quando si vuol accusare qualcuno in modo più o meno
anonimo o montare l'opinione pubblica sfruttando timori e speranze.
Giustificare l'aumento delle forniture di armi perchè i "servizi"
sostengono che l'avversario si stia riarmando (e nessuno ne ha la prova
contraria) fornisce un ottimo alibi per una escalation bellica. Il caso Ucraina
è da manuale.
Al
contrario, i servizi vengono tacitati quando scoprono cose scomode o se è
meglio non farle sapere in giro. Per esempio, possibile che tutti insieme i
servizi segreti europei non abbiano ancora capito chi abbia fatto saltare gli
oleodotti russi nel mar Baltico interrompendo comunque la fornitura di gas
russo all'Europa?
Eppure è
stato un piano così tecnicamente impegnativo che è follia pensare che non
sappiano benissimo come sia andata. E allora, chi è stato? L'opinione pubblica
europea, furbescamente anestetizzata da migliaia di news pilotate, non se lo
chiede neppure né ricorda il fatto, ma quelle esplosioni ci sono costate
miliardi di euro in termini di costi energetici. E se fossero stati proprio gli
stessi servizi segreti - magari quelli britannici - a compiere il
"servizietto"? Ce lo si dica con un minimo di chiarezza, oppure
bisogna avere il coraggio di ammettere che in stati che si auto-proclamano
liberi e democratici è vietato sapere la verità.
Buona
settimana a tutti!
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 896 del
10 febbraio 2023
di MARCO ZACCHERA
Per scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
Sommario: Terremoto
– Europa - Domenica al voto – Sanremo – quanto vale Di Maio?- Digiuni
light - Il Giorno del Ricordo
I terremoti
sono una cosa tremenda, imprevedibile, sconvolgente. L’ultimo sisma in Turchia
e in Siria ha colpito una regione povera e già disastrata da 12 anni di guerra,
dimenticata dai media per la crisi in Ucraina. Davanti a queste tragedie mi
sembra che tutte le nostre questioni diventino piccole, insignificanti, futili.
Eppure leggo che nonostante il disastro l’infinita guerra civile siriana non si
è fermata neppure per il terremoto e che i “governativi” avrebbero continuato a
cannoneggiare i ribelli a pochi chilometri da Aleppo neanche due ore dopo le
scosse, insistendo perché non vengano aiutati i “ribelli”. Follia umana, siamo
peggio delle bestie.
EUROPA A DUE VELOCITA’
Il rapporto
preferenziale economico, energetico e militare tra Francia e Germania è una
realtà che non viene più nemmeno nascost,a ma contraria ai principi fondativi
dell’Unione ed è un aspetto che sottolinea la necessità di come sia davvero ora
che l’Italia e altri paesi mediterranei ripensino seriamente al loro ruolo in
"questa" Europa che mi piace sempre di meno.
Purtroppo -
grazie a decenni di malagestio politica - siamo in grandi difficoltà,
“incravattati” dai debiti e ricattati dalla BCE, dobbiamo sopportare e subire
l’asse franco-tedesco, dobbiamo accettare idiozie pseudo-ambientali e una linea
di politica estera ed energetica che ci danneggia, tacere sul problema
immigrazione con la Francia che fa la sbruffona ma con la coscienza sporca,
accettare politiche agricole assurde e avanti di questo passo.
No, non ci
siamo, anziché perdersi dietro a cretinate e dibattiti sul nulla, tutta la
politica italiana ma soprattutto il centro-destra deve riaprire con coraggio un
discorso serio sui nostri rapporti in Europa cominciando ad apertamente sottolineare
pubblicamente una certa insofferenza.
Su con la
schiena, cominciamo a parlarne… e se solo Gentiloni ci rappresenta
ufficialmente, ricominciamo a valutare se non sia ora di riconsiderarne il
ruolo, l’Italia non è solo PD!
DOMENICA AL VOTO
Ne parlano
in pochi – c’è Sanremo!!! – ma domenica le due più importanti regioni italiane
vanno al voto e si parte dal pareggio (1 a 1) tra i due schieramenti in campo.
Un test per la Meloni e il suo partito, un’occasione per capire meglio l’aria
che tira e quindi indirettamente anche un primo di bilancio per la popolarità
del governo.
A quasi
quattro mesi dall’esordio l’esecutivo non ha fatto la rivoluzione, il
catastrofismo si è dissolto, l’onda nera antidemocratica non c’è stata ed è
rimasto solo Calenda a considerare la Meloni “semifascista”. Noto che il
governo non è attaccato su cose importanti, ma piuttosto con polemichette
quotidiane incentrate sulle dichiarazioni più o meno opportune di personaggi
della maggioranza. Qualcuno non ha evidentemente ancora capito che stare al
governo impone di non correre dietro alla visibilità di un giorno, ma armarsi
di silenzio e di pazienza: è un po' diverso che vivere all’opposizione. La
Meloni l’ha capito subito, altri un po' meno.
MA QUANTO VALE GIGGINO ?
Ma quanto vale
– in termini politici, ma anche di qualità – l’ex ministro degli esteri Luigi
Di Maio? Aspetta con ansia una nomina in Europa per recuperare lo stipendio che
- se confermata - sarebbe un oltraggio alla pubblica decenza essendoci migliaia
di persone più indicate di lui per occuparsi di politica energetica nei Paesi
del Golfo. Il tutto con l’aggravante di un falso pseudo “concorso” bandito
dall’Europa che poi sceglie in chiave squisitamente politica e non certo
meritocratica.
Intanto Di
Maio bussa alla porta del PD dove credo non porterebbe nulla se non il voto di
alcuni parenti (pochi, la sua famiglia una volta era vicina ad Alleanza
Nazionale) riproponendo una domanda: ma cosa serve al PD tirarselo in casa?
Cosa porta in dote visto che è stato sfacciatamente umiliato alle elezioni
nonostante tutti i suoi traffici per aggirare la legge elettorale ed inventarsi
un partito all’ultimo secondo. Tabacci docet, ma l’inossidabile ex DC è più
sgamato di lui e almeno si è fatto rieleggere, per una volta un lombardo si è
dimostrato più furbo di un napoletano.
Ma perché
Di Maio non può semplicemente tornare (pardon, cominciare) a fare un lavoro
qualsiasi, o magari studiare un pò e finire le scuole? Eppure vedrete che un
posto glielo trovano...
DIGIUNI LIGHT
Il caso di
Alfredo Cospito, l’anarchico “non pentito” temporaneamente condannato
all’ergastolo con il 41 bis per aver “gambizzato” un dirigente Ansaldo ed aver
fatto esplodere due bombe contro una caserma dei Carabinieri a Fossano è da
manuale sulla trasformazione mediatica di un colpevole certo in un possibile
martire.
Ricordato
che a condannarlo non è stato certo la Meloni ma i giudici di vario ordine e
grado (compresi i soliti pasticci di competenze e rinvio a ping pong per anni
delle sentenze tra Roma e Torino, la prossima puntata va in scena il 7 marzo)
non sta a me dire se il 41 bis - ovvero il carcere duro - sia nel suo caso
giusto, necessario o meno, ma prendo atto che dopo anni di condanna l’anarchico
ha iniziatolo sciopero della fame proprio quando il centro-destra è andato al
governo.
Mentre la
piazza si agita e la violenza cresce, forse dall’opposizione ci vorrebbe più
chiarezza.
Mi faccio
infatti un paio di domande: come mai la sinistra il “Caso Cospito” l’ha
scoperto solo adesso e non lo ha eventualmente risolto quando era al governo? E
poi, come può uno che fa lo sciopero della fame da ben oltre 100 giorni avere
ancora la forza di parlare con i mafiosi (debitamente intercettato) di una
“battaglia comune contro il 41 bis” e lo stesso giorno incontrare i deputati
del PD che lo vanno a trovare? Sopravvivere a 100 giorni di digiuno volontario
(non dimentichiamocelo, ma evidentemente è light) mi sembra un oltraggio alla
scienza medica, ma è sicuramente un buon canale di propaganda visto il clamore
suscitato.
SANREMO
Ogni anno
l’appuntamento di Sanremo già “Festival della Canzone Italiana” è sempre peggio
e non parlo delle musiche o delle canzoni perché contano sempre di meno ma del
contorno, ovvero lo "spettacolo" (spesso indecente pur di stupire) e
lo show politico (spudoratamente di parte), Un’occasione perché “mamma Rai”
paghi inconfessabili cachet ad artisti tutti politicamente dichiarati (a
sinistra, è ovvio) per produrre un mega show che per mesi ne occupa il
palinsesto e dove la presenza del Presidente Mattarella quest’anno mi è
sembrata inutile e forse indecorosa.
Non abbiamo
bisogno di Benigni per difendere la Costituzione, né dei continui richiami al
fascismo, né vedere persone in mutande o che spaccano di tutto pur di far
parlare di sé, o di chi ci viene a raccontare che siamo razzisti. A Benigni –
tra l’altro - ricordo che se adesso la Costituzione per lui è diventata “intoccabile”
nel 2016 proprio lui era con Renzi per cambiarla in occasione del referendum
bocciato dal 60% degli italiani: gli hanno fatto cambiare idea le centinaia di
migliaia di euro che la Rai gli ha nel frattempo corrisposto?
Ce lo
spieghi, e comunque protesto di dover pagare con il mio/nostro canone obbligatorio
uno spettacolo di questo tipo e quindi non vale il “Se non ti piace, cambia
canale”: lo si paga lo stesso!.
Spero che
finalmente il governo abbia il coraggio di affrontare il tema della TV pubblica
faziosamente di parte non tanto o non solo nei TG ma soprattutto sui canali
storici, culturali, di intrattenimento, nelle interviste e nelle ricostruzioni,
nei palinsesti e negli autori, nelle “comparsate” e nei cachet.
Sanremo non
è più un festival canoro, ma un show-porcheria e - se tutto fa “audience” -
allora la prossima volta vedremo qualche Presidente arrivare in canottiera?
10 FEBBRAIO, GIORNO DEL RICORDO
Oggi è la
"Giornata del Ricordo" quella degli italiani massacrati e infoibati
in Istria e Dalmazia, dei 300.000 nostri connazionali scappati da quelle terre
dopo la guerra per le minacce delle bande comuniste di Tito, accolti spesso i
patria come nemici e non come esuli, in tanti riemigrati subito all’estero
perché per loro non c’era posto.
Dimenticati
dalla storia ufficiale, nascosti perché davano fastidio alla coscienza
collettiva, pagina indelebile che si vuol far dimenticare. Io ricordo.
Buona
settimana a tutti!
MARCO
ZACCHERA
IL PUNTO n. 895 del
3 febbraio 2023
di MARCO ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
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arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
Riflessione: IL NODO MIGRANTI
Non è il
più importante problema del continente e dubito che comunque sarà la volta
buona, ma al vertice europeo del prossimo 9 febbraio si dovrebbe affrontare
(finalmente) il nodo dell’immigrazione clandestina, tema caro ai paesi del sud
Europa mentre per ora Bruxelles ribadisce che non vuole prendersi in carico una
sostanziosa quota-parte degli arrivi al di là di generici “impegni condivisi”.
Ci sono
state infinite polemiche in Italia quando oltre due mesi fa fu respinta una
(una sola!) delle tante navi in arrivo nel nostro paese, ma pochi hanno poi
notato che quando la Ocean-Viking è approdata a Tolone non fu considerata
ufficialmente attraccata in territorio francese e così ben pochi migranti
furono accolti.
Lo stesso
Macron che tanto aveva accusato l’Italia, sommerso dalle critiche della Le Pen,
respinse infatti buona parte di quei migranti che, dopo un breve periodo di
detenzione sono stati ammanettati, imbarcati di forza sugli aerei e rispediti
al paese d’origine nel silenzio dei progressisti europei.
Un
atteggiamento che se fosse stato fatto dall’Italia avrebbe probabilmente
scatenato una polemica generale, ma che invece in Francia è stato liquidato in
pochi giorni.
Eppure, a
pensarci, la violazione delle norme internazionali è totale: il primo “paese
sicuro” che i migranti da sud incontrano sulla loro strada di solito è Malta
che però da sempre rifiuta gli sbarchi (eppure è a tutto titolo in Europa, gode
della presidenza del parlamento europeo ed economicamente non è certo in grandi
difficoltà), le navi delle ONG ne tengono conto e si presentano così davanti
alle nostre coste.
Ascoltare
pure le prediche europarlamentari della presidente Roberta Metsola è un po'
scocciante, soprattutto questo l’atteggiamento del suo paese, ma anche perché i
numeri ufficiali del Ministero dell’Interno aggiornati a fine anno sottolineano
la crescente gravità della situazione.
A parte i
clandestini non intercettati o prevenienti da est, ci sono stati 34.154 sbarchi
nel 2020, 67.677 nel 2021 e ben 105.140 l’anno scorso (la punta nel mese di
agosto). A gennaio c’è stata una nuova moltiplicazione di sbarchi: una
emergenza che segue a quella di dicembre (10.770 sbarchi ufficiali rispetto ai
4.554 dell’anno precedente.
Il
“sistema” degli scafisti funziona insomma alla perfezione con un giro d’affari
impressionante cosa che evidentemente a Bruxelles non crea alcun imbarazzo.
Ma c’è un
altro dato da tenere d’occhio: al netto di quanti sono più o meno ufficialmente
“spariti” dai punti di raccolta, al 31.12.2022 i centri di accoglienza avevano
in carico 107.269 persone (pari, in pratica, alla totalità dei migranti
ufficiali dell’anno scorso) a significare che chi arriva viene sì soccorso ma
poi, sostanzialmente, è “parcheggiato” senza un futuro.
Nello
stesso periodo l’assorbimento ufficiale degli altri paesi europei è stato
praticamente nullo e quindi i migrati restano nel circuito italiano o – molto
più probabilmente – escono dal nostro paese in modo clandestino e tali si
ritroveranno nel nuovo paese raggiunto con varie peripezie: massa d’urto per
problemi sociali tremendi, e fornitura di manodopera disperata al mondo
per lavoro nero e delinquenza.
Non c’è
dubbio che una barca alla deriva vada soccorsa per un concreto pericolo di
vita, ma quante persone in mare sono effettivamente migranti politici o fuggono
da guerre o carestie e quante invece sono lì dopo aver comprato il proprio
viaggio – biglietti aerei inclusi - e quindi sono l’oggetto di commercio da
parte delle organizzazioni scafiste che pianificano tutto?
Le fredde
cifre ufficiali ci dicono che degli oltre 100.000 arrivi del 2022 quasi il 20%
(20.542) vengono dall’Egitto, 18.147 dalla Tunisia, 14.877 dal Bangladesh -
paesi dove la guerra proprio non c’è - e bisogna arrivare agli 8.594 siriani o
ai 7.241 afgani per trovare cittadini di paesi in guerra o comunque dove vi sia
un concreto problema di rischio politico.
In totale
oltre l’80% dei richiedenti asilo sono quindi “economici” e tutti hanno pagato
profumatamente per imbarcarsi e finire in mezzo al mare. Sono così gli scafisti
che fanno la scelta sulla base delle possibilità di pagamento e questa è la
scomoda verità che dovrebbe essere ammessa da tutti, ad iniziare dalle ONG che
di fatto aiutano per ragioni umanitarie solo l’ultimo tratto del un lungo e
complesso traffico internazionale di esseri umani. Al di là di ogni
interpretazione politica e di ogni motivazione ideologica il fallimento europeo
è proprio nel non riuscire a bloccare le partenze.
E’ evidente
che ci sia una aperta connivenza tra autorità politiche degli stati costieri
del Nord Africa e gli scafisti che intercettano il flusso, ma passano gli anni
e su questo aspetto l’Europa non riesce (o non vuole?) prendere atto della
situazione, forse perché imporrebbe decisioni drastiche.
D'altronde
più passano gli anni più si chiariscono le responsabilità di chi ha spinto –
come la Francia, per chiari interessi petroliferi – a destabilizzare la Libia
che in qualche modo teneva sotto controllo il fenomeno dopo gli accordi
sottoscritti con l’Italia.
Sono
situazioni e numeri che andrebbero tenuti maggiormente in considerazione da chi
si straccia le vesti per i rallentamenti imposti dal governo Meloni alle navi
ONG senza però risolvere il problema.
Certo che
senza soccorsi si rischiano più morti in mare e questo è umanitariamente
catastrofico, ma se quei poveracci non fossero partiti certamente non si
sarebbero messi in pieno rischio.
Come ho
scritto nel mio libro “Integrazione (im)possibile? Quello
che non ci dicono su Africa, Islam ed Immigrazione” – chi
fosse interessato può richiedermelo via mail a marco.zacchera@libero.it) la partita
va giocata in altro modo: l’Italia (e l’Europa), prendano atto che
l’immigrazione è un fenomeno mondiale, ma anche paradossalmente utile alla
stessa Europa se si passasse dal “subire” il fenomeno a finalmente gestirlo
permettendo una maggiore elasticità di ingressi tramite corridori umanitari con
adeguati “filtri” in partenza.
A tutti
converrebbe che i migranti arrivassero in Italia e in Europa in modo
organizzato, corretto, predeterminato, passaporto alla mano, esattamente come
avvenuto per decenni all’emigrazione italiana nel mondo.
Un aiuto
importante e concreto potrebbe venire anche dalle Conferenze Episcopali di
molti paesi africani perché è evidente che è più facile integrare un cattolico
nigeriano che parla inglese rispetto a un musulmano integralista che parla solo
arabo.
Non
ammetterlo è un atto demagogico (la demagogia è comunque la evidenza più importante
di questa problematica), eppure da anni ad ogni TG vediamo solo le solite
immagini di disperati alla deriva con un’Europa incapace di prendere
(finalmente) decisioni credibili di fatto lavandosi le mani del problema e si
arrangi chi ci resta in mezzo.
(causa mia
assenza dall’Italia questo articolo de IL PUNTO è stato scritto il 24 gennaio)
Buona
settimana a tutti!
MARCO
ZACCHERA
IL PUNTO n. 894 del
27 gennaio 2023
di MARCO
ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: BRAVO NORDIO – ARRIVEDERCI
A DAVOS – GRILLI A COLAZIONE – GRETA L’IDEALISTA (?)
BRAVO
NORDIO
Ho sempre
considerato Carlo Nordio un ottimo magistrato, equilibrato e deciso, così come
oggi è un ministro competente e di valore, uno dei migliori della squadra della
Meloni.
Soprattutto
stimo Nordio per la sua coerenza: sta cercando di riformare quella bolgia che è
la Giustizia italiana esattamente come ha sempre indicato, anche prima di
diventare ministro. Anche la sua posizione sulle intercettazioni mi sembra
assolutamente coerente: vanno mantenute quelle per i reati gravi e ad esso
connessi senza abusare, ma soprattutto le intercettazioni devono rimanere
comunque riservate e bisogna combattere e finalmente punire chi è responsabile
della loro diffusione, spesso indebita e strumentale visto che troppe volte
sono usate solo per demolire persone che magari poi non vengono
neppure imputate.
E’ poi
davvero l’ora di arrivare a una separazione netta tra politica e magistratura,
così come tra giudici e pubblici ministeri: due ruoli diversi con diverse
carriere. Per questo è assurdo che qualcuno chieda le dimissioni di Nordio,
mentre apprezzo che anche parte della opposizione sia concorde su questi
concetti di serietà, trasparenza e tutela delle persone.
ARRIVEDERCI
A DAVOS
A Davos,
amena ed elegante (ma soprattutto costosa) località turistica svizzera si incontrano
ogni anno i ricchi della terra e i banchieri “à la page” per decidere di
speculazioni, strategie e tendenze economiche. Anche quest’anno c’è stato uno
stuolo di VIP e aerei privati, chiacchiere e vertici più o meno riservati
mentre viene confermato che
l’1% della popolazione detiene oltre il 66% della ricchezza del mondo.
Pensate che mezzo miliardo di donne africane (tutte insieme!) hanno meno
ricchezze di 22 persone tra le più ricche del mondo e la crisi Covid ha
aumentato le disuguaglianze.
Nel biennio
connotato dalla pandemia, l’1%
della popolazione mondiale più ricco ha visto aumentare infatti
il proprio patrimonio di
26mila miliardi di dollari. Tradotto in termini percentuali,
significa che il 63%
dell'incremento complessivo della ricchezza globale del mondo (ovvero dello
sfruttamento delle risorse già esauste del pianeta) è andato a quell' 1% mentre
al restante 99% della popolazione mondiale (tra i quali tutti noi) solo il 37%.
Ma a Davos
tutto ciò non fa mai scandalo si parla di dazi, scambi, prezzi, bonus, diritti
doganali, reciprocità ecc.ecc. MAI che si indichi, si auspichi e soprattutto si
attui un minimo intervento di solidarietà sociale a livello mondiale. Mai che
esca una proposta sensata di tassazione per portare ad un minimo di riequilibrio,
di equità, in fondo di giustizia. Alla fine diventa una soddisfazione morire:
almeno quel giorno anche i ricchi si ritroveranno nudi e soli.
ALLA TAVOLA
DELLE SCHIFEZZE
Benvenuto
al tenebrione mugnaio, meglio noto come “verme della farina”, benvenuto all’
aketa domesticus (volgarmente noto come grillo), due insetti che - insieme ad
altri - dai giorni scorsi sono diventati ufficialmente alimenti accettati
dall’Unione Europea per il consumo umano e saranno quindi utilizzati ad uso
alimentare.
Potrete
mangiarli secchi, fritti, affumicati e - se la cosa vi fa schifo - non
preoccupatevi perché molto probabilmente non saprete mai di mangiarli.
Gli
insetti, infatti, serviranno soprattutto per creare farine da utilizzare per
gli alimenti e quindi per fare poi pane, pasta, pizza, biscotti, siero di
latte, minestre ecc.ecc.
Oh, state
tranquilli, saranno assolutamente indicati negli “ingredienti” a tutela del
consumatore che sulle confezioni, di solito in carattere millimetrico,
indicheranno “farine animali e vegetali”. Così sarà tutto in regola perchè
naturalmente voi mangiate un panino, non vedete la farina con la quale potrà
essere fatto.
Gli insetti
d’altronde fanno parte dell’alimentazione di molti popoli, in Europa non si
usava ma – si sa - noi siamo “open” e “green”, quindi buon appetito.
Quello che
però mi dà fastidio è che a motivazione della scelta c’è soprattutto l’aspetto
“ecologico” ovvero - secondo la UE - mangiare insetti inquina di meno il
pianeta rispetto ad altri cibi.
Visto che i
grilli non saranno catturati uno ad uno e per farne un chilo di farina ne
servono migliaia vedremo quanto inquineranno poi gli allevamenti industriali di
queste specie mentre - sotto sotto - questa decisione europea è stata
spalleggiata dalle varie catene di supermarket a basso costo, industrie
alimentari ecc. che così potranno disporre di altre materie prime sottocosto.
Grazie, mamma Europa!
GRETA
L’IDEALISTA
Da un po'
non si sentiva più parlare di Greta Thunberg, ma è riapparsa per le proteste
contro le nuove centrali a carbone in Germania: dieci minuti di notorietà
mentre i poliziotti – con molta delicatezza – la trasportavano via da una area
vietata davanti a decine di telecamere.
Questa
volta Greta non aveva però tutti i torti: proprio nel momento in cui l’Europa
ha la fantastica pensata di voler obbligare TUTTI gli europei a sistemate TUTTI
gli edifici per attenersi a più rigorosi standard energetici e mette al bando
le auto non elettriche per – ci si dice - difendere il clima e salvare il
pianeta, in Germania viene riaperta ed ingrandita una miniera di lignite
(ovvero il carbone più sporco e impuro che c’è) di ben 25 km quadrati.
Ma per una
volta non parliamo solo delle proteste ecologiste di Greta, ma di come sia
difficile verificare le notizie diffuse sul web, per esempio sui suoi presunti
patrimoni e redditi.
Stando ai
suoi fan Greta si impegna gratuitamente e dona in beneficenza i profitti legati
alla sua immagine, mentre per la rivista People With Money, Greta guida invece
la lista annuale delle “100 attiviste più pagate” (come pubblicato domenica 1
gennaio) grazie a sorprendenti guadagni di 82 milioni di dollari tra dicembre
2021 e dicembre 2022.
Nel
compilare questa lista ogni anno la rivista prende in considerazione fattori
come le retribuzioni anticipate, la partecipazione agli utili, il supporto e il
lavoro pubblicitario. L'attivista svedese avrebbe un patrimonio netto stimato
di 245 milioni di dollari per gli intelligenti investimenti azionari dei suoi
genitori, oltre a proprietà, diritti d’autore, accordi lucrativi di
collaborazione con la linea di cosmetici “Cover Girl”.
Vero o
falso? Verità oppure maldicenze per screditarne l’immagine? Spero che si tratti
di cifre esagerate, altrimenti verrebbe ulteriormente meno – almeno per me – la
credibilità personale della pasionaria ecologista. Sta di fatto che queste
somme vengono smentite dai suoi fan sostenendo che è tutta disinformazione a
cura delle società che promuovono i combustibili fossili, mentre i denigratori
sostengono che dietro a Greta ci sono anche e soprattutto gli interessi delle
società “green” che ne hanno fatto una loro icona pagandola per questo.
Di sicuro
Greta è intanto scesa in politica: offesa per la recente vittoria della destra
in Svezia è intervenuta a sostegno di una manifestazione di protesta davanti al
nuovo parlamento svedese e pubblicando sul web: “Non possiamo essere neutrali
quando la politica mette in gioco la vita. Chi è al potere va sconfitto, i
gruppi emarginati diventano capri espiatori. Resistere. Difendi l’antifascismo,
l’antirazzismo e la giustizia climatica” Anche il clima è quindi ufficialmente
diventato una questione antifascista, questo mi mancava.
Buona
settimana a tutti!
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 893 del
20 gennaio 2023
di MARCO ZACCHERA
Per scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri arretrati de IL PUNTO, miei libri, presentazione ed altre
news: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: MAFIA SCONFITTA – VERGOGNA
SUPERCOPPA - RIFLESSIONE UCRAINA – URSS & CGIL A CONGRESSO
MAFIA
La mafia
non può ammettere di essere sconfitta perché perderebbe il proprio potere e
ricordiamoci soprattutto di questo quando subito sono cominciate a girare le
“voci” – non disinteressate - su un Matteo
Messina Denaro che si sarebbe “auto-catturato”.
Se la mafia
ammettesse che neppure il boss dei boss è al sicuro non avrebbe più la forza di
imporre ricatti ed ha quindi tutto l’interesse a far girare simili notizie.
Un convinto
grazie quindi ai Carabinieri, alle Forze dell’Ordine e ai Magistrati “limpidi”
che con i fatti dimostrano che anche i padrini-assassini, alla fine, perdono
sempre.
VERGOGNA A RIYADH
Sono un
deluso tifoso milanista, ma mercoledì' sera mi sono vergognato e non già per i
tre gol subiti dall' Inter ma per il desolante spettacolo di una finale di
"Supercoppa
Italiana" giocata a Riyadh in Arabia Saudita, davanti a
spalti desolatamente semivuoti e inneggianti a Ronaldo (??!!) solo due
giorni dopo che il governo saudita (quello che detiene il record mondiale di 81
condanne a morte eseguite in un solo giorno il 12 marzo 2022) aveva condannato
a morte anche Awad
Al-Qarnim, 65 anni, cittadino anglo-saudita
"colpevole" di aver scritto un tweed contrario al governo.
Pensate per
un attimo se Milan ed Inter - dimostrando di non correre solo dietro ai soldi,
ma di avere anche un minimo di coscienza - avessero per protesta rifiutato di
giocare a Riyadh optando per disputare la partita semplicemente al Meazza a San
Siro (cosa peraltro logica e giusta), magari offrendo in beneficenza una parte
dell'incasso.
Sarebbe
stato uno schiaffo ai soldi dei sauditi (che hanno anche loro invaso lo Yemen
“alla Putin” ma fa figo non ricordarlo) e magari qualcuno nel mondo avrebbe
potuto notare "Guarda questi italiani che hanno anche un pò di coerenza e
spina dorsale..." Macchè, davanti ai soldi ci inchiniamo tutti...
Approfondimento: RIFLESSIONI SUL DRAMMA
UCRAINO
Ci mancava
l’invito di Zelensky al
festival di Sanremo per rischiare di trasformare il dramma
dell’Ucraina in una vera pagliacciata, tutti alla rincorsa dell’“audience”.
La presenza
del presidente ucraino allo show mi sembra davvero una sciocchezza, ma soprattutto
una mancanza di rispetto per le migliaia di morti della guerra.
Anche per
questo vorrei tentare un ragionamento sulla situazione in Ucraina sapendo in
anticipo che riceverò ogni sorta di critiche.
Ci avviamo
infatti al 12° mese di guerra e la situazione sul campo è – sostanzialmente -
quella di una settimana dopo l’invasione russa, un atto
inaccettabile e che ha posto Putin contro il diritto internazionale, la logica
e perfino il buonsenso.
A Kiev c’è
però un personaggio salito agli onori del mondo come mai avrebbe potuto
immaginare, questo
Zelensky che oggi è appunto una star, mentre il suo paese è
aiutato a tutti i livelli, può controbattere militarmente colpo su colpo e –
con il sostegno quasi unanime dei media mondiali - sa di avere alle spalle una
riserva inesauribile di armamenti. Ma
che interesse avrebbe mai Zelensky a volere una pace?
Quando Biden annuncia
(19.1.2023) l’invio di nuove armi per 2,5 MILIARDI di dollari l’affare per
Zelensky è di continuare ad oltranza, soprattutto se Biden pare che ora appoggi
anche gli attacchi “preventivi” sul territorio russo.
Incidentamente,
ricordiamoci che con questa somma i 500 MILIONI di esseri umani che rischiano
la fame mangerebbero per più di una settimana.
Un anno
dopo l’avvio della guerra la Russia non sembra però economicamente prostrata,
la gente - volente o no - ubbidisce agli ordini e tira avanti senza grandi
restrizioni economiche, visto che in guerra ci vanno soprattutto i contadini,
la vera “carne da macello” di tutte le guerre e le sanzioni non si sono
dimostrate particolarmente efficaci.
Nello
stesso periodo l’Europa, già provata dal Covid, è invece precipitata in un
grave crisi soprattutto energetica e l’inflazione che ne è venuta in
conseguenza ha scardinato i bilanci statali, ha indebitato i governi
(soprattutto quelli che non hanno alternative energetiche), ha fatto crescere i
prezzi colpendo soprattutto i ceti più poveri.
Il problema
è adesso decidere se e come uscirne.
Ci sono
sostanzialmente due strade: una è continuare quella attuale armando l’Ucraina
con ogni difesa possibile in attesa che riconquisti il Dombass e ci provi con
la Crimea, l’altra è considerare lo stato di fatto, spingere davvero le parti a
negoziare, imporre un armistizio magari dichiarando ufficialmente russa la
Crimea (come è nella storia…) e trovando formule di ampia autonomia per l’est
Ucraina, rendendo “conveniente” il cessate il fuoco anche per Putin.
Certamente
la prima scelta è quella più giusta dal punto di vista dell’etica e del
diritto, ma la seconda è decisamente la più “umanitaria” per le popolazioni
coinvolte e soprattutto converrebbe anche per noi. Sarebbe forse l’unica scelta
realistica visto che di fatto entrambe le parti possono crescere in armamenti e
missili causando morti innocenti, rovine e alla fine – Dio non voglia – un
pazzo potrebbe schiacciare il grilletto atomico.
Si dirà che
così Putin avrebbe vinto, ma non è vero perché avrebbe comunque sacrificato il
suo paese per un controllo indiretto di pochi territori. Quello che più mi
mette in imbarazzo, però, è soprattutto che – a parte Papa Francesco che
quando parla di queste cose non viene minimamente ascoltato (soprattutto dal
“cattolico” Biden) - nessuno in Europa sembra volere provare a tessere un
minimo di rapporti di pace e - anzi - i toni, le discussioni, i vertici, le
minacce sembrano costruite apporta per allontanare ogni speranza di negoziato.
Al di là di
frasi di circostanza concretamente non si vuole fare nulla. Ascoltate
il segretario generale della NATO Stoltemberg,
oppure il ministro degli esteri europeo Josef
Borrell: perfino il loro tono di parlare è una quotidiana
provocazione a Putin, sembra ci sia il desiderio di rendere ancora più isterico
e rabbioso l’avversario.
Mai uno
spiraglio concreto, una proposta di tregua d’armi, una offerta per aprire una
possibile trattativa: solo escalation di armi, missili, contraerea e carri
armati.
Ed è qui
che mi nasce un dubbio profondo: ma
a chi conviene continuare in una guerra umanamente dissennata?
E’evidente: ai “falchi”, a chi commercia in armi, a chi specula e commercia in
materie prime, a chi ha voluto eliminare un qualsiasi accordo o alleanza strategica
UE-Russia per i tempi futuri, a chi ha sabotato i gasdotti sottomarini e fatto
schizzare i prezzi dell’energia speculandoci sopra.
Tutti in
Europa sembrano essere contro Putin ed è giusto, ma allora perché
contemporaneamente si resta silenziosi verso tante altre dittature, governanti
sanguinari, repressioni evidenti: perché questa assordante disparità di
comportamento? In Iran si muore se non porti il velo, in Arabia Saudita se usi
un twitter contro il governo, in Afghanistan si torna al medioevo, in Africa
milizie ammazzano, invadono e distruggono, milioni di profughi sono stati
creati da “nostre” guerre folli e vagano disperati nei deserti… Ma per l’Europa
queste cose contano poco o niente.
Conta solo
l’Ucraina, ma anche perché è diventata un mega-business e d'altronde da sempre
la guerra fa nascere e crescere gli affari, i “danni collaterali” sono sempre
un optional sulla pelle della gente.
Cerchiamo
allora di essere rigorosamente logici: se le “sanzioni” servissero davvero a
qualcosa Putin sarebbe allo stremo da tempo ed invece non lo è, segno che
servono a poco o a niente, anche perché lo Zar si approvvigiona ad oriente.
Qualcuno vuole cominciare ad ammettere – dopo 11 mesi - che questa strategia è
sostanzialmente fallita e quelle sanzioni hanno soprattutto danneggiato alcuni
paesi d’Europa e in particolare alcuni settori che purtroppo erano quelli di
punta per l’Italia, dai mobili alla moda, oltre alla terribile bolletta
energetica che ci abbatte, mentre non colpisce Gran Bretagna, Olanda, Norvegia
ecc.ecc. ?
Perche dopo
un anno la guerra è sostanzialmente in stallo, non siamo certamente all’ultima
spallata come sperava Cadorna mandando i fanti a morire sull’Isonzo e piuttosto
ricordiamoci che a Verdun dopo tanti mesi di massacri non aveva vinto nessuno.
Intanto il
debito pubblico sale, i governi (non solo il nostro) debbono indebitarsi per
sostenere l’economia, ma così salgono gli interessi sul debito in una spirale
senza fine. L’autonomia politica delle nazioni europee decade e cresce il
controllo economico della BCE che ha di fatto ormai un potere di veto assoluto,
altro che i risultati elettorali… Ma se tutto è nuovamente una questione
economica, come la mettiamo allora con il “diritto umano e dei popoli” per
difendere il quale eravamo partiti?
Dopo 11
mesi di guerra è legittimo e vero poter dire che effettivamente gli USA ci
hanno spinto e mantenuti ad una “guerra per procura” per la gioia dei loro (e
nostri) fornitori di armamenti dipinti come grandi difensori della libertà, ma
forse anche per più profani profitti.
Io,
“occidentalista” e filo USA da sempre, mi trovo spiazzato dalla attuale assurda
politica americana e da un’Europa che vi corre dietro senza ragionare.
Anche
perché nessuno ci spiega con chiarezza quale sia veramente la situazione
interna in Russia e in Ucraina dove i deputati dell’opposizione sono spariti, i
religiosi ortodossi russi espulsi, milioni di ucraini “russofili” (che ci sono,
è una realtà storica, non li ha inventati Putin!!) sono considerati traditori.
Così come non credo che la tradizionale e ben radicata corruzione ucraina sia
stata messa all’angolo, anzi, e nessuno sa bene (o ci dice) dove finiscono le
armi e i contributi italiani.
Approfondimenti
di questo tipo sulle nostre TV non se ne ascoltano mai.
Sullo
sfondo restano poi i tanti misteri sulla salita al potere proprio di Zelensky,
i maneggi della famiglia Biden, il ruolo degli oligarchi (non ci sono solo
quelli russi!).
Ma
possibile che alcuni paesi europei - compreso il nostro - non debbano
cominciare a discutere anche di queste cose? Non per abbandonare l’Ucraina il giorno dopo, ma per
cominciare a valutare i pro e i contro di una guerra infinita e
all’obiezione che se ci fermassimo adesso Putin pian piano si mangerebbe
l’Europa come Hitler nel ’38 obietto che se Putin lo avesse veramente voluto,
in una settimana – almeno all’inizio della guerra – sarebbe arrivato a Kiev.
Ma non
aveva – allora come oggi – alcun interesse a farlo e forse adesso ha giusto
solo le forze per mantenere lo status quo, ma anche per difendersi ad oltranza.
Se gli
alleati rafforzeranno ancora l’Ucraina lui farà salire di un’altra tacca il
terrore missilistico e se arriveranno i patriot e la nuova contraerea (italiana
e NATO), salirà di due tacche e così via: è una partita a poker, con continui
rilanci di terrore.
Se non
diciamo “vedo” e fermiamo il gioco, però, se non facciamo nulla di concreto per
rompere il cerchio alla fine questo gioco sarà un disastro per tutti.
URSS A CONGRESSO
Finiamo con
un po' di sana allegria... Si è svolto a San Lazzaro il XX congresso della CGIL
di Bologna che è terminato al suono del potente inno dell’Unione Sovietica
diffuso a tutto volume a far da corona ad abbracci e pugni chiusi finali.
Ognuno
suona quello che vuole, l’inno della fu URSS (che è poi tuttora quello della
attuale Federazione Russa, visto che sono state cambiate alcune parole, ma non
la melodia) ha una musica bellissima e travolgente, ma - suonato proprio nel
giorno in cui l’Italia annunciava l’invio in Ucraina delle più moderne batterie
antimissili disponibili - lascia un pochino perplessi. Si sono scusati dicendo
di aver confuso l' inno russo con l’Internazionale ma è una balla: se volevano
sfumavano subito la musica e la cambiavano, invece…"avanti,
compagni"! Che ne dicono di questa piccola incongruenza gli altri
sindacati e dalle parti del PD?
Buona
settimana a tutti!
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 892 del
13 gennaio 2023
di MARCO
ZACCHERA
Per scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri arretrati de IL PUNTO, segnalazioni bibliografiche,
articoli e altre mie news: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: ADDIO A PAPA BENEDETTO - MELONI
DONNA DELL’ANNO ? – BRASILE: VERITA’ NASCOSTE - ERRORE GASOLIO – RINNOVATO IL
SITO WEB
ADDIO A PAPA BENEDETTO
C’ero
anch’io in Piazza San Pietro il giorno che lo elessero Papa, quando Lui si
presentò alla folla ricordando gli operai della vigna del Signore. Benedetto è
stato un papa serio, severo, timido, preciso. Lo hanno attaccato in molti
perché non era un “progressista” e perché diceva le cose come stavano, senza
indulgere nella demagogia. Per esempio quando parlò a Ratisbona non voleva
offendere nessuno, ma disse semplicemente la verità, ovvero che l’Islam può
arrivare a stravolgere la libertà e quanto avviene ogni giorno - dall’ Iran
all’Arabia Saudita - non fa che confermarlo.
Dopo morto
improvvisamente ne parlano tutti bene, ma “prima” era diverso: Benedetto non ha
mai raccolto il plauso dei media, come avviene invece con Papa Francesco ma
solo quando parla di temi cari alla sinistra. Se lo stesso Francesco
"stona" rispetto alla vulgata corrente, magari sulla guerra in
Ucraina o il commercio delle armi, allora anche lui è di fatto tacitato, perché
“disturba”.
Benedetto
credeva nell’Europa con salde radici cristiane, nella dottrina della fede anche
quando è dura o scomoda da accettare. Riposa in pace Papa Benedetto, resterai
nei nostri cuori e prega per noi, per la nostra comunità che ne ha molto
bisogno.
MELONI “DONNA DELL’ANNO” ?
Se c’è una
persona che in Italia l’anno scorso ha meritato il titolo di “donna dell’anno”
è stata sicuramente Giorgia Meloni alla quale un anno fa nessuno avrebbe
pronosticato un successo elettorale così travolgente, ma soprattutto una decisa
conduzione di governo che - almeno fino ad ora - lascia abbastanza
stupiti.
Inutili le
piaggerie o le critiche preconcette: piacciano o meno le sue idee,
obbiettivamente la Meloni ha affrontato il “mestiere” di Premier con piglio
sicuro concedendosi, ad oggi, ben poche sbavature e dimostrando una conoscenza
dei problemi bel oltre il previsto, così - quando afferma di voler durare -
comincia a trovare molti italiani che se lo augurano.
In effetti
nessuno parla più di pericoli democratici o derive autoritarie, le polemiche
nostalgiche si sono stemperate in banalità, lo staff di governo appare
abbastanza coeso e l’opposizione piuttosto divisa ed incerta.
Un aspetto
ancora da verificare è invece l’immagine che la Meloni ha offerto a livello
internazionale e le decisioni che vorrà prendere in termini europei. Al di là
dei sorrisi istituzionali la continuità con la politica di Draghi è apparsa
evidente, rassicurante, in linea con una tradizione italiana molto (troppo?)
ossequiente nei confronti di Bruxelles.
Certamente
molti sono i condizionamenti economici e politici in un’agenda dettata dalle
politiche della BCE, ma personalmente credo (e spero) che – dopo questa
opportuna lezione di continuità - la Premier inizierà presto a mutare il tiro,
perché altrimenti rischierà non tanto all’esterno quanto all’interno del
proprio elettorato che credo sia in buona parte più critico di lei nei
confronti della UE.
Un’avvisaglia,
l’annunciato “no” all’obbligo sui motori elettrici per le auto dal 2035.
Stupisce
anche che Giorgia Meloni si sia adeguata esattamente sulla linea UE in politica
estera e per il conflitto ucraino (e quindi sulle posizioni di Washington)
senza avanzare qualche riserva, ma è appunto troppo presto per capire se questa
sia effettivamente la sua volontà o se questa scelta vada a porsi in una strategia
più a lungo termine con distinguo progressivi che inizieranno magari sulle
politiche migratorie per spostarsi man mano sulla politica estera per portare
l’Italia ad essere potenzialmente uno stato-guida dei paesi mediterranei e di
parte dell’est europeo.
Quello che
è invece emerso dalla conferenza stampa di fine anno è la asserita volontà di
mettere le mani al più presto ai progetti di riforma costituzionale.
Un tema che
sarà contrastato dall’opposizione, ma la Meloni sa che troverà attenti (e consenzienti)
molti elettori anche al di fuori della sua maggioranza.
C’è da
sempre nel paese una volontà presidenzialista o semi-presidenzialista e grazie
all’ampiezza della sua maggioranza parlamentare è forse il momento di
intervenire ora perché è una riforma che può effettivamente essere utile, visto
anche che questi suoi primi mesi di governo sottolineano un governo tornato
“politico”, nella mani di una figura rappresentativa e “forte” e – tra l’altro
- stupisce che sia stata proprio la prima donna a Palazzo Chigi ad aver dato
questa impressione.
Il problema
sarà coniugare un premierato più volitivo con la richiesta di autonomia che la
Lega da tempo sostiene e che va canalizzata – e non sarà facile - come utile
contraltare ai maggiori poteri che verrebbero assegnati al premier. Presto per
parlarne, ma effettivamente il mix che ne uscirà potrebbe dare all’Italia
quella nuova veste costituzionale di cui si parla da decenni, ma senza mai
riuscire a concludere nulla.
D'altronde
non sono ancora trascorsi neppure i tradizionali 100 giorni di “luna di miele”
di ogni esecutivo e quindi è presto anche per i primi bilanci, ma se la Meloni
pensa già a riforme strutturali significa che intende proseguire in velocità su
un piano di riforme istituzionali che pur troveranno cento ostacoli sul loro
cammino.
Ad oggi il
grande vantaggio della Premier è piuttosto di parlare in molto spigliato
(magari un po' troppo romanesco) immedesimandosi facilmente con la “pancia”
degli elettori che se ne sentono rassicurati ed amano quel contatto diretto. Un
credito di simpatia non fa mai male, anche perché il lavoro e le difficoltà non
mancheranno.
ERRORE GASOLIO
Credo sia
stato un grave errore da parte del governo non prorogare lo sconto sulle accise
dei carburanti, mantenendole – eventualmente man mano a scalare - almeno per il
gasolio, tenuto conto di quanto i trasporti pesanti incidano sull’inflazione e
in generale sull’economia.
Ma,
soprattutto, credo servano iniziative ancora più incisive di quelle annunciate
di controllo sugli abusi e le speculazioni sui prezzi da parte delle compagnie
petrolifere (oltre di quelle energetiche, bancarie e farmaceutiche) che in
pratica operano in condizioni di “cartello”. E’ un problema grave che tocca
diversi settori dove la libertà dei prezzi viene aggirata con accordi di
oligopolio e questo non è né giusto né tollerabile: costi bancari, energetici,
autostradali, medicine di base: il governo tenga dritta la schiena,denunci con
forza gli speculatori e non si pieghi a questi veri e propri ricatti da parte
delle grandi strutture finanziarie.
Approfondimento: BRASILE, LE COSE CHE SI NASCONDONO
Da domenica
tutte le fonti di stampa denunciano l’assalto ai palazzi del potere di Brasilia
paragonato – ovviamente – a quello di Capitol Hill, ma pochi raccontano
altri particolari che sono invece importanti nel panorama politico brasiliano,
prendendo atto che al momento in cui scrivo queste note su Rai News ci sono 35
commenti alla crisi brasiliana TUTTI con una sola versione e NESSUNA che dia
spazio ai “Borsonaristi”, ovvero (almeno) al 48% dei brasiliani che hanno
votato per l’ex presidente, decine di milioni di persone la gran parte
assolutamente non violente, ma di cui nessuno sembra interessato a conoscere il
parere.
Premesso
che per me la condanna di ogni violenza deve essere inappellabile e sincera, i
fatti di Brasilia si inquadrano però in una situazione torbida perché se Lula
ha vinto (ma ad oggi non si è ancora espressa la Commissione di vigilanza sulla
regolarità dei risultati) è altrettanto vero che la maggioranza dei deputati e
degli Stati gli è contraria e il risultato delle elezioni per il Parlamento
brasiliano ha sancito che la maggioranza dei seggi è tuttora nelle mani del PL
(quello di Bolsonaro).
Eppure la
vittoria di Lula, contestata e comunque risicata nei voti, è stata proclamata
immediatamente, senza neppure aspettare la proclamazione ufficiale. Attore
della scelta (contestatissima, ma da noi nessuno lo dice) Alexandre De Moraes,
ministro del Tribunale Supremo del Brasile (TSB), la persona più potente,
politicamente, dell’intero Paese, Lo stesso che ieri ha subito chiesto
l’arresto dell’ex ministro della giustizia, del capo della polizia ecc.ecc. De
Morales ha sempre favorito il PT di Lula anche con decisioni apertamente
discutibili. Attenti quindi perché prendendo per scusa alcune centinaia di
violenti facinorosi (questi sì che vanno arrestati) ci si è subito
accaniti contro decine di migliaia di dimostranti che in pace chiedevano in
tutto il paese correttezza nelle elezioni.
Il rischio
è che si voglia sfruttare l’episodio per forzare le cose in una specie di
“contro-golpe preventivo” che rischia di spaccare ancora di più il paese pur di
bloccare l’opposizione a Lula che ha la maggioranza in parlamento.
Anche
perché - per esempio - il neo-presidente non è quel santo che si vuol fare
apparire: non è stato assolutamente prosciolto dalle accuse di corruzione, ma
alla fine le condanne sono state annullate solo perché si è sostenuto che la
corte competente fosse Brasilia e non Curitiba… Ma chi sa queste cose in
Occidente? Attenzione anche perché se Lula ha vinto, tutti gli
stati brasiliani “produttivi” del centro e del sud (il Brasile è una
Federazione, ricordiamocelo) gli hanno comunque votato contro e – se esistesse
un controllo sul “voto di scambio” – non ci potrebbero essere dubbi che Lula ha
vinto proprio in questo modo, dopo aver distribuito per anni decine di milioni
di “pacchi dono” ai poveri sia per alleviare la loro spaventosa crisi
economica, ma anche per riceverne poi i voti, mentre il deficit statale saliva
alle stelle.
Per questo
la situazione brasiliana sta diventando caotica ed è a rischio di una
escalation di violenze inarrestabili che possono portare ad una disintegrazione
dello Stato, con una divisione profonda del paese che si allarga sempre di più.
ULTRAS E RESPOSABILITA’ OGGETTIVA
C’è un solo
modo concreto e convincente per spegnere la violenza degli ultrà violenti come
nel caso di domenica scorsa sull’Autostrada del Sole ad Arezzo: condanne penali
- sollecite e severe - per i diretti responsabili e immediate penalizzazioni in
classifica con multe salate alle società di cui questi “tifosi” sono gli
esagitati e violenti supporter.
State
tranquilli che a quel punto proprio le stesse società sarebbero le prime a
denunciarli, cosa che purtroppo non avviene, isolandoli ed impedendo loro di
frequentare gli stadi. Provare per credere, intanto a poche ore dagli arresti
tutti sono già tornati in libertà, pronti a ricominciare.
Il mio sito web: wwwmarcozacchera.it è stato recentemente
rinnovato, dategli un’occhiata !
Buona
settimana a tutti!
MARCO ZACCHERA
IL
PUNTO n. 891 del
23.12. 2022
di MARCO
ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
SOMMARIO:
RIFLESSIONI DI NATALE UN PO' FUORI DAGLI SCHEMI - LO SCANDALO CHE (finalmente)
APRE LA PATTUMIERA DI BRUXELLES - I MEDIA SU TRUMP - COSI' GIRA IL NUOVO MONDO.
ED E’SUBITO
NATALE
Facendo gli
auguri ai lettori de IL PUNTO avrei voluto scrivere parole un po' diverse dal
solito. Non tanto per buonismo pre-natalizio quanto perché forse bisogna
ammettere che il mondo cambia poco, chiunque governi e che troppo spesso
sembrano sempre vincere i “cattivi”.
Ad esempio,
per molti anni ho tenuto una rubrica settimanale sul quotidiano “La
Prealpina” di Varese e stavo rileggendo il mio pezzo del Natale 2002, scritto
esattamente 20 anni fa.
Se lo
avessi riprodotto interamente qui oggi quasi nessuno avrebbe scoperto che era
“datato” perché descriveva una situazione di disordine mondiale e di
sostanziale ingiustizia planetaria esattamente allora come oggi.
Sembra
proprio che nessuno voglia imparare dalle esperienze passate, che pochissimi
vogliano seriamente mettersi d’impegno per costruire e non solo distruggere.
Ma forse
non è vero: vent’anni sono tanti per ciascuno di noi, ma un nulla rispetto alla
storia eppure – se non volete arrendervi alle banalità - vi consiglio di
leggere il bel libro “Factfulness” di Hans Rosling (sottotitolo: “Dieci ragioni
per cui non capiamo il mondo e perché le cose vanno molto meglio di come
pensiamo”). Scoprireste che, a dispetto di mille crisi, il mondo in questi 20
anni è andato decisamente avanti nonostante tutte le auto-distruzioni umane e i
grandi numeri ci dicono che il livello di vita è generalmente migliorato anche
nei paesi “poveri” nonostante epidemie e guerre.
Forse un
bilancio vero non andrebbe però fatto solo su statistiche mondiali più o meno
tranquillizzanti per quanto riguarda salute, istruzione, clima o vita media
anche se, al di là dei catastrofismi, è per fortuna la verità.
Quello che
non entra nella statistica - e invece dovrebbe “pesare” soprattutto in questi
giorni natalizi - è piuttosto il bilancio di ogni singola vita, quello dei
rapporti umani che ciascuno di noi ha e vive con il prossimo.
QQQui non
c’entrano proprio le statistiche visto che ciascuno è arbitro di sé stesso e le
conclusioni deve trarle da sé con bilanci che forse vengono più facili proprio
a fine d’anno, ma che dovrebbero coinvolgerci anche (o soprattutto) per
quell’“incidente” che siamo abituati a festeggiare – malamente, nel senso che
troppe volte ne tradiamo il senso - una settimana prima di Capodanno, ovvero
quello che chiamiamo Natale.
Non so come
effettivamente siano andate le cose in quel di Betlemme ai tempi del fu Cesare
Augusto, so che da lì è nato (o continuato) un grande discorso che coinvolge
tutta l’umanità, anche se quasi sempre facciamo finta di non pensarci, occupati
da tutt’altro.
Solo
qualche volta, magari nei momenti tristi o in quelli – come a fine d’anno - in
cui più facilmente si fanno bilanci, ecco che ci accorgiamo che il discorso
dentro di noi è sempre incompiuto, ma che comunque da soli non ce la facciamo
perché il “prossimo” - quello che sta appena là fuori - comunque ci interroga,
ci impone di non pensare solo a noi stessi se siamo minimamente logici con
principi non tanto religiosi quanto intimi, istintivi nella vitaumana.
Per chi ci
crede (io “ci spero”) la testimonianza che è nata in quella stalla è
particolarmente aperta, spalancata verso “il prossimo tuo” tanto da
costringerci a pensare non sono alle statistiche del mondo ma piuttosto a quel
nostro bilancio intimo, unico, personale.
Possiamo
non farlo, girarci intorno, far finta di dimenticarlo, ma prima o poi siamo
comunque costretti a farlo perché in fondo - a quegli strani atomi che
compongono la
coscienza
del nostro corpo e danno linfa al nostro spirito - questo bilancio diventa una
specie di necessità e sale dal di dentro come un tappo di sughero che risale
verso la superficie dell’acqua e che nessuno può fermare: prima o poi riemerge
in piena luce.
Se ci
fermiamo a pensare un po’ su questi nodi ecco che allora la luce delle
luminarie di questi giorni conta davvero poco mentre vale ben di più quella
luce che ciascuno di noi può accendere dentro di sé.
Alla fine
per festeggiare il Natale “vero” – al di là dei “seasonal greetings”, formula
ipocrita di
auto-assoluzione per chi non ha più nemmeno il coraggio di dirsi cristiano
- dovremmo soprattutto pensare seriamente a questi aspetti, senza
nasconderci dietro a regali più o meno riciclati, obbligati o banali solo
perché “si usa” scambiarseli.
Riflettendo
scopriremo che ci serve assolutamente una luce, ma soprattutto la “nostra”
luce, quella che riceviamo quando arriviamo in questo mondo ma che poi un
giorno dovremo restituire. Ed è comunque bello, alla fine, distribuirla intorno
a noi.
Potremo
farlo in mille modi e in tutta libertà, magari cominciando a rifletterci un po’
e poi visitando chi è solo, perdonando un torto, aiutando un poco di più chi ha
bisogno. Distribuire un po’ di quella luce è il regalo più bello
che potremo fare ed è fantastico che possiamo costruirlo da noi prima di tutto
proprio per noi stessi.
Anche
questo è rinascere, ed è davvero Natale.
QATARGATE,
MA NON SOLO
Il
disinvolto atteggiamento di un gruppo di europarlamentari di sinistra beccati
con le valige piene di contanti ha aperto (finalmente) un velo sulla corruzione
che gira per Bruxelles.
Temo però
che la corruzione con coinvolga solo singoli deputati o commissari europei, ma
sia ben più profondamente insita nel “sistema”, vertici compresi.
Da quanti
mesi sottolineo su IL PUNTO la mancanza di trasparenza dei leader e loro
famigliari, delle procedure di appalto e forniture (vedi vaccini), dei rapporti
stretti con grandi aziende che condizionano la politica energetica, quella
sanitaria e le scelte economiche dell’Unione?
Ma com’è
mai possibile che non ci sia un controllo di trasparenza sui “grandi numeri”
europei? Come possono mai i cittadini avere fiducia nelle Istituzioni se queste
non rispondono a nessuno, se i Commissari vengono decisi dall’alto e non
cambiano neppure se non rappresentano più politicamente nessuno?
Dov’è un
serio controllo contabile sugli appalti, le spese. gli sprechi e le forniture?
Se non arriva più trasparenza l’Europa muore e non per una valigia di
soldi gestita da dei ladri, ma perché sta diventando una corrotta burocrazia
senz’anima. Questo al di là di tutte le chiacchiere, le parole, gli asseriti
principi “progressisti” che ci vogliono imporre e che invece nascondono
soprattutto la “polpa” degli affari e – purtroppo – anche la corruzione.
Cominci
Lei, cara Von Der Leyen, ci spieghi cosa combina suo marito nel mondo
farmaceutico, quanto ha speso l’Europa per i vaccini COVID, chi ha fatto gli
appalti e perché si siano sceltiproprio quelli incredibilmente più
costosi. Forza, Ursula, apra i cassetti…
Oppure,
visto che i corrotti sono nella “sua” maggioranza, cominci a valutare se non
sia più opportuno pensare ad elezioni europee anticipate. In caso di Sue
dimissioni, invece, forse un tale Mario Draghi avrebbe qualche titolo in più
proprio rispetto a Lei per dirigere la “Commissione”.
TRUMP
Ho scritto
più volte quanto Donald Trump mi stia antipatico, che sarebbe un danno per i
repubblicani se si presentasse ancora alle elezioni presidenziali e che sarebbe
molto meglio per loro se candidassero invece un giovane, come il governatore
della Florida Ron DeSantis.
Ha fatto
clamore in questi giorni la scontata accusa a Trump da parte della “Commissione
d’Inchiesta della Camera” che - a seguito dell’assalto a Capitol Hill del 6
gennaio 2021 - chiudendo i suoi lavori ha denunciato “all’unanimità” presunte
gravissime responsabilità a carico dell’ex presidente chiedendo in pratica alla
magistratura americana di intervenire per bloccarne la possibile ricandidatura.
Pochi media
italiani hanno però spiegato che la “Commissione d’Inchiesta” (18 mesi di
lavoro, centinaia di audizioni, esito scontato) era in pratica COMPOSTA SOLO DA
DEPUTATI DEMOCRATICI in quanto i repubblicani (che ora sono la maggioranza al
Congresso) non hanno mai voluto farne parte. Quindi la “Commissione” era
di fatto una espressione solo del Partito Democratico USA, non dell’intera
Assemblea e oltretutto non aveva e non ha nessun valore giuridico. Se non si
spiega questo, difficile che il pubblico italiano possa capirci qualcosa, ma è
un elemento utile per sottolineare il livello di disinformazione diffuso da
gran parte dei media italiani.
DOVE VA IL
MONDO
Per
rendersi conto di come siano cambiati i rapporti economici e le comunicazioni
nel mondo, basta dare un'occhiata all'aeroporto di Istanbul dove il tabellone
delle partenze in un’ora soltanto - per esempio tra le 8 e le 9 del
mattino - segnalava tre giorni fa la partenza di 38 voli internazionali.
Se passate
da Fiumicino o Malpensa, date un'occhiata e fate un confronto.
E mentre gli
altri corrono, in Italia (e in Europa) andiamo avanti a discutere per settimane
sui 60 euro pagabili o meno via POS....siamo ridicoli!
COME DI
CONSUETO PER LE FESTE NATALIZIE “IL PUNTO” SI PRENDE UNA PAUSA, ARRIVEDERCI A
DOPO LA BEFANA.
BUON NATALE
“VERO”, AUGURI PER UN ANNO NUOVO ALMENO DISCRETO E GRAZIE DELL’AMICIZIA (E
DELLA SOPPORTAZIONE) CHE SPESSO MI AVETE DIMOSTRATO.
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 890 del
16 dicembre 2022
di MARCO ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
Come ogni
anno, nel mese di dicembre, dedico un numero speciale de IL PUNTO non a temi
politici ma per fornire il doveroso rendiconto di una iniziativa che seguo
ormai da 41 anni ed alla quale hanno contribuito molti lettori. Si tratta
del VERBANIA CENTER che – come potete leggere più sotto – opera in diverse
parti del mondo. Credo che sia un modo serio e soprattutto concreto per “fare”
e non solo per “dire”.
La prossima
settimana IL PUNTO uscirà regolarmente il venerdì con l’ultimo numero
pre-natalizio. Grazie ai lettori che anche quest’anno vorranno darci una
mano.
Marco Zacchera
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41 anni di “ KABA KUKUNA ANDU” (“E’
MEGLIO FARE DEL BENE”)
2022 : VERBANIA CENTER –
RELAZIONE DEL 41° ANNO
Cari amici,
come in
pochi possiamo ormai ricordare personalmente, 41 anni fa – era il Natale del
1981 – nacque il “Verbania
Center” prima come gruppo di amici e poi da 12 anni come
autonomo Fondo inserito all’ interno della “Fondazione Comunitaria del VCO”.
Cominciammo con la costruzione di un acquedotto a Loyangallany, nel nord del
Kenya, e da allora si è fatto davvero tanta strada sia in Africa che in America
Latina.
Come ogni
anno vorrei ricordare prima di tutto i tanti amici che oggi non ci sono più
insieme a quelle persone che in questi anni nei modi più diversi si sono
impegnati sia nella solidarietà o realizzando opere concrete con gli aiuti che
abbiamo raccolto. Anche il 2022 è stato un anno difficile per il post-Covid e
la guerra in Ucraina, ma abbiamo comunque continuato nelle nostre attività,
particolarmente in Mozambico.
RELAZIONE
FINANZIARIA
Ricordo
come ogni anno che dopo la costituzione del “Fondo Verbania Center” presso la
Fondazione Comunitaria del VCO le disponibilità sono ora da dividersi in due
diverse gestioni: quella “patrimoniale” (che va ad incrementare il fondo
iniziale di adesione alla Fondazione) e la “sezione corrente” dove si versano i
fondi raccolti e li si distribuiscono nelle diverse iniziative.
Quest’anno
le ENTRATE sono state inferiori all’anno scorso, annata un po' eccezionale, ma
sono stati comunque raccolti 11.288
euro, compresi gli interessi attivi sul fondo patrimoniale. Gli
IMPEGNI complessivi nell’anno sono stati pari ad euro 10.800. Conseguentemente
il FONDO DI SPESA CORRENTE disponibile c/ la Fondazione è salito al 30.11.22 a 3.063 euro mentre il
FONDO PATRIMONIALE resta invariato
a 73.454,00 euro.
In totale
dall’inizio della sua attività, oltre a molti beni in natura ed attrezzature, il Verbania Center in 41 anni ha quindi
superato come raccolta i 637.000 euro che, salvo i saldi
attuali e il fondo patrimoniale, sono stati tutti spesi nel tempo in oltre 100
iniziative concrete e diversificate localizzate in tante parti del mondo dall’
Africa all’America Latina, Medio Oriente ed Est europeo. Contributi tutti
“senza spese” perché ricordo che le nostre iniziative sono mirate e non hanno
nessun costo di amministrazione, viaggi, gestione o rimborso spese.
MOZAMBICO:
NACALA E MACHAVA
In
Mozambico continua intanto la collaborazione con le iniziative della suora
salesiana verbanese Maria
Luisa Spitti e delle sue consorelle. Quest’anno gli aiuti si
sono concretizzati nel mantenere il finanziamento di 3 borse di studio per
allieve infermiere (2.000
euro). Suor Spitti – che opera a Nacala, nel centro-nord del
Mozambico - ci ha chiesto aiuti urgenti per i molti profughi che scendono dal
nord per sfuggire alle milizie islamiche. A questo fine abbiamo per ora inviato
3.000
euro, un altro invio si spera prima della fine dell’anno .
In
Mozambico opera anche la sorella di suor Maria Luisa (Luciana Spitti) una dinamica
laica che lavora a Machava,
nella periferia di Maputo,
la capitale del Mozambico. Come vi ho già relazionato in passato in queste zone
periferiche è assolutamente carente l’assistenza sanitaria e quindi si è
continuato ad investire sul policentro ambulatoriale dove, dopo la
realizzazione o ammodernamento dei reparti di pediatria, oculistica,
stomatologia, pneumologia quest’anno ci si è concentrati a finire i lavori del
pronto soccorso, diventato operativo nell’estate scorsa.
Ultimati
anche i lavori per il pozzo e la distribuzione ai reparti dell’acqua potabile
oltre alla costruzione di punti pubblici di distribuzione. Durante l’anno,
oltre a quanto già versato, sono stati inviati 4.000 euro che hanno permesso di completare
le opere. Purtroppo in ottobre Luciana – appena tornata a Maputo da un viaggio
in Italia – ha avuto una grave crisi cardiaca e, dopo un intervento di
emergenza, è dovuta tornare a Verbania per accertamenti e cure. Nell’augurarle
una pronta guarigione abbiamo quindi sospeso i progetti per la sistemazione del
reparto di ginecologia che erano stati fortemente richiesti dalla comunità
locale ed erano n via di progettazione. Vedremo di riprendere tutto quando
Luciana si ristabilirà.
BURUNDI
Già
dall’anno scorso abbiamo ripreso contatti con il Burundi, dove abbiamo operato
tanti anni ai tempi di don Carlo e Giancarlo Masseroni. Quest’anno abbiamo
inviato 500
euro al centro di Kamenge, località vicino alla capitale Bujumbura, una
fondamentale realtà che da decenni opera per costruire migliori rapporti
interetnici tra i giovani: una grande iniziativa che merita appoggio per
cercare di costruire una nazione condivisa tra le due realtà tribali hutu e
tutzi.
COLOMBIA
Continua
l’attività del nostro amico dott. Gianfranco Chiappo che opera nelle periferie
di Cartagena ed è originario della nostra zona. Ha creato delle squadre
di calcio giovanili per i ragazzi di strada, ciascuna delle quali intitolata ad
un club italiano: Juventus, Torino (Chiappo è sfegatato torinista!) e anche…
Verbania (ovviamente con i colori sociali della nostra squadra cittadina!). E’
un modo originale ma concreto per stare vicini a ragazzi spesso sbandati e per
aiutarlo abbiamo inviato 1.000
euro.
SIRIA
Pochi
ricordano il dramma dei profughi cristiani in Siria e in Libano dove essere
cristiani significa soprattutto crescere emarginati. Tramite l’associazione
AIUTO ALLA CHIESA CHE SOFFRE sono stati destinati 300 euro per
l’assistenza medica nella zona di Aleppo dove sono presenti anche cristiani
profughi dall’ Iraq e dal Libano.
LA “FILOSFIA” DEL VERBANIA CENTER
Ricordo la
"filosofia" che sta dietro alle nostre iniziative e che è
riassumibile in pochi punti:
1) nessun
tipo di spesa generale: tutto quello che si raccoglie lo si utilizza e lo si
rendiconta
2) le
iniziative finanziate debbono prevedere il coinvolgimento di gruppi o
popolazioni locali che devono co-partecipare mettendoci almeno il lavoro
materiale. Inoltre, quando i progetti sono destinati a delle specifiche
comunità, il loro utilizzo non è mai completamente gratuito, ma sempre soggetto
ad un piccolo pagamento o a una modesta retta di mantenimento, perché tutti
siano responsabilizzati al sacrificio e le iniziative siano ben mantenute. Nel
caso di realizzazioni importanti si sottoscrive un accordo con le autorità
locali.
3) ogni
intervento ha sempre un responsabile locale conosciuto e serio, che possa così
rispondere personalmente della qualità e della rendicontazione di quello che
viene realizzato.
L'AZIONE
DEL ”FONDO”
Ormai oltre
11 anni fa il “VERBANIA CENTER” si è trasformato da iniziativa spontanea
a fondo autonomo inserito nella Fondazione
Comunitaria del VCO che ha l’obiettivo di contribuire a
sostenere lo sviluppo sociale del nostro territorio e di promuovere la cultura
della solidarietà tra i cittadini del VCO. Le somme investite a patrimonio
producono rendite destinate anche al sostegno dei singoli progetti che vengono
finanziati e gestiti con la sezione corrente, raccogliendo donazioni, contributi e
lasciti di privati cittadini, enti e imprese. Contattandomi potete avere ogni
dettaglio,
Chi
desidera partecipare al progetto Verbania Center, può quindi contribuire con
una donazione:
Sul conto IT94 L 03069 22401 1000 0000 2801
(Banca Intesa Sanpaolo) intestato
Zacchera Marco indicando come causale “ FONDO VERBANIA CENTER ”
Oppure
direttamente sul conto intestato
a Fondazione Comunitaria del VCO presso BANCA INTESA SAN PAOLO
IBAN: IT81 O 03069 09606
1000 0000 0570 indicando però sempre: “FONDO VERBANIA
CENTER”
Per ogni
necessità potete sempre contattarmi via mail marco.zacchera@libero.it
Buon Natale
e grazie dell’attenzione, della fiducia e dell’amicizia !
Verbania,
dicembre 2022
MARCO
ZACCHERA
IL PUNTO n. 889 del
9 dicembre 2022
di MARCO
ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
SOMMARIO:
DONNE IRANIANE – LEGGE FINANZIARIA – CASO JUVENTUS - BRAVO NORDIO,
Approfondimento: REDDITO DI CITTADINANZA.
Dedicato
alle donne..
Quello che
sta avvenendo in IRAN sarà forse fondamentale per il futuro di tutta l’area
Medio Orientale. Credo che dobbiamo essere grati alle donne iraniane che hanno
avuto il coraggio di rompere gli schemi di una società assurdamente tornata
indietro nella storia. L’Iran (come l’Afghanistan) 60 anni fa era un modello di
libertà religiosa e di emancipazione femminile: dobbiamo essere solidari e
vicini a chi lotta rischiando la vita non solo per la propria libertà, ma per
quella di miliardi di donne che ancora oggi sono senza diritti, vittime nelle
proprie società.
FINANZIARIA:
LE TRAVI E LA PAGLIUZZA
Noi
italiani siamo proprio strani. Commentando una legge finanziaria che “gira”
oltre 30 miliardi non si vanno a vedere le questioni principali, ma le
pagliuzze: aiuta l’evasione aumentare l’uso del contante? La scorsa settimana
ho ribadito che mi auguro che NON venga estesa eccessivamente questa
possibilità, ma sono davvero dei dettagli minimali, eppure tutta la polemica
politica ruota solo su questi spiccioli. Pochi ricordano che il “grosso” della
manovra è la necessità (a debito) di aiutare famiglie ed imprese a pagare le
bollette (ovvero prevedere sussidi).
Passa così
in silenzio la presa d’atto che il governo Draghi NON ha raggiunto la grande
maggioranza degli obiettivi europei di quest’anno e che quindi bisogna lavorare
per raggiungerli, ovvero tirare – e far tirare - la cinghia. Così come pochi
ricordano che il costo dell’energia è di fatto condizionato da politiche
europee che a volte ci strozzano.
Di fatto (e
di diritto) è quindi l’Unione Europea che detta la linea economica su tutto o –
meglio ancora – la Banca Centrale Europea che di fatto comanda e può obbligare
ai suoi desideri la politica dei vari paesi senza concreta possibilità di
obiezioni.
E’giusto
secondo i principi etici europei? E quanto conta allora la volontà dei popoli,
degli elettori, dei cittadini? E’ diventata un optional, nei fatti stiamo
andando dritti dritti verso una “democrazia per procura” affidata alle banche.
Non mi sembra un grande successo democratico, mentre il PNRR (somme enormi, ma in
gran parte da restituire) ci sta legando sempre di più mani e piedi a Bruxelles
e condizionerà sempre di più il nostro futuro, chiunque governi. Ma chi
“controlla i controllori”, chi li nomina? Parliamo di questo – che è il
centro del problema - piuttosto al mantenere o meno i 60 (sessanta) euro
di limite per l’obbligo del POS! Intanto va segnalato che ad ascoltare il
dirigente della Banca d’Italia che su questo ha criticato il governo alle
riunioni congiunte delle Commissioni Bilancio di Camera e Senato erano presenti
solo 7 (sette!) parlamentari su oltre 50. Non sono passati neanche due mesi da
quando deputati e senatori sono stati eletti, è primo bilancio da esaminare…
non si parte bene!
IL CASO
JUVENTUS
Potete o
meno essere tifosi juventini, certo lo scandalo dei bilanci della società
bianconera lascia perplessi soprattutto perché la Juventus è quotata in borsa e
– se questi sono i pasticci di una società quotata - mi chiedo cosa combinino
le altre, ma soprattutto che controlli operi la CONSOB, così come la società di
revisione interna, la FIGC e gli altri organismi preposti a certificare la
trasparenza dei conti.
Mentre il
“mondiale” si trascina tra indifferenza e rimpianti (ma quanto costa alla Rai
seguire i campionati, a parte i diritti TV?) nessuno sembra sottolineare
l’assurdità di un calcio italiano che non fa crescere i giovani di casa e
spende invece centinaia di milioni per raccattare i più o meno presunti
campioni, soprattutto nella parte povera del mondo. Di fatto si favoriscono
così speculazioni ed imbrogli mentre anche la FIGC non investe che solo una
minima parte nei centri giovanili o nello sport dilettantistico.
Non
lamentiamoci poi per l’eliminazione della nazionale azzurra dai “mondiali”.
BRAVO
NORDIO
Ci si
lamenta sempre che i politici non parlino chiaro e invece il neo-ministro della
Giustizia, Carlo Nordio (ex pubblico ministero) ha il coraggio di farlo e per
questo va
apprezzato.
Certo che ogni volta che si cerca di cambiare qualcosa le “caste” protestano e
i magistrati si sono infatti subito schierati in prima fila per bloccare tutto.
Forse
dimenticano che i cittadini italiani sono profondamente delusi e scettici sulla
gestione della giustizia in Italia e che quindi cambiamenti si impongono, così
per l’uso distorto delle intercettazioni che dai palazzi di giustizia filtrano
troppe volte in tempo reale sui giornali. Patetico che immediatamente il PD
(che pur aveva sostenuto il contrario) per paura di essere superato a sinistra
si sia immediatamente accodato alle toghe. Forse...non si sa mai?!
Approfondimento: REDDITO
DI CITTADINANZA
Il reddito
di cittadinanza, fiore all’occhiello dei programmi del M5S, proprio per questa
sua forte caratterizzazione politica è stato da sempre oggetto di grandi
polemiche. Vediamo di affrontare il discorso con meno ipocrisie e più
concretezza cominciando a ricordare che da diversi anni in Italia funzionavano
programmi simili come il REI (Reddito di Inclusione) e soprattutto il SIA
(sostegno per l’inclusione attiva) che avevano scopi analoghi, ovvero
soprattutto di tamponamento sociale.
Chi ha
lavorato come “navigator” sa benissimo che - al di là delle sparate
propagandistiche o dei programmi auto-celebrativi di “abolizione della povertà”
- c’è la desolante realtà di uno strato sociale che in parte lavora “in nero” e
si adatta al suo ruolo furbescamente o per necessità, oppure che semplicemente
non ha voglia o (soprattutto) non può lavorare. La “voglia” è spesso carente
per abitudini, ignoranza, provenienza famigliare, mancanza di spirito competitivo
ma anche per pessimismo, delusioni passate con più o meno gravi carenze
psicologiche e problemi di tossicodipendenza, ex detenuti, alcolisti ecc.
Vi sono poi
spesso anche problemi fisici perché una persona non ha magari riconosciuta una
percentuale di invalidità, ma se ha effettivi limiti fisici non può svolgere
concretamente mansioni manuali, ricordando che la gran parte dei percettori del
RDC non riceve i teorici massimali di legge (ovvero oltre i mille euro per
reddito famigliare) ma una miriade di piccole somme mensili insufficienti per
campare, ma sufficienti per “arrotondare”, senza però risolvere il problema
lavorativo.
Non credo
siano quindi molte le persone che abbiano effettivamente rinunciato a un lavoro
stabile (e correttamente pagato) per percepire il reddito: le (poche) offerte
di lavoro sono comunque di solito per mansioni manuali o specializzate cui non
può accedere una manovalanza parzialmente invalida o anziana o che per qualche
motivo non è all’altezza di un minimo di istruzione e autonomia lavorativa.
Il “Reddito
di cittadinanza” è stato insomma una mancia, non una soluzione, ma d'altronde o
si decide di ghettizzare una parte della popolazione che – soprattutto nel sud
e nelle periferie urbane – non ha possibilità concrete di lavoro oppure (come è
avvenuto) le si passa un piccolo mensile che permetta di tacitarla e
arrotondare il minimo vitale. Ovvio che i grillini, assumendosene il merito “in
proprio”, lo abbiano poi furbescamente trasformato in uno scambio elettorale.
I
“navigator” non hanno quindi trovato posti di lavoro (né erano in grado di
trovarli) ma - almeno quelli che hanno lavorato con criterio – hanno piuttosto
spiegato ai “convocati” come avrebbero potuto “tentare” una ricerca di lavoro
stendendo per loro almeno un curriculum e fornendo informazioni generali, in
pratica poco di più.
Il fatto è
che lavori veri, stabilizzanti e ben pagati, è difficili trovarli perché
richiedono qualifiche, specializzazioni, mobilità, volontà di impegno nel
tempo, ovvero caratteristiche che mancano alla gran parte dei richiedenti il
sussidio, che in molti casi risultano poco al di sopra del livello di
alfabetizzazione.
Senza
dimenticare la grande platea degli immigrati, le cui “domande” di reddito sono
state presentate (ed ottenute) per tramite dei patronati, sovente non dicendo
la verità e questo è un aspetto che è rimasto colpevolmente in ombra.
Gente che
ha auto-dichiarato di essere in Italia da un decennio (quando la circostanza –
indispensabile per ottenere il sussidio - era del tutto falsa) ma
d'altronde tutti i dati forniti si basavano sempre su una “autodichiarazione”
spesso di dubbia comprensione per l’interessato, talvolta neppure in grado di
leggere in italiano. Immaginatevi come potevano essere compresi dei quesiti
stesi in burocratichese!
“Navigator”
diventati più assistenti sociali, dunque, che veri tecnici del lavoro e
comunque all’interno di un riferimento normativo contraddittorio e con
situazioni regionali assurde, basti pensare che ad oggi, a “fine legge”, i
concorsi per potenziare i Centri per l’Impiego di oltre 10.000 unità in molte
Regioni non sono ancora terminati.
Ogni
Regione è d'altronde andata per conto suo, sostanzialmente in un caos generale,
mancando direttive unitarie e tempi obbligatori. Il lavoro d’altronde è – come
la sanità – materia di competenza prevalentemente regionale e quindi ci si
trova di fronte a scenari, meccanismi e organici spesso molto differenti da un
territorio all’altro; tutto questo con il paradosso che norme nazionali come il
RDC, finiscono con l’essere gestite in modo uniforme dall’INPS a livello di
erogazione del sussidio, ma in modo del tutto differente dal lato delle
politiche attive del lavoro.
Complessivamente,
quindi, una legge fallimentare in termini di recupero di veri nuovi posti di
lavoro, ma utile e a volte indispensabile come provvedimento-tampone ai fini
sociali.
Buona
settimana a tutti!
MARCO
ZACCHERA
IL PUNTO n. 888 del
2 dicembre 2022
di MARCO
ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: SOGNO UN PAESE NORMALE -
MISERIE ALLA SOUMAHORO – IL GIRO DEL GAS - CONTANTE -
UN PAESE
NORMALE
Vorrei
vivere in un Paese “normale” dove l’opposizione - oltre che protestare -
proponesse anche alcuni spunti concreti e condivisibili in occasione di leggi
importanti come la “Finanziaria” (indicando anche credibili coperture) e che la
maggioranza di governo li accettasse, oppure motivasse bene il perché
respingerli.
Uscire
dalle logiche bloccate e contrapposte sarebbe atto di buon senso e per questo
non credo che Calenda e
Renzi pensino solo ad avere spazi di sottogoverno nell’offrire
una potenziale collaborazione al governo Meloni creando irritazioni soprattutto
a Forza Italia che teme di perdere la “golden share” per condizionare la
premier in caso di necessità.
E’ comunque
ancora presto per giudicare la Meloni
che per ora – a mio avviso - si sta posizionando con credibilità interna ed
internazionale varando una finanziaria “normale” e condizionata dai costi
energetici che ha ereditato.
In generale
mi sembrano emergano posizioni governative di buon senso, piuttosto fin troppo
poco “rivoluzionarie” rispetto al recente passato.
Vero è che
- nell’ ottica di potenziali 5 anni di stabilità - contano molto le fondamenta
ovvero prendere in mano l’apparato per costruire poi un effettivo cambiamento.
Il tempo ci
dirà, per ora apprezzo una condotta attenta e prudente della leader che non si
è fatta ancora prendere in castagna ed ha sicuramente aumentato il suo
prestigio personale superando molti preconcetti. Spero però che presto l’Italia
cominci a marcare differenze e discontinuità, magari cominciando e prendere le
distanze dai vertici europei.
Mi sembra
che Bruxelles stia diventando sempre più un giocattolo politico-economico
totalmente in mano al centro-sinistra ricattando con i fondi del PNRR diverse
nazioni europee. Chiarezza e più trasparenza sulla gestione dei fondi
dell’Unione e sui suoi costi di funzionamento non sono più rinviabili,
soprattutto perchè la Von
Der Leyen (e la sua corte) temo sia molto meno trasparente di
quanto sembri seguendo le cronache che la dipingono sempre come una bella e
brava fatina bionda.
Vediamo
anche come finisce la vicenda Di
Maio…
LA TRISTE
STORIA DI SOUMAHORO & C.
Dell’
”onorevole” Abounakar
Soumahoro
resterà l’immagine – diventata subito icona della sinistra - del suo debutto
davanti a Montecitorio con gli stivali infangati e salutando con il pugno
chiuso. Qualcuno disse subito che sarebbe stato un ottimo segretario del PD per
“marcare la differenza” poi - man mano che uscivano le notizie dei traffici
loschi delle cooperative di famiglia - la vicenda ha assunto connotati sempre
più squallidi derubricandoli alla solita truffa e allo sfruttamento degli
immigrati.
Così della
potenziale candidatura ai vertici del PD per carità di patria non ne ha parlato
più nessuno, anzi, Soumahoro è stato perfino allontanato dal gruppo
parlamentare della sinistra-verdi.
Ma ci sono
complicità del sistema che non si possono sottovalutare, perché temo che ci
siano in giro molte altre “cooperative” (altra ipocrisia diventata truffa di
sistema, quando diventano società di comodo ai danni di quelle serie) che in
Italia hanno abusato dei fondi destinati ad assistere i disgraziati che
sbarcano sulle nostre coste.
Porcherie
di bandi rinnovati automaticamente e mai controllati, di prefetture assenti, di
uno Stato che concede o promette soldi senza verificare i precedenti e
soprattutto i rendiconti.
Eppure
proprio la suocera dell’ “onorevole” (quella che viene ora indicata come la
responsabile della truffa) nel 2018 venne addirittura premiata come
«Imprenditrice immigrata dell'anno», con tanto di consegna solenne del
riconoscimento da parte dell'ex presidente della Camera Laura Boldrini.
Non basta:
nonostante le truffe già da tempo sotto la lente della Guardia di Finanza
ancora in aprile sarebbe entrata nelle tasche della famiglia Soumahoro – con le
cooperative Karibu ed Aid, entrambe risultate vincitrici di bandi nonostante le
indagini in corso - la somma di circa un milione di euro per l'assistenza ai
rifugiati ucraini. Truffatori e soprattutto sfruttatori della miseria, eppure
la mini alleanza dei “+ Europa-socialisti-sinistra verdi e PD” non ha esitato a
candidare l’onorevole dei miei stivali e a farlo eleggere, segno che nessuno ha
controllato le carte, i precedenti, la fedina penale e non lo ha fatto neppure
l’apposita “commissione Etica” che dovrebbe denunciare pubblicamente i casi dei
candidati impresentabili.
La vicenda
riapre così anche il capitolo delle ONG che operano nel Mediterraneo e che a
volte sono connesse direttamente agli schiavisti che organizzano il trasporto.
Surreale
leggere che l’organizzazione Ecchr (con sede a Berlino) in appoggio alla ben
nota “Sea Watch” anziché chiarire questi suoi rapporti denunci addirittura per
“Crimini contro l’Umanità” alla Corte Internazionale dell’Aja Matteo Salvini e - per
buon peso - anche il suo predecessore Marco
Minniti (PD) per “Complicità con la guardia costiera libica per
privazione della libertà”.
Stupisce
che analoga denuncia non venga allora presentata contro i dittatori e gli
schiavisti che causano e dirigono il traffico di carne umana, soprattutto
perché la gran parte dei migranti NON è spinta da motivazioni politiche ma
economiche e quindi paga profumatamente il viaggio a questi mafiosi che spesso
- di fatto - diventano “soci” delle ONG.
Restando in
argomento, pochi hanno ripreso la notizia che nei giorni scorsi a Napoli,
durante il “Festival dei diritti umani”, sia stata interrotta da urli e tumulti
la proiezione del docufilm “L’Urlo” di Michelangelo
Severgnini che documentava proprio questi contatti. Solo
“Libero” ne ha parlato diffusamente nel gelo della grande comunicazione che in
argomento è molto reticente. Cattiva coscienza?
Su questo
tema ricordo infine ai lettori di aver scritto un libro “L’INTEGRAZIONE
(IM)POSSIBILE? - Quello che non ci dicono su Africa, Islam ed Immigrazione” ,
edizioni il Borghese. Chi fosse interessato a leggerlo me lo richieda (marco.zacchera@libero.it)
ricordandosi di comunicarmi il proprio indirizzo postale. Al di là della
stretta attualità. credo sia una lettura di interessante riflessione.
IL GIRO DEL
GAS
La
nazionale di calcio tedesca protesta in Qatar per la mancanza di diritti umani
nel paese, ma nelle stesse ore il governo di Berlino ha firmato un mega
contratto di 2,8 MILIARDI di metri cubi di gas all'anno per 15
anni proprio con il Qatar.
Alla faccia
di unirsi e di firmare accordi europei e continuando a boicottare la scelta di
fissare un prezzo massimo a livello UE, la Germania fa - come sempre - gli
affari suoi.
Curioso che
il Qatar venderà il gas ufficialmente ad una società USA, la Conoco
Phillips, una multinazionale degli idrocarburi statunitense che rivenderà poi
il gas ai tedeschi, in difficoltà dopo lo stop al gas russo. Ancora più
ipocrita che in Germania al governo ora ci siano i Verdi che ufficialmente il
gas non vorrebbero più usarlo e che alla fine il contratto sia stato
indubbiamente favorito dalle "manine ignote" che hanno distrutto i
gasdotti russi del Baltico. Sono sempre più convinto che la guerra in Ucraina
sia un colossale affare per "qualcuno" , vero mr. Biden ?
IL GOVERNO
E I CONTANTI
Non
condivido la volontà del governo (soprattutto su spinta della Lega) per
l’allargamento dell’uso del contante, andando in controtendenza con le ormai
progressivamente consolidate abitudini degli italiani e il conseguente
obiettivo aiuto al reddito sommerso (ovvero il “nero”) che è una delle piaghe
del nostro sistema economico e pesa su tutti in campo fiscale.
Anziché
elevare l’uso del contante e i limiti degli obblighi ad usare il POS si
azzerino piuttosto le commissioni bancarie che oggi gravano in maniera a volte
spropositata sulle piccole transazioni: mi sembrerebbe più logico e
trasparente.
Buona settimana a tutti!
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 887 del
25 novembre 2022
di MARCO
ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: LA VERGOGNA
DI MAIO – CORRUZIONE E SCANDALI DIETRO AI MONDIALI - ADDIO A MARONI, LEGHISTA
SIMPATICO
Di MAIO,
UNA VERGOGNA EUROPEA
Tante volte
m chiedo se ci sia un limite al peggio o – almeno – al ridicolo.
Nominare “Giggino” Di Maio “Inviato
speciale europeo per il medio Oriente” oltre a fare sghignazzare l’intero
continente (i francesi hanno già cominciato) pone un problema di fondo: ma come
può essere credibile un’Europa conciata e diretta così? Eppure il rischio
c’è, visto che il nome di Di Maio è stato “selezionato” addirittura dallo European External Action Service,
un panel esterno alle istituzioni Ue (LAUTAMENTE PAGATO) che valuta i profili
(!!!) e poi li presenta alla Commissione europea che ha l’ultima parola.
Penso ai
blog esilaranti con un Di Maio incapace di dire quattro parole in inglese, che
ha confuso nazioni una con l’altra, che in Libia ha “ravanato” con tutti e
concluso niente, che ha dimostrato di non contare nulla politicamente,
personalmente e culturalmente non è neppure laureato). “Inviato speciale”
proprio lui?
Ma allora
mi candido io, per la metà dei 12.000 euro mensili netti di tasse oltre a
benefit vari, rimborsi spese e staff a carico di Bruxelles e sfido
Di Maio sulla base di un test con 100 domande (in English, of course!) sulla
situazione nell’area e vediamo chi risponde meglio, così come molto meglio
di me potrebbero rispondere migliaia di persone solo in Italia: diplomatici,
studiosi, ricercatori, esperti “veri” del mondo medio orientale. Ma com’è
possibile a livello europeo selezionare proprio un “quaquaraqua” come Di
Maio? Sembrerebbe matematicamente impossibile!!... Eppure a tanto arriva la
spudoratezza politica.
Un ultimo
regalo targato Draghi? Può darsi, ma la scelta è obiettivamente indifendibile.
Il
rappresentante in Italia della Commissione Europea ,Antonio Parenti, ha
testualmente dichiarato che Di Maio "E molto stimato sia in Europa che
fuori" (ma da chi?!) e che se sarà chiamato a diventare inviato speciale
"Avrà sicuramente molto lavoro da svolgere con i Paesi dell’area del Golfo
per discutere e determinare la questione dell’approvvigionamento energetico nei
prossimi anni. Nel brevissimo termine l’area è importante come fonte di gas naturale
liquefatto, ma in futuro giocherà un ruolo molto rilevante con riguardo
all’idrogeno verde, vista l’esposizione al sole".
Ma vi
immaginate il futuro energetico italiano ed europeo affidato a Di Maio?!
E adesso ci
vengono anche a dire che l’Italia non può rinunciare ad un posto importante in
Europa. Scusate, ma se il posto era importante perché non è stato pubblicizzato
adeguatamente il concorso, magari selezionando un altro italiano effettivamente
capace e con un minimo di preparazione specifica?
Se poi
tutto serve solo per indennizzare Di Maio con un lauto stipendio dopo la
trombatura elettorale mi girano ancora di più le p… Semplicemente perché Di
Maio non ha fatto NULLA per meritarselo, un presuntuoso fallito politicamente e
più o meno nullafacente in tutta la vita.
Sottolineato
che l’attuale governo italiano - pur non avendo responsabilità dirette - ha
però il dovere di opporsi dandone mandato formale anche al nostro esimio
Commissario europeo
Gentiloni, Di Maio torni a vendere bibite allo Stadio San
Paolo, oppure si trovi finalmente un lavoro adeguato e magari – lui che ha
“abolito la povertà” e “aperto il parlamento come una scatola di tonno” - si
vergogni un po'.
DRAMMI E
CORRUZIONE DIETRO AI MONDIALI
E’ in corso
il grande show dei mondiali di calcio in Qatar, ma pochi sanno quanti drammi
umani siano avvenuti durante la loro preparazione, rimasti negati e coperti
dagli scintillanti palazzi di Doha e dalle imponenti strutture che ospitano le
gare, mentre solo in parte è emersa la scandalosa corruzione che è stata messa
in atto per organizzare la manifestazione in questo assurdo paese.
Ricordiamoci
che l’intero “board” della FIFA è finito in manette dopo che sono state
documentate le dazioni per milioni di dollari ricevute dai singoli suoi
componenti per votare questa sede, mazzette che hanno poi portato
all’azzeramento dei vertici.
Il Qatar è
un paese anomalo, dove i diritti dei lavoratori e la stessa democrazia sono un
optional e ne ho parlato a
lungo in un mio libro “INTEGRAZIONE IMPOSSIBILE- Quello che non ci dicono su
Africa, Islam ed immigrazione", ed. Il Borghese. (Chi fosse interessato a
leggerlo può richiedermelo via mail a marco.zacchera@libero.it ) scoprendo
le infinite sfaccettature di queste teocrazie emiratine che piacciono tanto
soprattutto a chi ha nascosto i soldi da quelle parti.
Ricordiamoci
che secondo Amnesty
International e Human Rights Watch (e come documentato da una
serie di inchieste apparse l’anno scorso sul Guardian di Londra) sarebbero
stati circa 6.500 i morti solo tra i lavoratori edili addetti alle costruzioni
e di fatto deportati nel paese senza diritti ed oggetto di un inaudito
sfruttamento.
Allettanti
infatti da un guadagno molto al di sopra del povero livello di vita dei loro
villaggi, centinaia di migliaia di persone provenienti da Pakistan, Bangladesh,
Sri Lanka, India, Nepal e da molti paesi africani sono arrivati in Qatar
scoprendo subito che la realtà era ben diversa da quella che era stata loro
promessa. Per tutti la solita storia: un “reclutatore” che passava nei villaggi
e prometteva soldi senza sottolineare troppo che a carico dei lavoratori
restano le spese di viaggio, il vitto e l’alloggio e che quindi – arrivando – si
sarebbero trovati già indebitati fino al collo.
Anche
perché, nonostante le promesse della teocrazia al potere in Qatar – paese di
cui Gianni Infantino,
presidente della Fifa, è talmente innamorato da esserne diventato cittadino –
non è mai stato abolito il sistema della kafala (“garanzia”) che permette ai datori di
lavoro di requisire all'arrivo i passaporti dei lavoratori migranti –
dichiarati subito ufficialmente “debitori” - che restano così senza documenti e
la possibilità di lasciare il paese, ma anche di cambiare padrone o mestiere.
La Kafala concretizza un
concetto preso a prestito dall’Islam, una specie di tutela per gli esseri
inferiori che dovrebbe valere per donne vedove o rimaste senza marito e bambini
minori, ma che in questo caso è stata adottata per gli immigrati. Un sistema
che ha funzionato in milioni di casi, con il “kafil” che comandava senza sconti
e spesso con la violenza e con l’immigrato che senza documenti non solo non
poteva più espatriare o cambiare lavoro ma che non poteva neppure affittare una
casa, avere un conto in banca e visto che non parlava – ovviamente – la lingua
locale, non poteva nemmeno protestare o rivolgersi alla polizia o a un
sindacato (peraltro vietati nel paese), né aver accesso a servizi sanitari o
diritto ad adeguate assicurazioni sul lavoro.
Su internet
si possono leggere storie incredibili di persone segregate per mesi, fustigate
per “disobbedienza” o morte di stenti in un clima da medioevo. Gente
trattata come animali condividendo “a ore” un letto con turni di 60 ore di
lavoro settimanali senza giorni di riposo e - ricordiamoci - lavorando in un
clima bestiale, estremamente caldo.
Quello che
poi tutti si chiedono è se la corruzione nella FIFA sia stata effettivamente
cancellata o se tuttora imperversi.
Il dubbio
c’è, viste anche le dichiarazioni demagogiche del nuovo presidente FIFA Gianni Infantino che -
sommerso dalle critiche per il perdurante mancato rispetto dei diritti umani in
Quatar - ha avuto l’indecenza di affermare nella conferenza stampa di apertura
che "Per quello che
noi europei abbiamo commesso negli ultimi 3.000 anni dovremmo scusarci almeno
per i prossimi 3.000 anni, prima di dare lezioni morali agli altri paesi.
Queste lezioni morali sono solo pura ipocrisia".
Ipocrisia? Preso atto che per la FIFA il Qatar è un paese felice, Infantino ha
detto di sentirsi "arabo", "gay", "lavoratore
migrante" e intanto ne ha preso pure la cittadinanza, chissà se facendo un
pensierino alla mancanza di trattati di estradizione verso questo piccolo stato
del Golfo, se mai saltassero fuori sue future indebite ingerenze.
Perché non
si tratta solo di diritti negati ai lavoratori, in Qatar non si possono
professare in pubblico altre religioni oltre l’Islam, non è ammessa
l’omosessualità, le donne sono oggetto di “vestiti adeguati”, non si devono
bere alcolici (pensate alla gioia delle ditte di birra sponsor del mondiale!) e
perfino per le turiste c’è stato l’obbligo di non indossare pantaloncini corti
o magliette senza maniche, ma solo vesti che coprano ginocchia e spalle.
Perché -
alla fine - resta poi la questione di fondo: ma senza una adeguata corruzione,
chi mai avrebbe pensato di organizzare dei “mondiali” in un paese dove
praticamente non si era mai giocato a calcio?
ADDIO A
ROBERTO MARONI, LEGHISTA SIMPATICO
Se ne è
andato a soli 67 anni Roberto
Maroni, non solo “un leghista simpatico” ma soprattutto uomo
corretto, ottimo ministro dell’interno e governatore della Lombardia,
milanista. Lo ricordo con amicizia ed affetto perché scherzava e sorrideva
sempre ed aveva un buon rapporto con tutti, ma dimostrando con coerenza un
profondo senso del dovere e dello Stato.
Un esempio
di persona per bene nel mondo politico e che avrebbe potuto ancora dare molto,
alla Lega e all’Italia. Peccato che se ne sia volato via, davvero ci mancherà.
Buona settimana a tutti!
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 886 del 18 novembre 2022
di MARCO ZACCHERA
Per scrivermi o
contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri arretrati de
IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: MISS OTTO MILIARDI – MIGRANTI – IL
REGALO DI TRUMP – SANZIONI A’ LA CARTE – IL DRAMMA DI MASSIMO GIORDANO –
MONTESANO E LE IPOCRISIE RAI
BENVENUTA, MISS
8.000.000.000 !
Nei giorni scorsi siamo arrivati ad otto
miliardi di esseri umani su questa terra. Quando frequentavo le elementari il
maestro ci raccontava che eravamo due miliardi.
L’ottomiliardesima inquilina del mondo
(voglio pensare sia una bimba) è probabilmente africana o indiana, aree con il
più alto indice demografico e dovrebbe morire – se fortunata - all’inizio del
prossimo secolo, quando secondo le proiezioni saranno (non “saremo”!) di meno
perché sarà iniziata una fase di discesa demografica. Intanto oggi la
terra è comunque in grado di sfamare tutti, anzi, quasi un terzo del cibo viene
buttato mentre due miliardi di terrestri soffrono di gravi problemi alimentari
e alcune centinaia di milioni sono letteralmente alla fame. Quello che è
insostenibile è il cattivo uso delle risorse, a cominciare da quelle naturali.
Questo anche perché l’1% della popolazione
del globo ha la maggioranza delle ricchezze del pianeta e il 20% (noi) consuma
l’80% delle risorse.
Una terra sconquassata per colpa
dell’animale-uomo, ovvero per colpa nostra. Ci pensassimo un attimo forse
avremmo un po' più di cervello nell’organizzarci la vita e capiremmo che solo
un po' di pace reciproca ci permetterebbe (tutti) di vivere meglio.
MIGRANTI
Il “trattato del Quirinale”,
misterioso e molto demagogico patto di Draghi sui rapporti Italia-Francia
recita all’articolo 4: “le Parti s’impegnano a sostenere una politica
migratoria e d’asilo europea e politiche d’integrazione basate sui principi di
responsabilità e di solidarietà condivise tra gli Stati membri”.
Come pubblicato sul “Punto” della scorsa
settimana, l’Italia – dati aggiornati al 16 novembre, ore 8 - ha accolto
nel 2022 ben 93.502 persone dal “fronte sud” (dei quali solo
il 16% sbarcati da navi ONG) ma l’Europa – che a giugno si era impegnata di
“ridistribuirne” 8000 - dall’Italia ne ha ricollocati solo 112,
38 in Francia e 74 in Germania. Un po'
pochini…
Va bene che Macron è in
minoranza in parlamento e deve far viso feroce o la Le Pen gli
soffia i voti, ma anche la demagogia ha un limite e la silente Europa dovrebbe
decidere con un po' di grinta che cosa fare: è scandaloso che la Germania
plauda alle navi ONG che battono la sua stessa bandiera ma poi non accolga nessuno
degli sbarcati a Lampedusa e dintorni e si arroghi anche il diritto di
criticarci. Che il governo italiano alzi un po' la voce: per una volta siamo
dalla parte della ragione.
IL REGALO DI TRUMP
Donald Trump torna in campo e annuncia la sua
candidatura presidenziale per il 2024. Il miglior regalo possibile per i
democratici che con Trump candidato rischiano di vincere un’altra volta le
elezioni, magari anche riproponendo il sempre più spento Joe Biden.
Mi auguro – sono un convinto “repubblicano” – che in qualche modo si
riuscirà ad arginare la candidatura dell’impresentabile Trump e che gli
iscritti al GOP riescano a trovare nomi più credibili (e vincenti), magari
cominciando dal governatore della Florida Ron DeSantis.
SANZIONI
Alcuni lettori mi accusano di essere
diventato troppo “filo-russo” ma credo sia una sciocchezza: cerco di vedfere i
fatti con obiettività, percepisco una informazione troppo sbilanciata e a volte
preconcetta e piuttosto mi sento da sempre “filo-europeo” denunciando come ci
stiamo facendo economicamente danneggiare dagli USA, anche se va dato atto a
Biden di aver subito detto che i razzi ucraini caduti “per errore” in Polonia
non fossero russi.
Sulla sempre più equivoca posizione di Zelensky
ne riparleremo, rimaniamo un attivo sulla questione “sanzioni”.
Per esempio proprio il Wall
Street Journal dava notizia di un “buco” nelle sanzioni americane che
permette al petrolio russo di arrivare tranquillamente negli Stati Uniti dopo
essere stato raffinato fuori dalla Russia. Nel caso specifico la raffineria era
quella di Priolo e il petrolio russo arriva sotto forma di benzina sulla costa
est americana. Questo perché le raffinerie di quell’area degli States producono
la metà della benzina rispetto al 2018 e vi è crisi di approvvigionamento
dell’area. La benzina insomma serve, va quindi importata e allora – con una
“furbata” – gli USA fanno finta che non sia proveniente da petrolio russo.
L’Europa è in una posizione molto peggiore
di quella americana perché non ha molte risorse petrolifere e non ce le avrà
mai per una questione fisica e geologica.
Noi europei che siamo così fieramente
contro la Russia e applichiamo (o dovremmo applicare) alla lettera le
“sanzioni” rischiamo però di saltare sotto il peso della crisi (e dei prezzi)
visto che sostituire la Russia come fonte energetica si dimostra costoso e
complicato. In questo gli Stati Uniti - che dipendono da Mosca infinitamente
meno di noi - sono un esempio di realismo, ma soprattutto di assoluto
menefreghismo sui “principi” quando fa loro comodo. Perché da noi queste cose
non si dicono (e non si discutono apertamente)?
IL CALVARIO DI
MASSIMO GIORDANO
Assolto con formula piena. È finita
con l’esclusione di qualsiasi addebito la vicenda giudiziaria dell’ex assessore
regionale e già sindaco di Novara (per 10 anni) avv. Massimo
Giordano, già esponente di punta della Lega in
Piemonte. La sentenza della Corte d’Appello di Torino ha visto confermata
l’assoluzione in primo grado e respinto l’appello inutilmente proposto dalla
Procura, dopo che Giordano era già stato assolto in primo grado.
Una vicenda assurda e surreale durata
dieci anni iniziata sulle “voci” che Giordano avrebbe favorito come
amministratore il gestore di un bar (!) e poi allargate (ad arte?) ad altre
vicende che nulla c’entravano e che mi sono sembrate più che altro una scusa
per tenere comunque aperto un procedimento che si è concluso con una doppia
assoluzione, MA DOPO DIECI ANNI DI CALVARIO.
Un procedimento iniziato con perquisizioni
in piena notte della Guardia di Finanza in casa e negli uffici dell’esponente
leghista a sirene spiegate, titoli enormi sui giornali, servizi in Tv anche
sulle reti nazionali, dimissioni inevitabili, rovina economica e politica E
ALLA FINE… NULLA!
Chi risarcirà mai Massimo Giordano per il
danno subito, le spese giudiziarie e di difesa che ha dovuto sostenere, la
vergogna di cui è stato ingiustamente oggetto? Parliamo di assoluzioni con
formula piena perché i fatti non sussistono: non dubbi, ma certezze e a questo
punto perché il PM ha interposto appello dopo la prima assoluzione se era già
venuta con formula piena? Giordano ha intanto perso il padre, gli è morta la
moglie, si è vista rovinata la vita personale, professionale e politica: chi
mai appunto lo risarcirà?
Possibile chi ha montato l’inchiesta e
soprattutto l’ha voluta proseguire anche se non vi erano evidentemente indizi
sufficienti non debba pagare nulla, in termini economici ma almeno di carriera?
E quanti altri “casi Giordano” avvengono in Italia?
Perché nessuno mi toglie dalla testa che
vi sia stata una evidente volontà persecutoria per distruggere l’immagine
dell’esponente politico leghista allora più in vista in Piemonte, riconfermato
sindaco a Novara dopo il primo mandato già al primo turno e con il 61% dei voti.
Uno che oggi probabilmente sarebbe al governo, visto come era stato apprezzato
a Novara e in Regione, ingiustamente distrutto.
Responsabilizzare anche la pubblica accusa
mi sembrerebbe un dovere in un paese civile.
MONTESANO:
L’IPOCRISIA SUBLIME
Stop alla partecipazione di Enrico
Montesano a “Ballando con le stelle”: è la decisione della Rai, che
definisce "inaccettabile" che l'attore abbia indossato durante una
prova della trasmissione una maglietta con i simboli della Decima Mas e “Chiede
scusa a tutti i telespettatori" (che peraltro non hanno visto nulla perché
appunto era una sessione di prove). “E’ inammissibile – tuona la Rai - che un
concorrente di un programma televisivo del servizio pubblico indossi una
maglietta con un motto e un simbolo che rievocano una delle pagine più buie
della nostra storia. Chiediamo scusa a tutti i telespettatori e, in
particolare, a coloro che hanno pagato e sofferto in prima persona a causa del
nazifascismo a cui proprio quella simbologia fa riferimento.”
Ricordato che il motto “Memento Audere
Sempre” era semmai quello dei Mas che parteciparono con D’Annunzio alla “Beffa
di Buccari” nella prima guerra Mondiale e che la X Mas - prima di diventare una
forza armata della RSI - compì imprese eroiche contro gli inglesi durante la
seconda, è evidente che in Rai non conoscono la Storia.
Trovo però inaudito che un cittadino
italiano venga sanzionato per una maglietta, peraltro neppure mostrata in
trasmissione. Se Montesano fosse venuto con la maglietta dell’URSS, di Mao o di
Stalin o Che Guevara allora andava bene? E chi indossa una felpa con il nome di
una università mai frequentata in vita sua è forse accusato di falso o di
plagio? Fino a prova contraria esisterebbe una Costituzione sulla libertà di
pensiero e poi comunque Montesano ha chiarito bene che ha in casa centinaia di
magliette e non era certo lì per fare propaganda “fascista”, ammesso che
qualcuno ancora sappia cosa sia stata la Xa Mas. Oltretutto proprio
Montesano è stato consigliere comunale di Roma per il PDS (ora PD) e
addirittura per tre anni eurodeputato proprio per gli ex comunisti!
Questa è quindi pura discriminazione
politica, con la demagogia interpretata nel senso più idiota e semmai conferma
la solita partigianeria del pseudo servizio pubblico RAI (che ad esempio non è
stata indipendente nei giudizi sulle recenti elezioni USA ma spudoratamente
schierata con i democratici in tutti i commenti). Mi auguro che Montesano tenga
duro e con i suoi avvocati faccia causa alla Rai per indebita revoca del
contratto: ha tutta la mia solidarietà, solo che poi a pagare dovrebbero essere
“in proprio” i discriminatori, non la collettività che è obbligata a pagare il
canone.
Buona settimana
a tutti!
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 885 del
11 novembre 2022
di MARCO ZACCHERA
Per scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: ELEZIONI
USA - VOGLIA DI PACE - MIGRANTI - LETIZIA SUPERSTAR
RON DESANTIS, RICORDATEVENE
Per le TV e
i media nostrani le elezioni di martedì in USA hanno fatto scoprire Ron DeSantis,
riconfermato governatore della Florida.
I lettori
de IL PUNTO questo nome invece dovrebbero già ricordarselo bene perché è da
molto tempo che scrivo che potrà essere un prossimo presidente americano.
Lo
diventerebbe sicuramente già nel 2024 se Trump
non si mettesse in mezzo a voler rovinare tutto con il suo egocentrismo e
rischiando così di far perdere ai repubblicani le prossime elezioni.
Se Trump
annuncerà la sua candidatura già la prossima settimana, saranno per gli USA due
anni di divisioni, polemiche, inchieste, mobilitazioni collettive, veleni
incrociati e da noi vi saranno migliaia di articoli, programmi, inchieste su
Donald, il “cattivo” che vuol portar via il potere ai santi democratici che -
come nelle fiabe a lieto fine – alla fine trionferanno sul male e che comunque
se mai perdessero sarebbero sconfitti solo da elezioni truccate, magari da
Putin.
Se il
candidato repubblicano sarà invece DeSantis o qualche altro moderato, il GOP
vincerà le elezioni alla faccia di
Biden, sempre più rintronato.
Tornando a
DeSantis: è un repubblicano di lontane origini italiane, è giovane e di destra,
sta governando bene la Florida, è stato rieletto alla grande con un mare di
voti rilanciando il proprio Stato ed affrontando il COVID con determinazione ma
anche senza ipocrisie. DeSantis non ha (ancora) in mano il partito, ma certo è
più presentabile di Trump che - se si candiderà - sarà il più grande alleato
dei democratici. Mancano due anni, ma visto l’inesorabile declino dello spento
Biden che ha portato i democratici a perdere il Congresso la partita è già
aperta, nonostante i contorcimenti e i mal di pancia dei progressisti
commentatori nostrani che monopolizzano i dibattiti TV.
VOGLIA DI PACE
L’
imponenza delle manifestazioni di sabato scorso per la pace in Ucraina
sottolineano la credibilità dei sondaggi che hanno sempre sottolineato
l’esistenza in Italia di una ampia minoranza politicamente trasversale del
paese (che sta diventando aperta maggioranza) che chiede uno stop ai
combattimenti e non vuole l’invio in Ucraina di altre armi italiane.
Diciamoci
le cose senza ipocrisia: fino all’altro ieri il governo “di larghe intese”
imponeva di fatto un divieto politico a manifestare, con il PD da sempre il più
spinto a scegliere la linea dura e armaiola contro Putin, mentre il M5S - pure
al governo - si adeguava con pochi distinguo. Oggi, cambiato scenario, i
Grillini scelgono la sponda del pacifismo e riprende subito forza quella
sinistra anti-NATO che tenderà ad identificare sempre di più la guerra come una
scelta del governo Meloni.
Il PD
intanto gira come una trottola sbandando qua e là cercando soprattutto di far
dimenticare le posizioni tenute fino ad oggi.
Stesso
paradosso a destra, dove c’erano sempre state più o meno visibili riserve
sull’intervento italiano e che oggi si trova spiazzata dalle manifestazioni di
sabato della sinistra con il rischio di ritrovarsi a rappresentare da sola le
posizioni NATO ed europee più estreme in una giravolta di posizioni per lo meno
curiosa.
Presa dalla
necessità di non dare spazio a critiche atlantiche prima delle elezioni, la
Meloni ha voluto e dovuto scegliere la strada della continuità, pur sapendo
benissimo che una buona fetta dei suoi elettori sarebbero i primi ad applaudire
ad un progressivo sganciamento da posizioni di adesione acritica alla linea
“dura e pura” fin qui seguita dall’Europa e dai suoi alleati. Vorrà marcare un
prossimo distinguo? In molti lo sperano, anche perché di fatto le piazze sono
state comunque un avviso italiano a Zelensky di cambiare i toni con invito a
sedersi a un potenziale tavolo di pace perché l’appoggio alleato non è infinito
e sempre di più le opinioni pubbliche chiederanno uno sganciamento controllato.
In questo
senso forse proprio la Meloni potrebbe essere – progressivamente e senza stappi
– la portatrice di una posizione nuova dell’Europa che si avvii ad aiutare
l’Ucraina con impegni futuri sulla ricostruzione piuttosto che continuando con
una acritica fornitura di altre armi.
E’ un
momento in cui anche Putin è debole ed ha interesse ad una tregua perché dopo
nove mesi questa guerra sta diventando una sconfitta anche per lui, soprattutto
perché i due blocchi hanno capito che l’avversario è teoricamente insuperabile
salvo usare armi non convenzionali, con il fronte di fatto bloccato, ma bisogna
uscirne innanzitutto con una volontà di arrivare ad una conclusione.
Le parole
vigorose e per me assolutamente condivisibili espresse anche in Bahrein da Papa
Francesco – che ha assunto in maniera forte questa posizione già dall’inizio
del conflitto, purtroppo non ascoltato – partono dal presupposto che occorre
innanzitutto una volontà di tregua per cominciare a valutare la situazione e,
soprattutto in vista dell’inverno, concedersi una pausa umanitaria.
Putin ha sì
assunto il controllo di alcune province storicamente russe, Zelensky non può
prescindere dall’ammettere questa realtà e su questo si può avviare una
riflessione seria sui desideri delle popolazioni coinvolte non solo tramite
referendum garantiti nella loro correttezza, ma anche aperti a chi è fuggito e
vorrebbe tornare a casa.
Difficile
pensare a eventuali formali rettifiche territoriali, ma si potrebbe spingere
per creare una zona di larga autonomia garantita a livello internazionale, dove
si possa costruire un’area smilitarizzata con la presenza di truppe neutrali a
garanzia di tutti.
Ci si crede
in queste possibilità? Le piazze dicono che è ora di insistere su questa strada
e – aspetto importante – mettono anche in crisi la posizione oltranzista che la
NATO ha assunto su questa vicenda a volte di aperta e inutile provocazione alla
Russia.
La NATO è
una alleanza difensiva, ma è apparsa in mano più ai “falchi” che alle colombe,
quasi volendo trovare in Ucraina una sua stessa ragion d’essere, visto che da
decenni il “nemico” sembrava sempre meno pericoloso (e quindi la NATO contava
di meno).
Al di là
dell’ovvia ma confusa speculazione politica interna, le piazze di sabato
chiedono di aprire uno spiraglio e di riflettere sull’incongruità di continuare
in un assoluto muro contro muro.
MIGRANTI: SI RICOMINCIA (MA SI CAMBIA)
Tutto
secondo copione: le ONG raccolgono migranti su prenotazione, cercano porti
sicuri, Malta e l’Europa dicono di no, le navi battenti bandiera tedesca,
norvegese, olandese ecc. stazionano per più giorni nel Canale di Sicilia (di
imboccare Gibilterra e sbarcare a casa propria o nella progressista Spagna chi
è a bordo non se ne parla neanche) e intanto cresce il dibattitto e la polemica
tra i “buoni” e i “cattivi”.
La sinistra
è “buona”, la destra è rude, insensibile e quindi “cattiva”, mentre l’Europa dà
alte lezioni di moralità ma – salvo la Francia – non c’è stato uno straccio di
governo che si sia offerto di prendersi in casa una quota di questi derelitti.
Ieri
(giovedì) la Francia ha comunque tuonato “L’Italia
è inumana!”. Dai dati ufficiali del Ministero dell’Interno si
apprende che dall’inizio dell’anno al 9 novembre l’Italia ha accolto 89.826
persone sbarcate, 4.713 solo dall’1 al 9 novembre, ovviamente contando solo gli
arrivi “ufficiali”.
Giudicate voi chi dovrebbe vergognarsi.
AAAA CANDIDATA OFFRESI
E volevate
che Letizia Maria
Brichetto Arnaboldi vedova Moratti salutata la giunta regionale
lombarda e persa l’occasione di fare la ministro con la Meloni non stesse
cercando un incarico, fosse anche dalle parti di Calenda & Renzi,
almeno come futura candidata presidente del centro-sinistra-centro alle
prossime elezioni in Lombardia?
Detto e
fatto: lasciato un posto se ne prepara un altro e in quarantotto ore opplà la
frittata è capovolta con Letizia Maria pronta a correre per il fronte
progressista.
Senza
offesa ed anzi con simpatica cordialità, la Signora Letizia - figlia e nipote
di casate illustri, costellate di lombi nobili rigorosamente dai doppi nomi e
dotata per stirpe di un patrimonio impressionante - non ce la fa a stare ferma
un minuto e tantomeno a restare in seconda fila, né si pone il problema di un
minimo di coerenza politica.
D'altronde
- nella disperata ricerca di posti e visibilità – negli anni ha messo insieme
un curriculum impressionante. Già presidente della Rai, di UbiBanca e di una
infinità di altre società, ministra della Pubblica Istruzione, sindaco di
Milano (poi pesantemente bocciata al secondo mandato, invano glielo avevano
spiegato di non ricandidarsi), è una che “ci mette del suo” (in termini di
milioni) quando gli servono per la campagna elettorale perché comunque ne ha
quanti ne vuole.
Insomma, la
Moratti era alla ricerca di una collocazione visibile: “AAAA candidata esperta, massimamente
curriculata con patrimonio cospicuo, disponibilità immediata anche in anche
casa altrui, offresi.” Assunta.
Buona
settimana a tutti!
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 884 del
4 novembre 2022
di MARCO ZACCHERA
Per scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: BAROMETRO
MELONI – RITORNO DI FINI? – RAVE PARTY – SPECULAZIONI SUL GRANO – LULA IN
BRASILE – FOIBE DIMENTICATE.
Ringrazio i
lettori che mi inviano indirizzi mail di amici o conoscenti potenzialmente
interessati alla lettura de IL PUNTO. E’ un modo concreto per renderlo più
diffuso e quindi per “contare”- tutti insieme - un poco di più!
BAROMETRO MELONI
E’ sempre
interessante ascoltare “Circo Massimo”, il commento quasi quotidiano del
direttore del “La Stampa” Massimo
Giannini che – ovviamente – è da sempre contro “la signora Meloni” ma, a seconda
del livello di astio quotidiano, fa ben capire il barometro di inc…
dell’opposizione.
Per ora
stiamo tranquilli: il decreto per i Rave Party è “la legge del manganello”, la
Germania, dicendo di prenderci noi i migranti imbarcati sulle proprie navi
umanitarie (che loro non accolgono) “Ci dà una bella lezione di umanità” mentre
la Meloni “provoca”. Vabbè… Prendiamo atto non da oggi che i gruppi
editorial-finanziari della sinistra sono contro il centro-destra, non è certo
una novità. Non sostengano però di essere “indipendenti”, perché allora
proprio non sono credibili.
IL RITORNO DI FINI
Prima
l’intervista alla stampa estera, poi il ritorno in TV dall’Annunziata, in molti
si chiedono se Gianfranco
Fini non stia meditando un suo rientro in politica dopo un
decennio di totale oscuramento. Personalmente non credo ad un suo rientro e
tantomeno che si schiererà esplicitamente con un singolo partito, ma non c’è
dubbio che il nuovo scenario a guida Meloni abbia riportato interesse su un
personaggio che – comunque giudicato – aveva dimostrato per vent’anni la
volontà e la possibilità concreta di rinnovare profondamente la destra
italiana.
Mai come in
questo governo (e lo conferma anche la lista dei sottosegretari) quella che fu
Alleanza Nazionale è tornata ad occupare con proprio uomini (e donne) molte
caselle nei dintorni di Palazzo Chigi, ma non è questo il punto.
Il percorso
politico di Fini è stato infatti una progressione politica che è partita
fondando Alleanza Nazionale dalle ceneri del fu Movimento Sociale (1995) ma
poi, negli anni, ha assunto posizioni a volte contrastanti con il cliché di una
destra tradizionalista, conservatrice e in qualche modo “convenzionale”.
Chi ricorda
il percorso politico di Fini - prima ancora di lasciare Berlusconi per fondare
“Futuro e Libertà”, spinto anche da alcuni amici che aveva intorno che si sono
poi mostrati delle autentiche serpi - ricorderà che su diversi temi “civici” od
etici la linea di Fini era diversa perfino da quella del proprio partito, si
pensi a quella sui referendum sulla procreazione assistita, e non è un caso che
ad un certo punto con lui si schierarono persone che oggi – come Della Vedova –
sono riapprodate su posizioni radicali o di +Europa, nei diretti paraggi del
PD.
L’ex
presidente della Camera ha più volte ribadito di non voler dare consigli a
nessuno, di non voler porsi come un grillo parlante alle spalle della premier
(con cui però non ha smentito di aver ripreso i rapporti) ma piuttosto di
continuare a pensare che la destra italiana debba andare non solo oltre alla
polemica fascismo-antifascismo, ma soprattutto muoversi più spedita sul
campo dei diritti civili, dell’integrazione, forse anche di una maggiore
visibilità ed indipendenza dell’Italia nella politica internazionale.
Fini penso
sia ben consapevole – credo con amarezza – di essersi “bruciato” anche per
colpe proprie, e soprattutto per aver sottovalutato la continuità di Berlusconi di cui
legittimamente si sentiva il successore (ma il Cavaliere sembra tuttora
inossidabile, anche se a volte in maniera perfino patetica), ammettendo
pubblicamente di aver sbagliato facendo confluire Alleanza Nazionale del
“Popolo della Libertà”.
La storia
non si costruisce con i “se”, piuttosto (anche perchè chi ha rappresentato per
cinque anni la terza carica dello Stato non può certo accontentarsi di fare un
sottosegretario qualunque) Fini ci tiene correttamente a dimostrarsi e
confermarsi come il “padre nobile” (o almeno lo zio) di una destra che alla
fine ha ora concluso la sua traversata oceanica dopo che lui stesso – e questa
è una verità – per primo si mise a scioglierne le vele.
Non credo
quindi che Fini voglia tornare “in politica” ma penso che lo ascolteremo più
spesso, anche perché intervenendo dall’Annunziata si è confermato sobrio,
concreto, propositivo almeno per i molti italiani che in lui avevano visto un
suo futuro da premier e ne erano rimasti profondamente delusi e tristemente
disillusi dieci anni fa.
In qualche
modo il tempo ha rimarginato certe ferite, ed ecco che si percepisce la classe
di un personaggio che resta comunque al di sopra della media politica italiana.
Come per Almirante nei suoi
confronti a fine anni ’80 è forse scritto che tocca ad altre generazioni
gustare il successo, comunque tenendo accesa quella fiamma di continuità ideale
della destra italiana che – al di là del facile gioco di parole legato al
simbolo di FdI – è però comunque una realtà.
RAVE PARTY: FINALMENTE !
“Buona la
prima” per il nuovo ministro dell’interno Matteo Piantedosi che - senza
violenza, ma con fermezza - ha fatto liberare l’area del non autorizzato “Rave
Party” di Modena dove si stavano radunando almeno 3.500 partecipanti da mezza
Europa. Chissà perché quello che non riusciva mai ai governi precedenti e
soprattutto all’ex ministra Lamorgese (ricordiamoci gli episodi di Torino e nel
viterbese l’anno scorso) si è dimostrato subito praticabile e - per il futuro -
non mancheranno finalmente delle regole per organizzare questi pseudo convegni
“musicali” abusivi con relativo sballo e spaccio di droga.
PD e
Grillini hanno poi iniziato un fuoco di sbarramento e polemiche sul successivo
decreto varato dal governo urlando alla “libertà” conculcata, ai rischi per la
democrazia ecc.ecc. Posizione legittima, ma credo assurda e per provarlo si
dovrebbero mostrare a lungo le immagini della “fauna” presente a Modena e
dintorni, tanto difesa dal PD: vedere com’era conciata certa gente sarebbe la
migliore pubblicità per le decisioni di Meloni & C. ricordando a Letta che
"rave" in inglese significa appunto "delirio"
Se è
comunque “libertà” lo spaccio di droga libera e di sostanze di ogni tipo
insista pure il PD a difendere queste posizioni, ma governo e maggioranza
vadano avanti!
IL PREZZO DEL GRANO
Afferma Joe Biden: “La
sospensione dell'accordo sul grano da parte della Russia (dopo che nel porto di
Sebastopoli erano state danneggiate da droni 4 navi russe - ndr) è scandalosa,
la Russia sta nuovamente cercando di usare la guerra da lei iniziata come
pretesto per usare il cibo come arma, colpendo direttamente le nazioni
bisognose e i prezzi alimentari globali, e aggravando le già' gravi crisi
umanitaria e l'insicurezza alimentare".
Forse non
tutti sanno che l’Ucraina produce 26 milioni di tonnellate di grano (circa il
3% della produzione mondiale) contro i 93 milioni di USA e Canada. Il giorno
dopo il blocco russo, il prezzo del grano sul mercato mondiale è di colpo
aumentato del 7,7%. Chi ci guadagna di più per questi aumenti? E –
soprattutto – chi ha fornito e mandato i droni a Sebastopoli, così come chi ha
sabotato i gasdotti russi nel Baltico?
I russi
sostengono le responsabilità della Gran Bretagna, ma se non mostrano prove è
mera propaganda, mentre invece – se effettivamente le prove ci fossero –
andrebbero ben valutate perché allora UE e NATO dovrebbero ripensare
l’opportunità di continuamente inviare armi a Kiev. Mai come ora servirebbe
trasparenza, purtroppo non c’è.
LULA VINCE IN BRASILE
Con meno di
due milioni di voti di vantaggio e quasi 5 milioni di schede bianche o nulle
(particolare poco ricordato dai media italiani, tutti schierati con Lula a
cominciare dalle corrispondenze RAI) Luiz Inácio Lula da Silva ha vinto
il ballottaggio ed è stato eletto presidente del
Brasile per la terza volta. Lula ha battuto l'attuale presidente Jair Bolsonaro, che ha vinto però in 14 dei 27
stati brasiliani e ad oggi non ha ancora riconosciuto la sconfitta.
Non credo
sia stato facile scegliere per i brasiliani: Bolsonaro non ha convinto durante
il suo mandato e – complice anche il Covid - solo in parte ha migliorato la
situazione economica dimostrando molta poca attenzione all’ambiente e ai più
deboli, mentre Lula ha cementato il suo successo nelle classi popolari che con
lui hanno goduto in passato di “bonus” di ogni tipo ed ovviamente lo hanno
votato in massa, soprattutto nel nord del paese più povero e dove decine di milioni
di persone in pratica vivono di sussidi pubblici.
La
spaccatura del paese è stata evidente: con Bolsonaro i ceti produttivi, gli
stati più sviluppati e le classi più ricche, quelle povere con Lula. Chi è
stato recentemente in Brasile avrà notato come milioni di persone non lavorano,
letteralmente accampate ovunque e con esasperate differenze economiche e
sociali che nessuno dei due presidenti ha voluto od è riuscito a colmare.
Intanto la
corruzione è pazzesca e Lula ne è stato a lungo espressione di vertice, anche
se una scelta politica della corte suprema gli ha permesso di concorrere alle
elezioni.
Il rischio
è ora di un pronunciamento delle forze armate e di un ulteriore crollo
dell’economia. Certamente la situazione brasiliana resta esplosiva.
FOIBE
I resti di
oltre 3.200 persone, trucidate al termine della seconda guerra mondiale,
sono state riportate alla luce da una foiba nella località di Kocevski
Rog, in Slovenia. Si tratterebbe della più grande fossa comune scoperta fino a
oggi: le vittime del massacro sarebbero in gran parte slavi, uccisi dai
partigiani comunisti di Tito, impossibile sapere se tra di essi vi siano anche
italiani deportati o residenti nelle terre italiane “liberate” dai titini. Ad
oggi – va ricordato – nessuno sa con precisione quanti italiani siano stati
infoibati e le autorità slovene hanno sempre fatto di tutto perché questa
verità non emergesse mai.
Buona
settimana a tutti!
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 883 del
28 ottobre 2022
di MARCO ZACCHERA
Per scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
ATTENZIONE:
La scorsa
settimana ero all’estero e il mancato collegamento internet mi ha impedito di
inviare IL PUNTO (già pronto!). Me ne scuso con i lettori e ringrazio quelli
che mi hanno scritto segnalando il mancato arrivo, così come quelli –
numerosi – che mi inviano indirizzi mail di amici o conoscenti potenzialmente
interessati alla lettura.
E’
un modo concreto per rendere IL PUNTO più diffuso oltre le migliaia di
indirizzi che già raggiunge e quindi per “contare”- tutti insieme -
un poco di più!
MELONI AL DEBUTTO
E’ partito
il governo Meloni nonostante le difficoltà al momento di varare la lista dei
ministri soprattutto per le resistenze e le prese di posizione berlusconiane.
Adesso inizia il momento dei fatti e su questi andrà giudicata la nuova
premier.
Per ora
bene la “grinta” nelle sue dichiarazioni e negli interventi, buona la lista dei
ministri e positivi certi piccoli particolari come l’aver scelto un’Alfa Romeo
rispetto a una AUDI o aver ricordato l’assoluta necessità di tutelare l’Italia
in Europa. Mi lascia invece perplesso il possibile aumento a 10.000 euro per
l'uso dei contanti (5.000 sarebbe stato un limite più logico) con il
suggerimento al governo di passare subito, piuttosto, a togliere le commissioni
bancarie sulle transazioni minori. Buon lavoro!
BERLUSCONI ? UN NARCISISTA EGOCENTRICO
Come dicevo
in premessa, la scorsa settimana è “saltato” l’invio de IL PUNTO e forse è
stato un bene perché avevo scritto un pezzo forse fin troppo duro nei confronti
di Berlusconi che sembrava voler sabotare la nascita stessa del nuovo
governo.
Considero
il Cavaliere tutt’altro che stupido, ma è un egocentrico, vecchio narcisista
che si è circondato da una coorte di yesmen (e “yesgirl”) che da anni gli
succhiano il sangue, lo lusingano, fanno finta di idealizzarlo mentre invece
pensano soprattutto ai propri interessi e - appena sarà possibile - a spartirne
le spoglie.
D'altronde
un ex premier e il grande imprenditore che ha il merito di aver permesso la
svolta del 1994 e che tuttora si ritiene addirittura il leader più intelligente
del mondo non poteva essere così sciocco da non capire che indicare personaggi
di basso livello a livello ministeriale (caso Ronzulli) non fosse
controproducente prima di tutto per la sua stessa immagine.
Proprio
invece i capricci per la Ronzulli, i veti su La Russa oppure le dichiarazioni
su Putin (“riservate” ma pronunciate davanti a decine di testimoni!) denunciano
quantomeno una superficialità che superano la logica, così come le parole sul
conflitto in Ucraina potevano anche essere in parte credibili, ma non
esprimendole in quel contesto e in quel momento.
Se poi
fosse vero il suo perdurante rapporto privilegiato con Putin (e non solo
millantato credito) allora la cosa più saggia sarebbe stato proprio non
parlarne, ma piuttosto lavorare nell’ombra per spingere lo zar e l’UE verso una
soluzione negoziata e solo “dopo” - eventualmente - annunciarlo in pubblico
come proprio merito, ma solo a cose fatte, suscitando sicuramente credibilità
internazionale per sé e per l’Italia.
La
riservatezza è l’ABC della diplomazia, possibile che proprio lui che si ritiene
il “leader maximo” non lo capisca?
Oppure (ed
è invece la cosa più probabile) Berlusconi tutto questo lo capisce benissimo,
ma la sua è solo malcelata invidia verso la Meloni e gli altri partner più
giovani di lui, quelli che nell’attuale momento - che è forse il più difficile
nella storia della nostra Repubblica - ne hanno offuscato l’immagine. .
Speriamo
che Berlusconi la smetta di indossare i panni di un divo ormai fuori tempo
massimo e si metta davvero al servizio del Paese. Gliene saremmo tutti molto
grati.
FATEMI CAPIRE
Un po' di
conti… Ci hanno detto che ormai siamo “quasi” indipendenti da Mosca per le
forniture energetiche, ma senza dubbio l’energia nucleare non è aumentata di
costo e neppure quella idroelettrica, così come l’eolico o il “solare”.
Dovremmo
essere già arrivati a coprire con queste forme “green” il 40% delle necessità
elettriche mentre (a parte la svalutazione dell’Euro verso il dollaro) il
petrolio sul mercato internazionale non è aumentato - in un anno - in una
misura così rilevante. Come mai l’energia elettrica ha invece raddoppiato,
triplicato, a volte quadruplicato il proprio prezzo? Perché è tuttora collegata
al prezzo del gas.
Ma proprio
per il gas ci hanno raccontato per mesi che c’erano le forniture alternative,
che gli USA erano pronti ad aiutare l’Europa fornendo gas liquefatto a prezzi
competitivi: dove sono arrivate queste forniture e a quali prezzi?
Dopo
settimane di discussioni l’Europa è intanto arrivata (forse) a un “mini
accordo” sui prezzi del gas, ma quasi mai sui media si accenna al
capitolo-chiave del discorso, ovvero la speculazione incredibile in atto da
mesi proprio su questi prezzi.
Speculazione
sulla pelle della gente, tollerata (se non protetta) a Bruxelles dove le
autorità europee non si capisce “da che parte stanno” dovendo scegliere tra gli
interessi dei cittadini e quelli delle multinazionali. Addirittura la scorsa
settimana la Commissione Europea si è espressa negativamente rispetto a un
esplicito voto del Parlamento Europeo sui prezzi dell’energia. Ma quale
democrazia si sta instaurando ai vertici del nostro continente?
Diciamo
intanto no alla Russia per i noti motivi, ma se domani mai volessimo anche
tornare ad accordi con la Russia i gasdotti del Baltico non ci sono più perchè
"qualcuno" li ha sabotato impedendo comunque le future forniture.
Domandina:
ma CHI è stato a sabotarli? Possibile che tutte le forme di intelligence europeo
non siano in grado di dirci chi può aver piazzato questi potenti esplosivi a
pochi chilometri dalle coste polacche, svedesi e danesi (ma a centinaia di
chilometri dalla Russia) bloccandoli per mesi, indebolendo l'Italia dal punto
di vista energetico come tutta l'economia europea?
Il tutto
rendendo così ancor più indispensabili – guarda caso - le forniture attraverso
l’Ucraina e i nuovi gasdotti che passano nel Mar Nero.
Ma è mai
possibile che Putin sia stato così stupido da auto-distruggersi i propri gasdotti
che ora necessitano di costosi lavori di ripristino pagati dalla Russia?
Che dietro
i sabotaggi ci sia invece una manina da oltreoceano, allora? Non si sa, non ce
lo dice nessuno, nessuno sembra chiedersi queste cose pur fondamentali in
termini di alleanze e che pur stanno pesantemente indebolendo l’Europa e le
nostre scelte energetiche. Chi tocca il business petrolifero muore,
ricordiamoci di Enrico Mattei ucciso proprio 60 anni fa da una “ignota” bomba
collocata sul proprio aereo esattamente come avevano pronosticato le “sette
sorelle” Made in USA e GB.
LO SCANDALO VACCINI
Ci si può
scherzare sopra quanto si vuole sul siparietto del premier albanese Edi Rama
che tranquillamente spiega - ridacchiando - di aver organizzato l’anno scorso
una operazione di “contrabbando” di vaccini COVID tra Italia ed Albania, visto
che la Pfizer si rifiutava di fornirli al paese balcanico, ma Rama – forse
involontariamente - ancora una volta ha sollevato il problema: quanto sono
costati e costano i vaccini COVID e con quali contratti europei sono stati
comprati?
Lui parla -
scherzando - della “sponda” avuta dall’allora ministro degli Esteri Luigi Di
Maio che favorì l’operazione chiamando in causa i servizi segreti, ma la
questione scandalosa e drammatica è che ad oggi - in piena somministrazione
della quarta dose e in vista della quinta - ancora non si sa quanto l’Europa
abbia pagato e paghi i vaccini a Pfizer e Moderna, con quali contratti siano
stati comprati, con quali clausole e quali siano stati i dirigenti europei
coinvolti nelle forniture.
Di sicuro è
notizia di oggi che l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza contestano
a Pfizer una evasione fiscale per l’astronomica somma di 1,2 MILIARDI di euro
evasi solo per i profitti “italiani” dirottati dal nostro paese al Delaware, lo
stato USA di Biden dove le imposte sono ridicole.
Risposte
che sono state negate non soltanto al grande pubblico, ma perfino a quei
numerosi deputati europei che più volte lo hanno chiesto a Strasburgo, ma a cui
si è concretamente risposto soltanto con uno scandaloso silenzio.
Il caso
dell’Albania, tenuta ai margini delle forniture perché i vaccini aveva
difficoltà a pagarseli, ha nuovamente scoperchiato uno dei più brutti “affari”
cui la Von der Lyener non vuole rispondere e che chiamano in causa suo marito
(collaboratore della società farmaceutica Orgenesis) e tutta la Commissione che
ha scelto alcuni vaccini bocciandone altri e quindi coinvolge anche l’Agenzia
Europea del farmaco (EMA) che ne ha avallato le mosse.
Fuori dall’
Europa mezzo mondo si è vaccinato con i vaccini russi e cinesi che – pur
considerati leggermente meno sicuri – di fatto costavano molto meno, mentre
l’Europa ha scelto Pfizer e Moderna dopo la “squalifica” di AstraZeneca.
Una “gara”
a colpi di indiscrezioni giornalistiche che ha demolito il prodotto della
multinazionale anglo-svedese facendo vincere a mani basse il ben più costoso
prodotto americano con aziende che hanno goduto di enormi profitti.
Ancora non
si sa se il comportamento europeo sia stato effettivamente basato su dati
corretti o se abbiano contato molto anche le spinte e controspinte politiche e
finanziarie di chi ha realizzato un profitto colossale sulla pelle di centinaia
di milioni di europei, con margini paragonabili solo alle successive speculazioni
sul prezzo del gas, ma sempre nel tacito assenso o perlomeno l’assoluta
impotenza dei vertici europei.
Giusto per
dare un’idea, secondo i dati non ufficiali raccolti da OCPI (l’osservatorio sui
conti pubblici italiani) e ANAC pubblicati il 22 febbraio di quest’anno, un
vaccino AstraZeneca sarebbe costato all’ Europa intorno agli 1,79 euro contro i
22,82 euro (ventidue!) pagati - si presume, perché ufficialmente non si
sa – a Pfizer e Moderna. Con tutta la cautela del caso circa la raccolta
dei dati – difficile proprio per l’evidente boicottaggio a fornirli – siamo
davanti ad una problematica di 2,8 miliardi di euro, ovvero 10 euro per
europeo!
Sarebbe ora
che ci fossero quindi indagini serie a rassicurare tutti sui traffici più o
meno sussurrati che sono girati e girano a Bruxelles e dei quali spesso si
colgono solo le punte degli iceberg. Intanto la stessa Procura Europea ha
ammesso di aver aperto finalmente un’inchiesta, ma sarebbe interessante sapere
come proseguano le indagini.
Perché non
arriva – anche (e soprattutto) dall’Italia - la richiesta formale di
chiarimenti su tempi, prezzi, fornitori, concorrenza e personaggi coinvolti?
L’occasione di un nuovo scenario politico italiano può anche essere per
esercitare una forte pressione su Gentiloni per questa richiesta di trasparenza
che sale dal basso.
Il tempo è
maturo: siamo arrivati alla quarta e quinta dose (venduta carissima pure
questa), ma stavolta non c’è più l’emergenza e i vaccini vengono tuttora
venduti a 15-20 volte il loro presunto costo industriale, altro che il corretto
ammortamento delle spese di studio a suo tempo sostenute!
Questa
trasparenza è necessaria, ne va non solo della credibilità dei vertici
dell’Unione, ma anche per convincere milioni di persone che il vaccino sia non
solo sicuro, ma soprattutto effettivamente utile e non serva solo per
rimpinguare un grande business cresciuto dietro la pandemia.
Buona
settimana a tutti!
MARCO
ZACCHERA
IL PUNTO n. 882 del
14 ottobre 2022
di MARCO
ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
VI PIACE
LEGGERE IL PUNTO?
Allora
datemi una mano… vi chiedo solo di mandarmi qualche altro indirizzo mail di
amici o conoscenti che potrebbero apprezzarne la lettura: un modo per renderlo
più diffuso e quindi per “contare” un poco di più!
DALLA SEGRE
A LA RUSSA
Giuliana
Segre ha presieduto la prima seduta del Senato cedendo poi la presidenza ad
Ignazio La Russa. Credo che nessuno lo avrebbe mai immaginato, ma è successo.
La Segre
non ha mancato nel suo intervento di ricordare la marcia su Roma, Matteotti, le
leggi razziali, la shoah, il nazismo, la resistenza, l’antifascismo. L’aula ha
ascoltato, applaudito, approvato… E poi ha eletto La Russa. Non sembri
irriverente: quei fatti, quelle tragedie, sono ormai scolpite nella storia ma –
appunto – sono “la Storia” quindi non vanno dimenticati, ma sono passati. Quel
mazzo di fiori che La Russa ha offerto alla Segre sia un definitivo segno di
riconciliazione. Adesso è ora che gli italiani, possibilmente uniti, guardino
al futuro, sia perché certi fatti non si ripetano più, ma soprattutto perché
bisogna andare faticosamente avanti, tutti insieme.
AUGURI E
CONSIGLI A GIORGIA MELONI
Insediato
il nuovo Parlamento tra pochi giorni Giorgia Meloni riceverà l’incarico di
varare il nuovo governo. Vorrei darle un consiglio (non richiesto): sia
soprattutto sé stessa, non tema di rompere qualche schema e non si lasci
distrarre da più o meno interessati “consigliori”.
Attraversa
un momento positivo in termini di popolarità e quindi un (breve) periodo
politico di relativa tranquillità, ma all’interno di una coalizione
insoddisfatta e soprattutto in una situazione economica che esploderà – temo –
a tempi brevi. Meglio si attrezzi da subito all’emergenza.
Entro una
settimana dovrà proporre il suo nuovo e primo governo: scelga il meglio, “a
naso”, a buonsenso, senza “totoministri” e sulla base di rapporti diretti e
personali, senza lasciarsi troppo distrarre dalle logiche di partito e senza
leggere i giornali, nel senso che non deve aver paura di rompere anche con il
passato, perché se la continuità è importante lo è anche la diversità visibile
su alcune scelte, il che passa anche attraverso i volti che le declinano. Vorrei
fosse finito il tempo in cui si fanno ministre le “amichette”: discontinuità!
Credo che la maggior parte degli elettori che l’hanno votata chieda infatti
freschezza, cambio, volti nuovi coniugati alla competenza, non importa se siano
persone più o meno gradite agli apparati (o "nipotine" del
Cavaliere).
Il momento
è economicamente difficile, la “tempesta perfetta” più che essere in agguato è
già ben netta all’orizzonte, visto che ci stiamo infilando a testa bassa in un
periodo turbolento e che per l’Italia rischia di diventare critico non solo
perché il “sistema paese” è logorato e sarà messo alla prova, quanto perché
molti saranno tentati – all’interno e all’esterno – di sparare da subito
a palle incrociate sulla premier e la sua nuova maggioranza sperando di
abbatterla il più presto possibile, come avvenne con Berlusconi nel 1994.
Al di là
dei sorrisini, Giorgia Meloni non può risultare molto gradita agli apparati
speculativi, alle solide (e a volte torbide) alleanze politica-potere
incrostatesi nel tempo a Roma come a Bruxelles.
Dall’altra
parte, la gente l’ha votata perché spera, magari considerandola come ultima
spiaggia, oppure per protesta, o “perché il resto è anche peggio”. In
definitiva tutti hanno un grande senso di aspettativa.
Vale sul
fronte interno dove avrà ostili la maggior parte delle fonti di stampa, i
partiti avversari, sicuramente la struttura “alta” della piramide che la
politica ha messo in piedi nei decenni e che teme di essere a rischio di
emarginazione.
All’esterno,
il “boccone Italia” è già stato abbondantemente spolpato, ma un po' di buono
c’è ancora e il forte richiamo ai valori nazionali non è stato da subito una
bella musica per chi è abituato a considerare l’Italia una realtà debole,
piagnucolosa, indebitata e quindi nella “fascia bassa” tra i partner europei
più credibili, certamente non tra i VIP dell’Unione.
La Meloni è
troppo furba per cadere invece nel tranello del fascismo-antifascismo anche
perché è la dimostrazione pratica di una problematica politicamente superata,
che no “tira” più alla vigilia del centenario della Marcia su Roma, anche se
qualcuno (per ora tacitato) faceva finta di temerlo in campagna elettorale.
Le prime
settimane saranno quindi delicate e pericolose, ma necessarie per impostare un
nuovo ritmo, se Giorgia sarà capace di darlo al paese a cominciare dal timing
di governo. Una squadra da inventare a dispetto dei leader concorrenti che
vorrebbero sistemare prima di tutto i propri fedelissimi (e fedelissime!),
insomma Giorgia dovrà averte il coraggio spesso di dire di no e questo sia nel
segreto dei palazzi che a livello di opinione pubblica.
Cominciano
già le agitazioni di piazza e le proteste per le bollette, giustificate ma –
guarda caso – evitate finchè il PD è stato al governo.
Mille i
problemi, a cominciare dal PRNN che non è a posto e comunque siamo ancora agli
acconti, non alle verifiche di conformità che libereranno il grosso delle
risorse. Temo che avere un facile ok da Bruxelles sia una pia illusione.
Nell’infinita
serie delle priorità ci sarà infine la scelta degli amici internazionali e il
mercato non offre molto all’Italia. Scontate le distanze da Orban gli eventuali
alleati europei di prima fascia sono tutti da inventare, potenzialmente infidi
perché tutti vivono male la crisi che colpisce tutti e ciascuno.
Poi la
guerra, dove la Meloni ha assicurato continuità, anche se sa benissimo che
all’interno di FdI più d’uno è scettico e il dissenso rischia di diffondersi
dentro e fuori il partito.
Per
schivare le imboscate l’unico vantaggio potrebbe essere allora la velocità nel
varare il governo, fissare paletti, avere dalla propria parte (almeno) il
Quirinale, ma senza perdere la propria identità.
GUERRA E
PROPAGANDA
Continuo a
non capire come si possa pensare di costringere Putin alla pace aumentando le
forniture delle armi all'Ucraina. Avrebbe un senso se la Russia fosse sfinita e
sull'orlo del baratro per darle una spallata definitiva, ma se Putin dimostra
invece di essere in grado di scatenare rappresaglie continuerà l'escalation,
non ci sarà la pace.
Sorprendente
poi che in Italia stiano iniziando le manifestazioni di piazza “per la pace”:
comprensibili se sono svolte da chi era ed è contro la guerra o da chi – come
il M5S - è da sempre scettico sulle sanzioni, ma cosa c'entra il PD che è
stato ed è il più convinto assertore della fornitura degli armamenti a Kiev,
tanto che per mesi ha attaccato il centro-destra sostenendo che fossero dei
pro-Putin travestiti?
Sono
angosciato per quanto sta avvenendo: non c’è alcun dubbio che quella di Putin
sia stata una guerra di aggressione, ma dobbiamo venirne fuori e una mano
potrebbe darla anche una informazione meno di parte. Ma possibile che se truppe
russe avanzano fanno del “terrorismo”, se indietreggiano si lasciano
scrupolosamente alle spalle fosse comuni, camere di tortura e così via. Manca
solo che segnalino con cartelli luminosi tutte le testimonianze della loro
efferata crudeltà. Vediamno ogni giorno scene sconvolgenti di civili (ucraini)
coinvolti nel conflitto, ma gli altri non li vediamo mai. Quando avanzano le
truppe ucraine i filmati di carri armati russi in fiamme vengono presentati
come eventi gioiosi. Eppure, dentro a quei carri c’erano dei soldati che
saranno andati arrosto, ma in questi casi non ci si indigna, neppure quando
Zelensky si vanta di 34.000 soldati nemici ammazzati.
L’escalation
è sempre solo colpa della Russia, ma se ogni giorno l’Occidente spedisce armi
in Ucraina in modo colossale. Per esempio da quattro mesi non venivano colpiti
obiettivi a Kiev e nelle varie città ucraine fuori dall’area degli scontri, ma
è vero o no che i russi li hanno lanciati DOPO che si è voluto colpire il ponte
con la Crimea, ovvero una azione di (inutile) sabotaggio a un simbolo della
loro presenza in Crimea?
Secondo i
nostri media Putin si auto-distrugge i gasdotti, i ponti, vuole imporre la
Russia agli abitanti del Dombass che però – a parte i referendum, più o meno
taroccati - sono e restano effettivamente in maggioranza russi per etnia,
religione, lingua e non ucraini, ma soprattutto lo sono sempre stati. Quante
cose non ci vengono raccontate, a cominciare da cosa pensino effettivamente gli
ucraini del loro presidente. Comunque sia, adesso dobbiamo in qualche modo
venirne fuori: non è logico, umano, possibile continuare con questa escalation
ma se a parlare sono solo i “falchi” la pace resta lontana e l’escalation
continuerà. Un’ idea? L’Occidente offra a Putin un armistizio in cambio di
sospendere le forniture di armi… e intanto ci si parli, magari tenendo un
referendum “vero” per capire cosa ne pensino le popolazioni coinvolte.
BUONA
SETTIMANA A
TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 881 del
7 ottobre 2022
di MARCO ZACCHERA
Per scrivermi o
contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
VI PIACE
LEGGERE IL PUNTO?
Allora
datemi una mano… vi chiedo solo di mandarmi qualche altro indirizzo mail di
amici o conoscenti che potrebbero apprezzarne la lettura: un modo per renderlo
più diffuso e quindi per “contare” un poco di più!
SOMMARIO: QUALE VERITA’ SUL
SABOTAGGIO DEI GASDOTTI ? – FINI E LA “NIPOTINA” GIORGIA – ISLAM, IRAN E LE
RADICI CRISTIANE
SERVE VERITA’ SU GUERRA E GASDOTTI
Vorrei
avere maggiore trasparenza sulle informazioni relative alla guerra in Ucraina e
sul caso del gasdotto sabotato nel Baltico, perché è un nodo fondamentale per
il futuro europeo.
Riassumiamo:
l’arma di pressione di Putin verso l’Europa è (era) il gas che vendeva
(centellinandolo e a caro prezzo) trasportandolo soprattutto attraverso i 2
gasdotti del Baltico e - con i guadagni realizzati - di fatto la Russia
finanziava la guerra in Ucraina.
Secondo
alcune voci il premier russo sarebbe stato così stupido da far introdurre nei
due gasdotti (uno fermo per manutenzione, l’altro già bloccato dalla Germania a
pochi mesi dall’inaugurazione sotto forte pressione politica di Washington) dei
robot che - con 500 kg di esplosivo ciascuno! – li avrebbero evidentemente
percorsi per centinaia di chilometri e - arrivati vicini alla costa danese -
avrebbero fatto esplodere i due gasdotti dall’interno (!) bloccando per mesi le
forniture.
Mi sembra
che se proprio Putin voleva interrompere il flusso di gas poteva semplicemente
chiudere o ridurre il rubinetto alla partenza (come fa da tempo) o ancor più
facilmente bloccare anche il vecchio gasdotto che passa per l’Ucraina, tra
l’altro privando così il “nemico” anche di una bella fetta di diritti di
transito e danneggiandolo direttamente, tanto che adesso la Russia dovrà pure
pagarsi le riparazioni, oltre ad aver buttato via gas per decine di milioni di
euro. Verità o fake news?
Resta
l’altra possibilità – ben più logica – ovvero che dietro ai
sabotaggi ci sia invece la “manina” statunitense, magari con la
manovalanza della vicina Polonia, per distruggere economicamente la
Russia, ma anche - di fatto – indebolire ulteriormente l’Europa togliendo al
nemico russo ogni possibilità politica di pressione energetica e mettendo
contemporaneamente in crisi anche la “concorrenza” industriale europea, oltre a
far guadagnare ancora di più chi specula sul prezzo del gas togliendo dal
mercato il concorrente russo, mentre l’UE è incapace di darsi una linea di
azione comune.
Avanzare
questa seconda ipotesi trasforma però chi la sostiene in un potenziale “filo
Putin” perché si ammetterebbe che USA e NATO usano l’Europa come dei
burattinai, la danneggerebbero volontariamente senza averne il permesso
sostenendo una guerra parallela (non autorizzata) lontano dal fronte. Insomma,
incrinerebbero pesantemente la loro immagine “buonista” e di strenui “difensori
della libertà”.
Sta di
fatto che anche per questo episodio l’Europa è intanto economicamente stremata,
l’energia è in mano alla speculazione più folle mentre ovviamente si
approfondisce il solco tra Russia e UE, con evidente vantaggio strategico per
gli USA .
Intanto gli
americani sommergono l’Ucraina di aiuti militari: 1,1 MILIARDI di forniture
belliche solo questa settimana. Se poi la Russia, incalzata dalle armi USA,
accenna alla tremenda possibilità di usare il nucleare “tattico” la NATO
minaccia Mosca di ulteriori rappresaglie, ma intanto moltiplica appunto gli
invii di armi convenzionali (ma modernissime) a Zelensky che ha addirittura
firmato un decreto che vieta per legge qualsiasi trattativa di pace.
Ma è utile
per l’Europa sostenere questa posizione in un modo totalmente acritico ed
assistere ad un crescendo della crisi senza tentare - o almeno proporre - uno
straccio di piano di pace?
Inoltre,
siamo sicuri che in Ucraina tutti la pensino come il loro presidente?
Perché a
Kiev non esistono più elezioni, parlamento, opposizione: nessun media
occidentale riesce (o vuole) darci un’idea onesta su che fine abbiano fatto i
parlamentari ucraini contrari a Zelensky, né se una parte degli ucraini non vorrebbe
almeno discutere una qualche forma di armistizio, o anche solo una breve tregua
umanitaria.
Guerra,
guerra forever: non sono d’accordo, ma a Kiev (come a Washington e a Bruxelles)
piace così, dove a parlare sono sempre e solo i “falchi” e a guadagnare
l’industria bellica, con l’informazione che ovviamente ci va dietro.
A parte
ogni scrupolo morale, ma agli europei – intesi come semplici cittadini, non i
ricchi vertici della UE - conviene davvero che le cose continuino in questo
modo?
LA NIPOTINA GIORGIA
Ma quali
sono i veri rapporti tra Gianfranco Fini e Giorgia Meloni? Si può o meno
definire la giovane leader di Fratelli d’Italia una continuatrice della sua
linea politica?
E’ un
quesito interessante soprattutto dopo che nei giorni scorsi Fini ha preso le
difese della Meloni davanti alla stampa estera.
Tra i due
c’è un lungo e consolidato rapporto, anche perché non va dimenticato come Fini
la volle leader di Azione Studentesca, poi coordinatrice e presidente di Azione
Giovani, prima ragazza a capo di un'organizzazione giovanile di destra.
Soprattutto,
fu proprio Fini a candidarla nel 2006 facendola subito eleggere a
vice-presidente della Camera della Camera e poi promuovendola a Ministro della
Gioventù nel governo Berlusconi del 2008 (la Meloni divenne la ministro più
giovane dell’Italia repubblicana e in assoluto il secondo ministro più giovane dall’Unità
d’Italia).
Certo,
seguirono anni di profonda freddezza per l’affare Montecarlo (con un “gelo” non
solo a livello pubblico), quello che portò alla rovina politica di Fini oltre
alla SUA parentesi politica con “Futuro e Libertà” cui la Meloni non aderì
nonostante dovesse a Fini la sua crescita ai vari livelli.
La
freddezza continuò anche dopo il 2013 e l’insuccesso elettorale del movimento
finiano, ma va ricordato che in quegli anni la Meloni doveva per forza marcare
una distanza o sarebbe stata travolta con il suo nuovo partito ancora in fasce
e tutto da consolidare e far crescere.
Nel tempo
però le cose sono cambiate e se negli ultimi mesi Fini ha ostentato in pubblico
un assoluto riserbo il feeling è ripreso, qualche consiglio importante non è mancato
e intanto più di un esponente di “Futuro e Libertà” ha trovato casa proprio in
FdI - e non da oggi - come Adolfo Urso e Roberto Menia.
Sono
tasselli, piccole reciproche cortesie, consigli privati con Fini che vuole e
deve restare sullo sfondo per non oscurare o mettere in imbarazzo la giovane
leader che è indubbiamente cresciuta del suo, ma che in qualche modo è stata e
resta una sua “creatura”.
Certamente
la sera del 25 settembre mentre Giorgia Meloni celebrava il suo trionfo in
molti avranno pensato proprio a Fini che per primo “sdoganò” la destra
italiana, ma non riuscì mai a superare Berlusconi nel suo ruolo di leader della
coalizione. Un obiettivo che invece è stato raggiunto dalla sua “figlioccia”,
anche se oggi il Cavaliere è decisamente ridimensionato rispetto a una dozzina
di anni fa. Rammarico e forse tanta nostalgia in Fini per le occasioni perdute,
ma la storia – come sempre – non si costruisce quando è ormai passato l’attimo
fuggente. In questo senso può restare però a Fini almeno la soddisfazione di
aver visto nella Meloni una leader già diversi anni fa, quando nessuno
l’avrebbe scommesso.
IRAN, ISLAM E LE RADICI CRISTIANE
Quello che
sta succedendo in Iran meriterebbe maggior attenzione visto che è in atto –
duramente repressa – una vera e propria rivoluzione giovanile contro la
teocrazia islamica che da 40 anni è alla guida del paese.
Gli
studenti invocano maggiore libertà, mentre Khamenei insiste “Sono proteste
organizzate da USA ed Israele”, per giustificare gli almeno 120 giovani ammazzati
dalla polizia e dalle “milizie morali” che puntellano il regime.
Mi illudevo
che qualche organizzazione islamica italiana protestasse e scendesse in piazza
per condannare le decine di morti nelle strade iraniane, invece nulla.
E pensare
che in Iran vi è una larga maggioranza sciita mentre quasi tutti i musulmani
italiani sono sunniti, quindi qualche loro protesta ci poteva anche stare. Poi
- però - qualcuno potrebbe ricordare anche le libertà vietate in Arabia Saudita
(nazione leader sunnita) e allora è forse meno imbarazzante mantenere un
assoluto silenzio.
Il tutto
per sottolineare la necessità di affrontare un serio ragionamento sui rapporti
da tenere – in un quadro di correttezza e libertà – nei confronti dei musulmani
italiani o di quelli immigrati verso i quali deve esserci il massimo rispetto,
ma dai quali dobbiamo pretendere altrettanto. Non dobbiamo solo chiederci se
sia giusto togliere dai menu delle nostre scuole il prosciutto per non
offendere gli alunni islamici, oppure negare le celebrazioni natalizie con il
loro nome per non urtarne la suscettibilità, ma ragionare sul futuro della
“nostra” civiltà.
Se una
ragazza italiana va in Iran e non si mette il velo viene arrestata (e peggio),
eppure ogni occasione da noi diventa pretesto – in nome della “accoglienza” e
della “diversità” - per negare le nostre radici europee cristiane, per
nasconderle quasi timorosi di mostrarle, per non voler capire che sono il
cemento di una comunità e che quando viene frantumato la comunità stessa si
dissolve.
In questo
senso mi viene anche qualche dubbio su un eccessivo silenzio delle Autorità
cattoliche che tacciono o minimizzano troppo spesso il continuo martirio dei
cristiani in Africa, gli incendi delle chiese, la discriminazione legale
anticristiana operata dalle autorità o la distruzione sistematica della
presenza cristiana in Medio Oriente.
Non si deve
odiare nessuno, né dividersi in nome di Dio, ma almeno l’atto di testimonianza
e di appartenenza mi sembrerebbe dovuto, insieme all’ovvio rispetto per le opinioni
religiose degli altri.
Buona
settimana a tutti!
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 880 del
30 settembre 2022
di MARCO
ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
AUGURI A
GIORGIA
Ci vorrà
più di un mese per varare il nuovo governo, si scatenerà intanto il solito
“totoministri” con relative tensioni, polemiche e forse pressioni europee o del
Quirinale, ma questa volta sul tavolo ci sono alcune chiarezze che sarà
difficile cancellare.
Il
centro-destra ha vinto domenica in maniera chiara, limpida, inequivocabile così
come il successo è stato prima di tutto di Giorgia Meloni che quindi ha tutti i titoli
(e i numeri) per governare.
Il momento
è però drammaticamente difficile, la BCE adesso vede nero (ma non andava tutto
bene?!), l’UE è (sarà) fredda con l’Italia, c’è la guerra in Ucraina, le
bollette che salgono come le materie prime, il PNRR è da rinegoziare, il
deficit pubblico mostruoso con tassi in aumento e siamo nelle mani (e nei
ricatti) di Bruxelles, con i media internazionali preconcettamente contrari
alla “postfascista” Meloni.
Non solo:
stipendi e salari non corrono come l’inflazione (sulla quale l’ISTAT ha
comunicato negli ultimi mesi dati fuori dalla realtà dei supermercati) e quindi
una tensione sindacale è in arrivo, soprattutto perché adesso non c’è più il PD
da tutelare. In generale, quindi, una “tempesta perfetta” per mettere in
difficoltà il nuovo governo fin dalle prime battute.
Resto
convinto che Mario Draghi
non è stato dimissionato, ma che LUI STESSO ha deciso di fasi dimissionare per
non legare il suo nome ad una crisi economica imminente di grande portata e che
costringerà a tagli e sacrifici in un gioco del cerino la cui fiamma adesso
sarà nelle mani della nuova, giovane leader.
Scontata la
battuta che alla fiamma la Meloni possa essere abituata, sta di fatto che
nonostante la situazione bisognerà comunque cercare di rispondere alla
richiesta di rinnovamento che è arrivata dal paese.
La Meloni
ha convinto raccogliendo non solo voti di protesta, ma adesso dovrà dimostrare
nei fatti di saper gestire una svolta. Ha subito parlato di “unione” e di
“responsabilità” in modo asciutto, sobrio e senza slogan. Auguri, perché ne
avrà molto bisogno.
VINCITORI
& VINTI
Una
campagna elettorale con vincitori e vinti, con la personale soddisfazione di
veder buttati giù dalla torre alcune tra le figure più antipatiche da sempre,
ma non tutte.
Due pesci
relativamente piccoli - ma abili anguille - per esempio hanno rivinto, nel
senso che hanno riportato le loro preziose natiche a Montecitorio: Bruno Tabacci e Benedetto Della Vedova,
di cui avevo sottolineato il passaggio attraverso ogni area parlamentare
cambiando regolarmente casacca pur di rimanere sempre a galla.
Mentre in
molti si sono candidati per coerenza sapendo che la rielezione sarebbe stata
una missione inpossibile (e meritano comunque risopetto), con molta abilità
questa volta i nostri due furboni hanno fregato il povero Enrico Letta e così
nonostante la sconfitta sia di “+Europa” che di “Impegno Civico” (partiti
rimasti fuori dalla Camera con il conseguente impallinamento di Emma Bonino e Luigi Di Maio) eccoli
rientrare in campo a spese del PD cui hanno soffiato gli unici due posti nei
collegi lombardi, per la gioia dei “compagni” della base.
Anche Fratoianni, Speranza e Bonelli
sono stati eletti, sempre a spese del PD: se Letta sarà cacciato dai vertici
del partito potrà sempre fare il presidente onorario dell’AVIS, viste le sue
tante donazioni.
Soddisfazioni?
Isabella Rauti
che ha battuto nella ex Stalingrado d’Italia (Sesto San Giovanni) Emanuele Fiano, il
tronfio esponente PD che con arroganza la sapeva sempre più lunga di tutti (sia
chiaro che non c’entra la sua religione ebraica, anzi, ma è per l’antipatia
della persona che si riteneva onnipotente) mentre Luigi Di Maio si ritrova
a 36 anni a dover nuovamente cercare un lavoro. Alla Farnesina non sarà
rimpianto, se non dalla legione di “fedelissimi” che intanto aveva sistemato.
Torna Silvio Berlusconi che ha
risistemato la quasi-moglie e tutta la sua corte, ma ad essere sinceri tutti i
leader hanno piazzato i propri fedelissimi grazie alla legge elettorale.
Con la
riduzione dei parlamentari sono rimasti fuori due amici della mia zona: Enrico Montani (Lega) e Mirella Cristina (Forza
Italia): a loro un “grazie” sincero per l’impegno che hanno dimostrato, mentre
sono stati confermati - come previsto - i due candidati del centrodestra
all’uninominale Gaetano
Nastri (FdI, al Senato) e Alberto Gusmeroli (Lega, alla Camera). Con
loro tornano tanti amici ed ex colleghi di AN tra i quali voglio ricordarne due
particolarmente cari come
Maurizio Gasparri e Roberto
Menia.
QUEL FILO
SOTTILE
Ci sono
molti modi di commentare le elezioni e raramente un leader ammette di aver
perso mentre quando vince esulta a volte in modo esagerato. Giorgia Meloni è stata
molto sobria, ma nel suo primo ringraziamento pubblico dopo aver vinto le
elezioni, prima ancora di ricordare collaboratori e famigliar,i ha pronunciato
alcune frasi che sono scivolate via senza destare molta attenzione nella
maggior parte dei commentatori, ma che hanno sicuramente toccato il cuore di
chi si sente legato ad una destra antica, negletta e dimenticata.
L’ accenno
“A questa notte, che per tanti di noi è una notte di orgoglio, di riscatto, di
lacrime, di abbracci e di sogni”, ricordando “quelle persone che non ci sono
più ad avrebbero meritato di vederla”.
A chi si
riferiva Giorgia Meloni? Nella notte della sua consacrazione a leader, non
credo proprio che facesse un riferimento al fascismo o a una ideologia, ma
piuttosto a quella comunità umana nella quale è nata, che in qualche modo è
sopravvissuta negli anni, strettamente legata a quella fiamma tricolore che del
resto è restata nel simbolo di Fratelli d’Italia e che aveva causato tante
polemiche ed ironie nell’ultima campagna elettorale, quasi che qualcuno la
vedesse come oscura minaccia per la prima volta, quando invece è stata su tutte
schede elettorali italiane fin dal 1947.
Il simbolo
di quella comunità che fu prima del Movimento Sociale e poi di Alleanza
Nazionale, una comunità alla quale la Meloni non ha potuto appartenere per
ragioni anagrafiche, ma alla quale ha mostrato di sentirsi legata in una sorte
di continuità spirituale con un filo sottile che non è ideologico, ma
identitario.
La Meloni
non ha fatto in tempo a vivere la discriminazione, la violenza, gli anni di
piombo e dell’immediato dopoguerra con le difficoltà incontrate dalle due
generazioni che l’hanno preceduta dopo che il fascismo era già morto e sepolto,
ma – soprattutto nei suoi anni passati alla guida dei giovani della destra
italiana - ha per lo meno potuto raccogliere le testimonianze di chi aveva
tenuto stretto quel filo di continuità ideale e politica.
Anni in cui
la discriminazione era evidente, ma non solo nella politica quanto soprattutto
nelle scuole, sul lavoro, sulla stampa, nei diritti negati a chi era
considerato emarginato e quindi “out”, silenziato. Episodi per fortuna
inimmaginabili nella realtà di oggi a sottolineare quanto il nostro Paese si
sia evoluto almeno nella tolleranza e rispetto reciproco.
Non è certo
la prima volta che la destra vince: Alleanza Nazionale già dal 1994 era andata
al governo quando con Fini era stata “sdoganata” e grazie anche a Tatarella
aveva sottolineato la sua presenza ad ogni livello, ma quella destra era in
qualche modo sempre rimasta sopportata ed “ospite” nel salotto buono della
politica, dove da sempre impera quella “intellighenzia” sinistrorsa che vive
tra giornalisti di regime, capitalisti dandy, gay alla page, radical chic e
antifascisti di mestiere.
Non si deve
santificare nessuno, Meloni compresa, credo però che con la sua vittoria abbia
finalmente legittimato anche una comunità che oggi spesso è divisa e dissolta
eppure ha dei caratteri incancellabili di intendere la politica e la vita,
opponendosi da sempre a una retorica di sistema sui soliti temi, giocati con
preconcetto, retorica e formalismo. Forse gli italiani hanno superato ogni
post-fascismo non riabilitandolo ma sostituendolo piuttosto con il
concetto del “no” convinto ad ogni autoritarismo e dittatura che può oggi
concretizzarsi a ogni latitudine.
La Meloni
sarà probabilmente anche la prima donna a capo di un governo italiano, con le
femministe che “rosicano” perché capiscono che non è una di loro, eppure –anche
qui - l’essere una donna e una mamma “normale” è stato uno degli aspetti
vincenti che le hanno permesso di raccogliere simpatie, a dimostrazione che non
è questione di “genere” o di “quote rosa”, ma di valore, capacità e credibilità
delle singole persone.
VOTO DI
SCAMBIO
Se chiedo
un voto offrendo in cambio 10 euro è “voto di scambio”, penalmente
perseguibile. Se il M5S e Conte prendono i voti al sud al grido “Votateci, vi
daremo ancora il reddito di cittadinanza, guai a chi lo tocca!” invece, che
cos’è?
Buona
settimana a tutti, grazie per domenica scorsa!
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 879 del
23 settembre 2022
di MARCO ZACCHERA
Per scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
ATTENZIONE: IL PUNTO ha ripreso
le sue normali uscite settimanali (di norma il venerdì), ma molti lettori mi
segnalano che le mie news ora finiscono in SPAM, non si capisce perché.
Controllate anche voi, se a prima vista un numero non vi arrivasse…
AUGURI, ITALIA !
Domenica si
vota, giunti al termine di una campagna elettorale senza grande mordente. Come
ho già scritto ritengo i miei elettori assolutamente in grado di scegliere da
soli e senza il mio consiglio.
Personalmente
mi auguro che vincerà il centro-destra, conscio che da lunedì un potenziale
nuovo governo verrà comunque attaccato da tutte le parti nel tentativo di
bloccarne l’azione.
Spero
quindi in una vittoria netta, perché di fatto il grande capitale, le banche,
l’Europa, la speculazione internazionale “tifano” a sinistra ma - se ci pensate
– visto che nessuno muove la coda per niente gli italiani hanno invece il
sacrosanto diritto di alzare un po' la testa, anche nei rapporti europei.
Negli
ultimi anni il debito pubblico è molto peggiorato e qui sta il punto debole:
qualsiasi governo può essere obbligato da Bruxelles ad allinearsi, la nostra
sovranità è già di fatto limitata.
E’ un bene
o un male? Ci sono vantaggi e svantaggi, solo chiedo che ci venga detta la
verità, senza essere condita da altri interessi. Non mi faccio molte illusioni,
ma non è vietato sperare in un cambiamento, sapendo che il nostro Paese ha un
assoluto bisogno di una guida ferma ma anche rinnovata, possibilmente con
un salto di generazione.
E’ ora di
rinnovamento, non solo di compromessi e sono significative alcune scelte, come
quella di Letta che proprio a fine campagna elettorale è andato invece a
cercarsi il plauso della SPD tedesca, partito leader di quella Germania che ci
dice no perfino ad imporre un tetto europeo al prezzo del gas e quindi ci
danneggia apertamente.
Se gli
italiani ragionassero dovrebbero almeno chiedersi che senso abbia avuto quella
visita e votare quindi di conseguenza comprendendo che chi fa gli interessi dei
tedeschi calpesta i nostri..
Se vincerà,
il centro-destra sarà all’altezza di governare? Mi auguro di sì, ma – dico a me
stesso - almeno lasciamolo provare!
LA QUESTIONE UNGHERIA
Un po'
monocorde, la gran parte dei media italiani plaude a Bruxelles che, in nome
della “democrazia”, ha sanzionato il governo di Budapest e vuole tagliare i
fondi europei all’Ungheria considerandola “una minaccia sistemica" ai
valori fondanti dell'UE, una "autocrazia elettorale". Così - con 433
voti (sinistra e PPE) contro 123 (conservatori, liberali e per l’Italia FdI e
Lega) – per la prima volta il parlamento europeo si è preso il diritto di
giudicare governanti comunque liberamente eletti in un paese membro.
E’ un
principio pericoloso, perché se a giudicare il tasso di democrazia altrui non è
una corte di giustizia ma sono i rappresentanti politici di partiti avversari,
il confine tra libertà e sopruso diventa molto sottile.
Si sostiene
poi che in Ungheria ci sia troppa corruzione e sarà pure vero, ma allora cosa
succede a Malta dove chi scriveva di queste cose è stata perfino uccisa, che
succede nei paesi finanziariamente opachi come Olanda, Lussemburgo, Cipro?
Cosa
succederà se in altri stati – magari da domenica in Italia, così come la
settimana scorsa è successo in Svezia – a vincere fossero partiti euroscettici?
Da una parte lo stritolamento economico della BCE, dall’altra la possibilità di
ricatto politico: dove sta scivolando l’Europa, se il dissenso politico di chi
non è di sinistra è sempre meno tollerato?
FEDEZ, IL PEGGIO
A 18 anni
Fedez definiva i carabinieri 'infami figli di cani' ma l’Illustre Procura di
Milano ha chiesto l’archiviazione nel procedimento contro di lui per vilipendio
delle Forze armate dello Stato “perché è passato troppo tempo dai fatti”.
Ci
inchiniamo alla Giustizia, di cui da sempre la Procura di Milano è un alto
esempio di virtù, ma certamente Fedez e la moglie Chiara Ferragni da sempre
sono l’emblema di un certo modo di intendere la sinistra che mi è difficile
sopportare. Eppure per i media questi sarebbero gli “influencer” delle nuove
generazioni, quelli che sembrano i guru vincenti di parte dei giovani italiani.
Ma sono
ancora libero di dire che queste due super ricchi balordi per me sono non solo
una coppia insopportabile, ma anche dei manipolanti (e manipolati) autentici
cretini?
PUTIN
Pericolosa
l'escalation minacciata da Putin e sdegnate le reazioni in occidente. Putin è
indubbiamente l'aggressore in Ucraina e quindi il responsabile della guerra, ma
se dall'occidente si moltiplicano gli invii di aiuti militari quale può essere
la sua reazione se non armarsi ancora di più?
Credo che
insieme agli aiuti all'Ucraina l'Europa e gli USA debbano anche offrire anche
una via di uscita politica e diplomatica alla Russia. Per esempio, i prossimi
referendum in Dombass andrebbero controllati a livello internazionale e
giudicati obiettivamente circa la volontà delle popolazioni locali, non
respinti in anticipo. Se una popolazione si sentisse russa e non ucraina è
giusta obbligarla a stare con Kiev?
RAZZISMO?
Non so se
abbiate notato come quasi tutte le pubblicità siano diventate multietniche.
I messaggi
devono essere infatti “politicamente corretti” e quindi in ogni spot vedete
gente di colore anche se forse improbabili acquirenti. Si giunge anche a
situazioni un pò paradossali come - ad esempio - la pubblicità della nuova Alfa
Romeo che viene guidata per le vie di Milano da una splendida modella mulatta.
Ma l' "Alfa" non dovrebbe essere nel mondo uno degli emblemi
dall'italianità? Eppure, come per quasi tutte le automobili, sembra che un
bianco o una bella ragazza bianca alla guida sia diventato un show
politicamente scorretto...
UN SALUTO A
TUTTI, ANDATE A VOTARE E BUON (POST) 25 SETTEMBRE !
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 878 del
16 settembre 2022
di MARCO
ZACCHERA
Per
scrivermi, commentare, e - ringraziando - per comunicarmi indirizzi di nuovi
lettori: marco.zacchera@libero.it
Per leggere
i numeri arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
ATTENZIONE:
IL PUNTO ha ripreso le sue normali uscite settimanali (di norma il venerdì), ma
molti lettori mi segnalano che le mie news ora finiscono in SPAM, non si
capisce perché. Controllate anche voi, se a prima vista un numero non vi
arrivasse…
Sommario:
INTERFERENZE USA-RUSSIA - PRESIDENZIALISMO ED EUROPA – SPUDORATI -
PRESENTAZIONE NEROZZI
INTERFERENZE
Da 10 anni
i democratici USA accusano Mosca di “interferenze” nella politica
internazionale, di condizionare elezioni negli USA e nel mondo e di “comprare”
politici e media per diffondere poi “fake news” in favore di Putin.
Questa
storia delle presunte interferenze russe è iniziata in concomitanza a quando
sono emerse le inconfutabili porcherie combinate in Ucraina dal figlio di Joe Biden ai tempi in
cui quest’ultimo ero vice di Obama, sono servite per accusare Trump e – senza
mai con un riscontro concreto o una sentenza – vengono sempre tirare fuori,
come gli analgesici, “a necessità”.
“Vocine”
che cercano sempre di depistare e dare un po' di fiato alla cerchia dei
“partiti-parenti” del PD americano sparsi nel mondo, soprattutto quando sono in
evidente difficoltà.
Infatti -
guarda il caso - pur essendo legati a presunte news del 2016 saltano fuori solo
adesso, a una settimana dal voto italiano, ma restano sempre impalpabili,
corrosive, mai chiare.
Che dietro
le quinte l’attuale amministrazione USA non sia molto contenta di un potenziale
nuovo governo di centro-destra in Italia, nonostante abbracci e sorrisi
ufficiali, non è un mistero: meglio avere alleati “alla PD” sempre silenti e
consenzienti rispetto a gente che magari si dimostrasse più indipendente nei
propri giudizi.
Tra l’altro
proprio questa settimana gli USA hanno potenzialmente perso i loro rapporti
privilegiati con la Svezia che, dopo quasi un secolo, pure lei ha virato
politicamente a destra e non si sa mai che l’Europa cominciasse a cambiare
direzione...
Concludendo:
se i fatti di corruzione ci sono, l’amministrazione USA li tiri fuori subito
con date, circostanze, nomi e dimostrando gli importi pagati senza giocare a
nascondino come è abituata a fare, cercando di dar corpo alle nebbie per
potenzialmente inquinare il voto.
Anche perché
colgo una forte contraddizione: Putin è accusato di “interferire” all’estero,
ma queste presunte “mezze notizie” americane che escono a puntate, che cosa
sono se non esattamente la stessa cosa, aggravate dal fatto che le interferenze
russe restano “presunte”, mentre questi atteggiamenti USA sono invece sotto gli
occhi di tutti.
PER IL
PRESIDENZIALISMO E UNA NUOVA ITALIA IN EUROPA
In una
campagna elettorale abbastanza piatta e dove i protagonisti sembrano scambiarsi
solo battute su temi un po' scontati, emergono però due elementi di netta
diversità tra il centro-destra e la sinistra: il presidenzialismo e
l’opportunità di un diverso rapporto con l’Unione Europea.
La sinistra
è per mantenere lo status quo: qualsiasi riforma costituzionale è vista come
l’antidemocratica anticamera di un ritorno a un regime, il PNRR è dichiarato
immodificabile e per il PD se l’Italia cambiasse maggioranza di governo
rischierebbe di essere messa al bando in Europa.
Premesso
che ogni cambiamento istituzionale ha un proprio iter con i tempi necessari,
credo che questi due temi siano invece (o possano essere) i due veri “cavalli
di battaglia” per un’alternanza di governo e – a parte gli aspetti dell’attuale
crisi energetica ed economica – mettono in luce la necessità per l’Italia di un
vero cambiamento.
Da sempre
ritengo che un Presidente eletto direttamente dal popolo abbia più
autorevolezza, credibilità ed in definitiva permetta una maggiore democrazia in
un paese senza il filtro dei partiti, mentre i rapporti con l’UE devono avere
un deciso cambio di marcia.
Certamente
Draghi è ben visto a Bruxelles e chiunque si insediasse a palazzo Chigi sarebbe
- per il “gotha” finanziario europeo - un profondo rischio di disturbo, ma sono
convinto che se oggi fossero vivi De Gasperi, Adenauer, Spaak, Monnet e gli
altri padri fondatori del dopoguerra europeo inorridirebbero vedendo cosa è
diventato il baraccone della burocrazia europea e le manovre economiche che ci
girano intorno.
Il ruolo
dell’Italia non deve essere più quello della ruota di scorta che – indebitata
fino al collo – va in buona sostanza solo a pietìre aiuti e scostamenti di
bilancio autorizzati, ma vorrei diventasse il caposaldo dei paesi mediterranei.
Quelli, per
intenderci, che a Bruxelles contano poco rispetto all’asse franco-tedesco e
conterebbero ben di più soprattutto se fossero capaci di “allearsi” con i paesi
dell’Est Europeo, quei paesi che erano stati accolti (troppo) alla svelta nella
UE soprattutto perché considerati sbocchi di mercato per Berlino e che oggi
sono visti con sospetto solo perché chiedono altre politiche, compresi diversi
atteggiamenti con Mosca.
L’Italia
deve essere un paese serio, ma non succube e deve imparare anche a fare
maggiormente i propri interessi sui temi che per noi sono importanti. Parlo
delle culture agricole mediterranee come di una gestione comune
dell’immigrazione, ma anche della gestione dell’energia e della politica
estera.
Non bisogna
solo essere credibili dal punto di vista finanziario, ma anche nei
comportamenti, compreso il rigore da auto-imporci gestendo le risorse comuni.
Solo il
futuro dirà se – in caso di vittoria - la destra sarà capace di farlo, per ora
mi pare evidente che la sinistra non abbia inciso a Bruxelles più di tanto e
soprattutto difeso gli interessi italiani nonostante le tante dichiarazioni
demagogiche: dal piano-sbarchi al prezzo del gas basta guardare i fatti.
Il primo
cambiamento e segno di discontinuità da pretendere, se il centro-destra
vincesse, sarebbe comunque il chiedere le dimissioni al nostro “commissario”
Gentiloni: non può continuare a galleggiare come un turacciolo con qualsiasi
maggioranza: abbiamo bisogno di qualcuno che difenda i nostri interessi, non di
un passacarte, anche perchè non si capisce come mai – ormai da decenni – a
rappresentare l’Italia debba esserci sempre un esponente PD.
L’aspetto
“politico” della UE diventa ancora più importante visto le posizioni che
l’Europa sta prendendo contro gli stati – come l’ Ungheria – che vengono
definiti “antidemocratici” perché non in linea con i desideri di Bruxelles. Un
tema che va approfondito molto seriamente, visto i suoi sviluppi clamorosi che
potrebbero portare perfino alla auto-secessione degli stati “disallineati” e a
una crisi generale dell'Unione.
SPUDORATI
Non mi ha
colpito il fatto in sé – ovvero proporre di togliere il “tetto” di 240.000 euro
l’anno come massimo stipendio dei burocrati italiani – ma l’insensibilità sul
momento che attraversiamo. Alla vigilia di uno degli inverni più difficili di
sempre, con milioni di italiani e di aziende in crisi e mentre l’Italia non
riesce neppure a far approvare in Europa un “tetto” al prezzo del gas, “loro”
pensano che non bastino 20.000 euro/mese? Inquietante, ma anche spudorati.
PRESENTAZIONE
Sabato 17
settembre alle 18 presso il salone della Società Operaia di Verbania Intra in
Via De Bonis a cura dell’associazione “Cultura e Tradizione” verrà presentato
il volume “Nascosti tra le foglie” di Franco Nerozzi, presente l’autore.
Nerozzi è un reporter indipendente che negli ultimi decenni ha seguito decine
di conflitti e crisi nel mondo ed illustrerà le sue esperienze, alcune delle
quali raccolte nel volume.
UN SALUTO A
TUTTI E BUON 25 SETTEMBRE !
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 877 del
9 settembre 2022
di MARCO ZACCHERA
Per scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
Sommario: Bisogna avere il coraggio
di cominciare a discutere sulle sanzioni – voto all’estero – disinformazioni -
libertà dimenticate.
SANZIONI: IL CORAGGIO DI DISCUTERNE
Tema
esplosivo e dividente anche in campagna elettorale, ma credo che si dovrà
chiedere al nuovo governo di verificare se conviene mantenere “queste” sanzioni
contro la Russia o invece cominciare a discuterne in sede UE per verificare se
non ci possano anche essere altre strade per portare la Russia a trattare,
viste le ripercussioni negative che le sanzioni a Putin stanno creando, di
riflesso, anche per l’Italia e Europa.
Capisco
come Giorgia Meloni
debba essere estremamente prudente in argomento per rassicurare l’Europa e gli
alleati internazionali su una necessaria continuità ove diventasse premier
visti i continui attacchi del PD alla sua persona, sono contro gli
"strappi" , ma credo che l'Europa debba cominciare a riflettere in
argomento e per questo condivido la posizione di Matteo Salvini che con
determinazione sta da qualche giorno sollevando il problema.
Cerchiamo
di essere chiari: nessuno mette in dubbio le responsabilità russe per
l’aggressione in Ucraina, non sono certo “filo-russo” nè mi paga il Cremlino,
ma constato che dopo sei mesi di guerra la situazione è ormai sostanzialmente
in stallo.
Il fronte è
fermo, Kiev resiste solo grazie agli enormi aiuti militari europei e
soprattutto americani, nessuno pensa più seriamente a un negoziato di pace e
l’Europa anziché costruire tentativi di mediazione insiste – soprattutto
con i toni esagerati del suo “ministro degli esteri” Borrell – a sfidare
quotidianamente Mosca
I russi
saranno i “cattivi”, siamo d’accordo, ma perché allora – per cominciare -
l’Europa mostra il muso feroce solo contro Mosca e non anche contro le tante
(troppe) nazioni del mondo che usano gli stessi criteri di oppressione nei
rapporti interni ed internazionali?
Se i
principi non sono negoziabili, allora il metro di giudizio europeo da seguire
dovrebbe essere uguale per tutti, ma invece non è assolutamente così, mentre
circolano notizie e omissioni che non sono certo “fake news” moscovite.
Ci
raccontano per esempio che siamo “quasi” capaci di affrancarci dal gas di
Mosca, ma se Putin è davvero più debole per le sanzioni non ci converrebbe
allora trattare almeno un armistizio in Ucraina in attesa dell’auspicata nostra
autonomia energetica, piuttosto che adottare il muro contro muro? “Dopo” saremo
più forti, oggi siamo estremamente deboli.
Proprio
perché Mosca non sta comunque vincendo la guerra forse oggi è più disponibile
(vedi la trattativa sul grano) a fare concessioni, a discutere, a trovare una
mediazione che permetta all’Europa di rimanere fieramente al gelo durante
l’inverno, ma almeno non
comprometta la propria industria e le tante attività produttive che corrono
dritte al fallimento non solo energetico spiazzandoci dal mercato mondiale, cosa
che invece non avviene – e la cosa andrebbe ben più sottolineata dai nostri
media – per Cina, USA e tanti altri paesi a cui la guerra ucraina non crea
gravi danni economici.
E’ ovvio
che bisogna mantenere le sanzioni per quanto riguarda gli armamenti e le loro
parti di ricambio, ma siamo sicuri che in altri campi non stiano danneggiandoci
più dei russi? Sarebbe
diverso se Putin fosse “circondato” e senza possibilità di acquistare altrove
beni essenziali, ma le sanzioni NON le applicano la Cina, l’India, tutto il Sud
est asiatico, gli Emirati arabi, l’intera Africa, tutto il Sud America, il
Messico, l’Iran ecc.. Alla fine sono in pratica solo i paesi
“occidentali” che le impongono (peraltro con molti trucchi), ma a rimetterci è
sostanzialmente soprattutto l’Europa.
Dicono che
se noi stiamo male in Russia stanno peggio, vorrei poter controllare e invece
non si può, ma intanto sicuramente interi settori industriali e commerciali nel
nostro paese hanno perso un’ottima clientela (vendere mobili o moda italiana in
Russia rafforza Putin?!), come certamente non erano oligarchi i turisti che
arrivavano a Rimini in volo charter.
La Turchia
delle vacanze ringrazia, forse è più realista di noi, sicuramente è più furba.
Soprattutto
ci stanno venendo a mancare non solo il gas, ma tanti altri prodotti russi – a
cominciare dai minerali – di cui l’Europa ha bisogno e che è costretta ad
acquistare su altri mercati a prezzi folli, con paesi che dalle sanzioni
guadagnano a nostro danno.
Prova ne è
che - nel disinteresse generale - l’Euro ha perso contro tutte le valute
mondiali (ovvero siamo più deboli e più poveri), il nostro debito pubblico
aumenta, i prezzi al dettaglio sono esplosi, la BCE è costretta ad alzare i
tassi di interesse con aumenti dei mutui per famiglie ed imprese, il gas è
oggetto di una speculazione inaudita (ma per mesi tollerata da Bruxelles):
davvero tutto è sempre colpa di Putin o l’Ucraina è diventata anche occasione
di un grande business internazionale?
I sondaggi
dicono che la maggioranza degli italiani è critica sulla utilità delle
sanzioni, ma non si ha il coraggio di ammetterlo pubblicamente e aprire
un dibattito serio sul loro futuro perchè (soprattutto se esponenti politici)
si è subito dipinti come filo-russi.
Tra l’altro
sul tema il PD è diventato il partito più oltranzista e militarista di tutti, a
conferma di essere evidentemente il partito di riferimento e garante della
speculazione internazionale e dei relativi “poteri forti”, altro che sinistra
del tempo che fu... Piuttosto,
ma quante balle ci raccontano tutti i giorni?
Guardate il
problema del grano che ha tenuto banco per settimane, con la Russia dipinta
come “affamatrice” dei paesi poveri dell’Africa e del mondo. Raggiunto un
accordo - grazie a Erdogan - da un giorno all’altro la questione è sparita dai
media che però ben poco avevano sottolineato come l’Ucraina rappresenti solo
poco più del 10% dei paesi produttori. La guerra è stata una bella scusa per
nascondere le speculazioni sui prezzi del grano da parte delle altre nazioni
produttrici, soprattutto nord-americane, alla faccia dei paesi poveri.
Chiunque
richiami l’umanità alle proprie responsabilità è tacciato di essere
“filo-russo” compreso Papa
Francesco che invece quotidianamente insiste sulla necessità
del dialogo e di un reciproco e vero disarmo, ma va contro proprio al business
della guerra e quindi viene tacitato, minimizzato od addirittura
strumentalizzato come è avvenuto nei giorni scorsi.
Tutti
abbiamo un disperato bisogno di pace: milioni di profughi innocenti, decine di
migliaia di famiglie che hanno perso i loro cari, popoli stremati a cui il
futuro del Dombass interessa poco o nulla.
L’opinione
pubblica si sta purtroppo assuefacendo alla guerra e se ne disinteressa, anche
perché i commenti dei vari TG, del “Corriere”, “La Stampa”, “Repubblica” ecc.
sono quasi tutti monocordi, scontati, così come le chiacchiere sulle presunte
“influenze” russe sul voto che a me sembrano ben poco credibili.
Proprio il
non voler affrontare il tema “sanzioni” sottolinea invece come l’Europa non ha
capacità di sostenere un proprio dibattito interno, non sa e non vuole fare
politica continentale, non è capace di autocritica né tantomeno ha una
strategia. A chi conviene continuare così, agli europei o ai nostri “concorrenti”
nel mondo?
Temi che il
nuovo governo italiano – se sarà di centro-destra – mi auguro sappia affrontare
con realismo, cominciando a far maturare in Europa una profonda
riflessione sul futuro del nostro continente.
DISINFORMAZIONE
Non c’è
come conoscere personalmente abbastanza bene un argomento per vedere come venga
manipolato da buona parte dell’informazione nostrana. Due esempi, per
“addetti ai lavori”.
In Cile è stato eletto
l’anno scorso un presidente di estrema sinistra, Gabriel Boric (anche
perché al ballottaggio il suo avversario era esageratamente di estrema destra e
in pochi sono andati a votare) che – come promesso - ha fatto predisporre un
nuovo testo costituzionale progressista, ecologista, difensore dei gender e dei
“nativi”, abortista... Commenti al miele nelle settimane scorse da tutta la
sinistra varia italiana, grandi speranze e radiosi destini sull’immancabile
vittoria del “nuovo corso” cileno.
Domenica
scorsa il Cile con quasi due terzi dei voti ha clamorosamente BOCCIATO il testo
della nuova costituzione preferendo lasciare in vita quella votata nel 1980 ai
tempi di Pinochet! Tra l’altro hanno votato 12 milioni di cileni,
un terzo in più rispetto alle “presidenziali”. Ci credereste? In Italia
tutti zitti, praticamente nessun commento... Santiago non pervenut!.
Secondo
esempio il solito Donald
Trump cui hanno sequestrato “documenti segretissimi” da lui
nascosti nella sua villa in Florida. L’imbecille, l'impresentabile, il violento
e sostanzialmente “fascista” ex presidente avrebbe insomma asportato dalla Casa
Bianca segreti nucleari, dossier ecc.ecc. Chi ama seguire le vicende con
un po' di serietà avrebbe poi scoperto che molto di ciò che è stato detto e
scritto NON è vero, che l’ FBI ha in buona sostanza fatto una perquisizione
“politica” e che il giudice competente NON ha ancora neppure dichiarato legale
la stessa perquisizione. Ma perché secondo la stampa italiana (che copia solo
quella della sinistra americana) chi è contrario a Trump e ai democratici deve
avere sempre e preconcettamente torto?
Comunque,
tra due mesi si voterà negli USA per rinnovare metà parlamento: vedremo il
successo di Biden,
e questa volta non sarà colpa di Trump, che peraltro ritengo sia ora che lasci
la scena a qualche esponente repubblicano più giovane e presentabile, come il
governatore della Florida Ron De Santis
LIBERTA’ IN ARABIA
Ci sono
tanti paesi nel mondo con i quali manteniamo stretti rapporti che se ne fregano
dei diritti umani come di quelli delle donne. A parte le dimenticate e abbandonate
donne afghane tornate al medioevo, la 34enne saudita Salma al-Shehab - che
frequenta un dottorato di ricerca all'università britannica di Leeds ed è madre
di due bambini - tornata per una vacanza nel suo paese è stata arrestata e
condannata a 34 anni di reclusione per aver aperto in Inghilterra un profilo
Twitter ed aver seguito e diffuso notizie di dissidenti al regime saudita,
governo recentemente visitato ed omaggiato da Biden. Un’altra donna saudita è
stata invece condannata addirittura a 45 anni di carcere per lo stesso reato,
lo fa sapere l'ong per i diritti umani Democracy for the Arab World Now (Dawn),
gruppo con sede a Washington fondato dal giornalista Khashoggi (quello fatto
ammazzare dal principe ereditario saudita) che ha pubblicato le copie delle
condanne. Non risultano proteste femministe, mentre all’ Arabia Saudita si
continuano a fornire armi italiane usate in Yemen anche contro i civili, ma
neppure di questi nostri “affari” sporchi si ha il coraggio di parlarne.
ELEZIONI ITALIANE ALL’ESTERO
A
differenza degli elettori che votano in Italia, gli italiani residenti
all’estero votano per corrispondenza E POSSONO ESPRIMERE IL VOTO DI PREFERENZA
per il candidato preferito.
In tutte le
circoscrizioni il centro-destra si presenta con un unico simbolo
“Salvini-Berlusconi-Meloni”.
Segnalo
alcuni candidati miei amici personali che conosco da tanti anni e che mi auguro
riceveranno i voti di preferenza dei lettori de “IL Punto”. Al Senato per il
NORD-CENTRO AMERICA è candidato VINCENZO
ARCOBELLI, mentre alla Camera la deputata uscente FUCSIA FITZGERALD NISSOLI.
In Australia-Asia-Africa alla Camera si presenta JOE COSSARI, di
Melbourne, e al Senato ENRICO
NAN. Ricordo che il voto va espresso al più presto e i plichi
subito inviati per posta al consolato di residenza. Attenti agli imbrogli!
UN SALUTO A
TUTTI E BUON 25 SETTEMBRE !
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO
n. 876 del 31 agosto 2022
di MARCO
ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati de IL PUNTO e altre news: www.marcozacchera.it
ATTENZIONE:
Dal
prossimo numero - previsto in uscita per venerdì 9 settembre - IL PUNTO,
dopo il periodo estivo, tornerà con la consueta cadenza settimanale. Grazie
dell’amicizia e della pazienza! - Marco
ELEZIONI: ISTRUZIONI PER L’USO
Credo che i
miei lettori siano tutti sufficientemente liberi, intelligenti e vaccinati per
votare il 25 settembre come meglio crederanno, senza che sia io (od altri) a
doverglielo suggerire.
Quello che
può essere utile è semmai spiegare non solo questa forma di “democrazia
limitata” che ci viene imposta (dopo il “tatarellum, il “porcellum”, il
mattarellum” è arrivato il “rosatellum” ) e più sotto spiego il perché del mio
disappunto per le scelte sul sistema di voto.
Io sono di
Destra, personalmente voterò quindi centro-destra e – limitandomi alla mia
zona, perché è ovvio che i lettori di altre parti d’Italia o residenti
all’estero troveranno altri nomi – devo dire che a, dispetto del sistema
elettorale, nel Piemonte Orientale siamo comunque “caduti in piedi” perché i
candidati di centro-destra sono validi.
Alla Camera il candidato
unico del centro-destra nel collegio di Novara e Verbania-VCO è ALBERTO GUSMEROLI, della
Lega, già sindaco di Arona, collega commercialista e deputato uscente che ha
lavorato bene, con impegno e buona volontà, soprattutto nel settore economico e
fiscale. Lo conosco personalmente da sempre, si è dato da fare per il
territorio e lo considero una brava persona. Per votarlo si deve scegliere uno
dei partiti che lo sostengono e così si darà una mano sia a lui che alla lista
del partito prescelto. Da questa scelta ne deriveranno automaticamente altre.
Per esempio votando il simbolo della Lega (a seguito delle varie opzioni che
spiego nell’articolo seguente) in concreto si darà spazio ad ENRICO MONTANI,
parlamentare uscente, mio ex assessore in giunta a Verbania e volto noto nella
zona, votando Forza Italia si aiuterà l’avv. MIRELLA CRISTINA di Verbania, anche lei
deputata uscente.
Votando
Fratelli d’Italia si aiuterà il partito di Giorgia Meloni, ma non ci sono
candidati locali.
Al Senato il candidato
del Collegio (province di VCO-NO-BI-VC) è invece GAETANO NASTRI di
Fratelli d’Italia. Gaetano lo conosco bene, è stato anche per diversi anni
deputato con me alla Camera, è un apprezzato politico novarese e anche lui si è
dato molto da fare. A seconda del partito scelto a suo sostegno, si daranno
spazio ai vari candidati, ma nella nostra zona mi risulta solo una candidata
locale, la geom. GIOVANNA
PELLANDA, ossolana, per Fratelli d’Italia.
Dal canto
suo il PD ha invece “blindato” l’on.le Enrico
Borghi spostandolo dalla Camera al Senato dove non avrà
problemi di elezione essendo capolista, ma – faccio notare – Borghi si è ben
guardato dal candidarsi nel collegio del suo (nostro) territorio, credo a
scanso di una sconfitta e brutte figure.
Se ho
dimenticato qualcuno mi scuso in anticipo, ma ne riparleremo comunque nelle
prossime settimane, intanto cerchiamo di capire meglio i notevoli limiti del
“rosatellum”…
LA DEMOCRAZIA LIMITATA
Il
cosiddetto “rosatellum” (da Rosati, deputato renziano, propugnatore della
legge) è una norma lunga, contorta e complicata: 26 pagine, 13.013 parole, 35
articoli e un mare di note allegate per arrivare alla conclusione che le
possibilità di scelta dei cittadini sono minime, limitandosi solo a scegliere
un simbolo elettorale e stop.
Pochi lo
sanno, ma essendo tutti i nomi dei candidati già prestabiliti dai partiti è già
possibile sapere in anticipo il nome e cognome di oltre il 90% degli eletti a
Camera e Senato.
Quel 10% in
bilico è solo legato al gioco dei resti che possono più o meno variare tra
questo o quel partito e una o l’altra circoscrizione, ma – pur considerando
logiche discordanze del voto “vero” rispetto ai sondaggi – tutti i posti (anche
quelli di riserva) sono già comunque più o meno “blindati” e quelli in bilico
assegnati a pluri-candidati proprio perché non ci siano margini di errore.
Non solo,
un po' tutti hanno candidato le stesse persone in più collegi circoscrizionali
(fino a 5) garantendosi quindi anche per gli eventuali subentri in caso di
doppia elezione, con il ripescaggio preannunciato del successivo candidato in
lista, spesso “blindato” fino alla terza o quarta posizione ad evitare
sorprese.
Tutti i
leader saranno eletti in diverse regioni (Conte, per esempio, è capolista in 4)
e così potranno a loro volta decidere (ma dopo il voto) per quale collegio
optare recuperando non solo il secondo ma spesso addirittura il terzo
candidato. Questo perché una donna (questo avviene di solito, per la Meloni varrà
il contrario) sarà posizionata seconda ma, opportunamente indicata anche lei in
altre circoscrizioni e potendo eventualmente essere eletta in una soltanto, si
auto-eliminerà da tutte le altre dove dovesse mai subentrare al proprio leader,
superando così anche la questione del genere.
Trucchetti
del sistema, come l’annunciata sfida Calenda-Bonino a Roma che finirà
probabilmente 0 a 0, ma con entrambi i contendenti che saranno comunque eletti
da un’altra parte nel proporzionale, provare per credere.
C’è di più.
Le circoscrizioni elettorali prevedono (salvo che per le micro-regioni come
Molise e Valle d’Aosta che di candidati ne hanno uno solo e quindi c’è già poco
da scegliere) dai 4 agli 8 seggi da assegnare e quindi - soprattutto in quelle
piccole - si sa già, nella pratica, quali partiti conquisteranno i seggi. Solo
i partiti molto piccoli, quelli che sfioreranno appena il 3% su base nazionale
e quindi eleggeranno soltanto un pugno di candidati e tutti con i “resti”
possono dubitare oggi dove “usciranno” i loro eletti, ma - per non sbagliare -
i leader si sono appunto candidati in più regioni e la matematica spiega che
quei pochi seggi saranno più facili da conquistare nelle circoscrizioni più
grandi dove, a parità percentuale di voti, il “resto” diventa automaticamente
più elevato e quindi più sicuro. Difficile da spiegare per iscritto tutto il
meccanismo di calcolo, ma fidatevi che è proprio così.
E’ evidente
che c’era quindi già in partenza la volontà del legislatore di permettere un
controllo totale degli apparati e dei leader su chi sarà eletto, ma “fatta la
legge trovato l’inganno” i partiti ne hanno approfittato ancora di più.
Si poteva
impedire tutto questo (bastava permettere di candidarsi in un solo collegio o
circoscrizione), ma evidentemente ciò non si voleva avvenisse.
Per questo
un eventuale candidato di valore sarà eletto non in base alle proprie capacità
ed esperienza o per i suoi titoli, ma solo e soltanto grazie alla sua posizione
di lista (salvo che nella circoscrizione estero, dove invece contano le
preferenze personali) e questo spiega anche la drammatica caduta della qualità
degli eletti e la loro totale dipendenza dai vertici. In pratica ci siamo
ridotti ad una specie di una “democrazia limitata”, ma questo non lo ammette
nessuno…
IMPOTENZA E SILENZI
Tutti
sappiamo che il prezzo del gas NON dipende dalla quantità disponibile ma dalla
speculazione al rialzo sui prezzi, tollerata (comincio a pensare “favorita”)
dalle autorità europee, mentre le tassazioni sugli “extraprofitti” non vengono
di fatto applicate. Tutti sappiamo che NON è vero che il prezzo dipende solo
dai minori rifornimenti russi che ne sono la “scusa”, così come tutti sappiamo
che il prezzo del greggio sul mercato mondiale è ormai più basso di quanto
fosse all’inizio della guerra in ucraina.
Eppure nel
frattempo l’Euro si è deprezzato sul dollaro complice la crisi economica ed
energetica di cui si dà colpa a Putin, ma non si vuole neppure accennare al
fatto che le “sanzioni” alla Russia si stanno dimostrando un boomerang visto
che NON vengono applicate da Cina, India, Africa, Emirati Arabi, Sud est
asiatico, America Latina, Turchia ecc.
Tutti
prendiamo atto che l’Europa NON vuole mettere un freno né ai prezzi né alle
speculazioni perchè evidentemente a Bruxelles va bene così.
Siamo però
più o meno tutti anche vittime di una grande ipocrisia “pseudoecologista”:
tutti chiediamo prezzi più bassi per il gas (importato), ma non si vogliono
usare le riserve di gas italiano, non si vogliono trivellare pozzi in Adriatico
o in Lucania, non si vogliono i degassificatori (Piombino ecc.).
Immagino
che appena si comincerà seriamente a parlare di nucleare verrà giù il mondo.
Ma,
insomma, non si può avere il barile pieno e la moglie ubriaca, ma quando si
deciderà finalmente qualcosa e soprattutto si comincerà a pensare sulla
effettiva utilità e convenienza delle “sanzioni” a Putin?
Questo
delle sanzioni è un tema delicato, ma come cittadino protesto che nessuno
sembri porsi il problema, che si costruisca un “tabù” su questo clamoroso
autogol europeo (almeno sui prodotti petroliferi) giustificando tutti i nostri
disastri dando colpa solo alla Russia: ne parleremo a lungo sul prossimo
numero.
GORBACIOV
Credo che
il mondo debba ricordare con gratitudine
Mikhail Gorbaciov, uomo di realismo e di pace, che ebbe il
coraggio di permettere la caduta dei muri e la libertà per l'Est Europeo. Ce lo
siamo dimenticati, ma con lui, Reagan e Giovanni Paolo II l'umanità parve
uscire dal lungo dopoguerra portando la Russia alla soglia della
democrazia. Se oggi c'è una guerra in Ucraina non è solo colpa di Putin,
ma anche di un Occidente che non volle capire che "quella" Russia andava
aiutata ad entrare a pieno titolo nelle nazioni democratiche per diventare una
importante alleata europea senza essere umiliata. Gorbaciov ha avuto più
coraggio di noi, di una Europa che ha perso una grande occasione di
rilancio continentale a tutto vantaggio di USA e Cina, come forse studieranno e
comprenderanno gli studenti dei prossimi decenni.
Intanto
l'oscar delle stupidaggini se lo merita in Italia il leader comunista italiano Marco Rizzo, quello
della crapa pelata, che ha dichiarato «Era dal 26 dicembre 1991 che avevo
aspettato di stappare la migliore bottiglia che avevo…» per festeggiare la
morte del "traditore". Immaginatevi se Gorbaciov non avesse avuto
allora il coraggio di cacciare dal Cremlino quei decrepiti personaggi
veterocomunisti alla Rizzo e permettere la liquidazione dell'URSS, oppure usare
solo una piccola parte della potenza nucleare sovietica..
UN SALUTO
A TUTTI E BUON 25 SETTEMBRE
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 875 del
19 agosto 2022
di MARCO ZACCHERA
Per scrivermi o contattarmi usate sempre la mail: marco.zacchera@libero.it mentre per leggere i numeri arretrati
de IL PUNTO e altre news le trovate sul mio sito : www.marcozacchera.it
ATTENZIONE:
Da due settimane uso un nuovo sistema per spedire IL PUNTO.
Diversi
lettori che nei mesi scorsi risultavano cancellati e se ne lamentavano con me,
dovrebbero ora nuovamente ricevere le news. Se ciò avviene, grazie per un cenno
di avvenuto ripristino.
Con
l’occasione ricordo che sono molto graditi nuovi indirizzi cui spedire IL
PUNTO (e grazie quindi a chi ha la cortesia di inviarmeli) mentre se ci
si vuole cancellare basta cliccare sul punto indicato in calce alla mail.
Fino a settembre IL PUNTO non uscirà regolarmente ogni settimana, ma sarà
condizionato dall’ attualità.
Ricordo che
comunque IL PUNTO della settimana è visibile sul mio sito www.marcozacchera.it . Grazie dell’amicizia e(soprattutto)
della pazienza!
TABACCI & PAGLIACCI
La
presentazione delle liste è occasione per fare un bilancio di attori e
pagliacci della politica. Per esempio per l’uso furbesco dei regolamenti
elettorali, il passaggio irriverente da gruppo a gruppo, il voler stare sempre
a galla creando legittimamente il dubbio che il bene pubblico non interessi
molto rispetto agli interessi personali.
Vale per i
candidati “paracadutati” nelle più disparate parti d’Italia in vista di un
seggio “sicuro”. Poi ci sono i casi da manuale, per me insopportabili.
Cosa
pensare vedendo il lungo “curriculum” di BRUNO
TABACCI, uno che come un’anguilla si aggira da 50 anni nella
politica italiana?
Tabacci
“nasce” come DC, consigliere comunale nel mantovano fino ad approdare nel 1985
alla regione Lombardia di cui nel 1987 ne diviene presidente.
Nel 1992
approda in parlamento, ma con la crisi DC aderisce al PPI. Sfiorato da
Tangentopoli nel 1994 esce per un po' dalle luci della politica amministrando
intanto cosucce come ENI, SNAM, Autostrade ed Efibanca.
Nel gennaio
1998 torna in politica come vicesegretario dell'UDR di Cossiga, ma uscendone in ottobre per
aderire al CCD di Casini.
Nel 2001
viene rieletto deputato con la “Casa delle Libertà” (AN-FI-UDC) aderendo al
gruppo UDC, ripresentandosi nel 2006. Il 30 gennaio 2008 lascia l' UDC e fonda
il movimento politico “Rosa per l'Italia”, noto come “Rosa Bianca” ma
partecipa comunque alle politiche del 2008 con la lista “ Unione di
centro - UDC”
Rieletto,
il 9 novembre lascia l'UDC e la Rosa per l'Italia per fondare il suo nuovo
partito “Alleanza per l'Italia”. Intanto il 10 giugno
del 2011 è contemporaneamente nominato assessore al bilancio al comune di
Milano nella giunta di sinistra del sindaco Giuliano Pisapia (Rifondazione
Comunista).
Nel
settembre 2012 (era stato eletto deputato di centro-destra!) si candida alle primarie del centrosinistra per la premiership
del PD contro il segretario Pier Luigi Bersani, l’allora il Sindaco
di Firenze Matteo Renzi, Nichi Vendola (SEL) e una consigliera
regionale del Veneto.
Tabacci
ottiene ben l’1,4% dei voti piazzandosi all'ultimo posto tra i 5 candidati. Il
28 dicembre 2012 annuncia la nascita di un nuovo partito:
“Centro Democratico”, che aderisce alla
coalizione di centrosinistra con la quale (all’uninominale e quindi con i voti
di tutta la coalizione di sinistra) nel 2013 Tabacci viene rieletto alla
Camera. Nel 2014 fonda “Per l'Italia - Centro Democratico”.
Il 17
aprile 2014 viene ufficialmente candidato, alle elezioni europee come capolista
del nuovo gruppo “Scelta Europea”, ma non viene eletto
raccogliendo solo lo 0.77%.
Verso fine
legislatura, di fronte al rischio per Emma Bonino di non partecipare con la sua
nuova lista “+Europa” alla coalizione di centro-sinistra
dovendo raccogliere le firme e vedendo a rischio il suo seggio, il 4 gennaio
2018 Tabacci “offre” agli ex radicali il simbolo del suo “Centro Democratico” e
così grazie alla coalizione di centro-sinistra viene rieletto a Milano. Il 23
giugno 2019 è presidente di “+Europa”, ma il 27 settembre dello stesso
anno lascia il movimento tornando al “Centro democratico”..
Il 25
novembre 2020 cambia quindi la denominazione del “suo” gruppo parlamentare (nel
senso che il gruppo è praticamente formato solo da lui stesso) e dopo
l'ingresso di alcuni fuoriusciti del M5S, parte con il “Centro
Democratico-Italiani in Europa”, poi ancora trasformato in
“Europeisti-MAIE-Centro Democratico”. Finita l'esperienza del governo
Conte, con la nomina di Mario Draghi alla presidenza del Consiglio,
Tabacci viene addirittura nominato Sottosegretario di Stato alla Presidenza del
Consiglio con delega al coordinamento della politica economica, carica che
mantiene tuttora.
Il 19 marzo
2021 ottiene anche la delega alla gestione delle politiche per lo spazio a cui
deve rinunciare il 5 agosto a seguito di uno scandalo che vede coinvolto il
figlio Simone “sistemato” in Leonardo-aerospazio spa.
Due mesi fa
ecco il bis del 2018 con il "dono" a Luigi Di Maio il simbolo del Centro
Democratico, fondamentale per formare al Senato il Gruppo Parlamentare composto
da 11 senatori "dimaiani" scissi dal M5S (e quindi non dovendo
raccogliere firme per presentare le liste) riunitisi nella formazione “Insieme
per il Futuro". Ora l’adesione al “cartello” di Enrico Letta per correre
insieme al Partito Democratico il prossimo 25 settembre. Il resto alla prossima
puntata, per la felicità questa volta di chi vota PD.
LOTTI & CASINI
Polemiche
per l’esclusione di LUCA LOTTI dalle liste PD con il deputato che accusa
(insulta) Letta di averlo “fatto fuori” per la sua vicinanza con Renzi. Nessuno
che abbia piuttosto sollevato un altro aspetto, secondo me ben più grave: ma è
moralmente ricandidabile un parlamentare quando viene pescato ed intercettato a
comprare e vendere candidature di Magistrati, come è avvenuto proprio per
Lotti? Uno che è stato indagato e rinviato a giudizio per favoreggiamento e
rivelazione di segreto istruttorio in un'inchiesta su appalti Consip oltre che
essere accusato di finanziamento illecito continuato e rinviato a giudizio solo
quattro mesi fa? Il problema non è politico, ma prima di tutto di decenza,
eppure non se lo pone nessuno.
Altra
nemesi storica la candidatura di PIER FERDINANDO CASINI a Bologna sempre per il
PD e l’estrema sinistra. Secondo Letta, Casini “Rappresenta una
"voce" a difesa della Carta Costituzionale che il centrodestra
potrebbe volere cambiare” Ma come, anche Casini era per il presidenzialismo –
quando gli conveniva – ovvero quando era un leader della “Casa delle Libertà”…
Che incongruenza!
BENEDETTI (DE)
“Mai finora avevamo vissuto il rischio di
uscire dalla nostra collocazione internazionale, di rompere le nostre alleanze
storiche. Corriamo il pericolo più grave nella storia della Repubblica. La
vittoria della destra alle prossime elezioni sarebbe una catastrofe. La nostra
destra è biecamente fascista e nazionalista. Salvini è un personaggio da bar.
La Meloni ha detto in sostanza: abbasso Bruxelles, viva le nazioni. Il suo
modello è Orbán. Con lei alla guida, l'Italia diventerebbe come l'Ungheria. So
per certo, dalle mie fonti nel Dipartimento di Stato, che l'amministrazione
americana considera orripilante la prospettiva che questa destra vada al
governo in Italia». (Carlo de Bendetti- Corriere della Sera)
Mi sa che
certa gente abbia una fifa blu di finire con il sedere per terra, anche perché
poi magari non ci saranno per sempre i soliti Magistrati a correre in soccorso.
Leggetevi su Wikipedia il curriculum del Maestro (nel senso massone del
termine) e - se comunque votate a sinistra – riflettete un secondo su questi
ingombranti compagni di viaggio…
PIROMANI
Per una
volta, finalmente, l’hanno beccato: un drone silenzioso ha permesso di
individuare dal cielo, in Calabria, un tizio che in sandali e maglietta
accendeva accuratamente alcuni falò ai margini di una pineta che di lì a poco
prenderà fuoco.
Immagini
inequivocabili, uomo denunciato, ma subito a piede libero.
Innanzitutto
non si capisce perché di questo delinquente non debba esserne date
pubblicamente le generalità: la “privacy” non regge quando serve a tutelare uno
dei tanti (troppi) responsabili del disastro dei nostri boschi: deve valere per
tutti i reati quando gli autori sono colti in flagrante: la vergogna sociale è
una doverosa ed equa pena accessoria alla spesso aleatoria condanna penale.
Sui piromani,
poi, il nostro codice è assurdamente tollerante e lo spiattellare in pubblico
nomi e cognomi sarebbe un deterrente ben maggiore dalla (lieve) pena che viene
di solito comminata per i pochissimi colti sul fatto. E i danni ambientali? I
piromani dovrebbero sempre rispondere non solo penalmente, ma anche
patrimonialmente dei danni da loro volutamente provocati: anche questo sarebbe
un deterrente se effettivamente venisse applicato. L’omertà non paga,
l’ambiente distrutto sì, mandando in fumo un patrimonio di tutti.
SUSSIDIARIO E FORMICHE
Vengono spesso pubblicati
dei miei articoli sui quotidiani on line IL SUSSIDIARIO e FORMICHE. Se siete
interessati, cercatemi come “ilsussidiario+zacchera”
e
“formiche+zacchera”: dove potrete leggere i miei articoli più
recenti oltre quelli precedenti.
UN SALUTO
A TUTTI E BUON 25 SETTEMBRE !
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 874 del
8 agosto 2022
di MARCO ZACCHERA
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settembre IL PUNTO non uscirà regolarmente ogni settimana, ma sarà condizionato
dall’ attualità, d’altronde anche la politica quest’anno non va in
vacanza.
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Grazie
dell’amicizia e(soprattutto) della pazienza!
A.A.A. ALLEANZE CERCASI ? CITOFONARE ENRICO
Certamente
l’attuale sistema elettorale impone di costruire alleanze per vincere nei
collegi uninominali, ma servirebbe sempre anche un minimo di coerenza politica
tra alleati, altrimenti - prima ancora di cominciare - sarebbe garantita
l’ingovernabilità del Paese. L’aver messo insieme dall’estrema sinistra a
Calenda poteva essere considerata una genialata politica di Enrico Letta, ma
credo che alla fine sarebbe stato comunque un boomerang per il PD.
Calenda si
è dimostrato coerente a rinunciare all’accordo (per lui molto conveniente in
termini di seggi) e a questo punto è più logico arrivi a un’intesa con
Renzi.
Vedremo
alla fine, ho dubbi comunque sulla tenuta della “base” democratica: come
possono gli elettori PD trangugiare tutti e tutto, usati e mai ascoltati?
Il
risultato finale dipenderà molto dal centro-destra, vedremo se sarà in grado di
dimostrarsi unito e coerente, senza correre a rubarsi voti a vicenda ma
piuttosto puntando a raccogliere consensi soprattutto tra quell’elettorato che
spera nella governabilità ed ha dei punti fermi, valoriali e di coerenza. Voti
che potrebbero essere intercettati anche da un accordo Calenda – Renzi che non
prenderà seggi uninominali, ma sul proporzionale diventare una alternativa ai
due poli.
COERENTI...O MENO
Nell’abbuffata
delle alleanze chi è il recordman del trasformismo politico? Di questi tempi
sono in tanti a concorrere, ma oltre che a Bruno Tabacci (ineguagliato top
record, ne parliamo la prossima volta) un posto d’onore spetta a Benedetto della Vedova.
Della
Vedova parte nel 1994 quando è segretario nazionale del Club Marco Pallella – Riformatori,
diventando dirigente dal 1997 al ’99 della Lista Pannella.
Intanto, il
26 ottobre 1997, viene eletto nel “Parlamento del Nord” (elezioni indette dalla
Lega Nord: erano
i tempi nudi e puri di Umberto
Bossi) per la lista “Lista
Pannella antiproibizionista e referendaria”. Un parlamento
velleitario, a metà tra il serio e soprattutto il faceto: meglio farsi eleggere
quindi (1999) al Parlamento Europeo con la Lista Emma Bonino e restarci fino al
2004. Rimasto senza seggio, nel 2005 Berlusconi lo nomina al CNEL. A seguito di
scelte giudicate troppo “a sinistra” dei Radicali,
Della Vedova resta nel “Partito
Radicale Transnazionale”, ma con Tadarash e Calderisi fonda il
movimento dei “Riformatori
Liberali” che aderiscono alla “Casa delle Libertà”.
All’elezione
successiva (2006) viene quindi eletto deputato con Forza Italia.
Successivamente
aderisce al “Popolo delle
Libertà”, unificazione politica tra Forza Italia ed Alleanza Nazionale.
Nasce in quegli anni una sua spiccata simpatia con Gianfranco Fini e nel 2009,
quando i due big del centro-desta cominciano a litigare, Della Vedova lascia il
PDL e aderisce a “Generazione
Italia”. Quando Fini abbandona Il Cavaliere e cerca di
abbatterne il governo, Della Vedova lo segue diventando capogruppo alla Camera
di “Futuro e Libertà”
.
Nel 2013 si
candida quindi al Senato nella nuova formazione in coalizione “Con Monti per l’Italia”.
Dimostra di aver fiuto politico (e un pizzico di fortuna) perché alla Camera
Futuro e Libertà si ferma ad un passo dal quorum e resta senza seggi, mentre ci
riesce al Senato e Della Vedova entra quindi a Palazzo Madama.
Quando,
l’anno dopo, F&L si scioglie ufficialmente, il buon Benedetto
trasloca nella neonata “Scelta
Civica” di cui diventa portavoce politico.
A seguito
di una scissione nel gruppo (che in parte aderisce al PD) Della Vedova passa
poi al Gruppo Misto.
Intanto, il
28 febbraio 2014, era stato nominato Sottosegretario agli Esteri con il governo
di Matteo Renzi.
Noto
difensore dei diritti omosessuali e LGBT l’11 febbraio 2017 lancia il nuovo
movimento “Forza Europa”
che il 23 novembre 2017 si trasforma in “+Europa”,
attuale sua casa politica fino all’annuncio di questi giorni dell’alleanza
organica con il Partito
Democratico, che pare resisterà con o senza Calenda.
Se ho
dimenticato qualche pezzo (o ulteriore trasferimento) il lettore mi scuserà…
UN GRAZIE A SILERI
“Tornerò a
fare il chirurgo, che è la mia passione e il mio lavoro”. Pare non si
ricandiderà il sottosegretario alla salute dr. Pierpaolo Sileri, già
vice-ministro M5S ai tempi del Covid poi “degradato” a sottosegretario con
Draghi.
In un mondo
politico pieno di persone senza spessore e alla caccia di posti, durante
l’epidemia Sileri ha dimostrato di essere una persona seria, documentata,
precisa, mai sopra le righe, uno che è stato intervistato mille volte, ma che
non ha partecipato allo show mediatico di chi la urlava più grossa.
Evidentemente
era un bravo medico prestato alla politica e che ora - forse un po’ disgustato
- ringrazia, prende il cappello, saluta e se ne va.
All’opposto
di Della Vedova o Tabacci per me Sileri è stato un esempio di serietà e anche
lo stile della sua uscita di scena me ne conferma il valore. Anche per questa
sua sobrietà l’ho apprezzato e - da cittadino – veramente lo ringrazio.
RIFLESSIONE : PROFITTI ED EQUITA’
Se tutto va
bene l’Italia dovrebbe complessivamente ottenere circa 200 MILIARDI di Euro
dall’Europa per la crisi post Covid (in gran parte da restituire) e se la cifra
ci sembra enorme pensate che nel solo secondo trimestre di quest’anno
Exxos, Chevron e Shell grazie alla speculazione sui prezzi petroliferi
hanno realizzati profitti record per 46 MILIARDI: vuol dire che in un solo anno
i loro utili saranno superiori a tutto il nuovo debito italiano.
Nel suo
“piccolo” la sola ENI in 6 mesi ha prodotto un utile netto di 7,4 MILIARDI
ovvero pari a quasi la metà del “Decreto Aiuti bis” del morente governo Draghi
che punta ad aiutare famiglie ed imprese da inflazione e carovita.
Una
inflazione generata in gran parte proprio dall’aumento del costo di gas e
carburanti che hanno permesso gli extra-profitti delle aziende energetiche.
Ma ai
lettori non sembrerebbe più corretto calmierare i prezzi petroliferi o almeno
tassare in modo straordinario questi profitti che nascono solo e soltanto dalla
speculazione, potendo aumentare liberamente e senza effettivo controllo le
bollette per milioni di cittadini?
Ma il
governo Draghi (come l’UE) su questo non ha mai preso una chiara posizione.
Che senso ha offrire piccoli bonus di qualche decina di euro ai cittadini
meno abbienti - a spese dello stato - se alcune aziende da sole possono
continuare ad accumulare profitti così giganteschi, quasi al di là quasi della
comprensione “fisica” dei numeri?
Eppure a
livello europeo da mesi su questo non si combina nulla (e proprio il “nostro”
Gentiloni è il Commissario europeo all’economia!!), nessuno infatti sembra
avere la forza e il coraggio di bloccare o almeno controllare i prezzi
petroliferi dando libero spazio alle speculazioni.
La BCE deve
intervenire aumentando i tassi di interesse per cercare di frenare
l’inflazione, ma anche rallentando così l’economia perché i prestiti diventano
più cari per le aziende produttive. Inoltre lo stato (e soprattutto l’Italia)
va a rimetterci somme folli per i maggior interessi da pagare sul debito
pubblico, legandosi sempre di più al capestro del controllo del “cravattaro”
europeo.
Assistiamo
ancora una volta ad una nuova sudditanza totale di Bruxelles verso le
multinazionali come era già avvenuto per gli acquisti dei vaccini COVID, ma
senza (quasi) suscitare scandalo.
Se non
bastasse questa assoluta follia, pensate che grazie all’aumento di gas e
petrolio (che peraltro sul mercato internazionale ora è ritornato quasi alle
basi di partenza, ma la benzina costa più cara lo stesso) chi fa grandi affari
è proprio la Russia e così Putin può finanziarsi la guerra in Ucraina
addirittura a “nostre” spese: follia su follia, eppure non ne parla nessuno.
E’ una
situazione incredibile, ingiusta, inumana (come inascoltato continua a ripetere
papa Francesco, che è ricordato solo quando fa comodo dal mondo “progressista”),
che dovrebbe generare reazioni politiche scandalizzate e soprattutto portare a
decidere qualcosa: nulla.
Mentre si
sprecano convegni, commenti e tanta demagogia sull’importanza del “green”
(altra speculazione) si parla così poco di queste autentiche follie finanziarie
tanto che viene da pensare come sia la stessa informazione ad essere manipolata
e controllata dalle stesse “grandi sorelle” che controllano il mercato
dell’energia ai danni di tutti gli abitanti del pianeta. Già, ma chi se non
costoro governano effettivamente il pianeta?
Chissà se
il prossimo governo avrà finalmente un minimo di coraggio in questo senso e se
- per cominciare - questo aspetto sarà ricordato nei famosi “programmi” delle
coalizioni, siano di destra, di centro o di sinistra.
CI
RISENTIAMO DOPO FERRAGOSTO,
UN SALUTO
A TUTTI, BUONE VACANZE E BUON 25 SETTEMBRE !
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO
n. 873 del 29 luglio 2022
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
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il mese di agosto l’invio de IL PUNTO non sarà rigorosamente di venerdì, ma
condizionato dall’ attualità, d’altronde anche la politica quest’anno non
va in vacanza.
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dell’amicizia e della pazienza!
CENTRODESTRA: REGOLE PER VINCERE (O ALMENO NON PERDERE)
Giornate
convulse per alleanze elettorali, simboli, collegi da assegnare e per tutti i
partiti – comunque la si giri – la situazione è difficile, anche perché la
riduzione a 600 parlamentari lascerà al palo buona parte dei papabili, degli
speranti e degli uscenti.
Fioriscono
i sondaggi: sulla carta ci sarebbero addirittura fino a 17 punti di distacco
tra la coalizione del centro destra (Forza Italia – Lega – Fratelli d’Italia e
cespugli) ed il PD che - pur “arruolando” altre formazioni politicamente vicine
- sarebbe quasi ovunque sconfitto nei collegi uninominali (148 alla Camera e 74
al Senato) che in teoria dovrebbero ancora fare la differenza sul risultato
finale nel complicato sistema del “Rosatellum”.
Ma
mancano ancora 60 giorni alle elezioni, un conto sono i sondaggi e un altro i
voti effettivi anche perché oltre un terzo degli intervistati (ammesso che
dicano la verità nelle risposte) poi non vanno effettivamente a votare.
Segna
comunque un punto a suo favore l’alleanza di centro-destra che si è messa
subito d’accordo sull’indicazione del potenziale premier e sulla divisione dei
collegi per ora sospendendo il fattore AUTOLESIONISMO di cui a destra
sono/siamo specializzati. Mi sembra quasi un miracolo, ma bene così.
Va detto
che ogni divergenza viene ingigantita dai media che devono trovare pur il modo
di seminare zizzania, peraltro seminandola su terreno fertile.
Il caso
della leadership era un esempio: sono anni che passa il concetto che il premier
viene espresso dal partito più forte, cambiare le regole solo temendo FDI è una
sciocchezza, anche perché Giorgia
Meloni è l’unica “novità” sul mercato elettorale e - piaccia o
meno - raccoglierà consensi soprattutto da quella fetta di elettori da
sempre ondivaga che rappresenta il partito della protesta (o della speranza).
“Proviamo anche lei come ultima spiaggia, tutti gli altri ci hanno deluso” è il
coro che credo tutti sentiamo in giro in questi giorni. Sciupare l’appeal della
giovane leader di FDI può non piacere agli altri partner della coalizione, ma è
il “valore aggiunto” che può far vincere la coalizione: vedreste qualcosa di
nuovo nel volto di Taiani ?
Suona
intanto a piene note la musica dei sinistro-benpensanti dal mal di pancia
facile: da De Benedetti ai giornaloni di sinistra, dai (ben pagati)
intellettuali DOC di aria PD ai commentatori di professione, dall’Annunziata su
Rai 3 alla Gruber su La7. E’ una incessante una litania di “ombre nere”,
“neofascismo”, “populismo”, “sovranismo”, “deriva autoritaria”, “trame oscure”,
“democrazia a rischio”, ora anche “manovre russe”. Il New York Times ed
il Guardian (che in Italia starebbero politicamente a metà tra Repubblica e il
Manifesto) vengono invocati per la “preoccupazione americana” se mai vincesse
la destra. Non credo sia questo il rischio, piuttosto una preconcetta ritrosia
europea a riconoscere l’eventuale risultato elettorale e quindi un sostanziale
preconcetto politico contro l’Italia che andrà affrontato con fermezza.
Intanto
ampio spazio sui media ai ministri di FI che lasciano il partito, non tanto per
nobili ideali quanto soprattutto perché a settembre perderebbero il posto.
Posso capire Brunetta
che ha dei meriti e valori personali, ma mi spiegate per quale grazia divina la
Carfagna e
la Gelmini
abbiano ancora qualcosa da lamentarsi? Osannate a vita, sempre “nominate” (e
mai elette) con posti e incarichi sicuri, riverite ed invidiate: dov’è il loro
percorso di “gavetta” tale da far loro meritare qualcosa di più di tutto quello
che hanno avuto? Ma ovviamente sono ora strumentali ai media avversari e
quindi diventano le voci “democratiche” e in chiave anti-cdx.
PROGRAMMI
Ma adesso
proviamo a rovesciare il gioco: per vincere, infatti, non servono solo i voti –
soprattutto quelli dati per disperazione o rassegnazione – ma i programmi, ed è
qui che un minimo di serietà nel cdx è necessario.
E’
infatti già cominciato lo show delle proposte mirabolanti a colpi di mille euro
di pensione al mese: signori, basta show, non è il caso!
Un centro
destra credibile deve smetterla con gli slogan e deve scegliere persone serie
con alcuni punti precisi e concreti (soprattutto realizzabili) proponendoli
come coalizione (vedi flat tax) e non per singola visibilità di partito. Non
deve vendere illusioni irrealizzabili, soprattutto tenendo conto di una
situazione economica che dall’autunno sarà tremenda e di cui si darà la colpa
al governo uscito dalle urne.
TV,
giornali, Unione Europea, BCE: se il cdx vince sarà un mitragliamento contro
l’Italia perché il REGIME DI BRUXELLES (è ora che cominciamo a chiamarlo così)
non può ammettere che qualcun altro si dissoci (dopo Ungheria, Polonia ecc.) da
una linea “politicamente corretta” su temi importanti o si romperebbe questo
tacito patto del sempre più evidente gruppo di potere che è al vero comando
della UE. Un accordo non è solo economico ma anche di una lettura “laica”
delle cose distruggendo e violando principi che - prima che naturali o
religiosi – sono, almeno a mio avviso, soprattutto di buon senso.
Chi ha
seguito “Report” sullo scandalo delle vicende europee del gas (domenica sera su
Rai 3), ne sarà uscito inorridito, eppure temo sia la realtà con Germania,
Bruxelles ed UE alle prese (e nelle mani) della speculazione, dell’alta
finanza, delle truffe, dei prezzi drogati del gas e delle materie prime. Sono
argomenti che tutti i cittadini cominciano ad intuire, ma che non possono
percepire chiaramente soprattutto perché di queste cose si parla troppo poco e
da Bruxelles si preferisce non parlarne.
Per
questo, se vincerà il centro-destra, l’Italia dovrà in qualche modo
distinguersi sia su alcune scelte etiche fondamentali che su linee politiche).
Utile
sarà per esempio cominciare a chiedere l’allontanamento di Gentiloni che - come un
turacciolo - è sempre lì a galleggiare ed a rappresentarci “tutti” a dispetto
di ogni maggioranza di governo. Come sempre (e da decenni) c’è infatti solo un
esponente del PD a parlare a nome dell’Italia, un’altra anomalia non più
sopportabile.
In fondo
– pensateci – lo stesso avviene però quasi ovunque e su tutti i temi, dalla
cultura all’economia alla giustizia. I PD è infatti essenzialmente “il partito
del potere” ed è questa la sua grande forza che schiererà anche questa volta,
sperando di vincere o almeno di non perdere sapendo che anche quando perde
(ovvero quasi sempre) riesce comunque poi a restare al governo – e soprattutto
nel sottogoverno - soprattutto per incapacità altrui nel scegliere donne e
uomini di qualità.
Quanti
collegi a destra sono stati assegnati nei decenni alle “amiche” del Capo o agli
amici di merenda? Mamma mia… Ecco, che miracolo sarebbe se questa volta le
scelte nel cdx seguissero oggettivi criteri di qualità, anche se non mi faccio
troppe illusioni.
Insomma:
invece della solita la minestra riscaldata del dibattito tra “sovranisti”
contro “moderati” cominciamo a parlare di onesti o disonesti, di capaci ed
incapaci che non hanno mai un singolo colore politico, ma sono sempre
trasversali.
Per
esempio a destra si cominci ad annunciare di voler contrastare l’apparato burocratico
europeo che sta diventando peggio di quelli nazionali, insistendo per tagliarne
i costi. Ecco un primo spunto per un programma coraggioso, vedremo se il
centro-destra avrà il coraggio di sostenerlo.
ANARCHICI
Verbania
(allora Pallanza) sul Lago Maggiore è stata la patria della famiglia Cadorna, dal
“generalissimo” Luigi (quello della prima guerra mondiale) al figlio Raffaele
leader del CNL ma - prima ancora – di Carlo, presidente della Camera dei
Deputati, ministro sabaudo e poi del neonato Regno d’Italia. Nottetempo un
imbecille (poi già identificato) ha lordato di slogan e sigle anarchiche il
monumento a Cadorna sul lungolago, ma – nella sua abissale ignoranza – ha
perfino sbagliato monumento e così, anziché prendersela con il mausoleo del
generale, se l’è presa con quello dello zio Carlo (già morto a fine ‘800) che
certo non è mai stato un militarista.
Non ci
sono più in giro gli anarchici di una volta!
UN SALUTO
A TUTTI, BUONE VACANZE E BUON 25 SETTEMBRE !
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO
n. 872 del 22 luglio 2022
di MARCO
ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e
numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Ultimo
numero de IL PUNTO ad uscire con la cadenza settimanale del venerdì prima del
consueto “rallentamento” estivo, ma - vista la situazione politica - forse
interesserà ai lettori una maggiore continuità. Vedremo, intanto auguri di
buone vacanze a chi avrà il piacere di trascorrerle e un consiglio a chi non le
fa: non prendetevela troppo, anche le vacanze sono spesso uno stress !
……..
Ogni
settimana diversi lettori si lamentano di non ricevere più “Il Punto”.
Poiché ho
tutta l’intenzione di continuare a scriverlo, prego chi venga a trovarsi in
questa situazione di avvisarmi via mail tenuto conto che non si riesce a capire
il perché di questa auto-cancellazione che purtroppo continua da mesi. Ricordo
che comunque – giù nella giornata di venerdì - IL PUNTO della settimana è visibile
sul mio sito www.marcozacchera.it Grazie!
DRAGHI: I CONTI CHE NON TORNANO
Nessuno mi
toglie dalla testa che Draghi avesse già deciso di programmare la sua
progressiva uscita dal governo il
giorno dopo la sua
(mancata) elezione a Presidente della
Repubblica e che abbia continuato con il motore sostanzialmente “in folle” fino
alla scorsa settimana, quando le dimissioni le ha date sul serio approfittando
dell’ennesima crisi in casa 5 Stelle.
Dopo le
tante speranze in avvio il suo governo si stava progressivamente esaurendo,
così come la pazienza del leader davanti a dispetti quotidiani tra partner
tutti tesi alla rispettiva visibilità e così, quando Mattarella lo ha rinviato
alle Camere, lui - grazie anche ai media che ne hanno rafforzato
l’immagine del “buon papà-leader contro i cattivi partiti” - ha giocato con
abilità, ma anche da furbetto, per scaricare le colpe sugli altri e in primis
quel centro-destra oggi dipinto come un’associazione di traditori.
Ricordato
che Draghi ha fatto il premier gratis rinunciando al proprio appannaggio (anche
questo va ricordato visto che succede raramente) ho ascoltato e riascoltato il
suo discorso al Senato, soprattutto quando chiede ai partiti della sua ex
maggioranza “Ma voi ve la sentite di rinnovarvi?” ma poi non fa votare un
documento FI-Lega che dice esattamente questo, facendo mettere ai voti un odg a
firma soltanto di un eletto nel PD come Casini, finito nella parrocchia ex
comunista dopo innumerevoli contorsioni politiche. Cosa non è questo
atteggiamento se non un chiaro segno di voler rompere a destra, ma salvando la
propria immagine? Da sempre un dibattito sulla fiducia viene chiuso infatti con
un voto su un documento finale firmato da tutti i leader parlamentari di una
maggioranza, non da uno soltanto.
Quindi non
è del tutto vero che Draghi sia stato abbattuto da “fuoco amico” quando invece,
a voler vedere, il voto al Senato gli ha dato comunque una maggioranza, perché
astenersi dal votare non significa voto di astensione (che per regolamento al
Senato significa voto contrario). Sembra un gioco di parole ma il regolamento è
chiaro anche se pochi lo conoscono e così è partita la vulgata che Draghi sia
stato abbattuto da quei cattivi sovranisti di Berlusconi & Salvini, mentre
il M5S - con Conte causa prima della crisi di governo – è letteralmente sparito
di scena.
Grande
vittoria d’immagine per il premier cui non è spiaciuto andarsene ora, perché
Draghi sa benissimo che l’Italia è in un “cul de sac”, che l’autunno sarà
orribile, che i debiti contratti per il PNRR saranno in buona parte da
restituire, che non è vero che lo stesso PNRR
sia davvero partito bene
finendo invece per finanziare
spese di ordinaria manutenzione e poche grandi opere, regolarmente
bloccate dai veti M5S, vedi l'inceneritore di Roma.
Draghi furbetto?
Certamente non è da premier – dopo una truffa di almeno cinque miliardi per il
bonus 110%, la più grande truffa della storia repubblicana - sostenere che “la
colpa è dei tecnici”. Che cosa ha fatto Draghi negli ultimi 5 mesi per bloccare
questa mega-truffa che adesso lascia in mutande milioni di imprese, condomini e
cittadini italiani? Anche perché è stato proprio lo stesso Draghi a scegliersi
dirigenti e funzionari “di fiducia” per gestire il PNRR con
incarichi e nomine spesso senza concorso.
Si assuma
quindi le sue responsabilità.
Draghi è un
bravo banchiere, uomo competente e sicuramente rappresentava il meglio sul
mercato, ma si è dimostrato anche furbo, così come non c’è dubbio che,
politicamente, negli ultimi tempi abbia strategicamente privilegiato il
rapporto con Letta ed il PD, lasciando in secondo ordine gli altri alleati.
D’altronde,
per ricucire, sarebbe bastata qualche sua parola - in sede di replica al Senato
- su immigrazione, cittadinanza, flat-tax o qualche altro tema nel cuore di FI
o della Lega, invece nulla.
Bisognerebbe
riflettere anche su questo facendo il bilancio di un governo sempre alle prese
con un duro periodo di emergenza, ma che negli ultimi mesi è vissuto
soprattutto a colpi di bonus per tutto, dallo psicoterapeuta alla
benzina, senza una strategia economica od ecologica precisa.
Tante
parole di “transizione ecologica” - per esempio - ma nulla di chiaro sui
gassificatori, il nucleare, le priorità, le riforme, né tantomeno il coraggio
di chiedere sacrifici veri rimandando le castagne bollenti a future mani
altrui.
Certamente
è molto grave che l’Italia si fermi proprio adesso su temi e riforme che molto
faticosamente venivano avanti, ma – pensiamoci – quelle riforme avrebbero
davvero resistito all’impatto parlamentare?
Draghi ha
indubbiamente ben manovrato per arrivare al “dopo di me il diluvio” soprattutto
riuscendo a gettare la croce sul centro-destra che così ne esce “colpevole”
agli occhi di una parte dell’opinione pubblica, esattamente come voleva il
Partito Democratico, anche se il costante calo di appeal del premier
sottolineava che i nodi stavano venendo al pettine.
Ottima
comunque la sua strategia di immagine: “pro Draghi” si sono mossi tutti, dal
Vaticano a Confindustria, da Bruxelles
ai sindacati, dalle
associazioni delle casalinghe al sempre più claudicante Joe
Biden.
“Draghi
Santo subito”: la beatificazione è in atto, il seggio a
vita al Senato lo premierà presto e comunque Supermario è stato capace di
passare la mano al momento giusto.
Anche
questo è un merito, il tempismo in politica è sempre un grande valore,
soprattutto quando tempi straordinariamente duri si avvicinano oscuri
all’orizzonte.
LE OCCHIAIE DI GIGGINO, L’IPER-AGITAZIONE DI CONTE
Pochi hanno
notato che per misurare il peggiorare della crisi politica bastava guardare il
colore delle occhiaie di Giggino Di Maio, sempre più cupe. Nelle foto vecchie
sono distese, poi diventano sempre più nere fino ai colori funebri degli ultimi
giorni, sembrando quelle di una seppia. Fanno il paio con la crescente
agitazione di Conte, questo sconosciuto ex professore fiorentino che cinque
anni fa non era nessuno (né tantomeno era stato eletto da qualcuno) eppure è
improvvisamente diventato premier, poi ha rifatto il bis con una maggioranza
opposta sfruttano Covid e pandemia, apparendo quotidianamente in TV a
diffondere terrore, ma intanto privilegiando gli affari con gli amici di
sempre, dai parenti agli Arcuri di turno.
Quello
stesso Conte che prima diceva di essere super partes e poi si è inventato
leader di un partito, poi di metà partito, poi della metà della metà del
partito fino a perdersi per strada aprendo la crisi. Neanche il tempo di
sciogliere le Camere e lui ha già annunciato che si candiderà al Parlamento
(non avevamo dubbi!): un narciso alla disperata ricerca di visibilità.
CRISTIANI IN PRIMA LINEA
Nessuno ne
parla perché difendere i cristiani non fa notizia, ma soprattutto in Africa è
dura vivere la propria fede. Chiese bruciate, attentati, morti. Solo in Nigeria
sono almeno 18 i sacerdoti rapiti quest’anno, cinque nella sola prima settimana
di luglio. L'Associazione dei sacerdoti cattolici diocesani nigeriani ha
diffuso tramite l’ACS (Aiuto alla Chiesa che Soffre) un comunicato nel quale
afferma «E’ davvero triste che nel corso delle loro consuete attività
pastorali, i sacerdoti stiano diventando una specie in via di estinzione, nel
disinteresse del mondo». Nello Stato nigeriano di Benue, nei soli mesi di
maggio e giugno, almeno 68 cristiani sono stati uccisi e moltissimi sono stati
rapiti. Ben 1,5 milioni di persone sono state costrette a lasciare le loro case
per i persistenti attacchi dei terroristi islamici della tribù Fulani ai danni
di comunità agricole, in gran parte cristiane, residenti nella Nigeria
centrale.
Temi
sconosciuti ai più e che non sollevano campagne di stampa, anche se dovrebbero
suscitare interesse almeno per L’AZIONE CATTOLICA, associazione religiosa
importante nell’Italia del secolo scorso e che pensavo fosse di fatto scomparsa
dopo la morte dell’ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, suo
emblema permanente.
Bella
notizia apprendere che invece esiste ancora, solo che per scoprirlo ci sono
volute le dimissioni di Draghi visto che a gran voce proprio l’Azione Cattolica
ha insistito perché venissero respinte, schierata in batteria tra le tante
associazioni e sigle arruolate dal PD sui media in difesa di Supermario.
Forse
sarebbe meglio che “lasciando a Cesare quel che è di Cesare” l’Azione Cattolica
pensasse innanzitutto ai cristiani che soffrono nel mondo.
UN
SALUTO A TUTTI, BUON 25 SETTEMBRE !
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 871 del
15 luglio 2022
di MARCO
ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e
numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Ogni
settimana diversi lettori si lamentano di non ricevere più “Il Punto”.
Poiché ho tutta
l’intenzione di continuare a scriverlo, prego chi venga a trovarsi in questa
situazione di avvisarmi via mail tenuto conto che non si riesce a capire il
perché di questa auto-cancellazione che purtroppo continua da mesi. Ricordo che
comunque – giù nella giornata di venerdì - IL PUNTO della settimana è visibile
sul mio sito www.marcozacchera.it Grazie!
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E' CRISI, MA NON E' UNA COSA SERIA
Il momento è drammatico, ma la crisi generata dal
M5S era del tutto prevedibile e la responsabilità è anche di chi (Mattarella)
nel segno della continuità "obbligatoria" non ha voluto far votare a
tempo debito gli italiani permettendo governi e ribaltoni, senza alcun rispetto
per il voto elettorale.
Risultato: il partito che (2018) era maggioranza relativa, fallito
negli uomini e nei programmi, dopo aver perso una infinità di pezzi e da ultimo
la corrente Di Maio, capace di maggioranze variabili e antitetiche, dotato di
demagogia infinita e con ben poche capacità politiche (leggere articolo qui
di sotto) ha portato L' iTALIA a una crisi che rischia di sfasciare tutto.
Rischio od opportunità? Se si votasse oggi lo si farebbbe ancora con la vecchia
legge elettorale (parzialmente maggioritaria) che obbliga ad alleanze, ma con
posti bloccati a disposizione dei sudditi dei leader. Molti sono però pronti ad
approvare una nuova legge elettorale proporzionale - non si sa se con nomi
bloccati o meno - con la prospettiva di mesi con litigi fra tutti e ciascuno a
difendere la propria bandiera.
Nulla di buono all'orizzonte, ma anche nulla di serio.
Draghi - che sarebbe stato il jolly per una intera legislatura se
a capo di una maggioranza politica coerente, anche se personalmente lo vedo
troppo dipendente da UE, USA e grande capitale - rischia ora di essere
bruciato. Il rischio è che il prossimo premier lo faccia subito rimpiangere.
DISASTRO 5 STELLE, FALLIMENTO PER TUTTI
La crisi conclamata del M5S che oltre a mettere a rischio il governo Draghi in
un quinquennio è passato dall’essere il primo partito italiano ad una
percentuale al di sotto del 10% può essere commentata con sarcasmo ed ironia (e
non ne mancherebbero certo gli argomenti), ma alla fine è anche una sconfitta
per tutti.
Sembra ieri quando il Movimento prometteva di aprire il Parlamento come “una
scatola di tonno”, annunciava più avanti “la fine della povertà” e che comunque
avrebbe dimostrato un modo rivoluzionario “dal basso” come affrontare la
politica.
E’ passato meno di un quinquennio e l’aspetto più triste della mancata
rivoluzione grillina è proprio il vedere come non solo i protagonisti si sono
velocemente adeguati all’andazzo generale, ma soprattutto come un’altra volta
sia fallita la possibilità di un vero ricambio della classe politica italiana e
almeno l’avvio di riforme coerenti e strutturali.
Causa principale di questa rivoluzione mancata è stata soprattutto il mediocre
(o peggio) livello della classe dirigente del M5S che - alla prova dei fatti -
si è dimostrata qualitativamente del tutto insufficiente non arrivando neppure
al “livello minimo sindacale” per occuparsi della cosa pubblica, dimostrandosi
troppo spesso senza esperienza e capacità, ma anche senza l'umiltà di voler
imparare.
A parte la continua emorragia di eletti che si sono accasati in altri e a volte
opposti schieramenti politici senza minimamente porsi un problema di coerenza
rispetto all’elettorato, è evidente che anche la pattuglia ministeriale
grillina – pronta a continui cambi di maggioranza – è stata complessivamente
incapace di andare oltre agli slogan e ad alcuni provvedimenti-facciata come il
reddito di cittadinanza. Gli esempi poi di ministri come Toninelli o Azzolina
hanno fatto il giro del mondo sottolineando la loro inadeguatezza.
Falliti rovinosamente a livello amministrativo locale con le poche persone
serie che se ne sono andate appena possibile (una per tutte la sindaco di
Torino, Chiara Appendino, o il sindaco di Parma Federico Pizzarotti) oppure che
sono state cacciate dagli elettori al loro primo rinnovo (come a Roma Virginia
Raggi che da sindaco uscente ha raccolto solo il 19% dei voti), anche a livello
politico il movimento ha dimostrato di non avere radici.
Alla fine questa fine ingloriosa è però una sconfitta non solo del M5S ma di
tutto il sistema politico italiano, perché il voto ai pentastellati,
soprattutto al sud, era stata anche l’ennesimo tentativo di cambiamento da
parte di una quota consistente dell’elettorato, sfiancata e sfiduciata dalle
delusioni e dagli insuccessi in serie accumulati nei decenni da tutto l’arco
politico. Era stata una apertura di credito, una speranza di rinnovamento, un
ultimo appello prima di rifugiarsi – come si è visto anche recentemente – nel
limbo grigio del “non voto”
Una grande occasione persa di “democrazia diretta”, perché era stato
effettivamente rivoluzionario e innovativo proporre metodi di consultazione on
line dei simpatizzanti per prendere le decisioni importanti, così come per la
scelta dei candidati ai diversi livelli, anche se spesso con poca
partecipazione e trasparenza.
Fine precoce ed ingloriosa di un Movimento nato dal basso che aveva
potenzialità enormi, ma le ha sciupate tutte.
CHI PAGA LA GUERRA
Vorrei sommessamente
far notare che siamo ad un buon 10% minimo di inflazione, che le aziende sono
in crisi per il caro materie prime, le borse a picco mentre il Dollaro USA
si è rivalutato di oltre il 10% sull'Euro in pochi mesi, Euro che oggi vale
meno anche di un Franco Svizzero (cosa mai avvenuta).
Incombono
le sanzioni che - prima e forse più di Putin - però colpiscono
essenzialmente l'Europa visto che gran parte del mondo non le applica. Ma
allora, chi se non soprattutto l'Europa sta pagando la guerra in Ucraina?
Intanto il maxi-debito USA detenuto dai risparmiatori esteri grazie alla
rivalutazione del dollaro si è ridotto in pratica del 10% cioè NOI
paghiamo, riducendolo, anche il debito americano.
Nessuno
sembra avere il coraggio di sollevare questi aspetti che dovrebbero farci
riflettere sulla incomprensibile (?) pochezza europea e sul conformismo
dell'informazione.
NUCLEARE OK: E ADESSO L’ITALIA?
Nella sua ultima giravolta energetica, sotto la pressione politica della
Francia e a seguire della Germania e dell’Est Europa, il gas e l’energia
nucleare sono state definite come “green” dall’Unione Europea e quindi potranno
essere sviluppate anche nei prossimi anni in alternativa a petrolio e carbone.
Per chi – come me – ha sempre sostenuto l’assurdità tutta italiana di un “no”
preconcetto al nucleare (“no” cresciuto nei decenni per ignoranza,
condizionamento dei media, atavica paura di fantomatici disastri) è sicuramente
una buona notizia.
Resta però il fatto che il nostro paese - che era in testa agli studi in questo
settore ed aveva per tempo avviato un programma per produrre energia nucleare –
è ora fanalino d’Europa, tagliato fuori dal mercato e sconterà un costo
pesantissimo in termini di decenni e di costi economici immani per il ritardo
accumulato.
Raramente come in questo settore ci si è nutriti di demagogia stupida, con
l’ENEL costretta a chiudere gli impianti in Italia ma producendo energia
atomica in centrali all’estero, con energia elettrica importata a caro prezzo
da Francia, Svizzera (e ora anche dalla Slovenia) anche se di produzione
nucleare e una bella corona di centrali atomiche costruite appena al di là
delle Alpi, quasi che le eventuali nubi radioattive rispettino i confini
nazionali.
In realtà di incidenti nucleari importanti nel mondo non ce ne sono più da
decenni e le nuove tecnologie hanno aumentato ogni margine di sicurezza con
interventi automatici di spegnimento dei reattori in caso di necessità e
stoccaggi sicuri oltre – soprattutto – a costruire centrali atomiche di diversa
e ben più moderna concezione.
In Italia, invece, un po' come per gli inceneritori dei rifiuti urbani il
problema non viene mai risolto perché tra veti incrociati e paure inconsce
nessun governante accetta di prendersi le proprie responsabilità, timoroso di
perdere “appeal” presso l’opinione pubblica. Quindi niente stoccaggi sicuri,
fusti di materiale radioattivo potenzialmente pericolosi in giro, nessuna
programmazione per il futuro.
E adesso, che fare? Se qualcuno si svegliasse proponendo di costruire qualche
centrale nucleare verrebbe tuttora lapidato in pubblico eppure o vogliamo
ridurre il nostro deficit energetico o non ci sono altre vie, salvo coprire
l’Italia di pannelli solari e le nostre colline di pale eoliche. Eppure il PNRR
dovrebbe servire proprio per decisioni lungimiranti (e sicure) anche in questo
settore, soprattutto perché il futuro del nucleare non sono più i grandi
impianti impattanti sul territorio, ma centrali di ben più modeste dimensioni
capaci di produrre energia “locale” a costi competitivi.
Chissà se finalmente ci sarà una informazione chiara su vantaggi e costi di
queste decisioni o se, ancora una volta, si continuerà con la consueta
demagogia.
PS: chi
volesse aggiornarsi sul tema con dati, documentazioni e confronti si legga (o
rilegga) il volume “Il futuro dell’energia nucleare” di Celso Osimani e Ivo
Tripputi, edizioni IBLlibri – euro 20)
VACCINI
Ricrescono i casi di Covid e il sempiterno ministro Speranza ha ripreso gli
appelli per la campagna vaccinale rivolta ai “fragili” e agli Over 60.
“Vaccinatevi, anche se solo tra settembre ed ottobre ci sarà il nuovo vaccino
contro Omicron!”. Ma con questo tipo di annunci, quanti italiani andranno mai a
vaccinarsi?
Nessuno mi toglie dalla testa che bisogna soprattutto far fuori scorte di
vaccini superati pagati a caro prezzo, nel grigiore e nella corruzione che in
argomento ha sottolineato il muoversi dell'Europa.
Piuttosto, se si ritrovano insieme decine di migliaia di persone stipate per un
concerto sia pur all’aperto, non sarebbe logico imporre l’uso della mascherina
(se fosse davvero utile) almeno in occasione di questi assembramenti?
COERENZA
Un pubblico plauso va dedicato a ELIO
VITO, parlamentare di Forza Italia e già leader radicale che
dopo otto legislature si è dimesso dalla Camera perchè non più in linea con
alcune prese di posizione del proprio partito.
In un mare di voltagabbana ecco una persona seria, coerente, che non cambia
bandiera. Onore al merito e "doppio onore" perchè la maggioranza
degli altri deputati sono stati doppiamente scortesi e pusullanimi.
Quando un deputato infatti si dimette per motivi di opinione è prassi e
"bon ton" che le sue dimissioni siano respinte con il voto segreto,
salvo accettarle la seduta successiva, se riconfermate.
Questa volta una maggioranza di persone piccole piccole ha invece subito
accettato le dimissioni a maggioranza, segno di scarso livello istituzionale ed
inutile scortesia. Tranquilli: la grande maggioranza di loro finirà a casa
presto, credo con pochi pubblici rimpianti.
UN SALUTO A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 870 del
8 luglio 2022
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
N.B. IL
PUNTO è a disposizione dei lettori per essere diffuso tra amici, web e
giornali, ma con preghiera di citare la fonte e mantenere il senso di quanto
viene scritto.
Un sincero
grazie a chi mi comunicherà indirizzi di potenziali nuovi lettori interessati a
leggerci.
RIASSUNTO: Un saluto
a Caterina “nata in barca”, parentesi gioiosa tra assurdità del mondo e
disinformazione. Erdogan passa da essere “dittatore” a “amico, partner ed
alleato”: è la sagra dell’ipocrisia. A proposito di libertà dell’informazione,
ma chi controlla i controllori? Continua intanto la crisi M5S con un Conte
patetico, ma è tutto show: da sempre i grillini minacciano oggi, ma si
dimettono domani. Si segnala intanto che da Strasburgo giunge notizia che il
gas e il nucleare per l'Europa sono ufficialmente diventati “green”: ennesimo
giro di walzer, ma adesso come la mettiamo con quello che si è promesso, deciso
e dichiarato nel recente passato? Mal di pancia in arrivo per ecologisti &
C.
……..
Ogni
settimana diversi lettori si lamentano di non ricevere più “Il Punto”.
Poiché ho
tutta l’intenzione di continuare a scriverlo, prego chi venga a trovarsi in
questa situazione di avvisarmi via mail tenuto conto che non si riesce a capire
il perché di questa auto-cancellazione che purtroppo continua da mesi. Ricordo
che comunque – giù nella giornata di venerdì - IL PUNTO della settimana è
visibile sul mio sito www.marcozacchera.it Grazie!
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UN SORRISO: FIOCCO ROSA PER CATERINA “NATA IN BARCA”
Quando ero
piccolo, all’Isola Pescatori, mia nonna Olga - se lasciavo aperta una porta -
mi diceva sempre “Chiudila, non sei mica nato in barca!” Ma Caterina Sofia
Barbalace potrà lasciare le porte aperte per tutta la vita, visto che è nata
sabato 2 luglio alle 5.10 del mattino proprio sul traghetto Intra-Laveno,
attraversando il Lago Maggiore. Parto veloce ed imprevisto, ma finito tutto
bene con il solo aiuto di papà, mamma e di un marinaio del traghetto “Ticino”
che arrivato a Laveno, 20 minuti dopo la partenza, aveva… una passeggera in
più! Fossi la Navigazione Lago Maggiore offrirei a Caterina almeno una
tessera di libera circolazione “a vita” sui battelli del lago!
ERDOGAN E DRAGHI: W L’IPOCRISIA
C’è un
limite alla demagogia, alla farsa, alla “realpolitik”? La visita di Draghi ad
Ankara a “baciare la mano” ad Erdogan forse l’ha superato.
Erdogan,
quello che per Draghi un anno fa era – parole sue - “un dittatore” con cui
adesso “siamo partner, amici ed alleati”. Eppure è quello stesso Erdogan che
solo l’anno scorso negava una sedia ad Ursula Von der Leyen perché donna,
quello che ha messo in galera migliaia di oppositori,
arrestato centinaia di
giornalisti, imposto la censura
alla stampa, espulso dalla magistratura turca avvocati e giudici
non allineati, quello che discrimina i cristiani e invoca apertamente la
distruzione dell’etnia curda, quello stesso Erdogan che fino a pochi mesi fa
eseguiva il “lavoro sporco” in Siria certo dell’impunità nel mondo. Come
Putin, meglio (peggio) di Putin.
Un Draghi
obbligato ad essere ipocrita superstar e che fa il paio con il leader PD Enrico
Letta che 14 mesi fa twittava “È grave la scelta di Erdogan di ritirare la
Turchia dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne. Un altro
passo che allontana la Turchia dal rispetto delle regole fondamentali.”
Forse che
Erdogan si è ravveduto o ha fatto un passo indietro verso le “regole
fondamentali”? Assolutamente no, ma da buon levantino sta con tutti e contro
tutti a seconda del proprio
tornaconto. Uno che
vent’anni fa – come Putin
- si era presentato come innovatore liberale e adesso
obbliga al velo le donne, il furbastro che dalla guerra Russia-Ucraina ha
subito cominciato a guadagnarci di più.
La Turchia,
un paese cui adesso si promette che entrerà in Europa, che sta nella NATO ma
non applica le sanzioni alla Russia, che approfitta del conflitto per sparare a
zero (per ora solo a parole) contro la Grecia, paese “nemico” da sempre, che
non ha mai riconosciuto il genocidio armeno e che si è annessa un pezzo di
Cipro (altra faccenda dimenticata). Erdogan, quello che incassa milioni
di Euro annualmente dall’Europa per tenersi i profughi siriani che però poi li
lancia verso ovest a colpi di rubinetto e a seconda delle proprie convenienze e
del proprio tornaconto.
Ieri
dittatore squalificato, oggi “partner, amico ed alleato”: che figura!
Si inchina
e lo ossequia tutto il mondo demo-green-eco-paci-progress-antifascista: “Un’
alleanza necessaria”. Perché mai “necessaria”? In chiave anti-Putin,
ovviamente, perché Erdogan “E’ un autocrate, non un dittatore” chiosa il solito
Letta, abituato a dover saltare da un campo all’altro pur di tenersi stretti
alleati e potere.
Cerchiamo
per una volta di essere un po’ meno ipocriti: Erdogan è esattamente come Putin,
solo che adesso fa comodo avercelo come allegato e allora tutto va bene, può
fare di tutto, tutto gli viene promesso, tutto si dimentica o si fa finta di
dimenticare.
Ma siamo
seri: se Putin è insopportabile allora Erdogan lo anche di più e non solo per
gli evidenti limiti della sua democrazia, ma perché è più sfuggente, cinico,
mellifluo, calcolatore. E noi (Italia-Europa-NATO-G7-USA), ipocriti come
sempre, gli corriamo dietro. Ma non siamo davvero dei pagliacci?
LIBERTA’ DI INFORMAZIONE, CHI CONTROLLA I CONTROLLORI?
Cerchiamo
di liberarci da ogni preconcetto. Secondo voi le reti televisive di Rai1, Rai
2, Rai 3, Rete 4, Canale 5, Italia 1, La 7, Sky, Rai News 24 ecc. sono “filo
russe” nel dare informazioni? Passando alla carta stampata, vi sembrano
russofili o pro-Putin giornali come il Corriere della Sera, Repubblica, La
Stampa, il Messaggero, i Quotidiani Nazionali ecc. ma anche Libero o il
Giornale? E così le agenzie di stampa ANSA, AGI ... A me francamente pare di
no.
Che quindi
si adombri che da Mosca ci si muova per “strategie pianificate per una
sistematica alterazione della corretta informazione e del processo democratico”
come dichiara Antonello Giacomelli, l’ex deputato PD ora responsabile dell’AgCom
(ovvero la costosissima Agenzia Garante per le Comunicazioni) lo trovo del
tutto inverosimile. Allo stesso modo quando Giacomelli sostiene “Trovo
necessario e doveroso che le strutture della sicurezza dei governi democratici
europei, a partire da quello italiano, si occupino di fronteggiare questo
rischio.”
Ma quale
rischio? Quando si dichiara il timore “che le fake-news russe facciano breccia
nell’opinione pubblica” ci si dimentica che se oggi una fetta importante di
italiani ha una posizione critica sulla situazione in Ucraina non credo che ciò
dipenda da false informazioni russe, quanto – al contrario – proprio perché
l’informazione ufficiale è così monocorde da suscitare qualche sospetto, tenuto
anche conto che – unanime – è anche il coro dei grandi Network americani ed
inglesi oltre alle principali testate giornalistiche del mondo, tutte sempre e
comunque schierate ad applaudire Biden, la NATO, i vertici europei e Zelensky.
Certamente
nel mondo web ci sono fonti russofile, ma nessuna persona di buon senso si
lascia abbindolare così facilmente dalle tesi putiniane o terrapiattiste,
soprattutto se poco credibili e ben poco documentate.
Piuttosto
il tema è drammaticamente un altro: il silenzio che accompagna moltissime
questioni che partono dall’Ucraina e sconfinano nel campo economico e in
generale nella gestione europea e mondiale dell’economia, del clima, della
cultura, dell’informazione.
Penso alla
poca trasparenza o visibilità di inchieste serie sulle speculazioni
finanziarie, sugli arricchimenti scandalosi di poche migliaia di persone
rispetto a miliardi di poveri, alle speculazioni sulle materie prime, i
farmaci, la sanità, l’approvvigionamento alimentare, il controllo dell’acqua.
La
sostanziale “verità ufficiale” non spiega mai – sono esempi concreti – che le
sanzioni rischiano di incidere ben poco sulla Russia se non vengono applicate
da buona parte del pianeta (paesi della Brics, Sudamerica, Messico, Turchia,
Stati del Golfo, sud est asiatico ecc.). Pochi hanno ricordato il
“prezzo” che la NATO paga per assicurarsi l’appoggio di Erdogan in termini di diritti
civili, così come pochissimi hanno affrontato con serietà lo spinoso tema dei
rapporti tra Unione Europea (ed in primis quelli personali di Ursula von der
Leyen ) con le grandi aziende farmaceutiche o – soprattutto in Italia – la
grande opacità su quelle operazioni bancarie che in buona sostanza hanno
distrutto il risparmio dei “piccoli” e permesso affari colossali ad alcune
banche, oppure le truffe sui “bonus” e i prezzi amministrati, così come nessuno
affronta seriamente la questione del rapporto di dipendenza europeo dagli USA.
Su questi
temi servirebbe quindi davvero più trasparenza e libertà di informazione (il
che sarebbe proprio il compito dell’AgCom, anziché correre dietro alle
farfalle) vista una libertà che “ufficialmente” c’è sempre, ma poi – nella
pratica – spesso si dissolve dietro le parole scontate e soprattutto la
rarissima volontà di fare effettiva trasparenza sui fatti.
DISASTRI UGUALE COLDIRETTI
Lo avete
notato? L’ufficio-stampa migliore d’Italia è quello della Coldiretti che ad ogni
evento atmosferico quantifica i danni in tempo reale. Siccità? Tot danni, ma
anche se piove o tira vento, grandina, nevica o arrivano gli insetti cinesi. E’
uno stillicidio di brutte notizie con un quotidiano tariffario dei disastri che
vengono quantificati in tempo reale (chissà come) e subito ripresi dai media.
In un mondo affamato di tragedie pur di andare in prima pagina Coldiretti è un
alleato prezioso per fare comunque aumentare i prezzi, soldi che però raramente
restano nelle mani dei produttori a tutto vantaggio della troppo lunga filiera
della disrtribuzione "made in italy" .
PREAVVISO: SETTIMANA
PROSSIMA CI SALUTIAMO CON IL NUMERO DEL 15 LUGLIO, poi IL PUNTO - come ogni
anno - prendera' la consueta cadenza estiva di uscita quindicinale fino a meta'
settembre
UN
SALUTO, BUONE FERIE A CHI LE FA... E BUONA SETTIMANA A
TUTTI MARCO
ZACCHERA
IL PUNTO n. 869 del
1 luglio 2022
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
RIASSUNTO: Il
centro-destra dove era diviso ha perso i ballottaggi, mentre credo che nella
Lega e nel M5S in molti cominciano a chiedersi se valga la pena continuare a
sostenere Draghi.
Ucraina: le
“sanzioni” a Mosca possono essere inutili e trasformarsi un boomerang, ma
nessuno lo ricorda nei tanti vertici e nei commenti, mentre al Monte dei Paschi
di Siena è una apoteosi dei “furbetti”. Lo ribadisco: troppe volte vince la
disinformazione, come per l’aborto negli USA.
KARAKIRI A DESTRA
Era
difficile, bisognava proprio mettercela tutta, ma dimostrando massimo impegno e
altrettanta fermezza il centro-destra ce l'ha fatta a suicidarsi e a perdere
alcune città - come Verona - amministrate da decenni.
Invano
l'esperienza ha sempre dimostrato che quando si va divisi al primo turno poi
regolarmente si perde anche al ballottaggio, perché conta di più ammazzare il
"cugino" interno che battere l'avversario politico. La controprova
solo due settimane fa dove invece – unito – il centro-destra aveva vinto in
molte città, da Genova a Palermo.
Ma finché i
leader nazionali ed i ras locali non vorranno capire che alle elezioni
amministrative per vincere servono le PRIMARIE tra gli elettori di area per
trovare i candidati giusti (non paracadutati) e poi che i prescelti dai
cittadini vanno appoggiati dall'intera coalizione si continuerà regolarmente a
perdere. Amen.
Dopo le
batoste amministrative delle stagioni scorse e le divisioni per il Quirinale,
domenica scorsa ci sono state le prove generali per perdere anche le prossime
elezioni politiche: andiamo avanti così! Letta e il PD - commossi -
ringraziano.
PS: mi
auguro che Lega e Forza Italia comincino a chiedersi seriamente se davvero vale
la pena di sostenere Draghi quando è il PD a menare tutte le danze e che anche
FI sostenga con chiarezza che il parlamento e il governo hanno (avrebbero)
altre priorità che non discutere di cannabis libera e di jus scholae. Se si
tengono posizioni unitarie tra FdI – Lega – FI forse gli elettori se ne
ricorderanno, se ci si divide anche su queste cose l’intesa (e il voto) saranno
sempre più difficili.
A PROPOSITO
DI SANZIONI
Nei giorni
scorsi ci sono stati quattro importanti appuntamenti internazionali: il 14°
incontro tra i leader della Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica),
il vertice UE che ha detto “no” a Draghi per bloccare il prezzo del gas e dove
il problema immigrazione è perfino uscito di scena, pur con 7.300 nuovi arrivi
in Italia solo questo mese ( + 30% sul 2021, + 400% sul 2020) e ben 2.200 nell’ultima
settimana. E’ seguito il G7 degli “scamiciati” in Baviera dove è stata ribadita
la necessità di nuove sanzioni a Mosca e nuove armi a Kiev, il tutto
ribadito al vertice NATO di Madrid.
Per quanto
riguarda l’Europa si applaude al potenziale ingresso di Ucraina, Moldavia e
Georgia nella UE (tutti paesi ricchi e senza problemi, un successone…) mentre
nessuno sembra voler prendere atto che l’Italia dimostra ancora una volta di
contare poco o nulla a livello europeo nonostante Draghi presunto superstar.
Questo è un
aspetto vero, ma antipatico e quindi nascosto, così come credo che neppure un
italiano su cento sappia poi cosa sia la “Brics” che rappresenta però una
crescente intesa politica ed economica sempre più stretta tra paesi che da soli
“pesano” il 40% della popolazione mondiale e un quarto del PIN del globo.
In concreto
e al di là delle chiacchiere significa che Brasile, Cina, Sudafrica ed India, i
paesi da loro controllati e poi il Messico, tutto il Sudamerica, l’Asia
Centrale, l’ Africa e tutto il Sud est asiatico, oltre a Turchia, Medio Oriente
e Stati Arabi non applicano
e non applicheranno sanzioni a Putin. Il G7 può
confermare quello che vuole davanti alle TV, ma tutti questi paesi
rappresentano oggi una clientela enorme per Mosca che ha solo da completare i
gasdotti verso sud-est per avere a disposizione una umanità affamata di gas e
petrolio, pronta già oggi a rifornirla - in cambio - di tutte quelle
infrastrutture e prodotti che il mercato europeo e USA ufficialmente rifiuta
alla Russia.
In
questo quadro parlare di sanzioni a Putin significa non voler (o saper) tener
conto di questi aspetti globali, il che è perlomeno bizzarro e demagogico, al
di là di ogni logica politica, militare o di doveroso sostegno a Kiev.
Nessuno –
ovviamente – sottolinea o risolve il dramma delle ricadute dirette ed indirette
che le sanzioni significano per la nostra economia, già azzoppata dal Covid,
con la conseguente crescita dei prezzi, dei costi energetici e del deficit
pubblico.
Così -
mentre il mondo corre - noi in Italia e nella “vecchia” Europa parliamo
soprattutto di diritti gender, di omotransfobia, di clima, di jus soli o jus
scholae e di massimi sistemi, auto-evirandoci nella produzione industriale ed
automobilistica, nei commerci internazionali, nei consumi ecc. sepolti da mille
normative restrittive che dall’altra parte del mondo si minimizzano, quasi non
abitassimo tutti in una casa globale.
Tra l’altro
siamo e saremo sempre più dipendenti proprio dai paesi extra-UE per carenze di
materie prime e quindi sempre più soffocabili con un embargo o in una suicida
battaglia dei prezzi.
E’ un giro
vizioso in cui l’Europa può anche avere ragione sui principi, ma è del tutto
perdente e sempre più debole nel mondo, guidata dalla demagogia e tenuta per
mano dagli USA che - pure loro - oggi sono senza una guida chiara e con
mille problemi, aspetto di cui non si ha però il coraggio di parlare perché -
prima di tutto - siamo tutti vittime di una pseudo “informazione globale
politicamente corretta” che detta legge su tutto e censura chi non si adegua
nascondendo le questioni imbarazzanti.
Mentre
esplode l’inflazione e l’economia europea va a picco è meglio insomma sfornare
vertici su vertici, paradiso dei “bla bla bla” e seguiti poi da interviste
scontate e precotte, oltre che per mostrarsi - sempre sorridenti - ai media
nelle consuete e sempre più affollate foto di gruppo dove (notate?) le grandi
risate ed abbracci di Biden e Johnson con Erdogan lasciano perplessi: ma il ras
di Ankara - in termini di libertà e democrazia - è poi molto diverso da
quello di Mosca?
MPS: PERDITE PUBBLICHE E PROFITTI PRIVATI
Il nuovo
CdA del Monte dei Paschi di Siena ha illustrato il nuovo piano industriale che
dovrebbe riportare in utile la banca senese nei prossimi anni, al prezzo di
altri 4.000 esuberi e la chiusura di 150 filiali. «Mps fa parte del patrimonio culturale e
sociale del Paese. Può tornare ad avere un ruolo nel sistema bancario italiano
ed europeo» ha dichiarato Luigi Lovaglio, il Ceo che a febbraio ha
preso le redini dell’istituto.
E’ bello
sperare in un potenziale roseo futuro per la più antica banca italiana che però
metterà ancora una volta a carico del “pubblico” esuberi e licenziamenti dopo
aver massacrato soci e investitori con – di fatto – nessun responsabile pur
avendo accumulato uno stock di crediti deteriorati di 4,1 MILIARDI.
Altro che
“patrimonio culturale e sociale” … Sono soldi dati a gente che non li meritava
e che non li ha restituiti (e presumibilmente non li restituirà mai) sempre
nell’ottica del concetto che tanto “qualcun altro” pagherà. Tra “suicidi”
misteriosi e sentenze discutibili, immaginate che MPS - anziché la ex
cassaforte del PD, per decenni fonte di clientelismo e crediti facili - fosse
stata in mano a qualche banchiere amico del centro-destra o di Berlusconi.
Secondo voi sarebbe finita tra assoluzioni, benefit, pre-pensionamenti e
buonuscite?
ABORTO, ANCHE DELLA VERITA’
L’ennesimo
esempio di disinformazione globale è arrivata per la recente sentenza della
Corte Suprema americana sull’aborto. Con maggioranza di 6 a 3 (quindi andando
ben oltre i giudici messi da Trump che ne ha nominati solo 3) la Corte non è
entrata nel merito dell’aborto, ma si è limitata a dire che è materia di
competenza statale e non federale perché dell’aborto - ad oggi - non si parla
nella Costituzione americana e che quindi il Mississippi aveva diritto di
mettere un limite ad abortire entro le 15 settimane (in Italia tra l’altro è di
12). I media hanno parlato di oscurantismo, La Stampa addirittura di ritorno al
Medioevo dando la colpa ovviamente a Trump. Se Biden (con Obama, la Clinton e
la Pelosi) sono così convinti dell’aborto free, perché non varano una legge
federale facendola votare al Congresso? Hanno la maggioranza… Ma in realtà
anche molti democratici vorrebbero mettere comunque dei limiti all’aborto che
resta per tutti sempre una scelta difficile e spesso drammatica.
UN SALUTO
E BUONA SETTIMANA A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 868 del
24 GIUGNO 2022
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
RIASSUNTO: Di Maio
si fonda un partitino personale pur di restare al governo, mentre l’Italia
conferma il suo impegno per la pace fornendo armi in Ucraina. Sono perplesso, e
mi chiedo perché non debba contare nulla l’opinione di milioni di persone che
vorrebbero invece posizioni diverse.
Intanto
servirebbe a tutti un rapido ripasso di storia, per esempio quella della
Crimea. Avete intanto notato com'è l'informazione secondo il Corriere della
Sera e la novità romana della residenza agli abusivi?
L’ITALIA E’ COME DI MAIO
Quanto mi
piacerebbe poter intervistare Luigi Di Maio, neo leader di “Insieme per il
futuro”.
Non una
intervista politica ma una interrogazione precisa, come a scuola quando dovevi
dare risposte vere e non giri di parole.
Credo che
se l’Italia oggi per molti sia un paese disastrato lo è perché si è affidata a
persone come lui, che ha un curriculum impressionante in quanto a cariche, ma
alle spalle il vuoto.
Vorrei
chiedergli quanto costa un litro di latte al supermercato e quale sia la
capitale del Bangladesh (in italiano, per carità…) e poi magari il perché di
certe sue incredibili giravolte che ne hanno fatto un personaggio unico, un
guitto diventato d’alto bordo soprattutto per inconsistenza altrui e
dabbenaggine nostra.
Un furbetto
già iscritto ad ingegneria, poi a giurisprudenza, poi ritiratosi dagli studi.
Uno che ha
campato (o ha tentato di farlo) come giornalista sportivo, tecnico informatico,
assistente alla regia, agente di commercio, steward allo Stadio San Paolo e
manovale nell’azienda di famiglia.
Indubbiamente
una gran buona volontà, ma poi la folgorazione per la “mission” politica
sostenendo il neonato M5S da lui tenuto a battesimo.
Parte male:
dopo 3 anni alla guida dei grillini locali, solo 59 preferenze alle “comunali”
di Pomigliano d’Arco e viene trombato, ma da allora basta voti, meglio solo
“nomination”: grazie a
soli 189 (centoottantanove!) voti on line nelle “parlamentarie” del M5S nel
2013 viene candidato – blindato – nella circoscrizione “Campania I”
e da allora nessuno lo ferma più, a conferma della follia di questo sistema
elettorale.
Pensate: diventato deputato nel 2013 viene subito
eletto vice-presidente della Camera (il più giovane da sempre)
ed è e capo del M5S dal 2017 al 2020. Vice-premier con il Conte I e
contemporaneamente Ministro dello Sviluppo economico e del lavoro (!), dal 2019
è il nostro Ministro degli Esteri (!!).
Idee
politiche chiare, chiarissime, oppure no, forse un po’ confuse. Come leader
grillino aveva “giurato” lo stop dopo il secondo mandato così come “Chi lascia
il partito dove è stato eletto dovrebbe dimettersi”, facendo invece l’esatto
contrario.
Come
ministro ha sostenuto ferocemente il blocco alle trivellazioni di gas e
petrolio in Italia, se oggi dipendiamo da Mosca è anche merito suo. Intanto la
Croazia ringrazia e il nostro gas lo trivellano loro. Dopo aver voluto il
reddito di cittadinanza è apparso al balcone di Palazzo Chigi proclamando alla
folla “Abbiamo abolito la povertà”, come tutti ben sanno. Coerente anche
in politica estera: nel 2019 incontra a Parigi i “gilet gialli” anti-Macron salvo poi
baciarlo ed abbracciarlo nel più recente passato. Ha una particolare
ammirazione per la Cina cui ha steso tappeti rossi per “la nuova via della
seta”, il progetto geo-economico contestato dagli Stati Uniti ed ha quindi
osannato la visita del presidente cinese Xi Jinping in Italia del marzo
2019 e proprio alla Cina siamo ricorsi per le forniture COVID a prezzi fuori
mercato e a danno delle nostre imprese (indagini su Arcuri? Mah, dimenticate…)
Di Maio in politica estera ha sempre simpatizzato per i chavisti
venezuelani di Maduro
mettendo il veto al riconoscimento di Juan
Guaido come presidente del Venezuela, come invece volevano
l’intero occidente e L’Unione Europea.
E’ a favore
delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e dell' “adozione del
configlio” però «Da cattolico penso che la famiglia sia quella con il papà e
con la mamma”.
Come
documentato da Le Iene con la trasmissione “Pomigliano Boys” e da molte altre fonti di
stampa “tiene famiglia” e ha quindi favorito la carriera di molti suoi ex
compagni di scuola. Wikipedia è spietata e ne fa un lunghissimo elenco, ma di
“voto di scambio” per lui non ne parla nessuno.
Sostenitore
dell’ambiente, ma anche dei condoni edilizi ad Ischia, è riuscito nel record di
fa finta di stare contemporaneamente con Tripoli e con Bengasi, schierandosi
con la dittatura egiziana ma chiedendo “verità per Regeni” (e i
famigliari dell’ucciso gliela hanno giurata). Adesso è per la pace in Ucraina e
contemporaneamente sostiene gli aiuti militari. mentre il suo millantato “piano
di pace” - già annunciato in TV- non lo ha mai visto né conosciuto
nessuno, tantomeno le parti in causa assumendo i contorni di una barzelletta.
Di Maio -
soprattutto - ha imparato che quando hai una carica non la molli mai, a costo
di mollare il proprio partito e fondarne un altro a propria immagine e
somiglianza.
Questo è
Giggino Di Maio, degna fisionomia di un’Italia da burla, poco credibile e
sempre con il piede in tutte le staffe, perché non si sa mai. Non è una
cosa seria, ma appunto per questo ci rappresenta alla perfezione.
STATISTICHE
Secondo
pressochè tutti gli istituti di statistica, a proposito della GUERRA IN
UCRAINA, l’87% degli italiani si dice “preoccupato” e il 30% ritiene che vi
siano responsabilità della NATO per lo scoppio del conflitto avendo in qualche
modo minacciato la Russia di “accerchiamento”.
Quasi il
50% è contro l’invio di armi italiane in Ucraina, il 40% ritiene che i media
siano troppo sbilanciati a favore di Kiev e si ritiene insoddisfatto del
livello di obiettività delle informazioni. Specificatamente sulle SANZIONI
la percentuali di chi vuole o non vuole applicarle ha un margine (a
favore del mantenimento delle sanzioni) di meno del 10% del campione.
Se questi
sono i numeri e fossi il premier Draghi mi preoccuperei non poco quando dalla
“guerra lampo” immaginata da Putin si passa alla “guerra lunga” con un
coinvolgimento della UE che - ad andar bene - continuerà per molti mesi, con i
prevedibili disastri per la nostra economia.
EPPURE -
NONOSTANTE CHE L’INFORMAZIONE SIA TUTTA A FAVORE DI KIEV - CRESCONO I DISSENSI
SULLA POSIZIONE UFFICIALE ITALIANA ED EUROPEA.
Intanto il
governo è lanciatissimo sul fronte degli aiuti militari, delle sanzioni,
dell’appoggio “senza se e senza ma” a Zelenskyj che – da parte sua – non apre
alcun spiraglio di pace, anzi, con le sue dichiarazioni rifiuta ogni tipo di
dialogo.
Difficile
che inizi ora, ricevendo proprio oggi dagli USA centinaia di nuovi missili e
con lo stesso Biden che ha ricordato la lista delle nuove forniture: missili
anticarro Javelin, missili antiaereo Stinger, elicotteri Mi-17, droni, radar,
artiglieria e altri sistemi missilistici di precisione.
Non capisco
perché il centro-destra non debba prendere un po' le distanze da questa
situazione soprattutto nel momento in cui le sanzioni si stanno ritorcendo
contro chi le ha decise e l’Europa sembra in mano ai “falchi” di Washington e
Londra che annunciano altre armi ed aiuti a Kiev.
Una volta
di più tutti sappiamo tutti benissimo che Putin è l’aggressore, ma credo che si
debba trovare il modo di venirne fuori per esempio riconoscendo autonomia
concreta alle popolazioni russe nell’est dell’Ucraina, ma sembra che Zelenskyj
chiuda ogni porta sia per l’est del paese che per la Crimea.
PER ESEMPIO, LA CRIMEA…
Chissà
quanti sanno (i nostri media non lo ricordano mai) che - per esempio - la
Crimea era da secoli terra russa e fu “regalata” all’Ucraina solo nel 1954
personalmente da Nikita Chrushew.
Allora si
usava così: se il segretario generale del partito comunista sovietico lo
voleva, tutti ubbidivano. In ogni caso Russia e Ucraina erano sempre parte
dell’ URSS e quindi, a quel tempo, i confini interni contavano poco.
Nessuno poteva immaginare che sarebbero poi nate repubbliche indipendenti e
nemiche e che quei confini fossero motivo di conflitto.
Al
censimento del 2001 il 58,5% della popolazione in Crimea era comunque ancora di
lingua ed etnia russa, il 24,4% ucraina e per il 12,1% composta da tatari di
Crimea. Nel 2014 la Crimea è stata occupata militarmente dalla Russia (atto
sicuramente contrario al diritto internazionale). A seguito di un referendum
popolare avvenuto il 16 marzo 2014, non seguito da osservatori occidentali, il
95,4% dei votanti ha però votato per l'annessione alla Russia con una
partecipazione al voto dell’83,1%.
Unione
Europea e NATO, così come la stragrande maggioranza degli stati membri ONU, non
riconobbero l'annessione della Crimea adottando sanzioni politiche ed
economiche nei confronti della Federazione Russa, ma è difficile sostenere che
questa adesione non sia la liberà volontà della maggioranza degli abitanti
locali.
Perché
l’Italia non sostiene un nuovo referendum - controllato e garantito a livello
internazionale - per far decidere agli abitanti (tutti, sia quelli scappati in
Ucraina che quelli scappati in Russia, se erano residenti in Crimea o nel
Doimbass ad una certa data) da che parte vogliano stare? Sarebbe giusto e
democratico che nei distretti dove eventualmente ci fosse una forte adesione
alla Russia si ammettesse un passaggio territoriale o si stabilissero forme
serie di autonomia. Credo che questo sarebbe un modo corretto e democratico di
procedere e forse anche uno spiraglio di pace.
CORRIERE DELLA SERA
Vi elenco
in serie di tutti i titoli presenti alle ore 21 di mercoledì’ 22 giugno
sull’edizione on-line del Corriere della sera, in stretto ordine di
pubblicazione:
Intervista
a Boris Johnos; “No a Una cattiva pace in Ucraina, per l’Occidente non è il
momento di fermarsi, Putin deve fallire” – La Finlandia: “pronti a combattere
se Mosca ci attacca” – Kaliningrad: il rischio dell’avamposto nucleare
russo in Europa – Putin e il super missile pronto entro l’anno – Raid russo a
Izyum, uccise 5 donne - A Kiev le armi tedesche – Dombass: la situazione è
critica, ma la resistenza ucraina contrattacca a nord – Bugie come strumento di
lavoro: perché negoziare con Putin è impossibile…
Credo che
tutti abbiano capito come si sia schierato il Corriere della Sera, ma a
questo punto mi pare evidente perche molte persone si chiedano se ci vengono
dette effettivamente delle verità o solo delle opinioni, più o meno di parte.
OCCUPAZIONI
Soprattutto
a Roma è diffuso il fenomeno della occupazione abusiva delle case altrui magari
lasciate libere anche solo per poche ore dagli inquilini. Pare che i casi siano
più di 12.000 e ci sono quartieri dove il rischio è così concreto da creare
“turni” di sorveglianza condominiale perché se la casa ti viene occupata
liberarla è poi quasi impossibile e comunque lungo e difficile. Il caso di un
anziano sbattuto fuori casa con la violenza da una famiglia abusiva rom è
andato sui giornali, ma succede tutti i giorni.
Incredibile
che il PD romano abbia fatto ora approvare una mozione in Campidoglio perché si
possa concedere la residenza a chi occupa le case anche senza titolo. “Abbiamo
dato dignità alle persone”, sostengono, alla faccia di chi si ritrova la casa
occupata.
Possono
esserci casi in cui abitazioni pubbliche restano vuote per anni e vanno invece
utilizzate, ma seguendo delle norme, il “liberi tutti” generale comporterà
ripercussioni pesanti e di fatto accettando abusi, soprusi e violazioni di
legge, comprese le occupazioni di immobili da parte dei centri sociali,
clandestini, rom ecc. ecc. Insomma il sindaco Gualtieri “paga dazio” a chi lo
ha appoggiato in campagna elettorale.
BUONA SETTIMANA A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 867 del
17 GIUGNO 2022
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
RIASSUNTO:
pochi votanti al referendum che rischia di scomparire come metodo di democrazia
diretta mentre nel voto per i comuni il Centro-destra dove è unito va
meglio del previsto. La Meloni cresce e diventa ( diventerà) il “nemico” e
quindi oggetto delle prossime manovre di demolizione politica e personale.
Continua intanto la guerra in Ucraina ma soprattutto la guerra delle parole,
con dubbi su news e fake-news, sanzioni e ritorsioni: chi ha il deposito della
verità? Finale con un po' di esempi concreti di demagogia su Covid e “green”
con fregature autostradali
RIFLESSIONI POST REFERENDARIE
Dove è
andato unito il centro-destra ha vinto o può vincere le elezioni
amministrative, dove è diviso perde e speriamo che qualcuno se ne accorga.
Intanto l’annunciato flop della partecipazione popolare al voto referendario
credo abbia purtroppo definitivamente affossato questo sistema di
democrazia diretta nel nostro paese.
Certamente
ha pesato la poca informazione, il disinteresse generale, ma anche la
consapevolezza tutta italiana che le cose tanto non cambiano mai, soprattutto
quando c’è di mezzo la magistratura.
Restano
però aperte alcune questioni di fondo che non si possono dimenticare.
In primo
luogo si prenda atto che non ha più alcun senso pretendere una partecipazione
sopra il 50% per dare validità ad un referendum quando a votare ormai va
comunque solo una minoranza degli elettori perfino per le elezioni “normali”,
come confermato dal voto di domenica.
E’ evidente
che - se si crede nella democrazia diretta - bisognerebbe avere altri parametri
per legittimare un voto referendario, per esempio collegandolo ad una
percentuale minima di votanti rapportata a quella delle ultime elezioni politiche
e soprattutto passando a referendum “propositivi” e non solo abrogativi.
In secondo
luogo bisogna prendere atto che, come sempre, milioni di cittadini all’estero
sono teoricamente essenziali per raggiungere il “quorum” ma in pratica non
possono votare neppure volendo. Sembra una questione marginale, ma o il voto
all’estero viene escluso dal “quorum” o bisogna far votare in modo più semplice
e trasparente chi è iscritto all’AIRE.
C’è poi da
chiedersi perché - nel momento in cui la raccolta delle firme referendarie può
essere ora effettuata anche per via informatica - non si possa votare almeno
per i referendum tramite PEC od altro sistema on-line di voto, ovviamente
verificato.
Fin qui il
“flop” referendario, ma pur non raggiungendo il quorum il voto ha comunque
chiaramente indicato quale sia il pensiero degli italiani rispetto ai quesiti
che erano stati loro posti e di questo bisognerebbe lealmente tenerne conto.
Interessante
per esempio sottolineare che le percentuali tra SI e NO non sono molto diverse
tra le città dove si è votato per i soli referendum o anche per le
amministrative e dove quindi c’è stata una platea di elettori sufficientemente
vasta e trasversale. Ovunque il SI è stato maggioranza confermando che i
cittadini italiani vorrebbero effettivamente i cambiamenti proposti con i
referendum e soprattutto che una larga maggioranza chiede un diverso sistema di
elezione del CSM e boccia l’interscambio delle carriere tra PM e giudici.
Al di là
della loro validità giuridica questa chiara indicazione popolare dovrebbe
essere quindi ammessa da tutti – in primis dai magistrati – con governo e
parlamento che dovrebbero tenerne conto nelle scelte legislative. Pia
illusione? Temo di sì.
Intanto –
visto il suo buon risultato elettorale – si è aperta da sinistra la “caccia
alla Meloni”, sport che prenderà piede nei prossimi mesi in vista delle
elezioni politiche con vivisezionamento di ogni frase pronunciata dalla leader
di FdI alla ricerca della percentuale intrinseca di fascismo, mentre non
mancheranno indagini per la scoperta di presunti scandali finanziari, pseudo
inchieste giornalistiche e magari qualche opportuno rinvio a giudizio nei tempi
giusti. Vedrete se mi sbaglio: la sinistra ha bisogno di un “nemico” per unirsi
e tentare la rivincita, ormai azzoppati Berlusconi e Salvini ecco arrivare il
turno della Meloni.
PS: i lettori che votano
nelle città dove la prossima settimana ci saranno i ballottaggi e si sentono di
centro-destra riflettano che la sinistra vince sempre quando c’è una bassa
affluenza: fate un sacrificio, ma domenica prossima andate a votare!
DISINFORMAZIONE, FAKE NEWS E LIBERTA’
Se il Papa
accenna alla guerra in Ucraina dicendo pubblicamente "Non sono un
sostenitore di Putin, ma in guerra non ci sono solo buoni e cattivi"
secondo me è una notizia importante perchè sottolinea come non si possa
giudicare a senso unico, ma la notizia "disturba" e quindi perfino il
Papa viene censurato da buona parte dei media.
Nelle
stesse ore si diffonde la notizia che Gazprom ha tagliato le forniture del 40%
alla Germania e del 18% ad ENI. Russi "cattivi" ed affamatori di
energia verso l'Europa? No, semplicemente l'UE non lascia ritornare in Russia
le turbine per il gasdotto che sono in manutenzione in Canada e gli impianti di
pompaggio così non possono essere messi in pressione. Tutti i dettagli su
Bloomberg - che è una primaria agenzia stampa americana - ma pochi lo
spiegano in Italia (Televideo Rai – per esempio – assolutamente no) anche
perchè allora bisognerebbe ammettere che - in nome delle “sanzioni” - come
europei siamo da una parte così ipocriti da escludere le forniture energetiche
russe dal blocco (perché del gas russo ne abbiamo bisogno), poi inventiamo
demagogie finanziarie per “far finta” di non pagare in rubli. Ma soprattutto
siamo così “furbi” da auto-danneggiarci da soli impedendo in parte la
fornitura.
Il
risultato è che così cresce ulteriormente il prezzo dell'energia, con i russi
(ma anche i petrolieri nostrani) che guadagnano di più: danno e beffa, ma la
faccenda va benissimo per gli speculatori.
Un
atteggiamento UE miope (o complice) che aiuta infatti la speculazione
soprattutto perché il prezzo del gas non lo blocca nessuno, tantomeno lo impone
Bruxelles e mentre i paesi produttori fanno i loro super-affari, quelli che lo
consumano (come l’Italia e la Germania) vanno economicamente a rotoli.
Tutte
queste cose, però, non vengono appunto mai spiegate bene ed anche questa è
disinformazione, così come quando ci si auto-applaude (vedi Di Maio e Draghi)
per le possibili forniture di gas proveniente dall'Egitto. Ma l’Egitto è un
paese-regime (vedi caso Regeni) dove la democrazia non è certo nelle mani del
popolo sovrano, è piuttosto una democrazia “alla russa” che quando fa
comodo dimenticano tutti, nostro governo compreso.
Esempi per sottolineare
come in Italia e in Europa c’è una informazione spesso di parte e filtrata da
Bruxelles che adesso ha stabilito che bisogna agire contro le “Fake news”
sanzionando anche i media che le diffondono.
Ma chi
stabilisce come e quando una notizia sia vera, falsa o solo parzialmente
vera/falsa? Deve essere un terzo, non chi si auto-assegna il diritto di
sanzionare!
NON VA BENE
COSI’, E’ GRAVISSIMO: SI VIOLA IL CONCETTO DELLA LIBERTA’ DI PENSIERO E CI SI
AVVICINA AL CONCETTO DI ”CENSURA”.
Una persona
dovrebbe essere in grado di decidere da sola dove sia la verità ascoltando
fonti diverse e confrontandole, altrimenti si rischia di IMPORRE una verità
“ufficiale” che però potrebbe essere falsa o parziale, come i casi prima
citati.
E’
pericolosissimo mettere un limite alla libertà di pensiero, mentre vanno
piuttosto denunciate le singole notizie false, ma con dati alla mano e con
specifiche denunce penali, non con una censura preventiva. Se però chi
documenta la demagogia UE è tacitato o se le notizie più o meno false sono
diffuse proprio dai vertici della UE che ne nascondono altre, dove vanno a
finire i “sacri” principi europei ?
IPOCRISIA
COVID
140.000
(centoquarantamila!) persone hanno assiepato a Roma il Circo Massimo per i due
appuntamenti romani di Vasco Rossi. Rigorosamente tutti senza mascherina,
stipati in ogni angolo possibile, i fans in delirio hanno assicurato il “sold
out” per tutta la tournee estiva dell’artista.
Perfetto,
segno che evidentemente il Covid è ormai circoscritto, ma spiegatemi allora
perché i ragazzini di terza media che si presentano agli esami devono indossare
la mascherina d’ordinanza, mentre i dipendenti pubblici ne sono esentati, ma
non i dipendenti delle imprese private (bar e ristoranti) a contatto con il
pubblico che - invece - devono ancora indossarla. A parte il caos
normativo c’è una evidente ipocrisia al Ministero della Salute.
IPOCRISIA CO2
Non se ne
può più con le emissioni di anidride carbonica accusate di tutti i mali del
pianeta e che adesso viene usata anche (e soprattutto) in campo pubblicitario.
Riflettete
sulla pubblicità “bevi la tua acqua a CO2 zero” di una nota marca di acque
minerali che sostiene come la sua acqua non sia inquinante e anzi “aiuta la
natura”.
Ma non solo
la bottiglia di plastica - pur “riciclata” - va comunque prodotta e quindi
produrla comunque inquina, ma soprattutto è demagogico e assurdo che quella
bottiglia “ecologica” venga poi trasportata in camion per centinaia di
chilometri lontano dalla fonte o dallo stabilimento di imbottigliamento. Alla
fine quell’acqua “minerale” è più che inquinante, è assurda. In molti paesi
anziché le bottigliette di plastica ciascuno ha la propria borraccia personale
e le bottiglie di plastica si usano molto meno. Ecco un vero salto di qualità
ecologica.
I PUNTI BLU
Nel
disinteresse generale sono stati chiusi 46 “Punti Blu” (uffici informazione)
sulle autostrade italiane, pochissimi quelli superstiti. Nessuno se ne è
accorto, nessuno ha protestato, ma l’utente che si vede recapitare a casa un
pedaggio “salato” e del tutto folle (per esempio perché non ha funzionato un
punto di entrata telepass e così gli viene conteggiato ingiustamente un
percorso di centinaia di chilometri) non riesce più a risolvere il suo
problema.
Inoltre gli
orari dei pochi “Punti blu” aperti sembrano costruiti apposta per impedire
di fatto un comodo accesso: chiusi il sabato e la domenica, aperti solo
poche ore il mattino, poi sosta per un necessario pranzo ristoratore e chiusura
definitiva alle 16.30. Ma se una persona viaggia o lavora, quando mai può farsi
riconoscere un proprio diritto?
Ogni
settimana diversi lettori si lamentano di non ricevere più “Il Punto”.
Poiché ho
tutta l’intenzione di continuare a scriverlo, prego chi venga a trovarsi in
questa situazione di avvisarmi via mail tenuto conto che non si riesce a capire
il perché di questa auto-cancellazione che purtroppo continua da mesi. Ricordo
che comunque – già nella giornata di venerdì - IL PUNTO della settimana è
visibile sul mio sito www.marcozacchera.it Grazie!
BUONA
SETTIMANA A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 866 del
10 GIUGNO 2022
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Ogni
settimana diversi lettori si lamentano di non ricevere più “Il Punto”.
Poiché ho
tutta l’intenzione di continuare a scriverlo, prego chi venga a trovarsi in
questa situazione di avvisarmi via mail tenuto conto che non si riesce a capire
il perché di questa auto-cancellazione che purtroppo continua da mesi. Ricordo
che comunque – già nella giornata di venerdì - IL PUNTO della settimana è
visibile sul mio sito www.marcozacchera.it Grazie!
PER FAVORE, ANDATE A VOTARE
Per favore,
domenica andate a votare. Sappiamo già tutti che non si raggiungerà il quorum
ai referendum, ma una democrazia vive di partecipazione e il “non voto” sarebbe
anche segno di disprezzo verso chi si è sacrificato perché il nostro paese
fosse una nazione libera. Prendiamo atto intanto del clamoroso boicottaggio che
in tutti i modi si è cercato di operare verso il voto di domenica: non solo per
il “minimo sindacale” dell’informazione, ma soprattutto per il voler negare
l’evidenza, ovvero la profonda crisi della nostra Magistratura politicizzata
che è incapace di riformare sé stessa. Certamente i referendum non sono una
soluzione – soprattutto se sono solo “abrogativi” – ma almeno un segnale e più
i cittadini si asterranno più tutto continuerà come prima.
LA SINISTRA
HA TUTTO L’INTERESSE A CONTINUARE NEI SUOI RAPPORTI PRIVILEGIATI CON UNA LARGA
PARTE DELLA MAGISTRATURA ITALIANA ed è stata questa la prima motivazione
dell’evidente boicottaggio referendario.
INSULTI DIPLOMATICI
Inqualificabili
gli insulti di Medvedev
(vicepresidente russo) all’Occidente che lui “odia e vorrebbe vederlo sparire”
visto che siamo dei “bastardi e degenerati”.
Spero che
la traduzione sia stata corretta, ma comunque è un fatto gravissimo, però… Però
bisognerebbe anche ricordare che il nostro
ministro degli esteri Di
Maio aveva precedentemente qualificato Putin “E’ peggio di un
animale”, che Boris
Johnson e il segretario generale della NATO Stoltenberg insultano la
Russia quotidianamente, che le affermazioni all’ONU del presidente del
consiglio europeo Charles
Michel sono state di una pesantezza incredibile. Mettiamoci
d’accordo: insultarsi a vicenda non aiuta a costruire la pace, quindi – visto
che gli USA e l’Europa sono i “buoni” e i russi (ovviamente) i “cattivi” - non
continuiamo in una inutile escalation di provocazioni, salvo poi sostenere
quotidianamente che “vogliamo la pace”. Se la si volesse davvero avrebbe senso
organizzare manovre militari NATO in paesi neutrali a due passi dal confine
russo se non per alimentare la tensione?
Intanto
lunedì il “Corriere della Sera” ha pubblicato una lista di persone considerate
“filo-putiniane” in Italia: di fatto una specie di lista di proscrizione alla
faccia dell’art. 3 della Costituzione.
Conseguenze?
Per esempio che l’altra sera al milionesimo dibattito in TV sulla crisi ucraina
(su La7) quando un partecipante si è permesso di cominciare a spiegare (non a
giustificare!) anche le ragioni russe, dopo pochi secondi è stato interrotto
dalla conduttrice urlante “Lei non può parlare così, in Russia non l’avrebbero
mai invitata e lasciata parlare” Appunto: “Zitto e a cuccia!”... Ma noi siamo
“diversi”, ovvero “democratici” e ovviamente siamo sempre quelli “buoni”.
EUROPA
Sono sempre
più disgustato dalla politica europea. Parliamoci chiaro: siamo un continente
amministrato e diretto da una minoranza politica “presunta green” ma in realtà
“demagogico-sessual-progressista” che fa quello che vuole.
Quando
leggo che si è deciso di non produrre più auto a benzina e diesel dal 2035 (la
Cina sentitamente ringrazia, questo sarebbe il tema per un bel referendum!) mi
chiedo perché lo si decida senza almeno sentire il parere gli europei. E' solo
una “cupola” che infatti decide la politica estera, le scelte finanziarie, i
regolamenti, la politica monetaria o quella dell’immigrazione. Poche persone -
espressione di una ristretta elite - che non risponde a nessuno.
Nessuna
trasparenza contabile, decisioni (vedi l’acquisto di centinaia di milioni di
vaccini per miliardi di euro da multinazionali USA) senza concorrenza e senza
poterne conoscere i responsabili, senza bandi o appalti trasparenti. Ma quando
mai – per esempio - i cittadini europei hanno potuto scegliere i loro
“ministri” europei? Perché l’Italia deve essere rappresentata soltanto da uno
come Gentiloni (presidente del PD) indicato da un partito minoritario che non
mi piace, da un governo che non c’è più e che comunque era allora presieduto da
un leader (Conte) che neppure si era presentato alle elezioni e oltretutto
sostenuto da una maggioranza opposta a quella uscita dalle urne.
C’è stata
forse per l’Europa qualche elezione diretta, candidati alternativi, possibilità
di scelta? Assolutamente no. Gentiloni (come la sua predecessora Mogherini,
sempre del PD) lo ha forse votato il nostro Parlamento? Assolutamente no, così
come non sono stati i cittadini europei a votare Ursula Von der Leyen, Charles
Michel e tutto il resto della combriccola.
Quando poi
quando qualcuno dissente (vedi Ungheria) allora è messo al bando e coperto di
insulti.
No, questa
non è più la “mia” Europa.
DALLA SICILIA AL PNRR
La politica
insiste che “non si può perdere l’occasione” dei fondi europei del PNRR ma un
aspetto misterioso resta quello dei controlli sulle opere che verranno
finanziate con il rischio di mille rivoli di spesa che si concluderanno
(complici progetti carenti, inflazione, mancanza di verifiche e certificazioni
finali) in opere incompiute.
Se un
imprenditore o una famiglia ottengono un prestito sanno di doverlo rimborsare o
ci rimetteranno in proprio ma nel “pubblico” i soldi si prendono, spesso si
sprecano quando non vengono semplicemente rubati, tanto i debiti li pagheranno
i nostri successori.
Come ho già
scritto, avevo accompagnato la scorsa settimana una coppia di amici cileni in
Sicilia.
Dopo il
benvenuto a Palermo all’aeroporto di Punta Raisi (ora Falcone e Borsellino) in
perenne ristrutturazione e dove - da decenni - si procede nel consueto slalom
tra le transenne arrugginite, nei giorni successivi ho rivisto quella terra
meravigliosa e dai monumenti unici, ma sepolti tra cumuli di immondizie,
sporcizia, degrado, strade a pezzi, palazzi puntellati, disordine.
Una
umiliazione profonda come italiano (e con gli amici cileni sbalorditi) quando
mi facevano notare gli onnipresenti cumuli di rifiuti perfino ai margini della
Valle dei Templi, tra mancanza di servizi e parcheggi polverosi. In giro per
tutta l’isola strade (“autostrade”?!) gratis ma fatiscenti e con decine di
deviazioni stradali, ponti sconnessi, soprattutto ovunque una sporcizia
ostentata e sconcertante.
A simbolo
un materasso bruciato appoggiato al cartello che - salendo da Porto Empedocle -
informa che siete quasi arrivati al tempio di Giunone, meraviglia di 2600 anni
fa.
Non è certo
solo la Sicilia ad essere conciata così, basti pensare ai rifiuti e ai
cinghiali per le vie di Roma, ma anche – spesso – alle aree di servizio intorno
alle “nostre” autostrade del nord, ma certamente al sud il fenomeno è
moltiplicato.
Colpisce
soprattutto la sciatteria e l’incuria che in tutta Italia accompagnano
spettacoli e panorami unici tra il disinteresse, il senso di abitudine e di
sopportazione di chi non si indigna nemmeno più, forse auto-dichiarandosi
impotente.
Non tutto –
per fortuna – è cosi: il parco archeologico di Selinunte, per esempio, è tenuto
molto bene e anche un disabile può spostarsi con dei mezzi accessibili, la
stessa Catania mi è sembrata una città rinnovata e vivace, a Monreale il duomo
(di proprietà e gestione diocesana) è un esempio di visita organizzata e
razionale, mentre Palermo appare decisamente abbandonata a sé stessa.
In giro per
l’isola – come in tutta Italia - si notano tante piccole iniziative di
rilancio, di evidenti tentativi di riscatto, ma sembrano naufragare
nell’indifferenza. Ma perché ridursi così?
Eppure
mille cartelli sottolineano come la specifica opera (purtroppo di solito già
cadente o semidistrutta) era stata pagata o cofinanziata dall’Unione Europea e
che quindi non è vero che già in passato non si abbiano avuto a disposizione
somme enormi per tentare un riscatto che però alla fine non si è visto.
Sembra
infatti che nessuno sia mai responsabile. Per esempio le “autostrade” siciliane
sono gestite dall’ANAS, ma possibile che non ci sia un responsabile per i
cantieri infiniti, il cemento che si sbriciola, i parapetti scannati? Alla fine
la soluzione è chiudere, deviare, sospendere il passaggio. Come per altre mille
strade ed autostrade italiane da Catania a Palermo ci sono decine di cantieri
(fermi) e decine di viadotti chiusi al traffico: perché? Nessuno ha collaudato
quelle opere, nessuno le ha verificate, nessuno è impegnato al loro ripristino
in tempi certi?
Di qui un
diretto riferimento al PNRR mi sembra evidente: che garanzia c’è che “questa
volta” i soldi verranno spesi meglio e con quali priorità? I Purtroppo nessuna.
BUONA
SETTIMANA A
TUTTI
MARCO
ZACCHERA
IL PUNTO n. 865 del
3 GIUGNO 2022
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Ogni
settimana diversi lettori si lamentano di non ricevere più “Il Punto”.
Poiché ho
tutta l’intenzione di continuare a scriverlo, prego chi venga a trovarsi in
questa situazione di avvisarmi via mail tenuto conto che non si riesce a capire
il perché di questa auto-cancellazione che purtroppo continua da mesi. Ricordo
che comunque – già nella giornata di venerdì - IL PUNTO della settimana è
visibile sul mio sito www.marcozacchera.it Grazie!
RIASSUMENDO
Sostanzialmente niente di nuovo in Ucraina: al di là delle notizie vendute tra
le mura domestiche, l’Italia conta d'altronde poco o nulla sul piano
diplomatico, gioca a mettersi in mostra e spera che qualcun altro risolva i
problemi per una pace che purtroppo sembra sempre più improbabile a tempi
brevi. Intanto le recenti stragi in USA sottolineano lo strapotere della lobby
degli armamenti dentro e soprattutto fuori il paese, mentre noi viviamo alla
giornata sperando nel quotidiano “bonus” emolliente. Circa i referendum
chissenefrega, tanto ci pensa la Littizzetto a spiegarci che tanto siamo tutti
cretini e forse ha perfettamente ragione. Finalino con questioni energetiche e
soprattutto la tristezza che mi ha accompagnato durante una visita-lampo in
Sicilia…
TRISTEZZE
Ho
accompagnato una coppia di amici cileni in Sicilia. Da 20.000 chilometri di
distanza volevano finalmente vistarla, affascinati della sua storia ed ho così
rivisto con loro una terra meravigliosa e monumenti unici, ma tra cumuli di
immondizie, sporcizia, degrado, strade a pezzi, palazzi puntellati, rottami,
disordine.
Una
umiliazione profonda come italiano, con cumuli di rifiuti perfino ai margini
della Valle dei Templi, tra mancanza di servizi, rovi e parcheggi polverosi. A
dare il benvenuto all'area archeologica - salendo da Porto Empedocle - un
materasso bruciato al lato della strada proprio sotto l'indicazione del tempio
di Giunone,
Una Palermo
tragicamente sciatta, sporca, puntellata e cadente - ho trovato invece
migliorata Catania - con strade (“autostrade”?!) in giro per l'Isola gratis ma
fatiscenti e con decine di deviazioni stradali, ponti sconnessi, viadotti
impraticabili e sovrastante a tutto una sporcizia ostentata e sconcertante.
Ma perché
ridursi così? Ma cosa a mai serve il PNRR quando la priorità sarebbe mantenere
bene almeno quello che abbiamo avuto gratuitamente in dono dai nostri antenati,
“vendendolo” agli occhi del mondo, potendo così smuovere somme enormi e creando
milioni di nuovi posti di lavoro con un turismo rispettoso, integrato, aperto?
Invece
continuiamo a buttar via le risorse che abbiamo ed evidentemente non sono
serviti a nulla neppure decenni di sfruttamento del suolo tra abusivismo,
distruzioni, abbandoni, incuria e saccheggi.
Quanta
profonda tristezza...
MOSCA E DINTORNI
Matteo
Salvini non andrà a Mosca sommerso dalle critiche per l'annuncio del suo
possibile viaggio, ma vorrei capire chi abbia però allora il diritto di andarci
o meno, per che cosa fare e aspettandosi chissà quali risultati. Parliamoci
chiaro: la mossa del leader della Lega mi era sembrata semplicemente demagogica
ed auto-pubblicitaria (come lo era stato andare per qualche ora in Polonia, due
mesi fa, a salutare i profughi).
Allo stesso
modo è altrettanto demagogico raccontare però continuamente che l’Italia “vuole
la pace” e poi fornire armi all’ Ucraina o straparlare di piani di pace
"alla Di Maio" quando tuttora non si sa neppure come e con chi la
Farnesina si inventi chissà quali mosse internazionali. Punto e a capo: credo
che per Putin l’opinione dell’Italia sull’Ucraina conti ben poco e - a livello
di amicizia personale - forse l’unico che avrebbe potuto parlare
amichevolmente con lui spingendolo a desistere dagli attacchi poteva essere
Berlusconi (e credo che in privato ci abbia anche provato). Il resto
conta poco o nulla, salvo che l’Italia avesse assunto in chiave UE una
posizione di effettiva diversità, come sta facendo l’Ungheria.
Roma ha
scelto invece di stare graniticamente con Bruxelles (anche perché stretta tra i
debiti) e se questo può rafforzare l'Europa è certo però che non ha avuto un
segno di ringraziamento comunitario neppure in campo energetico. Alla fine
così stiamo prendendo botte da tutti, non contiamo niente e paghiamo per gli
altri: un gran bel risultato!
ANCORA ENERGIA
Ho ricevuto
molti commenti alle mie note della scorsa settimana sull’ ENERGIA VERDE (o
presunta tale) a sottolineare di come molto spesso la demagogia si impadronisca
di un argomento e sia censurato perfino il dibattito, per esempio quello
sull’ENERGIA NUCLEARE o anche sulle controindicazioni all’utilizzo
generalizzato delle auto elettriche.
Sono temi
controversi, ma su cui la pubblica opinione è volutamente poco informata, così
come pochi sanno che nel 1954 (parliamo di 68 anni fa!) l’Italia estraeva quasi
3 miliardi di metri cubi di gas dall’ Adriatico e dalla pianura padana. Una
estrazione salita negli anni fino a quasi 20 mld di mc arrivando a coprire un
terzo dei bisogni nazionali. Oggi è tornata ai livelli anni ’50 importando però
contemporaneamente 76 mld di metri cubi e quindi dipendendo per il 95%
dall’estero. A parte il problema del gas russo, resta il fatto che noi
“ecologicamente” non estraiamo quasi più gas, pur avendo riserve stimate di
almeno 350 mld di metri cubi. Bravi, così siamo "ecologi" e Greta
ringrazia. Peccato che al nostro posto estrae invece la Croazia che pompa dagli
stessi “nostri” giacimenti adriatici e quest’anno coprirà così quasi il 40% del
gas che gli serve.
I BONUS “PSICOLOGI”
Credevo che
Draghi - andando al governo - fosse in grado di finalmente razionalizzare la
spesa pubblica ed il prelievo fiscale con la giusta austerità non dovendo
guardare in faccia a nessuno per la sua autorevolezza. Sedici mesi dopo mi
chiedo invece dove sia una sua strategia dietro alla quotidiana politica dei
“bonus” che sono solo le classiche pezze messe alle toppe per ridurre le proteste
e aiutare questa o quella categoria.
Bonus che
ormai arrivano per (quasi) tutto, a seconda del peso delle lobby: dalle auto
alle facciate ai monopattini, adesso anche per gli psicologi post-covid. Ma ci
rendiamo conto che questa è ancora una volta solo una politica economica miope,
tesa solo al consenso immediato?
Se neppure
Draghi è riuscito a cambiare in modo minimamente serio il nostro sistema
burocratico e fiscale temo che davvero non ci sarà mai nessuno in grado di
farlo e questa è una pessima costatazione, perché vuol dire che il nostro Paese
forse non si riformerà mai, soprattutto perché NON VUOLE riformarsi.
LOBBY DELLE ARMI
L’ennesima
strage di bambini in una scuola del Texas ad opera di un diciottenne che aveva
legalmente acquistato armi da guerra in negozio è l’ennesimo esempio di come
sia contraddittoria l’opinione pubblica americana che piange i morti innocenti,
ma continua a sostenere la necessità di auto-armarsi.
Si dice
(giustamente) che la politica e l'opinione pubblica americana siano manovrate
dalle “lobby delle armi” che blocca ogni riforma e finanzia - dollari alla mano
- la politica americana, democratici compresi.
Pochi
considerano che quella stessa lobby è iper-potente anche per armi di ben
maggiore costo e capacità di distruzione e che sapientemente riesce a manovrare
la Casa Bianca anche in politica estera.
Nessun
progressista italiano - pronto a piangere e stracciarsi le vesti per i mitra
liberamente venduti in bottega – sembra chiedersi però come mai Biden insista
nelle forniture di armi nel mondo (sempre per difendere i “buoni”,
ovviamente!), Ucraina compresa.
REFERENDUM DIMENTICATI
Ricordo che
il 12 giugno si voterà per i REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA, promossi da Lega e
Radicali (personalmente
voterò SI a tutti i quesiti), ma il tema non tocca l’interesse
dei più.
Ci voleva
comunque quella che per me è una persona di particolare antipatia come Tiziana
Littizzetto a sottolineare ancora una volta la partigianeria di mamma Rai.
La comica
(?) iper-progressista torinese (e che comunque viene da tutti noi ben pagata,
perché i progressisti ricchi sono più chic) ha potuto infatti tenere un
monologo in TV contro i referendum sostenendo che gli italiani non vanno
disturbati per queste questioni, anche perché tanto sono più o meno cretini e
quindi incapaci di decidere: tanto vale quindi astenersi dal voto.
Ma com’è
mai possibile che una persona possa permettersi di offendere le gente dalla TV
pubblica, gestirsi una trasmissione senza alcuna “par-condicio” e dire, fare e
disfare quello che vuole senza un minimo di contraddittorio? Soprattutto senza
far ridere, vista che sarebbe pagata per questo.
Ma ci
rendiamo conto da questi episodi in fondo marginali come sia mafiosa (non trovo
altri termini) gran parte dell’informazione in Italia?
BUONA
SETTIMANA A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO
n. 864 del 27 maggio 2022 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it) info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it Ogni settimana diversi lettori si lamentano di non ricevere più
“Il Punto”. Poiché ho tutta l’intenzione di continuare a scriverlo, prego
chi venga a trovarsi in questa situazione di avvisarmi via mail tenuto conto
che non si riesce a capire il perché di questa auto-cancellazione che
purtroppo continua da mesi. Ricordo che comunque – giù nella giornata di
venerdì - IL PUNTO della settimana è visibile sul mio sito www.marcozacchera.it Grazie! Riassunto: I media italiani parlano di un fantomatico “piano di
pace” che Di Maio avrebbe presentato a Russia ed Ucraina. Ottima iniziativa,
solo che per ora nessuno sa di che cosa si tratti, interessati compresi. In
diplomazia quando si vuole veramente costruire un accordo meno se ne parla
prima meglio è, non si fa l’esatto contrario. Spiegatelo a “Giggino” che
quando parla di intese a “doppio binario” rischia di far ricordare il caos
interno al M5S dove – appunto – c'è il tutto contro tutti e si tengono binari
ed atteggiamenti del tutto contrapposti e divergenti tra loro. Intanto su ENERGIA, REFEENDUM E MAGISTRATURA alcuni spunti di
riflessione. L’IPOCRISIA DELL’ENERGIA Il dibattito sull’approvvigionamento del gas russo ha rilanciato
il problema delle energie rinnovabili e Ursula Von der Leyen è stata chiara:
l’Unione Europea vuole che tutti i tetti europei siano coperti da pannelli
solari per la produzione di energia elettrica ed entro il 2029 (ovvero
dopodomani) lo siano - per cominciare - tutti gli edifici pubblici.
Fantastico affare per le imprese del settore ricordando che Ja Solar, Jinko,
LONGi Solar, Trina ecc. sono alcuni dei marchi più presenti sul mercato
mondiale ed hanno in Cina, Taiwan e Corea le loro principali aree produttive.
A parte i tetti e l’economicità dei pannelli per produrre acqua
calda evitando il consumo di gas, il grosso dei consumi si rivolge al grande
mercato delle auto elettriche che è in piena espansione e sostenuto da forti
inventivi pubblici. Il mantra del dover fuggire alle energie fossili è
quotidiano, ma forse qualche numero andrebbe spiegato all’opinione pubblica,
come fanno Celso Osimani e Ivo Tripputi in un loro recente testo
controcorrente ma zeppo di dati e riferimenti. Per esempio in Italia circolano circa 40 milioni di auto ad uso
privato. Prendendo un’auto media elettrica come la Tesla che percorresse
12.000 km/anno avremmo bisogno di 2.800 kWh per quell’auto, ovvero di
112TWh/anno (fonti ACI) per il parco-auto nazionale. Come produrre questa
energia abbandonando i combustibili fossili e rifuggendo dall’ energia
atomica, vista come la peste del secolo? Nel 2020 in Italia con l’eolico si
sono prodotti 18,5 TWh e quindi l’attuale parco eolico dovrebbe essere
moltiplicato per sette solo per far funzionare le auto private in circolazione:
colline punteggiate di pale oppure – più opportunamente – servirebbero grandi
parchi eolici in Adriatico, l’unico mare italiano non troppo profondo. Se invece passassimo al solare consideriamo la più grande
centrale d’Italia (a Troia, in provincia di Foggia) che ha una superfice di
1,5 Kmq (più o meno 18 campi di calcio uno vicino all’altro) e 275.000 (!)
pannelli in funzione con una potenza installata di 103 MW. La
centrale – a regime ottimale – produce 150 GWh ed avremmo quindi
bisogno di 750 (settecentocinquanta!) impianti come quello di Troia per
soddisfare SOLO la domanda privata automobilistica. Significherebbe occupare
1.125 km. (millecentoventicinque chilometri quadrati!) con pannelli solari in
aree prevalentemente di pianura, senza boschi, senza coltivazioni, senza
abitazioni. Ricordando che l’Italia ha un territorio di circa 300.000 kmq
significherebbe coprire di pannelli solari una intera provincia: è mai
pensabile? Attenzione, però, perché resterebbe comunque fuori dai conteggi
tutto il traffico pesante (camion, bus ecc.) ovvero i mezzi più inquinanti e
la ricarica dei mezzi avvererebbe prevalentemente di notte, quando la
produzione solare è al minimo. Quante decine di milioni di batterie sarebbero
necessarie per le auto e per conservare l’energia nel tempo? Come produrre,
usarle, smaltirle e con quale sforzo di materie prime (tutte da importare in
Europa) è una sfida che non è stata ancora risolta. E qui, sommessamente, riemerge un’altra possibilità energetica
che le autorità europee fanno finta di dimenticare, che quelle italiane
aborriscono e che l’opinione pubblica è stata indottrinata a considerare come
un disastro: l’energia nucleare. In Italia parlarne è tabù anche se quasi il 10% dell’energia
elettrica consumata nel nostro paese già oggi è di produzione nucleare
(importata a caro prezzo dalla Francia, dalla Svizzera e prossimamente anche
dalla Slovenia) ma è un dato che non va pubblicato troppo o, giustamente, ci
si comincerebbe a chiedere perché mai l’Italia abbia abbandonato un percorso
tecnologico che cinquant’anni fa la vedeva all’avanguardia e che oggi
rappresenta il 79% dell’energia prodotta in Francia e cosa significa avere un
”rischio” appena al di là del confine anziché in casa nostra. In Cina, in Asia, nell’Europa dell’Est sono in costruzione nuove
centrali. Solo in Cina ci sono 12 nuovi centrali in costruzione
incomparabilmente più moderne, sicure, automatizzate di quella già allora obsoleta
di Cernobyl, ma quel disastro nucleare di ormai 36 anni fa - dovuto ad una
serie incredibile e colpevole di errori umani - resta ancora un blocco
psicologico e politico enorme. Un lungo discorso – soprattutto sulle nuove prospettive delle
centrali nucleari di “quarta generazione” – che andrebbe affrontato in Italia
con prudenza ma senza ritardi e preconcetti, eppure se appena un ministro ne
accenna è immediatamente a rischio di impeachment. Andiamo avanti quindi con
tante nuove auto elettriche che così ci sentiamo tutti “green”, anche se
buona parte della loro energia è tuttora prodotta proprio con i fossili o con
energia nucleare importata dall’estero: quanta italica ipocrisia! REFERENDUM SCONOSCIUTI Il 12 giugno si voterà per i REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA,
promossi da Lega e Radicali, ma ancora oggi – praticamente - nessuno lo sa. Nessun
dibattito, pochi spazi, niente comitati, pochi banchetti, niente manifesti:
il fallimento è garantito, nel senso che vinceranno i SI alle abrogazioni
(con dubbi sulla riforma della legge Severino), ma tanto non si raggiungerà
il quorum e, sapendolo in anticipo, a maggior ragione molti non andranno a
votare. Sarà già un gran risultato se voterà il 30% degli elettori. E’ veramente strano questo paese che si lamenta sempre, ma poi
si dimentica di andare a votare. Ancora più vergognoso è comunque il silenzio delle TV e dei
giornali che dedicano all’evento il “minimo sindacale” dello spazio in orari
più o meno assurdi e nel disinteresse generale. “Servizio pubblico” della
RAI”? Ma per carità: su “Televideo” a 15 giorni dal voto non ci sono neppure
i quesiti referendari proposti! Poi non lamentiamoci del perdurare di una Magistratura che non
riesce ad auto-riformarsi, di una giustizia spesso “politica” (vedi da ultimo
anche lo show del processo a Berlusconi "Ruby Ter") dove il vero
potere è in mano ai Pubblici Ministeri: la colpa è del disinteresse generale
e quindi “nostra”. FALCONE E BORSELLINO E’ davvero incredibile che a 30 anni di distanza non solo non si
sia riusciti ad attribuire le responsabilità precise sugli omicidi dei due
Magistrati, ma si debba continuare ad ascoltare sempre più inverosimili
ricostruzioni a metà tra lo scoop giornalistico e il depistaggio. “Report” è una bella trasmissione che parla chiaro, ma se si
cimenta su ricostruzioni di fatti sempre più lontani nel tempo rischia di
perdersi nei veleni e nelle nebbie palermitane a tutto involontario (?) danno
della verità. Credo che la ricostruzione più seria sui “perché” delle stragi
sia legata al coraggio di Falcone e Borsellino che indagavano seriamente
sugli appalti delle cosche e sui loro contatti con la politica locale che in
tutti i modi voleva fermarli. Indagine difficile e resa ancor più impossibile dai veleni
interni alla magistratura che non vedeva di buon occhio la visibilità e la
crescita di due magistrati fuori dagli schemi e controcorrente che quindi
andavano emarginati o quantomeno rallentati. Questo il concetto delle cose, poi nella salsa ci si può mettere
di tutto, dalle “trame nere” (ci mancavano…) ai servizi segreti deviati, alla
P2, la Gladio ecc.ecc. La verità dei rapporti stato-mafia non si è mai capita
(o si è volutamente nascosta) così come i contatti che la mafia aveva non
solo con la politica, ma anche con parti della stessa magistratura. Resta solo un aspetto da ricordare in questo grande letamaio: la
levatura e il coraggio di due Magistrati che sono diventato un simbolo e un
rimpianto per tutti gli italiani per bene. IRENE MAGISTRINI E’ mancata a Verbania la prof. Irene Magistrini, già esponente politica
di sinistra e presidente della “Casa della Resistenza”. Non condividevo parte
delle Sue idee, ma La ricordo per un episodio che Le va ad onore. Era il
giugno 2009, ero stato appena eletto sindaco di Verbania e la prima cerimonia
ufficiale cui partecipai con la fascia tricolore fu la commemorazione al
sacrario dei 42 partigiani fucinati a Fondotoce. Grande tensione, urla ed
insulti quando presi la parola. Irene allora sali sul palco, ottenne
silenzio e con parole semplici ricordò che ero appena stato eletto sindaco
democraticamente dalla maggioranza dei cittadini e che quindi – proprio
in segno di rispetto al luogo in cui eravamo – quello stesso rispetto mi era
dovuto. Sul prato scese un grande silenzio e portai a termine serenamente
il mio intervento, ovviamente senza offendere nessuno: Irene avrebbe potuto
tranquillamente stare zitta, ma invece parlò: non l’ho mai dimenticato. BUONA SETTIMANA A TUTTI
MARCO ZACCHERA |
IL PUNTO n. 863
del 20 maggio 2022
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
ATTENZIONE:
Ogni settimana qualche lettore si lamenta di non ricevere più il Punto. Poiché
ho tutta l’intenzione di continuare a scriverlo, prego chi venga a trovarsi in
questa situazione di avvisarmi via mail perché non si riesce a capire il perché
di questa auto-cancellazione che purtroppo continua da mesi e che di volta in
volta cerco di sistemare. Grazie!
Riassunto: Flop
dello sciopero delle toghe italiane mentre si continuano ad ignorare sui
media i prossimi referendum sulla giustizia sperando che gli italiani
(schifati) restino a casa e non vadano a votare, facendo così mancare il
“quorum”.
Anche il
centro-destra sta facendo le prove generali per PERDERE le
prossime elezioni politiche esercitandosi intanto in quelle amministrative alle
cui sconfitte si è ormai abituato.
Ho
intanto l’impressione che alcune certezze generali sulla guerra in
Ucraina comincino ad incrinarsi e mi auguro che l’Italia la smetta
di fornire armi pesanti limitandosi ad azioni e forniture umanitarie. Così
come dobbiamo assolutamente garantire la sicurezza di Svezia e Finlandia –
verso le quali Putin continua a ripetere di non avere aperto alcun contenzioso
- e lo si può fare con accordi bilaterali, ma senza per questo provocare la
Russia con la loro adesione ufficiale alla NATO.
Attenti,
perché ci stiamo sempre più avviando a un disastro economico e sociale europeo
e non si ha il coraggio di spiegarlo alla gente, anche se poi (vedi caso ENI
che pagherà il gas in rubli) si fa ipocritamente l opposto di quello che si
dice.
Continuo
a notare una informazione poco obiettiva e spesso preconcetta, la
“cancellazione” delle notizie se escono dalla linea ufficiale, i “due pesi e
due misure” nel commentare i fatti, Zelensky che appare ovunque come una
superstar e forse è soprattutto un furbo showman che approfitta della
situazione. Così diventa “atto ostile” l’allontanamento di personale
diplomatico italiano dalla Mosca dimenticando di ricordare che UN MESE FA
lo stesso aveva fatto l’Italia nei confronti di Mosca.
Non hanno
mai ragione i “falchi” di qualsiasi parte, ma per
costruire la pace – come invano continua a ricordare il Papa, di fatto zittito
dai media - bisogna avere la volontà di farlo, non dando spazio ad una continua
escalation di guerra. Che senso ha chiedere “un immediato cessate il fuoco” (Di
Maio) e poi fornire altre armi italiane?
Ci
pensino anche Draghi e il suo governo, con FI e soprattutto il PD che sembrano
i più accaniti sostenitori di Zelensky: stiamo facendo una guerra per procura
soprattutto a vantaggio degli USA che in Ucraina hanno mastodontici interessi
economici e militari. Tutto con gravi danni per l’Europa.
Io –
almeno – continua pensarla così e scopro
che è anche il pensiero di circa il 63% degli italiani (stando a tutti i
sondaggi) ma non bisogna dirlo troppo in giro perché la faccenda disturba
i manovratori.
W GLI ALPINI
Raramente
mi è capitato di assistere ad una strumentalizzazione come quella sollevata
contro gli Alpini da alcune associazioni femministe che si sono sentite
“violentate” in occasione della recente adunata nazionale a Rimini.
“Mi hanno
detto di avere un bel paio di gambe, faccele vedere” cinguettava davanti alle
telecamere - in massa convenute ad intervistarla - una signorina ventinovenne
(l’unica testimonianza che sono riuscito ad ascoltare) aggiungendo “E’ stato
molto limitante e brutto perché io per non arrivare a sentirmi molestata
verbalmente mi sono chiusa in casa.”
Da un
apprezzamento pesante e sicuramente inopportuno, ai dichiarati “centinaia di
casi” che poi però - alla prova dei fatti - sono ritornati praticamente al
nulla, ma denigrando intanto centinaia di migliaia di persone.
Da ex
artigliere da montagna - che con piacere ed orgoglio porta appena può il
proprio vecchio cappello da alpino con la penna che mi sono cucito il secondo
giorno di naja in caserma a Pontebba - chiedo ovviamente scusa a chi è stata
offesa, ma certe denunce dei collettivi femministi avrebbero avuto più senso se
gli/le/? (? Sta per x, ovvero status incerto) si fossero viste/i almeno qualche
volta (anche una volta sola!) a dare una mano nelle mille occasioni in cui gli
alpini hanno per esempio lavorato duro magari anche per loro rischiando la
pelle ed impegnandosi senza risparmio durante le alluvioni, i terremoti, gli
incendi boschivi, le frane che spesso devastano il nostro paese.
Questo
non per “machismo” stupido, ma perché "gli/le/?" avrebbero
capito meglio la situazione e il lessico di chi sarà magari maleducato ma è
comunque generoso, pratico e soprattutto concreto quando c’è da dare una mano e
ha quindi piacere a ritrovarsi rumorosamente una volta all’anno per stare un
po' insieme.
Ai
colleghi giornalisti che hanno montato il caso ricordo (visto che lo
dimenticano sempre) che cosa piuttosto succede in mille concertoni serali in
giro per la penisola, oppure durante i “Rave
party” tollerati per giorni e giorni dove accade di tutto (e
gira di tutto, a cominciare dalla droga liberamente declinata) nella beata
indifferenza della Ministro dell’Interno e dei capi della Polizia. Oppure in
quelle feste in piazza dove certi atteggiamenti di violenza (ma quella vera!)
sono all’ordine del giorno.
Le stesse
associazioni femministe e di gender non mi pare abbiano mai sollevato in questi
casi grandi e pubblici clamori.
Media
pronti a sputare veleno contro gli Alpini, ma che per esempio hanno dimenticato
di raccontare per giorni interi quanto era successo ancora lo scorso Capodanno
quando - in piazza del duomo a Milano - un branco di nordafricani ha usato
violenza fisica a tante ragazze indifese. Notizia censurata per giorni dalla
stampa “per bene” nonostante le continue denunce de “Il Giornale” perché
l’atteggiamento dei magrebini non doveva incrinare la candida e pacifica
immagine del sindaco di Milano (organizzatore dell’evento “multietnico”), o
turbare le coscienze innocenti degli italiani creando magari poi
“tensione”, “reazioni” e “difficoltà all’integrazione” nei confronti dei
violentatori alcuni dei quali – si è poi sottolineato – “erano però immigrati
di seconda generazione” quasi con questo a minimizzare la portata dei loro
atteggiamenti.
Ecco i
due pesi e le due misure, autolesioniste e cretine, proprie di un popolo
rincoglionito dalle chiacchiere e dalla demagogia, infarcito quotidianamente di
scemenze con tutte le declinazioni sessiste possibili salvo quelle normali, un
popolo che non ha più nemmeno una propria coscienza e un minimo di capacità a
dimensionare i fatti e le situazioni inserendole nel loro contesto.
Ha fatto
benissimo il sindaco di Trieste a “mandare in mona” in diretta (turatevi le
orecchie, prodi benpensanti!) tutti i commentatori da strapazzo o le isteriche
reazioni di quelle attiviste che alla fine, dimenticate l’annunciata pioggia di
denunce in questura, hanno precisato che a Rimini “Si è trattato di “fischi,
cat-calling, minacce e vere e proprie molestie che hanno colpito diverse
persone colpevoli solo di voler vivere la propria città. Molestie mascherate da
goliardia e tradizione che in realtà sono figlie di una cultura patriarcale che
vuole donne, persone trans e gender non conforming assoggettate al potere e
alla paura, al ricatto e alle minacce in caso di rifiuto”.
Ecco, ci
mancavano proprio anche i “gender
non conforming”! Rispetto per tutti ma per me siamo
diventati invece un popolo ricattato proprio da una infima minoranza
sessualmente “particolare” che - grazie ad un mondo politico succube - vuole
inculcare a livello nazionale ed europeo questo disastro di assurdità già
dall’infanzia e nelle scuole. Una demolizione progressiva della normalità,
la voluta frantumazione di ogni riferimento storico e culturale che proprio negli
Alpini hanno una visibilità concreta e che quindi vanno denigrati. Insisto:
siamo all’assurdo e meno male quindi che ci siamo ancora noi, modesti
“normali”. Insisto: W gli Alpini (e gli Artiglieri da montagna, soprattutto!!).
IL FLOP DELLE TOGHE
Siamo da
tempo al surreale nei rapporti tra i poteri dello Stato fissati dalla
Costituzione, è così lunedì scorso – mi è sembrato nel disinteresse generale -
le associazioni di categoria (meglio, di corporazione) dei magistrati italiani
hanno dichiarato uno sciopero contro il governo Draghi e il Parlamento per aver
varato (per ora solo alla Camera) la mini-riforma Cartabia e - in particolare –
contro la proposta di mini-divisione fra le carriere.
Premesso
che più della metà delle toghe non hanno scioperato - sconfessando quindi
apertamente l’ANM già moralmente distrutta dal caso Palamara e dintorni - siamo
davvero all’assurdo con la magistratura che osa scioperare contro il parlamento
e il governo: un oltraggio costituzionale.
Anche per
questo si deve andare a votare ai referendum del 12 giugno nonostante il
colpevole e ignobile silenzio dei media: gli italiani sono stufi che i
magistrati siano esempio di “casta” chiusa e non riformabile.
Incombe
su questa diatriba così esasperata, il
solito silenzio del “prode” Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che –
ricordiamocelo – è anche formalmente il capo della magistratura italiana.
Un
silenzio colpevole, incomprensibile, inconcepibile di una persona che è stata
santificata dai media, ma che non sta svolgendo il suo doveroso ruolo di
difensore “super partes” delle Istituzioni.
LETTURE
A chi è
interessato a conoscere meglio la figura di Putin segnalo il numero di aprile
di LIMES, estremamente interessante e documentato
BUONA
SETTIMANA A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 862 del
13 maggio 2022
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Riassunto:
Sono sempre più colpito dalla opacità dell’informazione corrente.
Vale
quotidianamente per i fatti in Ucraina, ma anche per i censurati referendum
sulla giustizia del prossimo 12 giugno.
Anche per
questo propongo settimanalmente alcune letture che possano arricchire intellettualmente
chi non si accontenta della “vernice” imposta sui fatti.
Speriamo
che Draghi a Washington abbia avuto il coraggio di sottolineare alcune scomode
verità all’ingessato Joe Biden almeno in privato, ma non ne ho troppa speranza
nonostante un fiume di chiacchiere al miele.
Ho davvero
l’impressione infatti che USA e NATO vogliono sostanzialmente continuare la
guerra senza costruire alternative. Ferma la necessità di garantire a Svezia e
Finlandia ogni aiuto in caso di aggressione (che però Putin non ha mai
minimamente minacciato) accoglierli ora nella NATO sarebbe per esempio una
grande provocazione contro Mosca, con la possibilità di vedersi schierare
truppe “nemiche” NATO lungo oltre 1000 km. di confine: perché voler aumentare
la tensione?
Cosa
faremmo noi se a Malta o in Albania fossero schierate forze militari ostili?
Già,
l’Italia… Dice sempre di “volere la pace” ma mi pare stia facendo nulla per
crearne i presupposti, e questa è una gran brutta realtà.
REFERENDUM: IL 12 GIUGNO BISOGNA ANDARE A VOTARE !
Manca meno
di un mese al 12 giugno, giorno in cui gli italiani dovrebbero votare i
referendum sulla giustizia e sui quali pende il “rischio quorum”. Qualcuno può
dissentire su alcuni particolare dei testi proposti, ma il vero ed autentico “peso”
politico sarà nel vedere se gli italiani avranno finalmente il coraggio di
uscire dall’apatia per sottolineare almeno con il voto la propria
insoddisfazione nella gestione complessiva della giustizia nel nostro paese.
Una bassa affluenza e quindi il fallimento referendario favorirebbe il
conservatorismo delle toghe, rallentando la strada verso riforme serie ad un
“sistema” che non vuole cambiare.
Da
sottolineare che per ora c’è stato il gelo dell’informazione (RAI compresa,
ovviamente) sull’iniziativa promossa da Radicali e Lega. Tre giorni fa anche il
presidente dell’Unione Camere penali Gian Domenico Caiazza ha parlato di
«servizio pubblico radiotelevisivo che sta venendo meno clamorosamente alla sua
funzione». Lamentarsi sempre e poi non andare neppure a votare è una
sciocchezza, quindi votate e fate andare a votare il 12 giugno: è importante.
CENTRO DESTRA
Tra meno di
un anno ci saranno le elezioni politiche e tra un mese si voterà – oltre che
per i referendum - per le amministrative anche in molti comuni capoluogo. Il
centro-destra sta facendo di tutto per perdere perchè non sembra che
soprattutto i suoi leader diano particolari segni di vita in chiave di alleanza
politica, anzi: ogni occasione sembra utile per sottolineare le divisioni più
che la concordia spesso proponendo candidati in lite tra loro.
Peccato,
perché è il miglior regalo che si può fare alla sinistra che è anche lei in
fase di sbranamento interno tra le sue componenti, ma che almeno ha il potere e
la furbizia di non parlarne troppo.
Ecco perchè
poi un partito come il PD che oscilla sul 20% dei voti esprime (pensateci!) il
Presidente della Repubblica, un pattuglione di ministri, il nostro
rappresentante a Bruxelles e infiniti posti di comando e sotto-comando oltre ad
indirizzare e controllare spudoratamente la magistratura, la cultura, la
scuola, i giornali e le TV. Merito loro o demerito altrui? Propendo sempre di
più per la seconda ipotesi, come certificato dalla recente riconferma di
Mattarella.
MA QUALE "PACE" ?!
Lo ammetto:
ascolto solo i titoli dei TG e poi spesso cambio canale, perché le notizie sono
monotone con Zelensky sempre benedetto e il solito Putin aggressore assassino.
Lo è
sicuramente stato, purtroppo, ma intanto l’Europa corre verso il suicidio
economico e politico con scelte che vengono solo osannate e con quasi nessuno
che suggerisca altre soluzioni più negoziate.
Mi chiedo
dove sia spesso il buonsenso, la logica, la volontà di capire meglio le cose
uscendo dalle ricostruzioni a senso unico.
Esempi? Se
la Russia minaccia il blocco del gas allora Putin è un criminale, se lo fa
l’Ucraina nessuno si scandalizza, mentre a Kiev vanno e vengono capi di stato,
leader politici, attori, cantanti (ma non era assediata?) in cerca di
pubblicità.
Solo
spulciando tra le note si scoprono notizie potenzialmente sorprendenti.
Per esempio
che chi esce vivo dai sotterranei dell’acciaieria di Mariupol corre in Russia e
non in Ucraina e solo dopo giorni si scopre che a trattenere i civili come
ostaggi non erano i russi, ma il battaglione Azov,. Oppure che Zelensky si è
vantato (dati al 10 maggio) che gli ucraini avrebbero già ucciso oltre 26.000
russi (però... sono cifre da generale Cadorna!) distruggendo 1170 carri armati,
2808 mezzi corazzati, 519 sistemi d'artiglieria, 185 lanciarazzi multipli, 87
sistemi di difesa antiaerea. Le forze russe avrebbero perso anche 199 aerei,
158 elicotteri, 1980 autoveicoli, 12 unità navali e 380 droni… E questa sarebbe
una “guerra difensiva”, quella che il nostro parlamento ha quasi unanimemente
autorizzato e gli USA e la NATO (Italia compresa) adeguatamente armato e
finanziato?!
Chiediamoci
se Zelensky racconti balle propagandistiche o dica la verità. Visto che
la star ucraina non può mentire per definizione (media e “Porta a Porta”
dixit!), se fossero numeri veri noi italiani ed europei siamo così stupidi da
armare ulteriormente gli ucraini e poi dire che siamo per la pace?
Ma ci
rendiamo conto che stiamo contribuendo ad una escalation pericolosissima della
guerra mentre economicamente stiamo andando in pezzi, l’Euro si svaluta sul
dollaro e cresce l’inflazione?
Perfino
Carlo De Benedetti – che si definì “la tessera numero 1 del
Pd” – in un’intervista al “Corriere della sera” ha criticato Draghi e
proprio la posizione del Pd.
Va bene che
siamo indebitati fino al collo e che Mario Draghi per sopravvivere ha bisogno
dei fondi europei del PNRR (spendendoli come? Grande mistero!) e che quindi
deve sostanzialmente obbedire ad Europa ed USA, ma non esageriamo.
Ungheria,
Svolacchia, Bulgaria dicono “no” a Bruxelles sul blocco del petrolio russo, se
anche l’Italia cominciasse a puntare i piedi (come sta facendo la Germania)
forse si muoverebbe qualcosa verso una apertura delle trattative di pace cui
anche l’Italia sta volutamente chiudendo la porta.
Per
esempio: se la maggioranza di ucraini filorussi in Crimea e Donbass volesse
autonomia da Kiev in alcune zone orientali del paese è legittimo o antidemocratico
dire loro di no? Chi conosce la storia sa la complessità delle situazioni. Per
questo bisogna trovare dei compromessi e ha ragione Macron quando sostiene che
Putin non va umiliato o non tratterà mai. perchè dietro di lui il popolo
russo purtroppo è compatto. Bisogna parlarsi e lavorare su garanzie reciproche,
ma quando sei tu a sparare (o a pagare per farlo) come fanno l'Italia e
l'Europa, come fai ad essere “super partes”!
DIFENDERE LE RADICI
Vi invito
caldamente a spendere 19 euro ed a leggere il libro di Federico Rampini “SUICIDIO OCCIDENTALE, perché è
sbagliato processare la nostra storia e cancellare i nostri valori”
Un libro
edito da Mondadori che sta vendendo bene perché l’autore è di sinistra (e
quindi non preventivamente censurabile) ma che dovrebbe essere un best-seller
della Destra come la intendo io, fatta di serietà e non di slogan. Una critica
documentata ed appassionata alle mode dilaganti che stanno distruggendo non
solo gli USA ma anche tutto l’Occidente in nome della demagogia più
insopportabile in campo culturale, ecologico e sessuale.
Una parte
ben documentata del libro riguarda le fonti di informazione americane dove è
palese e quotidiana la disinformazione e la voluta alterazione della verità,
soprattutto per alcune ex testate illustri (come “Il New York Times”) ormai
nelle mani di redazioni estremiste, ma fonti che poi - da noi - sono riprese
come oracoli della verità.
L’autore,
ripeto, è un bravo giornalista di sinistra e probabilmente per questo è
riuscito a superare l’omertà della censura che avrebbe normalmente oscurato il
volume. Ovviamente non condivido tutto, ma è assolutamente un testo da leggere
e soprattutto (purtroppo) da meditare!
GRAZIE CAPUOZZO
Ospite del
sindaco di Casale Monferrato, l’amico Federico Riboldi, ho potuto ascoltare e
dibattere con Toni Capuozzo, grande giornalista sul campo e mente acuta (e
libera) sui conflitti che insanguinano il mondo. Ha presentato un bellissimo
documentario sulle sue esperienze a Sarajevo e il suo ultimo libro “Giorni di
guerra”. Uno straordinario esempio di informazione vera e documentata, spesso
ben diversa da quella “ufficiale”.
BUONA
SETTIMANA A TUTTI !
MARCO ZACCHERA
IL
PUNTO n. 861 del
6 maggio 2022
di MARCO
ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e
numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Riassunto:
L’ISTAT ci comunica che in Italia l’inflazione sta diminuendo.
Bella
notizia, ma mi sembrano dati francamente sballati. Ma “Tutto va ben madama la
marchesa” e soprattutto non bisogna che la piazza si agiti: sinistra e PD al
governo impongono pace sindacale e niente proteste, anche perchè se la gente
ragionasse di più sulla realtà e sulle conseguenze economiche e non solo
energetiche della nostra posizione ufficiale sull’Ucraina, l’Europa e Draghi
non vivrebbero giorni felici.
E’ quindi
in atto una deformazione incredibile dei fatti, dove perfino Papa Francesco
passa per sotterraneo “supporter” di Putin solo perché sottolinea delle
ovvietà: se l’Occidente vuole davvero la pace non deve comportarsi così e se
serve un negoziatore allora deve essere super partes, altrimenti la pace non
arriverà mai.
Cercate
sempre di documentarvi, ci sono sempre tanti aspetti della verità.
L’ISTAT CHE
VIVE SU MARTE
Sorprese
del venerdì: secondo l’ISTAT l’inflazione in Italia è in diminuzione passando
dal 6,4% di marzo al 6,2% di aprile.
Un
raffreddamento ufficiale dovuto essenzialmente ai prezzi energetici che su base
annua da un + 50,9% scendono ad un + 42,4 %, frutto un po’ a scoppio ritardato
del contenimento delle accise deciso dal governo il mese scorso.
Vedendo le
bottigliette di Coca Cola negli Autogrill a 3,30 euro, i panini a 7 euro e 90
(oltre 15.000 lire!), i prezzi degli alimentari nei supermercati, i menu dei
ristoranti, il balzo di ogni fornitura, i prezzi del grano e delle materie
prime, il dato ISTAT sembra decisamente anomalo e mi sembra giusto avanzare
qualche perplessità.
Chiunque di
noi chieda un preventivo per qualcosa scoprirà che rispetto a un anno fa ci
sono stati incrementi del 20-30% non del 6%, ma evidentemente è una realtà che
l’ISTAT non percepisce, pur essendo evidente a tutti gli italiani.
I primi
segnali si vedevano già nell’autunno scorso, subito dopo la pandemia e ancor
prima della guerra in Ucraina, con prezzi che all’ingrosso aumentavano a due
cifre per una tensione sui trasporti e le materie prime causate anche da un
effetto speculativo bene avvertibile.
L’Occidente
si è scoperto nudo dopo anni di tregua avendo lasciato in mani altrui –
soprattutto cinesi – gran parte dei trasporti intercontinentali, ma anche la
filiera delle materie prime e dei semiconduttori. La speculata crisi energetica
ha fatto il resto e la guerra ucraina ha poi ulteriormente complicato le cose.
L’aumento
dei prezzi è un fenomeno mondiale con la Federal Reserve americana che si
appresta a rialzare i tassi, ma l’inflazione si è poi avvitata in Italia più
che altrove anche per gli effetti distorti di alcune normative che in apparenza
sembravano positive.
Per rilanciare
gli investimenti nell’edilizia “green” si è insistito da due anni sulla
politica dei “bonus” (in Italia è tutto un bonus estemporaneo, dai monopattini
alle vacanze, alla faccia di una declamata strategia economica “virtuosa”) ma
visto che ciò è avvenuto in un momento di aumento dei prezzi-base, ecco che
alcuni servizi sono aumentati a livello proibitivo e i loro effetti cominciano
solo ora a scatenarsi sui prezzi al consumo.
Gli sgravi
per ristrutturare le facciate degli edifici, per esempio, hanno portato ad un
aumento fino a 3 volte (300%!) dei costi di affitto dei ponteggi, ma sono
comunque saliti tutti i componenti dell’edilizia, mediamente ben oltre il 20%:
fatevi fare un preventivo! Quel facile slogan “la caldaia te la cambiamo noi”
ha praticamente raddoppiato il loro prezzo, dando vita – aspetto più o meno
minimizzato –anche a grosse speculazioni con vere e proprie truffe ai danni
dello Stato. Si è parlato di 4 miliardi (quattro miliardi!!) di truffe legate
ai “bonus”, poi sulla vicenda è calato un ovattato ed omertoso silenzio perché
sotto accusa sarebbero dovute finire leggi mal fatte e/o controlli inesistenti.
Ad
aumentare i prezzi di tutta la filiera v’è poi come sempre “l’effetto
annuncio”.
In altre
parole aumento i prezzi del mio prodotto prima ancora che mi arrivino addosso
gli aumenti altrui, per salvaguardare comunque il mio profitto.
E’ stato il
caso delle compagnie petrolifere con lo scatto dei prezzi dei carburanti alla
pompa, anche quando le riserve erano state acquistate prima degli aumenti
internazionali.
Gli unici
rimasti al palo sono i salari e le pensioni. E’ un momento di grande debolezza
sindacale e la presenza del PD e della estrema sinistra al governo garantisce
tranquillità all’esecutivo, ma il dato è oggettivo e la protesta sarebbe ben
motivata.
In altri
momenti il Paese sarebbe sceso in piazza facendo montare la protesta, invece
adesso tutti zitti e “Non disturbate il manovratore”.
Bloccata a
suo tempo la “scala mobile” proprio per contrastare l’aumento in automatico
delle retribuzioni e delle pensioni, il potere d’acquisto delle famiglie sta
diminuendo in modo concreto e presto se ne vedranno i contraccolpi anche in
termini di consumi.
Ciò
dovrebbe rallentare l’inflazione, ma anche portare ad una stagnazione del
mercato.
Pur in un
sistema di informazioni spesso condizionato dalla politica, leggere che nel
primo trimestre del 2022 le vendite di auto sono crollate di oltre un terzo -
pur rispetto ai dati certamente non esaltanti di un 2021 e 2020 condizionati
dalla pandemia - accende ad esempio un ulteriore segnale di crisi che non può
essere sottovalutato. Se a tutto questo si aggiungono gli effetti indiretti
della guerra in Ucraina è evidente che dei problemi veri fa comodo non
parlarne, ma certamente non si risolvono da soli.
LE VERITA’
C’è una
verità “ufficiale” che va ossequiata e un’altra sotterranea e nascosta.
La vulgata
ufficiale impone di dire che l’Occidente è schierato unanime con l’Ucraina, che
gli USA e la NATO sono i “buoni” gendarmi del mondo, che l’ Europa è unanime al
loro fianco e sfiderà il diabolico Putin anche a costo di passare l’inverno a
pancia vuota e al freddo, sprezzante delle privazioni. In quest’ottica è
delittuoso anche solo ospitare il ministro degli esteri russo in TV (che
ovviamente racconta la sua versione, che non per questo è quella vera) ed è
“provocatorio” lasciarlo parlare, mentre il presidente ucraino in canottiera è
il quotidiano depositario del Verbo.
Se invece
si ascoltano poi con più calma gli esperti, allora affiora pian piano un’altra
lettura dei fatti più critica e diversificata. Quella che accenna alle
incongruenze europee, alle conseguenze energetiche, ai timori di una
escalation, ai rischi di un’Europa perenne “yesgirl” degli USA. Parlo di
esperti veri, di chi le cose le conosce a fondo e da tempo, non dei tuttologi
“alla Covid” dell’ultimo minuto, quelli che straparlano nei talk show spesso
senza alcuna vera esperienza.
In ogni
caso è legittima una pluralità di pensiero, altrimenti diventiamo tutti come
Putin ad impedire il pensiero degli altri e quindi è sempre utile ascoltare
anche i commenti più diversi.
Diventa
però allora cosa aberrante – per esempio – chiedere le dimissioni del sen.
Petrocelli (5 Stelle) da presidente della Commissione Esteri del Senato solo
perché sul tema specifico dell’Ucraina ha un parere diverso dal governo, visto
che finora la Costituzione ha sempre ribadito il concetto che un parlamentare
esercita il proprio ruolo senza vincolo di mandato (ovvero può ragionare di
testa sua).
Vorrei
avere il tempo e lo spazio di proporre ai lettori in rapida successione i
titoli di prima pagina del “Corriere della Sera” di aprile, giorno dopo giorno:
leggeteli uno dopo l’altro e rimarrete stupiti di come interpreta i fatti in
maniera assolutamente monocorde il maggior (e una volta più autorevole)
quotidiano italiano.
DOCUMENTI:
LEGGETE LIMES !
Si parla
tanto di guerra, ma se volete conoscere meglio i fatti della storia leggete il
numero monografico di LIMES “La fine della pace” uscito alcuni giorni fa.
Una
raccolta di opinioni diverse molto documentate ed attente, utili per chi voglia
veramente saperne di più.
BUONA SETTIMANA A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 860 DEL
29 APRILE 2022
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Riassunto:
Passano i giorni ma dall’Ucraina nessuna sostanziale novità se non
l’impressione che il filtro delle notizie sia piuttosto opaco, mentre aumentano
i pericoli di allargamento del conflitto. Continuo a pensare che sia un
grave errore strategico dotare Zelensky di armi offensive e comincio a
chiedermi se il presidente ucraino rispetti lui stesso i canoni democratici,
visto i suoi atteggiamenti con l’opposizione interna.
Stiamo
comunque facendo una sorta di “guerra per procura” per conto degli USA, ne
subiamo le conseguenze dirette – umane ed economiche – e l’ Europa rischia lo
schianto nonostante il mantra del “Siamo tutti uniti contro quel criminale di
Putin”.
Lo è stato
per il suo attacco insensato all’Ucraina, ma ricordo anche le responsabilità
“occidentali” di questi anni nei confronti della Russia. Prendo atto che
sempre più persone cominciano a farsi seriamente delle domande su questa crisi
e la sua gestione da parte dell’UE, della NATO e degli USA che sembrano fare di
tutto per continuare il conflitto.
E’ intanto
mancata a cento anni di età Assunta Almirante, vedova di Giorgio Almirante, il
leader missino che ha segnato la giovinezza (allora) per noi militanti della
Destra Nazionale. Anche la sua morte è stata occasione per polemiche idiote.
Polemiche
simili – ma ormai consuete – per la celebrazione del 25 Aprile con la novità di
duri scontri dialettici all’interno dell’ANPI e del sindacato sulla guerra in
Ucraina. A proposito del 25 Aprile pubblico un vecchio scritto di Gianpaolo
Pansa che potrebbe portare ad una riflessione.
ASSURDA ESCALATION DI GUERRA
Ma si vuole
davvero la pace in Ucraina?
E’ un tema
ricorrente e sul quale scrivo da tempo, ma il correre dei giorni mi conferma
che l’Europa e quindi anche l’Italia non dimostrano di avere una seria volontà
di costruire la pace in Ucraina.
La
condizione preliminare è il ritiro immediato “sic et simpliciter” dei russi dai
confini ufficiali del paese? Allora lo si dica allora chiaramente, avendo la
consapevolezza – però – che Putin è indubbiamente l’aggressore, ma ben
difficilmente si ritirerà pacificamente nei propri confini se non dopo una
sconfitta militare che ad oggi appare improbabile e con un serio rischio di
coinvolgimenti mondiali.
Una
soluzione negoziata potrebbe essere il concedere spazio ed autonomia alla minoranza
russa, che però è predominante in alcune parti orientali ucraine. Questa
potrebbe essere forse una credibile base di discussione, ma se il presidente
ucraino si oppone “a prescindere” e l’Europa gli va dietro anziché spingerlo al
dialogo allora torniamo al punto di partenza.
Il problema
è anche dove e come debba intendersi l’autodeterminazione.
Stalin
inserì volutamente nel territorio della repubblica socialista sovietica di
Ucraina zone a prevalenza russa per lingua, religione, tradizioni storiche. Se
si facesse oggi un referendum nel Dombass e in Crimea - controllato e
garantito da osservatori neutrali – e l’esito fosse pro Mosca (come molto
probabile) che farebbe l’Ucraina?
Soprattutto,
cosa succede veramente in quel paese? Da tre mesi ogni giorno vediamo il
premier Zelensky in perenni maniche conte che incita (comprensibilmente) i suoi
connazionali alla resistenza e chiede all’occidente armi di supporto, ma quanti
sanno che il principale partito di opposizione “Per la vita” (43 deputati) il 22
marzo è stato dichiarato illegale e così il blocco di opposizione formato da
altri 11 partiti, mentre altri 26 seggi sono peraltro “vacanti”? Avete mai
sentito di una attività parlamentare a Kiev, un’altra voce rispetto al
presidente?
Sono
tematiche che vengono poco sfiorate dai talk-show quotidiani.
Altra cosa
che non mi convince: come mail Zelensky chiede solo e soltanto armi? Se il
paese è alla fame servirebbero soprattutto cibo, materiale sanitario, plasma,
invece la richiesta è di armi offensive, prontamente fornite dagli USA a colpi
di 700/800 milioni a settimana. Che strana guerra: ci hanno raccontato che i
russi dopo pochi giorni erano a 20 km. dal centro di Kiev, però poi si sono
fermati in tutto il paese e dalla capitale vanno e vengono un po' tutti i
leader mondiali, funzionano le ferrovie e l’aeroporto, la luce elettrica, gli
approvvigionamenti: ma che razza di offensiva ha scatenato Putin? Una follia
strategica visto migliaia di carri armati che - ci è stato detto - hanno invaso
l’Ucraina con colonne fino a 60 km. di lunghezza. Ma i carri armati o sono
riforniti di carburante o si fermano: possibile che i generali russi non ci
hanno pensato? E che fine hanno fatto gli invasori, come mangiano, come si
spostano?
Ci sono
decine di domande che restano senza risposta.
Allo stesso
modo si annunciano per giorni la scoperta di tragiche fosse comuni con migliaia
di cadaveri, poi improvvisamente non ne parla più nessuno: ma i morti c’erano
sul serio, oppure fortunatamente no? Ogni TG parla sempre al condizionale, le
fonti sono incerte se non contraddittorie. Ho l’impressione che l’informazione
sul conflitto sia zoppa, partigiana, poco verificata. Vorrei notizie certe e
documentate, solo allora ci si potrebbe fare una opinione meditata.
ASSUNTA ALMIRANTE: POLEMICHE
ANCHE DA MORTA
E’ morta a
100 anni di età “donna” Assunta Almirante, vedova di Giorgio Almirante,
indimenticabile segretario del Movimento Sociale Italiano.
Donna
volitiva, a volte non mi stava molto simpatica perché le sue parole diventavano
involontario strumento polemico della stampa avversaria le strumentalizzava. E’
stata comunque una testimone importante di un’epoca politica ormai passata e
compagna di un leader indiscusso ed unico che ha segnato la mia come
l’esistenza di tanti altri giovani degli anni ’70. Anche da morta ha causato
polemiche a conferma della pochezza degli imbecilli che girano oggi. Grande
bufera sui social, infatti, contro Ettore Rosato (capogruppo di Italia Viva, i
renziani) che ha inviato un telegramma di condoglianze alla famiglia e
tweettato "Con Assunta Almirante scompare una testimone di rilievo
dell'eredità morale e politica del marito Giorgio Almirante e del
Movimento Sociale Italiano". Sull’onda delle polemiche Rosato “cuor di leone”,
accusato di insensibilità antifascista, ha poi cancellato il messaggio.
QUANDO PAGA LA RAI
Un piccolo
fatto di cronaca, ma visto che tocca direttamente un mio amico lo racconto
volentieri ai lettori. Stefano Andrini era un mio collaboratore al dipartimento
esteri di AN che il 6 marzo 2011 era stato etichettato nella trasmissione
“Presa Diretta” su RaiTre di essere non solo un estremista di destra ma un ex
picchiatore, detentore abusivo di armi, un ex naziskin ecc.ecc. Il tutto quando
Andrini era nel frattempo diventato dirigente di un’importante azienda romana e
cui si voleva scopertamente far perdere il posto.
Andrini
querelò la RAI e tenne duro nonostante tutti i tentativi di insabbiamento e
prescrizione finchè con fulminea sentenza (11 anni e 8 mesi di attesa!)
finalmente la Magistratura, con sentenza del tribunale civile di Roma, ha
condannato la Rai al pagamento di 15.000 euro per diffamazione, oltre alle
spese legali.
Andrini ha
la testa dura, tanti nel frattempo avrebbero chiuso la vicenda con la solita
transazione, ma adesso che la Rai ha pagato, perché il conto di una
trasmissione faziosa deve essere messo a carico dei teleutenti? Perché i
responsabili del servizio infame e diffamatorio non dovrebbero pagare in
proprio?
Anche
perché ci raccontano che la RAI esprime il meglio del “servizio pubblico” ?!
25 APRILE: COSA SCRIVEVA GIANPAOLO PANSA
“I vinti
non dimenticano, ho smesso di essere manicheo, di dividere il mondo in due, di
qua i buoni di là i cattivi. La mia pietas verso il genere umano è cresciuta molto.
Ho scoperto che tutti, bianchi, rossi e neri soffriamo nello stesso modo e
spesso senza averlo meritato.
Con il
Partito Comunista Italiano la guerra di liberazione è diventata anche una
guerra rivoluzionaria per la successiva conquista del potere in Italia. Questo
progetto ha autorizzato un succedersi di errori, menzogne, intrighi, soprusi,
delitti e misteri: tutta robaccia occultata da una storiografia succube degli
interessi di quel partito.
Istria,
Dalmazia, Fiume, Pola, Zara, l’esodo di 300.000 persone che non volevano vivere
sotto il comunista Tito, il loro arrivo in Italia tra gli insulti e gli sputi
degli attivisti organizzati dal PCI… Di queste e di tante altre tragedie è
inutile parlare ai “Gendarmi della Memoria”. Loro danno via libera solo ai
ricordi che gli fanno comodo, mentre la Memoria li mette in difficoltà e allora
preferiscono tenerla sotto chiave, zittirla, fingere che non esista. Il
revisionismo è pericoloso, ma la Storia è una talpa che scava. Prima o poi
uscirà fuori la verità, ammesso che si abbia ancora interesse a cercarla”
(Gianpaolo Pansa)
BUONA
SETTIMANA A TUTTI
MARCO ZACCHERA
ATTENZIONE:
MOLTI LETTORI A VOLTE NON RICEVONO PIU' IL PUNTO. PURTROPPO
OGNI SETTIMANA UN CERTO NUMERO DI INDIRIZZI SI PERDE.
CONTROLLATE CHE IL PUNTO NON SIA FINITO IN SPAM E SE
VOLTE CONTINUARE A RICEVERLO INFORMATEMI, CERCHEREMO DI RIPRENDERE L'INVIO. -
grazie !
IL PUNTO n. 859 DEL
22 APRILE 2022
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Riassunto: Continua la
guerra in Ucraina e purtroppo non si vedono vie d’uscita. L’Europa non sembra
capace di mediare né di volere un accordo, anche perché con gli USA e la NATO
si è schierata con Kiev fornendo non solo assistenza umanitaria ma anche armi
sempre più “offensive”.
Non sono in
dubbio le responsabilità di Mosca, ma piuttosto la strategia europea, con la UE
che rischia di rimanere la più colpita dalla guerra non solo per i problemi
legati a milioni di profughi incolpevoli, ma anche per la montante crisi economica
ed energetica (leggete qualche dato) facendo in fondo un gran piacere agli USA
dove a condizionare uno spento Biden sono evidentemente i falchi del Pentagono.
Non è solo
la mia opinione: un sondaggio conferma che questo lo pensano la maggioranza
degli italiani, anche se nessuno – o quasi – osa ammetterlo.
Intanto la
Gran Bretagna chiude ai profughi e agli immigrati, dirottandoli in Ruanda,
mentre in Francia Emmanuel Macron succederà domenica a sé stesso nel
ballottaggio delle “presidenziali”.
Si pone un
problema, che riprenderemo: il presidente francese risponderà comunque ai
propri elettori grazie alla sua elezione diretta, perché invece gli europei
devono essere rappresentati dalla Von der Leyen, che non è stata votata da
nessuno, esattamente come Draghi?
DEFAULT RUSSO, MA ANCHE CRISI EUROPEA
La sempre
gioiosa signora Ursula Von
der Leyen, presidente della Commissione Europea, appare in TV
tutta contenta: “Ci sarà anche il blocco del petrolio nel sesto pacchetto di
sanzioni alla Russia, il fallimento russo è solo questione di tempo!”. Intanto
è di giovedì 21 aprile la notizia che Biden darà altri 800 milioni di dollari
in armi sofisticate USA all’ Ucraina.
Qualcuno
informi la giuliva miss Ursula, diretta esponente dell’asse Berlino-Parigi-Bruxelles,
che se fallisce la Russia l’Europa quantomeno tirerà abbondantemente la cinghia
visto che - a parte il gas, il petrolio, le forniture alimentari e le
conseguenze per aziende che lavorano con la Russia, ora al tracollo - la sola esposizione “italiana” di
Unicredit nei confronti di Mosca è di 7,8 MILIARDI, quella di Intesa-Sanpaolo
di “solo” 5,1 MILIARDI e la stessa BERS (Banca di Ricostruzione Europea) è
esposta per 25 MILIARDI. Conviene così tanto all’Europa – e
soprattutto all’Italia - il fallimento della Russia? Ognuno rifletta da sé, ma
possiamo anche arrivare alla conclusione che con i tiranni, gli antidemocratici
e gli invasori non si fanno affari e tantomeno sconti: da Palazzo Chigi e a
Bruxelles si ripete: “Prima di
tutto viene la democrazia e la libertà, sono principi che non hanno prezzo!”.
Perfetto,
però allora per coerenza sospendiamo anche le forniture di petrolio dall’Arabia Saudita visto che
di democrazia e di libertà (magari anche di quella religiosa…) lì non se ne
parla, e che pure i sauditi fanno la loro bella guerra in Yemen, costata più di
20.000 civili morti ammazzati o sotto le loro bombe, tra l’altro fornite anche
dall’Italia. Vanno allora anche sospese le forniture petrolifere dagli Emirati Arabi, dove non
ci sono nè partiti né elezioni. Stop anche nei rapporti con l’Egitto - visto non
solo il caso Regeni - e lo stesso dovrebbe valere per la Libia (anzi, “le” Libie,
visto che sono in perenne guerra tra loro) che non sono certo esempio di
democrazia. Per far contento Di Maio potremmo insomma avere solo rapporti
con la Cina,
nota campionessa di democrazia, pluralismo, libertà e trasparenza. Povera
Europa…
SONDAGGI SILENZIATI
Pensavo di
essere un pesce fuor d’acqua a chiedere più riflessione sulla presa di
posizione italiana ed europea in Ucraina, ma scopro invece di essere in buona
compagnia. L’agenzia demoscopica Index Research ha elaborato per “Piazza
Pulita” (trasmissione di La 7) un sondaggio sulla guerra. Ci credereste? Alla
data del 13 aprile per il 52,7% degli italiani è controproducente continuare a
fornire armi a Kiev, in quanto ciò allontanerebbe gli sforzi per arrivare alla
pace. Per stoppare il conflitto, il 56,3% ritiene utile che Usa, Cina e grandi
potenze spingano Russia e Ucraina ad un compromesso e non viceversa. Il 45,7%
degli intervistati boccia la gestione della guerra da parte di Biden e della
Nato mentre solo il 35,4% la promuove.
“Il cessate
il fuoco in Ucraina non è stato ancora raggiunto perché gli Usa non hanno
interesse a fare finire le ostilità, anzi, hanno lavorato anni per farle
nascere”: a pensarlo è il 42,7% degli italiani nel sondaggio di
“Termometro Politico” del 12/14 aprile (solo il 39% pensa che la mancata tregua
sia per responsabilità di Putin, il 10% ne dà la colpa a Kiev, il 5,6%
direttamente all’Europa). Quasi un italiano su due preferirebbe che l’Europa
prendesse una posizione diversa da quella degli Stati Uniti.
Visto che
né la Von der Leyen né Draghi sono stati eletti direttamente dai cittadini
italiani od europei, dovrebbero forse anche tener conto di questi punti di
vista.
NONNI FASCISTI
Se il prof. Orsini dichiara su Rai
3 che suo nonno durante il fascismo era un bambino contento scatena un
finimondo, ma anche mio padre mi diceva la stessa cosa e – guarda caso – lo
ripetono o lo ripetevano quelli che erano bambini negli anni ’30, così come
tutti hanno sempre ripetuto che la guerra è stata invece una cosa tremenda e
assurda, oltre che una scelta profondamente sbagliata di un dittatore che ne è
poi stato travolto.
Non vedo
nulla di scandaloso né di demagogico nell’affermare tutto questo, perché
evidentemente è solo la verità.
Demagogico
(e ridicolo) è molto di più chi OGGI è così stupido dal non voler ammettere
queste cose e che approfitta di ogni dichiarazione di chiunque per scatenare
polemiche e per etichettare come “nostalgico” (ma va là!..) chi lo possa anche
solo pensare.
PROFUGHI ILLEGALI? LONDRA LI MANDA IN RUANDA…
“Basta
profughi!” lo sostiene il premier inglese Boris Johnson e il governo britannico ha
infatti tutta l’intenzione di inasprire le proprie politiche sull’immigrazione,
anche con una scelta che appare senza precedenti: trasferire i richiedenti
asilo in Ruanda, indipendentemente dalla loro località di provenienza e prima
ancora di aver preso in esame la motivazione che li ha spinti a fuggire. Londra
pagherà infatti il Ruanda
per fargli accogliere i richiedenti asilo e ha sottoscritto un accordo con
Kigali il 14 aprile u.s. per 120 milioni di sterline.
“Il nostro
paese - ha dichiarato Johnson - non può non può più sostenere un così forte
flusso migratorio: la nostra compassione potrà anche essere infinita, ma la
nostra capacità di aiutare le persone non lo è”. Almeno 5.000 persone hanno
infatti attraversato La Manica illegalmente nel 2022, decisamente troppi per
Londra.
Giusto per
memoria, in Italia l’anno scorso hanno attraversato il canale di Sicilia o sono
stati raccolte da navi di ONG ben 67.040
persone rispetto alle 34.154
del 2021 e alle 11.471
del 2020. (dati ufficiali del Ministero dell’Interno) mentre gli altri sbarchi
clandestini - proprio perché tali - non entrano nel conteggio. Come siamo
bravi! Siamo così bravi che non riusciamo neppure a dirottare una quota di
migranti all’interno della UE verso altri paesi (che pur lo avevano promesso),
né ad ottenere che siano trasferiti almeno quelli raccolti dalle ONG battenti
bandiera tedesca o olandese e “scaricati” in Italia.
Un
clamoroso fallimento per Draghi e l’ intoccabile ministro Lamorgese.
E adesso,
un necessario, caloroso benvenuto ai profughi ucraini.
FRANCIA
Credo
proprio che Emmanuel
Macron succederà a sé stesso domenica al ballottaggio per
l’Eliseo perché Marine Le
Pen ha indubbiamente cercato di rendersi più accattivante
liquidando lo storico “Front National” e fondando il rinnovato “Rassemblement
National”, ma non credo abbia la capacità di raccogliere intorno a sé la
maggioranza dei consensi.
Funziona
sempre così quando in un ballottaggio c’è un candidato considerato schierato
nettamente da una parte e l’altro giudicato più moderato.
Colpisce
che Macron - dopo cinque anni di presidenza - abbia intercettato meno del 20%
complessivo dell’elettorato francese, ma al presidente può bastare anche così.
Certamente
questa volta (il ballottaggio contro i Le Pen padre e figlia sono ormai una
consuetudine d’oltralpe) il divario non sarà di 66 a 33 come nel 2017, ma più
ristretto e comunque resta il fatto che Marine le Pen è stata la più votata -
al primo turno - in 41 dipartimenti francesi su 96.
Contro la
Le Pen giocano ovviamente anche tutti i media, l’Europa, la grande finanza, gli
USA, l’intellighenzia progressista, la sinistra e la magistratura francese. Con
tempismo perfetto la Procura di Parigi ha ampiamente pubblicizzato proprio
pochi giorni fa un’inchiesta relativa alla gestione dei fondi dell’ex partito
della Le Pen partita ben 18 (diciotto!) anni fa. Forse è un record, ma
certamente una provvidenziale (per Macron) “Giustizia a tempo” che mi ricorda
tanto quella di un altro paese vicino alla Francia, quello che come bandiera ha
un tricolore molto simile a quello francese.
BUONA
SETTIMANA A
TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL
PUNTO n. 858 DEL 15 APRILE 2022 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it) info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it Cari
lettori, un numero
in formato molto ridotto per IL PUNTO di questa settimana, solo per augurare a
tutti una Buona Pasqua che sia veramente di resurrezione. E’ un
momento particolarmente triste e difficile per il mondo, l’Europa e l’Italia,
così come per tanti altri paesi dove la guerra, l’egoismo umano, il
disinteresse per il futuro naturale del pianeta spingono a temere un domani
pieno di incognite e difficoltà. Non
riusciamo più a capire dove sia la Verità, le notizie si accavallano tra
violenze e futilità, superficialità e contraddizioni. Sembra che
si sia persi un po' tutti la bussola, forse anche perché mancano certezze e
serietà perfino nell’approccio ai problemi. In questi
momenti così difficili la cosa migliore è allora fermarsi a riflettere, a
parlare un po' di più con noi stessi per cercare un po' di luce dentro e fuori
di noi. Il venerdì
santo è la notte della paura e della tristezza, ma per il credente al buio
segue, deve seguire comunque la luce dell’alba, di un’alba di Resurrezione. Vedere
questa luce e saperla costruire è l’augurio che faccio agli amici che mi
seguono da tanti anni, così come ai lettori più recenti, perchè si deve
“comunque” sperare, bisogna “comunque” impegnarsi, non si può e non si deve
gettare la spugna, magari chiudendoci ancora di più in noi stessi con
menefreghismo e – spesso – troppo egoismo. Ciascuno di
noi è quindi invitato a riflettere per cercare di riscoprire invece in noi
stessi e negli altri valori veri per la nostra vita. La speranza
è di riuscirci - sia come individui che come comunità - idealmente
vicini a chi in questi giorni soffre di più per le devastazioni della guerra,
le ingiustizie, le violenze, le rivalità troppo spesso assurde che dilaniano il
mondo.
BUONA PASQUA A
TUTTI
MARCO ZACCHERA IL PUNTO N. 857
dell’ 8 APRILE 2022 di Marco Zacchera (marco.zacchera@libero.it) info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it In questi
giorni sono negli USA e da qui le vicende europee sono viste con tutt’altra
prospettiva rispetto all’ Italia. Questo numero de IL PUNTO è quindi un po'
diverso dagli altri, ma ci tenevo a trasmettere ai lettori alcune impressioni
sulla guerra in Ucraina colte dall’ altra parte dell’Atlantico. Note che
trascendono dalle notizie dell’ultimo minuto e che volutamente non si
soffermano sugli orrori e la violenza che ha segnato anche questo conflitto.
Non ci sono dubbi sulle responsabilità dell’aggressione di Putin, ma cerchiamo
di vedere le cose anche in modo strategico per il futuro dell’Italia e
dell’Europa, non facciamoci confondere da notizie non sempre documentate e
certe, visto che in ogni guerra la verità è spesso manipolata agli interessi di
parte. GLI INTERESSI DI BIDEN A oltre
quaranta giorni dall’inizio del conflitto, qui negli USA le notizie della
guerra in Ucraina tendono a scivolare via velocemente dai titoli di testa dei
TG con gli americani molto più preoccupati per l’inflazione e il costo dei
carburanti che non per il lontano fronte europeo. E’ infatti
molto più commentata la decisione presidenziale di attingere un milione di
barili al giorno dalle riserve strategiche fino alla fine dell’anno pur di
bloccare il prezzo della benzina che era schizzato in molti Stati oltre i 5
dollari al gallone. La mossa ha stabilizzato il prezzo intorno a 4,20 dollari,
equivalenti a 99 centesimi di euro al litro, un prezzo che a noi sembra da
favola, ma per gli americani è comunque uno shock. Un esempio
per sottolineare come la partita Ucraina si giochi negli USA principalmente sul
fronte interno sostenuto da una borsa dove corrono soprattutto i titoli legati
alla difesa, grande business americano di cui in Europa si parla pochissimo. L’opinione
pubblica guarda preoccupata al prezzo della benzina, ma anche perché deve
prende atto che l’inflazione ufficiale, già prima della guerra, era salita al
7,9%, record negativo dal 1982, mentre la Federal Reserve pompa quotidianamente
nel sistema una somma imponente di liquidità (si parla di 300 miliardi di euro
al mese, ovvero in un solo mese tutti i fondi italiani del PNRR) per sostenere
i consumi e – indirettamente – le traballanti fortune di Biden chiamato a
novembre ad un difficile turno elettorale. Dietro il
paravento degli aspetti politici ed umanitari del conflitto, gli USA si stanno
indebitando sempre di più, ma grazie alla loro rafforzata leadership
economico-finanziaria, scaricano una parte dei propri guai sull’Euro e le alte
economie straniere con il dollaro che comunque si e rafforzato confermandosi
come valuta centrale del mondo. “Combatteremo
la guerra in Ucraina fino all’ultimo europeo” E’ uno slogan ipotetico, ma che
rende l’idea: l’America vende armi, tiene alta la tensione, fa i propri affari
e scarica rischi, profughi e “danni collaterali” sugli alleati e le loro
economie. Dopo
l’abbandono dell’Afghanistan che ha significato una figuraccia immensa per la
Casa Bianca, l’amministrazione Biden sta puntando tutto su un rilancio
economico interno nel tentativo di affrontare al meglio il voto di novembre. Di
qui la necessità di tenere basso il costo del denaro offrendo liquidità delle
famiglie (si stanno ripetendo le situazioni pre-2008, quando esplose la bolla
dei mutui sugli immobili che come un terremoto sconvolse l’economia del mondo)
e puntando a nuovi posti di lavoro. Il prezzo da pagare è un aumento
astronomico della liquidità circolante che genera inflazione, ma accettabile se
appunto viene parzialmente “spalmata” all’estero nel momento in cui la guerra
indebolisce soprattutto le cncorrenti economie europee. Parliamoci
chiaro: l’America non risente economicamente del conflitto, non impiega propri
uomini in prima linea, non ospiterà una quota significativa di profughi, ma ha
tutto l’interesse a mantenere alta la pressione perché controllerà sempre di
più le fonti energetiche mentre fa grandi affari in campo militare anche in
Europa. La
Germania, per esempio, ha acquistato nelle scorse settimane nuovi armamenti USA
nel quadro di un piano di rinnovamento delle sue forze armate con un budget di
100 miliardi di Euro. Applaudono Lockheed, Martin, Raytheon, General Dynamics,
Boeing e Northrop Grumman, i giganti della difesa USA sempre in prima fila –
guarda caso - a sostenere Biden. Soprattutto,
sul piano strategico, gli USA al di là delle dichiarazioni ufficiali sono ben
contenti del solco profondo che la guerra in Ucraina sta creando tra UE e
Russia che - ove fossero invece paesi tra loro alleati -potrebbero insieme
diventare un formidabile antagonista all’America. Un’Europa
debole dal punto di vista energetico è poi un’altra manna per Washington che
invierà gas – così almeno è stato promesso – ma ad ottimi prezzi (per gli USA)
mentre la sospensione dei lavori per il gasdotto Nord Stream 2 chiuderà per
anni i rubinetti ad Est per un’Europa affamata di energia: la quadratura di un
cerchio perfetto in cui l’UE è però la parte perdente. Anche se si
pone l’accento soprattutto sulle tematiche umanitarie per giustificare la
reazione all’attacco di Putin, di fatto la crisi ucraina sta quindi diventando
un formidabile mezzo per gli Stati Uniti per controllare in modo economicamente
e militarmente molto più forte un’Europa divisa su molti aspetti e già
zoppicante per aver perso la Gran Bretagna. Si spiegano
così anche alcune mosse di Biden che sembrerebbero scriteriate, se davvero alla
Casa Bianca ci fosse una concreta volontà di costruire la pace. Se vuoi la pace
non provochi e insulti gli avversari, non spingi per esasperarli quando sai che
buona parte delle forze armate russe non sono (ancora) coinvolte in Ucraina.
Soprattutto rifletti prima di armare l’Ucraina perpetuando il conflitto e
insisti invece per una mediazione credibile mentre – anche sulle sanzioni –
cerchi di non scegliere quelle che danneggiano soprattutto gli alleati europei,
come invece è stato fatto. E l’Europa,
l’Italia, Draghi? Ho l’impressione che (a parte tutti i consueti appelli alla
pace, democrazia, libertà, diritti umani ecc.ecc.) una volta di più a
Bruxelles comandino quelle lobby che non sono sempre dalla parte dei comuni
cittadini europei. Conta soprattutto il business, così dopo il Covid ora si
guadagna con la guerra: ieri si speculava sui vaccini venduti a prezzi
esorbitanti senza controlli sui contratti (dopo due anni i contratti pubblici
europei con le americane Pfizer e Moderna per centinaia di milioni di dosi e
miliardi di euro sono ancor segreti!), oggi si permettono aumenti dei costi
energetici che uccidono l’economia europea, ma portano profitti scandalosi alle
multinazionali. Quanti riflettono anche su questi aspetti, quali media ne parlano?
Spero che qualche italiano in più cominci a farsi delle domande.
Buona settimana a
tutti
……
Marco Zacchera IL PUNTO n. 856 del
1 APRILE 2022 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it) info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it Sommario:
Prima il COVID poi la guerra in Ucraina: l’attenzione di tutti è concentrata
sempre su alcuni temi monopolizzanti, ma anche altre problematiche non
dovrebbero essere dimenticate. In campo
politico, per esempio, eletto Mattarella tutto è caduto sotto silenzio per il
CENTRO-DESTRA che sembra incapace di darsi una linea comune, ma le elezioni si
avvicinano. Tornando
invece all’attualità del conflitto ucraino, una lettura dei dati sulla SPESA
PER GLI ARMAMENTI nel mondo imporrebbe almeno una riflessione e credo
giustifichi pienamente la posizione di PAPA FRANCESCO che insiste a considerare
la guerra una follia. Notate: il Papa viene citato dai media e invitato in TV
quando parla in termini “umanitari”, di immigrazione ecc. perché fa molto
“progressista” ma se - come nei giorni scorsi - chiama i governi ad un freno
delle spese militari allora viene di fatto censurato perché evidentemente dà
fastidio a chi campa sulle guerre e ad una sinistra che dal “pacifismo”
antiamericano si è convertita al pro-militarismo anti russo, anche se quasi
nessuno sembra volerlo notare. Intanto passano i mesi e non si conoscono
ancora le priorità del PNRR, mentre Draghi punta sull’extra-deficit per tirare
a campare. C’ERA UNA VOLTA IL CENTRO DESTRA.... La data non
si sa ancora e della questione non ne parla nessuno, ma tra il 15 aprile (data
ormai impossibile) e il 15 giugno si andrà a votare in 977 comuni italiani tra
cui 26 capoluoghi di provincia e 143 comuni oltre i 15.000 abitanti. Nella
stessa giornata si dovrebbe (forse) votare anche per i referendum sulla
giustizia promossi da Lega e Radicali. Si voterà
in città importanti da Palermo a Padova, da L’Aquila a Verona, da Taranto a
tutti i capoluoghi del sud del Piemonte, da Messina a Genova. Un test
elettorale di milioni di elettori a meno di un anno dalle elezioni politiche ma
che per ora sta passando sotto traccia. Nel
centro-destra tutto tace ed è significativo perchè – reduce dalla infausta
tornata delle amministrative dell’autunno 2021 e dalla sconfitta alle
“supplettive” di Roma – l’alleanza dovrebbe in qualche modo prepararsi a
un turno elettorale che si preannuncia molto divisivo e a rischio di nuovi
disastri, complice - una volta di più – la superficialità ed il
disinteresse dei leader che vanno avanti ciascuno per conto proprio, al più
incontrandosi solo al “quasi-matrimonio” di Berlusconi, cui però era invitato
soltanto il “fido” Matteo Salvini, quasi come una incoronazione di potenziale
successione all’onnipresente ed inossidabile (anche se per molti decisamente
patetico) Silvio Berlusconi. Pare che la
Meloni e Salvini non si sentano dal 28 gennaio quando – improvvido –
l’ascensore del leader della Lega “salto” il quinto piano del palazzo dei
gruppi a Montecitorio, là dove era atteso (invano) da Giorgia Meloni per
concordare le mosse. Era il
giorno in cui si doveva decidere sul Mattarella-bis e che finì come si sa,
compreso il siluramento (ed affondamento) politico di una alleanza di
centro-destra che per la partita Quirinale era partita con i favori del
pronostico. Da allora
le tensioni tra i gruppi sono aumentate con scortesie collaterali: le reti
Mediaset (“indipendenti”?!) hanno di fatto cancellato le presenze di esponenti
di Fratelli d’Italia, la Meloni non è stata invitata al “quasi matrimonio” di
Berlusconi e soprattutto in periferia è in corso una serrata guerra di
posizioni che in vista di elezioni amministrative non promettono
mai nulla di buono. E pensare
che la guerra in Ucraina era stata occasione di un forzato riavvicinamento di
FdI al governo, occasione che sta evaporando anche per le difficoltà di Draghi
a chiudere in maniera soddisfacente il “pacchetto energia” dando spazio alle
proteste dell’opposizione per il perdurante caro carburanti. Colpisce
questa mancanza di volontà a correre insieme, pur ripetendo il mantra che una
alleanza “naturale” ci sarebbe nei fatti. La realtà è ben diversa ed anche
questi atteggiamenti fanno pensare che salgano le quotazioni di un nuovo
sistema elettorale proporzionale dove la visibilità dei singoli
partiti sarebbe il “valore aggiunto” che ciascuno, alla fine, narcisisticamente
attribuisce a sé stesso. In un
momento in cui la sinistra è profondamente divisa il centro-destra non solo
sembra incapace di riannodare i propri nodi, ma permette a Letta di ricucire
tra i suoi e il M5S: una “grazia ricevuta” di impensabile valore. NUMERI TERRIBILI (CHE NON TORNANO) La Camera
ha approvato a grande maggioranza un ordine del giorno che impegna il governo
ad "avviare l'incremento delle spese per la Difesa verso il 2% del Pil”.
Passando in pratica dai 25
miliardi l'anno attuali a 38 miliardi l'anno. Stando all’
ANSA, i 27 Paesi dell’Ue, - secondo i dati del SIPRI di Stoccolma, uno dei più
accreditati ed indipendenti istituti mondiali di analisi - già oggi spendono 233 miliardi di dollari all’anno
in spese per armamenti, più del triplo di quanto spende la Russia. Gli Stati
Uniti (un altro paese NATO) sono in testa in termini di spesa con oltre 766
miliardi di dollari, che rappresentano il 3.74% del loro PIL: da soli gli USA
spenderebbero oggi più di UNDICI VOLTE rispetto alla Russia. Anche la
Cina spende di più che nel passato: +76% nel decennio 2011-20, come India e
Russia. Mosca è cresciuta costantemente fino al 2016, ha investito molto
negli ultimi tre anni, raggiungendo ad una spesa stimata di 67 miliardi di dollari,
comunque meno di un decimo degli USA E’ “SOLO” TRE VOLTE L’ITALIA. L’Ucraina si
trovava al 34esimo posto mondiale, con quasi 6 miliardi. Un valore che
significa il 4.13% del suo GDP nazionale. Il suo trend di spesa è in crescita:
10 anni fa la spesa era di poco più di due miliardi, ma Kiev prima della guerra
spendeva comunque un decimo rispetto alla Russia. In termini
complessivi La Nato (USA compresi) spende complessivamente circa
1.103 miliardi di dollari, pari
al 56% della spesa militare globale. Tra i primi 15 Paesi per spesa militare
nel mondo, sei sono membri della Nato: L'Italia rimane nella top 5 europea
per spesa e all’undicesima posizione globale. Quindi
Mosca spende “solo” 67 MILIARDI e la NATO ben 1.103 MILIARDI: 18 VOLTE PIU’ DELLA RUSSIA. O i numeri
sono sballati o Putin è un suicida a mettersi contro la NATO, oppure (terza
ipotesi, da non scartare) la NATO spende male i suoi soldi, ma allora - prima
di aumentarli - andrebbe verificato se non sia il caso di spenderli meglio,
ammesso che ci sia un “meglio” nelle spese militari. Un aspetto
che andrebbe verificato anche per le spese militari italiane. Sono
argomenti che però danno fastidio: dopo decenni di input e proclami pacifisti –
soprattutto se si dovevano criticare gli USA – ora siamo al corto/contro
circuito informativo: perfino se Papa Francesco dà dei “folli” ai governanti
(compresi quelli europei) per queste spese eccessive viene di fatto censurato.
Chissà se qualche italiano si renderà conto che anche questo è un chiaro
indizio di assoluto controllo dell’informazione, oltre a sottolineare quanto
meno importante sia diventata la Chiesa - rispetto a solo qualche decennio fa -
nella sua capacità di influenzare le scelte politiche dei governi. Pensate se
l’umanità destinasse queste somme - anziché per potenzialmente uccidersi a
vicenda - a migliorare invece le condizioni del pianeta e di chi ci abita… NOTIZIE DEL PNRR ? Non riesco
a capire quali siano le CONCRETE priorità dei miliardi spesi e da spendere per
il PNRR, argomento che è totalmente sparito dai radar dell’informazione.
Possibile che gli italiani non abbiamo il diritto di conoscere chiaramente
quali siano i principali obiettivi da raggiungere e quali le opere pubbliche
prioritarie? Probabile che l’Europa rimanderà tempi e procedure per l’emergenza
ucraina, oltre che allargare i margini dei deficit pubblici, ma un po' più di
chiarezza mi sembra comunque indispensabile.
A TUTTI
UN SALUTO E BUONA SETTIMANA
MARCO ZACCHERA IL PUNTO
n. 855 del 25 MARZO 2022 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it) info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it Sommario: Ma
gli attori in campo vogliono VERAMENTE la pace in Ucraina? Putin è
l’aggressore, ma BIDEN e ZELENSKY come si stanno comportando? Se devi
trattare con Putin non devi provocarlo come ha fatto Biden, altrimenti è ovvio
che insisterà nella sua aggressione. Ma quanto “vale” davvero Biden?
Questo è il dubbio che deve porsi il mondo e soprattutto l’Europa che si trova
in prima fila in un conflitto molto pericoloso e per il quale continuo a
pensare che l’Italia NON debba armare l’Ucraina. Intanto dobbiamo prendere atto
che l’informazione di guerra non coincide spesso con la verità che viene così
manipolata, mentre il vero dramma sono i milioni di persone inermi che si
trovano coinvolte nel conflitto. Credo che le parole del Papa siano
illuminanti: forse andrebbero almeno lette e meditate / In AFGHANISTAN intanto
i talebani (nonostante le promesse) hanno ufficialmente vietato l’accesso a
scuole medie e università alle ragazze: l’oscurantismo islamico è un nuovo
medioevo che avanza, ma al mondo questo non interessa. MA BIDEN (E ZELENSKY) VOGLIONO DAVVERO LA PACE? Che Putin sia colpevole
dell'aggressione ed invasione dell'Ucraina è fuori di dubbio, ma se il
presidente degli USA Joe
Buden lo definisce ufficialmente in TV "Criminale di
guerra, dittatore assassino e delinquente" significa che la stessa Casa
Bianca non vuole costruire la pace, perché provocare l'avversario - per
colpevole che sia - significa solo voler alimentare una sua reazione che,
conoscendo Putin, non potrà che essere violenta. Ma Joe
Biden è davvero in grado di comandare la più grande nazione del mondo (ammesso
lo sia ancora)? Oppure è un vecchietto un pò stordito che deve leggere ogni
riga che gli mettono davanti perché incapace di un pensiero proprio, così come
deve assolutamente guardare fisso il "gobbo" che sta dietro ad ogni
sua telecamera TV per lo stesso motivo? O è diventato semplicemente un
burattino nelle mani di chi anche negli USA vuole moltiplicare gli effetti
della guerra che - come sempre - permette di fare ottimi affari, soprattutto se
a rischiare e ad andare in crisi è soprattutto l’Europa? Comportandosi
in modo così sprovveduto temo che Biden non sia un portatore di pace, forse
perchè - facendo la voce grossa – spera di far dimenticare al mondo le
porcherie che suo figlio ha combinato in Ucraina o, più semplicemente, è alla
disperata ricerca di consensi in vista del voto americano di mezzo termine che
a novembre rischia di polverizzarlo. Di sicuro è un personaggio non all'altezza
del ruolo nonostante gli osanna (sempre più forzati) di tutti i progressisti
del mondo. Immaginate
per un attimo se a provocare così Putin fosse stato Trump: minimo sarebbe
stato indicato come un ignorante in politica estera, provocatore e
guerrafondaio. Ma Biden è "democratico" e - come i suoi mentori Obama
e Clinton - deve essere accompagnato sempre dal plauso preventivo e
preconcetto, anche se sembra sempre di più un vecchietto sostanzialmente
incapace di affrontare le responsabilità del suo ruolo. L’INFORMAZIONE E LA VERITA’ Ho
l’impressione, riguardo alla guerra in Ucraina, che spesso ci sfugga la verità
per finire nella propaganda. Giorno per giorno appaiono (e spariscono) numeri
inverosimili, seguono smentite spesso altrettanto inverosimili o minacce
catastrofiche che poi (per fortuna) vengono ridimensionate. Ma soprattutto ci
sono troppi silenzi, omissioni, commenti pilotati. I “vecchi del mestiere”
(come Tony Capuozzo) sono molto più cauti nelle loro analisi rispetto alla
legione dei nuovi “esperti” che hanno conquistato le prime file nei talk-show
rubando il posto a quelli del Covid. Le
responsabilità di una invasione sono chiare, ma chi stia lavorando veramente
per la pace è molto meno chiaro, così come anche tra i “buoni” ci sono cose che
non mi quadrano. Zelensky, per esempio, ottiene una “standing ovation” a
Montecitorio dopo aver messo fuori legge solo poche ore prima 12 partiti di
opposizione tutti dichiarati “filorussi”: qualcuno l’ha notato e si è posto
qualche domanda? La realtà è
che forse la verità ha molte facce, angolazioni, giudizi diversi ed è
soprattutto molto più complicata, così come la storia dell’Ucraina che
geograficamente è una “fusione a freddo” di genti molto diverse tra loro. Continuo
personalmente a pensare che sia un errore armare l’Ucraina, che l’Italia e
l’Europa dovrebbero continuare concretamente ad aiutare dal punto di vista
umanitario ma NON inviare armi, anche perché è contraddittorio o perlomeno
curioso esporre poi le bandiere della pace. La scusa
per bombardare Hiroshima fu che era l’unico mezzo per costringere il Giappone
alla resa, altrimenti avrebbe resistito ancora per mesi con grandi perdite di
vite umane, ma ad oggi la Russia ha dispiegato in Ucraina solo una parte della
sua forza: se armiamo e rafforziamo l’avversario sarà una continua escalation
senza mai arrivare ad un armistizio con morti e disastri da ambo le parti. Solo
la diplomazia può portare ad una tregua: se le “condizioni minime” chieste da
Putin sono ragionevoli e l’Ucraina può essere garantita dall’ Occidente nella
sua sovranità, perché non spingere su queste basi? Questo è il punto che va
affrontato, ma se si spara soltanto non si ragiona, mai. Io non
conto nulla, ma proprio ieri il Papa
ha detto: «La vera risposta» alla guerra non sono altri armamenti, altre
sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un'altra impostazione, un modo
diverso di governare il mondo, non facendo vedere i denti». Il Papa si è
«vergognato quando ho letto che un gruppo di Stati si sono compromessi a
spendere il 2 per cento del Pil per l'acquisto di armi come risposta a questo
che sta accadendo, pazzi!». Per il Pontefice è «ormai evidente che la buona
politica non può venire dalla cultura del potere inteso come dominio e
sopraffazione, no, ma solo da una cultura della cura, cura della persona e
della sua dignità e cura della nostra casa comune. Lo prova, purtroppo
negativamente, la guerra vergognosa a cui stiamo assistendo, penso che per
quelle di voi che appartengono alla mia generazione sia insopportabile vedere
quello che è successo e sta succedendo in Ucraina. Ma purtroppo questo è il
frutto della vecchia logica di potere che ancora domina la cosiddetta
geopolitica». “La storia degli ultimi settant'anni lo dimostra – ha osservato
Bergoglio - guerre regionali non sono mai mancate, per questo io ho detto che eravamo
nella “terza guerra mondiale a pezzetti”, un po' dappertutto, fino ad arrivare
a questa, che ha una dimensione maggiore e minaccia il mondo intero». Ma il
«problema di base è lo stesso: si continua a governare il mondo come uno
“scacchiere”, dove i potenti studiano le mosse per estendere il predominio a
danno degli altri." AMEN Con una
decisione a sorpresa – ma in fondo prevedibile – e violando gli accordi
sottoscritti a Doha con gli USA la leadership dei talebani che dall’agosto 2021
ha ripreso il controllo dell’Afghanistan ha deciso di non ammettere più le
ragazze a scuola dopo i 10 anni di età, senza comunicare se e quando il divieto
verrà mai revocato. Da quando
hanno preso il potere i talebani la maggior parte degli istituti e le
università erano già di fatto vietate a donne e ragazze, ora il divieto è
totale ed ufficiale. L’Alto
Commissario Onu per i diritti umani, la cilena Michelle Bachelet, ha espresso
la sua «profonda frustrazione e delusione… ecc.ecc.» E’
immaginabile quanto gliene freghi ai talebani della “frustrazione” della
signora Bachelet, ma tanto il mondo è distratto e i diritte delle donne afghane
non sono più - da tempo - argomento da trattare in TV. RICORDATEVI CHE... se non
ricevete più il Punto contattatemi: ogni settimana "spariscono" molti
indirizzi dagli invii effettivi che finiscono in spam o inavvertitamente
respinti, ma non posso saperlo preventivamente. Grazie anche a chi mi segnala
gli indirizzi mail di potenziali nuovi lettori.
A TUTTI
UN SALUTO E BUONA SETTIMANA
MARCO ZACCHERA IL PUNTO n. 854 del
18 MARZO 2022 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it) info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it Sommario:
Troppe altre guerre dimenticate – Il governo “scopre” (in ritardo) le
speculazioni sul prezzo dei carburanti, ma intanto recupera somme enormi ai
danni dei consumatori alimentando l’inflazione e non ha il coraggio di imporre
un calmiere – Due incredibili storie di epurazioni (cretine) nel nome
dell’antifascismo – storia in TV. GUERRE No, non vi
parlo di Ucraina perché ne parlano tutti. Prima era il Covid a monopolizzare le
informazioni, ora si parla solo del conflitto, in un tragico talk show
quotidiano. Guerre?
Come il Covid è improvvisamente sparito dai media, così abbiamo dimenticato
tutte le altre guerre che purtroppo impestano il mondo. Nessuno
parla più di Afghanistan, velocemente cancellato dopo la maxi-figuraccia USA ed
occidentale, ma dove si continua a morire. Sparite totalmente dall’attenzione
le donne afghane: “Non vi dimenticheremo” era stato detto loro e invece
centinaia di ex giudici donne ed ex giornaliste sono sparite nel nulla, milioni
di donne sono tornate al medioevo e neppure l’8 marzo sono state ricordate.
Vivono nascoste, forse morte, forse fuggite: nessuno lo sa, nessuno ci informa.
Così come sul destino dei circa 4.000 collaboratori afghani della nostra
missione militare che dovevano essere “salvati”: partito l’ultimo aereo ad
agosto non si è più visto né sentito nessuno. Spariti
(anzi, mai apparsi) i video sui disastri della guerra saudita in Yemen
(conflitto benedetto dagli USA e combattuto anche con armi italiane), come
"no news" dalla Somalia dove si muore da anni, dalla Birmania, dal
Corno d’Africa, dal Sud-Sudan e da una incredibile serie di paesi – dall’Egitto
all’Iran, dalla Cina a Cuba – dove i diritti umani sono negati. Guerre dimenticate,
senza “appeal”. In che
tragedia di mondo stiamo vivendo! PETROLIO TRA PREZZI E SPECULAZIONE Considero
Mario Draghi come un premier autorevole, ma ho l’impressione che “Supermario”
sia molto, troppo attento agli interessi delle grandi multinazionali prima ancora
di considerare i loro effetti per i comuni cittadini italiani. Prima gli
interessi delle case farmaceutiche che si sono gonfiate con i profitti Covid
senza lo straccio di un calmiere europeo, poi il tappeto rosso alle banche che
hanno fregato milioni di risparmiatori, adesso i prezzi petroliferi sui quali
si sta intervenendo con grandi ritardi e dopo aver permesso profitti
scandalosi. Ne avevo
scritto la settimana scorsa, colpito dai silenzi ufficiali e proprio il giorno
dopo si è svegliato il ministro Cingolani che ha parlato di speculazioni,
truffe, extraprofitti, manco avesse letto “Il Punto”. Comunque Cingolani è un
ministro davvero sconcertante dichiarando pubblicamente : “Non capisco come ciò
sia possibile”. Il signor
ministro non capisce?! Si chiama speculazione, quella che arriva puntuale
quando un governo interviene con lentezza, permettendo utili stratosferici alle
multinazionali senza scrupoli ma anche alle aziende para-pubbliche che pur
dovrebbero fare gli interessi dei cittadini. Servono poco
i viaggi di Di Maio in Algeria a implorare gas se la nostra diplomazia e quella
europea non riescono a convincere i paesi del Golfo ad aumentare
significativamente la produzione. Paesi arabi che ringraziano Putin per
l’enorme regalo portato loro dalla guerra in Ucraina e non è un caso che gli
Emirati Arabi si siano astenuti anche in sede di votazioni ONU a condannare la
Russia. L’altro
aspetto emblematico (e speculativo) è che i prezzi sono schizzati non appena
USA e Gran Bretagna hanno parlato di embargo alla Russia. Facile per questi due
paesi parlarne perché hanno una quasi assoluta indipendenza estrattiva rispetto
a Putin, ma lasciando nei guai tutti gli altri, ad iniziare dai paesi europei.
Il problema
è acuito anche dalla ipocrisia del nostro governo: il costo del petrolio incide
per circa il 35% sul prezzo alla pompa, le altre componenti fiscali, IVA e
accise superano invece il 50% e – soprattutto – viene oggi raffinato petrolio
che non è stato acquistato agli attuali prezzi correnti, ma stoccato a prezzi
molto inferiori, senza contare che tutte le imprese petrolifere si assicurano
forniture a prezzi calmierati o sono contro-assicurate rispetto alle
fluttuazioni del mercato. Per avere
un’idea dell’imponenza delle speculazioni che Cingolani “non capisce” basta
guardare al 2013-2014 quando vi fu una fiammata mondiale dei prezzi
petroliferi. Il 16
giugno 2014 il prezzo di greggio al barile raggiungeva il prezzo-record di
112,83 dollari, prezzo che oggi – dopo una settimana di alternanti diminuzioni,
ma non se ne è accorto quasi nessuno – è intorno ai 100 dollari, ma con un
prezzo medio alla pompa (fonte ministeriale del 16 marzo) di 2,18 euro al
litro, mentre nel 2014 la benzina toccò il prezzo-record medio di soli 1,72
euro al litro. Una differenza alla pompa di quasi mezzo euro frutto di pura
e semplice speculazione che infatti – appena si è cominciato a parlarne – per
incanto si è “raffreddata”. Comunque,
se rispetto a 3 mesi fa oggi il prezzo del greggio è aumentato del 30%
significa che alla pompa il prezzo della benzina dovrebbe essere aumentato di
non più del 10% (un terzo del 35% di incidenza del costo del greggio sul prezzo
alla pompa) a parità di “guadagno” dello stato. I
carburanti sono però aumentati molto di più e la differenza è tutto maggior
profitto della “catena”, dove però per oltre il 50% la catena si chiama
“Stato”. Lo Stato
sta quindi generando inflazione che erode i risparmi e gli stipendi
“guadagnando” molto dai rincari, oltre agli strabilianti profitti di aziende
para-pubbliche come ENEL ed ENI. Si parlava di tassare almeno questi
extra-profitti, ma poi tutto è evaporato e non è certo una risposta rateizzare
le bollette (che prima o poi vanno comunque pagate) o ridurre di un poco le
accise, visti gli extra margini. Lo stesso
vale per gli aumenti dell’energia elettrica che per quasi il 40% è fornita da
energia rinnovabile che non ha avuto aumenti di prezzo, eppure con la scusa
dell'aumento del prezzo del gas tra IVA, accise e balzelli vari le bollette
sono più che raddoppiate. Se lo
stesso governo ha imposto lo stato di emergenza, Mario Draghi deve ora
dimostrare coraggio e coerenza imponendo prezzi equi e controllati per energia
e carburanti. D'altronde
non c’è libera concorrenza se di fatto un cartello di produttori (e
raffinatori) fissa i prezzi a proprio piacimento, in un reciproco interesse di
pochi e nel disinteresse delle inutili Autority pubbliche. Draghi dimostri
insomma la sua autorevolezza ed indipendenza da quei grandi gruppi economici
che troppo spesso si delineando alle sue spalle e che sembrano dettare le
regole del gioco con il compiacente placet di Bruxelles. IDIOZIE ED EPURAZIONI Nel centenario
della traslazione del Milite Ignoto al Vittoriano, il comune di Guidonia
Montecelio (Roma) aveva deciso di intitolare una via a Maria Bergamas,
friulana, la madre che cento anni fa scelse ad Aquileia l’ignota salma del
caduto che oggi riposa all’Altare della Patria, simbolo di tutte le madri che
avevano perso i loro figli nella prima guerra mondiale. “Contrordine
compagni”: la giunta PD-M5S ha ora innestato infatti la marcia indietro avendo
“scoperto” che la signora in questione sarebbe poi stata “fascista”.
Attenzione, la Bergamas non ebbe mai nessun incarico, nessun ruolo, nessuna
nomina, ma “di fatto” - sostiene ora la giunta della cittadina laziale -
divenne “un emblema fascista” e quindi va epurata. Ipocrisia,
soprattutto facendo notare che il comune di Guidonia – che oggi ha 86.000
abitanti - è stato fondato il 15 dicembre 1935 proprio per volontà del Duce, in
ricordo del generale dell’aeronautica Alessandro
Guidoni, dopo imponenti lavori idraulici che debellarono la
malaria che colpiva quella zona. Ma si sa, anche le bonifiche del
ventennio erano conquiste antifasciste. In questa
gara epurativa anche il governo, in settimana, ci ha messo del suo. Il
segretario nazionale di Sinistra Italiana, on. Nicola Fratoianni, ha infatti pure lui
“scoperto” che un aereo dell’aeronautica militare – udite udite! – è tuttora
intitolato ad Italo Balbo
chiedendo di epurarne il nome. Il Ministro della Difesa, rispondendo a
Montecitorio ad una sua interrogazione, ha comunicato che si procederà
prontamente in tal senso. Invano
andrebbe ricordato che Italo Balbo fu il fondatore - di fatto - della nostra
aeronautica moderna (e fu il primo ministro dell’aeronautica), quello che per
primo volò in formazione per mezzo mondo con i suoi idrovolanti conquistando
popolarità per l'Italia e record ineguagliati: siccome tutto è ipocrisia, la
Memoria deve essere oggi una cosa negata. Forse
Fratoianni non sa neppure non solo che Italo Balbo era contrario alla
guerra a fianco della Germania, ma soprattutto che fu l’unico gerarca ad
opporsi alle leggi razziali come risulta dal verbale della riunione del Gran
Consiglio del fascismo nella seduta del 6 ottobre 1938, morendo poi alla guida
del suo aereo nei primi giorni di guerra, colpito (per effettivo errore?) dalla
contraerea italiana in Libia. STORIA IN TV Alcuni
lettori mi chiedono come sia possibile ascoltare le mie settimanali
chiacchierate di storia locale su VCO-AZZURRA TV. Ricordato che sono visibili
(canale 853 e altri) il venerdì alle 22 con replica il sabato alle 13.30 –
14.30 – 17.30 e il martedì alle 12, ricordo che le puntate restano poi sempre
visibili sul sito di VCOAZZURRA TV - You Tube.
A TUTTI
UN SALUTO E BUONA SETTIMANA
MARCO ZACCHERA IL PUNTO n. 853 del
11 MARZO 2022 di MARCO
ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it) info e
numeri arretrati: www.marcozacchera.it Sommario: UCRAINA:
Non credo che sia una buona idea che l’Italia (e l’Europa) “armino” l’Ucraina,
il rischio è di allungare la guerra. Bisogna piuttosto garantire l’Ucraina
imponendo la sua neutralità: la guerra diplomatica si vince cedendo
reciprocamente qualcosa, altrimenti la guerra continuerà. PETROLIO: i
prezzi volano, ma soprattutto volano profitti e la speculazione visto che
il greggio per gasolio e benzina venduti oggi sono stati acquistati a
prezzi molto più bassi nei mesi scorsi, eppure il governo non interviene con
ripercussioni pesanti su inflazione, automobilisti, autotrasportatori,
pescherecci. Una volta di più a guadagnare sono le grandi compagnie del settore
che stanno facendo profitti immorali ed inauditi. MEZZOBUSTI: Spariti da un
giorno all’altro medici ed esperti virologi, infettivologi, cattedratici ed
affini tutti espertissimi a litigare parlando di COVID è adesso l’ora dei
generali: in Italia ne abbiamo 485 in servizio, quindi c’è un teleschermo per
tutti. Infine un ricordo di ANTONIO MARTINO, persona e seria e soprattutto
competente. L’ITALIA
FORNISCE ARMI? UN ERRORE STRATEGICO Non credo
che l’Italia compia una buona mossa strategica contribuendo ad armare l’Ucraina
e – oltre ad accogliere i profughi e ad aiuti umanitari – credo
sarebbe meglio inviare aiuti militari solo di carattere difensivo. Non è dando
forza militare a Kiev che si avvicina la pace, anzi, se illudiamo l’Ucraina di
difenderla militarmente si sentirà più forte per combattere i russi e sarà
sempre più difficile trovare un accordo. Sia ben
chiaro che è Putin l’aggressore ed il responsabile principale della crisi, ma
ora serve una tregua, un armistizio, una reciproca serie di garanzie, non altre
armi da impegnare sul terreno. Aiutare
l’Ucraina significa per esempio inviare cibo e materiale sanitario, ma anche
“militare” di difesa passiva (giubbotti, tecnologia difensiva, tende, ospedali
da campo, cucine, mezzi di trasporto) ma NON materiale bellico o munizioni e
non tanto o non solo per ragioni costituzionali, ma perché in questo modo la
guerra sul terreno rischia di allungarsi. A questo
proposito non mi piace l’equivoca posizione di Biden che fa il “furbo”. Vende
armi e lancia proclami, ma per gli USA conta poco l’embargo energetico russo
visto che vale meno del 10% dei loro consumi, per noi è ben diverso con punte
del 43% delle forniture di gas. Così come l’economia USA non commercia con la
Russia mentre per l’Europa è un partner importante e interi settori italiani
(dalla moda ai mobili, dalla alta gamma agli elettrodomestici) sono in crisi
per l’embargo. Per uscire
dalla crisi ucraina servirebbe piuttosto un colpo di scena: per esempio offrire
alla Russia la possibilità di nuovamente bussare in Europa. Detto così
può sembrare assurdo mentre i tank girano per Kiev, eppure sarebbe la logica
conclusione di un conflitto atroce ed assurdo, ma che sta mettendo a nudo anche
tutte le contraddizioni interne al regime di Putin dove la credibilità del
leader penso stia crollando di pari passo all’impantanarsi della situazione. Un’ Ucraina
garantita nella sua neutralità dalla UE, una ampia autonomia alla parte
russofila del paese con una striscia di sicurezza tra le parti, il libero
accesso russo alla Crimea (com’è già) e - in cambio del ritiro delle forze
russe in modo almeno progressivo – anche una immediata apertura europea proprio
al “nemico” del Cremlino, ovviamente obbligandolo ad alcuni passi-chiave non
solo sulla via della pace, ma anche dell’accettazione dei principi europei di democrazia
e pluralismo. Impossibile?
E perché mai? Entrambe le
parti avrebbero solo da guadagnaci: l’Europa blinderebbe le sue necessità
energetiche, la Russia ritornerebbe ad essere aperta al commercio
internazionale con una garanzia dovuta di tranquillità ai propri confini
tornando a guardare ad Ovest e non ad Est dove l’abbraccio della Cina è un
rischio anche per loro. La realtà
di due settimane di guerra ha messo a nudo i limiti delle forze russe in
termini logistici e di combattimento recitando un copione che è già più volte
andato in scena. Quando una dittatura è fragile deve inventarsi un nemico
esterno per tentare di cambiare le carte sul tappeto, ma significa che ha i
giorni contati o almeno il fiato corto. Nella
storia è sempre stato così e forse anche Putin ha rischiato al tavolo da poker
del conflitto convinto che l’Europa e la Nato non avrebbero rilanciato, ma –
quando il piatto sale – è sempre più pericoloso stare al gioco e si rischia di
perdere tutto. Forse lo Zar si è reso conto che alla fine il bluff rischiava di
travolgerlo e soprattutto per questo ha cominciato (forse) a trattare. Delineare
almeno all’orizzonte una strategia di riapertura a Mosca sarebbe utile, anche
perché l’Europa deve sinceramente ammettere di avere delle responsabilità nella
crisi ucraina e non solo dopo il 2014 ma soprattutto prima. Di fatto si è
tirato in lungo quando la Russia veniva incontro con il cappello in mano ad
inizio degli anni 2000 ed è trascorso invano il “momento magico” in cui Mosca
avrebbe forse accettato più miti condizioni e più serie riforme in cambio
dell’accesso al “salotto buono” europeo. L’Europa ha aspettato troppo, ha
minimizzato, ha forse pensato di vincere facile di fatto umiliando l’avversario
ed è stato un disastro per tutti. Ricordo
bene quei viaggi in delegazione a Mosca (allora ero vice-presidente della UEO,
l’unione interparlamentare di difesa e sicurezza dell’Europa Occidentale) e i
russi ci sembravano malmessi, un po' disperati, ma comunque disponibili ad
integrarsi: non li abbiamo filati molto, anzi, pensavamo ormai fossero ai
margini del gioco. Li abbiamo
sottovalutati e con il senno di poi è stato un errore gravissimo dimenticare la
storia, la mentalità, il nazionalismo di un popolo orgoglioso ed abituato a
stringere i denti nelle difficoltà e che della democrazia non ha ancora
fiducia, anche perché troppe volte è più rapida la soluzione d’imperio, dentro
e fuori le mura di casa. Non
commettiamo atti potenzialmente sbagliati: quanti sanno che la Russia fa parte
del Consiglio d’Europa di Strasburgo? Ora è stata logicamente “sospesa”, ma
forse c’è da chiedersi se non si stia chiudendo una delle poche possibilità di
incontro e di confronto. In fondo anche la Russia ha diritto di esprimere il
proprio punto di vista, non certo con i carri armati ma in sede diplomatica,
anche perché la presenza di popolazioni russe in Ucraina è una realtà che non
si può nascondere e per la quale va trovato un equo compromesso. Già il
Consiglio d’Europa ha negato l’accesso alla Bielorussia perché “antidemocratica”
ma – anche qui – come si può discutere con una controparte se la si allontana e
si chiudono i rapporti? Non
ripetiamo gli errori di qualche anno fa che in qualche modo hanno poi
contribuito a creare il clima che ha portato alle bombe su Kiev. Non si tratta
solo di ricordarci che abbiamo bisogno della Russia anche in chiave di
rifornimenti energetici, è ovvio che prima dell’economia conta la libertà ed il
rispetto delle persone. Per questo la critica e la censura a Putin per i suoi
metodi deve essere chiara ed inequivocabile, ma poi bisogna avere la forza di
almeno tentare un minimo di dialogo. Se si apre
una fiammella di pace alimentiamola e non soffiamoci sopra per spegnere tutto:
una Russia più vicina è negli interessi di tutta l’Europa, oltre che per i
popoli che ci stanno in mezzo e sono le vere, innocenti vittime accerchiate
dalla violenza. LE
CONSEGUENZE SUI PREZZI E L’INERZIA DEL GOVERNO Mentre la
crisi ucraina scuote il mondo, il prezzo dei carburanti è oggetto di aumenti ma
anche di speculazioni inaudite e in parte ingiustificate, con il governo che
sembra del tutto assente. Ricordiamoci
che il carburante venduto oggi alla pompa non è stato comprato o raffinato
ieri, ma parecchio tempo fa quando i prezzi mondiali erano ben più bassi di
oggi. La differenza è tutta speculazione e profitto incalcolabile, eppure
nessuno sembra pensarci, né il governo pone un tetto ad aumenti ingiustificati.
Siamo alle solite: aumenti istantanei guardando ai prezzi correnti e non di
acquisto, ma ribassi molto più lenti, in un “libero mercato” dove di
fatto poche società operano in regime di monopolio. Credo che in tempi anomali
come questi dovrebbe esser lo Stato a fissare i prezzi come è stato in Italia
fino a qualche anno fa. La concorrenza fa risparmiare ma solo se è libera: se
di fatto c’è un “cartello” tra produttori non lo è più! Altro
aspetto che non suscita pubblico dibattito è che la percentuale fiscale che
incide sul prezzo finale alla pompa e quindi anche lo stato sta guadagnando
perfino su questa crisi, il che è per lo meno singolare. Oltretutto
il gasolio pur più “povero” è aumentato molto di più della benzina,
dimenticando che l’Italia si muove su gomma e quindi l’aumento dei costi del
trasporto fa da grave “effetto leva” sull’inflazione e sull’aumento dei prezzi
al consumo, aspetto che però sembra del tutto disinteressare il mondo politico. Come
possono resistere gli autotrasportatori che avevano concordato prezzi al
chilometro che oggi si dimostrano del tutto in perdita? Mi aspettavo uno
sciopero generale della categoria che per ora dimostra invece molta pazienza,
ma che non credo continuerà ancora per molto. MEZZOBUSTI Un lampo di
guerra e perlomeno dai teleschermi sono spariti gli esperti di Covid che ci
avevano allietati per due anni. Virologi, infettivologi, mezzobusto
onnipresenti sono stati cancellati dai programmi perché adesso è l’ora dei
generali che sull’Ucraina sanno tutto (o fanno finta di saperlo), spesso
lasciandosi andare ad un mare di banalità. In Italia
abbiano 485 generali in attività ed una legione di generali pensionati rimasti
colonnelli in carriera e la scelta non manca: avanti, che in TV c’è posto per
tutti. ANTONIO
MARTINO Un ricordo
affettuoso per ANTONIO MARTINO, un caro amico che ci ha lasciato la scorsa
settimana. Figlio di Gaetano, uno dei fondatori della Comunità Europea ed
artefice dei “patti di Roma” che l’avevano disegnata, Antonio è stato a lungo
parlamentare e ministro degli Esteri e della Difesa. Professore universitario
in Italia e negli USA, già esponente del Partito Liberale, era poi diventato la
tessera n. 2 di Forza Italia, uno degli artefici del miracolo politico di
Berlusconi nel 1994. Per me era semplicemente un amico che - per prendermi in
giro - mi chiamava sempre ”Zac Zac” aggiungendo immancabilmente “Ma sei sempre
di corsa!...”. Bello essere stati amici di persone così…
A TUTTI UN
SALUTO
MARCO
ZACCHERA IL PUNTO n. 852 del
4 MARZO 2022 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it) info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it Sommario: Una
riflessione personale sulla guerra e un’idea per uscirne, aprendo ad una Russia
più europea - A Porto Tolle si smantella la più grande centrale elettrica
italiana, siamo senza energia ma in “transizione ecologica” e quindi tutti
felici e contenti – Sondaggio-shock: 30 anni dopo “Mani Pulite” il 68% degli
italiani non ha più fiducia nella Magistratura. GUERRE (RIFLESSIONE PERSONALE) Oggi
(mercoledì scorso - ndr)è il giorno delle ceneri, inizio della quaresima
cristiana mentre siamo tutti connessi sulla realtà dell’Ucraina. Cercavo
stasera di riflettere sulla guerra e pensavo che in questo momento (così ci
dicono, perché la verità non la sapremo mai) ci sarebbero già stati 6.000 morti
tra militari, civili, ucraini, russi. Seimila… i
numeri ci dicono poco, sono aridi, soprattutto quando sono grandi, ma per
capirli dobbiamo pensare a ciascuno di noi, visualizzando i singoli nostri
genitori, i nostri cugini, un'amica, un vicino. Siamo arrivati a 10
persone? Allarghiamoci e andiamo avanti mettendo insieme altri 6.000 volti di
persone che conosciamo (una intera cittadina). Probabilmente non ci arriveremmo
mai ma solo allora ci renderemo conto del dramma. Poi ci sono
altre decine di migliaia di vite che indirettamente sono rimaste sconvolte,
oltre alle centinaia di migliaia (un fiume) di chi scappa, soffre, è
ferito. Terrore, angoscia, pericolo e la grande incertezza sul
futuro di tutti. Tutto ciò perché qualcuno ha deciso – da solo - di attaccare,
di rinunciare a discutere per partire improvvisamente con le armi in questa
avventura. E' sempre successo così' - purtroppo - nei rapporti tra gli uomini,
gli stessi che poi alla fine di ogni guerra visti i danni e le distruzioni
reciproche “con il senno di poi”- hanno sempre commentato "non
ne valeva la pena". Una volta
gli uomini si combattevano a bastonate, poi via via sempre in modo più
organizzato... ma sempre, ogni volta, alla fine non ne valeva la pena. Gli anni
superano gli eventi: che cosa ce ne importa oggi se 400 anni fa due alleanze di
paesi europei hanno iniziato a combattersi per questioni religiose e in un
secolo hanno distrutto un continente? Nulla, non lo ricorda più nessuno, eppure
fu l'avvio di una guerra durata decenni con epidemie, violenze, distruzioni in
tutta Europa. Ma perché allora l'uomo non si ferma mai a ragionare, a
riflettere, a cercare di valutare bene se valga davvero la pena di
scatenare una guerra, se davvero non ci sia un altro mezzo per rivendicare i
propri diritti cercando almeno di capire (non dico di accettare!) il punto di
vista di un altro? Perchè alla fine ragioniamo ancora come i nostri antenati
ignoranti e violenti. Per mettere
dei freni preventivi a queste crisi hanno inventato le conferenze di pace,
l'ONU, i negoziati... Questa
volta neppure si è minacciata o "dichiarata" una guerra: la si è
cominciata e basta. Putin (che
spesso ho difeso) poteva avere anche delle ragioni, ma comunque non si agisce
così, non si mettono in conto le vite degli altri per qualsiasi spirito di
maggior potenza, ricchezza, importanza. Sono terribilmente triste in questi
giorni per la gente comune, per le vittime di ogni guerra, per quelli che
comunque non hanno alcuna responsabilità della situazione eppure sono costretti
a soffrire e morire, come sempre. Penso alle
fidanzate dei ragazzi russi spediti in guerra: saranno orgogliose e contente di
loro o invece piene di disperazione e paura? Per
costruire un palazzo, una scuola, un ospedale ci vuole tanta fatica, per abbatterlo
con una cannonata bastano pochi secondi, ma - soprattutto se al suo interno non
c’è nessuna persona armata - che logica c’è
nell’abbatterlo? Riflettiamo su questo al di là di ogni ragione, diritto,
alleanza, dichiarazione, provocazione reciproca, minaccia. Forse
l'Europa e l'Italia oggi sbagliano a prendere delle posizioni di invio di armi,
ma chi le ha spinte a farlo, chi le ha messe in condizioni di dover decidere:
se non ci fosse stata una aggressione si sarebbero mai sognate di mandare armi
in Ucraina? E non
pensate "non mi interessa questa guerra, sono lontani, sono gente diversa
da noi, non sono europei": non fatelo, per favore, la storia nei secoli ci
ha sempre dimostrato che Ucraina e Russia “sono” Europa! Non vi
sentite coinvolti? Immaginate se al fronte, su qualsiasi fronte, ci fosse
vostro marito o vostro figlio o se al fronte ci foste voi – obbligato ad
esserci – e a casa c'è la vostra famiglia in pericolo. Per capire
l’angoscia bisogna entrare nella carne, nel pensiero, nell’ansia di ogni
singolo uomo mentre intorno sparano e ricordare che - come in Ucraina -
ci sono comunque e purtroppo decine di posti diversi nel mondo dove avviene
contemporaneamente la stessa cosa e che se ora ci occupiamo di Kiev è solo
perché è più vicino del solito il luogo in cui si combatte. Purtroppo
troppo spesso l'uomo si crede onnipotente, eppure troppe volte lo è solo nel
fare il male. Tra l’altro è un atteggiamento tipico di una dittatura quando è
al tramonto: debole al suo interno, il regime deve dimostrare con la “prova di
forza” di saper rimanere a galla, ma la storia – fatalmente – ci dimostra che
invece la guerra è sempre stato un segno di debolezza e di crisi. Tipico,
come sperare nelle “guerre lampo” che invece (è stato sempre così!) poi si
cronicizzano. Sono triste
vedendo la desolazione e dentro di me credo e spero che ci sia una Autorità
suprema che non vorrebbe fosse così, ma che in noi prevale invece a volte
un'anima nera, CATTIVA, che ci spinge al peggio e che a volte vince, malefica. Non deve
essere così, non voglio sia così, prego e spero che non sia mai così… E mi
illudo che se questo pensiero di tolleranza fosse sempre più diffuso tra tutti,
anche tra i combattenti, sarebbe un primo spiraglio di sole. Poi, se
posso esprimere un parere, credo che l’Ucraina debba essere dichiarata
neutrale, assicurando larga autonomia alla parte russofila e garantita nella
sua indipendenza dalla UE (non dalla NATO) offrendo in cambio ad Ucraina e
anche alla Russia una possibile integrazione europea (che non vuol dire essere
parte formale della UE). Anche in questi giorni bui credo che solo così la
Russia possa avere un futuro: associata all’Europa e non emarginata a rischio
di abbracci con la Cina. Sarebbe vantaggioso per loro e per noi, economicamente
e strategicamente, creando un blocco continentale determinante a livello
mondiale. Certo la Russia deve però accettare le regole democratiche,
uniformandosi ai principi europei, ma credo che buona parte del popolo russo
non sarebbe assolutamente contrario a questa impostazione. La mia grande
tristezza è pensare che nei primi anni ‘2000 questa soluzione era possibile e
NOI europei dell’ovest – di fatto - l’abbiamo respinta. Ricordiamocelo, perché
queste sono le nostre responsabilità politiche nella attuale crisi ucraina. PORTO TOLLE Leggo che
nel Polesine sono iniziati i lavori di smantellamento della più
grande centrale elettrica a carbone nel nostro paese che da sola
produceva 2,6 GW pari ad oltre l’ 8% del nostro consumo nazionale. Sul
sito della centrale nascerà una felice, nuova stazione turistica ecologica. Una scelta
venuta dopo anni di dibattito, ma che una volta di più ripropone un tema di
fondo che non possiamo sempre mai dimenticare: è sicuramente “figo” mettere al
bando carbone, petrolio, gas… Ma da dove arriverà l’energia che in futuro ci
mancherà se neppure vogliamo studiare il campo nucleare? Hai voglia di parlare
di “transizione ecologica” con scelte che fatalmente aumentano e non diminuiscono
la nostra dipendenza dall’estero. Giochiamo pure quindi a fare i primi della
classe perché il carbone inquina, ma forse la crisi Ucraina ci sottolinea come
non possiamo più non tenere conto di questa nostra grande debolezza energetica.
E’ “reazionario” permettersi di ricordarlo? IL SUICIDIO DELLA MAGISTRATURA Sul
“Corriere della Sera” è uscita una interessante inchiesta sulla fiducia degli
italiani nella Magistratura a trent’anni da “Mani Pulite”. In un trentennio il
prestigio delle toghe italiane è crollato: dal 90% del 1992 a solo il 32% degli
italiani oggi che dichiara di avere fiducia nei suoi magistrati con punte
ancora più basse (fino a sotto il 25%) tra gli elettori che si ritengono di
centrodestra. In particolare, le critiche riguardano i tempi eccessivi dei
processi mentre viene apprezzata (58%) la necessità di dividere una volta per
tutte le carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti. Difficilmente,
però, i referendum di primavera anche su questo tema avranno successo perchè
molto probabilmente mancherà il “quorum” dei votanti: la maggioranza degli
italiani (oltre il 60%) non intende più andare a votare su quesiti giudicati
poi comunque inapplicati dal “palazzo”, visti gli esiti inapplicati dei
referendum precedenti. Il
desolante scenario attuale mostra che alla prevalente sfiducia nei confronti
dei partiti e della politica si somma anche la sfiducia verso i magistrati e
l’insoddisfazione per l’amministrazione della giustizia. Ne esce un quadro
molto preoccupante di credibilità generale: quando l’impopolarità dei
giudici si somma a quella per i politici è una sconfitta per tutti.
A TUTTI UN SALUTO E BUONA
SETTIMANA
MARCO ZACCHERA IL PUNTO n. 851 del 25 febbraio 2022 di MARCO ZACCHERA (www.marcozacchera.it) info e numeri arretrati: marco.zacchera@libero.it Sommario: RIFLESSIONI
SULL’ UCRAINA (la guerra è un disastro umanitario e danneggia tutti, anche
Putin, cosa fare per limitarla? Per esempio se la NATO vuole la pace non
accetti l’Ucraina nella Alleanza ma in cambio chieda il ritiro russo. Attenti
con le sanzioni: il rischio – a differenza degli USA - è che perdiamo più noi
che loro) – TROPPI 302 TRASFORMISTI (o traditori?): un terzo del
Parlamento ha cambiato casacca in 4 anni, c’è chi ha cambiato fino a 6 volte il
gruppo di appartenenza: va posto un freno) QUANDO HA RAGIONE MATTEO RENZI
(il preconcetto politico non deve violare le norme di legge, come probabilmente
ha fatto la Procura di Firenze) – SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA (la
piccola storia di un cittadino che per aver “rubato” 67 euro si è visto
distruggere l’immagine: se si arresta uno spacciatore, perché di lui si
pubblicano invece solo le iniziali? Serve un criterio generale) - OSPEDALI
NEL VCO (prosegue la polemica infinita sulle localizzazioni ospedaliere
nella nostra provincia; raccolta di firme e controfirme) RIFLESSIONI SULL’ UCRAINA Ho sempre
cercato di capire e a volte difendere le posizioni di Vladimir Putin, ma non si può
tollerare l’attacco militare russo all’Ucraina, un vero e proprio disastro
umanitario e alla stessa stabilità europea, soprattutto perché le forze armate
russe hanno attaccato in tutto il paese e non solo occupato alcuni distretti
dell’Ucraina orientale che sono “russi” per lingua, religione, tradizioni,
costumi e di fatto non erano più controllati da Kiev già da diversi anni. Una scelta
sbagliata e pericolosa per tutti anche se dobbiamo ricordare che questa
situazione è nata perché Stalin ha “inventato” una repubblica dell’Ucraina
senza minimamente tener conto della storia centenaria di quei luoghi,
esattamente come ha fatto per le repubbliche del Caucaso: il suo obiettivo era
distruggere, mischiare e smembrare le diverse etnie nazionali ed i frutti
avvelenati della follia comunista sono ancora velenosi un secolo dopo. Queste
“repubbliche” sino al 1989 erano stati-fantoccio nelle mani di Mosca, ma dopo
la dissoluzione dell’URSS oggi sono paesi sovrani e nazioni indipendenti. Alcune di
loro (come gli stati baltici) avevano una propria storia, l’Ucraina molto meno.
Nella situazione attuale se gli USA, la NATO e l’Europa vogliono davvero la
pace impongano embarghi e sanzioni, ma dichiarino che in cambio di un ritiro e
di una smobilitazione russa l’Ucraina NON entrerà nell’Alleanza Atlantica, si
impegnino a difenderne l’indipendenza, ma tolgano a Putin il pretesto
dell’invasione ovvero il timore di ritrovarsi forze armate “nemiche” sul
confine di casa. Circa
invece le SANZIONI condivido quelle imposte a banche e società finanziarie
russe, ma è autolesionista imporle sulla vendita dei prodotti commerciali alla
Russia che sostengono il nostro export viste anche le ripercussioni sulle
aziende italiane e soprattutto sulle nostre principali fonti energetiche. Gli USA non
rischiano niente in questa crisi, noi invece rischiamo tutto: l’inter-export
UE-Russia è DIECI VOLTE quello americano e mi disturba nel profondo che - al
solito - gli “affari” li facciano così le grandi aziende americane soprattutto
nel settore degli armamenti, quelle che vivono preparando le guerre sulla pelle
dei popoli che poi - purtroppo – devono subirle. Sullo sfondo la Cina (e
l’Iran) si fregano le mani: questa volta il “bieco occidente” è rimasto
incastrato. (testo del
24.2.22, ore 16, visto che la situazione cambia di continuo) TROPPI 304 TRASFORMISTI (o traditori?) Nell’attuale
Parlamento, su 945 eletti tra Camera e Senato ci sono stati in 4 anni ben 304
cambi di partito. Non è un record visto che nella precedente legislatura erano
stati anche di più, ma è un fenomeno che in qualche modo va regolamentato
perché se la Costituzione dichiara gli eletti “Senza vincolo di mandato” c’è una
coscienza che dovrebbe valere per tutti, visto che quando ti candidi prendi dei
voti "politici" e non più personali viste le liste bloccare. Non si può
continuamente saltare di qua e di là come Giovanni Marilotti il senatore che ha
cambiato più casacche in questa legislatura: sei volte. Nel M5S prima, nel
Gruppo misto poi, emigrato successivamente nel Gruppo per le autonomie
(Svp-Patt, Uv), si è quindi trasferito nel Gruppo Europeisti-Maie-Centro
Democratico e poi di nuovo nel Gruppo misto, atterrando nel gruppo Pd dal 15
aprile 2021. Segue con
cinque cambi il senatore Saverio
Bonis, eletto anche lui nelle file del M5S e poi passato al
Gruppo Misto, di qui al solito Gruppo Europeisti-Maie-Centro democratico, per
poi fare ritorno al Gruppo misto e passare infine dal 19 gennaio 2022 in Forza
Italia. Alla Camera il record è invece dell’ on.le Maria Teresa Baldini che
da destra a sinistra ha attraversato in cinque salti tutto l’emiciclo. Infinita
poi – come nella classifica dei capo-cannonieri – la lista di quelli che hanno
cambiato “solo“ 3 o 4 volte. Oltretutto sia ben chiaro che i cambi non sono di
solito per questioni ideologiche: la realtà è che ogni eletto rappresenta un
investimento (leggi: pingui contributi) per i vari gruppi parlamentarti di
appartenenza che li incassano per conto del parlamentare e poi – evidentemente
- li rigirano in gran parte ai diretti interessati. Possibile
che non si possa e si debba porre fine a questo sconcio? RENZI HA RAGIONE Nei giorni
scorsi Matteo Renzi
si è scagliato in Senato contro i magistrati di Firenze che hanno bypassato il
parlamento usando contro di lui intercettazioni private senza autorizzazione. I
lettori sanno come spesso ho criticato il leader di Italia Viva, ma questa
volta credo avesse ragione. Non sta a me giudicare se la sua associazione OPEN
sia più o meno una associazione a delinquere o un modo furbo (ma scorretto) per
aggirare la legge sul finanziamento pubblico dei partiti, resta il fatto che la
Costituzione andrebbe più o meno applicata anche dai Magistrati che quindi
dovevano chiedere l'autorizzazione a farlo. Spiace anche vedere che il
voto parlamentare sia stato influenzato anche questa volta dalle diverse
appartenenze politiche, tanto che Renzi è stato “salvato” alla fine proprio dal
centro-destra. Ovvio che se la vicenda fosse solo un tentativo di Renzi di
rinviare il suo processo sarebbe un imbroglio, ma se i magistrati fiorentini si
fossero comportati più correttamente sarebbe stato molto meglio per tutti. GIUSTIZIA: DANNI, PRIVACY E RISARCIMENTI Una piccola
vicenda che ho notato nei giorni scorsi. Una persona con un incarico pubblico
avrebbe usato l’auto di servizio in modo improprio e per questo è stata
denunciata da una lettera anonima. “Dopo sei mesi di indagini, appostamenti e
controlli” (dicono le cronache) mobilitando diversi organi dello stato il
colpevole è stato smascherato e denunciato: 67 (sessantasette!) euro il danno erariale conteggiato. L’interessato
ha pagato 500 euro di indennizzo, è stato “messo in prova” per alcuni mesi ai servizi
sociali e alla fine ha concluso il suo iter giudiziario, ma la pubblicazione
finale della notizia con nome e cognome gli ha causato un danno di immagine
catastrofico. Perché il suo nome è finito in tutte le news locali se per
l’arresto di uno spacciatore di droga si comunicano pudicamente solo le
iniziali? E valeva davvero la pena di dar corso alle indagini per mesi, una
volta capita la portata del reato? Una diffida o una multa non avrebbero
raggiunto lo stesso scopo facendo risparmiare migliaia di euro di soldi
pubblici? Decidere se e quando pubblicare o meno i nomi di indiziati,
condannati e vittime deve essere però un principio ben chiaro e valido per
tutti, perchè spesso vale molto di più di infiniti e inutili moduli burocratici
per la “privacy”! SANITA’ NEL VCO Prosegue,
con un copione che va in scena da decenni, la lunga “telenovela sanitaria” del
VCO. Un ospedale
unico o mantenere i tre mezzi ospedali esistenti? Credo che
quello che sostenevo 25 anni fa sia ancora la cosa più giusta: per migliorare
la qualità sanitaria e ridurre la mobilità passiva serve un’unica e moderna
struttura per i casi acuti e gravi che venga realizzata in un luogo veramente
baricentrico del VCO, mantenendo quanto esistente per i servizi non urgenti ad
una popolazione sempre più anziana. La Regione
già decenni fa indicò la sede ideale della nuova struttura a Gravellona Toce,
poi spostata ad Ornavasso per le pressioni ossolane, poi a Piedimulera per gli
stessi motivi, infine – la notizia è degli ultimi mesi – direttamente a
Domodossola. Una scelta finale (?) assurda non per motivi campanilistici ma
funzionali, logici, pratici, eppure si fa finta di non volerlo capire. Restano
così gli ospedali esistenti con reparti ad arlecchino, “antenne”, letti divisi
tra sedi diverse con personale insufficiente in un disperato tentativo di
risparmiare su tutto. La scelta di localizzare emodinamica a Domodossola ha di
fatto spostato alcuni reparti, si parlava poi di polo chirurgico a Domo e
medico a Verbania, ma idee chiare e definitive non ce ne sono e l’ospedale di
Verbania soprattutto da due anni è ridotto a posto-Covid e poco di più. Nel
frattempo l’ospedale unico tornava alla ribalta posizionandosi almeno nei
progetti nuovamente ad Ornavasso ma – scelta della sinistra regionale –
ipotizzandolo a metà montagna e non nella piana, già soggetta a nuovi vincoli
idrogeologici dalla stessa regione. Progetto poi franato e naufragato per i
maggiori costi e tra le polemiche, tanto che viene ora riproposta come sede
provinciale Domodossola (non si capisce se soprattutto per motivi elettorali o
meno) ma di fatto siamo fermi al punto di prima. In questo
momento diverse petizioni tirano di qua e di là, alcuni amici mi dicono di
pubblicizzare https://chng.it/gj5YfTc8 (è quella che
sostiene la necessità di mantenere gli attuali 3 presidi) ed effettivamente -
in attesa dell’ospedale che verrà (?) - mi sembra per ora la richiesta
più logica. BUONA SETTIMANA A TUTTI !!
MARCO ZACCHERA
ps:
grazie se mi invierete nuovi indirizzi di potenziali lettori, se invece IL
PUNTO smettesse di arrivare informatemi perchè purtroppo succede ogni settimana
per blocchi di indirizzo, In questo caso verificate che inavvertitamente nion
lo abbiate però trasferito nelkle "spam" .. IL PUNTO n. 850 del
18 febbraio 2022 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it) info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it Sommario: Mentre gli
italiani attendono news sulle SUPER BOLLETTE, cosa c’è di vero nella situazione
in UCRAINA, con i media molto condizionati senza avere il coraggio di
sottolineare i pasticci e le mezze verità della Casa Bianca? Intanto la Corte
Costituzionale ha ammesso gran parte dei REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA che
potranno permettere agli italiani di sottolineare il loro scontento, ma certo
non incideranno in maniera determinante sulla situazione. Ricordando il
trentennale di MANI PULITE una riflessione su ciò che resta di quella
esperienza che forse è stata, soprattutto, una ennesima occasione sprecata. BOLLETTE Il governo
- dopo settimane di chiacchiere e promesse - varerà sgravi sulle bollette che
intanto pesano su tutti gli italiani. Nonostante l’osannante e assordante inno
dei media “Draghi forever”,
infatti, ad oggi gli sgravi ancora non ci sono, ma le bollette sono già scadute
e si sono intanto moltiplicati i profitti di chi il gas lo importa e pensa ai
suoi affari. Assorbite le imprese energetiche di piccole dimensioni sono i
colossi dell’energia (come in tutti i campi) ad imporre i prezzi e dettare
l’agenda politica. Bollette in cui incidono “gli oneri di sistema”, quelli di
trasporto, la “gestione del contatore”, le imposte, le “altre partite”, l’IVA e
l’IVA sull’IVA. Guardate voi stessi la vostra bolletta: il costo del gas
o dell’energia è meno del 50% del totale, il resto sono profitti di chi lo
commercia e più aumenta il costo di base, più il sistema ci guadagna sopra,
fisco compreso. Altro che politiche sociali! UCRAINA E DINTORNI Mi piace
scrivere delle cose che so, su quelle che non so (o che non riesco a capire)
sarebbe giusto astenersi. Sulla questione UCRAINA, per esempio, ho
l’impressione che l’informazione che ci viene quotidianamente propinata sia per
lo meno avariata e quindi non posso giudicare quello che non mi è chiaro. Di questa
vicenda, infatti, l’unica cosa chiara e la mastodontica quantità di chiacchiere
più o meno serie che ci girano intorno. E’ serio che “La Repubblica”, per esempio,
pubblichi lunedì in prima pagina notizie tipo “Il piano segreto di Putin: l’attacco sarà
mercoledì”? Ma voi pensate davvero che se Putin avesse voluto veramente
invadere l’Ucraina due giorni dopo sarebbe andato in giro a raccontarlo perché
lo sapessero prima addirittura a “Repubblica”? Suvvia… Così come
pochi hanno il coraggio di scrivere un’altra evidente e dura realtà: l’attuale
inquilino della Casa Bianca è talmente rinc... che non si riesce a capire
quando parli (o farfugli) di testa sua o quando invece lo faccia sotto
dettatura e perché mai così gli dicano di fare. Un Biden che vuol far
dimenticare agli americani la figuraccia in Afghanistan in vista delle elezioni
di novembre, ma che ogni giorno perde in credibilità. Sulla
questione Ucraina l’imbarazzo italiota è comunque evidente: Putin è sì
preventivamente un “cattivo”, ma non lo si può comunque attaccare troppo perché
altrimenti ci lascia al freddo e in mutande, mentre Biden è “cotto” ma non lo
si può dire perché è un democratico e quindi ammetterlo non fa
fino. Intanto l’Europa va per conto suo e in ordine sparso, anche perché i
tedeschi intanto si arrangiano in proprio (ma anche questo non è opportuno
ricordarlo). Soprattutto
non si può dire (e scrivere) che come Italia contiamo più o meno zero a livello
internazionale, tanto che non firmiamo nulla né ci schieriamo con nessuno per
non comprometterci, al di là delle tiritere e luoghi comuni su pace, libertà e
democrazia, temi sui quali siamo specialisti. D'altronde
se Putin incontrasse un Di
Maio qualsiasi si lascerebbe forse condizionare dal nostro
Ministro degli esteri? No scherziamo! Ancora fosse un Draghi o - soprattutto -
i dirigenti delle grandi società finanziarie, industriali o dell’energia con
cui la Russia fa affari e che infatti hanno chiesto (e ottenuto) dal nostro
governo un “low profile” al quale ci siamo prontamente adeguati nell’ottica del
tenere i piedi contemporaneamente in quattro scarpe, sport in cui d'altronde
siamo specialisti. Anche
perché che Putin volesse invadere l’Ucraina lo hanno detto i suoi avversari,
non il diretto interessato che lo ha sempre smentito, mentre è ovviamente molto
più interessato a far crescere la sua influenza, sapendo benissimo quanti
rischi ci siano ad insistere anche con un solo modesto attacco militare. Piuttosto
Putin teme e non vuole farsi circondare dalla NATO, e lo si può ben capire. Putin è un
simil-dittatore furbo, calcolatore, astuto: prima pensa agli affari suoi e del
suo paese, che intanto – anche grazie alla imbecillità USA e alla miopia
europea – è risalito dopo il baratro dell’ 89, è tornato ad essere una grande
potenza anche militare ed ha riallacciato ottimi rapporti con Pechino con una
alleanza per noi pericolosissima e mortale, ben di più dei presunti carri
armati ex-sovietici a spasso per le pianure ucraine. Dov’è la
verità ? In questi giorni mi veniva in mente il discorso di Colin Powell al
Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 5 febbraio 2003 a New York
durante il quale, agitando una fialetta contenente della polvere bianca
(presunto antrace), denunciò l'Iraq come produttore di armi di distruzione di
massa. Un mese dopo l'Iraq fu invaso dando inizio a una guerra infinita,
sanguinosa e che ha perpetuato terrorismo e disastri in Medio Oriente, ma le
affermazioni di Powell risultarono completamente false, come dovette poi
ammettere lui stesso. Anche in
quel caso, chi lo aveva “istruito”? Forse quelle stesse lobby della guerra che
“quando non si spara non si vende” (nè quindi si guadagna) e che oggi tengono
alta la tensione. Purtroppo è
questo quello che conta, il resto sono tutte chiacchiere. REFERENDUM Non sono
certo un giurista, ma mi sembra che le decisioni della Consulta sui referendum
siano state equilibrate e corrette, con Giuliano Amato superstar sul piano
comunicativo. Resta un nodo cruciale: l’incapacità del Parlamento ad
intervenire con volontà politica soprattutto sul cancro che corrode la
giustizia italiana e che imporrebbe provvedimenti immediati. Spero che non si
prendano decisioni affrettate solo per pasticciare le cose ed evitare i
sacrosanti referendum popolari, varando invece scelte serie per riformare
davvero dal profondo il sistema giudiziario. Temo però
che non sarà così, troppe le divisioni e gli interessi politici che stanno
dietro ad una magistratura troppo politicizzata. Altri timori li ho sul
raggiungere il quorum: mi sembra che l’interesse degli italiani su queste
vicende sia molto tiepido e prossimo allo zero, tra scetticismo e disinteresse.
Oltretutto è deludente vedere come i quesiti referendari - pur approvati a
volte con larghissima maggioranza (vedi quello della responsabilità civile dei
giudici) dai cittadini - non siano mai stati in pratica attuati. Come si può
avere fiducia nelle Istituzioni quando esse stesse sono incapaci di riformarsi,
nonostante l’evidente necessità? MANI PULITE Giusto 30
anni fa cominciava a Milano l’epopea di “Mani pulite” che portò ad una
rivoluzione politica nel nostro paese e che - vista in retrospettiva - ha
sottolineato in fondo l’ennesima occasione mancata. Quale il
bilancio dopo trent’anni? Credo che ci sia un po' meno corruzione spicciola
almeno a livello politico, molta burocrazia in più e che semmai che la truffa
la si organizza ormai in grande stile (vedi quella recente sui superbonus
energetici) a botte di decine di milioni di euro, con superamento di infantili
buste e bustarelle. Una sorta
di “tangente di stato” che supera ogni epoca ed ogni confine. All’inizio
fu davvero una rivoluzione, ma aveva ragione l'allora leader
socialista Craxi nel
denunciare senza ipocrisie che quello era il “sistema” (a valere almeno per il
cosiddetto “arco costituzionale”: io le tangenti al MSI-DN no le ho masi viste
e lo dico con orgoglio) cui quasi tutti ricorrevano. Ma proprio
allora scattò la debolezza del pool di Milano quando ammazzò il PSI, polverizzò
in frammenti la DC, ma facendo finta di non vedere cosa accadeva in casa
comunista. Dopo i
primi mesi di gloria, ottenuto il “ribaltone” politico, preparato il successo
del PDS (mancato di un soffio) per la gioiosa “macchina da guerra” di Achille
Occhetto ecco nel 1994 arrivare inaspettato Berlusconi a scompaginare i
piani, tanto che il “nemico” dichiarato del “pool” divenne sostanzialmente
proprio il Cavaliere, uno che sicuramente non era e non è uno stinco di santo,
che ha fatto di tutto per auto-distruggersi, ma contro il quale si è voluto
insistere anche per preconcetto politico e soprattutto senza tenere un pari
atteggiamento inquisitorio verso molti altri politici corrotti di ieri e di
oggi. Personalmente
posso solo dire grazie ai magistrati milanesi: se non fosse saltato il tappo
della “prima repubblica” anche per merito loro, mai forse sarei diventato
deputato, ma ho poi toccato con mano atteggiamenti giudiziari spudoratamente di
parte e questo non l’ho trovato giusto, perché la legge dovrebbe essere davvero
“uguale per tutti” e invece – quotidianamente - si vede come non sia così,
soprattutto quando di mezzo ci sono proprio i “signori magistrati” che troppe volte
sono diventati una casta nella casta arrivando poi - scatenati - a sbranandosi
tra loro. Sono
infatti poi cominciate anche le guerre fratricide: è notizia di ieri che
perfino Piercamillo
Davigo sarà processato e - proprio nel giorno del
trentesimo anniversario di “Mani pulite”, il destino fa davvero strani scherzi
– l’ex pm del pool ed ex consigliere del Csm è stato rinviato a giudizio con
l’accusa di rivelazione del segreto d’ufficio per aver divulgato i verbali di
Piero Amara e relativa loggia massonica “Ungheria” (altra ingarbugliata
vicenda in cui il più sano ha la peste). La Procura
di Milano trent’anni dopo è sempre un fortino assediato ma politicamente
schierato, dove non si capisce più però chi siano gli attaccanti o i difensori,
i sioux, gli cheyenne o i pochi superstiti del generale Custer. Insomma una
guerra di bande, altro che “Mani pulite”. Francamente, che peccato!
A TUTTI UN SALUTO E BUONA
SETTIMANA
MARCO
ZACCHERA IL PUNTO n. 849 del
11 febbraio 2022 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it) info e
numeri arretrati: www.marcozacchera.it Cari
lettori, questo
numero de IL PUNTO è un prodotto precotto, scritto una settimana fa e diffuso
oggi con spedizione programmata. Sono dall’altra parte del mondo senza
collegamento internet e così sarà ancora per un po' di giorni, quasi una cura
di disintossicazione. Niente commenti di attualità, quindi, solo qualche
riflessione per non perdere l’abitudine all' appuntamento settimanale. GRAZIE
COMUNQUE PER L'EVENTUALE ATTENZIONE E DOPPIO GRAZIE A CHI MI MANDA INDIRIZZI
MAIL DI AMICI O DI POTENZIALI ALTRI LETTORI! RIFLESSIONI ECONOMICHE. ARRIVA L'INFLAZIONE Se chiedete
all’italiano medio quale sia il problema che oggi lo preoccupa di più
difficilmente emergeranno i commenti sugli intrighi di palazzo, quanto
piuttosto – SOPRATTUTTO SE VIVE A REDDITO FISSO – l’aumento dei prezzi che sta
cominciando a scardinare l’economia spicciola delle imprese e delle famiglie. Da quasi
vent’anni (un beneficio dell’Euro che qualche euroscettico spesso è portato a
dimenticare) la nostra economia viveva con prezzi sostanzialmente stabili e con
un potere d’acquisito dell’Euro che si manteneva più o meno costante. L’aumento
imprevisto sta portando a situazioni complicate, ma solo chi ha i capelli grigi
ricorda come si reagisce e come ci si cerca di muovere in una situazione di
inflazione come quella che - dagli ’70 fino all’avvio dell’euro, con una
“botta” inflattiva proprio nel 2002 all’avvio della nuova moneta, di fatto
“arrotondata” a 1000 lire – attanagliò la nostra economia obbligando i governi
ad adottare tutta una serie di meccanismi che speravamo dimenticati per sempre. La nuova
fase “calda” sta già intanto mettendo in evidenza le solite criticità, ma anche
le furbizie vissute in inflazioni precedenti e infatti c’è chi si è subito
allineato e “coperto”, mentre chi la subisce per la prima volta appare
perplesso e più lento di riflessi. Basta
vedere il menu di un ristorante: quando i prezzi sono scritti a matita o con un
pudico adesivo bianco a correggere quelli precedenti ecco un pessimo segnale.
Idem la sparizione dei “prezzi fissi” pubblicizzati nelle vetrine o il ritiro
dei manifesti pubblicitari di una nota catena di supermercati alimentari dove
quelli rossi e blu a dicembre declamavano: “Aumentano i prezzi? Noi li
abbassiamo!” che sono stati ritirati per un più pudico “Confronta i nostri prezzi!”. Temo che la
fiammata di aumenti non sarà comunque una parentesi veloce, anche perché
l’aumento dei prezzi all’ingrosso è già in atto da diversi mesi e gli effetti –
anche fosse risolta presto la questione energetica – perdureranno nel tempo,
ingigantendosi con criticità di fondo che vanno ben al di là delle motivazioni
iniziali. Vengono
subito a nudo l’impreparazione europea, ma anche i sotterfugi politici, le
assurdità nei confronti della Russia (ma perché continuare a dipingerla come
“aggressore” se non ha mosso un passo, perché dovrebbe essere più credibile
Biden di Putin?) mentre vengono taciuti (e non tassati!) i mega profitti degli
intermediari nelle forniture. In queste
settimane è stato sicuramente l’aumento del prezzo dell’energia a fare da detonatore,
ma a ben guardare la concausa è stata proprio la pandemia che ha bloccato il
mondo nel 2020 ed ha poi visto una ripresa incerta, dove i noli dei trasporti
hanno svolto un ruolo essenziale nell’aumento dei costi, anche prima
dell’aumento del gas. Oltre un
anno fa, in un mondo molto politicamente distratto, improvvisamente si è
scoperto quello che, inascoltato, da anni diceva Trump (e non solo lui ovvero
che la Cina controllava nella pratica - molto più che nella teoria - diverse
materie prime fondamentali per produrre semi-conduttori, ma anche terre tare,
navi da trasporto, container ecc. Tutte situazioni sottovalutate per anni, ma
che per l’Occidente si sono trasformate in un cappio che fatalmente ha fatto
lievitare i costi al primo accenno di ripresa post-Covid. In una
serie di onde telluriche generate dai prezzi di materie prime e trasporti –
fondamentali in un mondo globalizzato (e che non lo era trenta anni fa!) - si
corre a propria volta ad aumentare i propri prezzi di vendita con un effetto a valanga
ancora prima di subirne gli effetti con un effettivo turnover dei propri
acquisti, in una micidiale corsa preventiva che si scarica appunto sui prezzi
al consumo. Nel
frattempo sono venute meno per evidenti vetustà d’uso quei meccanismi
legislativi di aggiornamento automatico (per esempio dei salari e delle
pensioni) che permettevano di creare una rete di ammortamenti sociali per
rendere mento traumatico l’impatto dei prezzi su famiglie ed imprese.
Meccanismi che peraltro a loro volta creavano altra inflazione in una spirale
potenzialmente inarrestabile. Oggi il
grosso dei consumatori percepisce -per esempio - prima e di più l’aumento della
benzina alla pompa (per il cartello bene in vista al distributore che cresce
ogni settimana) rispetto ai beni in vendita al supermercato, soprattutto se i
prezzi sono camuffati in mille modi: la pasta venduta a libbra e non a mezzo
chilo (c’è scritto, ma il pacco sembra lo stesso) o la bevanda che non è più di
330 cl ma di 250 o con gli “sconti” su di un prezzo intanto già aumentato.
Queste scelte distributive creano nel tempo l’aspetto più grave perché
diventano irreversibili: forse la benzina potrà calare, ma i brezzi al banco
non caleranno più. L’aumento
dei prezzi si alimenta da sé perché ed è concausa di speculazione, una corsa
che è molto difficile interrompere almeno finchè non ci sarà un surplus di
mercato o di produzione (sempre più improbabile nel mondo di oggi) che torni a
far crescere il valore di acquisto. Per fortuna dell’Italia l’essere nell’Euro
protegge oggi almeno dalla inflazione monetaria (la lira che si svalutava
regolarmente sul dollaro, il marco o il franco svizzero). Era un vantaggio
produttivo nel breve termine in termine di esportazioni, ma che generava da sé
altri aumenti. E’
difficile infatti bloccare i prezzi per legge e qualcuno ricorderà ancora
il flop dei manifesti color violetto affissi sui muri con quel “Difendi la tua spesa, telefona al
governo” con i quali lo Stato negli anni ’80 invitava i
cittadini a telefonare a quelli che erano i primi “numeri verdi” governativi
per segnalare anonimamente i nomi dei commercianti speculatori o che ignoravano
i prezzi fissi del “paniere”. Non servì
perché alla fine non venne denunciato quasi nessuno. Che fare,
nel breve? Intanto, una buona prassi sarebbe una temporanea ma immediata
sterilizzazione dei prezzi energetici per una fascia di consumi minimi
“sociali” per sostenere il reddito fisso e soprattutto quello dei pensionati
che (a milioni) sono ben sotto il livello di mille euro/mese, poi bisognerebbe
avere più coraggio nel tassare le imprese che godono dell’aumento proprio delle
materie prime, così come le rendite finanziarie speculative e non produttive,
ma in un mercato globale questa è quasi una utopia. Di queste
cose si parla da mesi, ma il governo Draghi sembra molto meno attento ai
problemi delle famiglie che a quelli delle grandi imprese, frutto di scelte
politiche di fondo ed è curioso che la sinistra (ma c’è ancora?) faccia finta
di non accorgersene. Nonostante
gli annunci di chi è apparso due anni fa al balcone di palazzo Chigi
annunciando “Abbiamo vinto la povertà”, non solo i poveri infatti ci sono
ancora ma, anzi, sono drammaticamente aumentati e con l’inflazione fatalmente
saranno sempre di più, soprattutto tra pensionati e lavoratori dipendenti.
A TUTTI
UN SALUTO E BUONA SETTIMANA
MARCO ZACCHERA IL PUNTO n. 848 del
4 febbraio 2022 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it) info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it Dalla scorsa settimana – su suggerimento di alcuni lettori - una
piccola novità: nel “Sommario” anche qualche riga di illustrazione dei singoli
testi dopo il titolo, così chi va di fretta può capire subito cosa sia più o
meno interessante da leggere. Intanto se avete qualche indirizzo di
potenziali lettori de IL PUNTO …mandatemeli! Sommario: MATTARELLA BIS (al di là della persona, il
metodo è stato inaccettabile con crisi profonda del centro-destra. Salvini
ingenuo? Intanto ritorna il proporzionale, così i micro-capetti mantengono a
vita il potere) - NUMERI BALLERINI (spesso le statistiche sono poco
credibili: la matematica non è un’opinione, ma spesso può diventarla) - VI PIACE SANREMO? (a me questo festival fa
decisamente schifo, ma chi ha il coraggio di affermarlo?) - TORNATA LA STORIA SU
TELE VCO (sono riprese le mie chiacchierate di storia locale) QUEL PASTICCIO DEL MATTARELLA BIS La gente applaude il corteo presidenziale, ma dentro di me sono
profondamente deluso per la scelta del “Mattarella bis”, pur dando atto al
valore della persona e alla conseguente stabilità politica che rinforza per un
altro anno Mario Draghi a palazzo Chigi facendo così sorridere l’Europa (e
soprattutto la BCE, sicuramente non disinteressata). Sono deluso non solo perché sono venute alla luce divisioni
profonde nel centro-destra, ma perché Salvini si è fatto nuovamente sorprendere
ed ingannare e perché, in definitiva, è stata l’ennesima vittoria tattica del
PD, un partito che poteva solo sperare di mantenere il risultato di partenza
non avendo in mano i numeri per imporre altri giochi. Alla fine Letta ha vinto per furbizia, ma anche desistenza e
dissoluzione altrui senza mai proporre un nome, senza mai doversi chiudere “a
pane ed acqua” per prendere una decisione. Salvini non è stato abbastanza smaliziato da capire che intorno a
lui c’erano dei lupi (e dei Lupi) che tutto volevano salvo che creare a destra
qualcosa di solido, pensando invece solo al proprio personale interesse. Sono particolarmente amareggiato anche dall’atteggiamento ambiguo
di Forza Italia e dei gruppuscoli di centro che si spacciavano per essere di
centro-destra e invece ora puntano apertamente ad eliminare il sistema
elettorale maggioritario preferendo una piccola ma sicura rendita personale
legandosi a Renzi e a parte dei grillini, vedendo una possibilità di rielezione
futura per i singoli micro-leader. Il loro atteggiamento impallinando la Casellati è stato viscido,
squallido e vergognoso. Forse Salvini si illudeva che avrebbero mantenuto gli accordi
esistenti e dichiarati, le promesse che gli erano state fatte (un po' come alla
fine del “Conte 1”, quando si è ritrovato con il cerino in mano e il ritorno
del PD al governo, ma allora è proprio un recidivo o solo un ingenuo?). Il
leader leghista non ha tenuto conto che i grillini giocavano soprattutto a
sopravvivere un altro po' e ha sottovalutato la volontà centrista di
minare fin dall’inizio ogni possibile scricchiolio di cambiamento. Eppure Salvini anche dopo il voto a Mattarella ha scelto di
continuare con loro, tra l’altro correndo dietro a un Berlusconi che è
purtroppo diventato solo una maschera patetica. Il Cavaliere, al netto di tutte le chiacchiere e dei megafoni
della sua possente macchina mediatica, era l’unico nelle scorse settimane a
sperare in un suo velleitario sogno di impossibile presidenza, ma - sfumato il
sogno - ha poi personalmente distrutto qualsiasi alternativa perché ”après moi
le déluge!”: il Cavaliere è fatto così, però lo si sa da decenni, non è certo
una novità e non credo giovi a Salvini ronzargli ancora intorno. A questo proposito, “Report” sarà una trasmissione di parte, ma
non c’è dubbio che l’immagine di Berlusconi ne sia uscita ulteriormente
distrutta. Pensate se lo avessero eletto… Il futuro? I veleni accumulati porteranno più facilmente ad una
nuova legge elettorale in senso proporzionale: conviene al centro, ma in fondo
anche alla Meloni che – un po' come la Le Pen in Francia – per la sua coerenza
porterà a casa molti voti, anche se rischieranno di restare in frigorifero. La Lega, invece, rischia l’implosione se non ai suoi vertici
probabilmente a livello di base. Un po' di altri leghisti andranno ad
ingrossare FdI, mentre il grosso resterà, ma scettico e mugugnante. Certo Salvini
non potrà più recitare il mantra dell’alternativa e della “diversità” leghista
rispetto al “sistema” visto il voto ufficiale e quasi compatto a Mattarella.
Sarà quindi molto difficile, su queste basi, ricostruire uno schieramento
credibile di centro-destra, fosse anche solo una “federazione” elettorale, ma
tra parenti-serpenti. In attesa della progressiva liquidazione grillina il PD ha ora
tutto l’interesse ad abbassare i toni e guidare il centro-sinistra riassorbendo
i satelliti ben sapendo fin da ora- grazie al sistema proporzionale -
che avrà comunque al centro una spalla sicura per organizzare e dirigere i
prossimi governi. I vari cespugli, Forza Italia, parte dell' ex M5S, Renzi
e & C. sono lì apposta, pronti ed anelanti a ogni compromesso. Pericolo
scampato quindi per il PD anche questa volta: al Nazareno non si può che
festeggiare, archiviando definitivamente la sconfitta elettorale di 4 anni fa. Il "Mattarella 2" sarà una pietra tombale sulla II
Repubblica nata nel 1994: il potere è tornato democristiano (lato sinistro).
Tormeranno governi ricattabili e divisi tra partiti e partitelli e conta poco
consolarsi pensando come Mattarella sia almeno una persona per bene: non sarà
cosa da poco visti i tempi, ma a me proprio non basta. STATISTICHE STRUMENTALI (E STRUMENTALIZZATE) Che Mario Draghi e il suo governo godano di “buona stampa” è
inequivocabile, ma quando si parla di numeri bisognerebbe fare più attenzione,
perché i commenti di encomio spesso non dicono tutta la verità. Se, per
esempio, parlo di un “più 6.5%” dell’economia e lo considero un grande
risultato, ricordiamoci che alle spalle c’era un calo drammatico l’anno scorso,
così se oggi l’Italia “è diventata la locomotiva d’Europa” lo è soprattutto
perché prima aveva perso di più. Se da 100 tagliate il 50% e poi aumentate di
un altrettanto non tornate a 100 ma solo a 75, cerchiamo di ricordarcelo. Se poi l’aumento è al lordo dell’inflazione rischia di esserlo
anche meno: quando i prezzi aumentano del 40% (vedi costi dell’energia) e i
listini del 13%, quel 6,5% rappresenterebbe solo la metà dell’inflazione,
ovvero nulla in termini reali. Che l’economia italiana vada meglio è un fatto,
ma solo perché è messa a confronto annuale con un periodo di chiusura o di
gravissima crisi: strutturalmente non mi sembra sia molto migliorata e il PNRR
resta un buco nero e poco scrutabile. Ma questo i numeri e i commenti non lo dicono quasi mai. SANREMO MI FA SCHIFO Sta andando in scena la lunga kermesse ex canora del Festival di
Sanremo di cui si parla per mesi prima, dopo e durante, quasi fosse una
priorità nazionale. Sul palco, da anni è diventato soprattutto il festival del
trasgressivo dove tutto diventa un “caso” pur di fare “audience”, ma senza
considerare che ”audience” non significa gradimento. Questo festival-baraccone della TV pubblica per me è diventato un
autentico incubo non solo in sé (cerco di cambiare canale) ma perché
viene commentato ovunque in una logica per cui le poche canzoni decenti sono
sommerse tra comparsate di ogni tipo e dove bisogna esagerare su tutto pur di
“apparire” e quindi “fare notizia”. Cosa c’entra con il festival del canto italiano scimmiottare il
battesimo, dover ascoltare i pipponi sul razzismo, la cannabis, i generi
sessuali, ammirando gli abbigliamenti più trasgressivi spesso di cattivo
gusto? Nulla, ma - come ogni anno – Sanremo è diventato il sottile filo
politico di quella cultura sinistroide e benpensante “made PD” che in RAI
controlla tutto e si autoalimenta a nostre spese. Come nella novella del pifferaio magico che si tirava dietro i
topolini, di questa “cultura” ne siamo così corrosi che spesso non la
riconosciamo neppure più (come non riconosciamo più la verità o il buonsenso) e
ci si va dietro per inerzia, acquiescenza, moda, tranquillità, interesse. Vale
per i media e i giornalisti che - se la stroncassero - verrebbero emarginati e
quindi fanno finta di applaudire. Tutto ciò premesso, questa schifezza
personalmente non mi va e quindi a voce alta e chiara, senza tentennamenti
dichiaro “Queste trasmissioni RAI che mi obbligano per di più a pagare mi fanno
schifo” Chiaro il concetto? Se cominciassimo a sostenerlo in molti forse (ma
comunque difficilmente) riusciremmo a cambiare qualcosa. E’ TORNATA LA STORIA A TELE VCO Sono tornati i miei settimanali appuntamenti di storia su TELE
VCO-AZZURRA TV (già canale 17 o canale 19, nell’attuale momento di caos delle
frequenze in zona Verbania si vede sul canale 853) che porto avanti ormai da
qualche anno. Questa stagione sarà dedicata alla storia locale, italiana e del
Piemonte dopo il 1861. Chi vuole vedermi ricordi che la trasmissione va in onda il
VENERDI’alle ore 22 con repliche il SABATO (13.30, 14.30 e 17.30) e il MARTEDI’
alle ore 12. Le puntate si possono seguire anche in diretta streaming nelle
stesse ore cliccando su VCOAZZURRATV (wwwvcoazzurratv.it)
A TUTTI UN SALUTO E BUONA
SETTIMANA
MARCO ZACCHERA IL PUNTO n. 847 del
28 gennaio 2022 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it) info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it Da questa
settimana – su suggerimento di alcuni lettori - una piccola novità: nel
“Sommario” anche qualche riga di illustrazione dei singoli testi dopo il
titolo, così chi va di fretta può capire subito cosa sia più o meno interessato
a leggere. Sommario:
QUIRINALE: ORE DECISIVE (in attesa della fumata bianca alcune considerazioni
sull’utilità di una repubblica presidenziale e un episodio curioso della mia
vita parlamentare) - RUSSIA: MA CI CONVIENE? (continuiamo a considerare Putin
come un “nemico”, ma ci stiamo gravemente danneggiando da soli) - LIVELLI
DEL LAGO (tante polemiche sul livello del Lago Maggiore: spiego perché per me
sia giusto risparmiare acqua ad inizio estate) - STORIA IN TV (ritornano i miei
appuntamenti di storia locale su TeleVCO-AzzurraTV) IL MIO PRESIDENTE? RENATO ANTONIOLI ! Scrivo
mentre a Roma friggono le trattative per la scelta del nuovo Presidente della
Repubblica e in attesa della “fumata bianca” tutto è possibile. Credo che al
netto dei vari nomi presentati e bruciati appaia evidente come L’ELEZIONE DIRETTA DEL CAPO DELLO STATO
DA PARTE DEI CITTADINI sarebbe di gran lunga la scelta
migliore, evitando questo circo di proposte e veti incrociati. Servirà
ovviamente una riforma costituzionale, ma è urgente e non va dimenticata il
giorno dopo le elezioni presidenziali per riparlarne sette anni dopo. Oltretutto
la prossima volta il Parlamento sarà ridotto di 1/3 degli eletti ed appare
assurdo che ogni regione abbia sempre 3 rappresentanti ciascuna: in Lombardia
ciascun delegato regionale rappresenta 3,4
milioni di persone, in Molise solo 97.000 cittadini, ovvero 35 volte di
meno: vi sembra questa una forma di democrazia rappresentativa? Senza
dimenticare che la legge elettorale non è più quella del 1948: oggi se un
partito candida un cavallo in buona posizione di lista può risultare eletto
perchè i cittadini non possono più nemmeno esprimere voti di preferenza,
quindi i "grandi elettori" sono sotto ricatto dei loro leader che li
hanno candidati. Mai come
oggi una Repubblica Presidenziale (o semipresidenziale) credo otterrebbe il
plauso di quasi tutti gli italiani, ma non c’è verso: il “palazzo” non vuol
lasciarsi togliere il potere di mano. In attesa
di conoscere il nome del (della) nuovo/a Presidente, ecco intanto una mia
piccola storia personale. ……… Nei 18 anni
della mia vita parlamentare ho partecipato a due elezioni per il Presidente
della Repubblica ovvero agli scrutini che portarono al Colle Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. Sul primo
niente da dire, ma il secondo proprio non mi andava per i suoi mai pentiti
trascorsi comunisti e così - approfittando che non vi erano candidati
alternativi - pensai di fare un omaggio ad un mio amico, Renato Antonioli,
vicesindaco di Gozzano che già allora era in cattive condizioni di salute e che
purtroppo ci lascò poco tempo dopo. Renato era
stato consigliere comunale del MSI-DN a Gozzano, sempre solo contro tutti (un
po' come me a Verbania) ma vincendo poi le elezioni comunali con una lista
civica per la quale venne nominato vice-sindaco. Antonioli – che di mestiere
faceva il tipografo - era un uomo integerrimo, volitivo e pieno di ironia,
sempre in attività almeno finchè la salute lo sorresse. Il
centro-destra votava scheda bianca quindi non danneggiavo nessuno, così al
secondo scrutinio del 9 maggio 2006 raccolsi un manipolo di amici e li pregai
di votare per IL “MIO” sconosciuto candidato che raccolse in totale ben 7 voti
uscendo così dall’anonimato dei “voti dispersi” risultando – tra l’altro - il
7° candidato più votato. Il bello è
che nessuno sapeva chi fosse: all’annuncio del presidente della Camera del suo
nome, al primo o secondo voto qualcuno pensò ad Antonioni, l’ex capitano della
Fiorentina (un po' azzeccandoci, perché Renato era un buon giocatore di calcio,
capitano per diversi anni della squadra del suo paese anche in serie D e
soprattutto super tifoso viola, francamente l’unico delle nostre parti che mai
abbia conosciuto) poi, dal terzo voto in su, in aula qualcuno si pose il
problema. Poiché ci
fu poi chi (come me) non scrisse solo il cognome ma anche il nome, quel “Renato
Antonioli” fu alla fine chiaro per tutti, ma – appunto - chi era? Secondo
Wikipedia al nome corrispondeva un ex sciatore alpino, invece era proprio l’ex
capitano del Gozzano, come emerse poi ampiamente sulla stampa locale. Ricordo
ancora il ritaglio del “Corriere della Sera” con l’esito dello scrutinio che
Renato affisse con orgoglio sulla vetrina della sua tipografia e credo di
avergli regalato una delle più grandi e ultime soddisfazioni della sua vita. RUSSIA: COME CASTRARSI DA SOLI Non ho ben
capito se gli italiani si siano resi conto che continuare con questo
atteggiamento di chiusura a Putin
sia una grande sciocchezza, che l’Europa ha tutto l’interesse ad avere buoni
rapporti con Mosca e che soprattutto anche all’interno dell’UE l’Italia deve anche
fare un po' da sola, visto che gli altri (Germania in testa) prima di tutto
pensano ai propri affari. Sgombriamo subito il campo dagli equivoci:
sicuramente Putin non è un leader democratico, sicuramente controlla il suo
paese con la censura e a volte con la violenza ma o teniamo un atteggiamento
univoco con tutti i regimi antidemocratici e dittatoriali del mondo o è assurdo
prendersela solo con lui. Il regime
cinese è ben peggio di quello russo eppure lo coccoliamo, così come allora non
dovremmo andare a giocare i mondiali di calcio in Qatar (ammesso di
qualificarci) e dovremmo chiudere i rapporti con l’Arabia Saudita, l’Iran e
decine di regimi più o meno dittatoriali nel mondo. Allora
perché prendersela solo con la Russia? Per l’Ucraina, si dice…Ma quanti sanno
che questi stati satelliti dell’ex impero zarista sono stati creati da Stalin
proprio per distruggere le etnie che c’erano prima dell’URSS? La parte
orientale dell’Ucraina è russa per storia, lingua, costumi, religione… qualche
ragione il Cremlino ce l’ha e se è giusto difendere l’entità nazionale Ucraina
questi aspetti bisognerebbe almeno ricordarli. Pochi
giorni fa i più importanti gruppi industriali italiani hanno intanto parlato
direttamente in videoconferenza con Putin ottenendo credito ed attenzione,
perché abbiamo bisogno del mercato russo (e viceversa) e questo colloquio
diretto è stato significativ,o ma molto imbarazzante per la Farnesina, un vero
e proprio schiaffo in faccia al governo, a Di Maio e perfino a Draghi, ma se ne
è parlato poco perché – come sempre – “non fa fino”. Noi
dobbiamo stare con gli USA, ci mancherebbe, ma la posizione di Biden è diventata anche
un po' grottesca: mostra i muscoli perché non rischia nulla, mentre noi in
Europa rischiamo di tagliarci i mercati e rimanere senza gas, con le imprese
produttive a terra e le famiglie al freddo, mentre l' inflazione sta diventando
galoppante per il caos nelle materie prime… tutto per l’Ucraina? Intanto gli
altri partner europei - come la Germania - i loro affari con Mosca li fanno lo
stesso: forse ci vorrebbe qualche riflessione di “realpolitik” in più LIVELLI DI LAGO Nella zona
del Lago Maggiore
sono in corso molte polemiche per la proposta di preservare un livello delle
acque più alto a fine primavera tenendole di riserva per la stagione estiva.
Credo sia una proposta sensata – se ovviamente ben controllata – anche se la
mia posizione è di minoranza, schiacciata da ben altri interessi. Visto che il
problema può interessare solo una parte dei lettori non sto a farne qui uno “spiegone”,
ma invito chi sia interessato a contattarmi direttamente e potrà così farsi
un’idea più complessiva e variegata rispetto alla vulgata ufficiale di un “no”
al progetto che “passa” attraverso i media locali. E’ TORNATA
LA STORIA A TELE VCO Sono
tornati i miei settimanali appuntamenti di storia su TELE VCO-AZZURRA TV (già
canale 17 o canale 19, nell’attuale momento di caos delle frequenze in zona
Verbania si vede sul canale 852) che porto avanti ormai da qualche anno. Questa
stagione sarà dedicata alla storia locale, italiana e del Piemonte dopo il
1861. Chi vuole
vedermi ricordi che la trasmissione va in onda il VENERDI’alle ore 22 con
repliche il SABATO (13.30, 14.30 e 17.30) e il MARTEDI’ alle ore 12. Le puntate
si possono seguire anche in diretta streaming cliccando su VCOAZZURRATV
(wwwvcoazzurratv.it)
A TUTTI UN SALUTO E BUONA
SETTIMANA
MARCO ZACCHERA IL PUNTO n. 846 del
21 gennaio 2022 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it) info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it Sommario: QUIRINALE:
ORE DI PRETATTICA - MENEFREGHISMO ELETTORALE – CSM CONTRO TUTTI (W IL
WHISTLEBLOWING) – SUPERBOLLETTE - IL MONDO (INGIUSTO) DEI PAPERONI – STORIA IN
TV QUIRINALE: ANCORA PRETATTICA Suscita
scandalo (a sinistra) la possibilità di Silvio
Berlusconi Presidente della Repubblica, una candidatura
comunque molto difficile da portare avanti (oltre che secondo me poco
opportuna), ma un centro-destra che per la prima volta ha sulla carta la
maggioranza relativa dei votanti non deve sprecare le proprie cartucce puntando
su un unico cavallo, soprattutto quando in campo vuole scendere il discusso suo
ex leader maximo. Serve quindi come minimo molta attenzione, anche per le
ricadute politiche se l’operazione facesse flop e mi pare che sia la Meloni che Salvini l’abbiano
capito. Penso che
una parte dei grandi elettori “patrioti” Berlusconi sul Colle non ce lo
vedrebbe proprio, ma ben meglio lui che un avversario e quindi è possibile e
conveniente garantirgli - almeno a parole e dalla quarta votazione - un pacchetto
sicuro di voti, magari controllabili a vicenda, se lui trovasse gli altri
(dubito, soprattutto se a cercarli in giro è Sgarbi…). I sistemi per farlo sono semplici
e purtroppo collaudati e un attento corteggiamento è quindi in corso
soprattutto verso quegli oltre 120 parlamentari rimasti senza casacca e a cui
non piace l’elezione di Draghi
al Colle con il rischio di interrompere la legislatura un anno prima. Questo
anche perché gli esperti di pretattica elettorale presidenziale fanno sapere
che solo se la legislatura arriverà a fine settembre scatterà il quinquennio
“convenzionale” per permettere ai futuri “ex” di percepire comunque, a 65 anni,
il (pur ridotto) vitalizio parlamentare, guai quindi a cadere ad un passo dal
traguardo. Messi
presuntivamente in cassaforte i 450 voti berlusconiani di centro destra, ne
restano però appunto da trovare almeno un’altra sessantina ed è qui che
Berlusconi chiede agli alleati una prova di fede bloccando il pacchetto
“garantito” che però – al massimo – anche in caso di accettazione
ufficiale di Berlusconi durerà lo spazio di un paio di scrutini e solo se in
prima battuta il quorum fosse sfiorato, tanto da convincere qualche ultimo
dubbioso di possibile acquisto a fare il salto pro Cavaliere all’ultima ora.
Se Berlusconi non passasse infatti alla quarta o quinta votazione (prima
il quorum è troppo alto) sarà poi il “liberi tutti” ed è qui che gli alleati –
finiti gli attestati di omaggio – devono pensare ad alternative. Un nome da
trovare (e forse già trovato) ma da non diffondere perché altrimenti sarebbe a
rischio di abbattimento precoce. Personalmente – al di là delle cortine
di fumo che sono
state sollevate per confondere il campo, tipo proporre
l’ex ministro degli esteri Franco
Frattini o Letizia
Moratti – continuo a pensare che la potenziale miglior
candidata potrebbe essere la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, che
ovviamente negherà l’ipotesi fino ad un secondo prima della (eventuale) sua
candidatura. La Casellati resta l’unica figura istituzionale che potrebbe
raccogliere voti non troppo sospetti anche in campo avversario e credo che alla
fine sarà proprio questa l’opzione “B”. Altre alternative Gianni Letta, gran
manovratore e consigliere di Berlusconi
o – in subordine – Pierferdinando
Casini. MENEFREGHISMO ELETTORALE Cecilia
d’Elia, del PD, è la nuova deputata eletta domenica nelle elezioni
suppletive nel collegio di Roma I al posto di Roberto Gualtieri, diventato sindaco e
quindi incompatibile. La neo onorevole è stata eletta con il 60% dei voti
validi corrispondenti però a solo il 6.8% degli elettori del collegio visto che
i votanti sono risultati soltanto l’11%, con ben l’89% dei cittadini che
hanno invece disertato le urne. Un voto in più in parlamento forse conterà
poco, ma va registrato che la candidata del centro-destra – l’ex magistrato Simonetta Matone (nota
solo per le sue comparsate a Porta a Porta ed esponente della Lega) - ha
conquistato soltanto ”ben” il 2.2%
del corpo elettorale. Mi sembra
decisamente un po' pochino, ma sottolinea anche la superficialità con cui
vengono affrontate le cose, perché con un minimo di volontà in più si poteva
tranquillamente arrivare ad un risultato più positivo. Si replica il solito
menu visto alle comunali e per i ballottaggi: a destra non si impara mai
niente. CI MANCAVA IL WHISTLEBLOWING ! Nel totale
disinteresse dei media la scorsa settimana il Consiglio di Stato ha dichiarato
illegittime anche le nomine operate dal CSM del primo presidente e del
presidente aggiunto della Corte
di Cassazione. Secondo il Consiglio di Stato altri candidati
erano più meritevoli. Invasione di campo da parte della giustizia
amministrativa nelle prerogative del CSM o legittima richiesta di avere
finalmente più trasparenza nelle nomine? Sta di fatto che il CSM ha comunque
poi rinominato gli esclusi dichiarati illegittimi senza accettare la decisione
dei giudici amministrativi e lo ha fatto addirittura alla presenza di Mattarella che quindi di
fatto ha avallato la scelta. Chissà come saranno contenti al Consiglio di
Stato! Ennesime
polemiche e corto circuito istituzionale, con il tema che era già stato
dibattuto a seguito della lunga vicenda che aveva interessato Michele Prestipino, ex
procuratore di Roma (la carica più importante d’Italia) destituito prima dal
Tar, poi dal Consiglio di Stato e infine dalla stessa Cassazione, eppure
nominato e difeso a spada tratta dal CSM. Un dibattito inquinato dai veleni del
caso Palamara,
ma che ancora una volta sottolinea come sia e sia stato assordante il silenzio
proprio di chi del CSM è il Presidente, ovvero l’inquilino del Quirinale, che
ha di fatto accettato la scelta del CSM. Ma come può funzionare la Giustizia in
un paese conciato così? Su questi
temi, però, la ministra Cartabia
sorvola ed annuncia piuttosto in Senato che "Va perfezionato il ricevimento della direttiva UE sul whistleblowing, prezioso strumento
anticorruzione". Cosa
significhi "whistleblowing" credo che tra i lettori de Il Punto lo
sappiano in pochi (io non lo sapevo!) che, letteralmente tradotto, significa
"il soffiatore di fischietto", ovvero - mi pare di interpretare -
"arbitro", nel senso di colui che segnala una infrazione di gioco.
Dire però "la Magistratura segnali gli episodi corruttivi" sarebbe
stato troppo semplice perchè - dall' avvocato Azzeccagarbugli dei “Promessi
Sposi” in qua - la gente va sedotta con i paroloni, una volta espressi in
latino ed adesso possibilmente in inglese così che, appunto, alla fine ti
fregano meglio. Insomma, la
Magistratura, secondo la ministra Cartabia, dovrebbe attivarsi di più per
segnalare in anticipo gli episodi di corruzione. Giustissimo ma - mi verrebbe
proprio da dire - "Da che pulpito viene la predica", visto cosa
succede nel CSM e dintorni. BOLLETTE: SCUSATE, NON CAPISCO Il vero
problema del momento è lo scatto dell’inflazione anche per il fortissimo
aumento delle bollette energetiche. Il governo pensa di tassare gli
extra-profitti delle aziende del settore per compensare i consumatori, ma non
sarebbe più logico calmierare allora i prezzi del gas per impedire aumenti
ingiustificati? Certo che ascoltare poi il ministro Cingolani affermare che
per ridurre i prezzi delle bollette verranno tagliati 1,5 miliardi di incentivi
sul fotovoltaico, da 1 a 2 miliardi di incentivi sull'idroelettrico e 1,5
miliardi con la rinegoziazione a lungo termine delle fonti rinnovabili lascia
perplessi: ma non erano proprio queste le alternative “ecologiche” da
incentivare? Se l’Italia però - che dipende in gran parte dall’estero -
non vuole estrarre petrolio nel sud, limita l’estrazione del gas in Adriatico
(a vantaggio di Grecia e Croazia che non hanno certi scrupoli), non vuole
neppure pensare al nucleare ed insiste a produrre energia elettrica “pulita”
bruciano gas e gasolio… mi sembra difficile uscire dalla crisi! SE VI SEMBRA GIUSTO… Nei primi 2
anni di pandemia i 10 uomini più ricchi del mondo hanno più che raddoppiato i
loro patrimoni, passati da 700 a 1.500 miliardi di dollari, al ritmo di 15 mila
dollari al secondo, 1,3 miliardi di dollari al giorno. Nello stesso periodo si
stima che 163 milioni di persone siano cadute in povertà a causa della
pandemia. In questo momento i 10 super-ricchi detengono una ricchezza sei volte
superiore al patrimonio del 40% più povero della popolazione mondiale, composto
da 3,1 miliardi di persone. Ogni 4 secondi nel mondo 1 persona muore per
fenomeni connotati da elevati livelli di disuguaglianza come mancanza di
accesso alle cure, fame, crisi idrica. Decine di milioni di persone vivono con
meno di un euro al giorno. Dall’inizio
dell’emergenza Covid, ogni 26 ore un nuovo miliardario si è unito ad una élite
composta da oltre 2.600 super-ricchi le cui fortune sono aumentate di ben 5
mila miliardi di dollari, in termini reali, tra marzo 2020 e novembre 2021.
Sono i dati emersi nell’ultimo incontro dell’alta finanza a Davos, tenuto
quest’anno – bontà loro – senza concentramento di superjet privati ma più
sobriamente on line. I dieci più
ricchi del mondo risultano Elon Musk (patrimonio di 274,7 miliardi di dollari,
Bernard Arnault (198,9 miliardi), Jeff Bezos (194,5 miliardi), Bill Gates
(138,3 miliardi) e poi Larry Page (124,5), Mark Zuckerberg (123,1), Larry
Ellison (120,8) Sergey Brin (120 miliardi), Warren Buffett (109,1)
e Steve Baller (106.5). Giovanni Ferrero è l’italiano più ricco (33,3 miliardi)
mentre Silvio Berlusconi e famiglia sono “solo” a quota 7,5. La confederazione
no profit Oxfam ha calcolato nel suo ultimo rapporto che in questi due anni il
numero uno di Amazon Jeff Bezos è quello che ha incrementato di più il proprio
patrimonio per oltre 81,5 miliardi di dollari: il surplus nei primi 21 mesi
della pandemia equivale per lui al costo completo della vaccinazione (due dosi
e booster) per l’intera popolazione mondiale. Eppure non si riesce neppure a
mettere in campo una tassa planetaria che in qualche moda colpisca ovunque e in
modo progressivo i redditi che superino una soglia che personalmente considero
di immoralità. Tranquilli, comunque, perché tutti – da Lazzaro al ricco Epulone
– moriremo uguali. TORNA LA STORIA A TELE VCO Tornano i
miei settimanali appuntamenti di storia su TELE VCO-AZZURRA TV (canale 17 o
canale 19) che porto avanti ormai da qualche anno. Questa stagione sarà
dedicata alla storia delle nostre zone e del Piemonte dopo il 1861. Chi vuole
vedermi ricordi che la trasmissione va in onda il VENERDI’ (a partire
da oggi 21 gennaio) alle
ore 22 con repliche il SABATO (13.30, 14.30 e 17.30) e il MARTEDI’ alle ore 12.
Le puntate si possono seguire anche in diretta streaming cliccando su
VCOAZZURRATV (wwwvcoazzurratv.it)
A TUTTI UN SALUTO E
BUONA SETTIMANA MARCO ZACCHERA IL PUNTO n. 845 del
14 gennaio 2022 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it) info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it Sommario: MATTARELLA,
UN UOMO IN GRIGIO – COME VA IL PNRR? - POVERA ROMA – VIOLENZA DI GRUPPO MATTARELLA, UOMO IN GRIGIO Finisce
(forse) il settennato al Colle di Sergio
Mattarella ed è tempo di un bilancio che, senza preconcetti,
definirei grigio, come il personaggio. Ho
conosciuto da vicino Mattarella quando per diversi anni eravamo insieme componenti
della Commissione Esteri della Camera: la sua una presenza costante, sobria,
corretta, seria (anzi, serissima), competente, mai una parola sopra i toni e -
da eletto al Quirinale - non ha mai mutato la sua impronta di aplomb
istituzionale. Ha svolto con
serietà e rigore il suo ruolo considerandosi forse come il più importante
impiegato della Repubblica senza sbavature, ma mi è difficile ricordare un
momento di passione trascinante o di immagine coinvolgente in un settennato
certamente impegnativo, ma in un ruolo svolto senza strappi. Se pensate
a Pertini in tribuna quando vincemmo i "mondiali" rispetto al
Mattarella in impermeabile a Wembley per la finale dell'Europeo la differenza
c'è tutta e ben rende l'idea. Nei giorni
scorsi Mattarella ha tenuto a sottolineare che diventando presidente bisogna
perdere la casacca di appartenenza politica per essere "super partes"
ed è su questo che qualche dubbio ce l'ho, perché Mattarella ha forse voluto
essere sopra le parti nel suo intimo ma in sette anni non mi sembra abbia mai
preso una posizione contro la "sua" parte e - da persona di destra -
devo esprimere una critica verso questo suo atteggiamento che non ha mai tenuto
conto degli umori dei cittadini-elettori: non ricordo davvero un solo episodio in
cui Mattarella abbia preso le distanze dalla sua "casa-madre" (ovvero
il PD, versante ex democristiano). Una presidenza senza scandali (e non è poco)
ma contraddistinti da un diluvio di dichiarazioni scontate, prese di posizioni
corrette quanto spesso del tutto ovvie, senza mai assumere una posizione che
mettesse in imbarazzo chi ne volle l'elezione e - in primis - proprio il
"suo" PD. No alle
elezioni anticipate, per esempio, eppure Mattarella sapeva benissimo che il
Parlamento non rappresentava più da molto tempo l'opinione politica degli
italiani e non solo per il cambiamento degli umori politici, ma perchè ben
oltre il 10% dei parlamentari ha cambiato gruppo politico, infischiandosene
dell'opinione di chi li aveva eletti, tanto che il suo successore sarà eletto da
un Parlamento dove il partito più numeroso è appunto quello dei "senza
partito" in un diluvio di migrazioni che hanno del tutto stravolto il voto
elettorale e si prestano oggi a mercanteggiamenti sottobanco di ogni tipo. Certo, la
Costituzione gli imponeva di tenere un doveroso basso profilo, ma non c'è
dubbio che in passato altri suoi predecessori abbiano contraddistinto il loro
mandato con un diverso livello di visibilità e di condivisione con la gente,
Mattarella ha invece preferito tenersi sempre defilato. In un
settore, però, penso non possa essere ricordato con positività: la sua (non)
gestione della Magistratura di cui il Presidente è sì solo il capo formale, ma
con obblighi che a volte gli imporrebbero di uscire dal riserbo e dal silenzio.
Un vertice giudiziario che negli anni si è trasformato in un groviglio di veti,
correnti e tresche immorali avrebbe imposto un ben altro profilo e livello di
intervento. Preso atto
che il CSM è stato di fatto lasciato nelle mani del suo "ex partito"
e relativi correnti deviate, credo che Mattarella avrebbe avuto il dovere di
intervenire maggiormente in prima persona con fatti concreti, esplicite
richieste di dimissioni, sollecitazioni chiare e non solo messaggi scontati.
Non lo ha fatto, si è tenuto lontano dal rischio di "sporcarsi le
mani" assumendo decisioni coraggiose, ma dando così spazio al
moltiplicarsi dei veleni e di fatto proteggendo chi ne aveva approfittato.
Molti italiani attendevano e soprattutto speravano in suoi interventi concreti
prima e dopo il "caso Palamara" ma non è emerso nulla oltre le
solite, scontate dichiarazioni di principio. Vedremo se,
almeno in un primo tempo, Mattarella succederà a sé stesso, certo credo che gli
italiani vorrebbero comunque un presidente più rappresentativo in attesa di una
riforma costituzionale che, superati antichi timori, dia maggiori
responsabilità all’inquilino del Colle soprattutto se – finalmente – fosse
eletto direttamente dai cittadini. COME VA IL PNRR ? Se ne parla
poco, pochissimo, eppure ribadisco ancora una volta che se i fondi europei
legati al PNRR sono indispensabili per il rilancio nazionale peseranno in
futuro come un macigno sulle finanze pubbliche. Urge quindi spenderli bene ma –
almeno per il cittadino comune – tuttora non si capisce che fine prenderanno. I
piani mandati in Europa, pieni di buone intenzioni, non chiariscono infatti quali
siano le vere PRIORITA’ che verranno messe in campo. Molto
semplicemente, quali sono le prime e più importanti 10 iniziative CONCRETE che
si vogliono finanziare con i fondi di Bruxelles? Non un
generico “ammodernamento della rete autostradale e ferroviaria” ma quali sono
gli specifici “grandi interventi” che si vogliono mettere in campo e da chi
verranno spesi? Nei giorni scorsi ho attraversato l’Italia ed il livello delle
infrastrutture – primo passo per un rilancio nazionale – e spesso del tutto carente.
Mi spiego: se percorrete l’Autostrada del Sole potrete verificare che alcuni
tratti (come da Firenze ad Orte) sono ancora a due corsie come negli anni ’60
pur con un traffico decuplicato. Molti degli svincoli per entrare ed uscire da
Roma (a parte lo schifo della non manutenzione) sono quelli inaugurati per le
Olimpiadi del 1960 e avanti così. Inoltre i lavori in atto anno dopo anno sono
più o meno sempre allo stesso punto (vedi appunto il tratto toscano della A1
dal Mugello a Firenze o a sud della città) nonostante il caro-pedaggi.
Piacerebbe avere insomma un elenco preciso, chiaro, inequivocabile e se fossero
pubblicati anche gli importi stanziati, le date previste di completamento e i
responsabili dei lavori sarebbe davvero un gesto apprezzato da tutti, POVERA ROMA… Sono stato
a Roma dopo quasi un anno di assenza causa Covid e l’ho trovata non solo
sporca, ma soprattutto degradata, a pezzi, abbandonata. Non credo sia tanto una
questione di colore politico dell’amministrazione capitolina, ma dell’andazzo
generale che la sta trasformando in una città africana. Strade piene di buche,
acciottolato sgarrupato, sporcizia ed erbacce ovunque (e siamo a gennaio!),
sosta selvaggia, marciapiedi fatiscenti, trascuratezza ovunque e anche nel
centro storico che dovrebbe essere il fiore all’occhiello del nostro Paese.
Invece tutto è lasciato andare, sciatto, sporco, abbandonato come le migliaia
di monopattini dimenticati in ogni angolo di strada. Non ci meritiamo una
capitale come questa che il mondo ci invia ma che, evidentemente, non sa farsi
amare dai suoi cittadini! QUANDO GLI AGGRESSORI SONO IMMIGRATI… L'aggressione
ad alcune ragazze in centro a Milano per Capodanno è stato davvero un brutto e
censurabile episodio, ma che porta anche a qualche considerazione visto che nei
primi giorni di queste violenze non se ne era parlato nonostante fossero
perfettamente a conoscenza dei giornali e delle forze dell'ordine. Questo
silenzio mediatico si spiega perchè - osservando i video - si nota come i
presunti aggressori fossero magrebini, pur alcuni "di seconda
generazione", come ci si è poi affrettati a sottolineare. Insomma, se
nessuno sostiene assolutamente che tutti o la gran parte degli immigrati
nordafricani siano dei violenti o degli aggressori, così come purtroppo ci sono
anche tanti italiani che si macchiano quotidianamente di gravissime violenze,
tacere però questo aspetto solo perchè "non fa fino" e non si vuol
turbare la sensibilità della gente verso gli immigrati la dice lunga sulla
qualità dell'informazione che giornalmente ci viene propalata. Patetico
che il sindaco di Milano - dopo aver taciuto per 10 giorni e accusato per
questo di poca sensibilità - annunci poi con grande ritardo (ma altrettanti
squilli di tromba e copertura mediatica) la costituzione come parte civile
dell'amministrazione, sempre tacendo su chi siano i presunti colpevoli. In
realtà per dieci giorni in nessun TG e in ben pochi articoli di cronaca si era
ammesso questo aspetto, nè si è considerato il fatto che le ragazze sono state
salvate dalle Forze dell' Ordine presenti, ma apparse abbastanza impotenti
davanti alla violenza e ai numeri del "branco". Forse Sala dovrebbe
quindi anche spiegare ai milanesi come mai queste siano le condizioni sociali e
di vivibilità del centro di Milano dopo tanto (troppo) "politicamente
corretto". Immaginate
se ad aggredire le ragazze fosse stato un gruppo di giovinastri di
"estrema destra": scommettiamo che tutto sarebbe stato messo per
giorni in prima pagina (vedi l’assalto alla CGIL) e che tutti i progressisti e
le progressiste della penisola avrebbero pianto e denunciato in coro
l’insopportabile e pericolosa “violenza fascista"? Con questo
numero IL PUNTO riprende la consueta cadenza settimanale, un saluto e un
rinnovato buon anno a tutti.
Marco Zacchera IL PUNTO n. 844 del
5 gennaio 2022 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it) info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it Sommario: BERLUSCONI
PENSA AL COLLE – GAS & LUCE: SPIAZZATI – UNA PREGHIERA PER BURZI Buon anno e
ben ritrovati. Vi interessa leggere IL PUNTO e volete farmi un regalo?
Mandatemi l'indirizzo mail di vostri amici che possano essere interessati anche
loro a ricevere IL PUNTO. GRAZIE! BERLUSCONI FACCIA UN PASSO INDIETRO ! Tra poco
saremo in piena bagarre per l’elezione del Presidente della Repubblica e Silvio Berlusconi
scalpita sperando nella possibilità di una sua elezione al Colle. In teoria –
soprattutto perché oltre il 10% dei parlamentari ha cambiato partito, confluendo
in un eterogeneo “gruppo misto” – questa volta il centro destra avrebbe una
maggioranza relativa da usare per un proprio candidato (ma non sufficiente a
garantirne l’elezione), anche se qualcuno ipotizza che - complice il voto
segreto e con possibili acquisti non disinteressati - dal quarto scrutinio l’ex
Cavaliere potrebbe anche farcela. Personalmente
ritengo che non ce la farà mai, e mi chiedo se – dietro alle scontate parole di
compattezza ed unità – il centrodestra non debba invece già considerare anche
un “piano bis” da mettere sul tavolo al momento in cui Berlusconi fosse
comunque appiedato dal voto dell’aula. Questo
anche perché – a parte l’età e la salute - ritengo che Silvio Berlusconi non
sia adatto come Capo dello Stato e scatenerebbe, se eletto, il ritorno ad una
polemica quotidiana di cui l’Italia non ha assolutamente bisogno. D'altronde è
bastata l’ipotesi di una sua candidatura per far salire i toni e scatenare i
suoi avversari che già reclamano l’avvio di una “guerra santa” contro il nefasto
(per loro) “Cavaliere Nero”. Eppure il
centro-destra non dovrebbe sprecare una occasione storica favorevole, con una
sinistra divisa dalle polemiche e che per ora non sembra in grado di coagularsi
su un suo unico candidato di bandiera. Credo che –
ad oggi - il candidato più logico che potrebbe raccogliere teorici
consensi da tutti sarebbe Mario
Draghi, anche perché – ma questo lo si può dire solo sottovoce
- il premier ha tutto l’interesse a concludere ora e subito la sua esperienza
di governo prima che vengano al pettine dei nodi che il suo carisma ha sopito e
nascosto, ma non ha certo risolto. Il PNRR,
per esempio, è stato solo impostato ma praticamente nessuno ne conosce il
concreto stato di avanzamento e presto l’Europa potrebbe cominciare a storcere il
naso, così come non credo che il rimbalzo economico post-pandemia diventerà
robusto se il paese sarà ancora appiedato dal Covid e attanagliato da una
pesante crisi energetica. Inoltre,
alla lunga, la sua maggioranza eterogenea avrà sempre più bisogno di smarcarsi
in vista delle elezioni che comunque sono previste a primavera 2023. Credo che
Draghi consideri bene tutto ciò e quindi gradirebbe un passaggio al Colle
spinto anche dall’indice di gradimento generale che pur sta scendendo – ma
relativamente di poco – rispetto ai trionfali picchi di consenso iniziali. Draghi al
Quirinale vorrebbe dire probabili elezioni anticipate quest’anno e - se questo
è lo scopo del centro-destra - allora la prima scelta post-Berlusconi potrebbe
essere proprio il diretto coinvolgimento di Draghi per la presidenza. Se,
invece, il centro-destra fosse più lungimirante, la scelta di un candidato di
generale garanzia - ma decisamente ancorato al proprio schieramento politico -
sarebbe la scelta più meditata e coerente, mantenendo un Draghi comunque “non
ostile” a Palazzo Chigi. Per esempio
una candidatura dell’attuale presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati
avrebbe una serie di vantaggi da non sottovalutare. Innanzitutto non
guasterebbe l’essere la prima donna al Quirinale in un momento in cui
l’immagine ha una sua importanza, poi permetterebbe a Draghi di completare la
propria opera (sempre ammesso che la cosa interessi effettivamente al titolare
di palazzo Chigi) e infine il personaggio si è dimostrato di taglio moderato e
di confermata linearità istituzionale, com’è il ruolo ritagliato dalla
Costituzione per un Presidente della Repubblica più rappresentativo che
politicamente premier decisivo. Non
dimentichiamo poi che la Casellati è una eletta di Forza Italia e quindi vicina
a Berlusconi che potrebbe sempre “benedirla” con il proprio viatico dopo un
sofferto e doloroso (ma doveroso) “passo indietro” che però gli eviterebbe
potenziali figuracce. Il problema
è che all’interno dello stesso centro-destra convivono maggioranza ed
opposizione, fautori di elezioni anticipate (la Meloni e Fratelli d’Italia) ed
altri - come Forza Italia - che temono un forte ridimensionamento dal voto e
con la Lega che in argomento è tentennante e necessariamente cerchiobottista. Ci sarà quindi
prima di tutto chiarezza all’interno della coalizione? Qui sta il punto (e il
limite) di uno schieramento senza più un leader dichiarato e soprattutto senza
una seria politica comune su molti (troppi) degli argomenti sul tappeto. I giorni
corrono, vedremo se i reiterati vertici serviranno a qualcosa e se l’eventuale
bocciatura di Berlusconi non comprometterà un equilibrio sempre più delicato
anche all’interno della sua stessa coalizione. Il rischio è di ritrovarci sul
Colle un Pierferdinando
Casini o - peggio - Romano Prodi. GAS ED ENERGIA: EUROPA SPIAZZATA Penso ad un
pensionato con la “minima” che vede aumentare quest’anno la sua pensione di
"ben" l’1,47% ma contemporaneamente la bolletta di luce e gas di
oltre il 50%. L’Europa e soprattutto l’Italia appaiono assolutamente spiazzati
dall’incredibile aumento dei costi energetici. La risposta del governo di
diluire il pagamento delle bollette (ma di non ridurre l’accisa fiscale!)
sottolinea come sia una sostanziale “non risposta” ad un aumento di costi per
famiglie ed aziende che – teoricamente – non avrebbe ragione di
esistere. Non c’è infatti carenza di materia prima né problemi di
trasporto, ma ragioni politiche che sono alla base di una crisi che
evidentemente non era stata prevista. E’ chiaro
che le carte le ha in mano Putin:
la Russia ha tutto il gas che vuole, lo vende al prezzo che vuole, ma - almeno
fino ad ora - ha sempre mantenuto i contratti sottoscritti. Purtroppo
l’Unione Europea di contratti a lungo termine non ne ha ed è quindi facilmente
vittima di bruschi aumenti dei prezzi non disponendo di riserve strategiche
adeguate (come gli USA) ed insistendo a tenere una politica di rapporti tesi
con la Russia. Putin non è un santo ed è in forte debito con la democrazia, ma
allora lo stesso metro di giudizio e di comportamento andrebbe tenuto con tutte
le nazioni non democratiche, comprese Cina ed Arabia Saudita ben più
autoritarie e violente della Russia di Putin. L’Europa si trova ad essere la
parte debole e perdente, ma sembra capirlo poco rispetto anche ai proclami di Biden che non deve
sopportare la crisi energetica del vecchio continente. Poi ci
mettiamo anche del nostro rifiutando energie alternative come la fusione
nucleare, illudendoci con i “verdi” e riempiendoci le orecchie con la “transizione
ecologica” che è una demagogia formula per intanto economicamente suicidarci. ANGELO BURZI: UN CASO DI COSCIENZA Nella notte
di Natale si è suicidato Angelo
Burzi, ex consigliere ed assessore regionale del Piemonte, in
crisi per essere stato condannato dalla Cassazione per la vicenda dei rimborsi
del consiglio regionale piemontese dopo essere stato assolto in primo grado e
condannato in appello. La vergogna per la nuova condanna dopo 8 anni di
processi e la prospettiva di perdere conseguentemente anche il vitalizio –
oltre a condizioni di salute che rischiavano di aggravarsi – sono state alla
base del suo gesto. Per quanto
l’ho potuto conoscere, Burzi era un galantuomo e – almeno nel suo caso – la
vicenda delle “mutande verdi” non è andata come hanno sostenuto dei Magistrati
che secondo me si sono comportati anche con preconcetto politico e hanno
interpretato “a posteriori” una norma su cui non c’erano chiarezze. Credo (e
spero) che qualche pubblico accusatore – subito difeso dalla “sua” casta – si
sia posto almeno qualche problema di coscienza leggendo la lettera di addio di
Burzio quando scrive, prima di spararsi… “... La giustizia è un esempio appunto del
“peggio”, non trascurando che lo scrivente è certo di essere totalmente
innocente nei riguardi delle accuse a lui rivolte. Alla fine del processo di
appello, 14 dicembre u.s., ho totalizzato una condanna a tre anni per peculato
svolto continuativamente dal 2008 al 2012. I possibili sviluppi stanno in un
possibile nuovo ricorso in Cassazione, che avrà con grande probabilità un esito
nuovamente negativo, diciamo alla fine del 2022. E qui iniziano i problemi seri
perché interverrà la sospensione dell’erogazione del vitalizio per la durata
della condanna. Probabilmente si sarà fatta nel frattempo nuovamente viva la
Corte dei conti pretendendo le conseguenze del danno di immagine da me
provocato, diciamo non poche decine di migliaia di euro. Credo tutto ciò sia
soggettivamente insostenibile, banalmente perché col vitalizio io ci vivo, non
essendomi nel corso della mia attività politica in alcun modo arricchito, e
sostanzialmente perché non sono più in grado di tollerare ulteriormente la
sofferenza, l’ansia, l’angoscia che in questi anni ho generato oltre che a me
stesso anche attorno a me nelle persone che mi sono più care, mia moglie, le
mie figlie, i miei amici. Preferisco dare loro oggi, adesso, con una dose di
dolore più violenta, ma ”una tantum”(…)Siccome arrendermi non è mai stata
un’opzione, frangar non flectar, esprimo la mia protesta più forte
interrompendo il gioco, abbandonando il campo in modo definitivo. Serve anche
fare un non esaustivo elenco dei personaggi che maggiormente hanno
contraddistinto in maniera negativa questa mia vicenda in quasi dieci anni.
Dapprima i giudici del primo processo d’appello, i quali, con una sentenza che
definire iniqua e politicamente violenta è molto poco, azzerarono la sentenza
di primo grado che mi vide assolto per insussistenza del fatto dopo due anni di
dibattimento in aula. Poi l’uomo nero, il vero cattivo della storia, il
sostituto procuratore che dall’inizio perseguì la sua logica colpevolista,
direi politicamente colpevolista. Essendo persona preparata e colta non si
arrese rispetto alle assoluzioni del primo grado, ma appellandosi a sua volta
ottenne la condanna nel successivo appello. Ancor più colpevole a mio avviso
perché, pur conoscendo in dettaglio i fatti che mi riguardano, insistette nelle
sue tesi...” Vi chiedo
una preghiera per Angelo Burzi. Il prossimo
numero de IL PUNTO uscirà venerdì 14 GENNAIO riprendendo la consueta cadenza
settimanale
UN SALUTO E BUON ANNO A
TUTTI !
MARCO ZACCHERA IL PUNTO
n. 843 del 28 dicembre 2021 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it) info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it Sommario: ITALIANI DIVISIDAL COVID -
ANNIVERSARI: 75 ANNI FA NASCEVA IL MOVIMENTO SOCIALE - ALESSANDRO
LANANUOVO PRESIDENTE DEL VCO COVID: ITALIANI DIVISI E’ inutile
prenderci in giro: l’Italia è profondamente divisa tra vax e no-vax, ma
soprattutto cresce ovunque la platea degli scettici, dei diffidenti, di quelli
che ogni sera ascoltando la TV si sentono presi in giro. Vaccini che prima
sembravano una panacea e poi crollano nelle loro certezze come nelle
percentuali delle loro coperture, varianti prima pericolose, poi no, oppure
forse con numeri ballerini, confusi e contraddittori, promesse e previsioni non
mantenute, dati quotidianamente inesplicabili e che vanno contro la logica. Ma perché
ogni giorno - chiaramente e senza furbizie - non ci dicono per esempio quanti
ricoverati siano vaccinati o no, quanti dei malati gravi siano no-vax o meno e
quanti defunti erano stati vaccinati e sono effettivamente morti di Covid e non
– pur positivi - per tante altre patologie. Questo per capire quanto serva -
insomma - vaccinarsi o meno. Solo così (se i numeri dimostreranno i rischi a
non farlo) si riuscirà a convincere chi non vuole vaccinarsi. Per esempio: è
vero che la probabilità di essere ricoverati è 16 volte di più per i “no vax”
rispetto ai vaccinati, oppure è una bufala? Solo numeri chiari possono
convincere i no-vax, ma se non vengono dati o non sono reali crescono
allarmismo e diffidenza. Anche perché la matematica non è un’opinione: se tutti
i “contatti” dei contagiati - soprattutto se asintomatici – dei giorni
precedenti la scoperta della loro positività devono mettersi in quarantena, con
l’attuale indice di crescita dei contagiati tra poche settimane in Italia non
lavorerà più nessuno, perché tutti più o meno saranno stati a “contatto” con
inconsapevoli contagiati che crescono al ritmo di decine di migliaia al giorno!
La gente
può accettare tutto, ma non è scema e senza chiarezza cade la credibilità di un
sistema vaccinale che dimostra troppe crepe. Secondo
discorso la dipendenza europea dalle case farmaceutiche. E’ inaudito che si
spediscano milioni di dosi Astrazeneca quasi scadute nel sud del mondo perché
da noi non le vuole nessuno (eppure erano state pagate a caro prezzo): questo
sì che è vero razzismo. Così come non si capisce perché i grandi governanti
della terra non si siano uniti per limitare i profitti disgustosi di case
farmaceutiche che comandano le borse del mondo e nella corsa ai vaccini
emettono nuovi modelli, dosi, varianti più o meno testati. Ma possibile che non
si debbano conoscere i contenuti degli accordi UE con Pfizer & aziende del
settore? Prezzi, tempi, modalità di consegna, scontistica, nomi e cognomi dei
funzionari e dirigenti europei coinvolti: tutto nebuloso, tutto nascosto.
L’impressione è una grande palude dove lo scetticismo avanza di pari passi
delle incongruenze che ci raccontano. Per questo tutti hanno sempre più dubbi,
non hanno più fiducia, si sentono cavie di un sistema e così anche chi si è
convintamente vaccinato – come me – comincia a chiedersi se il Covid non
stia semplicemente diventando un strumento di profitto mentre volutamente (e
politicamente) si sono nascoste le responsabilità iniziali e successive di
questa pandemia. Il mondo, insomma, vuole vederci più chiaro. 26 DICEMBRE 1946: NASCE IL MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO, “LA MIA
GENTE” 75 anni fa,
esattamente il 26 dicembre 1946, veniva fondato nello studio romano dell’avv.
Arturo Michelini il Movimento Sociale Italiano. Un partito
che i più giovani non hanno conosciuto e di cui forse nulla sanno, che ricorda
qualcosa a chi ha i capelli bianchi, ma che per alcuni – come per me – ha
rappresentato la “mia” gente, ovvero il senso profondo di appartenenza a un
mondo politico così diverso da quello di oggi. A rileggere
le cronache e i documenti di allora colpisce la modernità programmatica
di quella dozzina di fondatori e soprattutto il concetto “Non
rinnegare, non restaurare” che dimostrava una immediata volontà di cambiamento
rispetto a un periodo storico (il fascismo) finito in tragedia neppure due anni
prima. Anche se
quei fondatori e i molti che subito si aggregarono furono immediatamente
etichettati come semplici “neofascisti”, bisognerebbe avere il coraggio di
andare più a fondo per capire, conoscere e giudicare. “Vogliamo riunire tutti coloro che al di
là delle proprie origini ed appartenenze politiche intendono superare ogni
tentazione di rancore e di rivincita per riconoscersi, solidamente, servitori
della ricostruzione della Patria…” era scritto così nel primo
“Appello agli italiani” e il primo punto programmatico del nuovo partito
chiedeva di salvaguardare l’integrità nazionale “In un’Unione Europea fondata
sulla parità e la giustizia”. Parole profetiche, eppure erano passati solo 20
mesi dalla fine di una guerra devastante dove i vincitori erano stati i
“nemici” di quel piccolo gruppo e si era nel pieno di un dopoguerra dove decine
di migliaia di persone erano state uccise - soprattutto nel nord Italia - pur a
guerra finita, in un clima di estrema divisione tra repubblicani e monarchici e
con centinaia di migliaia di persone ancora prigioniere degli alleati, sotto
processo, “epurate” o appena uscite dai campi di concentramento dove erano
stati rinchiusi gli ex aderenti alla Repubblica Sociale. In
un’Italia ancora occupata ed amputata nel suo territorio (Trieste, l’Istria e
tutta la Dalmazia) e dove c’erano ancora milioni di senzatetto accampati tra le
rovine c’era - in quella fine del ’46 - chi si rimetteva politicamente in gioco
e proponeva da subito il concetto di una Europa unita, una profonda riforma
sociale, un rinnovato orgoglio nazionale, un futuro per milioni di ex
combattenti senza lavoro. Per questo
il MSI diventò presto un punto di riferimento non solo per chi aveva vissuto la
guerra “dalla parte sbagliata” subendo poi spesso la mattanza del post 25
aprile, con troppi episodi di cui ancora oggi - 75 anni dopo - non si vuole
parlare. Quando
negli anni ’70 iniziai il mio percorso politico ritrovai ancora qualcuna di
quelle persone e ne conobbi tante altre, ciascuna con la sua storia.
Italiani semplici, raramente benestanti, gente che politicamente era ancora
emarginata e discriminata, ma fiera delle proprie idee e spesso del proprio
passato, della propria libera diversità verso il pensiero dominante. C’erano
anche delle teste calde, sicuramente, ma molto di più erano quelli che
consapevolmente avevano scelto una posizione scomoda ma di coerenza con la
propria coscienza Mi piaceva
e mi piace approfondire, capire, e così ho raccolto tante testimonianze, fatti,
ricordi e piano piano anch’io - a mia volta - ho vissuto episodi da raccontare
che pur oggi sembrano così lontani, con la fortuna di aver potuto vivere un
periodo politico difficile, ma importante. Ne ho
parlato a lungo nei miei libri (“Staffette”,
“Inverna”, “La Moscheruola”) e per questo vorrei che questo
anniversario non scivolasse nel nulla, che tanti lettori mi invitassero a
parlarne, a spiegare, a raccontare: sarebbero elementi preziosi per dare –
soprattutto ai giovani – un quadro più completo di quella che fu la storia
politica italiana. Una
continua evoluzione, ma mi chiedo sempre perché così tante persone si sentano
ancora oggi schierate su posizioni simili, di fatto in continuità rispetto a
quel gruppo iniziale di emarginati che 75 anni fa fece una scelta sicuramene
controcorrente. Com’è mai
possibile - se quei discriminati non avessero avuto un po’ di ragione -
che dopo 75 anni di disinformazione, retorica e demagogia ci sia comunque una
bella fetta di italiani che “non ci cascano” e rivendicano la loro libertà di
pensiero e quindi di poter e voler leggere la storia con obiettività e
serenità, senza odio per nessuno ma semplicemente cercando di capire. Mi guardo
indietro e non posso che ricordare l’entusiasmo, la fatica, il rischio, le
difficoltà dei missini del debutto, ma anche della mia esperienza di vita. I
miei primi comizi davanti a piazze desolatamente vuote nei nostri piccoli
paesi, ma incredibilmente piene quando a parlare era Giorgio Almirante, che del
MSI-DN era il leader quando ero ragazzo. Non
bastarono nei decenni le leggi speciali, le richieste di scioglimento, le
persecuzioni giudiziarie, le perquisizioni, le botte, l’odio manifesto dei
comunisti e dei loro fiancheggiatori – ieri come oggi – “utili idioti”: quella
fiamma tricolore non si spegneva e non si è spenta, mai. Ho
conosciuto testimonianze atroci di quei “vinti” che hanno subito e taciuto, ma
che non si sono
mai arresi, mentre il testimone passava, evolvendosi, prima dal MSI alla Destra
Nazionale, poi ad Alleanza Nazionale e oggi a chiunque si ritrovi – pur sparso
in diversi gruppi politici, ma soprattutto in FdI – a ricordare Arturo Michelini, Giorgio Almirante,
Pino Rauti, Pino Romualdi e tanti altri personaggi che del MSI
ne sono stati dirigenti, compreso Gianfranco
Fini che avrà alla fine sbagliato tutto, ma intanto
ricordiamoci che con Pinuccio
Tatarella e tanti altri della "nostra" generazione
era stato capace di portare il partito fuori dal ghetto e di dar vita ad
Alleanza Nazionale. Ma un
ricordo doveroso va soprattutto a chi ha sofferto, dai primi militanti missini
uccisi a Trieste di cui chiedevano la riunificazione all’Italia agli oltre 30
ragazzi della mia età massacrati durante gli anni della violenza rossa. A chi ci
diceva di stare zitti perchè eravamo “antidemocratici” ricordavo sempre
che la nostra democrazia era testimoniata proprio dall’essere lì, a
partecipare. Eravamo
sempre emarginati: quelle poche volte che sulla stampa si parlava di noi era
solo per dipingerci come fascisti, violenti, estremisti, irriducibili idioti.
Mai, in decenni, una nota positiva. Cose che i giovani di oggi neppure possono
concepire: dal non pubblicare sui giornali neppure le nostre liste elettorali
ad escludere dai seggi i nostri scrutatori, dal negarci le piazze ai mille
tentativi di ghettizzazione. Io ero uno
dei tanti ed ho avuto più occasioni, più fortuna. Come tanti altri ho affisso
di notte migliaia di manifesti, stampato volantini al ciclostile, passato le
giornate nei corridoi delle questure, fatto propaganda nei posti più assurdi,
rischiato (spesso) le botte da chi non la pensava come me, eppure so di non
aver mai alzato una mano contro nessuno. Vorrei che
questo anniversario sia quindi un omaggio a tutti gli iscritti e gli attivisti
senza nome di un partito che si reggeva con pochi soldi ma soprattutto sui
propri volontari e ai milioni di silenziosi elettori del MSI. Quelli che
credevano in noi e ci votavano, ma non potevano dirlo perché rischiavano sul
lavoro, in ufficio, tra la gente. Oltretutto, dopo che nel dopoguerra l’Italia
sembrava avviata ad una civile transizione democratica. arrivarono infatti gli
“anni di piombo” con le bombe e gli attentati degli “opposti estremismi” con
una manovalanza spesso manipolata e che serviva soprattutto a far mantenere al
potere personaggi a volte molto equivoci. Mi corrono
davanti agli occhi i visi, le mani, gli occhi di chi in qualche modo mi diceva
“grazie” nel rappresentarli e la forza di quei visi erano la mia arma segreta. Non era
facile – soprattutto al Nord – essere missino in fabbrica, in consiglio
comunale o nei piccoli paesi dove ti segnavano a dito. Si parlava (spesso da
soli) in consigli comunali e assemblee apertamente ostili dove avevamo tutti
contro, quell’ intero “arco costituzionale” inventato solo per emarginarci.
Eppure alla fine non ci sono riusciti: l’URSS è caduta, il comunismo è morto,
siamo stati riconosciuti come legittima forza politica e quindi in qualche modo
abbiamo vinto noi con l’onore e l’onere di rappresentare quelle persone umili e
senza voce. Fierezza: è sempre stata la molla che mi ha mandato avanti e mi ha
fatto superare tante difficoltà. Così,
mentre man mano salivo dal consiglio comunale della mia città (di cui poi sono
diventato sindaco) al consiglio provinciale e poi in Regione Piemonte e infine
dal 1994 in Parlamento per cinque legislature sapevo che la mia responsabilità
cresceva perché avevo nei loro confronti un impegno morale di trasparenza e di
rappresentanza. Quanta
gente ho conosciuto da Brunico a Pantelleria, da Alghero a Lecce, da Trieste ad
Aosta e poi come responsabile di AN all’estero da Melbourne a Stoccarda, da
Buenos Aires e Toronto. Era appunto la “mia” gente, quella comunità umana che
non potevo e non potrò mai dimenticare ed alla quale posso e devo solo dire
grazie. Gente
irripetibile ed unica, a volte divertente ed assurda, cementata dai fatti e
divisa – sempre! – nella dialettica delle
interpretazioni tra “destra sociale” e “conservatori”, tra
rivoluzionari e legalitari, tra moderati e più estremisti, tra aperti al
dialogo o presunti difensori dell’ortodossia. Eppure quel
piccolo MSI del ’46 in pochi mesi prese decisioni nette (sempre poi mantenute)
stando senza equivoci dalla parte della democrazia parlamentare, dell’Occidente
e dell’Europa con una scelta democratica chiara, senza tentennamenti o
cedimenti. Gruppi e
gruppuscoli si sono allontanati, scissioni sciagurate hanno a volte diviso il
ceppo, correnti e divisioni hanno rallentato la marcia, ma la continuità è
sempre rimasta. Oggi va
quindi reso omaggio a chi volle quella spinta iniziale e se qualche lettore
volesse conoscere più a fondo le vicende storiche e politiche che portarono
alla firma di quell’ “appello agli italiani” di 75 anni fa mi contatti e
ribadisco che sarò felice di spiegare, raccontare, tentare di far capire a chi
non c’era che cosa avvenne e perché. A tutti
quelli che - almeno una volta - nella loro vita hanno votato per quella fiamma
tricolore dico “grazie” e - a nome dei tanti che non ci sono più - spero solo
di essere stato più o meno all’altezza di chi fece 75 anni fa una scelta
difficile, ma che era il loro e poi divenne il nostro dovere. PROVINCIA VCO: LANA PRESIDENTE E’ con
piacere che saluto ALESSANDRO
LANA, 35 anni e sindaco di Piedimulera, eletto domenica nuovo
presidente della provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Un giovane
amico ed amministratore che stimo e che sperò sarà in grado di dare forza a
questa nostra amministrazione provinciale che deve ritrovare, dopo i disastri
della legge Del Rio che ha cercato di sabotarla, la sua missione di
fondamentale Ente intermedio. Con pochi soldi avrà responsabilità enormi in un
territorio quasi tutto montano come il nostro, ma Alessandro ha le capacità per
fare bene. A lui e ai suoi collaboratori, dopo la vittoria netta del
centro-destra, un augurio quindi di buon lavoro. Il prossimo
numero de IL PUNTO uscirà mercoledì 5 gennaio poi – da venerdì 14 – si
riprenderà con la consueta cadenza settimanale
UN SALUTO E BUON ANNO A TUTTI
!
MARCO ZACCHERA IL PUNTO n. 842 del
17 dicembre 2021 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it) info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it Sommario: AUGURI -
RIFLESSIONI POST USA – PATTI E FREGATURE – DA CADORNA E GINO STRADA. AUGURI... Spesso si
fanno per consuetudine e in modo scontato, tra un incrocio di miliardi di SMS e
regali più o meno utili, ma ai lettori de IL PUNTO vorrei che i miei
arrivassero come piccolo segno di amicizia "vera" e soprattutto
di ringraziamento per l'attenzione che mio avete dimostrato durante questo
quasi ventennale appuntamento settimanale di condivisione e - a volte -
anche di profonda divergenza. L'augurio
di BUON ANNO è "laico" e quindi vale per tutti, ma quello di BUON
NATALE non lo è: vale solo per chi ritiene davvero che il messaggio cristiano
sia utile e forse indispensabile in questo mondo travagliato e diviso,
spaventato e spesso pieno di contrapposizioni e violenza. Una volta
il giorno di Natale si fermavano le guerre, impegnamoci almeno ad un momento
di riflessione con noi stessi, che sia di bilancio e di rilancio: ne abbiamo
tutti bisogno. Una
"festa della luce" che la porti a tutti noi. RITORNO NEGLI USA Dopo quasi
due anni di assenza forzata sono ritornato nel sud degli USA notando molti
cambiamenti, ma anche come questo paese si sia già scrollato di dosso le
angosce del Covid mentre noi europei siamo ormai allo psicodramma. In Florida,
per esempio, se atterrate a Miami scoprirete che qui il problema, almeno
ufficialmente, quasi non esiste. Ron De
Santis, il giovanissimo governatore repubblicano (aveva solo 41 anni al
momento della sua elezione, nel 2019) ha infatti deciso di affrontare la
pandemia con una strategia di basso profilo soprattutto per accogliere a
braccia aperte i milioni di turisti che arrivano in queste settimane a
scaldarsi sulle assolate spiagge del Golfo del Messico lasciando il
Canada e gli stati del Nord americano seppelliti dalla neve. D'altronde
i numeri per il Governatore parlano chiaro. Su 21 milioni di abitanti
censiti (ma in realtà siamo sui 24 milioni, comprendendo
turisti ed immigrati più
o meno al limite della
regolarità) i contagi sono molto meno dei valori italiani con circa 2500 casi
al giorno, le vaccinazioni (libere e gratuite, anche per i turisti, basta
presentarsi da un medico oppure – senza preavviso – in una qualunque
farmacia) hanno coperto il 65% della popolazione con una media di decessi che
dopo un picco a settembre è ora intorno ai 40 al giorno. Per uno
stato dove gli anziani sono molto numerosi non è un bilancio troppo negativo. Di Covid
soprattutto se ne parla poco sui giornali e nei media e l’impressione
visiva è che il problema sia considerato marginale: nessuna
mascherina, libero ingresso ai supermercati, agli spettacoli e negli
uffici pubblici (dove ben
pochi impiegati sono comunque
“mascherati”) e tutti tendono
a minimizzare sottolineando che
le statistiche federali
confermano come quelle dello “Sunshine State” siano
migliori di quelle nazionali e che quindi l’epidemia conta poco in un’area dove
l’inverno è soprattutto il “top” della stagione
turistica. Minimizzare
è anche una scelta politica negli stati a maggioranza repubblicana rispetto a
quelli guidati dai democratici, stati in rotta di collisione con Joe Biden e relative
autorità federali che chiedono più precauzioni. Ron De Santis non fa una piega
e la sua ricetta è semplice: “Il vaccino qui da noi è gratis, libero,
immediato: vaccinatevi e non pensateci più”. Ovviamente schierati con lui
operatori turistici e imprenditori che hanno visto un boom delle presenze,
anche perché il lavoro a distanza ha incentivato il trasferimento al sole
piuttosto che tra le nevi del nord. Anche per questo si assiste in Florida ad
un vero e proprio boom immobiliare con quotazioni salite anche del 30% dopo
l’inizio della pandemia. Il business si vede: non c’è una vetrina in cui non si
cerchino nuovi dipendenti, mente i prezzi di tutti i generi tendono nettamente
ad aumentare, come peraltro in tutti gli States. Una
crescita ufficiale che a novembre ha superato negli USA il 6,8% su base annua,
ma tutti sono convinti che concretamente si sia sopra il 10% mentre il prezzo
della benzina ha raggiunto il “folle” costo di 90 centesimi di euro al litro,
il che negli USA sembra scandaloso. All’appello
mancano i turisti europei, certo, ma sono poca cosa quando un
intero continente sembra volersi rifugiare sulle spiagge
assolate e se il Covid è un problema meglio esorcizzarlo non
parlandone e soprattutto senza dargli un’eccessiva importanza. Il tema è
diventato anche motivo di contesa elettorale con De Santis che ha giocato molto
sul contrasto “soft” alla pandemia e che studia da Presidente quando, prima o
poi, verrà definitivamente archiviato Trump
in campo repubblicano. De Santis
ha il tempo dalla sua e se Trump dovesse ritirarsi in vista del 2024 (ma per
ora sembra non averne la minima voglia) ecco che un successo in chiave Covid
potrebbe spianargli la strada anche sul piano nazionale. Intanto
Trump (che in Florida ha una delle sue roccaforti, almeno nel ricco sud dello
stato, perché la parte nera
intorno alla capitale Tallahassee è un’altra cosa)
conferma di volersi ripresentare e qua e là i suoi supporters agitano già le
bandiere agli incroci delle strade: tra 11 mesi ci saranno le elezioni di
metà mandato, si rivota mezzo Parlamento e non mancheranno colpi di scena.
PATTI E FREGATURE Per due
giorni si è parlato dei misteriosi “patti del Quirinale” sottoscritti tra
Italia e Francia, poi su di essi è calato un assoluto e tombale silenzio,
eppure Di Maio
li aveva definiti “un evento storico”: strano. Attenti
però che il silenzio non porti a possibili fregature. Per esempio c’è il
rischio che il concordato rafforzamento delle frontiere europee avvenga anche all’interno della UE,
ovvero – tanto per essere chiari – che i francesi potranno rispedire in Italia
chi arrivasse da loro proveniente dal nostro paese senza avere le carte in
regola. Visto che
la ministro Lamorgese
ha confermato nei giorni scorsi come gli ingressi via mare in Italia proseguono
con un ritmo doppio dell’anno scorso e quadruplo rispetto a due anni fa, ma che
su circa 60.000 arrivi solo 97 (novantasette!!) sono stati accolti in Europa
dal primo gennaio a fine mese scorso, è ora che Draghi chieda finalmente a Bruxelles
chiarezza e rispetto. Questo
anche perché in concreto tante belle parole come “gestione coordinata”,
“integrazione europea”, “solidarietà”, “porte aperte” ecc.ecc. sembrano
sottolineare solo che - da una parte - per 3.000 profughi che dal Medio
Oriente volevano entrare in Polonia per andare a lavorare in Germania via
Bielorussia l’Europa si è scatenata contro Minsk (e contro Putin, “il
favoreggiatore occulto”), ma per 60.000 persone arrivate in Italia scaricateci
da ONG spesso di altri paesi europei non solo l’UE non batte ciglio, ma neppure
contribuisce né – tantomeno - accoglie: dov’è la logica e la coerenza? DA CADORNA A GINO STRADA La giunta
comunale di Verbania ha deciso di appoggiare la richiesta di cambiare il nome
della “mia” ex scuola media da “Lugi
Cadorna” a “Gino
Strada”. Premesso che Luigi Cadorna era un esponente di una
famiglia locale, nato e vissuto nella nostra città (dove è sepolto) credo che
gli storici abbiano in parte rivalutato la figura del “generalissimo” che ha
comandato le forze armate italiane nella I guerra mondiale e non era solo un
macellaio, come è stato a volte descritto. Ma quello
che non accetto – e personalmente scriverò al prefetto di Verbania invitandolo
a non dare il suo avvallo alla nuova intitolazione – è dedicare l’Istituto
scolastico proprio a Gino Strada che non è stato solo il fondatore di Emergency
ma anche un violento esponente – mai pentito! - di quella estrema sinistra
milanese che intorno agli anni ’70 si è resa responsabile di decine di
aggressioni brutali a carico di avversari politici (o presunti tali) e Forze
dell’Ordine. Non solo: non tutto luccica in “Emergency” di cui non si conosce
un bilancio ufficiale e che spesso – come in Afghanistan – in nome del
pacifismo ha preso posizioni antitetiche alla presenza militare italiana votata
dal Parlamento, parteggiando apertamente con chi sparava alle nostre truppe. Certamente
Strada è stata una personalità complessa e sfaccettata, dividente e di parte,
icona di quella sinistra che va per la maggiore e quindi viene riverita ed
ossequiata, ma se esprimo rispetto per la figura di Strada, scomparso un anno
fa, non sono d’accordo che proprio la “mia” scuola cambi intitolazione e
mi auguro che altri sollevino questa protesta. .............................................................................................................. Come
tradizione, per il periodo delle feste natalizie IL PUNTO "rallenta"
nelle sue uscite e quindi NON uscirà venerdì prossimo, vigilia di Natale,
ma comunque mi leggerete prima della fine dell'anno.
UN SALUTO
A
TUTTI
MARCO
ZACCHERA IL PUNTO n. 840 del
10 dicembre 2021 di MARCO
ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it) info e
numeri arretrati: www.marcozacchera.it Cari Amici,
come ogni
anno, in questo periodo dedico un numero speciale de IL PUNTO ad aggiornarvi
sul “Verbania Center”, l’iniziativa umanitaria che ho fondato 40 anni fa ed
alla quale molti lettori in diverse circostanze hanno dato una mano. Ecco quindi
la relazione del 2021 sempre seguendo il nostro motto “Kaba Kuguna Andu” che in
swahili significa “E’ meglio fare del bene”… …….. 40 anni fa
– era il Natale del 1981 – nacque il “Verbania
Center” prima come gruppo spontaneo di amici e poi - da ormai
11 anni - come specifico e autonomo Fondo inserito all’ interno della “Fondazione Comunitaria del VCO”.
Cominciammo con un acquedotto a Loyangallany nel nord del Kenya sul lago
Turkana e da allora si è fatto davvero tanta strada. Come ogni
anno debbo e voglio ricordare i tanti amici che oggi non ci sono più, insieme a
tutte quelle persone che in questi anni si sono impegnati sia nella solidarietà
e che – in diversi parti del mondo – hanno operato grazie agli aiuti che
abbiamo raccolto. Il 2021 è stato un anno difficile anche in Africa ed America
Latina per l’emergenza Covid, ma abbiamo comunque continuato nelle nostre
attività, particolarmente in Mozambico dove sappiamo esserci un particolare
bisogno. Idealmente tutto quello che è stato realizzato è quindi legato alla
memoria di queste persone che non sono più con noi, ma ci hanno guidato e
quindi ancora ci guidano ogni giorno. RELAZIONE
FINANZIARIA Ricordo che
dopo la costituzione del “Fondo Verbania Center” presso la Fondazione
Comunitaria del VCO le disponibilità sono ora da dividersi in due diverse
gestioni: quella “patrimoniale” (che va ad incrementare il fondo iniziale di
adesione alla Fondazione) e la “sezione corrente” dove si versano i fondi
raccolti e li si distribuiscono nelle diverse iniziative. Quest’anno
è stato un anno decisamente notevole perché durante il periodo 24.11.2020 -
22.11.2021 sono stati ricevute offerte complessive per euro 19.800. Gli impegni
complessivi nell’anno sono stati pari ad euro 23.623. Conseguentemente il FONDO DI SPESA
CORRENTE c/ la Fondazione è sceso da 5.171
a 1.348 euro mentre
il FONDO PATRIMONIALE resta invariato
a 73.453,71 euro. In totale
dall’inizio della sua attività, oltre a molti beni in natura ed attrezzature, il Verbania Center in 40 anni ha quindi
superato come raccolta i 626.000 euro che, salvo i saldi
attuali e il fondo patrimoniale, sono stati tutti spesi nel tempo in oltre 100
iniziative concrete e diversificate localizzate in tante parti del mondo
dall’ Africa all’America Latina, Medio Oriente ed Est europeo. Contributi tutti
“senza spese” perché ricordo che le nostre iniziative sono mirate e non hanno
nessun costo di amministrazione, viaggi, gestione o rimborso spese. UN GRAZIE
PARTICOLARE Devo
sottolineare l’aiuto e l’amicizia di tante persone e gruppi di amici che hanno
approfittato per dare un loro contributo anche in occasione della festa del mio
compleanno (70 !!) oltre che da parte dei Rotary Club Pallanza-Stresa e Briga
(CH) che hanno dato una mano importante. Due aiuti speciali “straordinari” sono
arrivati anche da amici del Lussemburgo e della Svizzera. Ringraziamo
tutti con affetto. MOZAMBICO:
NACALA E MACHAVA In
Mozambico continua intanto la collaborazione con le iniziative della suora
salesiana verbanese Maria
Luisa Spitti e delle sue consorelle. Quest’anno gli aiuti si
sono concretizzati nel mantenere il finanziamento di 3 borse di studio per
allieve infermiere (2.000
euro) a Nacala.
Suor Spitti è tornata laggiù e ha chiesto un aiuto straordinario per sistemare
il tetto di una scuola che è stato ed è anche punto di raccolta di profughi
provenienti dal nord del paese dove c’è guerriglia. Migliaia di sbandati che si
cerca di aiutare. A questa scuola abbiamo destinato complessivamente 5.123 euro. In
Mozambico opera anche la sorella di suor Maria Luisa (Luciana Spitti) una
dinamica laica che lavora a Machava,
nella periferia di Maputo,
la capitale del Mozambico. Come vi ho già relazionato in passato in queste zone
periferiche è assolutamente carente l’assistenza sanitaria e quindi si è
continuato ad investire sul centro ambulatoriale dove, dopo la realizzazione o
ammodernamento dei reparti di pediatria, oculistica, stomatologia ecc. sono
terminati nel 2020 i lavori per quello di pneumologia – intitolato a Simona
Giordano - subito utilizzato per il Covid. In Mozambico si muore così
facilmente per altre cause che è perfino difficile capire la gravità della
pandemia che però non sembra avere avuto l’impatto che c’è stato da noi.
Successivamente è stato sistemato un locale spogliatoio per infermieri ma soprattutto l’anno è stato destinato
a ristrutturale completamente i locali del pronto soccorso. Ci
siamo concentrati su questo specifico obiettivo investendo 13.500 euro e realizzato già tre step dei lavori
previsti. Vorremmo chiudere ora con il quarto e ultimo lotto
che peraltro è già in costruzione e per il quale servono 5.000 euro circa. Ne
abbiamo già raccolti una parte, il resto…Seriamo che arrivino! Obiettivo è
concludere tutti i lavori prima della stagione delle piogge (febbraio-marzo) e
con questo traguardo i lavori generali della struttura sanitaria – che ha
impegnato Luciana e noi per oltre 5 anni - saranno completati. Da ultimo
vorremmo realizzare un pozzo per l’acqua potabile. (preventivo di circa 2.500
euro) che per ora non abbiamo ancora potuto finanziare, ma che sarebbe davvero
importante. BURUNDI Abbiamo
ripreso contatti con il Burundi, dove abbiamo operato tanti anni ai tempi di
don Carlo e Giancarlo Masseroni. Quest’anno è stata finanziata la parrocchia di
p. Isaie Ntahoundi (fu il coadiutore di don Carlo) con 500 euro per sistemare
il centro parrocchiale ed abbiamo inviato 1000 euro al centro di Kamenge, vicino alla
capitale Bujumbura, che è una fantastica esperienza che da decenni opera per
costruire i rapporti interetnici tra i giovani: una grande iniziativa che
merita appoggio. COLOMBIA Continua
l’attività del dott. Gianfranco Chiappo un amico-sostenitore che lavora a
Cartagena ed è originario della nostra zona. Aveva creato delle squadre di
calcio giovanili per i ragazzi di strada della periferia della città, ciascuna
delle quali intitolata ad un club italiano: Juventus, Torino e anche… VERBANIA
(ovviamente con i colori sociali della nostra squadra cittadina!) ed ora –
soprattutto a causa del Covid – aiuta questi ragazzi (rimasti spesso sbandati)
con tante altre iniziative. Per aiutarli abbiamo aumentato la somma degli
ultimi 2 anni arrivando a 1.000
euro. SIRIA Essere
cristiani significa anche aiutarli. Tramite l’associazione AIUTO ALLA CHIESA
CHE SOFFRE sono stati destinati 300
euro per l’assistenza ad anziani della diocesi di Homs, in Siria, cristiani
molti scappati dall’ Iraq che non hanno voluto o potuto lasciare il paese. SENEGAL Infine un
piccolo aiuto ad un gruppo di immigrati della nostra zona che ha iniziato a
spedire in Senegal materiali, vestiti dismessi, mobili, banchi, attrezzature
scolastiche ecc. Hanno un centro di raccolta a Gravellona Toce e raccolgono
quello che viene dismesso (se, ovviamente, ancora utilizzabile). Una piccola
offerta di 200 euro
per contribuire al nolo di un container. LA
“FILOSFIA” DEL VERBANIA CENTER Ricordo la
"filosofia" che sta dietro alle nostre iniziative e che è
riassumibile in pochi punti: 1) nessun
tipo di spesa generale: tutto quello che si raccoglie lo si utilizza e lo si
rendiconta 3) ogni
intervento ha sempre un responsabile locale conosciuto e serio, che possa così
rispondere personalmente della qualità e della rendicontazione di quello che
viene realizzato. L'AZIONE
DEL ”FONDO” Ormai oltre
10 anni fa il “VERBANIA CENTER” si è trasformato da iniziativa spontanea
a fondo autonomo inserito nella Fondazione
Comunitaria del VCO che ha l’obiettivo di contribuire a
sostenere lo sviluppo sociale del nostro territorio e di promuovere la cultura
della solidarietà tra i cittadini del VCO. Le somme investite a patrimonio
producono rendite destinate anche al sostegno dei singoli progetti che vengono
finanziati e gestiti con la sezione corrente, raccogliendo donazioni, contributi e
lasciti di privati cittadini, enti e imprese. Contattandomi potete avere ogni
dettaglio, Chi
desidera partecipare al progetto Verbania Center, può quindi contribuire con
una donazione sul conto intestato
a Fondazione Comunitaria del VCO presso BANCA INTESA SAN PAOLO
IBAN: IT81 O 03069 09606
1000 0000 0570 indicando però sempre : “FONDO VERBANIA
CENTER” Sono state
inoltri destinati al Verbania Center i ricavi del libro “ GENTE DI LAGO 2: nuove
storie e nuovi racconti del Lago Maggiore ”. Il volume
riprende quello uscito due anni fa (ed andato esaurito) ed in 172 pagine
- tutte a colori - ripropone anche altri ricordi, personaggi, storie e
curiosità della zona del Lago Maggiore e delle sue valli, insieme ad oltre un
centinaio di foto storiche ed è firmato anche da Carlo Alessandro Pisoni, Ivan
Spadoni e altri autori locali. Purtroppo proprio Carlo
Pisoni (un nostro grande sponsor ed amico) è mancato di Covid nei giorni
di Pasqua 2021. GENTE DI
LAGO 2 è in vendita al pubblico a 20 euro e va richiesto direttamente a marco.zacchera@libero.it
ricordando di comunicare sempre il proprio indirizzo postale per la
spedizione. UN’IDEA PER UN REGALO DI NATALE… Per ogni
necessità potete sempre contattarmi via mail marco.zacchera@libero.it Grazie
dell’attenzione, della fiducia e dell’amicizia ! MARCO ZACCHERA IL PUNTO n. 840 del
3 dicembre 2021 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it) info e numeri
arretrati: www.marcozacchera.it Sommario: RIFLESSIONI – MONTI - PRESIDENZIALISMO – FORMICHE -
GENTE DI LAGO Mentre in
Europa la cosa più intelligente che riescono a fare è proporre di eliminare il
“Buon Natale” perché termine “divisivo” (ma come nascono certe idee se non per
la volontà di abbattere e distruggere ogni radice, tradizione, “cemento”
continentale? Questa è forse la “loro” Europa, non certo la mia!) e prendendo
atto della successiva retromarcia - che però non c’è stata in altre analoghe
situazioni - meglio non prendersela troppo e proporre magari qualche spunto di
riflessione. Per esempio un confronto tra le multinazionali del
farmaco e Albert Bruce Sabin , ebreo, colui che scoprì il
vaccino contro la poliomielite e decise di non brevettarlo per permettere a
tutti di vaccinarsi. Anni prima il nazismo aveva sterminato la sua famiglia,
così un giorno gli chiesero se non provava sentimenti di vendetta contro i
tedeschi e lui rispose: “Le SS mi hanno ucciso due meravigliose nipotine, ma io
ho salvato i bambini di tutta Europa, sia in Germania che nel mondo, non la
trovate una splendida vendetta?” DIRITTI & DOVERI “Vax-No
Vax”, non entro più nella polemica, ma invito alla riflessione chi non vuole
vaccinarsi leggendo questa piccola testimonianza (assolutamente vera). “Sono Laura D.S . di
Pavia, ho 42 anni e sono malata di cancro. Ho fatto un ciclo di chemioterapie
per ridurre la massa del mio tumore al timo ed ora sarebbe il momento
dell’intervento, ma in Italia ci sono solo 3 centri specializzati (tutti in
Lombardia). Mi hanno chiamato e attendevo con ansia la convocazione, invece mi
hanno comunicato che sono stati ridotti i posti letto dedicati per l’aumento
dei ricoveri Covid e rimarrò quindi in lista d’attesa, non so per quanto tempo ”. Se i
ricoverati “no-vax” (che sono la gran parte dei degenti Covid) si fossero
vaccinati, quanti posti liberi in più sarebbero stati disponibili per pazienti
come Laura? Chi ha
(avrebbe) oggi più diritto ad occupare quei posti-letto? CHI L’HA DETTO ? A proposito
del Covid e delle informazioni che girano «Comunicazione di guerra significa
che ci deve essere un dosaggio dell'informazione. Che nel caso di guerre
tradizionali è odioso, perché vuole far virare la coscienza e la consapevolezza
della gente. Ma nel caso della pandemia, quando la guerra non è contro un altro
Stato, io credo che bisogna trovare delle modalità meno democratiche secondo
per secondo». Tranquilli,
la dichiarazione non è della Meloni o di Salvini altrimenti le accuse di
sovranismo, fascismo, autoritarismo ecc.ecc. sarebbero salite al cielo, ma
semplicemente del senatore a vita “per meriti capital-finanziari” Mario Monti , già
premier e braccio ufficiale della finanza internazionale, quella che – tanto
per intenderci – copre ed appoggia anche gli interessi delle multinazionali dei
farmaci, ben protetti da Bruxelles. Visto però che frasi come questa le ha
dette Monti allora non si è scandalizzato nessuno. PERCHE' SERVE UN PRESIDENTE ELETTO DAI CITTADINI Puntuale
come l’arrivo dell’inverno, da settimane (o già sono passati mesi?) si
intrecciano pronostici e commenti sul toto-Quirinale, complicati questa volta
dall’ingombrante presenza sul mercato politico-finanziario di Mario Draghi , uno che
sarebbe un candidato “doc” e più o meno appoggiato da tutti, ma che -
abbandonando Palazzo Chigi - rischierebbe di lasciare un vuoto incolmabile. Grande
incertezza, quindi, e consueti maneggi di palazzo con rischi di crisi di
governo, eppure tutto questo avviene perché agli italiani – ai sensi del dettato
costituzionale – è vietato ancora una volta il sacrosanto diritto-dovere di
eleggersi direttamente il proprio presidente. Proprio
l’attività di Draghi come premier sottolinea che quando una persona è di valore
sa fare argine con la propria autorevolezza all’orgia arrembante di partiti e
partitini che banchettano sulle briciole del potere, e ancora di più lo sarebbe
se quel leader fosse legittimato dalla volontà popolare. Eppure
l’elezione diretta del Capo dello Stato in Italia è da sempre un tabù, quasi
come l’energia nucleare: non se ne deve parlare “a prescindere”, il parlamento
si dimostra incapace di portare avanti il progetto (o non lo vuole proprio
appoggiare) e non c’è neppure la possibilità di mettere sul tappeto pregi e
difetti delle alternative a un parlamentarismo in fase calante. Se questo
sistema poteva essere credibile nel 1948 - quando il timore generale era un
ripetersi della dittatura - il concetto del parlamentarismo perfetto è oggi del
tutto superato, soprattutto perchè ha dimostrato “a posteriori” molti difetti
nella gestione della cosa pubblica che non potevano essere considerati nelle
volontà dei Padri Costituenti. A far
maggior danno, poi, le incrostazioni che man mano si sono si sono moltiplicate
negli anni portando fuori dal parlamento il “vero” potere e soprattutto i
diversi sistemi elettorali che hanno sostituito il concetto di merito con
quello delle liste a scatola chiusa, dove capi e capetti impongono i loro
yesman e ti saluto democrazia. Mai come
ora una elezione diretta dell’inquilino del Quirinale permetterebbe al Paese di
sentirsi più unito, rappresentato, coeso. Tra l’altro
l’elezione diretta a uno o a due turni (meglio il sistema con ballottaggio)
darebbe al Presidente non solo una chiara investitura popolare, ma anche
sarebbe garanzia della sua autorevolezza e quindi dell’autonomia che potrebbe e
dovrebbe vantare proprio nei confronti dei partiti politici di cui oggi è
invece spesso un ostaggio, proprio perché solo grazie a loro è stato eletto. Bisognerebbe
anche riflettere che - mentre la legge elettorale per il parlamento è in
affanno e se ne chiedono continui cambiamenti - una sola riforma elettorale ha
attecchito e dato frutto in Italia: l’elezione diretta del sindaco. Fu una
scelta decisa in poche settimane da un mondo politico in agonia nel 1993
sull’onda di “mani pulite” e di una morente “prima repubblica”, ma che si è
dimostrata formula vincente e che quindi dovrebbe essere significativamente
allargata. Forse è
davvero ora di riparlare di presidenzialismo in modo serio e sereno, perché
l’Italia ha bisogno di decisioni, di tempi di reazione adeguati alla situazione
internazionale ed europea con persone che abbiano il coraggio di prendere
decisioni senza rimanere impigliate nell’eterno scontro tra partiti, correnti,
gruppi e sottogruppi e la necessità di centellinare nomine e responsabilità,
insomma di accontentare sempre tutti. L’Italia
democratica ha compiuto 75 anni, gli italiani non sono più quelli del 1948 e
sono stufi di “delegare” soprattutto quando in loro nome si organizzano
pateracchi e si combinano pasticci. Se la
sinistra langue, che almeno il centro-destra prenda in mano con forza questa
tematica che forse potrebbe trovare ampi consensi in ogni settore politico, ma
soprattutto nell’opinione pubblica. FORMICHE Da circa un
anno collaboro ad una rivista on line che mi sembra ben fatta: FORMICHE, testata
diretta da Giorgio Rutelli e Valeria Covato che ospita approfondimenti
quotidiani su molti argomenti di attualità. Cercate “www.formiche.net
“per dare un’occhiata, aggiungendo “zacchera” se si vogliono leggere i miei
articoli spesso poi ripresi o sintetizzati sul “Punto”. GENTE DI LAGO E’
nuovamente disponibile il libro “ GENTE DI LAGO 2 “ edito l’anno scorso con
nuove storie e nuovi racconti del Lago Maggiore. Il volume
riprende quello uscito l’anno scorso (ed andato esaurito) ed in 172 pagine - tutte
a colori - ripropone anche altri ricordi, personaggi, storie e curiosità della
zona del Lago Maggiore e delle sue valli, insieme ad oltre un centinaio di foto
storiche. Una
testimonianza interessante della vita sulle rive del Verbano in tempi quasi dimenticati,
un omaggio a chi è venuto prima di noi. Il volume è
firmato anche da Carlo Alessandro Pisoni, (che è
purtroppo deceduto nella primavera scorsa di Covid e quindi temiamo sia questa
l’ultima opera di questo genere, considerandola
anche un omaggio alla Sua memoria) Ivan
Spadoni e altri autori locali. GENTE DI LAGO 2 è in vendita al pubblico a 20
euro, ma i lettori de IL PUNTO possono richiedermi direttamente il libro – se
lo desiderano, con dedica! - al prezzo ridotto di 18 euro (spese di spedizione
comprese) o di 35 euro se verranno richieste almeno 2 copie. Il volume
va richiesto direttamente a marco.zacchera@libero.it ricordando di
comunicare sempre il proprio INDIRIZZO POSTALE PER LA SPEDIZIONE. Per
spedizione via raccomandata aggiungere 5 euro a pacco. UN’IDEA PER UN REGALO DI
NATALE… I RICAVI
PROVENIENTI DALLA VENDITA DEL LIBRO SONO DEVOLUTI AL”VERBANIA CENTER” PER
CONTRIBUIRE ALLA COSTRUZIONE DI UN CENTRO SANITARIO IN MOZAMBICO UN SALUTO A
TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 839 del
26 novembre 2021 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it) info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it Sommario: ENNIO DORIS - CONDANNE NON
PROCLAMI – CAVALIERE, MI CONSENTA! - LA PIOGGIA DEL PNRR - GIUSTIZIA AD
OROLOGERIA – GENTE DI LAGO ADDIO A ENNIO DORIS Mi stava
simpatico e non per il “girotondo intorno a sé” ma perché infondeva ottimismo e
simpatia, mi sembrava un banchiere dal volto umano. “Da una crisi nasce
sempre una opportunità” era uno dei suoi slogan preferiti e forse aveva proprio
ragione. Inoltre -
la tramite Fondazione di Banca Mediolanum – è sempre stato vicino anche
ad iniziative umanitarie nel mondo in modo importante e discreto.
Indirettamente, anche il ”Verbania Center” ha ricevuto volte un aiuto e non va
dimenticato. CONDANNE, NON CHIACCHIERE Ieri era la
giornata internazionale per eliminare la violenza fisica alle donne, celebrata
in un crescendo di manifestazioni a tutti i livelli con un taglio che a volte
mi è sembrato condito di molta demagogia. Mettiamola così: innanzitutto delle
donne di oltre metà pianeta non si sa nulla, ovvero le donne sono umiliate e
soffrono in silenzio senza diritti e senza nessun “telefono” di aiuto. Valga
per tutti il mondo musulmano, africano o di società dove il “macho” picchia e
violenta impunito o dove – comecon la legge coranica – dove la donna
“vale” addirittura legalmente molto di meno dei maschi: sono scenari e scandali
mondiali di cui non parla nessuno né tantomeno scuotono le coscienze. In Italia
credo che il problema debba essere affrontato sul piano etico e culturale, ma
anche dal punto di vista delle pene. Non è possibile vedere ogni giorno che
criminali recidivi possano continuare ad importunare, minacciare o peggio
uccidere le proprie “ex” senza che effettivamente siano costretti a pagare per
le loro azioni. Braccialetti elettronici (assenti), severità e condanne
esemplari - soprattutto se rese pubbliche - servirebbero forse di più di mille
manifestazioni e tanti discorsi. CAVALIERE, MI CONSENTA… Che Silvio
Berlusconi aneli a diventare presidente della Repubblica lo hanno capito tutti,
ma tutte le persone di buonsenso (salvo lui) sanno benissimo che di fatto è
impossibile e forse - alla fine - è perfino meglio così, perché un presidente
deve essere persona capace di unire e non una figura divisiva come - nei fatti
- lo è stato ed è Berlusconi, a parte ogni commento sulla sua vita privata. Che nella
sua spasmodica ricerca di consensi il Cavaliere arrivi poi perfino a strizzare
l’occhio ai grillini sul reddito di cittadinanza è apparso un tentativo un po'
patetico di implorarne il loro voto per il Quirinale, ma rendendosi così ancora
meno credibile. Una
dichiarazione forse addirittura controproducente tenuto conto che se c’è un
tema sul quale mezza Italia si rivolta, soprattutto nel centro-destra, è
proprio questo. Certamente il sussidio aiuta gente in povertà ma - congegnato
come lo è adesso - copre troppi nullafacenti e non aiuta a trovare lavoro. Un po' di
dignità, Cavaliere! Non è così che il centro destra può pensare di conquistare
un posto sul Colle, piuttosto dovrebbe puntare su figure di garanzia come Maria
Elisabetta Alberti Casellati, la presidente del Senato. Se dovessi
però indicare un nome di compromesso che galleggi tra tutti questi casini… beh,
di nome e di fatto Pierferdinando (Casini) è già automaticamente candidato sia
per la sua mai smentita indole democristiana al compromesso, ma soprattutto
avendo “frequentato” davvero tutti nella sua lunga parabola politica. Vedrete… LA PIOGGIA DEL PNRR Scusate, ma
io l'avevo capita diversamente. Pensavo che
le centinaia di miliardi da spendere graziosamente concessici da mamma Europa
tramite il PNRR dovevano essere impegnati per rilanciare "alla
grande" la nostra economia ed ammodernare il Paese con una serie di
infrastrutture importati. Seguendo
l'onda dei comunicati-stampa dei vari politici che (comprensibilmente) si
intestano il merito dei diversi finanziamenti locali, scopro invece che
trattasi di una vera e propria pioggia di piccoli interventi di per sè
utilissimi (anzi, spesso indispensabili), ma che poco hanno a che fare con un
rilancio produttivo. In altre
parole mi sembra che l PNRR servirà soprattutto per utili lavori di ordinaria
manutenzione e nella mia provincia - a parte la sistemazione di un edificio
scolastico – per ora i fondi sono stati infatti destinati a manutenzioni
post-alluvioni, sistemazioni di strade locali ed opere pubbliche (perfino un
cimitero) ma nessuna “spesa di investimento". Immagino che più o meno stia
succedendo lo stesso in tutta Italia, ma era ed è questa la
"filosofia" che doveva rilanciare l'economia italiana dopo il Covid? Eppure
anche da noi ci sarebbero delle scelte strutturali: rilancio ferroviario di
DOMO 2 per togliere i camion dal Sempione ed inquinare di meno, sistemazione
delle strade internazionali verso la Svizzera, ripristino di infrastrutture
chiuse da anni (vedi galleria di Omegna) ecc. Mi sa che
tra cinque anni parleremo di soldi sprecati ed occasioni perse per sempre. GIUSTIZIA POLITICA Leggo che
il fu segretario dell’UDC Lorenzo Cesa è stato prosciolto dal GIP di Catanzaro
dall’accusa di essere para-mafioso. Sono felice per lui, anche perché è un mio
amico personale da tanti anni, ma non posso dimenticare che se il governo Conte
II è saltato quando a gennaio Renzi lasciò la allora maggioranza giallorossa lo
è stato perché dieci mesi fa Cesa fu (ingiustamente) accusato con il solito
“avviso di garanzia”. Gettata la notizia in pasto ai giornali finì così nel
nulla il tentativo di acquisto di un gruppo di parlamentari “responsabili”. Magari è
stato pure un bene, visto che dopo Conte è arrivato Draghi, ma l’ennesima
bufala giudiziaria ha pesantemente inciso ancora una volta sulla vita pubblica
del nostro paese quando la riservatezza dovrebbe ed avrebbe dovuto essere la
regola almeno fino a quando fossero state minimamente verificate le prove,
risultarte poi inesistenti. Ricordate
Di Maio? «Con la stessa forza con cui abbiamo preso decisioni forti in passato
– affermò l’enfant prodige di Pomigliano d’Arco – ora mi sento di dire che mai
il M5S potrà aprire un dialogo con soggetti condannati o indagati per mafia o
reati gravi». Fu in quel momento che finirono le possibilità di Conte di
guidare il suo terzo governo. A dieci mesi da quelle ore concitate la posizione
di Cesa è stata archiviata dal GIP del Tribunale di Catanzaro, Valeria Isabella
Valenzi, che ha accolto la stessa richiesta della Dda. L’ex segretario dell’Udc
era accusato di associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso per
presunti rapporti illeciti tra alcune cosche di ‘ndrangheta del crotonese con
imprenditori ed esponenti della politica. Tutte
chiacchiere, tutto evaporato… GENTE DI LAGO 2 E’
nuovamente disponibile il libro “ GENTE DI LAGO 2 “ edito l’anno scorso con
nuove storie e nuovi racconti del Lago Maggiore. Il volume
riprende quello uscito due anni fa (ed andato esaurito) ed in 172 pagine -
tutte a colori - ripropone anche altri ricordi, personaggi, storie e curiosità
della zona del Lago Maggiore e delle sue valli, insieme ad oltre un centinaio
di foto storiche. Una testimonianza della vita sulle rive del Verbano in tempi
quasi dimenticati, un omaggio a chi è venuto prima di noi. Il volume è
firmato anche da Carlo Alessandro Pisoni, (che è
purtroppo deceduto nella primavera scorsa di Covid, considerandola
anche un omaggio alla Sua memoria ) insieme
ad Ivan Spadoni e altri autori locali. GENTE DI LAGO 2 è in vendita al pubblico
a 20 euro, ma i lettori de IL PUNTO possono richiedermi direttamente il libro –
se lo desiderano, con dedica! - al prezzo ridotto di 18 euro (spese di
spedizione comprese) o di 35 euro se verranno richieste almeno 2 copie. Il volume
va richiesto direttamente a marco.zacchera@libero.it ricordando di
comunicare sempre il proprio INDIRIZZO POSTALE PER LA SPEDIZIONE. Per
spedizione via raccomandata aggiungere 5 euro a pacco. UN’IDEA PER
UN REGALO DI NATALE…I RICAVI PROVENIENTI DALLA VENDITA DEL LIBRO SONO DEVOLUTI
AL”VERBANIA CENTER” PER CONTRIBUIRE ALLA COSTRUZIONE DI UN CENTRO SANITARIO IN
MOZAMBICO
UN SALUTO A TUTTI E BUONA
SETTIMANA
MARCO
ZACCHERA IL
PUNTO n. 838 del 19 novembre 2021 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it) info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it Sommario: INVESTIRE
IN GIOIA – PROFETA IN PATRIA – IPOCRISIE NUCLEARI - FORMICHE IL VERO “COLPO DA MAESTRO”? UN ACQUISTO DI GIOIA ! “Colpo da maestro di Elon Musk che ha
venduto oltre 930 mila azioni di Tesla per un valore di circa 1,1 miliardi di
dollari e ne ha comprate altri due milioni per 13,4 milioni sfruttando le sue
stock option a 6,24 dollari. Nell’arco di una settimana, quindi, l’imprenditore
ha venduto titoli Tesla per circa 5 miliardi di dollari esercitando le stock
option che ha ricevuto dal suo piano di remunerazione. Musk ha esercitato circa
2 milioni di stock option lunedì valutate circa 2,5 miliardi, pagando solo 13,4
milioni di costi di esercizio...” Così i giornali finanziari si complimentano con il capo di Tesla
che - soltanto per quanto investito nella propria azienda - ha ora un
patrimonio di cinque
miliardi di euro in più, oltre a tutti gli altri suoi
investimenti. Complimenti, Mr. Musk, e ora con questi altri cinque miliardi di
dollari freschi freschi, che ci fa? E’ più contento adesso, nuoterà
alla sera in una sua personale piscina di banconote al profumo di champagne
come Zio Paperone? Si comprerà un paio di atolli a flotta dei più moderni jet o
yacht del mondo con accompagnatrici comprese? (o accompagnatori, non so). Chissà perché - quando leggo queste news - il pensiero mi
corre a un paese che conosco abbastanza bene, il Burundi, dove una famiglia
campa – o dovrebbe campare - con soltanto un (uno!) dollaro al giorno.
Pensi che successo, Mr. Musk: in un botto solo lei ha guadagnato più di tutti
gli abitanti del paese in un anno e mezzo e la sua fortuna – solo in Tesla
- rappresenta il loro prodotto lordo nazionale per quasi due decenni. Detto tra noi: le sembra giusto? Non credo vorrà fare il
presidente del Burundi (11 milioni di abitanti, erano la metà 20 anni fa) anche
perché fare il presidente da quelle parti è un po' pericoloso, visto che uno su
due lo fanno fuori. Capisco che possa essere poco interessato alle vicende del
centro dell’Africa, ma a me questa faccenda dei suoi miliardi un po' non
convince. Non mi piacciono le Greta e i loro “bla bla bla” né i comunisti
cattivi, ma credo che un sistema mondiale che prosegua così, alla lunga non
possa proprio funzionare. Non è una questione personale, vale per tutti i
presunti super super super ricconi del pianeta in gara per conquistare i primi
posti in classifica, chissenefrega degli altri. Non può funzionare un mondo dove molto meno dell’1% possiede
l’equivalente dell’80% degli altri terrestri e non si tratta solo di una
questione fiscale, ma di etica, di logica…posso dirglielo? Di felicità. Non dico che Lei debba disprezzare la ricchezza, ma le auguro di
viverla creando un po' di vantaggio anche per gli altri, per quelli meno furbi
di lei o che magari sarebbero pure stati bravi a darsi da fare in borsa, ma non
hanno potuto neppure pagarsi la scuola elementare e per loro “borsa” è sinonimo
di un sacchetto di plastica dove al massimo possono metterci un po' di farina o
di fagioli. Dia retta a me, Mr. Musk: con una fetta del suo colpo da maestro
finanziario provi a metter su anche qualcosa di buono “per gli altri”. Forse,
in forme diverse, ne avrà comunque più felicità, soddisfazione, gioia. Ci pensi: quante vale la gioia, Mr. Musk? Quanto la quotano al
Dow Jones del mondo? Pensi che in Burundi - quando i bambini giocano con una
palla mezza sbudellata – hanno comunque una faccia piena di gioia. E’ quotata così poco la gioia laggiù in Burundi! Ma d'altronde
là i soldi si chiamano “franchi” come in Svizzera, ma sono dei fogli di
cartaccia rossa sempre tutti sporchi, come le mani della gente e la terra delle
colline che quando piove diventa fango, un fango rosso che frana dappertutto…
però la gioia i bambini ce l’hanno addosso lo stesso. Auguri, Mr. Musk, ma dia retta a me: investa anche in una fetta
di gioia e vedrà che alla fine quella gioia si moltiplicherà anche più dei
titoli Tesla…E allora sarà stata davvero una cosa bella, un altro – e più vero
– “colpo da maestro” anche per lei. PROFETA IN PATRIA Legambiente – insieme a Il Sole-24 Ore – pubblica ogni anno la
classifica delle città italiane secondo criteri di qualità della vita ed
eco-sostenibilità. Quest’anno
VERBANIA - amministrata dalla sinistra, "verde" per autonomasia - si
piazza al 23° posto. Nei vari commenti nessuno sembra
ricordarsi che esattamente dieci anni fa Verbania (con sindaco il sottoscritto)
era al SECONDO posto nazionale e che l’anno dopo (2012) addirittura AL PRIMO
POSTO in Italia, dove rimase anche quando furono cambiati i parametri dei
punteggi. Certamente ereditai una situazione positiva, ma durante i “miei”
anni la città, pur in mano alla bieca destra reazionaria, si era mantenuta ed
era salita al top nazionale e infatti fummo oggetto di numerose inchieste,
servizi TV e giornalistici, interviste. Peccato che nessuno più lo ricordi o abbia fatto qualche
confronto, ma è proprio vero che nessuno è mai profeta in patria! IPOCRISIE NUCLEARI Si è chiuso il martoriato meeting ambientale di Glasgow con
tante parole e pochi fatti, in pratica solo impegni generici a ridurre le
emissioni di CO2 da combustibili fossili. A parte chi ha annunciato un aumento
della produzione anziché ridurre l’estrazione di carbone (la Cina, un milione
di tonnellate in più al giorno!) resta il fatto che sul summit dominava un
convitato di pietra: l’energia nucleare. Siamo all’assurdo che dell’argomento non se ne deve parlare
perché è “ecologicamente scorretto”, però molti paesi (l’Italia ovviamente no,
noi siamo sempre i più “furbi”) stanno prendendo di nuovo in considerazione il
potenziamento dei propri programmi nucleari con centrali strategicamente nuove
visto che il fossile che si vuole ridurre rappresenta oggi l’80% circa della
materia prima necessaria per la produzione di energia elettrica. L’energia atomica è un problema/risorsa mondiale, è assurdo
auto-isolarsi e ancora più assurdo non pensare che eventuali incidenti non si
limiterebbero ai territori dove ci sono le centrali. In Europa ci sono tre
Stati “nuclearisti convinti” (Francia, Polonia,
Repubblica Ceca) a cui si è all’improvviso
aggiunta la Romania, che ai margini del COP26 di Glasgow ha firmato un accordo
con l’americana NuScale per la messa in funzione dei sei nuovi impianti di
quarta generazione. L’energia nucleare è soprattutto realtà nei grandi Paesi in via
di sviluppo come India, Indonesia e Cina.
L’Indonesia ha un’agenzia ed un
programma per lo sviluppo del nucleare. In India ci sono già 16 grandi impianti
nucleari e il Paese progetta di sviluppare il comparto con un accordo
pluriennale di cooperazione tra
Parigi e New Delhi. La Cina ha per ora 22 impianti, si dichiara autosufficiente
sotto il profilo tecnologico ed ha annunciato la costruzione del primo reattore
alimentato al torio che dovrebbe avere una potenza grandissima di generazione
di elettricità. In questa prospettiva non sarebbe utile che l’Unione Europea si
presentasse se non con una posizione unitaria almeno con un indirizzo comune?
Se togliamo carbone, gas e petrolio come viaggeranno le auto e produrremo
energia? A cosa serve circolare con auto elettriche se quell’energia è prodotta
oggi soprattutto con il fossile? Non si tratta di proporre un immediato “ritorno al nucleare” ai
Paesi che lo hanno abbandonato, ma quanto meno di fare finalmente una riflessione
seria sui pregi e difetti dei reattori di quarta generazione. Tematiche che
invece, per puro snobismo ed ecologismo preconcetto, in Italia non si vogliono
affrontare, salvo importare ogni giorno parte della nostra energia elettrica
dalla Francia e dalla Svizzera dove è prodotta proprio anche con il nucleare.
Non vi sembra una somma ipocrisia ?! FORMICHE Da circa un anno collaboro ad una rivista on line che mi sembra
ben fatta: FORMICHE, testata diretta da Giorgio Rutelli e Valeria Covato che ospita
approfondimenti quotidiani su molti argomenti di attualità. Cercate “www.formiche.net
“per dare un’occhiata, aggiungendo “zacchera” se si vogliono leggere i miei
articoli spesso ripresi o sintetizzati sul “Punto”.
UN SALUTO
A TUTTI
MARCO ZACCHERA IL PUNTO n. 837 del 12 novembre 2021 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it) info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it Sommario: SU DI MORALE – LA PRIVACY DI RENZI - FATEMI CAPIRE –
FORMICHE SU DI MORALE ! Sarà
per il correre degli anni, ma mi sento sempre più un alieno: ascolto musica
che mi sembra immondizia eppure viene pompata come “top” a livello
planetario, assisto a show televisivi che personalmente mi sembrano di
demenza collettiva, ascolto notizie che assomigliano molto a quelle del
Regime, visto l’allineamento di quasi tutti i media ossequenti. Parole
fatte, fritte e rifritte, banali ma utili a riempire i TG con sempre largo
spazio alla “cronaca nera” che sembra riempire le menti di milioni di
persone, ma censura aperta su tanti temi che non vanno o alle voci che escono
dal coro (valga la questione pandemia sulla quale mi sembra ci sia sempre
meno chiarezza). Ossequio
internazionale ai “buoni” e dileggio ai “cattivi” (sempre quelli) cui vanno
imputate tutte le nefandezze cosmiche. Accurato silenzio su come risolvere
concretamente i temi irrisolti, ma spazio per gli show di chi protesta per
i “bla bla bla” (vedi Greta) che però riproduce analoghi “bla bla bla”
senza mai andare a prendersela con chi veramente ha la responsabilità
dei disastri. Così l’Italia si autodistrugge il futuro auto-vietandosi ogni
ricerca petrolifera o atomica, mentre la Cina aumenta di un milione di tonnellate
al giorno l’estrazione di carbone… mah. Ma
non è vero che tutto va male: innanzitutto ogni giorno incontro una infinità
di gente che la pensa come me eppure sta zitta, temendo di uscire allo
scoperto, ma poi scopro sempre più grandi pozzi di volontariato, disponibilità,
attenzione al prossimo che sui media non passano mai. Alla
fine tante volte il silenzio è meglio del caos, gli esseri umani sono diversi
– per fortuna – da come spesso vengono dipinti e nel mondo c’è ancora spazio
per Speranza, Fede, solidarietà. Se
ci penso torno su di morale, mi guardo indietro e penso a come vivevano nonni
e bisnonni. Ci lamentiamo tanto per l’oggi ma nel passato non c’erano
sicurezza, assistenza sociale, medicine, consumi voluttuari, mille scoperte
che soprattutto negli ultimi 150 anni hanno trasformato (in meglio) la nostra
vita: credetemi, alla fine siamo ancora noi i più fortunati. LA PRIVACY DI RENZI (E QUELLA DEGLI ALTRI) Che
tra Matteo Renzi e il M5S ci sia da mesi una guerra
dichiarata è cosa pacifica, con reciproci colpi bassi. La pubblicazione sul
quotidiano “Il Fatto” (organo ufficioso dei grillini) degli estratti conti
bancari di Renzi ha fatto scalpore sia per gli importi che per le motivazioni,
ma anche perchè tra le persone serie ci si è cominciato a chiedere se sia
corretto o meno renderli pubblici. Non
smentiti, risultano tra gli altri cospicui versamenti a Renzi di una società
di consulenza del Regno Unito e da parte di un quotidiano coreano, ma
soprattutto di due società italiane di cui una fondata da Alessandro Benetton
e persino versamenti dal governo dell’Arabia Saudita. Per “conferenze”
dal 2018 al 2020, il senatore - oggi leader di Italia Viva - ha guadagnato
oltre 2,6 milioni di euro e il dettaglio degli incassi dell’ex premier sono
finiti agli atti dell’indagine della Procura di Firenze dove Renzi è accusato
di concorso in finanziamento illecito assieme agli ex ministri Luca Lotti e
Maria Elena Boschi. Al
centro dell’indagine ci sono i contributi finiti nelle casse della Open,
associazione che i magistrati ritengono essere stata un’articolazione
politico-organizzativa della corrente renziana del Pd, mentre gli incassi
personali dell’ex premier non sono – almeno per ora - oggetto di indagine.
Fin
qui la cronaca, ma credo che il problema sia ben più ampio, innanzitutto
perché Renzi non è Obama ed appare perlomeno stravagante pagare in modo così
elevato per ascoltare i suoi discorsi, ma – questione di fondo – visto che
Renzi questi redditi li ha dichiarati ufficialmente è legittimo renderli
pubblici? Siamo
in uno strano paese dove se uno vuole bloccare qualcosa invoca la violazione
della “privacy” su tutte le tematiche più assurde, poi si spiattellano in
piazza gli affari privati di un Renzi che potrà essere più o meno simpatico,
ma ha pur gli stessi diritti di ogni cittadino. Pochi
si sono posti lo stesso problema con Berlusconi o altri leader, linciati per
anni sui media con uno sputtanamento quotidiano basato su vere o false rivelazioni,
registrazioni, intercettazioni, documenti e verbali che venivano pubblicati
in quantità. Questo perché erano considerati comunque “cattivi” dai media e
quindi da distruggere, ma in tutti i casi è evidente che serve una linea
corretta di comportamento che deve valere per tutti. Ciò
avviene perché la riservatezza che dovrebbe legare le indagini penali fino al
processo è una pagliacciata, con larga pubblicazione di verbali,
interrogatori, intercettazioni che diventano veri e propri ricatti mediatici,
spesso ancor prima che vengano messi a conoscenza degli stessi interessati. Altre
volte, invece, le indagini proseguono per anni nella riservatezza più
assoluta: come mai? Eppure
non mi risulta che un magistrato o un collaboratore di tribunale sia mai stato
condannato per aver contribuito a diffondere carte riservate e questa è
un’altra anomalia sulla quale la giustizia italiana ama sorvolare. Servono
insomma norme chiare e pene severe per chi le viola, anche perché un conto è
pubblicare le pruderie peccaminose dei potenti di turno, un altro chiedersi
se l’opinione pubblica abbia o no il diritto di sapere “chi” paga la politica
e quali siano invece i dati “sensibili”. Per
esempio una buona proposta sarebbe quella di obbligare tutti gli esponenti
politici non solo a pubblicizzare i propri redditi (avviene già) ma anche ad
indicare fonti e motivazioni di finanziamenti, regalie, gettoni, compensi
legati all’attività politica. Così
come è altrettanto evidente che le cose cambiano se a “lubrificare” è un
politico pagando qualcuno, o se è a sua volta “lubrificato”. Soprattutto
quando un politico è in carica questo lubrificante potrebbe diventare un modo
comodo per ingraziarsi una benevola attenzione, sua o del suo partito: un
emendamento a una legge o una “spintarella” per una fornitura può valere
milioni. Se a “lubrificare” sono poi regimi discutibili – si pensino le
forniture militari italiane all’Arabia Saudita, da anni in embargo ufficiale
per la guerra in Yemen, o le cessioni societarie in campo aereonautico avvenute
durante il governo Renzi (che non hanno salvato però né Alitalia né Meridiana
né la Piaggio) - capite che può andarci di mezzo anche la sicurezza
nazionale. Ma
torniamo al punto di partenza: c’è o no una privacy da rispettare? Anziché
filosofeggiare sui massimi sistemi confezionando soltanto tonnellate di
inutili scartoffie che quotidianamente firmiamo senza poterle neppure
leggere, la relativa “Autority” (che ci costa un sacco di soldi) esprima con
chiarezza almeno delle indicazioni in merito e che – soprattutto – siano
finalmente delle regole che valgano per tutti, giudici compresi. FATEMI CAPIRE: IMMIGRAZIONE Questo
titoletto diventerà un tormentone, ma continuerò a proporlo quando mi
sembrerà oscuro, reticente o contraddittorio il modo di presentare una
questione all’opinione pubblica. Non
capisco perché (media dixit) sia “colpa” della Bielorussia lo spingere
profughi verso la Polonia, ma con nessuno che in Europa se la prende con
Tunisia e Libia che lasciano partire migliaia di poveracci verso l’Italia e
spesso conoscono e finanziano gli scafisti. Così come non capisco come possa
non essere sanzionata a livello europeo Malta che rifiuta di
accogliere i profughi sul proprio territorio, esattamente come non mi quadra
che Spagna, Germania ed Olanda NON siano responsabili
(almeno pro-quota) dei profughi che le LORO navi umanitarie sbarcano in
Italia. Al
di là di ogni aspetto umanitario, l’ Europa non è credibile ed andrà alla
dissoluzione se continuerà a comportarsi in modo cinicamente così
difforme a seconda della simpatia od antipatia politica di Bruxelles verso
qualche suo stato-membro e non può tenere linee di condotta così diverse in
politica estera verso le nazioni extra UE che siano confinanti con
l’Unione. FORMICHE Da
circa un anno collaboro ad una rivista on line che mi sembra ben fatta:
FORMICHE, testata diretta da Giorgio Rutelli e Valeria Covato che ospita
approfondimenti quotidiani su molti argomenti di attualità. Cercate
“www.formiche.net
“per dare un’occhiata, aggiungendo “zacchera” se si vogliono
leggere i miei articoli spesso ripresi o sintetizzati sul “Punto”. UN
SALUTO A TUTTI
MARCO ZACCHERA |
IL
PUNTO n. 836 del 5 novembre 2021
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: I G NULLA – FATEMI CAPIRE – BANCHI IN
DISCARICA -
TROPPI G SERVONO A NULLA
E se la verità fosse semplicemente che “Il re è nudo”, ovvero che
i presunti “grandi” della terra, quelli che si incontrano periodicamente ad
ogni angolo del pianeta, lo facciano soprattutto per raccontarsi, farsi
raccontare e soprattutto per farsi vedere, ma che alla fine tutti questi G8,
G7, G20, G 26 ecc.ecc. non servono praticamente a nulla?
Di sicuro costano una bella cifra ai paesi ospitanti, mobilitano
piazze e forze dell’ordine in quantità, ma - dopo foto di gruppo sempre più
affollate - neppure un topolino esce molto spesso dalla pancia
dell’elefante.
Per carità: mille dichiarazioni congiunte, bilaterali,
multilaterali… ma in concreto? In concreto è ben difficile decidere qualcosa
quando le necessità e le priorità sono ben diverse per ogni convenuto che pensa
soprattutto alle grane e alla propria immagine in casa propria e sa – almeno
per i leader democraticamente eletti - che comunque ben difficilmente
dovrà poi personalmente onorare gli impegni più o meno presi ufficialmente in
queste circostanze.
Ecco perché vedere i presunti dominatori della terra riunirsi a
Roma per buttare monetine nella Fontana di Trevi come fossero una chiassosa
scolaresca in vacanza sembrano più una “piece” pubblicitaria per il turismo
italiano che altro.
In questo senso è stato apprezzabile l’impegni di Draghi per voler
concentrare un po' di attenzione sulle bellezze storiche di Roma e del nostro
paese, ma in quanto a risultati il vertice romano si è chiuso (come
prevedibile) in un sostanziale nulla di fatto almeno sui punti fondamentali,
con una veloce ripartenza del circo verso Glasgow dove i “supergrandi” si sono
ripetuti a vicenda le solite cose sul clima e dintorni assumendo impegni a
lungo termine, ma non certamente in termini stringenti.
Proprio sul clima, infatti, si moltiplicano appelli e summit ma
poi al concreto non arrivano per ora decisioni vincolanti e – anzi – si tende a
tirare per le lunghe ai danni del vicino, annacquando perfino quanto ormai già
deciso da tempo.
Che l’India rinvii al 2070 gli impegni sulle emissioni e la Cina
festeggi Glasgow aumentando l’estrazione di carbone di un milione di tonnellate
AL GIORNO non è certamente un bel viatico per le sorti mondiali.
Né i G20 servono per sottolineare crisi o risolvere conflitti che
possono facilmente appiccare un fuoco planetario: del conflitto tra Taiwan o
Cina non si parla, di diritti umani neppure anche perché chi è senza peccato
scagli la prima pietra.
Anche sulle patenti di democraticità c’è infatti un po' di
confusione: se Putin viene tenuto in disparte perché potenziale dittatore, che
ci azzecca al G20 la presenza dell’Arabia Saudita che notoriamente non è un
paese democratico, né campione dei diritti umani o delle pluralità religiose?
Difficile comunque pensare che l’Arabia voglia smettere di vendere petrolio,
così come la Cina - che da decenni fa incetta di materie prime impoverendo il
mondo e l’Africa in particolare – rinunci alla propria politica di sfruttamento
ambientale.
Sulla pandemia non è giunta neppure – altro esempio concreto – una
dichiarazione forte, per esempio, per il contenimento dei costi dei vaccini che
pur danno vita a speculazioni enormi ed immorali ai danni dell’ intera umanità,
eppure sarebbe stato il momento buono per calmierare i prezzi a livello
mondiale con un po' di resistenza allo strapotere delle multinazionali
farmaceutiche, oltretutto finanziate dagli stessi governi.
FATEMI CAPIRE
Il Sindaco e il Prefetto di Trieste vietano ogni manifestazione di
piazza in città (contraddistintasi per quelle NO-VAX) per paura di un aumento
dei contagi.
Se “Report”
su Rai 3 non critica i vaccini in sé, ma sottolinea alcune evidenti
incongruenze nella loro somministrazione e gli autentici pasticci nella
comunicazione ad opera degli “scienziati” che litigano da 20 mesi a reti
unificate, ecco che viene duramente attaccata perfino dalla “casa madre” della
rete (ovvero il PD) per aver detto semplicemente la verità, che però “disturba”
e quindi va silenziata.
Negli stessi giorni del G20 - con le frontiere italiane
virtualmente chiuse essendo sospesi gli accordi di Schengen - si sono invece
potute tranquillamente riunire alla periferia di Torino, circa 6000 persone
(rigorosamente rimanendo per giorni interi senza mascherine) per drogarsi,
ubriacarsi e sentire musica a palla fino allo sfinimento.
La polizia non interviene PRIMA (eppure la ministro Lamorgese dopo
l’analogo raduno di Viterbo due mesi fa aveva sostenuto che i partecipanti
erano stati tutti identificati e quindi bloccabili!) nè interviene
DURANTE il rave-party (perchè – sostiene sempre la ministro - è troppo
pericoloso farlo) e quindi i partecipanti dopo un po' di giorni se ne sono
tornati tranquillamente a casa, salvo i ricoverati per intossicazioni varie e
gli irriducibili che continuavano a festeggiare nell’ex stabilimento Fiat
a Nichelino.
Il tutto però è stato comunicato al popolo con “profilo basso” da
parte dei media, forse perché anche in questo caso non bisognava disturbare il
Viminale.
Mi sfugge, però, perchè mai sia più pericolosa una manifestazione
di NO-VAX all'esterno rispetto a una calca di migliaia di persone strette tutte
insieme all’interno di un ex stabilimento industriale “facendosi” con musica a
sballo (oltre alcool e droga), il tutto con la benevola tolleranza delle
autorità.
MA COSA DIAVOLO STA SUCCEDENDO NEL NOSTRO PAESE? COMINCIO A
CHIEDERMI SE NON SIA IN ATTO – E NON SONO CERTO UN NO-VAX !– UNA CAMPAGNA
PER PROGRESSIVAMENTE SILENZIARE CHI NON SI ADEGUA: UN CLIMA CHE PROPRIO NON MI
VA E, COME ME, MOLTE PERSONE COMINCIANO A NOTARLO. FORSE E' ORA DI SOTTOLINEARE
APERTAMENTE QUESTA "LIBERTA' LIMITATA" CUI SEMBRA STIAMO ANDANDO
INCONTRO.
BANCHI IN DISCARICA
Colpiscono le immagini da Venezia dove un battello addetto alla
raccolta dei rifiuti ha imbarcato con una benna centinaia dei famigerati "banchi a rotelle",
MAI USATI, destinati a essere smaltiti in discarica.
A decidere di disfarsi dei banchi è stato un liceo del
centro storico lagunare, il "Benedetti-Tommaseo", che era stato
“invitato” ad acquistarli un anno fa, al tempo dell'appalto nazionale. Nei
giorni scorsi, vista l'impossibilità di utilizzarli, la dirigente ha chiamato
una ditta di trattamento rifiuti ingombranti, che ha effettuato il trasporto.
Mi chiedo come mai la Corte dei Conti non abbia trovato - in un anno intero -
un po' di tempo per avviare una indagine SERIA sull’ ex ministra
dell'Istruzione Lucia
Azzolina e l'ex commissario Covid Domenico Arcuri: ma
QUESTI ENORMI SPRECHI non interessano a nessuno?
Interpellata sull’episodio, l’Azzolina ha risposto irritata:
"Chiedete alle scuole che hanno voluto e chiesto i banchi. La questione è
stata raccontata urbi et orbi, e io non ho più la voglia di rispondere. Non
glielo devo spiegare io, deve andare nelle scuole e chiedere. E' un dramma che
facciate ancora a
queste domande" A parte la grammatica della risposta, ma adesso la colpa
per le forniture dei banchi a rotelle manifestatamente costosi ed inutili è
diventata delle scuole?!
UN SALUTO A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 835
29 ottobre 2021
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: - UNA BUONA NOTIZIA – CI
MANCAVA RICHARD GERE - ENERGIA NUCLEARE – PNRR: OGGETTO MISTERIOSO – GLI
ESAGERATI
BUONA NOTIZIA
L’affossamento della “Legge
Zan” per me è una buona notizia, ma non perché non debbano
essere riconosciuti i diritti e i doveri contro l’omotransfobia quanto perché
il testo avrebbe creato situazioni assurde che così verranno evitate.
Il PD di Letta
- che in argomento ha capeggiato una linea di assoluta
demagogia - sapeva benissimo che se si fosse andati al voto segreto una parte
dei suoi senatori non avrebbero votato il testo, ma dovendo giocare sempre al “io sono il più bello, bravo,
culturalmente avanzato e diverso dagli altri, che sono tutti degli imbecilli
sovranisti” ha volutamente scelto questa linea di rottura per
evitare che emergessero platealmente le proprie divisioni interne. Cosa che è
puntualmente avvenuta perché i circa 45 franchi tiratori non possono essere
stati solo i (pochi) senatori di' "Italia Viva" di Renzi presenti in
aula. ma evidentemente anche dei senatori piddini: i numeri lo provano.
Tutto ciò significa tra l'altro che anche a sinistra c’è gente che
ragiona, ma la fifa di non essere più ricandidati obbliga di arrivare al voto
segreto per esprimere il proprio dissenso. Eppure un testo più moderato, serio
e rispettoso era più o meno nella volontà di tutti: bastava discuterne, ma la
logica è stata “uccisa” proprio da questa schifosa demagogia e cecità di una
certa sinistra che – incapace di affrontare con equilibrio temi delicati come
questi - alza i toni solo per coprire le proprie incongruenze incartandosi poi
da sé, come puntualmente avvenuto..
RICHARD GERE
Il problema dell’immigrazione è troppo serio per trasformarla in
film, ma l’inutile chiamata a teste di Richard
Gere nel processo contro Matteo
Salvini per la “Open
Arms” è la dimostrazione di come certi giudici godano
soprattutto nel proprio protagonismo personale e mediatico (Gere non ne ha
bisogno).
Un processo già surreale si trasforma così in una ideale
piattaforma mediatica a tutto vantaggio di Salvini (che infatti ne è
contentissimo, perché così riconquista la scena) e metterà alla berlina Conte
(l’ex premier che sapeva benissimo cosa stava succedendo in mare e ne è
corresponsabile) e tutto il suo M5S. Tutto bene? No, perché una volta di più a
perdere in credibilità è l’Italia intera e soprattutto la serietà della nostra
Giustizia che sembra volersi divertire a rendersi poco credibile.
ENERGIA NUCLEARE. BISOGNA PARLARNE!
L’incremento dei prezzi dell’energia con le conseguenze
sull’economia generale impongono di riprendere in mano la pratica energetica.
Dopo qualche anno di petrolio a basso prezzo e anche sull’onda
“green” che si diffonde nel mondo è evidente infatti che lo studio e la
applicazione di nuove forme di energia sia all’ordine del giorno del pianeta.
E’ bastato però che Draghi
e qualche ministro accennassero all’utilità di riprendere gli studi su una
energia nucleare più moderna e “pulita” che immediatamente si levassero le
proteste degli ecologi oltranzisti per i quali ogni discorso è stato chiuso del
referendum di 35 anni fa.
Al tempo fui uno pochi (circa il 20% degli elettori) che votò SI,
ma la vittoria del NO – era appena successo il disastro di Cernobyl, l'opinione
pubblica ne era sconvolta - fu schiacciante e da allora questo tema è
tabù.
Eppure il 20 settembre il ministro Cingolani si era limitato a dichiarare la
pura verità ovvero che l’energia importata oggi dalla Francia (pari al 5% delle
necessità italiane) è «prodotta con il nucleare a due passi da noi». Di per sé
questa frase è molto generica, ma resta il fatto che in Francia sono attive 18
centrali nucleari per un totale di 56 reattori, con cui sono prodotti 379,5 TWh
di energia elettrica, più del 70 per cento del totale prodotto nel Paese.
Importiamo ancora più energia dalla Svizzera (l’8,7% delle necessità italiane)
e va ricordato che anche in Svizzera sono attive 3 centrali nucleari.
Già oggi, quindi, una parte dell’energia elettrica che consumiamo
è di origine nucleare, anche se si fa finta di dimenticarlo.
A mio avviso è una grande ipocrisia, visto che ad oggi l’energia
nucleare resta una delle poche forme energetiche ad emissioni zero di CO2, con
potenziali produttivi illimitati. Sarebbe interessante calcolare quanti milioni
di tonnellate di CO2 si producono in Italia bruciando prodotti fossili e gas e
quanti già oggi se ne risparmino grazie al nucleare.
E’ evidente che questa forma energetica può comportare rischi, ma
come per ogni azione umana vanno studiati ed affrontati i pro e i contro.
Forse la gente non considera che negli ultimi 70 anni sono stati
molto di più i morti per un’energia “green” come l’idroelettrico che per il
nucleare (la sola tragedia del Vajont costò 3.000 vittime, ben di più di tutte
quelle legate a Cernobyl) e anche a considerare le potenziali vittime
“indirette” i conti non cambiano di molto.
Secondo gli stessi dati di Legambiente negli ultimi 70 anni (a
parte Cernobyl di cui tuttora non si conoscono dati ufficiali) ci sono stati
nel mondo alcune decine di incidenti “gravi” legati al nucleare che hanno
causato circa 500 morti dei quali 300 (presunti) per un incidente a Sellafeld i
Gran Bretagna il 7 ottobre 1957 (64 anni fa!). E’ molto probabile che i
contaminati per radiazioni siano stati nei decenni molti di più e che numerose
siano state le vittime indirette e per successivi tumori legati alle emissioni
atomiche, ma è altrettanto vero che oggi le procedure di sicurezza sono
infinitamente più severe che negli anni ’50.
Lo stesso disastro di Cernobyl avvenne solo perché fu gestito in modo
scriteriato e – applicando le procedure adeguate e standard già allora in
vigore - non solo lo si sarebbe evitato, ma ne sarebbero state ridotte le sue
gravi conseguenze.
Tutto ciò non per sottovalutare i rischi, ma solo per dire che non
ha senso abbandonare l’energia nucleare per preconcetto, mentre invece vanno
continuati e sviluppati gli studi per rendere questa risorsa più sicura da
tutti i punti di vista.
Alla fine i veri problemi per produrre energia nucleare civile
sono legati allo smaltimento dei rifiuti radioattivi ed a possibili incidenti
legati a catastrofi naturali o ad attentati terroristici. Per i primi è
necessario procedere a studi ineccepibili sulla localizzazione degli impianti,
ma anche a prevenzioni adeguate mentre per i secondi - proprio perché gli
obiettivi sono e sarebbero numericamente ridotti – sarebbero e sono anche più
facilmente difendibili. Nel mondo non si è sospesa la costruzione di grattaceli
dopo l’11 settembre, né fermate le metropolitane o gli aerei per possibili
dirottamenti, ma invece sono state aumentate le difese attive e passive contro
questi rischi, esattamente come si dovrebbe fare per centrali e stoccaggi
nucleari.
Questi ultimi sono un rischio davvero trascurabile: stoccaggi a
migliaia di metri di profondità ed adeguatamente protetti rendono meno che
infinitesimali i rischi mentre sul tema è più facile e consuetudine scatenare
la bagarre demagogica.
Per contro va anche ricordato che data la loro quantità sono
infinitamente maggiori i rischi legati ad inquinamenti di materiali usati per
batterie elettriche o smaltimento di queste produzioni.
Pur agendo con estrema prudenza mi pare assurdo bloccare il
nucleare, mentre si deve piuttosto insistere nella ricerca, negli studi, nelle
difese contro potenziali rischi collegati a questa energia che è comunque
naturale e ci può essere estremamente utile.
Almeno parlarne è doveroso, assurdo è il tacere e ancora più
assurdo affrontare i problemi con pregiudizio assoluto, senza nemmeno accettare
il confronto.
PNRR: LA POLVERE SOTTO IL TAPPETO
Se ne parla poco, ma l’Italia si salverà solo con il PNRR ma
l’Europa pagherà solo se verranno rispettati i tempi, cosa che NON sta
avvenendo, nel disinteresse generale.
Ci siamo obbligati a 27 riforme strutturali e ad un piano di
investimenti, ma su fisco, concorrenza, giustizia ecc. siamo in grande ritardo
e la gran parte delle questioni non è stato neppure affrontata. Idem per gli
investimenti: per ora meno della metà delle somme è stata “territorializzata”,
ossia ripartita sul territorio per assegnarla poi ad amministrazioni (di norma
i Comuni, ma anche Regioni) responsabili per l’attuazione dei progetti, ma
ancora nessuno ha deciso per farne cosa, come e quando.
Non va meglio per le grandi opere pubbliche. I Commissari
straordinari alle “grandi opere” (speriamo persone scelte bene, anche di queste
nomine e sottostanti pressioni non parla nessuno…) nominati dal Governo negli
ultimi sei mesi già lanciano l’allarme: le procedure speciali del Pnrr non
decollano, non sono stati ancora nominati gli organi che dovrebbero accelerare
l’approvazione dei progetti con le corsie veloci del decreto infrastrutture e i
decreti di Draghi con la nomina dei Commissari non mettono a disposizione
risorse e strutture tecniche straordinarie per centrare gli obiettivi. Ad oltre
quattro mesi dal varo del DL “Semplificazioni” e a due mesi dalla conversione
in legge non è partito praticamente nulla. La materia però, stranamente, sembra
non interessare a nessuno.
BRASILE: ESAGERATI…
“Il presidente del Brasile Jair
Bolsonaro deve essere giudicato per crimini contro l’umanità per la sua
gestione del Covid 19”. È questo il verdetto di una commissione del Senato
di Brasilia,
dopo un’indagine sulle misure imposte dal governo per limitare il contagio. Con
un voto di 7 membri
favorevoli e 4 contrati, il comitato ha quindi chiesto il
processo per Bolsonaro per accuse che vanno dalla diffusione di notizie false, all’istigazione a delinquere
all’uso improprio di fondi
pubblici. Tutti questi comportamenti – secondo la commissione -
sono stati responsabili dell’alto numero di decessi dovuti alla pandemia.
“Una pagliacciata” ha ribattuto il presidente: “E’ una volontà di vendetta di
senatori vicini all’ex presidente
Lula.”
Non giudichiamo le faccende interne brasiliane, ma se Bolsonaro va
addirittura giudicato “Per crimini contro l’umanità” di cosa dovrebbero essere
accusati i vertici del governo cinese che per settimane hanno nascosto
l’epidemia ed hanno rifiutato anche di recente che una commissione di inchiesta
internazionale indaghi sulle effettive cause del virus? E i vertici dell’OMS
che per mesi si sono adeguati al volere di Pechino?
UN SALUTO
A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL
PUNTO n. 834 dell’ 22 ottobre
2021
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: - THE DAY AFTER – VACCINI ED OMERTA’ - ARCURI (FINALMENTE)
INDAGATO – AFGHANISTAN - DOPO DANTE ARRIVA DI MAIO - GRAZIE FRANCO !
ATTENZIONE: SETTIMANALMENTE DIVERSI
LETTORI MI SEGNALANO DI NON RICEVERE PIU’ REGOLARMENTE “IL PUNTO” PERCHE’ IL
LORO INDIRIZZO VIENE ELIMINATO IN MODO AUTOMATICO. NON SI RIESCE A CAPIRNE IL
MOTIVO, MA SE CIO’ VI CAPITASSE IN FUTURO, PER FAVORE CONTATTATEMI – grazie! (
IL PUNTO viene comunque sempre pubblicato anche sul sito www.marcozacchera.it )
THE DAY AFTER
Serve a poco che la sondaggista Ghisleri si affanni a spiegare che
su quasi 50 milioni di elettori italiani il 4 ottobre ne erano chiamati al voto
solo 12 milioni, che hanno effettivamente votato sola la metà degli elettori e
che domenica scorsa ai seggi ne sono andati molti di meno, neanche il 5% del
corpo elettorale: la percezione (corretta) è che il PD abbia vinto e gli altri
abbiano perso. Il centro-destra si è salvato a Trieste ma è crollato in tutti
gli altri centri andati al voto di ballottaggio, come peraltro era prevedibile,
salvo qualche caso davvero incredibile (come a Latina), con votanti scesi tra
il 30 e il 40% .
Letta può quindi giustamente esultare, ma non solo per i risultati
in sé quanto perché dalle urne esce la conferma che - se si andasse a votare
con un centro-sinistra unito - il PD potrebbe vincere le prossime
elezioni politiche e (dopo aver messo un suo uomo al Quirinale) Letta potrebbe
quindi blindare l’Italia per i prossimi cinque anni.
Improvvisamente la possibilità di elezioni anticipate - prima
fortemente sostenute a destra - sembrano convenire ora alla sinistra, anche
perché gli avversari sembrano KO con il rischio di ulteriori fratture nello
stesso centro-destra dove, soprattutto, non emerge un leader capace di porsi
come guida stabile della potenziale coalizione.
Le divisioni a destra non hanno pagato nonostante i sondaggi
perché un conto è correre ciascuno per conto proprio inseguendo l’elettorato
del vicino, un conto convergere su un candidato unico a sindaco quando è
percepito appartenere alla “concorrenza”. Fallite le giunte pentastellate ecco
ora i voti grillini rientrare a casa PD, partito comunque capace di mantenere
più o meno i propri voti. Quando a casa restano poi soprattutto gli
anticomunisti, la vittoria è assicurata.
Il voto di domenica conferma anche come i rapporti PD-M5S siano
potenzialmente in miglioramento sposando le posizioni di Conte, ormai
specializzatosi nel ruolo di pontiere.
E pensare che al centro-destra (ormai abbonato alle sconfitte ai
ballottaggi, perché il proprio elettorato è storicamente poco propenso ad
andare a votare al secondo turno) basterebbe un codicillo alla legge elettorale
amministrativa per sparigliare: “Se al ballottaggio chi vince prende comunque
meno voti di un altro candidato al primo turno, quest’ultimo, essendo stato il
più votato, è allora eletto sindaco.” Sembra una banalità, ma è un caso
ormai diffuso che chi vince il primo tempo perde al secondo per un forte calo
di elettori. In fondo sarebbe una più corretta forma di democrazia, si
eviterebbero dispersioni di voti su candidature senza senso al primo turno
evitando che i potenziali vincitori ripudino le alleanze ai ballottaggi
conquistando quindi da soli il premio di maggioranza cui aggiungere altri seggi
di liste apparentate solo informalmente, ma con le quali ci sono già accordi di
successive maggioranze allargate.
Si finisce presto nei tecnicismi elettorali, ma sono questioni
importanti per elezioni comunali dove ormai vota meno del 40% con il risultato
di sindaci eletti con anche meno del 20% dei voti rispetto al corpo
elettorale.
Il centro destra si ritrova intanto in un angolo da dove sarà ben
difficile uscirne perché il problema è soprattutto Draghi. Ci fosse un leader
del PD come premier sarebbe plausibile una rottura di governo, ma come mettersi
contro il Mario Nazionale, interpretato dai più (e soprattutto dai media) come
ancora di salvezza?
Oltretutto stando mezzi dentro e mezzi fuori il governo è evidente
che il messaggio all’elettorato di centro destra diventa ancora più ambiguo e
poco plausibile.
Ecco perché a Letta potrebbe convenire - a primavera - di tentare
il colpaccio di andare subito a nuove elezioni, anche se contemporaneamente
scenderebbero le possibilità di Draghi subito al Quirinale, perché verrebbe
meno un punto di riferimento certo come premier.
Fossi il leader del PD lavorerei quindi per una proroga di
Mattarella per andare poi subito al voto con Draghi confermato premier,
vincere, mettere un proprio uomo di fiducia al governo e poi cambiare l’
inquilino sul Colle garantendo a Draghi la poltrona dorata. Possibile che i
leader del PD non ci stiano pensando?
Di positivo a destra c’è solo che il rischio di perdere in futuro
sembra aver convinto Meloni, Salvini e Berlusconi a rafforzare l’intesa e ad
insistere per non cambiare il sistema elettorale: è poco, ma è già qualcosa.
VACCINI ED OMERTA’
Ho detto, scritto e ripetuto che credo nell’opportunità della
vaccinazione di massa e non condivido le posizioni dei No Vax, ma devo
ammettere che ogni giorno crescono dei dubbi su come venga gestita questa
partita vaccinale.
Non solo per la repressione di piazza e il non riuscire mai ad
ascoltare con calma anche le opinioni contrarie ai vaccini, ma soprattutto per
la necessità non solo di avere numeri più chiari su vantaggi e svantaggi, ma
soprattutto sul “business vaccinale” che sta venendo a galla.
Non sto parlando infatti dal punto di vista medico, ma politico ed
in chiave europea. Trovo assurdo che non si abbia chiarezza sui contratti
miliardari che l’UE, attraverso 7 suoi dirigenti ufficialmente sconosciuti, ha
sottoscritto con le aziende farmaceutiche pagando il vaccino fino a 24 VOLTE IL SUO COSTO, con prezzi
che SALGONO anziché scendere visto i numeri sempre più enormi.
E’ assurdo che neppure i parlamentari europei possano sapere i
termini contrattuali sottoscritti dalla Commissione per poter fare i conti e
valutare i prezzi, le modalità di consegna e le responsabilità. Stiamo parlando
di vaccini che interessano centinaia di milioni di persone, con profitti enormi
per alcune case farmaceutiche.
Tutto segreto, invece, tutto secretato, tutto nascosto in un
“giro” che puzza di autentica corruzione e in cui l’Europa sta dimostrando una
sua posizione assolutamente equivoca, compresi gli organismi della Magistratura
europea che non intervengono.
Tra l’altro – è questo è davvero indegno – la Pfizer, Moderna e le
altre “big” del farmaco avevano ricevuto milioni di euro per la ricerca proprio
dagli stessi stati cui stanno vendendo i vaccini e quindi avrebbero dovuto
avere almeno la coscienza di mettere a disposizione del mondo i propri prodotti
e non venderli all’insegna del più spasmodico, esasperato e vergognoso
profitto.
Eppure pressoché totale silenzio dell’Europa, dei governi, della
Chiesa, dei media, con ben poche info all’opinione pubblica.
Una cosa vergognosa e scandalosa di cui la gente non riesce
neppure a capirne le dimensioni, eppure si tratta della pelle di tutti!
FINALMENTE ARCURI NEI GUAI
Finalmente l’ex Commissario per l'Emergenza Covid, Domenico Arcuri, è stato
ascoltato dai pubblici ministeri Varone e Tucci della Procura di Roma. Arcuri,
interrogato sabato, risulta ora indagato per abuso d'ufficio e peculato
nell'ambito dell'indagine che coinvolge, tra gli altri, gli imprenditori Mario
Benotti, Andrea Vincenzo Tommasi ed Edisson Jorge San Andres Solis, ovvero i
“faccendieri” italo-cinesi suoi amici.
Su diposizione della Procura di Roma sono state sequestrate dalla
Guardia di Finanza oltre 800 milioni di mascherine provenienti dalla Cina
risultate "non regolari". DICONSI OTTOCENTO MILIONI DI MASCHERINE!!
L'attività di sequestro è stata svolta presso la struttura commissariale
nazionale e alcune di quelle regionali. L'esame fisico/chimico delle mascherine
e dei dispositivi di protezione acquistati, compiuto tanto dall'Agenzia dogane
di Roma che da consulenti nominati dai pm, ha dimostrato che "gran
parte" dei dispositivi per i quali si è disposto il sequestro "non
soddisfano i requisiti di efficacia protettiva richiesti dalle norme europee” e
che "addirittura alcune forniture sono state giudicate pericolose per la
salute". Un anno e mezzo per avviare l’indagine che mi auguro sia
estesa ora anche A CHI HA VOLUTO, PROTETTO, DIFESO E MANTENUTO ARCURI AL SUO
POSTO A DISPETTO DEI SANTI e nonostante che per mesi in Italia erano girate
notizie, inchieste, documentazione (vedi le trasmissioni di Report e gli
articoli su La Verità) sui sessanti milioni di tangenti pagati per la
fornitura. Arcuri avrebbe detto agli inquirenti “di non essere a conoscenza” di
queste “provvigioni” confermando quindi che - se non ha detto il falso - era
davvero un Commissario di ben poche capacità se gli hanno soffiato 60 MILIONI
di euro sotto il naso senza che neppure se ne accorgesse!
Chissà se in merito riusciremo mai a sapere perché l’ex premier
Conte lo abbia voluto e difeso per troppi mesi a quel posto e perché il M5S
abbia aperto con la Cina un corridoio preferenziale in avvio di pandemia per
forniture che hanno causato una truffa gigantesca ai danni degli italiani,
mentre le mascherine “made in Italy” (che erano a norma e costavano meno)
marcivano nei depositi.
Ecco temi che stampa e TV non prezzolata dovrebbero avere il
coraggio di approfondire fino in fondo, così come indagare dove siano finiti
milioni di inutili banchi di scuola con le rotelle, tutti rottamati. !
QUALCUNO MI DIRA': "MA PERCHE' CE L'HAI TANTO CON QUESTO
PERSONAGGIO?" PERCHE' E' STATO NOMINATO DA CONTE SENZA TITOLI PARTICOLARI,
HA GODUTO PER MESI DI IMPUNITA' ASSOLUTE, NON HA MAI CHIARITO I SUOI AFFARI
TRATTANDO LA GENTE COME PEZZENTI DALL'ALTO DELLA SUA PROSOPOPEA E DULCIS IN
FUNDO PERCHE' IL GOVERNO DRAGHI - quando finalmente lo ha allontanato
dall'incarico sotto il peso delle inchieste openali - HA CONTINUATO
A RIEMPIRLO DI ALTRE CARICHE E PREBENDE..
AFGHANISTAN: SILENZIO
Passati due mesi dalla fuga degli occidentali non si sa più nulla
delle reali condizioni interne in Afghanistan: il mondo è distratto,
chissenefrega. Così non si sa il destino delle 250 donne-giudici formate anche
in Italia, mentre è confermato che si sia stata decapitata la pallavolista
della nazionale femminile afghana Mahjubin Hakimi, uccisa perché giocava senza
la hijab (il vestito tradizionale afgano) ed è effettivamente sarebbe po'
difficile giocare a pallavolo conciate così. Nessuno sa e rende conto delle
rappresaglie, violenze, vendette in corso nel paese né sul tema si agitano
molto i difensori dei diritti umani. Purtroppo è tempo di vergognoso silenzio.
DI MAIO HA SCRITTO UN LIBRO!
Lasciamoci con una nota lieta: complimenti a Giggino Di Maio che
ha (avrebbe) scritto un libro sulla sua entusiasmante esperienza politica. Non
è cosa da poco saper scrivere e che Di Maio sappia farlo è stata un’autentica
sorpresa… Sempre che effettivamente lo abbia scritto lui e non qualcun altro
per procura, ma questa è tutta un’altra storia. Insomma, dopo Dante Alighieri
ecco concretizzarsi finalmente un’altra tappa fondamentale per la letteratura
italiana
GRAZIE FRANCO
Dopo un decennio di attività gratuita e volontaria, FRANCO DIAZZI
ha lasciato l'incarico di Presidente del Consorzio dei Servizi Sociali del
Verbano. L'avevo indicato quando ero sindaco di Verbania e penso che con il suo
impegno silenzioso, prezioso e costante si sia guadagnato la stima e la
gratitudine di tutti. Grazie Franco!
UN SALUTO A TUTTI E BUONA
SETTIMANA MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 833
dell’ 15 ottobre 2021
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO:- ANTIFASCISTI DOC – PNRR SPARITO - ALITALIA ADDIO – L’ EGITTO
VINCITORE.
VIOLENZA E ANTIFASCISMO
Mi è venuto un terribile dubbio: ma di che cosa avrebbero mai
parlato giornali ETG per tutta questa settimana se non ci fossero stati gli
scontri di piazza a Roma sabato scorso?
Intendiamoci bene: la violenza va condannata senza se e senza ma,
l’assalto alle forze dell’ordine è intollerabile senza se e senza ma, i
violenti vanno arrestati (subito) senza se e senza ma.
Per me questo deve valere sia che in piazza ci siano estremisti di
qualsiasi colore che anarchici, NO-TAV ecc. anche se noto che i TG sugli episodi
di sabato ci hanno ricamato, mentre su scontri e devastazioni anche peggiori
viste a Roma come altrove tendono di solito a minimizzare.
Ciò premesso, però, non solo restano molti dubbi su come siano
andate effettivamente le cose, ma mi pare come sia evidente che gli scontri di
Roma non avessero nulla a che fare con i “No Vax” quanto ad una sottile
strategia per screditare le persone che non vogliono vaccinarsi (non condivido
il loro punto di vista, me devo prenderne atto) dipingendole come violente e –
nello stesso tempo – strumentalizzare la presenza di pochi facinorosi e
violenti che hanno infiltrato e strumentalizzato la protesta.
Da qui in poi la catena delle responsabilità di allunga.
Come può il Ministro dell’Interno sostenere che durante una manifestazione
è meglio non intervenire per evitare disordini? Come mai – preso atto che i
facinorosi si dirigevano verso la sede della CGIL e pare che questo addirittura
fosse noto ai responsabili dell’ordine pubblico – si sono lasciati solo 7
(sette!) poliziotti a presidio dell’ingresso?
Una sottovalutazione dei rischi o forse perché avrebbero fatto
comodo gli scontri (e le polemiche conseguenti) in piena campagna elettorale? E
i Comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica perché a Roma si tengono DOPO i
fatti e non PRIMA, per prevenirli?
Ovviamente non è mancata poi la solita strumentalizzazione
fascismo-antifascismo che ha visto alcuni esponenti del PD lanciarsi a chiedere
addirittura la messa al bando di Fratelli d’Italia, in fondo come da copione.
E’ ben strano (e triste) questo antifascismo che sembra trovare ragion d’essere
- a 78 anni dalla fine di un regime – solo grazie a quattro facinorosi. Non
posso allora che riprendere e condividere un articolo di Marcello Veneziani su
“La Verità” di domenica, che in parte vi propongo:
“ Ma finitela con questa caccia al fascista, al saluto romano, al
busto del duce, al cimelio dell’epoca, alla mezza frase nostalgica e al gesto
cameratesco. Si capisce lontano un miglio la malafede della caccia al fascismo
ripresa con le ultime inchieste: serve a colpire e inguaiare la Meloni e il suo
partito (…).
Ponetevi piuttosto un problema molto più serio e molto più
attuale: perché mezza Italia e forse più non si riconosce nell’antifascismo,
non si definisce antifascista, anzi nutre riserve e rigetto? E’ una domanda
seria da porsi, dopo che il fascismo fu sconfitto, abbattuto e vituperato, dopo
che furono appesi i corpi dei capi, dopo che fu vietata ogni apologia, dopo che
sono passati quasi ottant’anni tra tonnellate di condanne, paginate infinite,
manifestazioni antifasciste, divieti, lavaggi del cervello a scuola e in tv,
perché c’è ancora mezza Italia che non vuole definirsi antifascista? Quella
maggioranza non è antifascista ma non è affatto fascista, se non in una piccola
percentuale residua, se non amatoriale; gran parte di loro non si riconoscono
affatto nel fascismo, lo reputano improponibile, superato. Per loro è assurdo
già solo porsi la domanda. Ripudiano violenza, razzismo, guerra e dittatura.
Semmai una larga fetta di loro ritiene che si debba giudicare il fascismo nei
suoi lati negativi e positivi, senza demonizzazioni; neanche il comunismo fu
male assoluto. Molti di loro vorrebbero un giudizio storico più equilibrato,
più onesto, più veritiero.
Il vero problema che evitate di vedere non è la persistenza
presunta del fascismo nella società italiana ma l’ampiezza dell’area di
opinione che non vuol definirsi antifascista e non si riconosce
nell’antifascismo. Avete provato almeno una volta a porvi la domanda, senza aggirare
le risposte con moduli prestampati e retorica celebrativa? Noi ce la siamo
posta e non da oggi. E la riassumiamo così.
Tanti italiani non si definiscono antifascisti perché a loro
sembra grottesco usare una definizione che aveva un senso nel ’45, all’età dei
loro nonni, quando invece vivono coi pronipoti del terzo millennio. Non si
definiscono antifascisti perché a molti di loro sembrerebbe monca, carente una
definizione del genere perché così escluderebbero o addirittura assolverebbero
altre forme di dittatura, di totalitarismo e di dispotismo, a partire dal
comunismo (…) viene loro prescritto, perché non credono al bianco e al nero,
hanno conosciuto per vie traverse e quasi clandestine le storie che non si
vogliono far sapere, e che riguardano sia il regime, sia i suoi avversari, sia
la guerra partigiana e non vogliono schierarsi conoscendo crimini e misfatti di
quel tempo e di quei versanti (…)
Senza andare lontano, anzi restando in casa, molti italiani
ricordano loro padre, loro nonno fascista e hanno di lui una memoria e un
giudizio molto diversi rispetto al mostro dipinto dalla vulgata antifascista
(…)
Tanti italiani non si definiscono antifascisti perché
reputano balorda, divisiva e riduttiva la rappresentazione storica che ne
deriva, con tutta la storia e l’identità del Paese ridotta alla distinzione
manichea tra fascisti-antifascisti. Preferiscono attenersi alla realtà e
diffidano dell’ideologia.
Tanti italiani non si definiscono antifascisti perché non sono di
sinistra e non vogliono avallare il loro gioco politico, non vogliono farsi
strumentalizzare, capiscono che serve solo per arrecare danni e vantaggi alla
politica presente (…)
Infine, se credete davvero che la storia d’Italia debba cominciare
e finire con l’antifascismo, elevato a religione civile, obbligo di leva e
perno costituzionale, chiedetevi perché mezza Italia non si riconosce in questo
schema. Se dopo tanti decenni di rieducazione, repressione, propaganda e
religione civile, mezza Italia e forse più non si riconosce nell’antifascismo,
il problema non è della Meloni ma è vostro, di voi antifascisti in servizio
permanente effettivo e dell’esempio che avete dato. Diciamolo: avete fallito.
Marcello Veneziani
(da “LA VERITA’ del 10 ottobre 2021)
NOTIZIE SUL PNRR ?
Passano le settimane e i mesi, ma sul come, quando e da chi far
gestire i fondi europei del PNRR è sceso l’oblio. Si tratta di centinaia di
miliardi che l’Europa – bontà sua – ci avrebbe destinato a seguito della
pandemia, ma dei quali non si sa molto circa la loro effettiva destinazione
finale e tanto meno su chi e come effettivamente li spenderà.
Non ne parla più nessuno: silenzio, non disturbate il conducente.
Va bene la fiducia, ma sommessamente – visto che ne va del nostro
futuro - l’Italia dovrebbe avere il coraggio di chiedere pur anche a
“Supermario” di avere la cortesia di comunicarci qualcosa…
ALITALIA ADDIO
Scusatemi, ma non trovo proprio nulla di romantico nella chiusura
di “mamma” Alitalia, non mi allineo ai piagnistei e credo che troppo tardi si è
finalmente detto “stop” ad una ininterrotta fonte di sperpero di soldi
pubblici.
Alitalia chiude perché è sempre sopravvissuta solo con contributi
statali e non era più - da anni - al passo con i tempi, uccisa prima di tutto
dalla concorrenza ben più “smart” di chi non aveva sulle spalle un peso
intollerabile di costi aggiuntivi, rendite di posizione, personale debordante e
raccomandato.
Una Compagnia che si è consumata concedendo centinaia di migliaia
di viaggi gratis e buttando via rotte, slot, punti di forza. Una società
guidata negli anni da una ciurma di personaggi CHE NON HANNO MAI PAGATO DI
PERSONA e che hanno creato e disfatto alleanze, rifiutato sinergie e sacrifici
e - prima di tutto - hanno pensato ai propri interessi. Commissari strapagati
per il nulla, mentre si consumavano “prestiti ponte” che avevano (hanno) tutte
le caratteristiche di aiuti di stato.
Quanti “piani industriali” sono nati e defunti rimanendo solo
sulla carta, complice un sindacato che prima di tutto ha difeso solo le proprie
rendite di posizione? Quante migliaia di sindacalisti sono cresciuti e vissuti
grazie ad Alitalia senza mai lavorare? Quanti parenti di dipendenti sono stati
trasportati gratis o a tariffe ridicole?
Non mi aspetto molto dalla nuova compagnia sorta dalle ceneri di
Alitalia e che temo perpetui molti equivoci di fondo, certo il contribuente
italiano ci ha rimesso fondi spropositati che nessuno gli rimborserà e pensare
che se c’è un paese verso il quale il traffico turistico avrebbe permesso un
indotto enorme era proprio l’Italia.
EGITTO – ITALIA 2 a 0
Dal caso Regeni a Patrick Zaki le figuracce italiane nei confronti
dell’Egitto stanno assumendo contorni non solo intollerabili, ma anche di
pubblica decenza.
Contiamo zero, non siamo riusciti a combinare nulla, i
responsabili dell’omicidio di Regeni sono tuttora sconosciuti, non sappiamo
prendere una posizione definita neppure sulla richiesta nazionalità per Zaki.
Impotenti, inconcludenti, purtroppo ridicoli.
I rapporti di Amnesty International sull’Egitto sono intanto
terrificanti: detenzioni arbitrarie, sparizioni, condanne a morte,
discriminazioni religiose, violenze di ogni tipo sono all’ordine del giorno,
ma Europa e Farnesina guardano dall’altra parte. “Verità per Regeni” è
scritto su mille striscioni gialli che diventano sempre più sbiaditi. Che
vergogna…
UN SALUTO A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL
PUNTO n. 832 dell’ 8 ottobre 2021
di MARCO
ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e
numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: - GRAZIE - CENTRO-DESTRA NEI GUAI – TRAPPOLONI – I
BULGARI – ENEL GAS E LUCE SOM
GRAZIE !
Volevo ringraziare tutte le
persone (alcune centinaia) che hanno partecipato alla festicciola per il mio
70° compleanno o che nei modi più diversi da distanza si sono messi in contatto
con me. Tra l’altro – e ringrazio particolarmente gli amici rotariani del mio
club Pallanza Stresa VCO – sono state raccolte offerte per 3.580 euro a favore
del Verbania Center per il costruendo ospedale di Macala (Mozambico).
Ricordo che chi volesse
ulteriormente contribuire può farlo tramite versamento sul c/c/b
IT94L0306922401100000002801 (Banca Intesa – Verbania Pallanza), sul conto
a me intestato, ma con indicazione “pro VB Center”.
Per me – rivedendo e
salutando tanti amici - questo incontro è stato davvero un momento di gioia e
condivisione, grazie !!!
I GUAI DEL
CENTRO DESTRA
I lettori del “Punto” non
potranno che darmi atto che ero stato facile profeta: il centro-destra ha perso
non solo nei comuni più importanti, ma anche la sicurezza di vincere alle
prossime elezioni politiche.
E’ soprattutto Matteo
Salvini ad essere finito nei guai, guai grossi. Anche la Meloni lo è, ma
Salvini lo è ancora di più perché - comunque si muova - rischia di cacciarsi in
guai ancora peggiori. Tutto sarebbe diverso se il premier non fosse Draghi,
ovvero il nome più credibile che l’Italia ha sul mercato europeo. Draghi ha un
gran seguito nell’opinione pubblica anche tra gli elettori di centro-destra e
quindi abbatterlo è pericoloso, oltre che – probabilmente – una sciagura
nazionale.
Se Salvini resta al governo
rischia di compromettere l’alleanza di centro-destra, indispensabile in vista
di una potenziale maggioranza futura, ma se esce dall’esecutivo dimostrerebbe
poca credibilità, anche se forse – ovviamente dichiarando il contrario -
vorrebbe unirsi alla Meloni proprio per tentare di recuperare voti di protesta.
Al governo Salvini deve
quindi restare, ma o si intesta qualche particolare successo o potrà
distinguersi solo alzando la voce per farsi notare, magari bloccando ogni
iniziativa politica che – se approvata - lo renderebbero indigesto al proprio
elettorato soprattutto sui temi caldi (tasse, gender, immigrazione). Ma se
Salvini alza troppo la voce allora dà ragione alla Meloni che dall’opposizione
può farlo meglio di lui.
La Lega è quindi costretta a
muoversi a strappi con il rischio di dare segnali contrapposti eppure, a conti
fatti, non ha perso nelle proprie roccaforti locali, ma piuttosto sembra aver
esaurito la spinta propulsiva di due anni fa. Tra l’altro in tutte le grandi
città andate al voto domenica c’erano giunte uscenti di sinistra, ma nella
percezione collettiva il centro-destra avrebbe comunque dovuto vincere e invece
si è visto come andata (con rischio di un KO completo su Roma e Torino).
Un centro-destra quindi in
crisi di nervi, perché la stessa Giorgia Meloni non è messa meglio: in questi
mesi ha giocato la carta dell’opposizione a Draghi ma nonostante i sondaggi non
ha catalizzato grandi successi. Certo, FdI ha ben migliorato le sue posizioni
rispetto al passato, ma domenica si è dimostrato che i sondaggi sono teorie ben
diverse dalla realtà, soprattutto quando metà degli elettori (tradizionalmente
più di destra che di sinistra) se ne stanno a casa se non vengono adeguatamente
motivati.
E allora, che si fa? Dalle
sconfitte si impara (o si dovrebbe farlo) e la prima cosa che a destra mi
sembra invece non si voglia capire è come le candidature proposte a livello
locale devono essere sempre credibili o non “tirano”.
Ma se le elezioni amministrative
si giocano sui nomi, se non cambia il sistema di scelta dei candidati il
centro-destra sarà sempre perdente. Forse che a Milano la partita sarebbe stata
identica se tutti avessero puntato da subito su Albertini pungolandolo ad
accettare? Forse che a Roma una apertura a Calenda non avrebbe sparigliato le
carte visto che comunque amministrare la capitale è un’annunciata epidemia di
disastri? Forse che a Torino il povero Damilano non ha dovuto attendere mesi e
mesi per avere un sospirato “si” a candidarsi, perdendo però tempo
prezioso? Sono errori che si pagano, soprattutto quando non ci sono
quadri di partito sufficientemente preparati e che quindi un candidato a
sindaco credibile va scelto spesso fuori dal recinto di casa per avere chances
di vittoria.
Ma soprattutto al
centro-destra manca una piattaforma serie di idee programmatiche chiare e
condivise, indispensabili se nel 2023 vorrà davvero vincere le elezioni.
Una vittoria non più
scontata, anche perché il PD (che ben controlla i media) nel frattempo sta
recuperando i voti degli ex grillini.
IL
TRAPPOLONE
Mentre “l’affare Morisi” si
sgonfia dopo aver danneggiato l’immagine della Lega vi racconto un inedito che
inquadra bene l’ “Affare Fidanza”, altro caso ben costruito per fiocinare la
Meloni e Fratelli d’Italia e due giorni dalle elezioni.
Qualcuno ricorderà che anni
fa “Le Jene” stazionavano davanti a Montecitorio e - porgendo domande ai
deputati di passaggio - facevano fare loro la figura degli idioti.
Personalmente non caddi
nella trappola e anzi feci un figurone, ma i fatti – in realtà – cominciavano
con una intervista al malcapitato su temi di attualità passando poi a domande
con ritmi sempre più veloci su infiniti argomenti diversi saltando da un tema
all’altro finchè (almeno di solito) il prescelto si impappinava e andava per
frasche confondendo la data della scoperta dell’America con la morte di
Napoleone.
La settimana dopo Le Jene
proponevano in TV solo un piccolo spezzone dell’intervista mandando in onda
praticamente solo la risposta sbagliata e l’interessato faceva appunto una
figuraccia, creando anche il sillogismo che tutti (o quasi) i deputati fossero
degli ignoranti e dei cretini.
Se da cento ore di filmati
selezioni solo dieci minuti con la volontà specifica di mettere una persona in
cattiva luce credo che sarà infilzato anche Papa Francesco (anzi, soprattutto
Papa Francesco) perché volendo si sarà estrapolato il senso delle cose.
E’ il caso dei contributi in
“nero” per il malcapitato on.le Carlo Fidanza (che resta un mio amico): se in
più occasioni sotto false vesti proponi a chiunque di dare un “aiutino” in nero
– ma non è un reato istigare a delinquere? - prima o poi l’interessato
accetterà: basterà poi mandare in onda solo quello spezzone (e non magari
numerosi precedenti rifiuti) e a tutti i teleutenti sembrerà uno scandalo,
esattamente come era l’obiettivo della trasmissione. Parliamoci chiaro: sono
cose riprovevoli e sbagliate, ma alzi la mano chi in vita sua non ha accettato
di evitare una ricevuta fiscale emessa dal dentista, dall’idraulico o anche
solo per una cena, in cambio – ovviamente - dello “sconticino”.
E’ chiaro che ben diversa è
la questione se viene generalizzata, ma allora le sponsorizzazioni “ufficiali”
a questo o quell’evento di partito non sono forse un modo elegante per arrivare
di fatto allo stesso scopo? Su Rai 3 in questi giorni Bianca Berlinguer
pontificava, ma nessuno gli ha chiesto delle tangenti che il PCI di suo padre
aveva istituzionalizzato per lavorare con i paesi dell’Est ? E qualcuno ricorda
quanto l’affare MPS sia costato ai contribuenti per aiutare indirettamente il
PD ?
Circa invece la questione
“nostalgici” e i vari “baroni neri” bisogna scegliere: o si tagliano i contatti
con certa gente che al 99% fa millantato credito o prima o poi si finisce nei
guai. Però è anche ora di dire “basta” a questo pseudo antifascismo da salotto
che a 78 anni dalla fine del regime ancora imperversa a reti unificate
affibbiando a comando patenti di “buoni” e “cattivi”. Guardino piuttosto Lor
Signori al colore delle dittature di OGGI e ne prendano le distanze, cosa che
invece ben si guardano dal fare.
Infine un tema che il
centro-destra distratto sembra si sia dimenticato di sollevare: la par
condicio, come per la candidatura di Enrico Letta a Siena
Tutti sappiamo che il
candidato era pure il segretario del PD, ma non trovo corretto che sia passato
in TV mille volte di più del suo sconosciuto avversario che di nome faceva
Tommaso e con un cognome che neppure si ricorda più. Nessuno voleva (e poteva)
imbavagliare il PD, ma le regole sono chiare: per il partito poteva parlare
qualcun altro, ma non proprio il segretario-candidato che ha così violato
platealmente non solo lo spirito, ma direi anche la sostanza della legge.
Quando alla fine (come a Siena) vota solo un terzo degli elettori anche questa
questione della equa visibilità è cosa che conta.
LINEA
NOVARA-DOMODOSSOLA
Troverei corretto che si
desse più spazio a quei sindaci che si ripropongono e al secondo mandato
ottengono maggioranze “bulgare” dimostrando quindi di aver lavorato bene.
Nella nostra zona ALESSANDRO CANELLI
(Lega) a Novara ha preso il 69,6% dei voti, LUCIO PIZZI (civica di destra) a
Domodossola ha raccolto il 74,8%. Complimenti davvero meritati!
ENEL GAS E
LUCE
Basta, non se ne può più!
Solo nella giornata di ieri ho ricevuto 4 telefonate da “Enel gas e luce” che
da diverse parti d’Italia propone continuamente nuovi contratti. Sono
stufo: chi ha dato loro il permesso di scocciarmi in ogni momento, chi gli ha
venduto il mio numero, perché non esiste una norma VERA sulla privacy con la
possibilità di bloccare i venditori fastidiosi? Sarebbe ora che qualche
“autority” (visto quanto ci costano questi inutili baracconi) cominciasse a
pretenderlo.
Un saluto
a
tutti
MARCO
ZACCHERA
IL PUNTO n. 831 del
1 ottobre 2021
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: - INVITO – DRAGHI SANTO SUBITO – PADRE NOSTRO
NEGATO - IL MOSTRO DI RIACE
ATTENZIONE: UN INVITO ( VERO!) AI LETTORI
Come
ricordato la scorsa settimana, visto che mi avvio a compiere 70 anni ho pensato
di festeggiarli insieme alle persone che conosco invitando ad un
aperitivo
GIOVEDI’ 7 OTTOBRE dalle 18.30 alle 20 presso i vivai della
“Compagnia del Lago”, Via della chimica (zona industriale) Verbania Fondotoce.
Tutti
i lettori del PUNTO sono quindi invitati: sarà un appuntamento alla buona, ma
mi auguro partecipato ed allegro.
Se
qualche lettore non della zona volesse fermarsi a pernottare mi contatti, prego
però tutti coloro che volessero intervenire di rispondermi al più presto
iscrivendosi tramite il sito eventimarcozacchera@gmail.com
Oppure
tramite https://www.eventbrite.com/e/biglietti-voglio-invitarvi-al-mio-compleanno-marco-zaccherai-miei-primi-70-anni-172559759887
Questo
per rispetto alle vigenti norme Covid ma anche perché per motivi organizzativi
devo capire quanti più o meno interverranno (mi auguro numerosi). Saremo
all’aperto, ma in caso di pioggia ci sarò uno spazio coperto. Quindi, vi
aspetto (e non portate regali)!!
DRAGHI SANTO SUBITO
Credo fosse corretto andare a votare la scorsa primavera, ma anche
che l’Italia abbia avuto comunque molta fortuna nel momento in cui Mario Draghi
ha accettato di formare il governo.
Sette mesi dopo il debutto dell’unico nome italiano rimasto
credibile a livello internazionale - soprattutto a confronto con la nullità del
suo predecessore Conte - credo che si debba davvero ringraziare la nostra
buona stella.
Draghi ha portato all’Italia una luce di serietà nonostante la sua
maggioranza variopinta che il premier lascia sfogare nei litigi quotidiani
salvo poi tirare le redini e in gran parte decidere con la propria testa,
ovvero con buonsenso.
Certo Draghi rappresenta il mondo economico e finanziario con
tutti i suoi difetti, ma è una garanzia di efficienza e – mi sembra – di
assoluta correttezza personale.
Alcuni aspetti della sua personalità (come il voler apparire il
minimo possibile sui media, non dare spazio a polemiche, la rinuncia ad
emolumenti ecc.) lo distinguono in positivo dalla quotidiana corrida politica.
Giocano a creare un clima a suo favore anche la osannante stampa
quotidiana e gli yesman che lo coccolano spingendolo sulla cresta dell’onda,
oltre ad un’ottima capacità di depistare le attenzioni sui molti problemi
incombenti, anche per Avere maggiore libertà di movimento .
Nessuno per esempio si chiede cosa stia effettivamente avvenendo a
proposito del PNRR, oppure su chi gestirà le imponenti risorse europee, chi e
come manterrà le promesse fatte a Bruxelles… Ma intanto cresce la fiducia e si
è avviato un processo virtuoso che – sia o meno vero, sicuramente è enfatizzato
- avvolge positivamente l’intera nazione dopo mesi di crisi spaventosa.
Non è quindi Draghi a preoccupare, ma piuttosto la sua maggioranza
rissosa ed eterogenea che - fosse lasciata a sé stessa - si scontrerebbe
su tutto e che presenta una squadra di ministri in alcuni casi sinceramente
limitata e problematica.
E’ infatti cambiato il capitano, ma non buona parte
dell’equipaggio: penso ai vari Speranza, Di Maio, alla stessa Lamorgese e ad
altri ministri del tutto sconosciuti. Una squadra di comparse a volte
inquietante e qualitativamente ben lontana dal leader, con ben poche eccezioni
(Giorgetti, Guerini, Garavaglia...).
Abile è comunque Draghi a disinnescare le polemiche di facciata, a
non prendere posizioni personali in contrapposizione ai singoli spicchi di
maggioranza, a “tagliare e sopire” in stile andreottiano la quotidiana zuppa
delle polemiche che occupano gran parte delle cronache, soprattutto quando
mancano fatti concreti.
Adesso è scoppiata la questione di Draghi al Quirinale visto che
Mattarella scadrà nel prossimo febbraio. Non c’è dubbio che il Mario nazionale
sarebbe un ottimo Presidente della repubblica, ma chi poi siederebbe a Palazzo
Chigi?
Le elezioni sono già previste nel 2023, una elezione di Draghi al
Colle porterebbe con ogni probabilità il paese alle urne un anno prima.
Una vittoria del centro-destra è plausibile - ammesso e non
concesso che non cambi il sistema elettorale - ma è meno certa di qualche mese
fa e temo che la sconfitta alle prossime amministrative lascerà pesanti
strascichi.
Ma immaginiamo che il centro-destra vinca davvero: chi metterebbe
a Palazzo Chigi? Credo che ricomincerebbero i veti incrociati e immediatamente
la guerra su tutto, con le consuete polemiche, gli attacchi della sinistra e
della stampa, i veleni, la magistratura sul piede di guerra… insomma la solita
inconcludente rissa quotidiana.
Pensiamoci, perché forse è meglio per l’Italia che ci teniamo un
Draghi operativo per un altro anno con lo spento Mattarella sul Colle (che in
“prorogatio” non può fare grandi danni) e questo almeno finchè non avremo la
pandemia alle spalle e il PNRR decisamente impostato. Non dimentichiamoci che
un minuto dopo che un leader di centrodestra ottenesse la fiducia, a Bruxelles
comincerebbero a storcere il naso e a mettere i bastoni tra le ruote ad un
governo non omologabile all’andazzo comunitario.
Insomma: rinnoviamo “a termine” Mattarella e poi mettiamoci
Draghi, ma che almeno passi la mano a qualcuno in grado di continuare il suo
lavoro.
Certo ci sarebbe un’altra soluzione, lasciatemela coltivare almeno
come speranza da uomo di destra: eleggere un uomo (o donna) degno al Quirinale,
con Draghi ancora leader al governo, ma con una maggioranza che emargini la
sinistra velleitaria, il PD e le macerie del M5S ed abbia quindi una chiara
linea politica sulle questioni importanti.
Draghi è di destra o di sinistra? Non ve lo dirà mai, ma è un vero
leader che ovviamente tiene un profilo più concreto che politico dribblando su
molti temi e potrebbe essere rappresentante sia di una destra socialmente
illuminata che di una sinistra moderata pragmatica. Certo a sostenerlo dovrebbe
esserci una maggioranza che dia slancio economico al paese e – guidata da mano
ferma – concretizzi finalmente quelle riforme che ci siamo impegnati a fare, ma
che non arrivano mai perché sono necessarie quanto impopolari.
Purtroppo non vedo oggi un leader di centro-destra capace di avere
contemporaneamente autorevolezza, capacità tecniche e leadership internazionale:
datemi un nome e ve ne sarei grato.
E la questione di Draghi al Quirinale? C’è tempo, in fondo ha
“solo” 73 anni, quindi può fare il presidente… la prossima volta!
IL PADRE NOSTRO NEGATO
Non mi ha indignato la notizia che una maestra abbia interrotto la
cerimonia di inaugurazione di una scuola in Friuli quando il parroco, dopo un
discorso di assoluta apertura e condivisione, ha accennato a recitare il “Padre
Nostro”, ma piuttosto il silenzio dei presenti – autorità regionali comprese –
che non l’hanno subito zittita.
Per me questo episodio è stata una offesa a milioni di persone che
in Italia ancora (e per fortuna) ritengono che non ci sia nulla di male né di
dividente nel recitare pubblicamente una preghiera. Siamo diventati così
timorosi di tutto da accettare che una singola persona offenda il sentimento
della maggioranza in nome della “santa laicità“ e nessuno che più batta ciglio.
Certo, sono poi seguiti i “post” di critica, ma nessuno in quel
momento specifico si è alzato a dire “La smetta, se non le garba se ne vada, io
gradisco il Padre Nostro e quindi si vada avanti”. Quell’attimo fatale in cui
si prendono le decisioni di fondo, radicali, chiare, che magari segnano
un’esistenza e fanno la differenza tra le persone coerenti e i paparaqua.
No, invece, tutti zitti (stando almeno alle cronache) e men che
meno che qualcuno abbia poi chiesto qualche sanzione per la “maestra rossa”.
Chissà quanti avrebbero voluto farlo, ma in quel momento NON
l’hanno fatto, non hanno preso la parola, non hanno criticato l’insegnante.
Perché i presenti sono stati tutti così zitti e codardi? Per il timore di
andare controcorrente, di esporsi, di essere additati come retrogradi
reazionari, oppure cattolici integralisti o “fascisti” (ovviamente)…insomma,
per non avere “rogne”.
Se fossi il genitore di un alunno di quella maestra mi porrei il
problema al contrario sollevando il quesito di fondo: “Desidero che mio figlio
abbia anche una istruzione religiosa, una insegnante che gliela nega imponendo
il suo punto di vista impedisce anche un mio diritto”. Ecco comunque un altro
esempio lampante di perché il nostro Paese perda le sue radici e i suoi valori
di comunità.
IL MOSTRO DI RIACE (QUALCOSA NON QUADRA)
L'ex sindaco di Riace, Domenico Lucano, "uomo simbolo"
nella accoglienza ai migranti è stato condannato a 13 anni e due mesi di
reclusione nel processo "Xenia", svoltosi a Locri sui presunti
illeciti nella gestione dei migranti. Lucano era imputato di associazione
per delinquere, abuso d'ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa
d'asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e la
sentenza è stata presa dopo 4 giorni di camera di consiglio raddoppiando la
pena chiesta dal PM.
Qualcosa comunque non quadra: o Lucano è una vittima innocente e i
giudici sono degli abominevoli razzisti che l’hanno condannato a una pena
superiore a quelle in uso perfino per i delitti di mafia o effettivamente a
Riace anzichè aprirsi all'accoglienza giravano soldi sporchi che coprivano
altri obiettivi. Mai come questa volta sarà interessante leggere le motivazioni
di una sentenza francamente poco comprensibile, intanto l’Italia ha una nuova
icona di martire.
Un saluto a tutti
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO
n. 830 del 24 SETTEMBRE 2021
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: - INVITO – SCONFITTA ANNUNCIATA – IL DILETTANTE PUTIN - SOLIDARIETA’ – OMICIDIO ITALIANO
ATTENZIONE: UN INVITO AI LETTORI
Visto che mi avvio a compiere 70 anni ed ho pensato di festeggiarli insieme alle persone che conosco invitandovi tutti ad un aperitivo
GIOVEDI’ 7 OTTOBRE dalle 18.30 alle 20 presso i vivai della “Compagnia del Lago”, Via della chimica (zona industriale) Verbania Fondotoce.
Tutti i lettori del PUNTO sono quindi invitati: sarà un appuntamento alla buona, ma mi auguro partecipato ed allegro.
Se qualche lettore non della zona volesse fermarsi a pernottare mi contatti, prego però tutti coloro che volessero intervenire all'aperitivo del 7 ottobre a rispondermi al più presto iscrivendosi cliccando qui
Questo per rispetto alle vigenti norme Covid ma anche perché - per motivi organizzativi - devo capire quanti più o meno interverranno (mi auguro numerosi). Saremo all’aperto, ma in caso di pioggia ci sarò uno spazio al coperto. Quindi...Vi aspetto !!
SCONFITTA ANNUNCIATA
Credo che il centro-destra si avvii ad una cocente sconfitta elettorale nelle prossime elezioni amministrative, almeno nelle grandi città che peraltro - è giusto ricordarlo – sono già oggi tutte amministrate dal centro-sinistra o dai 5 Stelle.
La sconfitta sarà mitigata al primo turno con qualche accesso ai ballottaggi che temo però verranno poi persi al secondo turno.
D'altronde difficile aspettarsi di meglio se una città come Milano, dove il centro-destra è politicamente maggioranza, è stata abbandonata per il comune “senza combattere” in modo del tutto deludente, dopo aver tirato avanti per mesi, in modo quasi grottesco, la ricerca di un candidato-Cireneo che poi è stato più o meno lasciato a sé stesso, come da avvilenti cronache dei giorni scorsi.
Diversa (per fortuna) la situazione nelle città medio-piccole, soprattutto là dove c’è qualche amministratore in gamba che è in grado di raccogliere consensi personali prima ancora che politici.
Passano gli anni e i decenni, ma sembra che le elezioni amministrative non interessino troppo ai vertici della presunta coalizione di centro-destra che hanno impiegato mesi a scegliere i candidati partendo ovunque in netto ritardo, senza alcun metodo di selezione e soprattutto senza voler mai consultare i cittadini nelle “primarie” come da tempo – magari anche demagogicamente – ha invece imparato a fare la sinistra che anche su queste pre-campagne elettorali costruisce i propri successi.
Se a destra si continuerà a non capire come sia soprattutto nelle amministrazioni locali che si costruiscono le classi dirigenti del domani è evidente che non si sarà mai in grado di gestire il paese nel medio e lungo periodo. E’ triste constatarlo, ma purtroppo è proprio così e sembra quasi un limite mentale, oltre che politico.
PUTIN? UN DILETTANTE!
Non ci sono più i dittatori di una volta. Se il “cattivo” presidente Putin per l’elezione della Duma russa riesce a raccattare più o meno solo il 50% dei voti, che razza di dittatore è ?
Si dimostra solo un dilettante allo sbaraglio perché altrimenti bisognerebbe ammettere che in Russia ci saranno pure trucchi elettorali, ma un certo dissenso evidentemente è permesso visto appunto i risultati.
Niente da fare, per trovare un dittatore serio bisogna scomodare l’amicone del nostro ministro degli Esteri Giggino Di Maio e del M5S, il “democratico” presidente cinese Xi Jinping che almeno fa le cose seriamente. Non per niente ha ottenuto 2969 voti per la sua rielezione da parte della Assemblea Nazionale del Popolo su 2969 votanti (quindi si è auto-votato anche lui, non si sa mai). Già che c’erano, oltre che Presidente della Repubblica Popolare Cinese l’hanno eletto anche segretario del partito comunista e comandante supremo delle forze armate. Democraticamente, si intende.
SOLIDARIETA' A TERZI, PERSONA SERIA
Ci hanno raccontato che il "metodo Palamara" era proprio di una sola persona.
Non è vero: è un cancro che corrode dal di dentro la nostra Magistratura e per questo sento il dovere di esprimere la mia solidarietà al dott. Massimo Terzi, presidente del Tribunale di Torino e prima ancora di quello di Verbania. E’' una persona che conosco bene e che stimo, non mi interessa se il dott. Terzi sia persona di sinistra o meno, so che ha fatto sempre coerentemente e bene il Magistrato.
Terzi si è dimesso cinque anni prima del ritiro per limiti di età giustamente offeso per essere stato bocciato alla carica di presidente della Corte d'Appello di Milano, carica che gli spettava per titoli ed anzianità. A lui è stata preferita altra persona con meno titoli solo per combine di correnti e pressioni più o meno evidenti, legate al fatto che Terzi non risulta essere iscritto a correnti interne alla Magistratura e quindi fuori da politiche di schieramento.
Un atteggiamento vergognoso da parte del CSM che evidentemente ha ancora l'arroganza e la possibilità di usare metodi misteriosi nella scelta dei candidati senza rispondere a nessuno e piegandosi alla lottizzazione delle correnti.
….
Intanto, nel verminaio generale, Davigo aveva passato al “Fatto Quotidiano” l’elenco dei presunti iscritti alla loggia massonica “Ungheria” come replica agli attacchi e presunti insabbiamenti del procuratore di Milano Francesco Greco e che ora, ,pubblicati diffamano mezzo mondo.
Intanto, a sua volta, Greco è stato virtualmente sfiduciato da 56 dei suoi collaboratori su 64 e la “rossa” procura milanese vede mettere sotto inchiesta molti suoi componenti, mentre a Roma il Procuratore Capo è stato dichiarato per cinque volte abusivo dal Tar e dal Consiglio di Stato, ma resta fermo al suo posto come un paracarro.
D'altronde, quando le statistiche ci dicono che il 70% dei reati non risultano neppure istruiti e cadono in prescrizione, è evidente lo strapotere dei PM che - di fatto - possono liberamente decidere chi inguaiare e chi invece salvare.
Insomma non è cambiato e non cambia niente, nell'assordante silenzio della ministra Cartabia e del governo, con il presidente Mattarella che come sempre sta appollaiato sul trespolo a parlare dei massimi sistemi, ma non ha mai il coraggio di prendere posizioni chiare e soprattutto azioni conseguenti. In questo clima, come possono gli italiani avere fiducia nella imparzialità e preparazione dei propri giudici?
Vale la pena di ricordare una famosa dichiarazione del fu Presidente della Repubblica Francesco Cossiga che voleva mandare al CSM persino i carabinieri e diceva: «La riforma della giustizia si farà solo quando i magistrati si arresteranno tra loro.”
OMICIDIO ITALIANO
“Facciamo una CALL dopo il MEETING, ma scegliamo una LOCATION , ok? Accedi tramite il DEVICE, vai nel DOWNLOAD dell’APP e mostra il CODE. Ci sarà una CONFERENCE introdotta dallo SPEECH del COMMUNITY MANAGER che come SPIN OFF parlerà della MISSION delle START UP e dei nuovi STAKEHOLDER per i PLAYERS di mercato. Il MEETING è aperto anche ai PART TIME e ai FREELANCE, mentre il CEO spiegherà poi come raggiungere i TARGET del BRAND dandoci una DEAD LINE. Seguirà un LIGHT DINNER, ma ALL YOU CAN EAT. “
Ma volete spiegarmi perché sia necessario usare tante parole inglesi quando spesso sarebbero più brevi, semplici e chiari gli stessi concetti espressi in italiano?
Mi dà sui nervi che proprio il mondo politico e di governo deve poi spesso coprire il nulla con una serie di parolone rigorosamente anglofone e tra l'altro spesso pronunciate a sproposito.
Perché mai poi leggi e regolamenti non devono essere scritti in italiano con termini e concetti espressi nella nostra lingua? Se continuiamo a ridurne l’uso è evidente che progressivamente perderemo il nostro ruolo di lingua riconosciuta anche a livello europeo. Rivendico il mio diritto-dovere di parlare e scrivere, per quanto possibile, nella “mia” bella lingua italiana.
Un saluto a tutti MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n.
829 del 17 SETTEMBRE 2021
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
A RICHIESTA DI MOLTI LETTORI CON QUESTA SETTIMANA “IL PUNTO”
RIPRENDE ANTICIPATAMENTE LE SUE PUBBLICAZIONI CON CADENZA SETTIMANALE, DI
NORMA IL VENERDI’.
RICORDO CHE IL CONTENUTO DEI PEZZI E’ LIBERAMENTE RIPRODUCIBILE,
MA E’ SEMPRE GRADITA L’INDICAZIONE DELLA FONTE.
UN PARTICOLARE GRAZIE AI LETTORI CHE VORRANNO INVIARMI INDIRIZZI
MAIL DI LORO CONOSCENTI PER ALLARGARE LA PLATEA DEGLI AMICI DE “IL PUNTO” :
PIU’ SIAMO, PIU’ CONTIAMO !
…………………………………………………………………………
SOMMARIO: - CARO NO
VAX - LIBERTA’ - CROCEFISSO DEMOCRATICO – I COSTI DELL’ENERGIA – LO SCIPPO
DELL’ASSESSORA
CARO NO VAX
Caro “No Vax” non pretendo di convincerti, ma vorrei farti leggere
i messaggi che ricevo da tante parti del mondo, dove i vaccini in pratica
ancora non ci sono.
Dal Nicaragua allo Sri Lanka, dall’India alla Cambogia, girando il
mondo ho conosciuto tante persone e spesso sono rimasto in contatto con loro.
Tutti quelli che vivevano di turismo da quasi due anni sono alla fame perché
non arriva più nessuno. Non solo i proprietari o i dipendenti degli hotel, ma i
piccoli commercianti, gli autisti, gli artigiani, le guide, i tour operator: è
stata la loro completa rovina economica, ma anche quella fisica perchè non ci
si può vaccinare, quindi non si può di fatto ancora circolare, i prezzi degli
alimentari sono alle stelle, i mercati vuoti.
Si vaccinerebbero al volo, se potessero, per cercare almeno di
andare a lavorare da qualche parte.
Quando ti lamenti tanto per la presunta mancanza di libertà, pensa
per un attimo a chi questa libertà non ce l’ha, ma nel senso che neppure
volendo può essere vaccinato. Il vaccino è cosa da mondo dei “ricchi”, gli
altri muoiono e basta… Anche per il Covid si allarga il divario economico
nel mondo.
LIBERTA’ INFORMATICA
Nel caos dei decreti, delle dichiarazioni e delle polemiche su
vaccinazioni e greenpass si continua ad invocare la “libertà” del non
vaccinarsi. Non concordo, ma mi chiedo quante altre “libertà” siano allora
violate ogni giorno sulle quali nessuno però mai obietta qualcosa.
Per esempio invoco la libertà dalla schiavitù che sono
diventate APP – PIN – SPID – PASSWORD ecc.
Fino a prova contraria non mi risulta che non sia un obbligo
costituzionale ad essere dotati, per esempio, di un telefonino evoluto.
Certamente , mala “semplificazione informatica” può essere util INVOCO LA
LIBERTA’ DI AVERE SEMPRE E COMUNQUE ANCHE LA POSSIBILITA’ DI ACCEDERE AI
SERVIZI PUBBLICI SENZA DISPORRE DI QUESTA APPARECCHATURE.
Milioni di anziani non sono esperti in queste cose, non hanno
dimestichezza con i codici e troppe volte anche il Covid è preso a scusa per
NON DARE SERVIZI AI CITTADINI. Come una volta gli analfabeti perdevano di fatto
i loro diritti, così oggi i “semi-analfabeti informatici” sono
emarginati.
CROCEFISSO DEMOCRATICO
E’ stata molto interessante la sentenza della Cassazione
sull’esposizione del Crocefisso nelle aule scolastiche che non sarà più
obbligo, ma frutto di una decisione a maggioranza “variabile” degli utenti,
equiparandolo ad altri simboli religiosi sul piano della parità e della laicità
dello stato.
Non entro nel garbuglio giuridico dal quale i Supremi Giudici
riescono ad uscire con una sentenza più o meno pilatesca che può essere
interpretata in modo diversi e contrapposti, resta il fatto che è un esempio in
più per sottolineare come la demolizione della autocoscienza di appartenenza
prosegua a pieno ritmo.
Alla fine non si nega l’esposizione di un crocefisso che un
docente musulmano aveva contestato, ma si permette che nell’aula ci siano anche
altri simboli religiosi per accontentare tutti. Un principio democratico, ma
che sottolinea come di fatto il nostro paese è sempre pronto a rinunciare alla
propria identità storica in nome della democrazia, ma non impone agli altri di
uniformarsi. E’ un bene?
In una piazza della mia città da un paio di mesi è visibile spesso
una famiglia musulmana “integralista” composta da un gruppo di donne circondate
da una nidiata di figli che ostentano un burqua nero integrale dal quale
traspaiono solo gli occhi. Nessuno si permette di contestare il loro
abbigliamento, ma perché non si dovrebbe chiedere l’esposizione almeno del
volto e non solo per motivi di sicurezza?
A quali pressioni sono forse sottoposte quelle donne per andare in
giro vestite così? Condividono la scelta, oppure è stata a loro imposta? Se
l’abbigliamento è imposto, una società laica non dovrebbe “liberarle” ? Le
democratico-femministe locali non risultano in merito interessate alla
questione.
Ma il vero quesito che pongo è come si possa volere l’
“integrazione” se si preferiscono (e permettono) comportamenti di assoluta
spaccatura con l’ambiente e con la comunità. Consentendo quegli abiti
visibilmente intorno a quelle donne si costruisce un muro, non i ponti che
vengo sempre invocati.
Questo atteggiamento è proprio curioso: noi dobbiamo spossessarci
dell’identità per “aprirci”, gli altri possono restare “chiusi” e nessuno li
critica, anzi, viene criticato – e magari definito razzista - chi (come me)
solleva il problema
Tutte queste domande si concretizzano poi in tutta una serie di
paradossi mentre ci facciamo sempre molti scrupoli di “politicamente corretto”
, ma con i media che non chiedono mai agli altri di avere verso i nostri
costumi un minimo di reciprocità.
Vale soprattutto nei confronti del mondo musulmano verso il quale
i vertici della Chiesa cattolica sembrano vivere una condizione di inferiorità
psicologica incredibile ed ingiustificata. Ribadisco: non si deve odiare
nessuno, tantomeno il “diverso”, ma perché non si deve avere il “coraggio
dell’appartenenza” denunciando anche i soprusi altrui verso i cristiani in una
infinità di circostanze, così come le assurdità di tanti comportamenti islamici
integralisti?
Non basta condannare il kamikaze di turno o genericamente la
violenza visto che le comunità islamiche anche italiane tacciono sempre sulle
questioni scostanti. Avete forse sentito qualche iman italiano condannare
quanto è avvenuto in Afghanistan o la discriminazione delle donne, la loro
separazione nelle scuole o il nuovo avvento della sharia?
Sia questo allora anche un modestissimo “post” anche per
Papa Francesco che è giustamente attentissimo ai Rom e ai rifugiati, ma su
questi temi e sulla persecuzione contro i cristiani nelle aree islamiche o in
Cina – purtroppo – sembra sorvolare.
I COSTI DELL’ENERGIA
Aumenta il costo dell’energia (soprattutto il gas) e il
conseguente travaso sulle bollette diventa sensibile. Forse è però il sistema
migliore per capire come anche questi siano gli effetti della tanto decantata
“transizione ecologica” di cui l’Europa si riempie la bocca e si svuota le
tasche.
A tutti piace il green, che i ghiacciai che non si sciolgano così
i poveri orsi bianchi non avranno più stress, ma poi – alla prova dei fatti
– l’ambiente viene violentato e sprecato nella maniera più stupida, assurda,
inutile e con un disastro ambientale forsennato cui il mondo assiste
impassibile.
Nessuno si chiede come mai i costi delle materie prime salgano
alle stelle, quali siano le geo-politiche che ci stanno dietro con una Cina che
sta acquistando, sfruttando e poi distruggendo tutto, come un enorme formicaio
sostanzialmente senza regole eternamente affamato di tutto (soprattutto di
energia), ma senza minimamente avere quella consapevolezza ecologica che
purtroppo è solo di una piccola parte del mondo.
Insisterò invano, ma resta folle non voler studiare più a fondo i
potenziali sviluppi dell’energia nucleare civile, così come l’energia elettrica
non è “green” di per sé, ma dipende da come viene prodotta. Si devono mettere
regole certe e per tutti a livello mondiale perché l’Amazzonia non è solo un
bene brasiliano, così come l’Africa non può diventare un deserto cinese.
In un bilancio mondiale non ha senso spendere risorse per ridurre
emissioni dove già sono controllate e limitate se poi si lascia continuare ad
inquinare senza tregua in altre parti del mondo con risultati generali
devastanti. Vale per l’energia, la pesca, l’acqua, le materie prime. Se non si
fanno rispettare delle regole generali di risparmio ed utilizzo ottimale il
mondo non vivrà di demagogia e bei discorsi. Chi controlla e controllerà
il mercato dell’energia come sempre controlla e controllerà il mondo, sia dal
punto di vista economico che politico.
LO SCIPPO ALL’ASSESSORA
L’assessore alle politiche culturali di Torino, Francesca Leon, è
stata scippata sotto casa e l’episodio ha meritato qualche pezzetto di cronaca
data la notorietà del personaggio. Solidarietà all’assessora, ovviamente,
sottolineando però che per lei si è trovato spazio in cronaca, mentre non si
parla mai dei tanti scippi “normali” che a migliaia si ripropongono
quotidianamente nelle nostre città.
Scippi, furti, violenze, danneggiamenti, degrado, sporcizia,
spaccio: se ne parla poco in campagna elettorale, eppure le città che vanno al
voto hanno tanti quartieri dove la legalità è solo formale, con aree intere che
sono in mano alla delinquenza, spesso “etnica” o “interetnica”. A New York ai
primi del ‘900 la chiamavano “mafia italiana”, ma noi della “mafia nigeriana”
imperante in Italia sappiamo poco o nulla e neppure fa figo parlarne.
Il danno fisico ed economico e la mancanza di sicurezza quotidiana
per i “cittadini semplici” non fanno infatti mai notizia, anzi, disturbano il
mondo progressista.
La Leon – quella scippata - ha molto insistito in passato sui
pregi dei “quartieri multietnici”, che sono poi sono quelli conciati come
troppe volte abbiamo tutti sotto gli occhi. Chissà se, subendo di persona la
violenza proprio da un immigrato, non si sia chiesta se certe politiche
“progressiste” non abbiano contribuito a portare le città a questo generale
degrado.
Probabilmente in pubblico non lo ammetterà mai, ma io credo che
dentro di sé un po' ci abbia pensato…
Un saluto a tutti
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 828 del
9 SETTEMBRE 2021
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: VACCINI
ED INFORMAZIONE - IL BUONSENSO DI DE LUCA – MONOPATTINI KILLER –
IPOCRISIA ATOMICA – RIFLESSIONE POST KABUL
Ai lettori!
Visto che d’estate non si devono disturbare troppo i lettori, come
ogni anno IL PUNTO si prende ancora un po' di relax e per settembre uscirà
ancora ogni dieci giorni circa anziché settimanalmente riprendendo
l’uscita periodica del venerdì a partire dal numero del 1 ottobre .
VACCINI E INFORMAZIONE
Ho ricevuto molte critiche per aver scritto che credo
indispensabile estendere la platea dei vaccinati al massimo possibile ed alcuni
– sdegnati – hanno sospeso per protesta, cancellandosi, la lettura delle mie
note. Padronissimi, anche se mi dispiace: siamo arrivati al punto che esprimere
con pacatezza un parere equivale essere “al soldo” (!?!?) delle multinazionali
farmaceutiche che (se qualcuno ha un po' di memoria) ho attaccato per mesi da
queste pagine, compreso l’atteggiamento dell’Europa e dei governi succubi che
hanno siglato contratti più o meno misteriosi con questi centri di potere che possono
controllare la salute del pianeta con profitti immensi..
Quello che voglio ribadire con forza è che - proprio per
uscire dalle interpretazioni, polemiche pro/no vax e su tutte le speculazioni
politiche che ci stanno dietro - sarebbe ora che ogni giorno fossero forniti
dei dati CERTI (e verificabili) su:
a) quanti siano quotidianamente i ricoverati divisi tra vaccinati
e non vaccinati, quanti i morti delle due categorie e quanti i rispettivi
contagiati
b) quanti siano i casi di conseguenze gravi su vaccinati per
patologie conseguenti al vaccino in totale e in percentuale sulle vaccinazioni
effettuate.
Tutto qui: quattro numeri e basta che credo potrebbero chiarire
gran parte dei dubbi di chi - nella babele delle reciproche accuse - non
capisce più se sia conveniente o meno vaccinarsi, cosa che credo sia necessaria
POSSIBILE CHE QUESTI DATI COSI’ SEMPLICI NON POSSONO ESSERE
PRESENTATI CON CHIAREZZA ALL’OPINIONE PUBBLICA?
Altre sono poi le questioni che si continuano a non chiarire a
cominciare dalle spese della protezione civile nell’emergenza, un rendiconto
sulla fine che hanno fatto i fondi delle sottoscrizioni, gli sprechi per i
banchi a rotelle o gli acquisti di milioni di mascherine cinesi. Su questo
perché tutti non chiedono trasparenza?
IL BUONSENSO DI DE LUCA
Spesso mi chiedo se il governatore della Campania Vincenzo De Luca
sia una macchietta che fa il verso a Crozza (e viceversa) o se – nella
sua unicità – abbia il grande merito di parlare senza peli sulla lingua dicendo
apertamente quello che pensa, fregandosene di spararle grosse anche contro il
PD (suo partito) e chiunque sia al governo .
Propendo per la seconda ipotesi: come non ritrovarsi con le
(sagge) parole di de Luca che al Festival dell’Unità di Bologna (il giornale è
morto, ma i suoi festival restano) è sbottato «Certo che dobbiamo difendere i
diritti, ma il il Ddl Zan così com'è non lo avrei votato. Ma davvero pensate
che alle elementari facciamo la giornata di riflessione sull'omotransfobia? Ma
andate al diavolo!...». Preferisco un De Luca sfrontato ma diretto ai maneggi
di Letta che arzigogola e poi – pur segretario del PD - preferisce candidarsi a
Siena alla Camera addirittura senza il simbolo del suo partito per paura che la
gente altrimenti non lo voti ricordando i rapporti incestuosi PD-Monte
dei Paschi: quanta ipocrisia! Solo per questi calcoli elettorali (e la vergogna
di quanto il MPS sia costato agli italiani) Letta meriterebbe una solenne
trombatura. Intanto, però, dopo mesi di polemiche proprio la legge ZAN è sparita
dal periscopio politico, esattamente un minuto dopo che il PS si è scoperto in
minoranza parlamentare in argomento. Meglio tardi che mai.
MONOPATTINI KILLER
C’è voluto l’ennesimo morto a Sesto San Giovanni (il quinto
dell’anno) per sollevare il problema della pericolosità dei monopattini sia per
chi li usa (servirebbe almeno il casco) che per chi se li vede spuntare da ogni
parte e circolare di notte senza fari o fanalino posteriore. E’ un bel problema
nato dalla forsennata volontà “ecologica” di moltiplicarne l’uso (con relativi
contributi green) senza una normativa chiara del codice della strada. Meglio la
vecchia bicicletta (che se non è elettrica non consuma e fa anche meglio alla
salute) che non il business – pericoloso – dei monopattini-spider che
oltretutto poi vengono abbandonati ovunque in giro per le strade.
IPOCRISIA ATOMICA
Il ministro Roberto Cingolani si è lasciato scappare una
"gaffe"...atomica, ovvero ha affermato che si stanno sviluppando
studi per una nuova energia atomica "pulita" di quarta generazione
che potrebbe in futuro dare garanzie ecologicamente più serie che non le
attuali fonti per produrre energia elettrica quella che – ricordiamocelo -
viene spacciata per "green" ma è sostanzialmente prodotta bruciando
idrocarburi.
Apriti o cielo: fuoco incrociato da ecologisti DOC & C. al cui
udito il solo sentire la parola "atomica" crea immediate allergie e
dirompenti crisi di nervi.
Immediatamente, da buon Don Abbondio, il ministro ha
rinculato sul solito “non mi avete capito”.
Ma possibile che non si possa mai affrontare con serietà la
realtà, ovvero che il "niet" all'energia atomica in Italia è dovuta
all'esito di un referendum condizionato, tenuto 35 ANNI FA , UN MESE DOPO il
disastro di Cernobyl con una opinione pubblica esasperata ed angosciata e
quando nessuno sapeva che quel disastro non fu dovuto non all'energia atomica
in sè ma agli scriteriati operatori tecnici sovietici che non avevano
correttamente condotto una centrale facendola esplodere ed alle responsabilità
dei vertici del regime comunista che avevano avuto paura di informare
l'opinione pubblica?
Certo che produrre energia atomica può essere potenzialmente
pericoloso, ma trovo assurdo che il nostro paese importi dalla Francia
l'energia elettrica "nucleare" (pagandola ben cara) e questo non
scandalizzi nessuno, quasi che se mai si guastasse una centrale francese a due
passi dal nostro confine i guai non arriverebbero anche in Italia.
Con meno ipocrisia di dovrebbe approfondire seriamente la
dipendenza del nostro paese dall'energia atomica altrui, ma anche sugli studi
che si stanno portando avanti nel mondo per fonti energetiche veramente
alternative, compresa – a ben determinate condizioni - la produzione di energia
atomica civile.
INTANTO SOLO IN QUESTI GIORNI UN AUMENTO SPECULATIVO DEL PETROLIO
HA FATTO RINCARARE TUTTI I CARBURANTI E ADDIRITTURA DEL 15% LA BOLLETTA
ELETTRICA.
QUESTE COSE, PERO’, NON LE SUSSURRA NESSUNO…
AFGHANISTAN: DOPO SLOGAN E PAROLE…
L’Afghanistan è già passato tra le notizie di terza pagina dopo
un’alluvione di parole che dovevano soprattutto coprire l’incredibile
figuraccia degli USA e di un Occidente incapace di programmare perfino un
rilascio annunciato.
Visto il “successo” (!!) della fuga, il presidente Joe Biden -
alla sua prima grave crisi internazionale - ha avuto un fortissimo
ridimensionamento di immagine, con molti media americani che si stanno
chiedendo come sia mai stato possibile dare una così grave prova di
inefficienza militare e di intelligence.
Il nuovo primo ministro afghano - ben inserito nelle liste
dei terroristi ricercati a livello mondiale - la dice lunga sulla credibilità
del suo governo e del risultato politico della fuga statunitense.
Allo stesso modo molte delle dichiarazioni pubbliche italiane
appaiono viziate dalla stessa inconcludenza e fumosità, giungendo a volte ai
limiti del grottesco mascherando con un cumulo di frasi fatte la gravità della
situazione, senza peraltro dare chiarezze o prendere concreti impegni sul
futuro.
Da Kabul l’Italia ha evacuato oltre 4.000 persone grazie al
fondamentale impegno dell’aereonautica militare (su 170.000 uscite complessive,
non certo una percentuale particolarmente significativa, né la più alta in
Europa visto che la Gran Bretagna da sola ha messo in salvo 18.000 persone) ma
non è assolutamente vero che in Afghanistan non siano rimasti – abbandonati -
migliaia di afghani che avevano collaborato con l’Italia e adesso rischiano la
vita.
Sperando che nei criteri per la scelta dei “collaborazionisti”
meritevoli di sbarcare a Fiumicino non si siano usati anche altri criteri meno
nobili tipicamente locali (leggi corruzione per gli inserimenti nelle liste)
resta il fatto che il grosso di chi aveva creduto nella presenza occidentale e
specificatamente italiana è stato abbandonato, soprattutto nell’area di Herat
da cui non giungono notizie certe, ma che difficilmente possono essere positive
visto che i pochi contatti ancora aperti sostengono che da giorni siano in
corso delle autentiche cacce all’uomo .
Di Maio – celebrando a Fiumicino l’ultimo arrivo di un aereo da
Kabul – ha dichiarato (circondato da una turba di militari pieni di nastrini e
stellette) “Abbiamo riportato a casa tutti, non abbiamo abbandonato il popolo
afghano, le donne afghane, i bambini afghani: non lasceremo indietro nessuno”
ma è evidente che si sia trattata solo di una boutade o al più una pia
speranza, se non una dichiarazione meramente ipocrita.
Quel “non lasciare indietro nessuno” è poi una frase già
abusata sul piano economico e per il Covid: provi il ministro a spiegare
che cosa farà concretamente l’Italia - ad esempio - per l’incerto destino delle
250 donne giudici afghane che erano state formate anche nel nostro paese e che
sono letteralmente sparite con l’arrivo dei talebani.
Va ricordato che la Sharia non prevede un ruolo giudicante per le
donne e che il ripristino delle procedure giuridiche islamiche cancella gli
stessi nuovi codici – elaborati in Italia - che erano entrati in vigore nel
2018 e ripristinando quindi le differenze di genere oltre che fustigazioni,
torture, lapidazioni ed altre pene corporali. La stessa ombra torna sulle donne
afghane che in questi anni avevano scelto quelle professioni liberali
incompatibili con l’Islam, ma anche per quelle che semplicemente avevano voluto
studiare all’estero od avevano rifiutato di accondiscendere a nozze forzate.
Mentre i talebani coprono con lo spray i cartelli pubblicitari “blasfemi” e
viene perfino vietata la musica perché non prevista dall’Islam ortodosso,
l’unica cosa che appare chiara è appunto il ritorno di questo paese al medioevo
sociale, culturale e religioso.
In concreto (e la colpa non è stata certamente solo di Di Maio)
non siamo mai stati capaci di massimizzare la nostra ventennale - e costosa -
presenza nel paese da cui ce ne siamo scappati in poche ore, tra l’altro
abbandonando ambasciata e caserme e richiamando tra i primi anche
l’ambasciatore Vittorio Sandalli.
Anche questa, piaccia o meno, è stata davvero una gran brutta
figura.
Un saluto a tutti MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 827 del
25 agosto 2021
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: CROLLO VACCINALE - LAMORGESE INADEGUATA – RITORNO A SCUOLA (?) –
PINETA MUSSOLINI - Approfondimento: DISONORE A KABUL
Ai lettori!
Visto che d’estate non si devono disturbare troppo i lettori, come
ogni anno IL PUNTO si prende un po' di relax e ricordo che fino a
settembre uscirà in linea di massima OGNI QUINDICI GIORNI anziché
settimanalmente. Buone vacanze a chi le ha fatte, le sta facendo oppure le farà
(e solidarietà per chi invece come me è dovuto restare a casa...).
CROLLO VACCINALE
Siccome “Tutto va ben madama la marchesa” NON si deve
ricordare attraverso i media che i numeri delle vaccinazioni in Italia
sono drammaticamente calati rispetto alla primavera. Siamo ormai largamente
sotto i 250.000 vaccinati al giorno rispetto ai 5/600.000 che erano stati
ipotizzati. Il risultato è che neppure a settembre si raggiungerà l’immunità di
gregge nonostante le molte promesse e le dichiarazioni del generalissimo Figliuolo. Le classi più
giovani di età sono tuttora largamente scoperte, così come gli under 50.
Davanti all’impennata dei casi forse qualcuno dovrebbe riflettere sulla
OBBLIGARIETA’ del vaccino in molte situazioni, anche per incentivarne la
somministrazione tra i giovani. So che diversi lettori non condividono, ma
credo che vaccinarsi sia un dovere, ferme restando doverose critiche doverose
al “sistema” e al business vaccinale.
LAMORGESE INADEGUATA
La ministro dell’interno Luciana
Lamorgese mi sembra del tutto inadeguata al suo ruolo e
soprattutto contraddice con la sua azione una linea di governo che dovrebbe
avere un ben diverso profilo.
A parte la questione immigrazione che si subisce e basta senza
nessuna controindicazione o iniziativa politica, ci hanno messo meno tempo i
Talebani a riconquistare l’Afghanistan che l’ineffabile ministro a far sgombrare
un accampamento di drogati a Viterbo senza autorizzazioni, controlli e
permessi. Anzi, la ministro non ha fatto né ordinato nulla visto che
dopo sei giorni i “campeggiatori” se ne sono andati tranquillamente per fine
party senza essere stati minimamente disturbati nonostante ci sia anche
scappato un morto. Violate le norme Covid, spaccio in libertà, nessuna regola e
nessuna sanzione visto che evidentemente la legge NON è uguale per tutti.
SI RITORNA(?) A SCUOLA
Chissà che fine hanno fatto le centinaia di migliaia di banchi a
rotelle acquistati l’anno scorso di questi tempi dalla ministra Azzolina e che non sono
serviti assolutamente a nulla. Chissà perché il governo (e la Corte dei conti)
non intervengono per questo spreco di milioni di euro, né inquisiscono l'ex
supercommissario Arcuri che
tra mascherine, banchi, e acquisti cinesi ne ha fatte più di Bertoldo, ma che
pacificamente continua a trascorrere i suoi mesi dopo aver ricevuto -
anziché avvisi di garanzia - altre consulenze governative.
Tra pochi giorni dovrebbe riaprire la scuola per il nuovo anno
scolastico, ma siamo ancora praticamente sempre allo stesso punto da mesi:
niente certezze, vaccini “si-no-si-no-forse”, professori ed aule che
mancano...insomma il solito caos.
PINETA MUSSOLINI
Non c’è pace per ANALDO MUSSOLINI, fratello del Duce, cui a Latina
il leghista Durigon
vorrebbe fosse re-intitolato il parco già a suo nome. Mentre il sottosegretario
rischia il posto, a Sormano (Como) un incendio ha bruciato una pineta e dalla
cenere delle sterpaglie è saltato fuori un cippo che intitolava la pineta allo
stesso fratello del Duce.
Apriti cielo: il sindaco Giuseppe Sormani (di sinistra) vorrebbe
mantenere la lapide che non dà fastidio a nessuno considerandola una “memoria
storica” ma – poteva mancare? – è saltata fuori l’ANPI di Como che è insorta:
«Nome da cancellare immediatamente! Bisogna togliere qualsiasi riferimento ai
criminali fascisti e basta, senza possibilità di equivoci e poco cambia se
l’intitolazione è ad Arnaldo
e non a Benito Mussolini.
Per noi devono essere eliminate a prescindere tutte queste intitolazioni.
Stiamo avviando piuttosto una battaglia per dedicare luoghi, piazze e parchi a
persone che hanno lottato per la libertà contro il fascismo, questo è
importante. Nessuno a Sormano si ricordava di quella intitolazione, ora che è
stata riscoperta bisogna eliminarla e basta, senza lasciare spazio a equivoci».
Quando l’antifascismo scende a questi livelli viene da pensare che ai tempi del
Duce almeno i boschi li piantavano, adesso al massimo li bruciano.
Ps. Segnalo all’ANPI di Verbania che sulle mappe catastali risulta
che tutto il versante nord del Monterosso sia stato rimboschito nel bieco
ventennio con quello che è tuttora denominato in catasto “Bosco del
Littorio”. E adesso, come la mettiamo?!
Approfondimento:
DISONORE A KABUL
“Ma come si potrà mai controllare questo paese?” Me lo chiedevo
quando – a bordo di un G 222 della nostra aeronautica militare – da Abu Dhabi
volavo verso Kabul sorvolando per ore
montagne e montagne tra vallate
brulle e desolate, che sembravano
susseguirsi all’infinito. Era il 2003, da pochi mesi era operativo un nostro
contingente in Afghanistan e volevo capire, vedere, rendermi conto di come
fosse la situazione... Kabul sembrava Pompei, si girava scortati tra le
macerie, mentre oggi è (era) una città caotica,
inquinata, sporca, in un
caos urbanistico cresciuto tra
mille contraddizioni, governata soprattutto dalla corruzione. Tra parabole TV,
cellulari, karaoke e polvere sono ora tornati – più forti, ma soprattutto più
furbi di prima – i vecchi padroni e mi chiedo come sarà la vita nella Kabul di
domani.
Oggi in me prevalgono rabbia, vergogna, preoccupazione e
tristezza: sono i sentimenti che mi hanno colto quanto i talebani sono entrati
a Kabul vedendo sfasciarsi in poche ore – come ampiamente annunciato – il
castello di carta della presunta presenza occidentale in Afghanistan e lo
stato-fantoccio che faceva finta di governare il paese o almeno le sue città
principali. Va dato atto che la
guerra in Afghanistan non è riuscita a risolvere nessuno dei problemi che
pretendeva di risolvere. Il terrorismo, le atrocità dei
talebani, le crudeltà contro le donne e le bambine, le violazioni dei diritti
umani, la produzione e il commercio della droga: se ci fosse un ipotetico
tribunale politico internazionale gli USA con in testa il presidente Joe Biden e l’intero Occidente
dovrebbero essere condannati dalla storia.
Una sentenza non per la decisione di lasciare l’Afghanistan che
aveva ed ha una sua logica, ma per l’evidente impreparazione, faciloneria e
assurdità di comportamento nell’applicare un ritiro previsto da tempo, ma
organizzato nel peggior modo possibile.
Il risultato di questa catastrofe militare e di intelligence è
stato che non solo si è lasciato nella assoluta disperazione una popolazione
intera che aveva credito in una qualche forma di miglioramento sociale dopo 20
anni di presenza occidentale, ma si è consegnato agli estremisti islamici un
incredibile arsenale di armi sofisticate e pericolose che potranno essere
utilizzate nel mondo in qualunque scenario terroristico internazionale. Una
fuga così incredibile da consegnare armi, munizioni, droni, aerei, elicotteri,
artiglieria: tutto intatto e pronto all’uso.
Non solo, l’Afghanistan
tornerà e continuerà ad essere ufficialmente il crocevia della droga
– soprattutto di oppio ed eroina – con i talebani che potranno continuare su
sempre più larga strada ad impestare il mondo in stretto contatto con i
cartelli narcotraffici ed autofinanziandosi avvelenando le gioventù
occidentali. Un aspetto che Saviano ha giustamente rilanciato perché è un
clamoroso “buco nero” nelle ricostruzioni storico-politiche di questi
giorni.
In più si è
dato mano libera alla Cina di impossessarsi del cuore dell’Asia con le sue
materie prime, con i pachistani che potranno diventare sempre
più potenza regionale contro l’India (vedrete, altro conflitto incombente) e
permettendo al premier turco Erdogan
di aumentare i prezzi del suo consueto ricatto-rifugiati.
Come Biden e
come al solito l’Europa è rimasta annichilita e sorpresa,
incapace di una qualsiasi reazione che sia andata al di là delle parole e delle
frasi fatte e dove la polemica è ora sull’accoglienza dei futuri rifugiati, ma
dove nessuno sembra aver pensato a quanto sarebbe successo.
C’è infatti modo e modo di ritirarsi e Biden ha permesso (e
voluto?) che si realizzasse nel modo peggiore senza minimamente organizzare con
gli alleati una strategia nella ritirata ritardandone gli effetti e mettendo
prima in salvo – anche attraverso convogli umanitari su terra – la migrazione
volontaria di chi si era “compromesso” con la democrazia.
L’Afghanistan torna ora indietro di decenni e pensare che 60 anni
fa era un paese progredito dove le ragazze giravano in minigonna, frequentavano
l’università e c’era un volo regolare dell’Alitalia che collegava Kabul a Roma.
Non è un caso che la credibilità del presidente Usa sia ai minimi
storici e che perfino i democratici comincino a chiedersi i perché di questa
catastrofe, oltre che i suoi evidenti limiti personali e di impotente
“comandante in capo”.
Tra l’altro siamo tutti rimasti colpiti dalle immagini di Kabul,
ma non sappiamo nulla di quanto succede nelle altre città. Ad Herat, per
esempio, nell’area controllata dai militari italiani per tanti anni, che cosa
sarà effettivamente successo a chi aveva collaborato con noi?
Impossibile verificare, come arrivare da Herat a Kabul senza
essere depredati, mentre casa per casa si moltiplicano le vendette ed i
rastrellamenti dei “collaborazionisti” che avevano solo avuto il torto di
credere agli “occupanti” che si sono invece dimostrati assolutamente incapaci
di mantenere un minimo della parola data, italiani compresi.
Adesso si parla di fare entrare in Italia alcune migliaia di
persone che avevano collaborato con la nostra presenza militare, ma che avverrà
dei loro parenti e di tutti gli altri che si ritrovano obbligati a seguire la
Sharia?
Penso agli insegnati, agli avvocati, ai giudici che avevamo
formato in Italia per un codice che ora non vale più nulla perché imperverserà
solo nuovamente l’ottuso medioevo musulmano.
L’esercito di Kabul si è dissolto, ma è crollato perché
improvvisamente è venuto meno qualsiasi appoggio esterno ed internazionale con
i soldati che sono rimasti senza speranze, garanzie e vie di fuga. In
situazioni come queste quando ti senti sconfitto e circondato diventa naturale
cedere le armi: nessuno ci aveva pensato?
Ci preoccupiamo ora per le donne afghane, ma non ho sentito i vari
leader dei diritti umani o gender alzare la voce e soprattutto imporsi con atti
concreti all’attenzione dei politici nostrani, che una volta di più hanno denunciato
un pressapochismo mostruoso. Ma come può un ex presidente del consiglio come Conte parlare di
“talebani distensivi” facendo il paio con l’ineffabile nostro ministro degli
esteri che nel pieno della crisi era in Puglia in vacanza e non ha sentito neppure
la necessità di ritornare precipitosamente a Roma? Quale dialogo si può mai
intavolare con dei tagliagole senza avere almeno un punto di forza, una
alternativa politica o diplomatica? Non sarebbe (non è) un dialogo ma una resa,
come è avvenuto ed avverrà.
Lo stesso dialogo interreligioso come può essere minimamente
credibile quando dall’altra parte c’è un estremismo violento, bigotto ed
assoluto? D'altronde quanti sanno che in 20 anni di occupazione occidentale in
Afghanistan era però rimasto l’obbligo di non poter svolgere alcuna funzione
religiosa cristiana e che l’unica cappella cattolica era all’interno della
nostra ambasciata?
Forse - oltre che di dialogo - in Vaticano si potrebbe finalmente
cominciare anche a chiedere con un minimo di determinazione anche un rispetto
reciproco e la tutela dei diritti dei cristiani che restano nei paesi islamici,
temi però scomodi e quindi poco approfonditi per una Chiesa che vuole essere
sempre più “sociale” ma che sempre di meno sembra credere in sé stessa.
Ci sono poi le note di contorno come la fuga del nostro
ambasciatore da Kabul con il primo volo (onore al console Tommaso Claudi che è
invece rimasto sul posto) richiamato in Italia nella logica del “Non vogliamo
diventi un ostaggio” quando la nostra ambasciata e le nostre caserme potevano
essere il punto di ritrovo più logico (e difeso) per recuperare chi aveva
collaborato con noi, anziché far correre tutti in aeroporto dove prima i
fuggitivi vengono spogliati dei loro beni da miliziani e banditi comuni, poi rischiano
la vita tra la folla. Incredibile e sconcertante vedere poi l’ambasciatore in
fuga circondato da armati a Fiumicino (!!!) quasi rischiasse anche in patria
chissà che cosa.
Ma la domanda vera, irrisolta, drammatica è quella che tutti ci
poniamo: l’Occidente ha ancora un senso, uno spirito di sacrifico, un minimo di
volontà comune nel proteggere e diffondere i propri valori fondamentali? Un
nugolo di dichiarazioni, incontri, chiacchiere, auspici e speranze ma -
nel concreto - a Kabul ancora una volta è sembrato proprio di no.
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Un saluto
a tutti
MARCO ZACCHERA
IL
PUNTO n. 826 del 12 agosto
2021
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: RIMANDATI A SETTEMBRE – VACCINI – CONTE NEL DESERTO -
ORO D’ARGENTO – AFGHANISTAN ADDIO - PIROMANI
Ai lettori!
Visto che d’estate non si devono disturbare troppo i lettori, come
ogni anno IL PUNTO si prende quindi un po' di relax e ricordo che fino a
settembre uscirà in linea di massima OGNI QUINDICI GIORNI anziché
settimanalmente. Buon FERRAGOSTO e vacanze a chi le ha fatte, le sta facendo
oppure le farà (e solidarietà per chi invece deve restare a casa).
RIMANDATI A SETTEMBRE
Certamente a Ferragosto ci sono tematiche che interessano a pochi
o a nessuno, eppure dovremmo ricordarci tutti che i fondi europei del PNRR non
sono ancora definitivi e che è ancora lunga la strada per arrivarci.
Tutti li danno per scontati, ma le nostre “schede” inviate a
Bruxelles - pur approvate in via di massima per ricevere gli “acconti” vanno
ora presentate nei dettagli e soprattutto applicate. Non è un discorso da poco,
perché senza quei fondi il nostro paese semplicemente non potrebbe farcela, anche
se parte di quei finanziamenti saranno comunque un macigno sul futuro delle
nuove generazioni italiane, soprattutto se non fossero spesi bene.
Poiché parlare è facile ma realizzare è ben più difficile,
speriamo che le decisioni europee siano spinte più dalla politica che da un
serio esame delle carte o l’Italia (e non solo il nostro governo, vale anche
altre nazioni europee) si troverebbe in grande difficoltà a passare l’esame.
La riforma della giustizia - per esempio – che è stata venduta
come rivoluzionaria è in realtà un semplice accordo minimale per correggere in
qualche modo le fughe in avanti dell’ex ministro Alfonso Bonafede che da
buon grillino aveva curato più gli aspetti demagogici e di immagine che la
sostanza, togliendo all’imputato – fosse o meno un pubblico amministratore -
ogni certezza sui tempi processuali.
La realtà di una giustizia italiana incagliata – oltre alle liti
che la squassano ai vertici - è evidente e certificata. Alla fine si sono solo
reinserite alcune date certe di prescrizione, ma senza incidere sulla
concretezza dei limiti organizzativi (e lavorativi) della giustizia italiana
con magistrati che spesso si auto-considerano una casta.
Nessuna rivoluzione, quindi, anche perché la ministra è
soprattutto lanciatissima sull’ obiettivo Quirinale, meta raggiungibile se Draghi si trovasse in
controtempo dovendo ancora puntellare il governo al momento del voto presidenziale.
Tornando alla giustizia, sono anni che l’Ue - e non solo - ci
chiede tempi più brevi per i processi e norme più garantiste per coloro che
sono in attesa di giudizio. Le imprese straniere non investono in Italia e
quelle italiane scappano all’estero anche per un sistema giudiziario carente
(direi “borbonico”, ma poi si offenderebbero gli amici lettori del Sud) con
ritardi impensabili nella gestione dei processi.
Senza dimenticare che le “riforme” votate dal Parlamento -
spesso con voti di fiducia e in poche ore - sono in realtà solo deleghe al
governo ad emettere successivamente complessi decreti attuativi, ovvero
costruire effettivamente le nuove normative.
In qualche modo sempre più spesso il parlamento si spossessa della
propria funzione delegandola a tecnici che però poi rispondono soprattutto a sé
stessi.
E le altre riforme promesse a Bruxelles? Le più urgenti,
sottoscritte nel “contratto” con l’Europa, sono quelle per il reclutamento di
forze nuove nella Pubblica amministrazione, la semplificazione in materia di
processi burocratici, le norme sull’ambiente. Anche qui praticamente non ci si
è mossi e si aspettano una serie di decreti autunnali, con l’Italia già in
ritardo sui tempi promessi.
Anche per questo da settembre il lavoro politico non mancherà, con
il rischio che in vista delle amministrative di ottobre si moltiplicheranno
comunque le occasioni di scontro, anche (e soprattutto) dentro l’attuale
maggioranza.
VACCINI
Ma insomma… Siamo schedati in comune dalla nascita, in chiesa dal
battesimo, dall’ufficio imposte con il codice fiscale, dall’INPS con lo SPID.
Da bambini ci hanno super vaccinati, a militare mi hanno fatto una
vaccinazione al petto che faceva un male cane e nessuno sapeva bene cosa ci
iniettassero. Ci si vaccina senza fiatare se si va in vacanza in un luogo
esotico, si prendono farmaci che a leggere il bugiardino c’è da spaventarsi.
Siamo ovunque localizzati dal GPS del telefonino e schedati per il telepass, la
PEC, le mail, la tessera sanitaria, il bancomat, la carta di credito, i conti
bancari online, le tessere fidelity dei supermercati e dei vari negozi.
Giochiamo ad apparire ovunque su Facebook, Instagram e sui social, ci scocciano
ad ogni ora del giorno al telefono i venditori di gas, luce, telefoni, vini
& olio ecc. ecc. che sanno tutto di noi, dai nostri contratti ai nostri
gusti alimentari. Che sia ora di affrontare seriamente il tema delle libertà
personali e del controllo che viene esercitato su di noi è un discorso serio ed
importante ma “NO AL GREEN PASS PERCHE’ LIMITA LA LIBERTA” mi sembra una
sciocchezza. Non è che per una volta potremmo essere degli italiani seri,
per favore ?!
CONTE NEL DESERTO, MA L’OASI NON C’E’
Giuseppe Conte ce l’ha fatta e dopo sei mesi di
trattative estenuanti ha “conquistato” il vertice del M5S. A lui onori ed
auguri con il plauso (vero?) di tutto il partito, anche se alla fine della
lunga traversata nel deserto l’auspicata oasi non s’è vista. Se è vero infatti
che ha votato per lui (unico candidato) il 92.8% dei votanti grillini e solo
4.820 gli hanno apertamente votato contro è anche vero che gli iscritti al voto
erano 115.130 e i “si” a Conte alla fine sono stati solo 62.242 ovvero un
modesto 54%. I 5 Stelle puntano ora al 2050 (tempi lunghi, altro che la
maratona olimpica!!), ma Conte assicura: “Già a fine anno avremo il più
partecipato e importante programma di governo che sia mai stato elaborato, un
progetto di società solido e sostenibile che valorizzerà competenza e merito e
mirerà ad offrire condizioni di benessere a tutti i cittadini, premurandosi di
ridurre le disuguaglianze sociali, economiche, di genere e territoriali“. Frasi
che suonano di balle già ascoltate, comunque chi mai potrebbe essere contrario
a un programma così? L’unico problema che i tempi di realizzazione sono appunto
previsti per il 2050.
Auguri reciproci, perché spero ancora di esserci, quasi
centenario, a vederne la sua realizzazione.
NON TUTTO E’ ORO CHE LUCCICA
Grande impresa dell’Italia che alle Olimpiadi ha ottenuto grandi
risultati soprattutto in alcune discipline “storiche” nelle quali raramente
avevamo brillato.
Si sono sprecati gli aggettivi per la storicità delle nostre 10
medaglie d’oro (furono 13 a Sydney 2000), ma obiettività deve farci ricordare
che il risultato è frutto anche dell’annacquamento del medagliere. Alla
fine siamo arrivati decimi come nazione ovvero più o meno al nostro livello di
“rating” mondiale, ben piazzati ma solo nel gruppo delle nazioni di “seconda
fascia” dopo gli USA – che alla fine hanno di un soffio battuto la Cina per
numero di medaglie – il Giappone, Gran Bretagna ed Australia, ma dietro anche a
Olanda, Francia e Germania a livello europeo. Anche certi richiami ad olimpiadi
passate contano poco: nel 1932 a Los Angeles l’Italia fu seconda assoluta come
nazione, ma i titoli in palio erano allora solo 116 e poche le nazioni presenti
contro i 152 di Roma (1960) e gli attuali 339 di Tokyo 2020 che hanno
distribuito oltre 1000 medaglie. Letti così i nostro 40 piazzamenti sono sempre
importanti, ma – meno del 4% complessivo - luccicano un po' meno.
AFGHANISTAN ADDIO
Gli USA si sono di fatto ritirati da Kabul ed anche il nostro
contingente è stato rimpatriato senza chiasso né pubblicità – nessun ministro è
andato a ricevere le nostre bandiere di guerra ritornate a casa! - e
nonostante che ben 53 italiani in questi anni siano morti tra i monti
dell’Afghanistan.
Un ritiro che sa di sconfitta e di abbandono, mentre i talebani in
poche settimane stanno riconquistando il paese distruggendo quella patina di
modernità che si era cercato di proporre a quella nazione che viene condannata
a ritornare nel più oscuro medioevo pur essendo stata solo 60 anni fa, un faro
di modernità in Asia (ma questo non se lo ricorda nessuno).. Se ne sono andati
anche i collaboratori afghani – a rischio di essere uccisi – in una sconfitta
occidentale che andrebbe ben meditata ed approfondita e che invece è scomparsa
dalle cronache e dalla storia, cancellata e dimenticata forse anche perché
Biden non può essere accusato di sconfitte.
Vent’anni dopo l’11 settembre non c’è dubbio che in Afghanistan
abbiano vinto gli estremisti islamici e che i perdenti siamo stati proprio noi,
tutti noi. Forse “il mondo libero” dovrebbe cominciare a chiedersene il perchè
PIROMANI
Alluvione in Germania? La colpa è del clima. Incendi in tutto il
Mediterraneo? La colpa è del surriscaldamento terreste. Andando a vedere quanto
si era costruito intorno ai fiumi tedeschi emergono altre responsabilità, così
come per l’Italia che va a fuoco conta poco il riscaldamento globale visto che
quasi tutti gli incendi boschivi sono causati dall’uomo e oltre la metà
provocati da piromani che scientemente vogliono il disastro, certi
dell’impunità.
Credo che più delle solite prediche catastrofistiche servirebbero
indagini serie e pene esemplari per i (pochi) responsabili che vengono scoperti
e che soprattutto dovrebbero essere obbligati a rifondere i danni ambientali
delle loro bravate, anche con il sequestro dei loro beni personali.
Non possiamo più permetterci non solo i costi dello spegnimento,
ma soprattutto che ampie parti del territorio vengano compromesse - spesso per
decenni - da pazzi e criminali che troppe volte restano impuniti. Eppure -
usando i droni - sarebbe molto più facile oggi (se davvero lo si volesse)
scoprire i responsabili.
CI SENTIAMO VERSO FINE MESE, UN SALUTO A TUTTI
MARCO
ZACCHERA
IL PUNTO n. 825 del
31 LUGLIO 2021
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO:
VACCINATEVI! – TRASPARENZA - APPROFONDIMENTI: SUDAFRICA - PROPOSTE DI VACANZE
Ai lettori!
Visto che d’estate non si devono disturbare troppo i lettori, come
ogni anno IL PUNTO si prende quindi un po' di relax e ricordo che fino a
settembre uscirà in linea di massima OGNI QUINDICI GIORNI anziché
settimanalmente. Buone vacanze a chi le sta facendo o le farà.
COVID E GREEN PASS: IL CORAGGIO DI SCHIERARSI
So che una parte dei lettori è contrario alla vaccinazione Covid,
ma personalmente sono convinto che invece debba essere imposta, almeno per tutti
i dipendenti pubblici, i sanitari e per chi svolge attività a contatto con il
pubblico, indipendentemente dall’età. E’ una forma di rispetto reciproca per
tentare di bloccare l’epidemia e le sue varianti constatando piuttosto gli
evidenti ritardi del piano vaccinale che ha raggiungo con la prima dose poco
più di metà della popolazione. Senza vaccini diffusi non ci sarà immunità di
gregge e le conseguenze poi saranno per tutti.
Non condivido quindi le incertezze che il centro-destra dimostra
sul tema, con perplessità che portano a coprire i movimenti no-vax con una
spiccata mancanza di realismo e di auto-responsabilità.
Certamente vaccinarsi può comportare dei minimi rischi, ma sono
infinitamente di meno di quelli che arrivano non vaccinandosi soprattutto nei
confronti del proprio prossimo che ciascuno di noi può involontariamente
infettare.
Quello che mi ha dato poi molto fastidio è chiamare in causa la
“libertà” che è un concetto ben più nobile dell’obbligo se vaccinarsi o meno.
Paragonare le critiche ai no-vax alle persecuzioni contro gli ebrei o altre
minoranze è semplicemente folle.
Se proprio si deve protestare per la “libertà” conculcata, il
popolo dei no-vax si chieda quale sia il livello di libertà sui media non solo
su questo argomento ma su ben più importanti questioni. Quanto viene
condizionata la libertà di scelta dei consumatori, nei confronti della politica
o dei mercati finanziari? Ricordiamoci dei paesi dove la libertà è negata ogni
giorno dalla Corea del Nord alla Cina, da Cuba e tante altre dittature. Ed ai
fascistissimi che sbraitano per la congiura pluto-liberal-democratico-
massonica sui vaccini andrebbe ricordato che - a parte il vaiolo nell’ 800 - la
prima vaccinazione generale obbligatoria in Italia fu quella anti difterica,
introdotta nel 1939 dal fu cav. Benito Mussolini.
IL TRAVAGLIO DI TRAVAGLIO
Ho conosciuto Marco
Travaglio tanti anni fa quando scriveva su Repubblica e gli
passavo le “veline” sulle malefatte del centro-sinistra al
Consiglio regionale del Piemonte, chissà se lo ricorda ancora.
Nel frattempo è diventato famoso e sicuramente molto pieno di sé,
oltre che essere uno degli (ultimi ?) fan di Giuseppe Conte, tuttora alla ricerca di un
posto sicuro nel M5S, abbandonato quello di un seggio parlamentare
Domenica sera, dal palco della festa di Articolo Uno a Bologna,
Travaglio – dall’alto della sua scienza – si è espresso cordialmente nei
confronti del premier Mario Draghi: «Mi dispiace dirlo, non capisce un c... né
di giustizia, né di sociale, né di sanità. Capisce di finanza, ma non esiste
l’onniscenza o la scienza infusa». Per Travaglio Draghi sarebbe: «Un figlio di
papà, un curriculum ambulante, uno che visto che ha fatto bene il banchiere
europeo ci hanno raccontato che è competente anche in materia di sanità, giustizia,
vaccini». Draghi, come è noto perse il padre all’età di 15 anni e qualche anno
dopo rimase orfano anche della madre. Forse Travaglio questo aspetto se lo era
dimenticato insieme al buonsenso, materiale di cui Travaglio mi sembra essere
particolarmente privo. Credo che oggi a volte il governo sbaglia e va
criticato, ma che sia davvero una fortuna avere Draghi a Palazzo Chigi, forse
l’unico italiano credibile a livello internazionale.
TRASPARENZA
Quei pochi italiani che si interessano ancora a certi problemi
erano curiosi di seguire gli sviluppi della vicenda giudiziaria
legata al caso Palamara -
Procura di Milano - Storari - Davigo, degno specchio del caos
imperante nella magistratura italiana e quindi ad ascoltare la
deposizione della segretaria dell’ex segretaria di Davigo, ma il silenzio (o
l’omertà) è d’obbligo e quindi tutto è stato secretato.
Chiarissima la motivazione del CSM per imporre il segreto «la
stessa natura di un procedimento disciplinare che trova il suo esito definitivo
in un atto di natura non giurisdizionale o contrattuale, ma di natura
provvedimentale, così come delineato dal regolamento, determina come
conseguenza sul piano applicativo delle norme di principio dei procedimenti
amministrativi la natura non pubblica delle sedute dell’ufficio disciplinare,
in quanto la regola della pubblicità è applicabile soltanto alle udienze dei
casi dei procedimenti di natura giurisdizionale e non per i provvedimenti di
natura amministrativa e non contrattuale». Insomma, italiani fatevi i c… vostri
e non disturbate i manovratori!
Intanto – a Milano – 56 magistrati della Procura su 64 si
schierano contro la richiesta di trasferimento del giudice Storari da parte del
CSM. E' piena anarchia, mentre a livello governativo si cerca di smuovere il
M5S dalle sue posizioni ideologiche che bloccano una riforma - minimale
ma necessaria – della giustizia italiana
IL BUIO OLTRE LA SIEPE
La rincorsa all’antirazzismo da copertina raggiunge limiti davvero
sorprendenti. Quando ero ragazzo fui colpito dal romanzo di Harper Lee “Il buio
oltre la siepe” che raccontava e denunciava le discriminazioni contro i neri in
America. Oggi in molte scuole americane, dalla California al Canada,
quest’opera di denuncia razziale è stata però messa al bando.
Motivazione? Nel romanzo la parte dell’eroe la fa un bianco, l’avv.
Atticus Finch, e non il protagonista Tom Robinson, un giovane di colore condannato
ingiustamente. Siamo alle comiche…
APPROFONDIMENTI: SUDAFRICA
Si parla molto di razzismo ma poco di quei paesi dove il razzismo
è esercitato al contrario. L’esempio più evidente il Sudafrica dove si è
passati dalla deprecata (e deprecabile) apartheid alla negazione dei diritti
costituzionali ai sudafricani bianchi. Ne parlavo a lungo nel mio libro “Integrazione (im)possibile? cosa non ci
dicono su Africa, islam ed immigrazione” (chi vuole me lo
richieda via mail) ma la situazione è intanto fortemente peggiorata. La stessa
figlia dell’ex premier Mandela, Makaziwe
Mandela, in occasione della giornata internazionale intitolata
al padre ha pesantemente attaccato l’African National Congress (il partito in
cui Mandela si era sempre identificato) richiamando l’attenzione del mondo
sulla difficile situazione sudafricana, dominata dalla corruzione che
contraddistingue la politica e la gestione del paese.
Tra l’altro - al termine di una lunga vicenda giudiziaria - si è
arrivati recentemente all’arresto dell’ex presidente Jacob Zuma che aveva
raccolto il potere dopo Mandela rimanendo in carica come presidente sudafricano
dal 2009 al 2018.
L’arresto di Zuma, motivato dall’accusa di frodi e corruzione, ha
scatenato la piazza tanto che nei giorni scorsi il governo sudafricano è stato
costretto a dispiegare oltre 20.000 soldati per supportare la polizia nella
gestione delle proteste scoppiate a seguito dell’incarcerazione dell’ex
presidente. Nei disordini che ne sono consegui il bilancio delle vittime è
salito - secondo il governo - ad almeno 200 morti, con 2.300 arresti. Il
problema è che in Sudafrica ci sono etnie diverse (i “neri” non sono tutti
uguali!) che si combattono da sempre tra loro e la politica è gestita per
interessi tribali che con i partiti politici.
Il Sudafrica sta affrontando la peggiore crisi degli ultimi
decenni e le proteste per l’incarcerazione di Zuma, hanno portato a una spirale
di violenza e saccheggi. Le manifestazioni iniziate il 10 luglio si sono
trasformate in disordini diffusi anche per sottolineare la disuguaglianza e la
povertà che scuotono il paese, con migliaia di aziende che sono state
saccheggiate o costrette a chiudere i battenti per paura delle violenze.
Finora oltre 200 centri commerciali in tutto il Paese sono rimasti
chiusi a causa delle violenze, dopo che i beni esposti- dalle scorte di cibo e
medicine alle TV a schermo piatto – erano stati rubati durante incendi e
saccheggi. Scarseggiano intanto anche i beni di prima necessità e lunghe code
davanti ai negozi sottolineano i pesanti contingentamenti imposti dalle
autorità sui beni di prima necessità.
La discriminazione contro i bianchi è palpabile ma mentre la
minoranza anglofoba si allontana dal paese, soprattutto i più giovani e
professionalmente preparati, la Cina ha acquistato aziende, miniere ed una
miriade di attività commerciali, controllando oggi l’economia di buona parte
del paese.
La comunità bianca si sente accerchiata, negli anni si sono
moltiplicati gli attacchi alle fattorie isolate e soprattutto nelle zone boere
cresce la protesta del “Boer Lives Matter”, il movimento che vuole tutelare la
minoranza bianca che – se pur rappresenta ormai solo meno del 10% della
popolazione – soprattutto nella zona “afrikaner” controlla ancora parte
dell’economia e dei territori agricoli più produttivi.
E’ intanto fallita la riforma agraria con il conseguente
spezzettamento delle proprietà assegnate ai neri che - anziché favorire la
coesione nazionale - ha sottolineato le divisioni etniche e tribali con
reciproche accuse di corruzioni e favoritismi.
Difficile per chi non segue queste vicende rendersi conto che il
Sudafrica è una nazione molto complessa e che raccoglie lingue, popoli,
religioni, etnie profondamente diverse e da sempre in contrasto tra di loro. Il
periodo di supremazia bianca, che è durato oltre trecento anni, a loro volta
divisi tra anglofoni e boeri, aveva sicuramente conculcato i diritti dei neri,
ma aveva portato il Sudafrica alla guida economica del continente mentre oggi
il paese sta sprofondando nel caos più totale e la povertà ha coinvolto la
grande maggioranza degli abitanti, oltre ad un visibile decadimento delle
infrastrutture.
Mentre si susseguono le scelte esteriori di rottura sul passato
(dal cambio dei nomi delle città a riforme costituzionali prettamente
anti-bianche) la realtà è fatta di una povertà sempre più diffusa e da una
violenza incredibile che purtroppo cresce incontrollata in tutto il paese.
CI SENTIAMO TRA 15 GIORNI.
BUONE VACANZE A CHI LE FA
!
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 824 del 16 LUGLIO
2021
di
MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info
e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: LEGGE ZAN: SERVE BUONSENSO – IL BUON
ESEMPIO MANCATO - SPORTIVITA’ – REFERENDUM GIUSTIZIA – SONO VERDE MA
INQUINO LO STESSO - PROPOSTE DI VACANZE
Ai
lettori!
Sembra
quasi incredibile come vola il tempo, ma è già passata la metà di luglio e c’è
chi pensa alle vacanze. Visto che d’estate non si devono disturbare
troppo i lettori, come ogni anno IL PUNTO si prende quindi un po' di relax e
fino a settembre uscirà in linea di massima (e salvo novità eccezionali) OGNI
QUINDICI GIORNI anziché settimanalmente. A chi le vacanze le sta facendo o le
farà…buon divertimento!
PER
FAVORE, BUONSENSO!
Per una volta
credo che abbia pienamente ragione Matteo Renzi: nel discutere
la legge ZAN prima di tutto servono logica, moderazione e
buonsenso, non certo l’arroganza di PD e M5S che (mi auguro) alla fine porterà
proprio a far cadere una legge parzialmente balorda e verso la quale – se
approvata così – mi auguro che comunque scatterà subito un referendum popolare
di abrogazione.
Invece siamo
all’assurdo, muro contro muro, dimenticando che per tutelare un diritto di
singoli non si devono distruggere quegli degli altri. Per esempio se una
persona su mille (e forse meno) si sente imbarazzato/a per essere chiamata
“madre” o “padre” perché si devono offendere gli altri 999 chiamandoli “genitore
uno” o “genitore due”? Perché cancellare l’orgoglio di essere padre o madre che
è il più naturale sentimento umano? Stiamo diventando tutti ridicoli: mi
piegate perché un gay si dovrebbe sentire offeso se un presentatore dice
“Signore e signori”? Al più si sentirà “signora” e quindi… lusingato! (e
viceversa). Perché deve poi essere la scuola pubblica (obbligando anche quella
privata) ad imporre a una famiglia come allevare un figlio su queste tematiche?
Non siamo (ancora) in un regime gender-comunista e personalmente non voglio che
ci si arrivi ritenendo di avere il diritto di difendere la mia libertà pur
senza offendere quella degli altri.
Amici
lettori, non abbiate timore di dire la vostra, di protestare, di pesare sui
vostri eletti dicendo “basta” perché proprio a furia di retrocedere dai propri
punti fermi si arriva al disastro attuale.
Non è un caso
che la continua autodistruzione di quelli che sono i concetti, i simboli, i
cardini, le fondamenta di una società europea democratica, liberale ma di radicata
radice cristiana porti a perdere progressivamente i punti di riferimento ed a
renderci in definitiva senz’anima. Una società debole e più facile da
sottomettere dal punto di vista etico, morale ma anche economico e commerciale
perché si perdono i legami.
Una comunità
senza più una propria lingua, le proprie tradizioni e riferimenti
storico-culturali diventa sterile come sta diventando l’Europa e sarà
sottomessa. Perché non reagire in tanti campi riaffermando valori che – pur tra
tante contraddizioni – hanno forgiato la “nostra” civiltà. L’Impero Romano è
crollato quando i cittadini sono diventati deboli, pavidi, pigri. Tutte le
civiltà crescono e muoiono, la storia è piena di questi esempi e puntualmente
ogni volta il declino arriva quando si perdono i valori di coesione con i
quali quella società si era diffusa e formata.
Tornando alla
legge Zan alla fine la mancanza di buonsenso e di logica fa crescere proprio il
razzismo, la discriminazione, la reazione.
Per esempio
comincio a scocciarmi con la iper-protetta presenza e propaganda gay, similgay
ecc.ecc. Non mi va che dal balcone dei “miei” palazzi pubblici spunti la
bandiera arcobaleno, sono stufo di pagliacciate che al massimo possono essere
concesse a carnevale: non c’entrano nulla con i diritti degli omosessuali.
Ma possibile
che all’interno del PD – che sembra il centro di questa manovra - tutti si
siano uniformati anche sulle posizioni più illogiche? Mi rifiuto di pensarlo!
Se vanno tutelati i “diversi” chi alla fine tutela i diritti dei “normali”?
Così come
noto il piegarsi dell’informazione e dei media. Se – per esempio – Papa
Francesco parla di immigrazione tutti plaudono e si inchinano, ma se
il Papa ha parole chiare in argomento gender allora non va più bene e viene
censurato.
Spero in un
provvidenziale rinvio della approvazione della legge Zan al Senato, altrimenti
e senza paura sarà giusto e corretto pretendere “dal basso” adeguati
emendamenti ad una delle leggi più demagogiche (e inutili) della nostra storia
repubblicana.
IL
BUON ESEMPIO (MANCATO)
L’Italia ha
vinto gli europei di calcio e ne siamo stati tutti felici e contenti.
D'altronde è
sempre facile stare con i vincitori e sentirsi subito fratelli di “San
Donnarumma” .
Scontate
quindi le manifestazioni di giubilo che puntualmente hanno subito superato ogni
normativa anti-Covid. Scontate, ma pericolose e soprattutto antitetiche ai
comportamenti richiesti ai comuni cittadini. Il cattivo esempio è però arrivato
anche dagli Azzurri, tutti a festeggiare in giro per Roma schiacciati sul tetto
di un pullman scoperto e ammassati senza mascherina. Un cattivo esempio per chi
li ha osannati senza pensare ai puntuali pericoli di contagio. La variante
Delta sta impennando i numeri e servono subito misure conseguenti potenziando
le vaccinazioni (che sono meno numerose di due mesi fa), OBBLIGANDO le
categorie a rischio a vaccinarsi, chiedendo (perché no?) l’esibizione del green
pass all’interno dei luoghi affollati.
Più coraggio
e più coerenza sono l’unico modo per uscire dalla pandemia.
SPORTIVITA'
?
Fatemi
capire: per presunti cori razzisti e “omofobi” (?) dei loro tifosi sono state
comminate tre giornate di virtuale squalifica del campo alla nazionale
ungherese.
Se però gli
inglesi alla finale fischiano l'inno italiano, insultano i giocatori avversari
per tutta la partita e i loro giocatori non salutano neppure dopo la
premiazione (anzi si tolgono la medaglia allontanandosi dallo stadio) è
britannico "fair play" e nessuno dice nulla?! Il “rispetto” stampato
sulle magliette vale anche per gli insulti razzisti di una parte dei tifosi
inglesi ai propri giocatori di colore? Eppure i gentiluomini si erano
rigorosamente “inginocchiati” all’inizio della partita nel senso della più
squisita demagogia antirazzista. Mi sembra che anche l’UEFA si stia dimostrando
davvero politicamente a senso unico.
REFERENDUM
GIUSTIZIA: ANDATE A FIRMARE!
Invito i
lettori a firmare i referendum proposti dalla Lega e dai Radicali per
sollecitare una riforma della Giustizia in Italia. Alcuni quesiti possono
essere opinabili (d'altronde il nostro sistema referendario è solo abrogativo e
non propositivo) ma quello che conta è far capire a tutti – e soprattutto
ai Magistrati - che alla giustizia italiana serve un profondo ed indispensabile
cambiamento di passo, dopo troppi decenni di auto giustificazioni per un
sistema giudiziario che – oltre ai condizionamenti politici - è
complessivamente davvero un disastro.
SONO
VERDE, MA INQUINO LO STESSO
L’Europa
vuole imporre che dal 2035 non si producano più auto a benzina e diesel, viva
l’elettrico.
Solita
splendida demagogia: come si produce l’elettricità? Con l’acqua e il sole
certamente, ma – detestato il nucleare - ad oggi solo una piccola parte
dell’energia elettrica è prodotta con fonti rinnovabili e quindi servirebbero
tante nuove centrali che consumano gas e altri idrocarburi.
Immaginate se
oggi tutte le auto fossero elettriche: dove attaccheremmo la spina e quanto
petrolio verrebbe consumato per produrre l’energia necessaria? Forse spingendo
su questa strada la scienza ci darà delle soluzioni, ma difficilmente – visto
il passato – saranno molto più performanti se in 14 anni (il tempo che manca al
2035) non abbiamo visto risultati rivoluzionari.
Ancora una
volta siamo alle solite: l’intera Europa già oggi fa molto per il “green” ma
troppo poco per IMPORRE ai veri produttori mondiali di CO2 di ridurre le
emissioni. Forse gli sforzi ecologici andrebbero subito impegnati non nella
vecchia Europa ma soprattutto là dove con poco si avrebbe un deciso
miglioramento ambientale migliorando lo stato generale del pianeta. Se l’Europa
riducesse subito il 20% di emissioni di CO2 sarebbe comunque MOLTO DI MENO
dell’aumento tendenziale in atto in Cina e in India. Quindi, chi per primo deve
risparmiare? Paradossalmente i nostri sforzi favoriscono i nostri concorrenti,
per esempio nella produzione “sporca” di metalli ed acciaio.
Resta il
fatto incontrovertibile che nel quindicennio 1990 – 2004 (ultimi dati
disponibili) la produzione di CO2 nell’Unione Europea è DIMINUITA del 24%
mentre in Cina è AUMENTATA del 109% e il boom cinese è poi tutto successivo al
2004!
IN
VACANZA CON IL PUNTO
Stavolta
sfrutto IL PUNTO per tre inviti: se volete andare in vacanza in Italia perché
non scegliete questa volta il Lago Maggiore? Abbiamo
ottime proposte turistiche da sottoporre a chi voglia scoprire le nostre zone.
Contattatemi per ogni dettaglio e sarete trattati prima di tutto da amici (e
meglio che riservando direttamente con Booking.com!).
Secondo
invito, invece, ai lettori-pescatori. Per febbraio 2022
(Covid permettendo) stiamo organizzando una settimana di pesca a mosca e
spinning in Terra del Fuoco. Qualcuno è interessato ad
unirsi alla compagnia?
Terzo invito:
se andando in vacanza e volete leggere qualcosa di diverso vi propongo due
libri che ho scritto di recente: GENTE DI LAGO 2 (storie
del Lago Maggiore e dintorni) e L’INTEGRAZIONE (IM)POSSIBILE? COSA
NON VI DICONO SU AFRICA, ISLAM, ED IMMIGRAZIONE”. Potete richiedermeli
via mail a marco-zacchera@libero.it ricordandovi di
comunicare il vostro indirizzo postale per la spedizione. Il ricavato andrà al
“Verbania Center” per costruire un ospedale in Mozambico.
CI
SENTIAMO TRA 15 GIORNI.
BUONE VACANZE A CHI LE FA OPPURE LE FARA'
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 823 del 9 luglio 2021
di
MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: LEGGE ZAN – DESTRE EUROPEE
Questo
numero de IL PUNTO è diverso dagli altri, ma per una volta usciamo dalla
cronaca e cerchiamo di approfondire due temi che mi sembrano importanti: LEGGE
ZAN e QUESTIONE EUROPEA in qualche modo collegati tra loro proprio perché è
anche l’Europa (meglio, “questa” Europa) che spinge per cambiare i connotanti
fondanti e anche morali dell’identità europea che tutti noi, ormai,
consideriamo solo una entità economica e finanziaria. Il panorama italiano si
concentra sulla finale degli "Europei", il M5S si inchina a Draghi
che impone un tentativo riforma del sistema giudiziario, Conte e Grillo fanno
finta di fare la pace, la Cassazione assolve Alemanno che intanto però è stato
- come tanti altri, di tutti i partiti - politicamente massacrato.
PERCHE’
UN NO RAGIONATO ALLA LEGGE ZAN
Se fosse
possibile discutere seriamente sul decreto legge Zan senza farlo da “tifosi”
credo che arriveremmo alla conclusione che qui non si tratta di negare diritti
e tutela a persone quando ne hanno bisogno, ma di opporsi a una legge che rischia
di diventare un tribunale ideologico liberticida, senza alcuna reale tutela nei
confronti delle persone omosessuali.
A parte gli
imbecilli e gli ignoranti che ci sono da sempre ed ovunque, mi sembra che per
fortuna l’Italia non sia affatto un paese particolarmente ostile agli
omosessuali.
Ci sono stati
singoli episodi certamente da condannare, ma non sono certo prevalenti;
sono infinitamente più numerose le violenze sulle donne o sui minori,
tanto per fare un confronto, e quando ci sono casi di omofobia possono e devono
essere regolarmente perseguiti, anche aspramente, già con l’ attuale quadro
normativo.
Certamente ci
sono persone che vivono il loro stato come disagio personale, ma certo non sarà
una legge a risolverlo, anche perché credo che l’omosessualità sia una
situazione personale assolutamente naturale e chi conosce un po' di
storia sa che ha sempre fatto parte dei nostri costumi già dai tempi di Atene o
dell’Impero Romano.
Il ddl Zan è
invece sbagliato perché – almeno secondo me - prima di tutto è ideologicamente
orientato ad imporre un punto di vista di parte.
La totale
incertezza giuridica del cosiddetto “reato di omofobia” renderebbe
l’applicazione della legge estremamente incerta, affidata all’ interpretazione
del giudice ed esponendo legittime affermazioni di libertà di opinione al
rischio di essere appunto tacciate di omofobia.
Se per
esempio affermo che un bambino ha diritto ad un papà e ad una mamma sono
omofobo oppure no? Se sostengo che non è legittimo “reperire” all’ estero un
figlio partorito su commessa da una donna sono omofobo? Il rischio sicuramente
c’è e si presta ad ogni tipo di strumentalizzazione favorito da una “lobby gay”
che controlla buona parte dell’informazione.
Ho sempre
avuto l’impressione che promozioni e favoritismi in TV e sui giornali abbiano
spesso origine tra le lenzuola, sia “omo” che “etero”. Secondo me è una
assoluta verità, ma solo dirlo potrebbe diventare perseguibile.
Comunque se
oggi io insulto una persona sono condannabile in ogni modo, se esprimo un giudizio
con una forma adeguata credo di poterlo liberamente fare.
Se dicessi
però che certe manifestazioni gay “pubbliche” non solo mi sembrano di cattivo
gusto, ma a volte “mi fanno schifo” supero o no la linea rossa del punibile?
Per esempio
c’erano tante persone che festeggiavano liberamente e simpaticamente ai vari
“gay pride” (e siano le benvenute nella loro libertà di espressione), ma certi
costumi, pose, travestimenti a me hanno fatto letteralmente schifo: potrò
ancora dirlo? Non era offensivo il gay che andava in giro sculettando facendo
la macchietta di Gesù con tanto di maxi-croce di cartone sulle spalle? E
cosa ha a che vedere con l’omosessualità? Chi tutela e tutelerà il mio
diritto all’indignazione?
Perché il ddl
Zan non si limita a chiedere pene più pesanti per atti concreti di violenza
(reali, non di opinione), ma costruisce soprattutto una serie di attività di
“propaganda gender” (la giornata nazionale del 17 maggio, i corsi obbligatori
nelle scuole, anche a bambini di dieci-dodici anni) che evidentemente servono a
condizionare le libere opinioni, più che a proteggere le eventuali vittime.
Ma perché
dovrei subire una propaganda in questo modo? La Zan non è una legge per
“salvaguardare” ma per “rovesciare le carte” ovvero diventare apertamente fonte
di propaganda. C’è di più: ogni espressione contraria in questo campo (ovvero
sostenere idee “normali”, senza per questo qualificare “anormali” chi la pensa
diversamente, ma dobbiamo pure intenderci) rischia di essere accusata di essere
“discriminante” e quindi perseguibile.
La
legge che si vuol approvare è poi volutamente scritta in modo incomprensibile.
Per esempio
l’art. 1 introduce la definizione di sesso e genere. Voi per “genere” anziché
scrivere semplicemente “uomo” e “donna” lo definireste: “Qualunque
manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le
aspettative sociali connesse al sesso”? Oppure “identità di
genere” la definireste “l’identificazione percepita e manifestata di sé
in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso indipendentemente
dall’aver concluso un percorso di transizione” ??
Ma come si fa
a scrivere un testo di legge così?
L’articolo 3
della legge è poi un autentico guazzabuglio, un minestrone. Nella versione
emendata recita: “Ai fini della presente legge sono fatte salve le
libere espressioni di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime
riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte, purché
non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti
discriminatori o violenti“
Vi sembra un
modo chiaro di esprimere un concetto?
Perché –
attenzione - l’articolo 3 non si riferisce agli omosessuali ma ai “normali” e
ai loro limiti di potersi esprimere “contro”. Fatemi capire: devono
essere “fatte salve” le MIE opinioni? Qui siamo al travisamento della
situazione: questo diritto dovremmo averlo già perché è nelle leggi, nella
Costituzione, nei diritti acquisiti di tutti, omosessuali e non omosessuali, ci
mancherebbe una legge che adesso ci “consente” di esprimere una opinione! E’ il
rovesciamento dei ruoli: per tutelare una minoranza di “diversi” si conculcano
i diritti della maggioranza di “normali”!
Ma
gli italiani in grande maggioranza NON HANNO CAPITO di che cosa si tratti
altrimenti credo che la stragrande maggioranza dei cittadini sarebbe contro
questa normativa.
Si parte con
questi testi astrusi e all’estero dopo leggi come queste il concetto si è
esteso al punto che un giudice può perseguire un cittadino che dica “La
famiglia è fondata su un padre ed una madre”!
Se io
continuerò a condannare la pratica dell’utero in affitto, per esempio, potrò
essere accusato di omofobia da una associazione LGBT o da un opinion leader
transgender. Mi chiedo come possa il PD sostenere un simile mostro
giuridico e non chiedere almeno un testo più chiaro e – sommessamente – lo
chiedo anche ai cristiani che ne fanno parte perché va vene il “liberi tutti”,
ma ci son dei principi che non possono essere totalmente disattesi.
Oltretutto di
una legge così in questo momento non ne abbiamo alcuna necessità.
UNA
RIFLESSIONE DELLE DESTRE EUROPEE
La scorsa
settimana 16 partiti presenti nel Parlamento Europeo (per l’Italia hanno
sottoscritto Lega e Fratelli d’Italia) hanno pubblicato un “manifesto” sulla
crisi della UE. Un documento che giudico serio e condivisibile, CHE
PRATICAMENTE NON HA LETTO NESSUNO perché tutto si è concentrato sui titoli dei
giornali e le dichiarazioni di Letta (PD) “Salvini va insieme ad Orban” tenuto
conto che il leader ungherese di questi tempi è l’orco cattivo, anche se
nessuno va a leggere cosa EFFETTIVAMENTE abbia votato quasi all’unanimità il parlamento
ungherese.
Credo che sia
giusto dedicare due minuti alla lettura delle sue parti fondamentali perché
l’Europa per esistere non può essere solo una unione economica e di interessi
ma non deve perdere “un’anima” e questa anima resta se lo spirito europeo è
fondato anche sull’ IDENTITA’ che è NAZIONALE ed EUROPEA intesa come un “Unione
di Nazioni e di popoli” enon un pensiero unico dalla Polonia al Portogallo
perché non è così per usi, tradizioni, lingue, religioni. Un’ Europa delle
Nazioni è quella che volevano De Gasperi, Adenauer, De Gaulle che l’hanno
fondata. Oggi l’Europa è solo euro e sta perdendo lo spirito che è il cemento
dello stare insieme.
Sono stato
per 12 anni a Consiglio d’Europa di Strasburgo e l’Europa l’ho sempre intesa
così, perché è l’unico modo per stare insieme e soprattutto crescere insieme.
Ecco la parte centrale del documento:
“ La
serie di crisi che hanno scosso l’Europa negli ultimi dieci anni
hanno dimostrato che la cooperazione europea ta vacillando,
soprattutto perché l nazioni si sentono lentamente spogliate del loro
diritto ad esercitare i loro legittimi poteri sovrani.
L'UE sta
diventando sempre più uno strumento di forze radicali che vorrebbero realizzare
una trasformazione culturale e religiosa, per arrivare alla costruzione di
un’Europa senza nazioni, puntando alla creazione di un Superstato europeo, alla
distruzione o alla cancellazione della tradizione europea, alla trasformazione
delle istituzioni sociali e dei principi morali fondamentali.
L'uso
delle strutture politiche e delle leggi per creare un superstato europeo e
nuove forme di struttura sociale è una manifestazione della pericolosa e
invasiva ingegneria sociale del passato, situazione che deve indurre ad una
legittima resistenza L'iperattivismo moralista che abbiamo visto negli ultimi
anni nelle istituzioni dell'UE ha portato allo sviluppo di una pericolosa
tendenza, ad imporre un monopolio ideologico. Siamo convinti che la
cooperazione delle nazioni europee dovrebbe essere basata sulle tradizioni, il rispetto
della cultura e della storia degli stati europei, sul rispetto
dell'eredità giudaico-cristiana dell'Europa e sui valori comuni che uniscono le
nostre nazioni, e non puntando alla loro distruzione. Riaffermiamo la nostra
convinzione che la famiglia è l'unità fondamentale delle nostre nazioni. In un
momento in cui l'Europa sta affrontando una grave crisi demografica con bassi
tassidi natalità e invecchiamento della popolazione, la politica a favore della
famiglia dovrebbe essere la risposta rispetto all’immigrazione di massa.
Siamo
convinti che la sovranità in Europa sia e debba rimanere in capo alle nazioni
europee. L'Unione europea è stata creata da queste nazioni per raggiungere
obiettivi che possono essere raggiunti più efficacemente dall'Unione rispetto
ai singoli Stati membri. Tuttavia, i limiti delle competenze dell'Unione sono
fissati dal principio di attribuzione e tutte le competenze non conferite
all'Unione appartengono agli Stati membri, nel rispetto del principio di
sussidiarietà.
Attraverso
una costante reinterpretazione dei trattati da parte delle istituzioni
dell'Unione europea negli ultimi decenni, queste delimitazioni si sono spostate
significativamente a svantaggio degli stati. Tutto ciò è incoerente con i
valori fondamentali dell'Unione e stanno portando a un calo della fiducia delle
nazioni europee e dei loro cittadini nei confronti di queste istituzioni.
Per
fermare e invertire questa tendenza, è necessario creare, oltre al principio di
attribuzione esistente, un insieme di competenze inviolabili degli Stati membri
della' Unione europea, e un meccanismo appropriato per la loro protezione, con
la partecipazione delle corti costituzionali nazionali o di
organismi equivalenti. Tutti i tentativi di trasformare le istituzioni
europee in organismi che prevalgono sulle istituzioni costituzionali nazionali
creano confusione, minano il senso dei trattati, mettono in discussione il
ruolo fondamentale delle costituzioni degli Stati membri, e le controversie
sulle competenze che ne derivano sono di fatto risolte con la violenta
imposizione della volontà di entità politicamente più forti su quelle più
deboli. Tutto ciò distrugge le basi per il funzionamento della comunità europea
come comunità di nazioni libere.
Noi
crediamo che il consenso debba rimanere il mezzo fondamentale per raggiungere
una posizione comune nell'Unione. I recenti tentativi di aggirare questa
procedura o le idee sua abolizione minacciano di escludere alcuni paesi
dall'influenza sul processo decisionale e di trasformare l'Unione in
una forma speciale di oligarchia.
Questo
potrebbe portare all’annullamento di fatto degli organi costituzionali
nazionali, compresi i governi e i parlamenti, ridotti alla funzione di
approvare decisioni già prese da altri. Nei Paesi membri c'è ancora una forte
volontà di cooperazione, e uno spirito di comunità e amicizia pervade le
nazioni e le società del nostro continente. È il nostro vero e grande
capitale. Un' Unione riformata potrà utilizzare questo capitale, mentre una
Unione che rifiuterà di
riformarsi lo sprecherà.
Per
questo oggi ci rivolgiamo a tutti i partiti e gruppi che condividono le nostre
opinioni, con questo documento come base per un lavoro culturale e politico
comune, rispettando il ruolo degli attuali gruppi politici. Riformiamo insieme
l'Unione per il futuro dell'Europa
QUESTE COSE
VI SEMBRANO COSI’ ASSURDE, OMOFOBE, “FASCISTE”? OPPURE SAREBBE ORA DI APRIRE SU
QUESTI CONCETTI UN PROFONDO DIBATTITO?
TUTTI
DISCUTIAMO GIORNATE INTERE SULLA FORMAZIONE DI UNA SQUADRA DI CALCIO O PER UNA
BATTUTA POLEMICA CHE RIEMPIE I TITOLI DEI GIORNALI, MA DI QUESTE COSE NON NE
PARLIAMO MAI E QUESTA, PRIMA DI TUTTO, E’ UNA GRANDE SCONFITTA DELLA POLITICA
Buona
settimana a tutti !
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO
n. 822 del 2 luglio 2021
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: – ALLOR M’INCHINO – CENTRODESTRA AL PALO - CONTE
LICENZIATO - I PIRLA – PROPOSTE VACANZIERE
ALLOR M’INCHINO…
Mi inchino, non mi inchino, lo farei ma non lo faccio, non lo
farei ma lo fanno gli altri e quindi mi adeguo. Adesso, visto che ce lo chiede
il Belgio
(sarà vero?) questa volta ci adeguiamo anche noi, tenuto conto che più che la
nazionale del Belgio i nostri avversari di venerdì sera sembrano una sua
variante africana, ma nel calcio vengono buone anche le ex-colonie e le
neo-cittadinanze concesse “alla Suarez”.
Dopo discussioni infinite sul politicamente corretto alla fine la
nazionale italiana propenderebbe per il “si” all’inchino nei quarti di finale
degli Europei ma “solo” (?) perché lo chiederebbero gli avversari: perfetta
forma di equilibrismo politico-strategico, apprezzato però solo dal 22,1% dei
lettori della “Gazzetta
dello Sport” (che in merito ha subito lanciato il
relativo sondaggio) con il 53,1% di NO all’inchino, il 24% per la scelta
individuale e solo lo 0,8 % se richiesto dagli avversari.
Tutta la questione dell’inchinarsi o meno agli europei di calcio “Contro il razzismo” ha
comunque del surreale, la sublimazione della forma e della demagogia rispetto
alla sostanza.
Anche perché se chi si inchina è democratico, chi non lo fa allora
è razzista e se si inchina solo mezza squadra (come è successo all’Italia
settimana scorsa) ecco subito apparire il fantasma di giocatori filo-salviniani
oppure invece no.
Già giocare all’ala destra ha sempre avuto sottili connotazioni
politiche, ma anche Mancini
ha i suoi limiti e non possono tutti giocare al centro.
Ma a questo punto, come inchinarsi? Basta un ginocchio flesso o
servirebbero entrambi (due ginocchia uguale doppio antirazzismo) e poi perché
farlo solo per pochi secondi?
Quando muore qualcuno il minuto di silenzio dura in campo -
appunto – un minuto per definizione: il razzismo non lo si contrasterebbe
quindi inginocchiandosi almeno un po' di più? Sicuramente un minuto comunque ci
vuole, un minuto e mezzo sottolineerebbe anche maggiore attenzione al fenomeno,
chiaro esempio di adeguamento al clima da psicogramma progressista collettivo.
Tra l’altro se si inchinano i giocatori perché l’arbitro non si
inchina? E i guardialinee, le panchine, il quarto uomo alla moviola?
Anche questa storia del “quarto uomo” non torna: se al video c’è
un’arbitro-donna, come la mettiamo con questa ulteriore forma di definizione
maschilista?
Siamo alla ipocrisia allo stato puro come per il “logo” della Serie A italiana sui
siti internazionali che - da tricolore - è ora diventato “arcobaleno” in
omaggio alle differenze di genere, ma non quello in lingua araba per non offendere
la suscettibilità musulmana (e magari sarebbe stato proprio l’unico caso in cui
poteva servire a significare qualcosa).
Il tutto mi sembra comunque una autentica sciocchezza, ma non per
il razzismo in sé che resta una faccenda seria, ma perché se c’è una
competizione “interrazzista” sono proprio questi Europei: gli svizzeri lunedì
sera non hanno infilzato la Francia, ma quella che sembrava la nazionale della
Nigeria in maglia blu. D'altronde anche molti elvetici per stazza, colore e
cognome non sembravano propriamente figli di montanari di Underwalden.
Oltretutto i giocatori bravi lo sono indipendentemente dalla pelle
e anche quelli neri non fanno sconti e per l’ingaggio chiedono (e ottengono)
milioni di euro sonanti il che – una volta di più – è la vera sostanza del
business.
Comunque per evitare che Lukaku venerdì sera ci faccia un paio di
gol io mi inchinerei anche per una mezzoretta....
CENTRODESTRA ANCORA SENZA CANDIDATI
Al momento in cui scrivo queste note il centro-destra è ancora
senza candidati ufficiali per le elezioni comunali di Milano, Napoli e Bologna.
Soprattutto a Milano i numeri per battere Sala ci sarebbero, ma il sindaco
uscente rischia di vincere alla grande per mancanza di avversari credibili.
E’ il metodo che non va: se anziché calarli da vertici di partito
i candidati fossero scelti ascoltando i cittadini con selezioni tipo “primarie”
forse ci sarebbe finalmente una scelta con basi solide.
Anche perché a Milano si presenta ora come outsider GIANLUIGI PARAGONE ex
direttore de “La Padania”, senatore ex M5S, “spirito libero” e capace di
raccogliere voti trasversali.
Un centro-destra con più coraggio avrebbe forse potuto sceglierlo
o allearsi con lui per battere Sala, invece aspettiamo ancora che esca un
coniglio dal cappello quasi che le elezioni comunali si vincano senza
preparazione e con un nome inventato quasi a tempo scaduto. Che peccato!
CONTE E IL MARCHESE DEL GRILLO
Tra i grillini volano gli stracci, Beppe Grillo urla (come al solito), Conte
medita di giocare in proprio e sullo sfondo c’è l’ennesima scissione. Il
Movimento che doveva rinnovare l’Italia implode in sé stesso, alla fine è
purtroppo l’ennesima occasione perduta.
Belloccio, elegante, narciso, onnipresente per mesi in TV complice
la pandemia Giuseppe Conte
era un principe di fatto, ma anziché impalmare Cenerentola è caduto male e -
pur di tenere i riflettori su di sé – si era inventato per quattro mesi
la figura di “leader-ombra” del M5S, movimento alla disperata ricerca di
qualcuno che ne rallentasse la crisi. Alla fine però Conte si è trovato a dover
fare il maggiordomo di Grillo, che non è esattamente “Il Marchese del Grillo”,
ed è stato licenziato.
L’ex comico con la sua consueta maleducazione spocchiosa lo ha
liquidato sui due piedi e con la tipica arroganza degli ignoranti ha affermato
senza riserve: “Conte non ha preparazione politica ed è un incapace”. Detto da
lui… Comunque licenziamento in tronco, senza neppure la liquidazione di un
collegio elettorale: un Conte ridotto da principe a fare il servo della gleba.
Se così pontifica “l’Elevato”
i casi sono due: o lui e il M5S hanno messo, voluto e mantenuto a capo del
governo per tre anni un incapace senza accorgersene prima, oppure il fuori di
testa è proprio Grillo che una volta di più sfrutta il M5S come “cosa sua”
usando la gente a gettone, vedi Casaleggio.
Il Conte disoccupato adesso fa un po' pena, replicando Icaro che
per troppa presunzione voleva volare verso il sole ma era poi precipitato nel
nulla. Si era evidentemente montato anche un po' troppo la testa, vediamo ora
se fonderà un suo nuovo partito personale.
Ma forse il licenziamento è avvenuto anche perchè l’ex premier si
era prodotto in una gaffe colossale irritando decisamente “l’Elevato”
dichiarando ai media “Spetta a lui decidere se essere il genitore generoso che
lascia crescere la sua creatura in autonomia o il genitore padre padrone che ne
contrasta l'emancipazione.” Mentre si sprecano i “vaffa…” reciproci nella
migliore tradizione grillina, Conte il nervo scoperto dei guai creati in giro
dalla figliolanza di Grillo se lo era evidentemente scordato.
I PIRLA
Siamo finalmente fuori dall’obbligo di portare la mascherina
all’aperto, ma resta un gesto di serietà farlo quando si è in aree affollate e
l’obbligo va fatto rispettare o rischiamo in autunno di ritrovarci nella stessa
situazione dell’anno scorso.
Rave-party non autorizzati con centinaia di persone accalcate
senza protezione, movide sfrenate e manifestazioni varie - da quelle sindacali
ai gay-pride – dove le mascherine sono un optional non ci portano certamente
fuori dal guado. I pirla irresponsabili sono tuttora tra noi.
IN VACANZA CON IL PUNTO
Stavolta sfrutto IL PUNTO per tre inviti: se volete andare in
vacanza in Italia perché non scegliete questa volta il Lago Maggiore? Ho
ottime proposte turistiche da sottoporre a chi voglia scoprire le nostre zone.
Contattatemi per ogni dettaglio e sarete trattati prima di tutto da amici (e
meglio che riservando direttamente con Booking.com!).
Secondo invito, invece, ai lettori-pescatori.
Per febbraio 2022 (Covid permettendo) stiamo organizzando una settimana di
pesca a mosca e spinning in Terra
del Fuoco. Qualcuno è interessato ad unirsi alla compagnia?
Terzo invito: se andando in vacanza e volete leggere qualcosa di
diverso vi propongo due libri che ho scritto di recente: GENTE DI LAGO 2 (storie
del Lago Maggiore e dintorni) e L’INTEGRAZIONE
(IM)POSSIBILE? COSA NON VI DICONO SU AFRICA, ISLAM, ED IMMIGRAZIONE”.
Potete richiedermeli via mail a marco-zacchera@libero.it ricordandovi di
comunicare il vostro indirizzo postale per la spedizione. Il ricavato andrà al
“Verbania Center” per costruire un ospedale in Mozambico.
BUONA
SETTIMANA A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 821 del 25 giugno 2021
di
MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info
e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO:
FUSIONE A DESTRA? - FEDEZ E ZAN – SI AI REFERENDUM – GREEN GREEN GREEN -
UN SIGNORE A TORINO.
PARTITO
UNICO A DESTRA?
Silvio
Berlusconi insiste
da settimane: serve un partito unico nel centro-destra e per questo sta
cercando di convincere Matteo Salvini su questa opportunità.
Non credo si arriverà al traguardo – e sicuramente in questo caso senza Giorgia
Meloni – perché un conto possono essere comunque le intenzioni dei
vertici e un altro il sentimento degli iscritti e dei dirigenti locali dove il
senso di appartenenza o le cicatrici di litigi antichi e recenti contano più di
quanto si pensi.
Certo che
teoricamente un partito unico potrebbe far pensare ad una facile vittoria
elettorale su scala nazionale, ma l’esperienza italiana – da sempre –
sottolinea come le fusioni, soprattutto quelle generate a freddo, non portano
mai alla somma degli elettorati originali e che invece presto o tardi - ma di
solito molto presto - crescono nuovi cespugli e si moltiplicano i dissensi
interni che a loro volta generano nuove scissioni.
Per
realizzare una fusione, comunque, serve sempre un leader e capo indiscusso che
con la propria autorevolezza personale possa essere in grado di tenere legate
le diverse “anime” che sono alla base dei partiti, organismi molto meno forti e
caratterizzanti di un tempo, ma che hanno ancora una loro importanza quando
sono radicati sul territorio ed è il caso della Lega e di Fratelli d’Italia.
Chi conosce
bene le diverse anime del centro-destra sa come queste siano spesso
insofferenti a vicenda, un concetto che vale anche per le “basi” leghiste e
berlusconiane, sottolineando la progressiva diaspora che ha colpito Forza
Italia soprattutto a livello locale.
Proprio
l’attrazione e la continua migrazione di eletti leghisti ed azzurri verso
Fratelli d’Italia può però far comprendere le ragioni delle proposte di
Berlusconi, ma non è imponendo una casacca comune che si superano i motivi di
fondo di questi travasi che sono di solito basati più su situazioni personali
che per motivazioni politiche.
C’è infatti
un controsenso profondo da sanare: i programmi elettorali dei tre partiti (e
loro satelliti) sono in gran parte sovrapponibili e questo darebbe
effettivamente forza ad una fusione, ma ragioni “di sangue” comunque la
renderanno indigeribile a una parte dei singoli elettorati.
La credibilità
di Berlusconi negli apparati dei partiti-partner è ai minimi, quella della
Meloni in crescendo, Salvini sta giocando (bene) il difficile ruolo di
oppositore (o almeno di critico) all’interno del governo obbligandolo a qualche
tensione con gli alleati a Palazzo Chigi pur di sottolineare la sua visibilità,
quella che invece Forza Italia ha fatalmente man mano perso per strada.
Al concreto,
infatti, chi sarebbe il leader del nuovo schieramento? Berlusconi potrebbe
accontentarsi di una presidenza onoraria, ma il derby vero per il ruolo di
leader tra Salvini e Giorgia Meloni è appena cominciato e si rafforza man mano
che la credibilità della leader di FdI cresce nell’elettorato.
Difficile
pensare che l’una accetti il premierato dell’altro e viceversa.
Contano
infatti percorsi antichi e diversi che mi portano a pensare come per il bene
della coalizione sia molto meglio un patto federativo piuttosto che una
unificazione, anche sulla base dell’esperienza che portò al “Popolo delle
Libertà”, abortito tentativo di una fusione tra Forza Italia e Alleanza
Nazionale.
La prima
sopravvisse grazie al suo leader, l’altra morì con il tramonto di Fini creato
anche dall’ “affare Montecarlo” adeguatamente pompato per mesi dalla stampa
berlusconiana.
Forse – per
il bene del centro-destra italiano – il processo dovrebbe essere affrontato al
contrario: prima una definizione chiara di progetti, programmi e priorità e poi
il “patto federativo” (che è già nei fatti) per le coalizioni a livello locale
e regionale con candidature comuni nei collegi uninominali ma con liste diverse
– pur collegate - in quota proporzionale alle prossime elezioni
politiche.
Utile metodo
per raccogliere le diverse sensibilità elettorali, “fare il pieno” di consensi
e poi cercare (e non sarà facile) di governare insieme.
FEDEZ
E ZAN
Il signor
Fedez sul decreto Zan mi ha scocciato, mi offende, urta quotidianamente i miei
sentimenti di cristiano, mischia i soldi con i principi e lo fa a solo scopo
auto-pubblicitario, considero idioti quelli che gli vanno dietro senza
accorgersi di come vengono strumentalizzati.
Fedez nel mio
intimo mi dà proprio fastidio, eppure siamo in democrazia e quindi devo
comunque rispettarlo e sopportarlo, come lui deve (dovrebbe) rispettare me e le
mie opinioni.
Se a questo
punto io però aggiungessi che Fedez mi offende perchè omosessuale (nel senso
che io lo fossi e qualcosa in quello che lui dice urtasse il mio essere
omosessuale) allora ai sensi della potenziale legge Zan quella di Fedez sarebbe
una offesa “discriminatoria” e quindi maggiormente perseguibile.
Ma se tutti i
cittadini sono uguali davanti alla legge, anche quelli non omosessuali (per
fortuna!), perché mi si dovrebbe IMPORRE addirittura una giornata nazionale
contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, perché si deve
IMPORRE che la festeggi a scuola anche mio figlio o mio nipote?
E chi
stabilisce il limite tra la mia libertà di espressione e l’offesa? Se dico “non
mi piacciono gli omosessuali” (ovvero non mi esprimo in termini scurrili od
offensivi, ma esprimo un concetto) perché posso essere considerato un
discriminatore perseguibile? E che differenza c’è dal dire “Non mi piacciono
gli juventini” oppure “Non mi piacciono i cinesi?” Sarei per questo un
milanista razzista o un suprematista bianco?
Ma vi rendete
conto in che pasticcio giuridico ci stiamo cacciando?
Siamo partiti dal difendere il sacrosanto
diritto di espressione degli omosessuali al voler privilegiare i diritti di
qualcuno ai danni degli altri che (nella scuola, nella società, nei costumi)
PUR MAGGIORANZA sarebbero obbligati ad adeguarsi: è inaccettabile, proprio
perché siamo in democrazia e il decreto Zan mi sembra in evidente contrasto con
la Costituzione.
SI AI
RFERENDUM
Inizia la
campagna referendaria sui referendum proposti dalla Lega per la riforma della
giustizia.
Come
prevedibile sono più le polemiche sui promotori (ovvero la Lega a braccetto con
i Radicali, cui si sono aggiunti altri gruppi di centro-destra con FdI ancora
incerto e il PD in evidente affanno) che sui singoli contenuti circa i quali,
invece, occorrerebbe più attenzione perché credo siano del tutto condivisibili.
Qualcuno li
legge come un atto di sfida alla Magistratura italiana e lo sono, ma proprio
perché la Magistratura italiana ha assolutamente bisogno di una scossa, di una
nuova credibilità e soprattutto del coraggio di guardare dentro sé stessa
smettendola con le autoassoluzioni che ne minano la credibilità e la
allontanano dai sentimenti e dalla fiducia degli italiani.
Che poi i
referendum siano l’arma migliore per svegliarla è opinabile, perché in passato
i magistrati sono sempre stati capaci di chiudersi a riccio e di depotenziare i
cambiamenti referendari nonostante la chiara espressione di voto degli
elettori, ma è indubbio che un SI ai referendum porterebbe a uno scossone
comunque positivo.
Nel concreto
– ed avremo tempo per parlarne – i referendum sono sei, ma i principali sono
due.
Il primo
riguarda la responsabilità civile dei magistrati. Oggi la legge prevede che un
cittadino danneggiato da una sentenza possa rivalersi contro lo stato, ma non
possa chiamare in causa direttamente il magistrato che in pratica non risponde
mai degli errori commessi, a volte clamorosi e nati da disattenzione e incuria.
Il quesito
chiede la modifica di questa normativa prevedendo che il cittadino possa
chiedere il risarcimento dei danni: è assolutamente giusto.
Il secondo
referendum interviene sulla separazione delle carriere: chi fa il pubblico
ministero non può poi fare il giudice e viceversa: credo sia una garanzia per
tutti i cittadini.
Gli altri
referendum sono su questioni minori come la custodia cautelare prima del
processo limitandola ai reati gravi e penso alle migliaia di assoluzioni che
giungono dopo che l’imputato sia stato comunque ingiustamente in carcere, ma è
un tema molto delicato. Il quarto referendum chiede di abolire la legge
Severino nella parte in cui prevede la sanzione accessoria dell’incandidabilità
automatica ed è cosa equa perché ci sono condanne per reati non legati
all’attività politica e quindi non si capisce perché sia comunque impedita una
candidatura.
Il quinto
quesito limita di fatto le “correnti” necessarie oggi per essere eletti nel CSM
e l’ultimo interviene sulla valutazione dei magistrati che verrebbe anche
aperta anche a un giudizio “esterno” (per esempio degli avvocati) che possano
esprimersi sul valore o meno di un giudice togliendone il monopolio ai
magistrati nel valutare i colleghi per le promozioni.
LA RACCOLTA
DELLE FIRME PER PRESENTARE I REFERENDUM PARTIRA’ IL PROSSIMO 2 LUGLIO, MI
AUGURO CHE MOLTI LETTORI DEL PUNTO LI SOTTOSCRIVANO.
AMBIENTE,
CLIMA, GREEN
Non passa un
TG senza una denuncia ambientale ed un appello al “green”. Bene, bravi,
benissimo, però… Però si denuncia la situazione ma non si vogliono prender
decisioni contro gli “inquinatori” veri che continuano come prima. Intanto la
pubblicità si è impadronita del tema per cui tutto è venduto politicamente
corretto: dal formaggio all’automobile. Nessuno spiega però aspetti
fondamentali. Per esempio se tutte le auto fossero elettriche, quella
elettricità da dove arriverebbe? Se prodotta con il sole, il vento, l’acqua o i
pannelli ok (salvo poi doverli smaltire), ma se il grosso dell’energia
elettrica è comunque prodotta con centrali a gas e bruciando idrocarburi
l’inquinamento non crescerebbe lo stesso?
La soluzione
ad oggi sarebbe il nucleare ma è un tema tabù, al solo pensiero un ecologista
ha le convulsioni, eppure - anche con i suoi rischi - paradossalmente è e resta
la scelta più “green”.
QUEL
SIGNORE DI TORINO
In punta di
piedi ci ha lasciato Giampiero Boniperti.
Da sempre
giocatore juventino e poi dirigente, interprete autentico di un calcio inteso
come serietà, lealtà, correttezza. Un “signore” forse pressochè sconosciuto
alle nuove generazioni, ma che per chi come me collezionava figurine quando le
squadre erano più o meno fatte in casa e tutti i calciatori ben identificabili
rappresentava uno dei più bravi giocatori d’Italia, una bandiera e soprattutto
di una grande autorevolezza.
Debuttò a 19
anni in serie A, poi 443 presenze sempre con la maglia bianconera, quella
Juventus di cui è rimasto poi dirigente e presidente onorario fino alla
settimana scorsa.
BUONA
SETTIMANA A
TUTTI
MARCO
ZACCHERA
IL PUNTO n. 820 del 18 giugno 2021
di
MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info
e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO:
ITALIA VS/ ITALIA – SVIZZERI POCO VERDI – IL PREZZO DEL (DIS)ONORE -
RICORDANDO CAMILLA – RIFLESSIONE SUL RAZZISMO.
……………………………………………………………………………..
POCHEZZA
INTERNAZIONALE
Fatemi capire
perchè mi viene da ridere (o da piangere).
Dunque, in
Cornovaglia si riunisce il G7, Mario Draghi fa un’ottima
figura (finalmente qualcuno che parla bene l’inglese, è credibile ed ha un
curriculum di assoluto rispetto a livello internazionale) e con i “grandi”
decide di “contenere” la Cina che sta ricattando il mondo anche sul mercato
delle materie prime.
Italia
finalmente credibile? Macchè, nelle stesse ore Beppe Grillo -
detto “l’elevato” - capo politico del M5S (ovvero proprio del partito del
nostro ministro degli esteri, per nostra sciagura l’ex bibitaro Giggino
Di Maio) non trova di meglio che rendere visita proprio
all’ambasciatore cinese a Roma. Con lui doveva esserci anche l’ex premier Giuseppe
Conte che all’ultimo secondo deve essere stato raggiunto da un
“altolà” da Palazzo Chigi e che quindi «Per impegni e motivi personali, non ha
potuto essere presente».
Nessuna
prudenza politica, tantomeno una sconfessione di Grillo, ma soprattutto
divergenza evidente rispetto alla posizione di Draghi e quindi solita figura da
peracottai degli italiani “doppiogiochisti”. Ci lamentiamo poi perchè ridono di
noi?
Con perfetta
scelta di tempo riappare anche Massimo d’Alema che risorge
dalla tomba e rilascia una lunga intervista alla TV di stato cinese dove (lo
sottolinea Il Fatto Quotidiano, il giornale del M5S) elogia la Cina, “che ha
fatto uscire almeno 800 milioni di persone dalla povertà”, compiendo un
“risultato straordinario, perché mai nessun paese nella storia
dell’umanità è stato capace di tanto.” Per l’ex (ex?) comunista D’Alema il non
rispetto delle regole internazionali e i diritti umani sono dettagli. In
concreto, però, come può Draghi non imporre una sua linea “governativa” ai
propri alleati se vuole essere credibile in Europa e nel mondo e quali sono i
veri rapporti politici ed economici tra la Cina comunista e il M5S?
SVIZZERI
BIANCHI E ROSSI, POCO… VERDI
Poche fonti
di stampa lo hanno riportato perché certe notizie non si danno quando vanno
controcorrente, ma domenica scorsa con il 51,6% di voti contrari e il voto
contrario di 21 cantoni su 26 gli svizzeri hanno bocciato il referendum
ambientale per limitare le emissioni di anidride carbonica in futuro.
Per farlo il
governo elvetico prevedeva nuove tasse sui carburanti e i biglietti aerei ed
incentivi per le coibentazioni degli edifici ed altri risparmi
energetici.
Da
sottolineare che la Svizzera contribuisce con molto meno dello 0,1 % alle
emissioni di CO2 nel mondo (40.000 tonnellate di Co2 su 27 milioni!) ed ha 5
centrali nucleari che assicurano buona parte del fabbisogno energetico
nazionale.
C’è da
chiedersi se sia maggiormente necessario a livello planetario ridurre di circa
un terzo le emissioni svizzere - con tutti i costi relativi - e non imporre
invece a stati come Usa, Cina ed India di adeguare le proprie emissioni con
interventi che – soprattutto in India, Cina e alcune altre nazioni – in pochi anni
potrebbero grandemente ridurre il bilancio globale..
IL
PREZZO DEL (DIS) ONORE
Si chiude
dopo 9 anni e il pagamento di un adeguato riscatto la sconcertante vicenda dei
2 fucilieri di marina incriminati in India. L’Italia pagherà 1,1
milioni di euro (oltre a lauti acconti già versati) a “saldo e
stralcio” per chiudere la vicenda anche se – vista la generale corruzione che
ha imperversato negli anni su questa vicenda – temo che solo poche briciole
arriveranno alle famiglie dei due pescatori.
Da notare che
– come giustamente sosteneva l’allora ministro degli esteri Giulio
Terzi – se l’Italia si fosse tenuta stretti i due marò quando
erano tornati a casa in licenza avrebbe avuto ben altre pressioni da esercitare
sul governo indiano che è riuscito alla fine a mirare solo ai soldi,
esattamente come voleva, sapendo di avere giuridicamente torto.
Nessuno ha
mai dimostrato che fossero effettivamente stati i militari italiani a sparare e
resta il fatto che se i due marò hanno comunque agito correttamente (sentenza
dell’Aja) non si capisce perché bisognasse comunque ancora pagare.
Visto poi che
non c’era bisogno di consegnare i nostri militari alle autorità indiane (che
hanno potuto così alimentare il ricatto) nelle ore successive alla sparatoria,
né fare entrare una nostra nave nelle acque indiane bisognerebbe far pagare la
somma a chi ha ordinato la loro consegna in spregio al diritto internazionale.
Su tutto mi
resta però un esempio luminoso: il comportamento dei due militari. Silenziosi
sempre, composti sempre, leali sempre. “Bravi!”, detto dal profondo del cuore.
NEL
RICORDO DI CAMILLA
Un doveroso
ricordo della giovane Camilla Canepa, morta a Genova dopo la vaccinazione con
Astrazeneca e diventata uno dei simboli di questi mesi di pandemia.
Spiace che a
seguito di questo tragico decesso si sia scatenata l’ennesima polemica sui
vaccini: si, no, non si sa, forse. Si, ma solo agli over 60, no: Astrazeneca va
somministrata anche ai giovani. Prima dose di un tipo, allora la seconda
assolutamente dello stesso?” Si, no, è meglio di no, assolutamente sì, lo fanno
già gli altri, invece non è vero, oppure forse.” Open day? Si, poi fermi tutti,
De Luca che prima ordina no. poi sì, poi forse. Il generalissimo Figliolo che
va contro le regioni, poi “si coordina”, ma tanto la colpa è della Lombardia.
Ora i giovani
vaccinati ora che fanno? Fermate anche J & J? Si, no, vedremo. Dopo 18 mesi
siamo ancora in ballo con tutti che urlano, i virologi che polemizzano in
ordine sparso, i mezzobusto in TV che si sprecano. Intorno l' Italia,
contraddittoria e casinara per definizione. Solo Speranza resta lì fisso come
un paracarro, la barba sempre malfatta, in abito blu e perennemente sorridente.
RIFLESSIONE
SUL RAZZISMO
Il recente
suicidio del giovane Seid Visin, ragazzo nero cresciuto in Italia che aveva
scritto (due anni prima del suo tragico gesto) di volersi uccidere per gli
sguardi “schifati” della gente nei suoi confronti ha riaperto il dibattito sul
razzismo.
Credo che
dobbiamo avere il coraggio di interrogarci nel profondo, perché ogni volta che
si affronta questo discorso - o si assiste a situazioni discriminatorie -
cominciamo sempre con uno scontato “ Io non sono razzista, ma...”
Francamente
sono stufo di sentirlo ripetere perché quel “ma” spesso - poco dopo -
contraddice nei fatti il concetto di partenza.
Proprio
perché non mi va la demagogia su questo tema posso parlare solo per me stesso,
dichiarando subito che a me del colore della pelle di una persona non mi
interessa nulla, mentre mi interessa come si comporta individualmente quella
stessa persona, bianco o nero che sia.
Il suicidio
di Seid è stato un dramma vero, ma le motivazioni non possono essere solo
quelle dichiarate che sottolineano piuttosto una grande sua fragilità
interiore, anche perché in Italia ci sono milioni di neri e di loro non si
suicida nessuno ed oltretutto il ragazzo suicida era italiano da sempre.
La stupidità
e l’ignoranza, il timore inconscio delle persone nei confronti dei “diversi”
sono sicuramente una costante, ma la discriminante non credo sia per il colore
della pelle, ma quando appunto si equivoca tra razza e responsabilità
personali, dimenticando o sottovalutando che la reazione a volte nasce
spontanea per una eccessiva dose di “buonismo ufficiale” che - al contrario –
tende a voler sempre giustificare ed assolvere tutti.
Questo
atteggiamento è frutto di timori inconsci, ma anche per situazioni che vediamo
ogni giorno e che non riusciamo a giustificare.
Il razzismo
nasce (purtroppo) per ignoranza, ma quando si vedono le condizioni di
migliaia di persone in condizioni disperate o che vengono sfruttate si deve
imporre alla nostra coscienza la necessità di intervenire nell’aiuto,
soprattutto nell’emergenza, anche se in noi stessi scatta la protesta per la
mancanza di regole sia nell’immigrazione che a volte per i comportamenti di chi
è accolto.
Non si
riflette abbastanza che il razzismo in gran parte sparirebbe se gli arrivi (e i
successivi soggiorni) fossero filtrati dalla legalità e se chi arriva si
adeguasse a comportamenti, principi, atteggiamenti, leggi del paese che
accoglie.
Ne ho scritto
a lungo nel mio libro “Integrazione (im)possibile? Quello che non ci dicono su
Islam, Africa, Immigrazione” (se non lo avete letto, richiedetemelo via mail a marco.zacchera@libero.it) per
sottolineare che è un processo non facile né veloce, ma che deve essere
affrontato con le idee chiare e il rispetto delle regole.
Se per strada
vedo una islamica intabarrata in abiti neri che non le lasciano scoperti che
parte gli occhi mi indigno (e scatta il razzismo latente) non perchè professa
un’altra religione, ma perché penso che spesso sia una violenza alla libertà di
quella donna considerando anche che se io visito un paese musulmano devo
accettare le “loro” regole e quindi “loro” - venendo qui - devono accettare le
nostre, anche esteriori.
Rispetto
reciproco? Si, ma purtroppo oggi una donna italiana non può girare in
minigonna a Riad o a Teheran o rischierebbe la lapidazione con la certezza di
arresto immediato, né anche solo muoversi senza un velo che la ricopra.
Quanto è
“razzista al contrario” l’omicidio di una poveretta perché a Reggio Emilia non
voleva sottostare a un matrimonio combinato e liberarsi dai pesi di una
religione a lei imposta?
Attenzione:
ricordiamoci che anche nell’Italia di 50 anni c’era ancora “il delitto d’onore”
ma oggi non è più così e in una società multietnica non può più essere
accettato un simile comportamento. Ecco dove però cresce il razzismo più
o meno inconscio, anche per reazione ad atteggiamenti inaccettabili eppure
spesso minimizzati con toni demagogici e buonisti fuori dalla logica.
Non è un caso
isolato: sul traffico umano si campa e pensiamo alla mafia nigeriana, agli
scafisti, al “giro” legato spesso a cooperative di dubbia serietà, allo
sfruttamento della mendicità e alla disperazione di chi la vive per
sopravvivere.
Mentre noi ci
facciamo o ci dovremmo fare (per fortuna) mille scrupoli, nel mondo non è così
e chi conosce la realtà del Sudafrica – per esempio – sa che ad uno stato di
apartheid è subentrata una pesante discriminazione contro i bianchi che pure
hanno costruito il paese 400 anni fa.
Allo stesso
modo negli Stati nel Golfo milioni di pakistani, indiani, filippini e nepalesi
sono schiavizzati, senza dimenticare la realtà cinese.
Ancora una
volta si scopre che non è il colore della pelle ad auto-discriminare, ma molto
più spesso la religione, lo sfruttamento economico, la mancanza di diritti
umani minimi rispettati a livello planetario. Temi su cui spesso non si ha il
coraggio di intervenire con norme chiare e si preferisce far finta di nulla.
Tornando
all’Italia una volta di più sono le regole che quindi vanno studiate, applicate
e fatte rispettare proprio perché chi arriva deve adeguarsi al nostro
ordinamento giuridico e civile e contemporaneamente non essere spinto né nei
ghetti né nella discriminazione.
Senza regole
rispettate cresce poi anche la demagogia, soprattutto se la lettura ufficiale e
“politicamente corretta” dei fatti fa scattare la reazione negativa di milioni
di persone che nel loro intimo diventano “razziste” (anche se non lo
ammetteranno mai) proprio perché chiamate a sopportare costi di accoglienza e
mantenimento senza ottenere reciproco rispetto, sicurezza e osservanza delle
leggi della Repubblica.
Essere
cittadini consapevoli deve essere patrimonio di tutti, diritto di tutti, dovere
di tutti.
BUONA SETTIMANA A TUTTI
MARCO
ZACCHERA
IL PUNTO n. 819 del 11 giugno 2021
di
MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info
e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO:
FEDERAZIONE A DESTRA? – AFGHANISTAN ADDIO - PALAMARA ALL’ITALIANA – SARDINE IN
SCATOLA – “NON LEGGETE LA MELONI!” – BOOKING EVADE - I CONTI DEL MAGGIORE
-
FEDERAZIONE
LEGA-FI ?
Il primo dato
incerto che pesa sull'ipotetica federazione tra Lega e Forza Italia sono le
condizioni di salute "vere" di Silvio Berlusconi
che è apparso in pubblico per pochi minuti il giorno delle consultazioni con Draghi
ai primi di febbraio e poi non è visto più, con i media che ripropongano video
con vecchi spezzoni di repertorio (su Mediaset anche di una ventina d'anni fa,
l'effetto a volte è un pò patetico...).
Se anche i PM
del "Ruby ter" hanno acconsentito a rinvii delle udienze per motivi
di salute significa - temo - che il Cavaliere stia piuttosto male e che quindi
questo suo appello a Salvini (accolto malissimo in ampi settori di FI) sembra
un pò un suo canto del cigno. In altre parole si ammette l’imbarazzo di Arcore
su chi dovrebbe prendere le redini del partito all’eventuale ritiro del leader,
con il rischio di uno sfaldamento generale.
Auguri a
Berlusconi, convinto che l'idea di un "patto federativo" nel
centro-destra farebbe bene alla coalizione e per accrescere il suo peso
all'interno del governo, anche se Giorgia Meloni resta la
convitata di pietra, con l’evidente anomalia di una separazione a Roma rispetto
rispetto allo schieramento che governa regioni e città.
Un patto
federativo non è una fusione (che in termini di voti non ha mai pagato nella
storia politica italiana) ma può essere utile per stendere una buona e
condivisa piattaforma programmatica. A quel punto non sarebbe una bestemmia se
il “patto” si allargasse anche la Meloni che vive (bene) anche di quotidiani
distinguo tattici, ma senza sostanziali divergenze sulle cose importanti, come
invece avviene per l'asse M5S-PD che spesso sembrano divisi su tutto.
D'altronde è evidente che restando divisi si raccolgono più voti, ma se il
centro destra vuole governare deve trovare comunque una comune intesa
strategica.
Intanto per
le amministrative di Roma non credo che "Il ticket Michetti-Matone”
sia una scelta vincente. Evidentemente non c’è in giro niente di meglio, ma
esprimo preventive ed ampie riserve sulle possibilità di un successo. Vedremo i
risultati finali, è inutile che ripeta come bisognerebbe smetterla di calare
candidati dall’alto: i salotti di Porta a Porta - cui è
abituata la Matone - non sono esattamente i problemi concreti della
borgata romana di... Primaporta!
Per le
elezioni di Torino – visto che alla fine si è confermato l'imprenditore Paolo
Damilano – c’è da chiedersi invece perché allora non lo si sia
annunciato ufficialmente già mesi fa permettendo così una più organizzata
campagna elettorale dovendo far crescere da zero, come quasi sempre, candidati
sostanzialmente sconosciuti all’elettorato.
Infine su
Milano – città che il centro-destra avrebbe potuto vincere – permane invece una
nebbia tutta meneghina: forse alla fine uscirà candidato Maurizio Lupi
per disperazione: persona che stimo, ma “minestra riscaldata” che -
contro un Sala osannato e spinto dai media - temo che difficilmente sarà
vincente.
AFGHANISTAN
ADDIO
Con poche
fanfare e molto imbarazzo anche gli italiani se ne vanno dall’Afghanistan.
Sono passati
20 anni dall’11 settembre 2001 e dalla scelta USA di combattere i terroristi
nei loro santuari al centro dell’Asia, ma la “grande coalizione” torna a casa
con la coda tra le gambe senza aver raggiunto i suoi obiettivi.
Nonostante i
3.232 soldati rimasti sul terreno (53 italiani) e una spesa enorme, il
tentativo di restituire all’Afghanistan i connotati di una democrazia è
clamorosamente fallito. Si torna a casa con al seguito circa 700 civili afghani
che hanno collaborato con le nostre truppe in questi anni, ma che – rimasti
senza protezione – rischiavano di essere uccise. Anche questo conferma che la
“vernice” di una normalità afghana evaporerà in poche settimane e le milizie
islamiche torneranno presto a controllare l’intero paese. 20 anni sono passati
invano.
PALAMARA
ALL’ ITALIANA
Magnifico,
finirà come nei film: il “trojan” inserito nel telefonino dell’ex giudice
Palamara che ha intercettato quintali di porcherie all’interno della
Magistratura (inspiegabilmente funzionando però solo a tratti e tacendo quando
al telefono c’erano alcuni pezzi grossi...) pare ora che non fosse inserito con
le autorizzazioni corrette e quindi non varrebbe più come “prova”.
Conseguentemente se le prove non contano la corruzione non esiste, il problema
è risolto, giustizia è fatta. (!!)
Circa invece
la vicenda legata a Davigo, CSM, presunta loggia massonica “Ungheria” e
rapporti con la Procura di Milano, l’arresto dell’avv. Amara per la vicenda
Ilva di Taranto crea ulteriore confusione. L’ideale per garantire tempi lunghi,
pressioni, ritrattazioni e potenziali insabbiamenti, mentre intanto si indaga
anche sui PM milanesi che avrebbero nascosto prove a favore degli imputati nel
mega-processo ENI.
Begli esempi
per la credibilità della categoria…
SARDINE
IN SCATOLA
Non avete più
avuto notizie delle “Sardine”? Tranquilli, aspettano silenziose sott’olio in
attesa delle prossime necessità elettorali del PD. Apparse in Emilia per
raddrizzare una campagna regionale a rischio sconfitta, sono state poi
surgelate apparendo brevemente giusto in tempo per occupare (in tenda!) sotto i
riflettori TV la sede centrale del PD durante il giro di valzer che serviva per
cacciare Zingaretti.
Adesso sono
state rimesse temporaneamente in scatola in attesa delle prossime elezioni e
attendiamo con fiducia, anche se ora c’è la complicazione del (per loro)
“disgustoso Salvini” temporaneamente alleato proprio del PD.
Ci vorrà un
po' di pazienza per riciclare gli slogan, ma tenete pronto l’apriscatole: altre
elezioni si avvicinano.
LA
MELONI DELLA DISCORDIA
L’ idea dei
giovani di Fratelli d’Italia di Verbania di regalare una copia del recente
libro autobiografico di Giorgia Meloni alle biblioteche degli istituti
superiori della città ha scatenato un putiferio perfino a livello nazionale,
sottolineando anche il livello di insofferenza che gira dalle parti del PD.
L’assessore
comunale piddino alla cultura, Riccardo Brezza, si è infatti
scagliato con parole di fuoco contro l’iniziativa, dichiarata “Un atto di
provocazione politica che supera ogni limite” e poi “Esprimo tutta la mia
contrarietà verso questa proposta che non ha alcuna possibilità di essere
realizzata” “Quindi per quanto di mia competenza la biografia di Giorgia Meloni
continuerà a rimanere fuori dalle scuole verbanesi”.
Assessore, ma
da quando in qua regalare un libro è diventata una così grave provocazione
politica?
A parte il
fatto che le scuole superiori della città non sono di sua competenza (e
l'interessato dovrebbe saperlo) sono rimasto esterrefatto dai suoi post,
avendolo sempre considerata una persona seria. D'altronde nessuno è o sarà
obbligato leggere il libro, ma perché addirittura vietarne la diffusione – non
si sa in base a quale norma - impedendo alle biblioteche scolastiche di
ricevere il piccolo omaggio?
Ognuno legge
(o dovrebbe leggere) quello che vuole e credo che in una società libera una
lettura non può e non deve essere preventivamente censurata, altrimenti sarebbe
lecito sostenere che proprio l’assessore alla cultura (!) della nostra città si
arroga lui stesso il diritto alla censura, il che sembra francamente un assurdo
controsenso.
Questo
atteggiamento non fa però che confermarmi come spesso a sinistra ci si arroghi
il diritto di pensare per tutti e a spingere sempre per una lettura dei fatti,
della politica, della storia solo e soltanto a senso unico.
Brezza si è
mai chiesto quanti libri, interviste, dibattiti, mostre, conferenze si siano
tenuti nelle scuole cittadine senza contraddittorio e con “invitati” tutti
sempre (o quasi sempre) legati alla SUA parte politica? Si è mai posto il problema
dei “Consigli di Istituto” che regolarmente – spesso in nome del “A scuola non
si fa politica” - non accettano contraddittorio, ma spalancano le porte solo
all’ANPI, alla Casa della Resistenza ed alle altre associazioni, autori,
intellettuali, giornalisti, magistrati tutti o quasi sempre di sinistra?
Alla faccia
del pluralismo: perfino un libro regalato adesso disturba!
Suvvia,
assessore, ammetta sportivamente che i giovani di Fd’I si sono dimostrati più
svegli di lei e - visto che lei notoriamente “studia da sindaco” della nostra
città - non si renda ridicolo e piuttosto accetti sempre il confronto: certi
suoi toni richiamano altrimenti lo stalinismo o la Corea del Nord, oltre a
nefasti altri regimi che - dei libri - facevano falò.
BOOKING
PRENOTA … MA NON PAGA!
Molti usano
“Booking.com” per prenotare le vacanze, pochi sanno che le aziende
intermediarie come queste guadagnano un sacco di soldi ma NON pagano le imposte
sul reddito e, come sta emergendo, Booking addirittura evaderebbe anche l’IVA.
Pensate che
solo in Italia “Booking.com” “gira” circa 700 milioni con UNA PROVVIGIONE
NETTA, OVVERO UN PROFITTO, che sfiora i 120 MILIONI DI EURO. Redditi tutti
esentasse perché la sede di Booking è all’estero, anche se i profitti sono
generati in Italia: un aspetto che come commercialista mi fa impazzire visto
che va contro i principi contabili corretti.
Siccome non
bastava, pare che la società (che in Italia non ha neppure nominato un
rappresentante fiscale) non pagasse neppure parte dell’IVA. Pochi turisti sanno
tra l’altro che - a dispetto della pubblicità ingannevole dei “portali” -
su quanto pagato tramite Booking alle strutture ricettive il “pizzo” imposto da
questi colossi è del 18%. Un consiglio: la prossima volta non fatevi fregare e
prenotate direttamente: sicuramente risparmierete qualcosa e non manderete
parte dei vostri soldi in un paradiso fiscale.
Anche per
questo motivo plaudo alla decisione di principio del G7 di far pagare delle
imposte minime a tutte le multinazionali, ovunque abbiano la propria sede
fiscale.
VERBANIA: IL CEM-MAGGIORE VA ALLA CORTE
DEI CONTI
Un gruppo di
consiglieri di minoranza di Verbania hanno chiesto alla Corte dei Conti di
verificare alcuni aspetti della realizzazione del teatro “Maggiore” (ex CEM) da
me fortemente voluto quando ero sindaco e che - ad ormai cinque anni
dall’inaugurazione ufficiale - sembra essere tuttora senza certificato
antincendio e privo di abitabilità definitiva.
Se la Procura
di Verbania avesse voluto trovare il tempo di approfondire gli esposti che a
suo tempo avevo presentato ed avesse interrogato le persone che spontaneamente
volevano essere ascoltate in merito forse molti dubbi che tuttora permangono
sarebbero stati risolti da tempo.
Purtroppo mai
nessuno “E’ profeta in patria” e intanto in questi anni la polvere si è
accumulata sulle carte, sui fornitori, sui bandi (?) della direzione
artistica...
BUONA SETTIMANA A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL
PUNTO n. 818 del
4 giugno 2021
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: IL PROBLEMA GIUSTIZIA - LA PARABOLA DI
GIUSEPI - VACCINAZIONI – L’ ISTAT TI FA IMMORTALE -
..........................................................................................................
GIUSTIZIA, SENTENZE E REFERENDUM
Da sempre i giudici fanno discutere e le loro sentenze influenzano
il costume, la politica, la vita di una comunità.
In settimana alcuni fatti sono apparsi sconcertanti: dal rilascio
del mafioso Giovanni Brusca (con circa 150 omicidi sulla coscienza) alla pronta
liberazione degli imputati a Verbania per la sciagura della funivia, alla
sentenza di Taranto che ha riproposto il dilemma di quale sviluppo industriale
sia sostenibile.
Certo un giudice più è libero più è autorevole, se appare
condizionato sarà sempre oggetto di critiche. Proprio per questo i magistrati
dovrebbero essere e rimanere al di fuori della politica perché - quando ne sono
sponsorizzati o si rivolgono alla politica per fare carriera - diventano molto
meno autorevoli. Purtroppo però è un vezzo comune e i fatti dimostrano che
solide “maniglie” politiche servano davvero.
Peggio ancora quando i vertici della Magistratura appaiono
inquinati: nell’opinione pubblica cade l’autorevolezza del suo “status”, così
come quando passano i mesi e i peggiori scandali – vedi caso Palamara -
sembrano scivolare via come l’acqua sul vetro.
I recenti fatti di cronaca hanno piuttosto riproposto ancora una
volta la necessità della separazione delle carriere tra magistratura inquirente
e giudicante, così come l’uso (e l’abuso) dei pentiti di mafia, sottolineato
discrepanze clamorose.
I giudici sono essere umani e possono sempre sbagliare, però
devono avere il coraggio di ammetterlo visto l’Italia è però il paese più
condannato d’Europa dalla Corte dei Diritti dell’ Uomo di Strasburgo per
malagiustizia, con numeri che fanno rabbrividire.
Per avere una prima idea di quanti siano gli errori giudiziari in
Italia vale la pena di mettere insieme sia le vittime di ingiusta detenzione
sia quelle di errori giudiziari in senso stretto. Ebbene, dal 1991 al 31
dicembre 2020, i casi accertati e documentati sono
stati 29.659: in media, poco più di 988 l’anno (parliamo
solo di quei casi conclusisi con un indennizzo all’imputato). Il tutto per una
spesa complessiva dello Stato gigantesca, tra indennizzi e risarcimenti veri e
propri: 869 MILIONI di euro, circa 29 milioni l’anno, eppure ufficialmente
i giudici non sbagliano mai.
Pensate: dal 010 al 2021 nonostante questi indennizzi sono
state depositate solo 544 cause formali per responsabilità civile dei
magistrati e su 129 sentenze emesse finora (le altre 415 cause sono a prendere
polvere) ci sono state solo 8 (otto!) condanne, tra l’altro senza pubblicizzare
i nomi dei magistrati “colpevoli”.
E’ lecito affermare che la “Casta” assolve soprattutto sé
stessa?
Quello che più mi indigna è che passano gli anni e nulla cambia:
tempi infiniti per decidere qualcosa su pentiti, prescrizione, divisione delle
carriere, riforma del CSM. Chiacchiere e chiacchiere, ma alla fine non cambia
mai niente. Per esempio un paio di anni fa è stato sancito il principio che chi
subisce un processo penale – magari con pre-reclusione - e ne viene assolto ha
diritto ad un rimborso per le spese legali sostenute, visto che evidentemente
l’incriminazione non aveva coperture di prove.
Furono stanziati 8 milioni per gli indennizzi che sembrano tanti
ma – udite udite – visto che gli assolti solo l’anno scorso sono stati 126.000
in un solo anno ne verrebbe un rimborso di 63 euro per procedimento, somma
infinitesimale rispetto alle spese sostenute dagli imputati per i propri
avvocati.
Al tempo di questa “storica legge” il M5S e nello specifico il
ministro Buonafede parlò di “grande svolta di civiltà”: la svolta si è chiusa
nel solito vicolo cieco.
I Radicali e Salvini propongono ora una serie di referendum per
cambiare la Giustizia italiana e non c’è dubbio che se il Parlamento continuerà
imperterrito nel suo immobilismo spetterà ai cittadini esprimere per lo meno il
proprio dissenso, anche se già in passato referendum con risultati chiarissimi
sono rimasti lettera morta.
Ricordate? Era il 1987, i Radicali promossero un referendum sulla
RC dei magistrati che raccolse l’80% di “si”, ma i numeri - 35 anni dopo - li
avete appena letti: in tutto alla fine solo 8 condanne!
Non mi illudo quindi che cambi qualcosa, anche perché i vertici
dello Stato in argomento sembrano immobili paracarri, a cominciare dall’
illustre Presidente della Repubblica che settimanalmente enuncia scontati
proclami, ma non sembra intervenire mai per incidere nel concreto: il caso
Palamara-CSM-Procure valga per tutti. Sconfortante.
PROBLEMI DI CONTE (CONTE CHI ?)
C’è il Conte (Antonio) che vince lo scudetto e poi emigra per
questione di milioni, poi c’è anche il Conte (Giuseppe, detto Giusepi) già
premier ed “Avvocato del popolo” che affonda nei flutti e non se lo fila
nessuno.
Da Palazzo Chigi a essere (forse) leader del malandato M5S ne
corre, anche perché non si riesce ancora a capire se Conte (Giuseppe) sia
stato o meno ufficializzato leader, complice una serie di sfighe che lo
tallonano da vicino.
Prima i guai giudiziari del figlio dell’“Illuminato”, poi la mega-rissa
contro Rousseau sui nomi degli iscritti, poi le scissioni varie ed i sondaggi
impietosi: Conte (Giuseppe) dove sei? Lui, poverino, corre: deve tenersi buoni
gli scissionisti, calmare i gruppi parlamentari, vedersela con Crimi (perché in
fondo c’è ancora lui ufficialmente a comandare) ma soprattutto deve inventare
(inventarsi) una linea di condotta visto che i grillini la cambiano due volte
la settimana ed è duro stare dietro alle dichiarazioni, scuse, giravolte di Di
Maio & associati.
Avvocato Giusepi, ma perché non torni a fare il professore?
VACCINI E PROCLAMI
Qualcuno mi critica perché insisto sulla questione vaccini ma – a
parte il doveroso e pubblico ringraziamento per chi si sta impegnando nella
campagna – non sopporto la demagogia e in argomento se ne sta facendo ancora
troppa.
Per esempio la quota di 500.000 vaccini al giorno, promessa per
aprile e toccata solo per 2 giorni a fine mese, nel mese di maggio appena
finito è stata raggiunta solo 15 volte su 31 giorni di calendario, così come non
decolla la vaccinazione aziendale. Quello che è successo nella nostra ASL è
emblematico.
Come albergatori del Lago Maggiore avevamo richiesto già ad inizio
aprile di poter vaccinare (a nostre spese!) i dipendenti degli hotel per
promuovere le nostre strutture anche all’estero come “Covid free”.
Nonostante l’impegno di Federalberghi e il pagamento in data 3
maggio del dovuto (32 euro a testa) dopo una lunga attesa ed il faticoso
decollo delle procedure, quando già i 389 dipendenti registrati avevano ricevuto
gli SMS di convocazione tutto è saltato perché la Regione Piemonte ha
comunicato che dal ministero era giunto uno “stop”: mancavano i vaccini
disponibili.
E allora tutti servizi giornalistici, le promesse, le
dichiarazioni sulle vaccinazioni ”aziendali” ? Semplicemente “effetto
annuncio”, condito con aria fritta, quella che non pesa sullo stomaco.
ISTAT BENEDETTA (E IMMORTALE)
Un mio caro amico di Verbania, Piero T. , ha ricevuto un
minaccioso quanto voluminoso plico dall' ISTAT.
Si affrettasse a rispondere - ordina l'Istituto - all'allegato
questionario per verificare se per colpa del Covid avesse perso il lavoro e
cosa intenderebbe fare nel futuro prossimo venturo per recuperarlo. Roba
complicata, da compilare e spedire subito pena una lunga serie di poco
piacevoli conseguenze.
Perplesso e in difficoltà con le risposte, Piero si è rivolto a me
perchè gli dessi una mano e quindi non incorrere nelle prescritte sanzioni.
Tutto bene, salvo un particolare: Piero è nato - come da
codice fiscale stampato bene in vista all'inizio della lunga missiva -
nell'ormai lontano 1938 (XXVI° E.F.), ha mancato per un pelo il servizio nei
balilla, ma (avendo ormai da tempo superato gli 83 anni), difficilmente
potrebbe aver perso il lavoro causa Covid e tantomeno riuscirà ora a
recuperarlo.
Visto che l'ISTAT nell'invio dei plichi, debitamente notificati,
non nota neppure questo particolare ho qualche dubbio sulla effettiva
operatività e concretezza del nostro celebrato Istituto di statistica.
BUONA
SETTIMANA A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 817 del 28 maggio 2021 di
MARCO ZACCHERA (www.marcozacchera.it) info,
contatti e numeri arretrati: marco.zacchera@libero.it Sommario: MOTTARONE: TRISTEZZA, VERGOGNA,
INDIGNAZIONE - I CENTO GIORNI DI DRAGHI – ERRORI DEL CENTRODESTRA – LETTA ROBIN
HOOD TRISTEZZA,
VERGOGNA, INDIGNAZIONE Tutti noi
che viviamo e siamo cresciuti nelle cittadine
intorno al Lago Maggiore stiamo vivendo con
disperazione e sconcerto quanto avvenuto domenica con lo schianto della funivia
Stresa-Mottarone. Era una
giornata bellissima, limpida e piena di sole, la prima di libertà dopo il
Covid: impensabile che sia finita con questa tragedia e appare incredibile la
serie di responsabilità che sembra l’abbiano causata. Un dolore
profondo per le vittime, l’incredulità, la vergogna - quasi - per non essere
stati in grado di evitarla con la intima consapevolezza del
dolore provocato e delle conseguenze sul turismo locale, ma - prima
di tutto - questa partecipazione profonda e vera, piena di tristezza, per un
evento che ha travolto tutti, un dolore che non passa. Due soli
punti d’orgoglio: la tempestività nei soccorsi con l’evidente preparazione di
chi è intervenuto subito per salvare almeno il piccolo Eitan e la celerità e lo
scrupolo delle indagini, con un grazie doveroso quindi per i tanti
volontari impegnati e alle Forze dell’ordine, oltre a chi sta indagando con
estrema serietà. E’ troppo
poco, lo comprendiamo tutti, ma è un punto fermo sul quale almeno raccogliersi
per ripartire. Quel
punto sul Mottarone che domenica era pieno di elicotteri l’ho davanti agli
occhi da sempre, tutti i giorni: adesso è diventato un pensiero fisso, ma una
vista che non è e non sarà mai più come prima. I
CENTO GIORNI DI DRAGHI Sono ormai
passati i famosi "cento giorni" dall'avvio del governo Draghi ed è
giusto fare finalmente un primo bilancio. Il 50,6%
degli italiani - stando ai media - approva l'operato del governo, anche se la
stima del premier appare maggiore e proprio questa sensazione è un primo
punto di partenza. Personalmente
apprezzo Draghi: dimostra di essere persona di valore, di avere capacità di
sintesi e mediazione e - soprattutto - non dà una impressione narcisistica di
spasmodica ricerca dell'auto-promozione come era diventata una caratteristica
ormai insopportabile dell'ex premier Conte. Draghi è
sobrio, si è auto-cancellato l’emolumento, parla il meno possibile dando
l'impressione che parlerebbe anche di meno tenendo un profilo schivo, come
tutti i banchieri di razza che non vogliono mai apparire, ma stando davanti ai
numeri sanno lavorare in profondità. A Draghi era
stato chiesto di muoversi su due priorità: vaccinazioni e preparazione del
Recovery Plan per avere i soldi europei. Sul primo
punto ha il merito di aver stroncato il malaffare che spadroneggiava dietro ad
Arcuri (su cui sarebbe opportuno ulteriormente approfondire) e con la scelta
"tecnica" del generale Figliuolo ha fatto ripartire una campagna
vaccinale che appariva scoordinata. Una realtà di
numeri meno brillante di come hanno annunciato troppe fanfare, ma non è colpa
di Draghi se l'Europa si è persa in contratti-capestro e connivenze evidenti
con i big dei farmaci. Proprio verso
l'Europa Draghi dimostra di avere esperienza e credibilità: mentre si appanna
la stella della Merkel in via di pensionamento è proprio Draghi a crescere in
visibilità nella UE tanto da ottenere per lo meno attenzione per i guai
italiani, ben ricordando di avere alle spalle una credibilità-paese prossima
allo zero. Al netto
delle sirene non disinteressate l'Italia si è così presentata con Recovery Plan
più coerente e serio di prima ed attende con ansia i primi spiccioli, anche se
tra il dire e il fare (ovvero di saper poi attuare i progetti) ne passa. Draghi appare
impermeabile alle polemiche, usa buon senso, tira diritto anche perché si
ritrova con una maggioranza numericamente enorme ma divisa all’interno. Godendo di
buona stampa - avendo coinvolto quasi tutti nel coro - alla fine il punto
debole di Draghi è proprio la sua maggioranza, un caleidoscopio che sta insieme
per necessità e non per convinzione, barcamenandosi su molti temi dove tutti
vogliono avere la propria visibilità mettendo le dita negli occhi al vicino. Fino ad oggi,
comunque, sono state rose e fiori: finita la luna di miele le difficoltà
cominciano adesso. Vengono e
verranno al pettine infatti tutti i nodi rimandati da Conte, nascosti da Renzi,
dimenticati da Letta e aggravati da una pandemia che ha fermato quasi tutto. Ci
sono infinite materie per litigare in maggioranza: il blocco dei licenziamenti,
un’economia che non “tira” e va fatta ripartire, una situazione sociale
difficile, mance demagogiche diventate perpetue come i vari redditi di
cittadinanza, l’Alitalia da far ri-decollare (?), gli sbarchi che crescono e –
soprattutto – la cabina di regia da far funzionare in chiave europea dove le
pressioni, le lobby, le istanze categoriali saranno fortissime. Alla fine ad
oggi per Draghi ne esce una pagella del primo trimestre con sostanziali
sufficienze, qualche "buono" in materie orali, ma con la necessità di
un giudizio più approfondito quando cominceranno ad arrivare i soldi di
Bruxelles da mettere veramente a frutto. Sullo sfondo
i nuvoloni neri che crescono in una maggioranza pronta a sgambettarsi a vicenda
e dove i troppi galli nel pollaio rischiano di rallentare il lavoro generale. CENTRODESTRA:
GLI SBAGLI NON PAGANO Niente da
fare, nel centro-destra ci sono tipi testardi e per scegliere i candidati si
continua a sbagliare nei tempi e nei metodi. Neppure un pò
di umiltà nel capire che qualche volta bisogna imparare anche dagli
avversari e - anzichè calare dall'alto candidature più o meno credibili -
bisognerebbe soprattutto ascoltare di più cosa ne pensano davvero iscritti ed
elettori. Alludo al solito
metodo (perdente) di scegliere candidati - soprattutto quelli a sindaco –
perdendo mesi ai tavoli di vertice senza procedere ad iniziative tipo le
"primarie" ovvero proponendo alcuni mesi prima mdi ogni elezione
delle rose di candidati fra cui far scegliere “dal basso” gli sfidanti,
persone che sappiano rappresentare meglio chi poi li voterà. Un buon
chirurgo, un imprenditore di successo o un giornalista TV non possono
inventarsi sindaco il giorno dopo se non hanno una certa esperienza
amministrativa e questo soprattutto nei grandi comuni dove la conoscenza
dell'apparato e dei problemi è un aspetto essenziale non fosse che per non
farsi massacrare dall’apparato. Eppure, dopo
mesi di chiacchiere, siamo ancora qui a discutere di nomi più o meno credibili
per Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna senza che gli elettori abbiano mai
potuto esprimersi. Lo faranno
ovviamente il giorno delle elezioni e non è un caso se – puntualmente-
alla fine anche una parte di elettori di centro-destra, al di là delle proprie
opinioni politiche, sceglie e sceglierà, come quasi sempre, altri
candidati. Temo finirà
0-5, un disastro. I parenti sono avvertiti. IMPOSTA
DI SUCCESSIONE: ARRIVA ROBIN HOOD Non mi
scandalizzo per la proposta del segretario del PD Enrico Letta di tassare di
più le successioni, ma piuttosto sono molto scettico sui suoi risultati. Per
cominciare credo che ben pochi lascino in successione oltre 5 milioni di
patrimonio ai propri cari, anche perchè si presuppone che chi è ricco sappia
tutelarsi e ci sono mille modi (legali) per evitare questo tributo. Oltretutto
Letta ha parlato dell’1% di interessati (ovvero 60.000 italiani) ma pare che le
denunce over 5 milioni siano solo 800 e più che il valore del patrimonio (per
esempio in caso di immobili) andrebbe allora piuttosto considerato il reddito. Mi fa
sorridere invece la demagogica proposta di destinare i soldi raccolti per
destinare 10.000 euro a ciascun diciottenne. Premesso che circa 500.000
diciottenni per 10mila euro a testa farebbero circa 5 MILIARDI (!) e che quindi
Letta ha sparato a salve senza neppure fare i conti perché premiare proprio i
diciottenni e non chi ha un anno in più e soprattutto darli in dote a tutti, lo
si meriti o meno? Forse sarebbe
meglio destinare comunque più fondi ai giovani che vogliono iniziare una
attività o a ridurre le tasse universitarie con crediti di studio: i regali
"generalisti" diventano spesso frutti avvelenati. A meno che
Letta ai dettagli non ci abbia neppure pensato, preso dalla assoluta necessità
di lanciare slogan alla Robin Hood “per togliere ai ricchi” e quindi fare
scalpore, nella fregola di declamare (finalmente) "qualcosa di
sinistra"...
BUONA SETTIMANA A TUTTI
MARCO ZACCHERA IL PUNTO n. 816 del
21 maggio 2021 di MARCO ZACCHERA (www.marcozacchera.it) info, contatti e numeri arretrati: marco.zacchera@libero.it Sommario: HAMAS VS
ISRAELE – COVID: ECCO LE RESPONSABILITA’ DELL’OMS -
FIGLIUOLO, FIGLIUOLO… - IMMIGRAZIONE TRA IPOCRISIE E (IR)RESPONSABILITA’
– ALLINEATI, ZITTI E COPERTI – CIAO MARCO Chissà se i lettori de IL PUNTO si siano resi conto di quanto le
mie piccole note spesso “anticipano” le questioni dei giorni successivi e
relative polemiche. Per me è una piccola soddisfazione, scoprendo di avere a volte un
briciolo più di esperienza e logica rispetto a certi personaggi che in TV vanno
per la maggiore… CONTINUO A STARE CON ISRAELE Ho ricevuto parecchi commenti ma anche insulti per aver scritto la
settimana scorsa il pezzo “Io
sto con Israele”, ma devo dire che me lo aspettavo perché non
c’è nulla di più dividente che la politica medio-orientale. Tra missili e rappresaglie, in questi giorni si è riletto un
tragico e scontato libro già scritto più volte, ma mi ha colpito come pochi
abbiano preso in considerazione le responsabilità politiche mondiali che stanno
dietro agli scontri. Non c’è dubbio che l’opinione pubblica sia perplessa e critica
quando Israele colpisce dei civili, ma senza capire (e forse sapere) che quelle
migliaia di missili sparati da Gaza sono pur stati venduti - o offerti - da
qualcuno, che i contro-missili di “Iron Dome” colpiscono esattamente i
punti partenza in modo automatico e che quindi quei razzi sono VOLUTAMENTE
sparati da scuole ed asili per sfruttare poi politicamente quei morti
innocenti. Certo che anche Israele ha delle responsabilità, così come la
tensione è utile per creare e sciogliere alleanze politiche interne israeliane,
ma è la strategia che sta dietro agli scontri che va politicamente denunciata. Grazie alla crisi Abu
Mazen ha potuto rinviare le elezioni (che probabilmente avrebbe
perso) e l'Iran
– grande fornitore delle armi ad Hamas
- si è rimesso in gioco rompendo l’isolamento in cui lo aveva messo il
bieco Trump. Questo anche perché tutti i “buonisti” del mondo chiedono
“pace-pace” ma spesso non ammettono né chiedono il contestuale riconoscimento
di Israele, primo passo per trattare davvero una pace possibile. Se qualcuno ha comunque voglia di documentarsi un pò si legga intanto lo Statuto di Hamas
(per esempio su www.cesnur.org ) e liberamente ne tragga le
sue conclusioni. LEGGETELO SUL SERIO, PERO’, PERCHE’ LA REALTA’ A VOLTE
SUPERA TRAGICAMENTE LA FANTASIA e - leggendolo - capirete molte cose, magari
riflettendo che siamo nel 2021, non nel medioevo. Sarà mai possibile la pace se (art. 11) ” Il
Movimento di Resistenza Islamico crede che la terra di Palestina sia un sacro
deposito (waqf), terra islamica affidata alle generazioni dell’islam fino al
giorno della resurrezione. Non è accettabile rinunciare ad alcuna parte di
essa. Nessuno Stato arabo, né tutti gli Stati arabi nel loro insieme, nessun re
o presidente, né tutti i re e presidenti messi insieme, nessuna organizzazione,
né tutte le organizzazioni palestinesi o arabe unite hanno il diritto di
disporre o di cedere anche un singolo piccolo pezzo di essa, perché la
Palestina è terra islamica affidata alle generazioni dell’islam sino al giorno
del giudizio (…) Questa è la regola nella legge islamica (shari’a), e la stessa
regola si applica a ogni terra che i musulmani abbiano conquistato con la
forza, perché al tempo della conquista i musulmani l’hanno consacrata per tutte
le generazioni dell’islam fino al giorno del giudizio…” Oppure (articolo 13) “Le iniziative di pace, le
cosiddette soluzioni pacifiche, le conferenze internazionali per risolvere il
problema palestinese contraddicono tutte le credenze del Movimento di
Resistenza Islamico (…) Non c’è soluzione per il problema palestinese se non il
jihad (“la guerra santa”). OMS, TRA POLITICA E AMARE VERITA’ E’ uscito nei giorni scorsi un libro: “Il pesce piccolo, una
storia di virus e di segreti” edito da Feltrinelli e scritto da Francesco Zambon,
veneziano, già funzionario per 13 anni della Organizzazione Mondiale della
Sanità fino alle sue (imposte) dimissioni dall’ OMS nel marzo di quest’anno. Una denuncia serrata – ed oggetto di indagine da parte di diverse
Procure, che mi auguro vadano fino in fondo – sui clamorosi “buchi” della
sanità italiana con le precise responsabilità del ministro Speranza e del suo
staff per quanto riguarda i piani di contrasto alle pandemie con un piano
nazionale fermo al 2006. Il libro apre però una nuova luce – decisamente inquietante –
soprattutto sull’OMS, che da organismo ONU per aiutare la salute di tutti si è
trasformato in un carrozzone politico che porta delle pesantissime
responsabilità per la pandemia di Covid che sta squassando il mondo. Nonostante le censure a livello mondiale emergono però sempre più
chiaramente le responsabilità morali, sanitarie e “politiche” dell’OMS e
dei suoi dirigenti a cominciare da quelle del direttore, Tedros Adhanom Ghebreyesus,
già problematico ministro della salute in Etiopia dal 2005 al 2012. Un paese, l’Etiopia, che – cosa sconosciuta ai più – è diventato
uno dei più strutturati avamposti cinesi in Africa e che politicamente,
economicamente e militarmente dipende ormai da Pechino rappresentandone
gli interessi in tutto il continente e specialmente nel Corno d’Africa. Nel libro di Zambon emergono le strategie di Pechino nel controllo
del mondo e come vengano stroncati quei paesi che la Cina non vuole ammettere
neppure che esistano come Taiwan, dove però il Covid è stato contenuto e vinto
con minime perdite umane. Una realtà molto interessante, un sistema medico e di tracciamento
all’ avanguardia, ma che per Pechino è solo (da 70 anni) “una provincia
ribelle”. Succube e silenzioso, l’intero consesso mondiale è sembrato
docilmente inchinarsi a Pechino senza considerare che il “Modello Taipei”
avrebbe potuto forse far risparmiare milioni di morti e sicuramente che Taiwan
ha comunque lanciato l’allarme COVID ben prima che le autorità di Pechino (e
l’OMS) ne ammettesse perfino l’esistenza. Ad oggi solo per motivi politici Taiwan non è neppure
ammessa nell’OMS e guai a quei paesi che ne chiedono il riconoscimento
almeno sostanziale, se non formale. Una vera omertà che è proseguita quando l’anno scorso una
risoluzione dell’Assemblea mondiale della salute ha affidato a tredici
personalità internazionali il compito di indagare su perché il coronavirus
fosse dilagato nei Paesi Oms in maniera così devastante. I tredici hanno rapportato che le più grandi responsabilità
ricadono proprio sull’Oms. «Viviamo nel ventunesimo secolo, ma ci siamo
comportati come nel Medioevo», ha denunciato la co-presidente della commissione
d’inchiesta, l’ex premier neozelandese Helen
Clark, così come l’altra guida del gruppo dei tredici, l’ex
presidentessa liberiana Ellen
Johnson Sirleaf , premio Nobel per la Pace nel 2011. Report clamorosi ma poco diffusi, anche perché la decisione di Donald Trump di
schierarsi apertamente contro l’OMS denunciandone le inefficienze ha avuto come
conseguenza una sua preconcetta difesa d’ufficio da parte di tutti gli
“anti-Trump” del mondo, italiani compresi, e in questo senso va anche la
recente decisione di Biden
di rimettere gli USA alla testa dei paesi “donatori” dell’OMS. Alla fine la politica ha contato e conta tuttora più del buonsenso
e della trasparenza: a pensarci è veramente una assurda, ipocrita follia. FIGLIUOLO, FIGLIUOLO… Curiose alcune dichiarazioni del generalissimo Francesco Figliuolo nel
suo quotidiano tour tra le regioni, ovvero che le vacanze degli italiani
andranno programmate sulla base delle rispettive date vaccinali. Se lavorasse nel turismo non la penserebbe così e intanto gli si
potrebbe far osservare che quota 500.000 di dosi giornaliere sono tuttora una
chimera, che il sito del ministero è in tilt da alcuni giorni e le tanto
strombazzate “vaccinazioni in azienda” sono ferme al punto di partenza perché
mancano i vaccini, nonostante migliaia di annunci. Aprire poi le prenotazioni alle classi sempre più giovani è
un’ottima cosa, ma i tempi si allungano e restano in coda milioni di
“prenotati” che continuano ad aspettare. La realtà è infatti diversa e più slow rispetto agli annunci, così
come il governo sembra ignorare che – ad oggi – un turista straniero che
volesse venire in Italia al rientro nel suo paese d’origine deve mostrare un
test “molecolare” di negatività, anche se è già vaccinato. Ovvio che la gran parte dei turisti stranieri stia a casa propria
o scelga altre nazioni turisticamente concorrenti all’Italia e che si
auto-dichiarano “Covid Free” in area mediterranea. IPOCRISIE E RESPONSABILITA’ "L'Ue è solidale con Ceuta e la Spagna. Abbiamo bisogno di
soluzioni europee comuni per gestire le migrazioni. Possiamo raggiungere questo
obiettivo se raggiungiamo un accordo sul nuovo Patto sulla migrazione", ha
scritto su Twitter la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen,
con riferimento alla ondata di irregolari marocchini verso Ceuta, enclave
spagnola in Africa. Sublime ipocrisia: dall’inizio dell’anno in Sicilia sono arrivati
più di 14.000 immigrati irregolari, l’Europa non se li fila per nulla, l’Italia
deve arrangiarsi e a far sbarcare clandestini in Sicilia sono navi ONG di altre
nazioni europee. Con chi se la prende Madame Ursula, se è lei stessa la
responsabile della cecità e del menefreghismo dell’UE ? Da tedesca a tedesca chissà se poi si sarà congratulata con la
capitana Carola Rackete,
benedetta dalla procura di Agrigento con il solito “non luogo a procedere” pur
avendo speronato una motovedetta della Guardia di Finanza entrando
clandestinamente in porto a Lampedusa, eroina di mille battaglie. “Grazie Carola per aver messo il tuo corpo in questa battaglia di
civiltà’ “ ha dichiarato Roberto
Saviano…addirittura! Francamente siamo all’apologia. Voi comunque evitate di investire "per motivi umanitari"
una pattuglia della GdF o dei Carabinieri perchè temo NON sareste coperti da
impunità "politicamente corretta". ALLINEATI E COPERTI Certo il premier Draghi - peraltro per molti versi capace ed
apprezzabile, come per aver rinunciato allo stipendio da primo ministro -
non può lamentarsi di non essere ben coperto dai media. "Draghi: è scudo anticrisi, 5 miliardi per il lavoro",
"Sostegni bis, fondi per le famiglie e i comuni" "Sanità:
potenziate le strutture con 600 psicologi", "Sgravi per chi
assume, sussidi agli stagionali!", "Discoteche e sale giochi:
arrivano risorse ad hoc", "Reddito di emergenza per quattro
mesi in più"… Sono solo i titoli di apertura di un normale numero de LA STAMPA
di Torino (nel caso quello di mercoledì 18 maggio) giornale – come quasi tutti
– che nei suoi titoli e commenti è LEGGERMENTE filo-governativo. Mi sa che certi atteggiamenti iper-plaudenti della stampa italiana
soprattutto alla “sinistra di governo” siano a volte molto simili a quelli
tenuti 85 anni fa nei confronti del capo del governo del tempo e predecessore
di Mario Draghi, tale cav. Benito Mussolini. CIAO MARCO Cinque anni fa - corre il tempo! - ci lasciava Marco Pannella. Non ho condiviso diverse delle sue battaglia mentre ne ho
appoggiate altre, ma sicuramente il tempo conferma come sia stata una persona
di spessore, coerente con le sue idee, un gigante rispetto a troppi nanetti che
si vedono in giro. Un personaggio che ha lasciato una traccia, un ricordo, una
testimonianza di vita e di non violenza alla cui memoria tutti portano e
devono rispetto
Un saluto e buona settimana a tutti!
MARCO ZACCHERA IL
PUNTO n. 815
del 14 maggio 2021 di MARCO ZACCHERA (www.marcozacchera.it) info, contatti e numeri
arretrati: marco.zacchera@libero.it Sommario: IO STO
CON ISRAELE – GIUSTIZIA MALATA - CENTRO-DESTRA: GUAI IN VISTA? –
SBARCHI, SIAMO DA CAPO – I NUMERI DI FIGLIUOLO - CINQUE PER MILLE IO STO CON ISRAELE Non c’era nessuna ragione seria (risibile
quella dello sfratto di alcuni inquilini arabi, peraltro sospeso dalla Corte
di giustizia israeliana) per far ricominciare gli scontri a
Gerusalemme, mentre non è casuale che contemporaneamente siano stati lanciati
da Gaza centinaia di missili su Israele da case civili, quasi a volere
provocare la scontata rappresaglia. Certamente si dovrebbe lavorare tutti per
portare avanti il concetto del “due popoli, due stati”, ma è altrettanto
certo che con i razzi, volutamente, si distrugge ogni possibile intesa. Io sto quindi con Israele, senza se e senza
ma, e mi spiace che l’Italia e l’ Europa non abbiano il coraggio di prendere
una posizione chiara e non pilatesca. Salgono però immediate le critiche per le
sanguinose rappresaglie israeliane, senza considerare che Israele è sotto
attacco ed è l’unica democrazia del Medio Oriente: forse l’ Occidente
dovrebbe ogni tanto ricordarselo meglio. Motivi veri della nuova crisi? Per esempio
che serviva una scusa ad Abu
Mazen per rinviare ancora una volta le elezioni, con Hamas che vuole invece
confermare la sua potenza militare rispetto alla direzione politica
palestinese mentre l’Iran
punta a vanificare i nuovi rapporti pacifici costruiti da Trump nell’area
mediorientale. Intanto – piaccia o meno ai democratici
nostrani ed esteri – Joe
Biden, per ora, si dimostra molto debole, insicuro ed
incerto. GIUSTIZIA: TROPPI SILENZI Ci sono notizie importanti che i TG non
trattano e vengono relegate nelle pagine interne così il grande pubblico non
le capisce e forse neppure le immagina. Quanti sono interessati al fatto che il
Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), formalmente presieduto
dal Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella (vice presidente “operativo” Davide Ermini - già
parlamentare PD - a suo volta succeduto a Giovanni Legnini, altro esponente
PD) NON poteva nominare Michele
Prestipino procuratore di Roma ed ha tenuto una condotta del
tutto censurabile facendo scelte illegittime? Lo ha stabilito in settimana il
Consiglio di Stato confermando dunque la sentenza del Tar del Lazio. Si suole dire nell’ambiente giudiziario che
questa nomina vale “due ministeri” per l’enorme potere che il capo della
procura di Roma può avere su migliaia di processi, sulla politica, sulle
indagini, sulle intercettazioni conseguenti, sulle pressioni che ruotano
intorno a questo posto-chiave, il più importante incarico per un magistrato
in tutta Italia… Eppure la notizia non se l’è filata quasi nessuno. Conseguenti enormi sulla gestione della
Magistratura, ma tutto in un ovattato silenzio: non bisogna mai disturbare i
manovratori?! E’ la domanda che tutti gli italiani dovrebbero porre ai
giudici, ma anche - o soprattutto - al presidente Mattarella. CENTRO- DESTRA: GUAI IN VISTA ? Elettoralmente - e nei sondaggi - la scelta è
stata sicuramente vincente: con Matteo
Salvini
al governo e la Meloni
all’opposizione si coltivano due elettorati teoricamente opposti e diversi,
ma insieme agli altri partner minori – come è diventata Forza Italia e il
drappello di movimenti centristi – significa che il centro-destra ha
teoricamente i numeri per governare il paese. Teoricamente, perché quando c’è da scendere
candidati per gestire insieme il territorio sono dolori, così come non sarà
facile costruire una coalizione di governo quando, prima o poi, si andrà pur
a votare. La tattica vince, ma la strategia non c’è (o
almeno non la si vede) e i nodi vengono al pettine – per esempio – giù per
scegliere i prossimi candidati a sindaco con il rischio di rinnovare uno 0 a
4 tra Roma, Milano, Torino e Napoli. Solo Albertini
a Milano – che avrebbe rinunciato proprio per questa reciproca freddezza –
poteva avere i numeri per giocarsela quasi alla pari con il favoritissimo
Sala, baciato perennemente in fronte anche dai media e sempre graziato dai
giudici. A Roma è tuttora notte fonda (che ci azzecca Bertolaso?) così
come a Torino, dove il candidato unitario più probabile si chiama Paolo Damilano e - se
già l’assonanza fa sorridere - il problema è che i voti intercettabili
sembrano insufficienti per andare oltre il ballottaggio. A Napoli Catello Maresca –
candidato in pectore – nei sondaggi non va oltre il 30%. Bene i leader insomma per la propria
visibilità, ma dietro non escono nomi travolgenti. Poi c’è Roma, dove bisognerebbe immaginare un
colpo di teatro magari con una proposta-choc, ovvero un appoggio “tecnico” a Carlo Calenda, tenuto
conto che nei sondaggi quasi la metà del campione è ancora incerto.
Sembrerebbe a prima vista una bestemmia, ma – posto che a destra un nome
vincente non c’è - aprirebbe un’ulteriore frattura a sinistra con un
candidato che parte già da un suo 10%. Certamente Giorgia Meloni avrebbe questa volta
ottime possibilità se si candidasse a sindaco, ma rischierebbe di bruciarsi
viste le condizioni politico-amministrative della Capitale per la quale più
che un sindaco servirebbe forse un “Governatore” di nomina regia, capace di
imporsi in una situazione abbastanza disperata. Ma torniamo al punto di partenza: a parte le
amministrative, decollerà o meno un centro-destra condiviso? E’ nella logica
delle cose, ma il complicato rapporto dentro e fuori il governo non
agevola e la crescente avanzata di Fratelli d’Italia imbarazza la Lega
dove crescono i malumori verso i “Fratelli” che riempiono quello spazio
fisiologico che un partito di governo – cedendo forzatamente a compromessi –
lascia libero per quell’ampia fetta di elettori delusi che esistono sempre. Un’area che può crescere se Draghi non
riuscisse a surclassare i suoi predecessori cambiando radicalmente il paese
che - purtroppo - spesso non lo vuole per niente. Oggi sia Salvini che la Meloni appaiono concorrenziali
e va dato atto a quest’ultima di aver portato Fratelli d’Italia su posizioni
perfino più trasversali e politicamente moderne del concorrente – vedi le
recenti aperture a Biden - che batte e ribatte soprattutto su alcuni
temi-chiave (per esempio quello dell’immigrazione) che sta tornado
fatalmente ad esplodere, con probabili ripercussioni al governo. Gioca a favore della Meloni anche l’essere
l’unica donna leader italiana e una sua indubitabile verve, ma pesa su di lei
una forte “romanicità” che impedisce al partito di radicarsi soprattutto in
quei territori dove la Lega amministra a livello locale. Per contro va dato atto a Salvini di tenere
bene la rotta al governo, con una buona dose di visibilità e di coerenza su
temi irrinunciabili per il proprio elettorato. Non è un caso che da qualche settimana
entrambi i partiti risultino in crescita e in vista di elezioni generali
determinante sarà alla fine il sistema elettorale che ad oggi sposta i numeri
più sulle liste (bloccate) che i singoli collegi. Logico, quindi, che la
visibilità sia tutto, anche per una certa sovrapponibilità dell’elettorato e
che quindi, anche se vi possono essere condivisioni di fondo, almeno a breve
tra Matteo e Giorgia sarà quotidiana battaglia di commandos. SBARCHI: SIAMO DA CAPO Non c’è niente da fare: gli anni sembrano
passare invano e con l’arrivo dell’estate il problema dei clandestini in
arrivo via mare riprende puntualmente nel generale disinteresse europeo.
Sbarchi annunciati (oltre 1000 solo domenica
a Lampedusa), anche se arriva solo chi ce la fa, e gli oltre 130 migranti che
sono scomparsi in mare a fine aprile nel solo Canale di Sicilia sono stati le
avanguardie di una tragedia che rischia di surriscaldarsi con il
moltiplicarsi delle traversate. Almeno 350 vittime dall’inizio dell’anno
rispetto al centinaio (presunto) del 2020, aprendo il solito dibattito:
responsabilità di chi non recupera in mare o di chi fa partire migranti con
mezzi del tutto inadeguati? Di certo c’è solo che con il miglioramento
delle condizioni climatiche riprenderà in grande stile il traffico di
clandestini verso le coste del nostro paese creando problemi umanitari, politici e anche sanitari nella
consueta bagarre di polemiche. Già nella “bassa stagione” - ovvero nei mesi
invernali - i passaggi “ufficiali” (cioè solo quelli intercettati) si sono
incrementati in maniera esponenziale: dai 1.009 del 2019 ai 4.184
raccolti l’anno scorso ai 12.894 censiti quest’anno (dati fino al 10 maggio)
che – tenuto conto dei consueti ritardi nelle registrazioni ufficiali del
Viminale - portano già il numero a superare probabilmente i 15.000
passaggi. Tutto ovviamente senza contare quelli che
sono sbarcati senza lasciare traccia o sono stati trasportati direttamente ai più
convenienti punti di sbarco delle nuove “spiagge sicure” che
nel frattempo si sono moltiplicate in diversi
punti del Mezzogiorno bypassando la Sicilia. Che sempre di meno si tratti di migranti
“politici” ed umanitari è anche confermato dai numeri: dall’inizio dell’anno
i paesi da cui maggiormente provengono i migranti sono la Tunisia (1.716), la
Costa d’Avorio (1.292) e il Bangladesh (1.216) ovvero paesi nei quali non vi
sono in corso guerre civili o religiose e che quindi danno vita ad un
movimento solo di migranti “economici” . Notevole anche il numero dei minori non
accompagnati, oltre il 15% del totale, il che significa che funziona a pieno
ritmo la macchina degli scafisti e la catena organizzativa alle loro spalle,
perché è evidente che questi ragazzi non possono certo arrivare da soli sulle
coste libiche per avviarsi alla partenza. Dopo tanti
anni la questione non
solo non è stata
risolta, ma si è incancrenita tenuto
conto dell’esiguità del numero di scafisti arrestati mentre l’Europa
è nuovamente sparita dall’orizzonte: non si sono concretizzate le tante
(troppe) promesse di ripartizione “automatica” degli arrivi (vero, ministro
Lamorgese?) e Italia, Grecia e Spagna devono arrangiarsi. Alla vigilia dell’estate siamo insomma al
punto di sempre e anche su questo tema Draghi dovrà quindi dimostrare di
contare di più in Europa: gli anni sembrano essere passati invano, nella
nostra consueta confusione di rapporti con la Libia, la Tunisia ed ovviamente
Bruxelles. (questa è la sintesi di una mia
analisi più vasta apparsa su “Formiche”, rivista online dove spesso
pubblicano miei articoli: chi è interessato a leggerli li cerchi su " Formiche.net") ...QUANTE VOLTE, FIGLIUOLO? Ma non si doveva arrivare a 500.000 vaccini
al giorno già a metà e poi a fine aprile? Scusate, non per essere pignoli, ma
siamo ancora ben lontani da questa media e dopo il “miracolo” della quota
raggiunta proprio il 29 e 30 aprile (che combinazione!) le vaccinazioni
quotidiane sono scese e nell’ultima settimana la media è di 466.000 al giorno
(ieri fino alle 21 solo 334.000). In TV però questo non lo dice nessuno, così
come che il “gregge” abbia per ora raccolto solo il 13% degli italiani: per
raggiungere il fatidico 70% ne manca ancora il 57% e siamo già
arrivati a metà maggio, dopo 139
giorni di campagna vaccinale. APERTA LA CACCIA AL 5 PER MILLE E' iniziata la pioggia delle pubblicità sui
media per intercettare la nostra firma sulla dichiarazione di redditi a
favore di Enti, Chiese, Partiti, Associazioni benemerite, ricerca, ecc.ecc.
Uno vorrebbe aiutare tutti, ma chi lo merita di più? Servirebbe comunque un
po' più di trasparenza, per cominciare fornendo la possibilità di vedere
bilanci certificati e indici di rapporto tra spese generali e raccolta
(quanti sanno che alcuni Enti di aiuto internazionale spendono quasi l’80%
per spese organizzative e pubblicitarie?) e soprattutto con qualche garanzia
su come vengano poi spesi i soldi raccolti, altrimenti finisce come i fondi
della PROTEZIONE CIVILE raccolti l’anno scorso di cui nessuno ha mai saputo
né i totali raccolti né come questi soldi siano mai stati spesi, altro che
trasparenza. Un saluto a tutti e buona
settimana
MARCO ZACCHERA |
IL PUNTO n.
814 del 7 maggio 2021
di MARCO ZACCHERA (www.marcozacchera.it)
info, contatti e numeri arretrati: marco.zacchera@libero.it
Sommario: FUOCHERELLI DI CRISI – DA LIVATINO ALLA MAGISTRATURA SENZA
CREDIBILITA’ – FEDEZ E LA RAI – COPASIR – NUOVE DIPENDENZE – BRAVO BIDEN
FUOCHERELLI DI CRISI
Gli incendi nascono sempre per una sigaretta o un cerino rimasti
accesi e che poi si propagano con un fuoco inarrestabile.
Da qualche giorno si vede salire un filo di fumo dalle parti del
dal governo: giochi inoffensivi o crisi all’orizzonte?
Non c’è dubbio che tenere insieme Lega e M5S, PD con Renzi,
tecnici e gruppetti vari imponga a Draghi molta pazienza, soprattutto tra la
comprensibile voglia di visibilità di ciascun partner.
I media fanno di tutto per puntellare la baracca, ma il fiammifero
è pericolosamente acceso: consiglierei di allontanare materiali (problemi)
infiammabili, ma su alcune tematiche (tipo priorità del PNRR, immigrazione,
coprifuoco, alleanze) bisognerà prendere presto posizioni condivise o – pur di
non propagare l’incendio – temo si passerà alla surgelazione, rimedio che in
passato si è dimostrato peggiore del male.
DA LIVATINO ALLA MAGISTRATURA (OGGI) SENZA CREDIBILITA’
Domenica prossima,
Rosario Livatino verrà proclamato beato.
Quando, il 21 settembre 1990, il giudice Rosario Livatino fu
ucciso dalla mafia non lo conosceva nessuno, ad eccezione dei suoi aguzzini:
lavorava al Tribunale di Agrigento occupandosi prevalentemente di sequestri e
confische di beni sottratti ai mafiosi, non era protetto, viaggiava sulla sua
utilitaria e non si nascondeva. Cattolico fervente, è morto crivellato di
colpi e come lui sono poi morti negli anni Falcone, Borsellino e tanti altri giudici,
magistrati e inquirenti di grande valore.
Eroi perché erano consci di rischiare, ma per onore e per dovere
non si sono fermati rappresentando oggi alcuni dei pochi esempi di unanime
riferimento ideale di un’Italia spesso divisa e senza principi morali.
Che desolante confronto tra quegli esempi luminosi di veri
servitori dello Stato e buona parte della magistratura di oggi!
Se giudici corrotti nella storia ci sono sempre stati, mai il
livello di credibilità generale della magistratura italiana è caduto così in
basso, con circa due terzi dei cittadini che – intervistati - la ritengono
insufficiente, lenta, spesso di parte e poco credibile.
D'altronde non si era ancora riusciti ad insabbiare il “Caso Palamara” che è
scoppiata un’altra grana per i vertici della iper-politicizzata magistratura
italiana e questa volta nel tritacarne sono finiti il pm milanese Paolo Storari, l’ex
componente del CSM e politicissimo Piercamillo
Davigo ma anche (o soprattutto) il potente procuratore di
Milano, Francesco Greco.
Tutti, tra l’altro, esponenti delle correnti di sinistra della
magistratura.
In poche parole Storari, dopo aver riscontrato presunte inerzie da
parte dei vertici della “sua” procura milanese nell’avviare le indagini sulle
rivelazioni di un legale (tra cui la presunta esistenza di una loggia massonica
di magistrati) dopo sei mesi di vana attesa si era rivolto a Davigo per
sollecitare un intervento del CSM, a suo dire come forma di autotutela in caso
di provvedimenti disciplinari perché - anziché indagare - temeva che i suoi
capi inquisissero lui.
Dossier vari a fare da concime alle guerre intestine tra correnti
con i consueti veleni incrociati, mentre adesso sul caso Storari-Davigo
indagano (?) Roma, Perugia, Milano e Brescia: il solito pasticcio che finirà
con il consueto nulla di fatto, anche perché chi indaga è poi a sua volta
spesso indagato, oppure è stato nominato nella propria carica di indagante
(come il chiacchieratissimo procuratore di Roma Michele Prestipino) proprio grazie
all’aiuto del potenziale colpevole.
Il cittadino comune assiste impotente, l’informazione è
approssimata e contorta: detto in parole povere, sembra si faccia apposta
perché non ci si capisca mai niente. D'altronde veline, documenti, intercettazioni
vanno e vengono tra questa e quella redazione, diventando merce di scambio per
pressioni e ricatti.
Così - al massimo - il solito cittadino normale si chiede come mai
(se è vero) Greco avrebbe tenuto ferme per mesi carte così scottanti senza
almeno verificare se fossero credibili o meno, oppure da quanti mesi quei
documenti fossero nelle mani di giornalisti compiacenti (di Repubblica, Fatto
Quotidiano ecc.) che - diffondendo invece altre intercettazioni - ci hanno
inzuppato il pane per anni. Forse i cittadini vorrebbero una rassicurazione e
un intervento dal “Primo Magistrato d’Italia” ovvero dal Presidente della
Repubblica Sergio
Mattarella, che però - come di consueto - tace.
Sono mesi che dal Colle si attende in argomento un segno di vita,
un gesto chiaro, un intervento deciso per tentare di avere finalmente un po' di
chiarezza e pulizia ai vertici della magistratura italiana, ma forse Mattarella
ha capito che - a pochi mesi dal suo potenziale reincarico presidenziale - meno
parla meglio è, anche se agire sarebbe un Suo dovere costituzionale.
Sicuramente è quindi più semplice cavarsela solo con qualche
scontato appello buonista e intanto (e soprattutto) tirare a campare.
FEDEZ E LA RAI
Continuo sempre di più a chiedermi se gli italiani non si siano
ridotti ad essere un popolo di stupidi, ma soprattutto di ipocriti.
Esempio clamoroso il "caso
Fedez" ovvero il surreale dibattito sulle vere ed
innegabili lottizzazioni Rai e relativi condizionamenti politici.
Tutti sappiamo che ci sono da decenni, che la sinistra ci ha fatto
il nido, che l'informazione è opportunamente filtrata come gli ospiti negli
studi, che gli autori sono lottizzati come i presentatori, i conduttori
ecc. ecc, eppure si fa finta di credere che Fedez abbia sollevato chissà quale
scenario segreto.
Tutto parte dal "Concertone"
del primo maggio, il summit demo-sindacal-politico-corretto che con il lavoro
non c'entra nulla, se non che è diventato il passaporto ufficiale per
attribuire la patente di democraticità e quindi per permettere ad artisti
o presunti tali di auto-schieratisi politicamente e così di
riuscire poi a campare (bene) alla faccia del ceto operaio.
E’ proprio il caso di Fedez, quello che con la moglie Chiara Ferragni assomma
patrimoni colossali, ma che - da buoni sinistri-chic – tuonano contro le
discriminazioni e contemporaneamente girano in Lamborghini alla faccia dei
lavoratori.
Partecipare al "Concertone" è garanzia di ortodossia
sinistro-democratica e quindi garantisce poi spazi sui media, ingaggi,
interviste, inviti e imbucate in TV con relativi diritti d'autore.
Il problema però è che se canti e basta non fai più notizia.
Se invece canti (?) e scateni il "caso" allora sei un
super-figo, come lo è stato Fedez, dimostrandosi un genio della comunicazione,
ma tenendo conto dei babbei che gli sono andati dietro.
Ricapitoliamo: uno che si auto-filma e auto-registra una propria
telefonata con uno sconosciuto dirigente Rai, lo provoca apertamente finchè non
lo spinge a dire (o implorare) di non uscire troppo dal seminato visto che c'è
la diretta ma nessun contraddittorio e poi fa diventare virale lo spezzone
(solo quello) del proprio video…E’ o no un furbacchione? Lo è, anche se è
evidente che aveva organizzato tutto prima, solo e soltanto per far crescere lo
“scandalo”.
Perchè Fedez e stato davvero un genio nel giocare sulle ipocrisie
della TV di stato che milioni di volte offende il senso comune, è
spudoratamente lottizzata e infeudata e fornisce info di parte (sinistra), ma
grazie a lui è stata addirittura attaccata passando come omofoba e ovviamente
"fascista".
E si continua con la "Commissione di Vigilanza Rai" che
non interviene davanti a casi di abissale partigianeria (e di dileggio
dei leader del centro destra) da Fazio in giù, ma che per Fedez si auto-convoca
con urgenza mettendo sotto processo la struttura!
Notevole, davvero, come quegli italiani - fessi - che corrono
dietro al Rapp radical-chic senza neppure sapere cosa dice la proposta di legge
Zan in chiave di pro-omosessualità. Siamo insomma alla sublimazione
dell’assurdo, ma soprattutto dell'ipocrisia con la Rai che adesso passa per
essere colpevole di lesa maestà per mancata apologia dei diritti omosex:
Wow....
COPASIR: SI IMPONE CORRETTEZZA
Trovo profondamente scorretto che i presidenti di Camera e Senato
non intervengano formalmente per sanare la situazione insostenibile ai vertici
del COPASIR, il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica che per
prassi è presieduto da un esponente dell’opposizione mentre è tuttora in mano a
uno di governo.
Il Comitato in questi mesi è intanto di fatto bloccato in un
momento di gravi tensioni internazionali e con i “servizi” sotto accusa per i
potenziali servizietti resi a Renzi & C. su cui il parlamento dovrebbe
vigilare. Se poi all’opposizione oggi c’è solo Fratelli d’Italia, piaccia o
meno è a questo gruppo parlamentare che spetta la nomina.
Oltre 50 giuristi e costituzionalisti si sono già espressi in
questo senso e il caso sta diventando una questione non solo politica ma di
trasparenza, garanzia parlamentare e correttezza.
NUOVE DIPENDENZE
E' bastata una ruspa che ha involontariamente tranciato lunedì
sera un cavo sotterraneo e la mia città con i paesi intorno per oltre 24 ore è
rimasta isolata dal mondo.
Stop alle mail, ma anche ai servizi bancari, postali,
telefonici. Stop al bancomat, all' uso delle carte di credito,
all’emissione di fatture, ai rapporti commerciali, ai certificati: un delirio.
E così ci siamo scoperti tutti incredibilmente fragili, esposti,
incapaci di avere altri modi di comunicazione alternativa. E' insomma una linea
ADSL che - letteralmente - ci tiene in vita, ma proprio per questo chiunque può
distruggerci o danneggiarci in un nanosecondo e anche questo dovrebbe farci
pensare.
BRAVO BIDEN !
Sarà forse solo auto-pubblicità e tutto finirà in nulla, ma la
dichiarazione di principio del governo Biden per rendere di uso pubblico i
brevetti dei vaccini Covid è un segno importante e che va sottolineato. Mi auguro
che la stessa decisione sia sostenuta dai governi europei, un modo concreto per
aiutare il mondo.
Trovo assurdo ed immorale che le industrie farmaceutiche - che
hanno ricevuto miliardi di dollari di aiuti pubblici per le loro ricerche -
possano poi produrre e monopolizzare i vaccini vendendoli a super prezzi e
centellinando le consegne, mentre muoiono milioni di vite umane.
Una Pfizer che annuncia ricavi per 75 miliardi di dollari con la gente che
muore perché le licenze di produzione sono bloccate è sconcertante.
Il mondo deve avere la forza di concordare strategie chiare in
casi come questi, tenuto conto che solo con i profitti ufficiali
dichiarati grazie ai vaccini dalle principali case farmaceutiche si sarebbero potuti vaccinare
gratuitamente 1,3 MILIARDI di persone.
Desolante…
Un saluto e buona
settimana
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO
n. 813 del 30 aprile 2021
di MARCO ZACCHERA (www.marcozacchera.it)
info, contatti e numeri arretrati: marco.zacchera@libero.it
Sommario: L’ARCANO PNRR – FINALMENTE GIUSTIZIA? – NUMERI E VACCINI
– GENTE DI LAGO (CHE PURTROPPO SE NE VA…)
IL PIANO ARCANO
Ci sono diversi modi per leggere il PNRR (Piano Nazionale di
Ripresa e Resilienza) che già nel titolo ha un suo termine arcano: credo che
neppure un solo italiano su 100 sappia con precisone cosa significhi
“Resilienza” (letteralmente “Capacità di un materiale di assorbire un urto
senza rompersi”) che però tutti fan finta di capire.
In poche parole è il piano di 336 pagine che – presentato,
approvato e salutato in meno di due giorni dal Parlamento - in settimana
verrà spedito a Bruxelles e che dovrebbe rappresentare il futuro dell’Italia
spendendo una somma enorme tra deficit e fondi europei: quasi 250
miliardi.
Non so quanti parlamentari l’avranno letto nelle poche ore del
“prendere o lasciare”, certamente leggerlo era interessante, ma forse
sostanzialmente inutile.
Innanzitutto ci vuole pazienza perché si apre con un vocabolario
di acronimi, ovvero di 98
sigle (se non le ho contate male) dal contenuto spesso misterioso,
moltissime in inglese perché in italiano non fa fino.
Si parte complicandosi la vita passando dal WEEE (waste from
electrical and electronic equipment) che sarebbero i rifiuti informatici al QUEST (quarterly
european simulatoin tool) che più semplicemente vuol dire “simulazione
trimestrale europea” all’UTM
(unmanned traffic management system) ovvero “sistema di gestione del traffico”
passando per l’EIGE
(european institute for gender equality) ecc.ecc.
Un programma che comunque teoricamente rasenta la perfezione, la
sublimazione del desiderio, l’inserimento di ogni necessità, utilità, speranza,
convenienza degli italici destini.
Ripeto: non sto prendendo in giro nessuno, è che nelle 336 pagine
c’è davvero una risposta a tutto e – se si realizzerà – difficile pensare che
non ne uscirà un paese effettivamente più forte, bello, solidare, moderno.
SE si realizzerà, perché qui sta il punto. Pagina dopo pagina,
missione dopo missione, obiettivo dopo obiettivo e una linea strategica
positiva ma tutta teorica, perché quello che NON è scritto è CHI farà questo e
quello, COSA
sarà concretamente finanziato, almeno nelle linee prioritarie. Così come non è
scritto CHI controllerà
e come ci si dovrà comportare in caso di rallentamenti, sprechi e potenziali
porcherie.
Apprendere da Draghi
– per esempio - che con il PNRR “verrà riformata la Giustizia” dopo decenni che
se ne parla soltanto e ci vogliono anni solo per un dibattitto politico sulla
prescrizione lascia perplessi. Che finalmente saranno poi risolte le differenze
di genere (un tema che da qualche mese è al “top” delle chiacchiere) è una
ottima teoria, vedremo se seguirà la pratica e così per il pluricentenario
divario nord-sud o la transizione verde o quella informatica..
Anche perché non ho capito a chi si rivolgeva Draghi parlando alle
Camere: al paese? Ma i cittadini non hanno e non avranno la minima
possibilità di gestire nulla, né – pare – lo stesso Parlamento, vista la
fretta dell’esame e dell’enorme serie di decreti che logicamente ne seguirà,
tutti da approvare a scatola chiusa e con prevedibili voti di fiducia.
Quindi Draghi parla soprattutto a sé stesso e al suo team, perché
tutto finirà sulle spalle del governo ed è un bene che si abbia oggi una
maggioranza trasversale, forte e vastissima… ma che non avrà poi scuse in caso
di “flop”.
Draghi è sicuramente la persona al posto giusto per predisporre le
linee strategiche del piano che però camminerà poi con i ritmi italiani di un
“sistema” che non so se rimarrà esente da corruzione, ritardi, interessi
locali.
E’ probabile che l’Europa non approverà a “scatola chiusa” il
provvedimento visto che i precedenti italiani di sprechi non depongono a nostro
favore.
Qualche dubbio infatti è legittimo: difficile che una burocrazia
pigra ed auto-referenziata immediatamente rinnovi sé stessa dandosi
miracolosamente ed improvvisamente ritmi manageriali che non ha mai avuto.
Ancora più difficile che la malavita non metta gli occhi sul pingue bottino per
investimenti che – soprattutto al Sud - non si era teoricamente mai
visto.
Vogliamo sperare che tutto andrà per il meglio? Speriamolo pure,
non costa nulla, ma la vera sfida è proprio questa: dare contenuti e realizzare
programmi ambiziosi ma per ora del tutto teorici, sublime esercizio di buone intenzioni.
Tutti (salvo i NO TAV) vogliamo potenziare autostrade, ferrovie e
porti, tutti siamo contenti se avremo alberghi rinnovati, ospedali efficienti,
asili nido e scuole antisismiche, una pubblica amministrazione più snella,
soldi per investire…ma COME?
Diciamocelo con onestà: per ora gran parte dei contenuti non ci
sono: si è solo abbozzata la cornice del quadro, la parte più facile. Vedremo
alla fine chi e come si realizzerà il dipinto.
Auguri, Italia, ne hai proprio bisogno.
FINALMENTE GIUSTIZIA ? NO!
Un giorno, un solo giorno di reclusione e gli assassini italiani
“esuli” in Francia sono già liberi in attesa di una estradizione che (forse)
arriverà tra anni.
Una vergogna e soprattutto una beffa perché dopo decenni di
complicità e ingiustificati ritardi, la Francia aveva finalmente deciso di
(forse) estradare in Italia un gruppo di ex brigatisti e terroristi rossi che
negli anni di piombo avevano – impuniti – riempito di sangue il nostro paese.
Certamente ha poco senso vedere oggi arrestate persone che
andavano assicurate alla giustizia tanti anni fa, non vi sono più in giro
sentimenti di vendetta, ma il pensiero va alle tante persone che persero la
vita negli “Anni di piombo” e ai loro famigliari.
Le procedure di estradizione saranno lunghissime ed è già
cominciata la prevedibile epidemia di "buonismo", che questa gente
proprio non merita, ma che sta già muovendo e commuovendo la “sinistra chic”
francese ed italiana.
Sono assassini e non "brave persone": non mi
risulta si siano mai pentiti di nulla nè abbiano chiesto perdono ai parenti
delle loro vittime.
Eppure “Madame” Roberta
Cappelli deve (dovrebbe) scontare l'ergastolo per aver ucciso
il generale dei carabinieri Enrico Calvaligi nel 1980, l'agente di polizia
Michele Granato nel 1979, il vicequestore Sebastiano Vinci nel 1981 e aver
gravemente ferito Domenico Gallucci (1980) e il vicequestore Nicola Simone.
Poi c’è Manenti,
quello che ha ucciso l'appuntato dei carabinieri Giuseppe Gurrieri (1979)
o la brigatista rossa Narina
Petrella che ha sulla coscienza - oltre al generale Calvaligi –
anche il giudice Giovanni D'Urso e i due innocenti uomini della scorta
dell’assessore regionale campano Ciro Cirillo.
Tutti se ne erano tranquillamente usciti dall’Italia verso la
Francia prima della sentenza, senza mai dissociarsi o pentirsi dei loro
crimini. Tra l’altro - per quasi tutti - è comunque imminente la prescrizione
di buona parte dei reati: solo gli ergastoli per omicidio non saranno coperti
da prescrizione.
UNO STATO SERIO (PENSO AD ISRAELE..) QUESTI TERRORISTI LI AVREBBE
SEMPLICEMENTE CATTURATI O FATTI CATTURARE, IMPACCHETTATI E
RIPORTATI A CASA PERCHE’ LE SENTENZE FOSSERO APPLICATE,
MA NOI SIAMO ”BUONI” E I “COMPAGNI CHE SBAGLIANO” - ANCHE SE ASSASSINI -
CE LI COCCOLIAMO.
Degli “esuli” Luigi
Bregamin può comunque già stare tranquillo: i 26 anni di
condanna per omicidio saranno prescritti a breve, come per il brigatista più
noto di tutti, il "compagno" Giorgio
Pietrostefani, quello che ha fatto ammazzare a sangue freddo
per strada il Commissario Luigi Calabresi a Milano nel 1972.
NUMERI, VACCINI, “MANINE”... E CENTRO DESTRA DIVISO
Che numeri strani… Avevano detto e ripetuto che per fine aprile
saremmo arrivati a 500.000 vaccinati al giorno e il “flop” era stato clamoroso,
visto che solo in poche giornate si erano superati i 300.000 vaccinati e – dati
alla mano – fino al 29 aprile si era rimasti sempre sotto quota 400.000, poi
ieri - improvvisamente - 100.000 in più in un solo giorno: cifre ballerine o
una sapiente “manina” propagandistica?
A oggi, comunque, dopo 4 mesi di campagna non siamo ancora neppure
al 10% degli italiani vaccinati e potenzialmente liberi dal contagio, altro che
“immunità di gregge”! E’ inutile ripeterci ogni giorno in TV che stanno
per arrivare milioni di vaccini quando poi i numeri sono impietosi.
Non possiamo pretendere così che l’Europa creda all’Italia, né si
può credere nell’Europa quando si è comportata in modo così superficiale
nell’affrontare la più grave epidemia di questi ultimi decenni. Come ripeto da
settimane: chi sbaglia però NON paga mai e così a rimetterci sono tutti i
cittadini: mantenendo i ritmi di vaccinazione promessi, quante migliaia di
italiani si sarebbero salvati?
Si innesta qui e si giustifica la richiesta di dimissioni che
Fratelli d’Italia ha presentato contro il ministro Speranza, impeachment
finito in nulla come era prevedibile.
Lui si difende “Non buttiamo la tragedia in politica”… Ma come,
lui non fa forse politica da un anno proprio su queste cose? Perché sono stati
allora taroccati dal suo stesso ministero i rapporti all’OMS e perchè ha
protetto Arcuri
oltre ogni decenza?
Ovviamente Lega e Forza Italia dovevano difendere il collega
ministro (senza nessuna voglia di farlo) essendo parte della maggioranza e non
lo hanno sfiduciato pur con vistose assenze: giochi di specchi e di
parte, nulla di nuovo.
Uniti, divisi: in questo momento il centro-destra fa comunque il
pieno (teorico) di consensi complessivi presidiando sia la maggioranza che
l’opposizione e non senza qualche tensione.
Attenti, però: “tic tac, tic, tac” corre il tempo verso le
elezioni amministrative, ma candidati a sindaco unitari e vincenti per le città
dove si vota (Roma, Milano, Napoli, Torino…) ancora non sono all’orizzonte.
Intanto corrono i mesi e si avvicinano le solite sconfitte annunciate…
GENTE DI LAGO… CHE PURTROPPO SE NE VA
Giornate tristi con troppi amici che se ne vanno, complice il
Covid.
I lettori de IL PUNTO sanno della mia serie di libri sul Lago
Maggiore tra i quali il recente “GENTE DI LAGO 2”. Editore e co-autore era CARLO ALESSANDRO PISONI
che ci ha purtroppo lasciato a soli 58 anni lunedì dopo un lungo mese di
sofferenza.
Una perdita gravissima per la storia, la letteratura, l’editoria
locale cui Alessandro era legatissimo da tanti anni. Ma soprattutto voglio
ricordarlo per l’amore che aveva verso la nostra terra e di cui conosceva la
storia di ogni pietra, di ogni villaggio, di ogni valle o montagna. E’ una
perdita grande, forse incolmabile perché davvero non so chi potrà raccoglierne
l’eredità.
Nei giorni scorsi ci aveva lasciati anche GIANCARLO GHIARDELLO, un
altro “laghista” appassionato e con cui ho condiviso infinite notti di pesca in
mezzo al lago. Mi auguro che entrambi - e tanti altri che ci hanno lasciato in
questi mesi - possano vedere altre albe e altri panorami. Ci resteranno
sempre vicini nel ricordo e con un grande, semplice affetto.
A tutti l'augurio di una serena settimana. MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 812 del
23 aprile 2021
di MARCO ZACCHERA (www.marcozacchera.it)
info, contatti e numeri arretrati: marco.zacchera@libero.it
Sommario: 25 APRILE
- IL FANTASMA DELLE 22 - SOLDI, SOLDI, SOLDI – GRILLO, FIGLIO DI - PERSECUZIONE
RELIGIOSA – UN APPELLO
25 APRILE
Forse perché sono passati 76 anni oppure per il Covid, ma la data
del 25 Aprile mi sembra stia passando quest’anno abbastanza sottotono.
Non mancheranno i soliti proclami roboanti, ma credo che la cosa
più seria ed importante sia ricordare soprattutto ai giovani che la libertà e
la democrazia non sono cose scontate e che per essa morirono e soffrirono
migliaia di persone.
Evitiamo anche la demagogia, perché a volte fa fare brutti scherzi
come a “La Stampa”
di ieri 22 aprile che, in uno “speciale”, ha pubblicato la foto del “gappista
partigiano ed eroe del popolo torinese Dante
Di Nanni, ucciso dai fascisti”.
In realtà la foto era invece proprio di un fascista, Giuseppe Solaro,
l’ultimo segretario provinciale torinese della Repubblica Sociale Italiana
(quella fascista), un attimo prima di essere impiccato a 31 anni dai partigiani
in Corso Vinzaglio a Torino, il
29 aprile del 1945.
Solo per sottolineare come l’infortunio giornalistico de “La
Stampa” ha involontariamente confermato una tragica realtà: fu davvero - dal
1943 al 1945 - una guerra civile tra italiani dove (prima, ma anche a lungo dopo il 25 aprile),
furono commesse atrocità inaudite.
Tutto questo – anche se spesso non si vuole ammetterlo - purtroppo
avvenne da entrambe le parti.
IL FANTASMA DELLE VENTIDUE
Una volta i fantasmi si aggiravano a mezzanotte, ora lo spettro
del Covid scatta puntuale ogni sera alle 22.
Sugli orari del coprifuoco si rischia la spaccatura di governo, ma
forse non si tiene conto che una cosa è comunque applicarlo in inverno,
un’ altra in estate.
Tra poco a quell’ora sarà ancora pieno giorno e pensare al
coprifuoco fa sorridere, soprattutto perché - se questa decisione è mantenuta
per evitare la “MOVIDA” - sarebbero allora utili iniziative più specifiche e
mirate per impedirla (compresa la responsabilità dei singoli esercenti e multe
personali ai trasgressori) ma senza generalizzare e danneggiare così centinaia
di migliaia di imprese che invece seguono le regole. Non è logico tenere chiusi
i ristoranti dove si mantengano le distanze, vanno piuttosto puniti quelli che
non le rispettano e questo dovrebbe valere per locali pubblici, spettacoli e palestre.
Certamente servono le cautele, ma parametrate ai rischi effettivi:
un concetto semplice, ma che pare interessare poco i “talebani” che dal loro
pulpito mediatico a differenza delle imprese non rischiano e non perdono
mai niente.
Intanto siamo quasi arrivati a fine aprile, ma siamo ben sotto la
quota dei 500.000 vaccinati al giorno come invece era stato detto e promesso,
con solo l’8% degli italiani che risulta completamente vaccinato. Tra il dire e
il fare…
CALCIO E SOLDI, SOLDI, SOLDI
Neanche due giorni e la “Superlega” del calcio è abortita,
speriamo per sempre, ma resta il principio: anche nello sport chi è ricco
vince, il resto sembra non interessare più a nessuno.
Chi scrive si è sempre occupato di calcio, prima come arbitro poi
come dirigente della sua squadra del cuore (il Verbania) dove la realtà quotidiana – come
per tutte le
squadre minori – anche in tempi normali è così diversa dai grandi
club di serie A.
Con lo stipendio di Ronaldo si coprirebbero le spese di metà
squadre minori di una intera regione italiana, in una realtà sportiva
dilettantistica che il Covid ha ulteriormente messo in crisi.
Spalti semivuoti anche prima della pandemia, giocatori “vecchi” a
vent’anni perché i
grandi vivai sfruttano l’infinito mercato di ragazzini disperati
prelevati dal terzo e quarto mondo, sfruttati, illusi e rapiti dai loro paesi,
schiavizzati.
Federazioni con costi e burocrazia allucinante, lotte per le
nomine “federali”: tutto è diventato un mondo alieno, mentre il calcio in mille
città e cittadine d’Italia si spegne, soprattutto per la concorrenza
delle TV che trasmettono calcio sponsorizzato ad ogni orario possibile.
Chi voleva la “Superlega” la sosteneva solo per fare soldi dopo
aver dilapidato somme assurde in una concorrenza drogata tra giganti, ma con
gli altri a restare comunque tutti a bocca asciutta, dimenticati e perennemente
nei guai.
Dov’è la logica? Solo nei soldi, come sempre.
Chi ha saputo un’ora prima degli altri la news della “Superlega” e
ha comprato azioni della Juventus ha guadagnato il 17% in pochi minuti: “mordi
e fuggi”, come nelle speculazioni più classiche
Siamo nel mondo della tecnologia, ma il calcio era forse più bello
con gli errori arbitrali (almeno c’era sempre qualcuno a cui dare la colpa di
una sconfitta), ma soprattutto quando anche in serie A una “provinciale”
riusciva (riesce) a battere una “grande” contro ogni pronostico, perché si
parte sempre dallo 0 a 0 e teoricamente il risultato finale non è mai scritto.
Se invece contano solo le possibilità economiche vincerà sempre
chi più soldi da spendere ma se tutto è solo business allora addio speranze,
illusioni, patemi d’animo guardando l’orologio che quando vinci sembra bloccato
e se invece perdi corre all’impazzata verso il ‘90°. Togliere il cuore, il
tifo, la passione per avere in cambio uno spettacolo tecnicamente perfetto ma
senz’anima è uccidere il calcio, perché se togli l’illusione e spegni il sogno
alla fine tutto diventa solo una formula economica dove vince sempre il più
ricco che è automaticamente sempre il più forte, ma allora non interessa più a
nessuno.
GRILLO, FIGLIO DI
Inquietante Beppe
Grillo e il suo video in cui urla e si agita come un ossesso
contro i magistrati in difesa del figlio indagato di stupro. Comprensibile -
come genitore - la volontà di difenderlo, ma chissà se per un attimo ha
pensato a come si sono sentite non solo le vittime, ma tante altre persone
messe alla gogna prima di qualsiasi processo proprio dai grillini e dalla loro
demagogia, salvo poi risultare innocenti.
Oppure tutti quelli – non chiamandosi Grillo - ai
quali non si è mai data pubblicamente voce per difendersi o la cui assoluzione
– magari dopo mesi o anni di attacchi e gogna mediatica – è poi finita solo in
ultima pagina, inosservata.
PERSECUZIONE RELIGIOSA
Niente da fare, anche quest’anno le notizie sulle persecuzioni
religiose non “bucano” ai TG e non trovano spazio sui principali giornali. C’è
stata una vera e propria omertà - salvo “Avvenire” - nel (NON) diffondere
i dati del XV rapporto annuale sulla libertà religiosa nel mondo, pubblicato
dalla fondazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS).
Forse perché sono dati che imbarazzano la comunicazione “laica”
dei media pronti a pontificare ogni potenziale episodio di razzismo o di
omofobia, ma che dimenticano come in 62 nazioni del mondo (31,6%) si registrano
gravi violazioni della libertà religiosa.
«In 26 di queste nazioni si soffre la persecuzione», ha dichiarato
Alessandro Monteduro,
direttore di ACS Italia. «Nove paesi per la prima volta si sono aggiunti alla
lista: sette in Africa (Burkina Faso, Camerun, Ciad, Comore, Repubblica
Democratica del Congo, Mali e Mozambico) e due in Asia (Malesia e Sri Lanka).
La causa principale è la progressiva radicalizzazione del
continente africano, specie nelle aree sub-sahariana e orientale, dove la
presenza di gruppi jihadisti islamici è notevolmente aumentata».
Violazioni della libertà religiosa si sono verificate nel 42%
delle nazioni africane.
Il Rapporto evidenzia anche una nuova frontiera: l’abuso della
tecnologia digitale, delle cyber networks, della sorveglianza di massa basata
sulle tecnologie del riconoscimento facciale per assicurare un maggiore
controllo con finalità discriminatorie. Questo fenomeno è evidente soprattutto
in Cina, dove il Partito Comunista sta reprimendo i gruppi religiosi (tutti)
con l’ausilio di decine di milioni (!) di telecamere di sorveglianza.
Come in passato la religione che maggiormente è soggetta a
persecuzioni è di gran lunga il cristianesimo, ma evidentemente ciò va nascosto
perché imbarazza e comunque sembra interessare a pochi o a nessuno, certamente
non ai media che preferiscono parlare di altre –e comunque gravi –
persecuzioni e discriminazioni.
Attentati, rapimenti ed omicidi a danni di cristiani sono
purtroppo all’ordine del giorno in troppi paesi del mondo, ma chi se la sente
di definire i fanatici musulmani come assassini o criminali?
Meglio per i media tenere il profilo basso e guardare da qualche
altra parte.
Eppure nel 2020 (il rapporto in realtà copre un periodo che va
dall’1 ottobre 2019 al 30 settembre 2020) sono stati uccisi 4.761 cristiani (13
al giorno) contro i 2.983 del 2019, un dato superiore anche ai 4.305 del 2018.
L’anno scorso sono stati attaccate e distrutte 4.488 chiese ed edifici
connessi, almeno 4.277 cristiani sono stati arrestati senza processo e
incarcerati per motivi religiosi, 1.710 i rapiti. Sono i martiri – sconosciuti
e nascosti – dei nostri tempi.
UN APPELLO (E UN GRAZIE...)
Voglio ringraziare chi ha raccolto il mio appello di due settimane
fa per aiutarci a terminare un poliambulatorio in Mozambico.
Ricordo che - esattamente 40 anni fa - fondai il “VERBANIA CENTER”
che in tante parti dell’Africa e dell’America del Sud ha cercato di dare una
mano concreta a molte comunità locali (sul mio sito www.marcozacchera.it trovate copia di
tutte le relazioni annuali con ogni dettaglio economico ed organizzativo).
In particolare da alcuni anni stiamo ricostruendo a MACHAVA, in
Mozambico, nella periferia di Maputo, un poliambulatorio/ospedale di
prima urgenza e, anno dopo anno, con l’aiuto di tanti amici abbiamo già
ristrutturato i reparti di oculistica, pediatria, malattie respiratorie ecc. Da
alcuni mesi abbiamo messo mano alla sistemazione del PRONTO SOCCORSO che è in
condizioni disastrose. Di persona ho potuto vedere le centinaia di persone che
arrivano tutti i giorni e vengono accolte in locali fatiscenti tra
l’affollamento, sporcizia e in una mancanza totale di strutture minimamente
adeguate. La ricostruzione del reparto (il personale è fornito dallo stato, le
attrezzature – usate – le stiamo recuperando un po' dappertutto) prevede una
spesa di quasi 30.000 euro, dei quali circa 6.000 già recuperati prima
dell’appello e che hanno permesso di avviare i lavori.
In questi giorni siamo saliti ben oltre quota 10.000.
Ricordo che il controllo sull’opera è diretto, non ci sono spese
né di organizzazione né generali: come sempre si bada al sodo con bilanci e
risultati trasparenti e ovviamente – passata la pandemia – chi vuole potrà
venire con me a controllare di persona.
Concretamente: qualcun altro può/vuol darmi una mano? Privatamente
posso fornire ogni dettaglio, foto, chiarimento, planimetria, opzione fiscale
(le offerte possono essere detraibili): basta contattarmi. (marco.zacchera@libero.it)
Per chi volesse farlo:
BANCA INTESA – Ag. VERBANIA PALLANZA, conto a me intestato
IBAN: IT94L03 06922 40110 00000 02801
Causale: PRO VERBANIA CENTER
GRAZIE, ANCHE SOLO PER L’ATTENZIONE
A tutti un saluto e buona
settimana
MARCO ZACCHERA
IL
PUNTO n. 811 del 16 aprile 2021
di MARCO ZACCHERA (www.marcozacchera.it)
info, contatti e numeri arretrati: marco.zacchera@libero.it
Sommario: TRISTEZZE, TRA GLI ADDII – DEMENZA
“ANTIRAZZISTA” – DEMOCRAZIA E FUORI DI TESTA - NOTIZIE DAL RECOVERY
– APPELLO
TRISTEZZE, TRA GLI ADDII
Mi rendo conto che a volte sono forse troppo polemico nel
commentare le vicende di Covid ma - come per tutti - è uno stillicidio
quotidiano di amici che si ammalano e purtroppo di troppi che non ce la fanno.
Una epidemia incredibile, interminabile e che ci fa riflettere, ma
il tempo corre e le reazioni della politica mi sembrano tardive in una corsa
soprattutto a sottrarsi dalle proprie responsabilità.
Come commentare per esempio la vicenda di Domenico Arcuri? Chi mi
segue sa che per mesi la mia piccola voce (come tante altre) continuava a
ripetere che la speculazione era evidente, che i conti non quadravano, che non
c’erano controlli soprattutto per gli acquisti cinesi che spesso facevano
schifo, gestiti da un plotone di squali che rubacchiava sulla pelle della
gente.
Oggi lo scrivono tutti, ma per quanti mesi Arcuri non ha mai risposto,
eppure è rimasto lì – tutelato e difeso dal governo Conte 2 - sempre
intoccabile, inossidabile e perfino coperto da impunità?
DOVE SONO FINITE LE 250 MILIONI DI MASCHERINE CINESI FUORI LEGGE?
QUANTI MORTI HANNO COMPORTATO IL LORO USO? MA QUESTO NON SAREBBE QUASI REATO DI
STRAGE?
Lo stesso vale per i contratti europei: nessun colpevole, ma è mai
possibile?
E cosa dire del ministro Speranza
che in un anno sicuramente difficile ha però ondeggiato mille volte
raccontandoci complessivamente una quantità enorme di bugie sui rapporti del
suo ministero con l’OMS (e relativa sparizione e “taroccaggio” dei rapporti) e
poi sui tempi e i contratti per i vaccini, le
aperture-chiusure-riaperture-richiusure ecc. ecc. mentre ora la sua equipe è
sotto inchiesta a Bergamo. Serietà e responsabilità: chi sbaglia paga, ma deve
valere per tutti.
Intanto questa settimana (a ieri 15 aprile) i vaccinati in Italia
sono stati SONO STATI MENO RISPETTO A QUELLI DI SETTIMANA SCORSA, altro che
incremento a 500.000 vaccini al giorno! Siamo alla metà nonostante tutte le
promesse e le dichiarazioni di Speranza e Figliuolo.
Forse in TV anziché darci quotidianamente solo il numero di
decessi e tamponi (oltre alla % di positività che non significa nulla perché
dipende da quanti tamponi si fanno) dovrebbero cominciare a farci vedere bene
lo “scostamento” tra promesse vaccinali e realtà, mentre corrono le settimane e
passano i mesi.
Poi, fatemi capire: si sospende il vaccino J & J per 6 casi
(sospetti) di trombosi su 7 milioni di americani vaccinati. Un calcolo teorico
ed approssimato: se in Italia abbiamo 400 decessi al giorno, i 7 milioni di uni-dose
J & J rappresenterebbero circa il 15% degli italiani vaccinabili,
ovvero evirerebbero 60 decessi circa AL GIORNO, 1800 AL MESE. Credo che allora
converrebbe NON interrompere la somministrazione.
NB: Per
essere aggiornati su tutti questi dati in tempo reale, il sito più chiaro e
trasparente secondo me è quello de “IL SOLE 24 ORE” (lab24.ilsole24ore.com). In
compenso se entrate sul sito ministeriale non avrete assolutamente chiarezza:
provate per credere.
DEMENZA “ANTIRAZZISTA”
Arrivare a censurare “Striscia la Notizia” con le scuse imposte a Gerry Scotti e alla Hunziker perché in una
gag hanno mimato gli occhi a mandorla parlando con la l al posto della r
e così “offendendo i cinesi” dimostra a che livello di demenza siamo arrivati e
a quanta ipocrita demagogia ci abbia portato un melenso sentimento di buonismo
e antirazzismo.
Come nelle preghiere non si può più dire solo “fratelli” ma
bisogna aggiungere anche “sorelle”, altrimenti sembra di essere omofobi, così
di madre e di padre non si deve più parlare, ma di “genitore 1” e “genitore 2”,
anche se uno dei/delle due biologicamente genitore non lo è perché trattasi di
figlio adottato dalla coppia lesbo/gay che l’ha fatto fare a qualcun altro.
Il politicamente corretto vuole che nelle pubblicità (lo avete
notato?) ci vuole sempre un nero nel gruppo, perché altrimenti è razzismo e
tutto deve essere filtrato e reso conforme o non è cosa.
Avanti così saranno censurate le barzellette: “C’è un italiano, un
francese, un tedesco…” perchè portatrici di stereotipi razzisti. Ma queste sono
scemenze, stupidaggini, cretinate di pura superficialità.
Eppure devi stare attento a queste forme, poi se rubi miliardi
imbrogliando il mondo non importa, se sfrutti ed uccidi interi popoli non
conta, se distruggi il pianeta - ma fai finta di fare il “green” - allora sarai
comunque assolto.
E io reagisco, ME NE FREGO (dai, forza, datemi del fascista!) e
continuerò a parlare, pensare, scrivere come credo sia giusto, cercando di non
offendere il prossimo, ma di non essere soprattutto ipocrita perché - a furia
di ipocrisie - abbiamo perso tutti il senso del ridicolo, della misura e
soprattutto stiamo perdendo la libertà.
In altre forme, questo è vero comunismo mentale e culturale, voi
chiamatelo pure come vi pare…
DEMOCRAZIA E FUORI DI TESTA
Sabato scorso ero di passaggio per una piazza di Verbania e ho
notato un assembramento di circa 500 persone. Mi sono fermato per capire di
cosa si trattasse, ma ammetto che dopo una decina di minuti non avevo ancora
ben compreso di cosa si stesse parlando.
Ho scoperto poi che era una manifestazione di vari gruppi locali
riconducibili ai NO VAX
che si erano tranquillamente riuniti sotto gli occhi di polizia e carabinieri,
senza mascherina e senza minimamente osservare le distanze.
In democrazia ognuno è libero di pensarla come crede ed è mio
dovere difendere questo diritto di tutti, ma allo stesso modo nessuno può
togliermi la possibilità di scrivere che era davvero difficile mettere insieme
in pochi minuti un minestrone di sciocchezze come quelle che ho
ascoltato.
Ho saputo poi che quella che stava parlando era l’ “onorevole”
(sic) Sara Cunial
da Bassano del Grappa, già capolista del M5S in Veneto e quindi
trionfalmente approdata in Parlamento nel 2018 senza avere mai avuto alcuna
precedente esperienza politica. Sospesa, poi riammessa e poi di nuova espulsa o
auto-allontanatasi dai grillini, ora è una “battitrice libera”( credo nel
gruppo misto) a spese dei contribuenti.
In altri tempi mi sarebbe piaciuto chiedere all’ex collega come
cavolo avesse mai potuto una persona come lei arrivare alla Camera e con quale
curriculum, ma di questi tempi non è cosa.
In piazza mi era sembrata decisamente alterata, ma ho poi letto
che il 14 maggio scorso la Cunial era riuscita a dire a Montecitorio (testuale
dal resoconto stenografico) “ «Mentre
voi stracciate il codice di Norimberga con TSO, multe e deportazioni,
riconoscimenti facciali e intimidazioni, avallate dallo scientismo dogmatico
protetto dal nostro pluripresidente della Repubblica, che è la vera epidemia
culturale di questo Paese, noi fuori, con i cittadini moltiplicheremo i fuochi
di resistenza in modo tale che vi sia impossibile reprimerci tutti».
TSO sta per “trattamento sanitario obbligatorio” (ovvero il
ricovero obbligato in un reparto psichiatrico di quelli che una volta si
dicevano essere i matti) ma mi chiedo se il TSO non dovesse essere richiamato
proprio per la illustre onorevole che nega l’utilità delle mascherine e la
stessa esistenza della pandemica di COVID.
D'altronde il 10 ottobre 2020, durante la manifestazione No-Mask in piazza
San Giovanni a Roma, l’ineffabile on.le Cunial - da buona rappresentante
del popolo - si era infatti presentata sul palco con un casco spaziale,
dichiarando: «La possibilità
di morire di coronavirus è minore di quella di morire per un asteroide . Così
mi sono attrezzata»
Purtroppo troppi miei conoscenti in questi mesi non sono morti
colpiti da un asteroide e quindi mi sembra di pessimo gusto continuare con
questa polemica.
Deve però pensarla come la Cunial anche lo stesso Beppe Grillo che l’ha
messa in lista e fatta eleggere, visto che recentemente si è presentato a Roma
vestito con lo stesso equipaggiamento spaziale.
Spero che chi abbia partecipato alla manifestazione di
sabato a Verbania - non stando a distanza e senza mascherina - sia però
debitamente multato (ci sono video eloquenti), perché non è possibile che
milioni di italiani debbano subire i danni e i drammi della pandemia e poi
degli imbecilli qualsiasi possano contribuire a diffondere il virus
comportandosi in questa maniera.
Ripeto: ognuno è libero di pensarla come crede, non è obbligatorio
che il cervello sia collegato alla bocca, ma spero che la legge sia
applicata per tutti perché se il COVID circola è proprio anche per questi
comportamenti.
“Non ci
batteranno mai, perché noi siamo i più belli di dentro” sosteneva
intanto un’altra ignota comiziante che ho avuto occasione di sentire mentre me
ne andavo: principio fantastico, ma purtroppo privo di verifica.
Io invece protesto al contrario: aspetto un vaccino che non arriva
mai e con me lo aspettano milioni di italiani, stufi di subire ritardi ed
inefficienze.
NOTIZIE DAL RECOVERY?
Ci sono temi importanti caduti nel vuoto: qualcuno sente più
parlare del MES, oppure del Recovery Found europeo?
Del primo non c'è più traccia dopo l' attento lavoro di sminamento
tra i partiti di governo operato da Draghi, per il secondo pare si lavori per
preparare le schede da inviare a Bruxelles, ma nessuno sembra avere un'idea
complessiva.
Intanto si cominciano però a vedere liste infinite di buone
intenzioni con amministrazioni ed enti vari che cercano di infilarsi nel gruppo
per recuperare qualcosa.
Per esempio ho letto le schede piemontesi: un gran bel sfoggio di
buoni propositi nell’ introduzione, una grafica piacevole, tantissime idee per
confezionare un magnifico libro dei sogni dove c’è dentro di tutto e di più,
dai megaprogetti a quello del comune di Aramengo
(non “A ramengo”, Aramengo è un paese dal nome curioso, in provincia di Asti!)
che vuol farsi un nuovo giardino per 150.000 euro.
Nessuno discute che migliaia di micro-iniziative siano
"positive", ma lo spezzatino va nell'ottica giusta? Possibile che non
ci siano discussioni sulle effettive priorità ai vari livelli territoriali e ci
si limiti a questioni strutturali importanti ma con tempi certi e benefici
visibili? Ancora in settimana in Valsusa si sono bloccati con la violenza
i lavori per la TAV, altro che immaginare i giaridnetti per la "New
Generation".
UN APPELLO
Permettetemi di ripetere l’appello della scorsa settimana.
Chi mi segue da tempo sa che - esattamente 40 anni fa - fondai il
“VERBANIA CENTER”
che in tante parti dell’Africa e dell’America del Sud ha cercato di dare una
mano concreta a molte comunità locali (sul mio sito www.marcozacchera.it trovate copia di
tutte le relazioni annuali con ogni dettaglio economico ed organizzativo).
In particolare da alcuni anni stiamo ricostruendo a MACHAVA, in Mozambico, nella
periferia di Maputo, un poliambulatorio/ospedale di prima urgenza e, anno dopo
anno, con l’aiuto di tanti amici abbiamo già ristrutturato i reparti di
oculistica, pediatria, malattie respiratorie ecc. Da alcuni mesi abbiamo messo
mano alla sistemazione del PRONTO SOCCORSO che è in condizioni disastrose. Di
persona ho potuto vedere le centinaia di persone che arrivano tutti i giorni e
vengono accolte in locali fatiscenti tra l’affollamento, sporcizia e in una
mancanza totale di strutture minimamente adeguate. La ricostruzione del reparto
(il personale è fornito dallo stato, le attrezzature – usate – le stiamo
recuperando un po' dappertutto) prevede una spesa di quasi 30.000 euro, dei
quali circa 6.000 già recuperati e che hanno permesso di avviare i lavori. Il
controllo sull’opera è diretto, non ci sono spese né di organizzazione né
generali: come sempre si bada al sodo con bilanci e risultati trasparenti e
ovviamente – passata la pandemia – chi vuole potrà venire con me a controllare
di persona.
Concretamente: qualcuno può/vuol darmi una mano? Privatamente
posso fornire ogni dettaglio, foto, chiarimento, planimetria, opzione fiscale
(le offerte sono detraibili): basta contattarmi. (marco.zacchera@libero.it)
GRAZIE, ANCHE SOLO PER L’ATTENZIONE E A CHI MI AIUTATO NEI GIORNI
SCORSI!
A tutti un saluto e buona
settimana
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 810 del 9 aprile 2021
di MARCO ZACCHERA (www.marcozacchera.it)
info, contatti e numeri arretrati: marco.zacchera@libero.it
Sommario: UN APPELLO – LA
RABBIA E LA BEFFA – VACCINO-GATE - IL SULTANO ERDOGAN - INTERCETTAZIONI -
PROFUMO DI SOLDI
UN APPELLO
Permettetemi se questa settimana inizio facendo
un appello ai lettori.
Chi mi segue da tempo sa che - esattamente 40
anni fa - fondai il “VERBANIA CENTER” che in tante parti dell’Africa e
dell’America del Sud ha cercato di dare una mano concreta a molte comunità
locali (sul mio sito www.marcozacchera.it trovate copia di tutte le
relazioni annuali con ogni dettaglio economico ed organizzativo).
In particolare da alcuni anni stiamo
ricostruendo a MACHAVA, in Mozambico, nella periferia di Maputo, un
poliambulatorio/ospedale di prima urgenza e, anno dopo anno, con l’aiuto di
tanti amici abbiamo già ristrutturato i reparti di oculistica, pediatria,
malattie respiratorie ecc. Da alcuni mesi abbiamo messo mano alla sistemazione
del PRONTO SOCCORSO che è in condizioni disastrose.
Di persona ho potuto vedere le centinaia di
persone che arrivano tutti i giorni e vengono accolte in locali fatiscenti tra
affollamento, sporcizia e in una mancanza totale di strutture minimamente
adeguate. La ricostruzione del reparto (il personale è fornito dallo stato, le
attrezzature – usate – le stiamo recuperando un po' dappertutto) prevede una
spesa di quasi 30.000 euro, dei quali circa 6.000 già recuperati e che hanno
permesso di avviare i lavori.
Il controllo sull’opera è diretto, non ci sono
spese né di organizzazione né generali: come sempre si bada al sodo con bilanci
e risultati trasparenti e ovviamente – passata la pandemia – chi vuole potrà
venire con me a controllare di persona.
Concretamente: qualcuno può/vuol darmi una
mano? Privatamente posso fornire ogni dettaglio, foto, chiarimento,
planimetria, opzione fiscale (le offerte sono detraibili): basta
contattarmi. (marco.zacchera@libero.it)
GRAZIE, ANCHE SOLO PER L’ATTENZIONE !
……………………………………………………………………………………….
LA RABBIA E LA BEFFA
(UN PARAGONE CON LA SVIZZERA)
Crescono in tutta Italia le proteste dei pubblici esercenti, degli
ambulanti, dei ristoratori, degli albergatori che hanno dovuto
rinunciare al movimento turistico del “ponte” di Pasqua per il secondo anno
consecutivo e si avviano verso una stagione fallimentare.
Come per altre categorie (per esempio gli operatori dello
spettacolo) il momento è particolarmente difficile e la situazione impedisce
ogni programmazione delle attività, anche dopo una eventuale “normalizzazione”.
Al danno si aggiunge la beffa per chi è localizzato vicino al
confine svizzero dove le norme sono state applicate in modo molto più blando
che non in Italia.
Un esempio sul Lago Maggiore: stesso clima, stessa lingua, stesso
dialetto ma a poche centinaia di metri due realtà diametralmente diverse con
alberghi aperti sulla sponda ticinese e chiusi su quella italiana.
La beffa è poi nei numeri: la gran parte dei lavoratori nelle
strutture elvetiche sono comunque italiani, “frontalieri” che ogni giorno
attraversano il confine in pratica senza alcun controllo sanitario, cosi che
l’eventuale contagio è all’ordine del giorno, ma in caso di positività (magari
per un contagio “svizzero”) il ricovero – e relativi costi - avviene poi in
Italia.
E qui nasce il “caso”: le due politiche governative diverse
nell’affrontare il Covid non hanno portato a sostanziale diversità nei numeri
del contagio o deceduti.
I “sacrifici” italiani non sottolineano percentuali di infezioni
particolarmente diverse e più basse di quelle ticinesi, stando almeno alle
cifre ufficiali forniti dai siti dei due paesi. Il Piemonte ha 4.3 milioni di
abitanti, esattamente la metà degli svizzeri, e se i casi sono stati in linea
(319.000 in Piemonte, 613.000 in Svizzera) i deceduti elvetici risultano
complessivamente 9.772 contro i 10.481 piemontesi
E’ un paragone interessante: vale la pena una politica di
restrizioni se non creano particolari benefici sanitari, ma per contro
sicuramente penalizzano l’economia?
Lo ribadisco da settimane: vanno chiusi i luoghi dove ci siano
probabilità di contagio, non le attività dove - se si osservano le regole e le
distanze – questo è più difficile, soprattutto stando all’aperto.
Piuttosto vanno identificate e vaccinate le VERE categorie
potenzialmente a rischio ad iniziare da chi ha maggiore contatto con il
pubblico: cassiere, dipendenti agli sportelli, operatori del turismo.
VACCIN-GATE
Anche questa settimana la campagna vaccinale va a rilento, ALTRO
CHE LE 500.000 VACCINAZIONI QUOTIDIANE IPOTIZZATE PER APRILE, questa settimana
la media giornaliera è stata la metà: solo 267.000 al giorno! Intere regioni
sono quasi senza scorte, crescono (forse esagerati) i timori su Astrazeneca ma si
continua a girare intorno al problema: chi deve pagare per la propria
(ir)responsabilità nel sottoscrivere contratti europei che si sono dimostrati
farlocchi?
Ma se un professionista pasticcia con un contratto e danneggia un
cliente ne paga i danni, perché a livello politico europeo o nazionale non deve
mai pagare nessuno?
Non una dimissione, non un allontanamento, non una autocritica!
Tutto come prima, come se nulla fosse, sulla pelle e le speranze di milioni di
europei.
Perché la comunità internazionale – come a parole chiedono tutti,
da Biden al Papa – non sceglie piuttosto di rendere di libero uso i vaccini a
livello mondiale, soprattutto dopo aver coperto d’oro con soldi pubblici le
ricerche e permettendo così alle multinazionali farmaceutiche dei profitti
esagerati?
Mi aspettavo azioni decise da parte di tutti i governi
“progressisti” invece c’è solo uno sconfortante silenzio ai danni di tutto il
genere umano.
Ecco perché poi partono i sospetti di speculazioni, accordi, trame
internazionali più o meno occulte: purtroppo nascono dai fatti, non solo dalle
sensazioni.
IL SULTANO ERDOGAN
Incredibile faccia tosta di Erdogan
che, accogliendo ad Ankara la missione europea, ha lasciato senza sedia Ursula von der Leyen con
un gesto di scortesia inaudito.
Ma una analoga figuraccia l’ha fatta anche Charles Michel, il
presidente del Consiglio europeo ed ex premier del Belgio che ha fatto come se
nulla fosse, accomodandosi tranquillamente a sedere con Erdogan mentre Ursula
von der Leyen restava in piedi, sedendosi poi su un divano vicino.
Se il “progressista” Michel avesse avuto un minimo di prontezza ed
intelligenza politica avrebbe potuto semplicemente lasciare subito la sua sedia
e sedersi di fianco alla povera Ursula, non solo per una questione di
educazione e cavalleria, ma soprattutto marcando la distanza rispetto al
sultano di Ankara, ma forse non ci ha neppure pensato.
Chissà cosa ne pensano le femministe europee.
INTERCETTAZIONI
Cresce lo scandalo perché la Procura di Trapani avrebbe
intercettato alcuni giornalisti ed avvocati in merito all’inchiesta sui legami
tra le ONG e alcuni trafficanti di carne umana nel Canale di Sicilia.
Caso spinoso che sicuramente lede il diritto di difesa, ma che ha
permesso di mettere in luce rapporti scabrosi tra “salvatori” delle ONG e loro
“amici” scafisti.
“Uno schiaffo alla democrazia”, “Intercettare i cronisti è una
violazione dei diritti costituzionali” dichiara indignato il direttore de “La
Stampa” (ed ex conduttore di Ballarò) Massimo
Giannini.
Ha ragione: la legge è legge e queste “prove” non possono e non
devono essere utilizzate nei processi né essere conservate, ma c’è da chiedersi
come mai tutto questo scandalo viene sollevato soltanto adesso, mentre non era
certo esploso quando le intercettazioni portavano a creare “prove” contro
esponenti politici non in linea con la vulgata corrente ( e la linea editoriale
de “La Stampa” del prode Giannini) .
Quanti milioni di volte le intercettazioni sono finite sui
giornali prima non solo di qualsiasi condanna, ma anche di una semplice
comunicazione agli indagati?
Viene il sospetto che tutta questa indignazione sia un po' a senso
unico, soprattutto se in qualche maniera scoperchia la pentola dello
sfruttamento dell’immigrazione da parte di gente senza scrupoli, anche se a
volte gira con l’aureola dei santi.
Di una seria legge che porti a limitazioni e riservatezza in
materia di intercettazioni si parla da anni, ma al concreto non viene mai fuori
nulla: avete mai sentito di un magistrato o di un collaboratore giudiziario
finito nei guai per aver diffuso ai giornali materiale riservato, o anche solo
di qualche seria indagine su questi casi?
PROFUMO DI SOLDI
Sono uscite le motivazioni della sentenza che ha condannato – tra
gli altri - a sei anni di reclusione e 2,5 milioni di multa l'ex presidente del
Monte dei Paschi di Siena Alessandro
Profumo per aggiotaggio e false comunicazioni sociali.
Per i giudici di Milano, Profumo con i suoi complici avrebbero
evitato di far emergere un miliardo di perdite all’ MPS oltre che per
l'«aspirazione a vedere accresciuto (illegittimamente) il proprio
personale prestigio, quale fautore della rinascita della banca».
Un crack che ha distrutto i risparmi di migliaia e migliaia di
persone.
Ogni imputato è pregiudizialmente innocente fino a sentenza
definitiva, ma è corretto che Profumo (che per i giudici ha "una spiccata
capacità a delinquere”) resti al vertice di Leonardo (ex Finmeccanica) come
amministratore delegato su nomina del governo Renzi, galleggiando fino ad oggi
con il modico stipendio annuo di 1.660.000 euro?
A tutti un saluto e buona
settimana
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 809 del
2 aprile 2021
Sommario: AUGURI DI
PASQUA – DRAGHI BIANCONERO – IL RACKET DEI VACCINI – PALAMARA SECRETATO
– RENZI A SPASSO – CASSAZIONE: NON CONDIVIDO – GENTE DI LAGO 2.
LE FRAGOLE e LA PASQUA
Quando ero bambino le fragole erano molto più piccole e brutte di
oggi. Adesso sono di un rosso accecante, spesso mostruosamente grandi, arrivano
da mezzo mondo e in negozio le vendono già tre mesi prima della stagione
giusta... ma non sanno di niente.
Vale per tanti tipi di frutta, ma soprattutto vale per la vita:
siamo diventati persone- immagine, l’aspetto sembra davvero contare più di
tutto. Troppe volte, però, dietro all’immagine c’è poca personalità e neppure
ci chiediamo più quale sia il vero gusto della vita. Qualche volta lo
riscopriamo solo nei momenti difficili, come quello attuale.
E' comunque più importante l'immagine o la sostanza delle cose?
E’ una riflessione che parte in modo banale, ma arriva al cuore
del significato più serio della Pasqua
che dovrebbe essere momento di riflessione, di rigenerazione, di speranza. La
speranza non è solo quella di riuscire a ripartire dopo oltre un anno di
disastri, ma soprattutto di sentirsi rigenerati e rafforzati di dentro. E’
difficile, molto difficile, ma proprio per questo l’augurio di una Pasqua
“vera” è quello che trasmetto in amicizia a tutti i lettori.
DRAGHI IN BIANCO E NERO
Avevo scritto che per giudicare Mario Draghi servivano almeno cento giorni
(ne sono passati già 50) e il giudizio resta ancora in sospeso nel senso che
“Se sono rose, fioriranno”. Boccioli per ora se ne vedono pochi, ma è
positivo che lo stesso Draghi e la gran parte dei ministri abbiano scelto la
linea delle poche chiacchiere, mentre si sta soprattutto mettendo mano al
Recovery Fund.
Pare – lo si sottolinea negli ambienti tecnicamente
informati – che le “schede” dei progetti per Bruxelles, solo superficialmente
abborracciate da Conte, siano ora molto più concrete: il rapporto con l’Europa
è essenziale e Draghi è il migliore che possa tenerlo.
Il premier è anche stato in gamba a silenziare le fonti di
rottura: qualcuno di voi ha più sentito parlare del MES, fonte degli eterni
litigi tra M5S e PD andati avanti per mesi? D'altronde proprio le spaccature
interne e le polemiche in corso all'interno del PD e del M5S fanno crescere
Draghi come "super partes"
Di deludente c’è invece il decreto “Sostegni” stemperato i mille
rivoli per la necessità di visibilità delle diverse componenti politiche, ma
che di fatto ha portato ben poco alle imprese e soprattutto ad alcuni settori
decisamente penalizzati da scelte incomprensibili.
Rimane infatti indeterminato il rapporto tra aperture e contagi:
si riaprono le scuole, ma in molte famiglie sono proprio i più piccoli a
trasmettere involontariamente il virus, anche se una statistica chiara non c’è.
Allo stesso modo perché sarebbe più pericoloso un negozio di mobili rispetto a
una cartoleria? Eppure una è aperta e l’altro chiuso.
Forse servivano altri criteri: distanze, sanificazione, affollamenti:
se si osservano le normative, perché far tenere chiuso portando alla rovina
interi comparti?
Anche perché bisognerebbe considerare la stagione: il turismo non
arriva a novembre e il settore è tramortito, così come altri (vedi cultura e
spettacoli) cui non possono più bastare le chiacchiere di Franceschini che si
ripetono da un anno in qua.
Nel turismo il caos è totale e ha fatto notizia la possibilità di
andare in aeroporto con la propria auto traversando confini regionali e zone
rosse per farsi una bella vacanza all’estero, che però è vietata in Italia.
Eppure alberghi e ristoranti aperti (sanificati e con accesso
controllato) significherebbe innescare un moltiplicatore prezioso per
l’economia nazionale. Siamo invece alla seconda Pasqua deserta, mentre - più
“furbi” di noi - altri paesi europei hanno riaperto le loro frontiere
turistiche e così ci seppelliscono, dalle Canarie alle Baleari, alla Grecia.
IL RACKET DEI VACCINI
La partita vera è sui vaccini, per i quali imperversa il
quotidiano inno alla speranza, ma dove la realtà è molto più lenta e deludente
del previsto. Nel suo perenne tour in giro per l’Italia l’ “iper-decorato”
generale Figliuolo
continua a ripetere agli ossequiosi TG di milioni di dosi in arrivo che però
poi sfarinano nei continui ritardi e non arrivano mai.
Il generalissimo aveva promesso “per fine mese” (marzo) tre
milioni di vaccini aggiuntivi e invece niente, con le regioni Veneto e Lazio
– a seguire rischiano tutte le altre – che sono costrette addirittura a
rallentare perché non ci sono dosi
Al concreto siamo solo al 5% degli italiani vaccinati e con questo
ritmo certe promesse sembrano decisamente irraggiungibili, mentre la ressa
corporativa del “ho diritto prima io” è diventata assordante.
Tutto ciò perché l’Italia si è fidata (senza garanzie) di una
Europa inadempiente e incapace di scrivere contratti chiari, oppure qualcuno li
ha volutamente scritti così.
Bisogna così inchinarsi al racket delle case farmaceutiche ma
d'altronde l’Italia non ha alternative di fabbricazione interna e se troviamo
quasi per caso milioni di vaccini in casa (vedi stabilimento di Anagni) non ce
li teniamo neppure.
Siamo un paese debole, che ha mani e piedi legati da Bruxelles,
che ritarda sullo Sputnik per motivi squisitamente politici, incapace di
imporsi in qualche modo.
Fa male vedere che AstraZeneca
comunque se la cava cambiando il nome del vaccino e il suo “bugiardino”
così il rischio di trombosi viene esorcizzato, mentre il CEO di Johnson
& Johnson, Alex Gorsky,
quest’anno guadagnerà 29,6 milioni di dollari di stipendio, parametrati ai
profitti raggiunti: mentre la gente muore la pandemia fa infatti arricchire
l’intero settore farmaceutico, con i governi a balbettare senza forza
contrattuale. E’ morale guadagnare miliardi sulla pelle della gente dopo
essersi fatti pagare le ricerche dalla comunità? Non sarebbe giusto
“nazionalizzare” i vaccini e renderli di proprietà pubblica limitando i
profitti a livelli ragionevoli?
Intanto però miei amici che vivono in Florida sono già stati tutti
vaccinati, in Cile pure, in Israele lo sono da due mesi e noi invece
aspettiamo, con Speranza
e tutta la sua (poco) allegra compagnia….
PALAMARA SECRETATO
Finalmente interrogato dal CSM, Luca Palamara si è tolto più di un
sassolino dalle scarpe davanti alla Prima commissione del Consiglio Superiore
della Magistratura, competente sulle “incompatibilità” delle toghe. L’ex
presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati era stato convocato per
essere sentito dai suoi ex colleghi dopo il suo libro-scandalo sulle porcherie
legate alle nomine in magistratura, come era emerso anche dai messaggi che
Palamara scambiava a ritmo frenetico con le centinaia di magistrati che
aspiravano ad un incarico di vertice ed i politici “amici”.
L’audizione è stata però secretata, l’ Italia NON deve sapere. «È
una audizione riservata per la quale ho ricevuto la consegna del silenzio», ha
detto all’uscita dal CSM lo stesso Palamara.
E questa sarebbe una repubblica democratica, dove “La legge uguale
per tutti”?
RENZI VA A SPASSO
Dopo il viaggio in Arabia Saudita, Matteo Renzi era domenica scorsa in
Bahrein, ripreso dalle telecamere di Sky nei box del gran premio di Formula1.
Vaccini, quarantene, obblighi al rientro? Particolari che non
contano per un “lobbista” di livello internazionale come Renzi, e diamo a
questa parola il significato meno torbido possibile.
Insomma: Renzi gira il mondo a pagamento, si diverte e fa pure i
suoi affari.
D'altronde lo hanno sempre fatto Clinton, Obama e tanti importanti
ex politici soprattutto di sinistra, quelli del solito “giro bene”
dell’intellighenzia internazionale. Solo che Renzi non è un “ex”, ma ancora un
eletto del popolo italiano con un incarico istituzionale e - già che era lì di
passaggio – avrebbe per esempio potuto ricordarsi e ricordare di come il
Bahrein non sia proprio al “top” per quanto riguarda il rispetto dei diritti
umani. Ma volete mettere il business che si può fare con gli sceicchi
arabi e dintorni?
Non perdiamoci in queste quisquilie umanitarie, suvvia!
ADOZIONI ? CI PENSA LA CASSAZIONE
Ci sono migliaia di coppie che invano attendono per anni di poter
adottare un bambino e trovano mille ostacoli in Italia e nel mondo.
Vorrei norme che semplifichino queste procedure, invece prendo
atto che la Cassazione è impegnata a sentenziare che «Non contrasta con i principi di ordine
pubblico internazionale il riconoscimento degli effetti di un provvedimento
giurisdizionale straniero di adozione di minore da parte di coppia omoaffettiva
maschile che attribuisca lo status genitoriale secondo il modello dell’adozione
piena o legittimante, non costituendo elemento ostativo il fatto che il nucleo
familiare del figlio minore adottivo sia omogenitoriale ove sia esclusa la
preesistenza di un accordo di surrogazione di maternità a fondamento della
filiazione».
A parte che sarà ben difficile mai provare l’ultima riga (ovvero
smascherare la prassi dell’ “utero affittato” a pagamento per recuperare un
figlio fabbricato all’estero da una povera madre che sparisce subito dopo il
parto), mi è permesso esprimere come cittadino il mio personale dissenso su
questa sentenza?
Mi sono sempre chiesto se e come sia considerato anche il diritto
di un bimbo ad avere due genitori di sesso diverso (avrei voluto scrivere
“normali”, ma sarei accusato di offendere qualcuno) anziché vedersi assegnati
legalmente due genitori omosessuali.
GENTE DI LAGO 2
E ancora disponibile il mio nuovo libro “ GENTE DI LAGO 2: nuove storie e nuovi
racconti del Lago Maggiore ” In 172 pagine - tutte
a colori - ripropone ricordi, personaggi, storie e curiosità della zona del
Lago Maggiore e delle sue valli, insieme ad oltre un centinaio di foto
storiche.
Una testimonianza interessante della vita sulle rive del Verbano
in tempi quasi dimenticati, un omaggio a chi è venuto prima di noi. Il volume è
firmato anche da Carlo
Alessandro Pisoni, Ivan Spadoni e altri autori locali. GENTE DI
LAGO 2 è in vendita al pubblico a 20 euro, ma i lettori de IL PUNTO possono
richiedermi direttamente il libro – se lo desiderano, con dedica! - al prezzo
ridotto di 17 euro (spese di spedizione comprese) o di 16 euro ciascuna se
verranno richieste almeno 2 copie.
Il volume va richiesto direttamente a marco.zacchera@libero.it ricordando
di comunicare sempre il proprio INDIRIZZO POSTALE PER LA SPEDIZIONE.
I RICAVI DELLE VENDITE SONO DEVOLUTI AL”VERBANIA CENTER” PER LA
COSTRUZIONE DI UN CENTRO SANITARIO IN MOZAMBICO.
Buona
settimana e buona Pasqua a tutti!
Marco Zacchera
IL PUNTO n. 808 del 26 marzo 2021
di
MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info
e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO:
IL SOGNO – SOSTEGNI: LA GRANDE DELUSIONE – DIRITTO DI CRITICA - CONGO:
NON DIMENTICARE – GENTE DI LAGO 2 - STORIA A TELE VCO
IL SOGNO
Astrazenica è
in clamoroso ritardo per la consegna dei vaccini eppure due giorni fa sono
state scoperte 29 milioni di dosi depositate (nascoste) ad Anagni, vicino a
Frosinone, prodotte in Italia ma in partenza per l'estero.
Sognerei un
paese che, contestando formalmente all’azienda le mancate forniture, con un bel
sequestro penale bloccasse l’intero lotto immettendone una
buona parte nella rete di distribuzione italiana e usandole
SUBITO per vaccinare qualche milione di persone rimaste senza
vaccino proprio per colpa dell’azienda.
Sarebbe un
atteggiamento scorretto? Ma è stata corretta la Commissione Europea NON
rendendo pubblici i contratti con Astrazeneca senza penali per i ritardi?
Forse che la
stessa Germania, l' Austria, l'Ungheria, La Danimarca ecc. non hanno forse
sottoscritto accordi per conto loro, pur di trovare altri vaccini?
Noi ci
troviamo i vaccini in casa, scopriamo che vengono prodotti qui da noi (e non lo
aveva mai ammesso nessuno) e adesso ce li lasciamo perfino scappare ?
Semplicemente
li dovremmo usare subito, visto i conclamati ritardi nelle forniture e
soprattutto i nostri 400 morti al giorno.
Ma è un sogno
questo atto di fermezza, una illusione che temo tale resterà, come
quella di avere finalmente una reazione forte a Palazzo Chigi nei confronti
dell’ Europa, dimostrando finalmente con i fatti il famoso
“cambio di passo”…
LA
GRANDE DELUSIONE
Settimane di
attesa, ma alla lettura del decreto “Sostegni” mi ha colto una
profonda delusione.
So benissimo
che la situazione è difficile, che i soldi non ci sono, che si fa quel che si
può, ma se pensiamo che sia possibile rilanciare il paese con norme come quelle
varate sabato dal governo?
Draghi
ha solo spalmato sul sistema economico i 32 miliardi di extra debito votati dal
parlamento ovvero 500 euro a testa se non si contassero le attività produttive,
ma – visto che poi ci sono milioni di imprese da aiutare – alla fine sono
davvero pochi spiccioli per tutti.
Non vedo un
“effetto moltiplicatore” negli interventi e soprattutto non ci sono paragoni
con quanto avviene all’estero.
Siamo
piccoli, d’accordo, ma gli USA hanno varato un piano di rilancio economico da
1.900 miliardi di dollari (1.700 miliardi di euro), noi... da 32 (!!).
Per il
commercio e il turismo è una desolazione: meno aiuti perfino rispetto al
governo Conte con un “sostegno” (?!) pari a circa l’1% del giro d’affari del
2019.
Con questa
elemosina si vuol salvare e davvero rilanciare il turismo italiano?
Ma ci
rendiamo conto che sono somme perfino inferiori all’importo – per fare un
esempio – della tassa sui rifiuti solidi urbani che gli alberghi, bar e i
ristoranti sono stati comunque costretti a pagare l’anno scorso pur non avendo
prodotto gran parte dei rifiuti a causa della chiusura degli esercizi?
GUARDATE
LA BEFFA DELLA CONFERMA NEL DECRETO DI DOVER COMUNQUE PAGARE PERFINO IL CANONE
RAI PER IL 2020 E IL 2021 ANCHE PER GLI ALBERGHI CHIUSI (con solo una riduzione
del 30% per il 2021): MA SE GLI ALBERGHI SONO STATI CHIUSI E TUTTORA LO SONO,
E’ GIUSTO FAR PAGARE UN BALZELLO DI MIGLIAIA DI EURO A CIASCUN ESERCIZIO PER LE
TV IN CAMERE D’ALBERGO CHE RESTANO CHIUSE E VUOTE PER OBBLIGO DI DECRETO?
MA E’
UNA INDECENZA!
Non servono
le polemiche? Vero, ma bisogna pur rendersi conto che con questi pochi aiuti
non si risolve nulla, è solo una piccola mancia a circa 3 milioni di imprese
che peggio di prima si trovano ora a dover affrontare una situazione di crisi
drammatica.
Una crisi
causata anche dall’inefficienza europea e all’eccessiva, conclamata dipendenza
rispetto alle grandi case farmaceutiche che sulla pandemia in modo
amorale stanno guadagnando miliardi di euro esentasse grazie ai burocrati ed ai
politici di Bruxelles, visibilmente incapaci (e speriamo non
corrotti), quelli che – guarda caso – hanno la stessa casacca del PD italiano e
di alcuni dei suoi alleati.
IL
DIRITTO DI CRITICA, L‘OMOLOGAZIONE DEI MEDIA
Non so se
avete notato come - soprattutto i TG ma anche i titoli dei grandi giornali -
siano un inno quotidiano al vaccino che verrà.
Ogni
giorno si riportano dati per il futuro, si ipotizzano di centinaia di migliaia
di dosi quotidiane che sono sempre un obiettivo che però non si raggiunge mai,
milioni di vaccini in arrivo che poi restano per strada.
In settimana
per tre giorni si è enfatizzato sul "Il milione di dosi in più" del
vaccino "J & J" da consegnarsi ad aprile, dimenticando però di
sottolineare che la settimana scorsa il generale Figliolo –
quello delle cento medaglie sulla giubba, più decorato di uno sovietico,
strepitosa la sua imitazione fatta da Crozza! - aveva
annunciato "mezzo milione di vaccinazioni al giorno" ovvero (la
matematica non è un opinione) si impiegherebbe solo due giorni per far fuori la
"maxi fornitura".
Anche i
numeri confondono: non esce mai il grafico dei vaccini quotidiani (deludente) e
si enfatizza sui due milioni e mezzo di italiani già vaccinati, forse per non
dire che siamo solo al 4% della popolazione, ovvero senza
nessun miglioramento sensibile per costruire il "gregge", ma intanto sono
giù scivolati via 3 mesi dall'arrivo in pompa magna delle prime dosi a fine
dicembre tra TV, inni e fanfare.
Sicuramente
ci sono problemi a livello di regioni che ritardano nei piani (Lombardia in
testa) ma mi pare che il problema non siano i "centri vaccinali" ma
piuttosto i vaccini stessi che non ci sono e ogni dato europeo si sta
dimostrando clamorosamente “farlocco”.
In questa
situazione di crisi è osceno che si abbia il coraggio di boicottare o almeno
ritardare in ogni modo il vaccino russo "Sputnik 5" in buona sostanza
solo per motivi politici.
Lo “Sputnik
5” è’ già usato in 56 paesi del mondo, molti miei amici in Sudamerica si sono
vaccinati proprio con il vaccino russo e tutti stanno benissimo, credo sia
criminale mischiare politica e medicina.
Di fatto però
"J & J" viene enfatizzato dagli americani che però sono contro
"Astrazeneca" e la boicottano, mentre gli europei (iper-inguaiati)
invece difendono Astra ad oltranza, anche se la copertura di questo vaccino è
bassa e non supera il 70% pur dopo la seconda dose.
Il cittadino
normale è quotidianamente bombardato di dati: cosa riesce a capire, come può
orientarsi nella babele di esperti, più o meno presunti?
La sensazione
è di essere tenuti buoni perchè non ci sono di fatto alternative, bisogna
quindi sopportare l'epidemia ed aspettare tempi migliori.
Centinaia di
morti al giorno, purtroppo, ci confermano però che qualcuno dovrebbe
cominciare a pagare per i ritardi. Ma a questo punto - da Bruxelles in giù -
tutti si tirano indietro e la "colpa" è di qualcun altro della
catena.
ATTANASIO
DIMENTICATO
E’ passato
solo un mese dalla barbara uccisione dell’ambasciatore Attanasio e della sua
scorta in Congo, ma già non ne parla più nessuno.
Nessuno ha
chiarito le responsabilità dell’agguato, nessuna risposta è arrivata dall’ONU,
dal PAM e dal governo congolese. Il giudice che indagava è stato ucciso,
sparito anche lui. Tuttora non si sa cosa ci facesse in quella zona il nostro
ambasciatore e sotto quale responsabilità.
Come si
temeva ci hanno imbrogliando tutti: l’ONU, il PAM, il governo del Congo e una
volta di più la nostra credibilità nazionale è svanita nel nulla.
Il Ministro
Di Maio? Sparito anche lui, si è volatilizzato, come la pubblica commozione…
GENTE
DI LAGO 2
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Maggiore ”. Una testimonianza interessante della vita sulle rive del
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PROVENIENTI DALLA VENDITA DEL LIBRO SONO DEVOLUTI AL”VERBANIA CENTER” PER
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LA
NOSTRA STORIA A TELE VCO
Per chi ama
la storia ricordo che su TELEVCO-AZZURRA TV (canale 19, oppure in streaming)
ogni martedì alle 14.30 fino a metà aprile vanno in onda le mie
chiacchierate sulla storia locale - in collaborazione con UNI3 Arona - con
repliche il martedì alle ore 15.30, 16.30 e 22.00 e altre repliche il sabato
pomeriggio ore 13.30, 14.30 e 16.30. Chi vuole connettersi in streaming mi
cerchi su: www.vcoazzurratv.it
agli orari indicati
UN SALUTO A TUTTI E BUONA SETTIMANA
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 807 del
19 marzo 2021
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: VACCINI: POLVERI BAGNATE – RESPONSABILITA’ EUROPEE
– BIDEN E IL KILLER – LETTA: IL MARZIANO DI PARIGI – ITALIA E ITALIANI -
STORIA A TELE VCO
VACCINI: POLVERI BAGNATE
Conta poco annunciare un super piano vaccinale e di voler “dar
fuoco alle polveri” – espressione militaresca del generale Figliuolo -
perché se poi mancano i vaccini le polveri restano bagnate e non si innescano
certo solo con le speranze e la propaganda quotidiana, soprattutto con tutti i
timori suscitati da Astrazeneca.
Sono mesi e mesi che si parla di piani strabilianti, di milioni di
dosi, di “immancabili destini” (questa, già sentita) ma siamo ancora al palo.
Il nuovo piano vaccinale previsto dal governo il 10 marzo scorso
(solo 9 giorni fa…) a pagina 11, allegato 3, prevedeva la
disponibilità di ben 153.484.000
dosi di vaccino entro il 31.3.2021. A giovedì 18 marzo i vaccinati in Italia
sono però solo 7.204.358
e di essi soltanto 2.225.652
hanno ricevuto la 2° dose, pari al
3,68% della popolazione e questo dopo 81 giorni di
vaccinazioni, percentualmente sempre tra i più bassi d’Europa. Siamo ben sotto
allo 0,4% settimanale e per arrivare all’ “l’immunità di gregge” con questo
ritmo non ci arriveremo neppure in 2 anni!
Senza dubbio si migliorerà, ma intanto - forse - titoli, proclami
e mille interviste per ora sono davvero fuori luogo, anzi ingenerano illusioni,
confusioni e timori.
P.S. Come era assolutamente certo è stato confermato l’ok al
vaccino Astrazeneca. Immaginate cosa sarebbe successo se ci fosse stato un
verdetto contrario: impossibile.
Sono assolutamente convinto che sia meglio vaccinarsi, pur anche
con Astrazeneca, ma mi chiedo piuttosto se fosse proprio necessario “in
attesa” sospendere tutto: 5 giorni di stop alle vaccinazioni (deciso dalla
Germania e a cui si sono accodati poi quasi tutti) solo in Italia significano
statisticamente un migliaio di morti in più. Domandona: ma non è che in queste
partite contano anche gli interessi politici, le rivalità tra nazioni e le loro
case farmaceutiche? Un concetto che sarebbe da approfondire…
RESPONSABILITA’ EUROPEE: CHI PAGA?
Questo pasticcio europeo sui vaccini conferma come sia
assolutamente venuta l’ora di resettare i vertici di Bruxelles.
Dopo l’Europa dove comandano le banche e le norme burocratiche più
assurde possibili, si assiste ancora una volta al fallimento conclamato della
Commissione Europea ed è sciocco - ma soprattutto ingiusto - che chi ne è al
vertice non paghi, come sempre, per le proprie pesanti responsabilità
economiche, organizzative, sanitarie e politiche.
Legarsi mani e piedi per i vaccini a specifici gruppi farmaceutici
senza sottoscrivere contratti trasparenti, pubblici, chiari e soprattutto con
le dovute garanzie rimanendo poi travolti dai ritardi di Pfizer e Astrazeneca è
un esempio di “mala gestio” impressionante.
Decine di migliaia di europei sono morti proprio per questi
ritardi e si impone una forte denuncia politica, una richiesta di chiarezza ma
anche le conseguenti dimissioni di chi ha svolto (male) il proprio
compito
Invece di dimissioni non parla mai nessuno e nessuno – a partire
da Ursula von der Leyen – si assume un minimo di responsabilità per le proprie
scelte.
Eppure sono state decisioni prese soprattutto nell’interesse dei
“big” delle industrie farmaceutiche (che in questa pandemia stanno guadagnando
miliardi di euro) a danno dei cittadini europei.
Questo non è giusto, non è più tollerabile, né eticamente né
politicamente: chiedere le dimissioni dei vertici politici della UE non è
demonizzare l’Europa o muoversi da “euroscettici”, è semplicemente applicare la
democrazia: chi sbaglia paga e questa dovrebbe essere la regola per tutti.
BIDEN, TRUMP E IL KILLER PUTIN IN AGGUATO
Negli USA sono state vaccinare 123 milioni di persone e Joe Biden si auto-esalta
per il successo dimenticando che il risultato è anche frutto del suo
predecessore che sui vaccini ha stanziato miliardi di dollari.
Poi, sul più bello, ecco Biden dichiarare " a
freddo" che il leader russo Putin
“è un killer” scatenando la guerra diplomatica (per ora).
Che Trump
fosse fuori dalle righe mi sembrava pacifico, ma non è che sia l’aria della
Casa Bianca a mandare tutti un pò fuori di testa? Perché o Biden non capisce
bene gli effetti delle sue dichiarazioni o non è totalmente in sé
(ipotesi non da scartare) oppure deve spiegarsi meglio, ad iniziare dalla
solita litania delle “elezioni truccate”.
Quando lo sosteneva Trump era sbeffeggiato come pazzo, se lo dice
però anche Biden (che ha vinto) bisogna davvero chiedergli come e perché.
Occorre soprattutto avere il coraggio di guardare bene in fondo
all’armadio, perchè proprio il candidato democratico è stato sponsorizzato dai
media del mondo - quasi tutti schierati al suo fianco - come i “filantropi”
alla Bill Gates,
la grande finanza, le multinazionali, le grandi società farmaceutiche che sul COVID
stanno facendo affari d’oro (e i loro dirigenti li hanno già fatti in borsa).
Che ci siano anche non disinteressati “suggeritori” a spingere
Biden ad attaccare Putin per bloccare la concorrenza russa, magari anche quella
del vaccino “Sputnik” che costa poco e sembra funzionare benissimo?
Così come bisognerebbe tornare a parlare anche di Hunter Biden, il
figlio degenere del presidente, quello inguaiato fino al collo negli scandali -
finanziari e non - in Ucraina e dintorni e di cui i media parlano poco,
soprattutto da quando papà “Joe” è alla Casa Bianca.
IL MARZIANO DI PARIGI
La platea virtuale dell’Assemblea Nazionale del PD ha incoronato Enrico Letta a nuovo
leader del partito. Una unanimità molto sospetta, frutto di un armistizio
interno per salvare la faccia davanti a una crisi profonda.
Credo che Letta sia una persona seria, ma sono scettico sulle sue
concrete possibilità di rilancio anche perché un paio di sue scivolate al
debutto non sono troppo beneauguranti.
A parte l’accenno allo “ius soli” di cui non si capisce l’urgenza
proprio in un periodo tribolato come questo, l’affermare “ Siamo costretti a stare al governo
perchè gli altri ci vorrebbero fuori dall' Europa, se diventiamo però un
partito di potere noi siamo morti" significa non rendersi
conto che il PD è per definizione “il” partito del potere in Italia e credo che
se non l’avesse sarebbe ancor più in crisi di quanto lo è già.
Un controllo sistematico dell’informazione, del sottogoverno,
degli enti locali, della magistratura: il PD a dispetto di un 18% circa dei
voti controlla il potere ben di più del suo peso specifico. Forse Letta a
Parigi era in altre faccende affaccendato, perché non rendersene conto vuol
dire mettersi fuori dalla realtà.
Il PD vive e prospera (o prosperava) proprio gestendo il potere: è
l’humus indispensabile in cui cresce la pianta “democratica” e spesso –
purtroppo – è la sua vera ragion d’essere.
Solo degli “utili idioti” come i grillini possono far finta di non
accorgersene pur di mantenere la loro fettina di potere e dopo aver distrutto
ogni propria autonomia, credibilità, volontà di cambiamento.
Quello che più da fastidio è poi dirsi “europeisti” ad oltranza
senza capire che “questa” Europa - controllata e diretta dal PD e dai suoi
alleati europei - sta diventando progressivamente IL VERO PROBLEMA del nostro
paese.
Il pastrocchio democristian-comunista che ha creato a suo tempo
quello che poi divenne il PD pur rimanendo con anime diverse è un compromesso,
il solito compromesso che in Letta ha ora il suo leader e che in questo senso
rappresenta bene proprio quel potere che – come diceva Andreotti – “logora chi
non ce l’ha” ma, in questo caso, infetta alla grande proprio chi lo detiene.
W L'ITALIANO (DOC, SE POSSIBILE)
Pochi hanno ricordato (ho visto una bella iniziativa di Fratelli
D’Italia, non me ne risultano altre) che il 17 marzo era il 160° anniversario
della nostra raggiunta unità nazionale, anche se parlarne oggi puzza subito di
nazionalismo e “nostalgismo”.
Ritengo che si dovrebbero ricordare questo anniversario CON
ORGOGLIO E RIVALUTANDO LO SPIRITO DI APPARTENENZA AD UNA COMUNITA’ NAZIONALE
senza nulla voler togliere alle altre.
Litigando su tutto e dimenticando le nostre radici si perdono
infatti le caratteristiche comuni, ma soprattutto il termine “unità nazionale”
non deve valere solo per le partite di calcio ma per sottolinearne le
caratteristiche, le tradizioni, lo spirito di comunità.
Sembra invece che si faccia di tutto per cancellare la nostra
storia, la nostra lingua, i nostri punti di riferimento.
Per esempio, perché bisogna continuare a tradurre termini italiani
in inglese, anche quando non ce n'è alcuna necessità? Ma vi sembra logico che
per annunciare il primo grande punto di vaccinazioni italiano curato dai nostri
militari (peraltro sospeso dopo poche ore per la crisi del vaccino Astrazeneca)
lo si debba chiamare "Hub
drive trough Esercito"? (Tra l’altro, ma perché poi
"Esercito" ?! Allora dovrebbe essere tradotto in "Army"!)
L’esempio è banale, ma ci sono decine di parole, neologismi, sigle
che non hanno alcun bisogno di essere tradotte. Pensate che i francesi il
computer lo chiamano ancora “ordinateur”
e se ne vantano. Da sempre denuncio questa pervicace volontà politica della
sinistra (come lo era del comunismo internazionale) a cancellare lo spirito di
appartenenza e l’amor di patria dei popoli e questo è profondamente sbagliato
perché l' “appartenenza” – ripeto – non deve significare odio, rancore, lotta o
stupido senso di superiorità verso qualsiasi altra razza, religione,
etnia o nazione.
Sembra ci sia invece in atto un accanimento terapeutico contro
tutto quello che è “italiano” banalizzando e censurando ogni sentimento.
Vale anche per l’immigrazione: mentre ogni anno centinaia di
migliaia di italiani (scolasticamente qualificati) se ne vanno perché delusi
dal nostro paese, noi siamo aperti (anzi, apertissimi) ai nuovi arrivi. Non
solo per gli sbarchi che nel silenzio dei media continuano indisturbati ma nei
numeri "ufficiali". Nel 2019 su 706.400 persone che hanno
acquisito la cittadinanza di uno Stato membro dell'UE ben 127 mila (il 18%)
hanno conquistato la cittadinanza italiana, il 2,54% degli abitanti rispetto al
2% medio europeo. A queste percentuali vanno però aggiunte tutte le neo-cittadinanze
italiane concesse ad altri cittadini europei (tra cui molti romeni e degli
altri paesi dell’est) che non fanno “statistica” ma sono “sostanza”.
L’Italia è quindi più che disponibile già oggi a nuove
cittadinanze, a cosa serve che Enrico Letta abbia posto come uno dei principali
punti programmatici del PD di nuovo lo “ius soli”? Vi sembra che ce ne sia
davvero la necessità?
LA NOSTRA STORIA A TELE VCO
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UN SALUTO
A TUTTI E BUONA SETTIMANA
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 806 del 12 marzo 2021
di
MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info
e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO:
ARRIVA LETTA – ANNIVERSARIO COVID – BOLLETTE & CARTELLE – TOCCA ALLA
MELONI – ALITALIA CRASH - SCHIFEZZE A SANREMO - STORIA A TELE VCO
ENRICO,
MA TE NE STAVI SERENO…
Enrico Letta
se ne stava sereno nel suo dorato esilio di Parigi, ma la politica è cosa di
sangue e così ha detto “si” alla lusinga di diventare il nuovo segretario
del PD.
Reiterato
autolesionista, dopo gli sgambetti di Matteo Renzi (ricordate il suo celebre
“Enrico, stai sereno!” con successivo tradimento) il buon Enrico insomma ci
riprova.
Tranquilli:
da oggi per lui suonano e suoneranno le trombe e i plausi dei capigruppo PD,
capicorrente, capimanipolo, intellettuali, non disinteressati boiardi di stato,
di tanti aspiranti a posti, cariche e nomine. Si metteranno in mostra
democratici di “area”, giornalisti Rai e dintorni, marchettari generici e DOC
assicurandogli presenze garantite in tutti i programmi televisivi e d’opinione
in un tripudio di interviste e genuflessioni.
Tutti saranno
pronti agli osanna e a dirgli “bravo, bene, bis!” ma contemporaneamente
iniziando a pensare sul come abbatterlo non appena sarà possibile.
Auguri
comunque a Letta che mi sta pure simpatico, ma una sola cosa sarebbe davvero
stonata, ovvero che - in cambio “della grave pena” (copyright di Scalfaro
quando nel ’45 chiedeva la condanna a morte di qualche fascista) – gli fosse
stato davvero promesso sottobanco di diventare il prossimo Presidente della
Repubblica. Mercanteggiare il Colle con i 30 denari di una congiura interna nel
palazzo del PD mi sembrerebbe decisamente oltraggioso.
UNO,
NESSUNO E CENTOMILA
Un ricordo
rispettoso e commosso ai 100.000 morti italiani in un anno per il COVID con
l’augurio che finalmente decolli la campagna vaccinale perché ad oggi siamo
ancora solo al 2,98% di vaccinati, praticamente gli ultimi in Europa.
Se serviranno
nuovi sacrifici (vedi zone rosse) mi auguro che siano finalmente determinanti e
risolutive, senza un continuo stillicidio di decisioni che proseguono da un
anno senza risolvere i problemi.
Serve anche
“realpolitik”: se il vaccino Sputnik funziona venga usato, non lo si emargini
solo per questioni politiche. Soprattutto i governi chiedano l’avvio di una
seria inchiesta a livello europeo sui perché dei ritardi, dei silenzi, delle
evidenti connivenze dei vertici UE con i boss dell’industria farmaceutica, una
complicità che pesa vista l’opacità dei contratti, dei pagamenti, delle
(mancate) penali, dei silenzi omertosi che stanno contraddistinguendo le
manovre di Bruxelles..
BOLLETTE
& CARTELLE
Comprensibilmente
il governo si pone il problema delle cartelle esattoriali non pagate e che si
stanno accumulando da mesi visti questi tempi bui. Siano ormai a decine di
milioni di pratiche da smaltire in qualche modo e – come sempre - tira aria di
organizzare l’ennesimo condono.
Mossa anche
comprensibile, ma qualcuno pensa ai milioni di contribuenti che – ligi al
dovere – HANNO INVECE PAGATO NEI TERMINI?
Forse un
qualche “bonus” di ringraziamento dovrebbe essere considerato anche per loro
perché altrimenti - una volta di più - chi non paga alla fine viene premiato e
chi invece ha pagato è come sempre fregato! Non lamentiamoci poi se l’Italia è
la patria dei furbi e sempre più persone decidono di NON pagare, sperando nei
condoni prossimi venturi che sono sempre…i penultimi.
TOCCA
ALLA MELONI
Non c’è nulla
da fare: se un leader del centrodestra cresce nei consensi parte subito la
macchina del fango. Avvenne con Salvini, ma è già il turno della Meloni che
“Repubblica” accusa – pubblicando le confessioni del solito “pentito” filtrate
dai soliti PM dell’Antimafia di Roma – di aver consegnato 35.000 euro in
contanti nel 2013 a un gruppo di Rom (!) incontrandoli personalmente ad un
distributore di benzina vicino a Latina. La Meloni, secondo il pentito, sarebbe
stata a bordo di una Volkswagen nera e avrebbe pagato gli zingari per ottenere
“voti di scambio” e appiccicamento di manifesti in zona.
La vicenda
appare francamente inverosimile, la Meloni ovviamente smentisce e querela, ma
intanto la gogna mediatica è cominciata. Difficile pensare a una Meloni che
incroci di persona proprio dei Rom e serve poco alla leader di FdI sottolineare
che non ha mai avuto un auto nera o che da quelle parti non poteva
esserci in quel giorno: la maldicenza serpeggia sottile, “Repubblica” (e
chi ci sta dietro) è potente.
ALITALIA
Una voragine.
Dopo quattro anni di amministrazione straordinaria il governo Draghi ha
appena deciso di nominare altri due commissari in Alitalia che a questo punto –
salvo errori - diventano contemporaneamente ben otto. In quattro anni
sono stati intanto dilapidati 1,3 MILIARDI di prestiti dello Stato, 300 MILIONI
di interessi passivi, 350 MILIONI di ristori Covid (sempre dello Stato) a
compensazione del crollo del traffico aereo del 2020, con circa 3 MILIARDI di
debiti accumulati dalla bad company nei confronti dei fornitori e ora altri 3
MILIARDI in pancia alla nuova società, direttamente controllata al 100% dal
ministero del Tesoro (quindi sempre dallo Stato). Ci si poteva aspettare
che la compagnia avesse intanto tagliato di brutto i suoi costi e soprattutto
le sue consulenze esterne che invece sono lievitate ad oltre 14 milioni l’anno
solo per pagare i consulenti che la stanno accompagnando in questo periodo.
Altro che decollo, l’Alitalia è un continuo schiantarsi al suolo! Fosse fallita
anni fa avremmo risparmiato somme sufficienti a creare una nuova flotta e una
nuova società, come avvenne per Swissair, Sabena, Olympic. Eppure in Svizzera,
Belgio e Grecia si vola lo stesso con altre aziende “nazionali”. Quando finirà
questo suicidio?
SCHIFEZZE
A SANREMO
Ma perché a
tutti i costi replicare anche quest’anno Sanremo? Da un anno la musica italiana
è ferma, teatri e cinema chiusi, mentre cantanti, autori, musicisti ma
soprattutto tutti quelli che lavorano dietro le quinte sono (letteralmente)
alla fame.
Il (brutto)
festival di Sanremo 2020 è stata una forzatura alla legge, al buon senso, alla
decenza.
Alla legge
perché una volta di più non è stata “uguale per tutti”. Migliaia di locali si
erano adeguati alle richieste anti-Covid e si erano messi in regola per poter
lavorare e sono comunque dovuti rimanere chiusi, mentre a Sanremo (pur essendo
a due passi dalla Costa Azzurra, la zona più colpita dal Covid in Francia)
tutto è stato permesso e l’Ariston è stato appositamente riaperto a differenza
dei cinema e teatri di tutta Italia. Potenza della Rai, ma uno scandaloso (e
pericoloso) privilegio.
Al buon senso
perché è apparso evidente che gli invitati, i prescelti, i “big”, i
presentatori ecc. fanno tutti capo a un ristretto gruppo di organizzatori che
in Rai fanno il bello e il cattivo tempo inserendo nomi delle proprie agenzie e
magicamente escludendo gli altri.
Alla decenza
perché certe rappresentazioni – vedi Achille Lauro, per intenderci - hanno
fatto davvero schifo, al di là della sopportazione, della logica, del
buonsenso, del buongusto…eppure tutto è stato loro concesso. Perché?
Perché la Rai
(meglio, alcune persone in Rai) possono evidentemente permettersi tutto,
ricattare politici e centellinare ospiti in un eterno, opaco connubio dove il
“servizio pubblico” non conta nulla rispetto ai tanti “interessi privati” che
permettono ad alcuni di spuntare cachet milionari.
Ma cosa
aspetta il governo Draghi a fare pulizia anche in questo macello, a cacciare
finalmente incrostati privilegi di persone impresentabili? Cosa aspetta la
“Commissione di vigilanza RAI” a chiedere e soprattutto ad ottenere la testa
dei responsabili?
Immaginate se
un festival trash come quello di Sanremo quest’anno fosse stato prodotto e
trasmesso alla BBC: impossibile.
Sanremo era
(una volta) la presentazione della musica e dei cantanti italiani nel mondo:
secondo voi, che ulteriore immagine di pazzi esce all’estero del nostro
paese? Da festival della musica italiana, Sanremo è stato trasformato nel festival
delle banalità, con conduttori che si mettono parrucca e corone di spine tra
musicisti gay che trovano rivoluzionario e irriverente baciarsi sul palco.
E bisogna
ridere, apprezzare o quantomeno tacere, altrimenti sei etichettato come
razzista, fascista, bigotto, omofobo e misogino.
La verità è
che siamo un paese culturalmente ormai inesistente, dove anche nella musica c’è
solo il (falso) politicamente corretto, dove bisogna esagerare per fare
audience. Se poi l’audience non c’è basta inventarsi le cifre e se comunque
anche le cifre non ci sono si parla comunque di “grande successo”.
Alla fine
sono arrivate sul palco le ultraottantenni Orietta Berti e Ornella Vanoni,
facendo scoprire che sono ancora loro (e sembrano solo loro) quelle che sanno o
sapevano cantare.
LA
NOSTRA STORIA A TELE VCO
Per chi ama la storia ricordo
che su TELEVCO-AZZURRA TV (canale 19, oppure in streaming) ogni martedì
alle 14.30 vanno in onda le mie chiacchierate sulla storia locale - in
collaborazione con UNI3 Arona - con repliche il martedì alle ore 15.30, 16.30 e
22.00 e altre repliche il sabato pomeriggio ore 13.30, 14.30 e 16.30. Chi vuole
connettersi in streaming mi cerchi su: www.vcoazzurratv.it agli orari indicati
UN SALUTO A TUTTI E BUONA
SETTIMANA
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 805 del
5 marzo 2021
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: ZINGARETTI - DISCONTINUITA’ DI DRAGHI? – ENNESIMO
FLOP EUROPEO - IL BUFFONE FA L’ASTRONAUTA – MAGISTRATURA DEMOCRATICA – CONGO:
NON DIMENTICARE – STORIA A TELE VCO
........................................................................
ZINGARETTI SI DIMETTE ( E SI VERGOGNA)
Nicola Zingaretti si è dimesso dalla guida del PD.
Probabilmente dimissioni strumentali e nella speranza di un inno al ritorno, ma
è significativa la frase di apertura del suo tweet con il quale ne dà notizia
al mondo : “ Mi vergogno del PD…” Se di un partito si vergogna perfino il suo
segretario, cosa devono aggiungere gli avversari politici ?
DRAGHI: DISCONTINUITA’ (?)
Del premier Mario
Draghi questa settimana mi sono piaciute un paio di cose
importanti. Innanzitutto che parla poco: apprezzo un premier defilato e che non
ama – come invece bramava Conte
– la continua passerella televisiva, anche perché probabilmente Draghi ha
capito subito che più sta defilato più alcuni tra i suoi ascari sparano
cavolate e la gente nota (e apprezza) la sobrietà e la differenza di stile.
Secondo punto positivo è aver giubilato in settimana il torbido Domenico Arcuri e mi
auguro che adesso non si passi un colpo di spugna sulle porcherie che ha
combinato.
I lettori de “IL PUNTO” mi daranno atto che sono mesi che ne
denunciavo le collusioni: adesso (?) se ne sono resi conto anche ai vertici.
Spero però che si vada a fondo per capire bene come abbia sprecato
i soldi pubblici con i faccendieri che gli sono stati intorno. Sarebbe un
segno di vera discontinuità indagare in modo chiaro perché chi ha rubato o
sprecato paghi fino in fondo e questo deve valere anche per i politici che lo
hanno mantenuto in carica a dispetto dei santi e delle indagini in corso
da mesi, più o meno nascoste.
Spiace invece che anche il nuovo governo abbia nuovamente fatto
ricorso ai DPCM per contenere la pandemia che sta peggiorando a vista d’occhio
“festeggiando” l’anno di vita. Evidentemente tra ordini e contro-ordini,
chiusure parziali e zone gialle, rosse, bianche o arancioni (più o meno
rafforzate) siamo ancora al punto di partenza e la salvezza si chiama solo
vaccinazione di massa, che purtroppo però va a rilento.
Con solo il 2,47% di vaccinati in rapporto alla popolazione (alla data
del 3 marzo) stiamo sempre più scivolando in Europa verso gli ultimi posti: la
matematica non è una opinione e dovrebbe fare riflettere sulle nostre
incapacità organizzative.
Vero banco di prova per Draghi sarà comunque la partita del
sostegno ad imprese, partite IVA e famiglie perché non basterà certo chiamarli
appunto “sostegni” anziché “ristori”: la sostanza è che tutti gli indici
economici sono pessimi e nulla di buono si vede all’orizzonte, almeno finchè le
vaccinazioni non si saranno generalizzate.
NUOVO FLOP EUROPEO
Si può criticare l’Europa e tutte le demagogiche, quotidiane
menate che ne esaltano il ruolo?
SI DEVE, soprattutto quando dietro alle chiacchiere si
nascondono gli affari di un “gotha” finanziario che ne ha stravolto gli ideali
e crea continui fallimenti.
Ne sono prova i quotidiani bollettini sul numero dei vaccinati che
sono una catastrofe.
Anche qui ci sono responsabilità politiche di chi dirige la
Commissione: annunci-bluff, contratti nascosti, clausole incomprensibili,
segreti ingiustificati a coprire profitti enormi per le case farmaceutiche
senza saper imporre penali vere per i ritardi.
Ursula Von den Leiden e la sua Commissione (Gentiloni compreso) –
iper-riveriti dalla stampa e dalle TV nella continua ripetizione di banalità -
dovrebbero essere oggetto di una severa indagine a livello continentale su
sperperi, incapacità, dolosi infortuni contrattuali e ritardi che hanno già
significato la morte di migliaia di europei.
Dopo il fallimento dell’ “Europa delle Banche” e delle politiche
migratorie e di difesa fallisce così anche l’ “Europa dei vaccini" e sarà
utile che Draghi giochi tutto il suo peso per uscire da questo vicolo cieco,
non bastano certo le sue telefonate a Bruxelles .
Un’altra responsabilità del precedente governo è non aver pensato
a canali alternativi all’Europa per recuperare vaccini come invece hanno fatto
o stanno facendo Germania, Austria, Danimarca, Repubblica Ceca, Ungheria
ecc.ecc.
Il ministro Giorgetti
sta cercando ora di avviare la produzione dei vaccini in Italia, ma c’è da
chiedersi perché ci si muova solo oggi e non lo sia fatto nel passato: una
strategia impostata ad ottobre - quando già i vaccini erano stati testati - ci
avrebbe visti già quasi autosufficienti per una produzione nazionale e non
sperare solo di essere parzialmente pronti tra qualche mese.
CONTE, GIGGINO, IL TONNO E L’ASTRONAUTA
Un Beppe
Grillo che sembra un essere sempre più alterato nel proprio
equilibrio mentale si è presentato a Roma con un casco d’astronauta per
arruolare Giuseppe Conte, già “avvocato del popolo” annunciando che lo
metterebbe a dirigere l’ex Movimento 5 Stelle (ex perchè ora è un 3 stelle e mezzo al
massimo, o giù di lì).
Per carità, sono problemi dei grillini e dell’ego smisurato
dell’ex premier, certo che le cose sono francamente incredibili. A parte il
casco di Grillo (che sembra una idiota ironia verso i tanti italiani che dentro
un casco come quello soffrono per il Covid), restano i fatti e quindi il
bilancio disastroso per i residui “3 Stelle e mezzo”
"Apriremo il parlamento come una scatola di tonno"
esultava Giggino Di Maio
solo tre anni fa, lo stesso buffone che - dal balcone di palazzo Chigi –
annunciò poi trionfante al popolo "La sconfitta della povertà"
all'indomani del varo della legge per il reddito di cittadinanza.
Di Maio è sempre a fare il nostro Ministro degli Esteri per grazia
ricevuta (e nostra disgrazia) e ancora oggi pontifica: «Stop alle ambiguità!»,
ribattezzando come «liberale e moderata» la nuova identità del suo Movimento.
Ambiguità?!?! Grillini già populisti e barricaderi come
“Movimento alternativo” a tutto, poi sovranisti con la Lega, poi riformisti con
il Pd ed ora "Liberali e moderati" come Forza Italia e Berlusconi.
Bravo Di Maio, effettivamente nella vita quello che più conta è
appunto la coerenza.
Il tonno – indignato - si è intanto ripreso la sua scatola e ci si
è richiuso dentro con tanto di olio, come i parlamentari grillini che si
prostituiscono con tutti pur di non mollare la loro poltrona.
MAGISTRATURA DEMOCRATICA
Tra le critiche a Matteo Renzi, messo sulla graticola per i suoi
più che discutibili rapporti con l’Arabia Saudita, è degno di nota il commento
che arriva da “Magistratura Democratica”, componente di sinistra della
Magistratura che scrive: «Essere parlamentari di una Repubblica democratica non
è compatibile – eticamente e politicamente – con l’adulazione dei despoti».
Parole sante, ma da quando in qua una “corrente” di magistrati deve mettersi a
criticare o meno un leader politico?
Da queste colonne ho polemizzato con Renzi mille volte, ma i
magistrati facciano piuttosto il loro dovere e stiano alla larga da queste
tematiche, oltretutto dopo che si sono coperti di vergogna nella lottizzazione
delle cariche interne, “Magistratura Democratica” compresa.
A proposito, il silenzio di Mattarella in argomento comincia a
diventare davvero inquietante…
PASSATA LA COMMOZIONE, NON DIMENTICHIAMO
E’ passata solo una settimana dalla barbara uccisione
dell’ambasciatore Attanasio e della sua scorta in Congo, ma già non ne parla
più nessuno mentre crescono i dubbi che Di Maio non ha certamente chiarito nè
durante la sua relazione al Parlamento ma neppure nei giorni seguenti.
Al di là della commozione, che ci faceva lì il nostro
ambasciatore, scortato da chi e sotto quale responsabilità? Ci stanno
imbrogliando tutti: l’ONU, il PAM, il governo del Congo e una volta di più la
nostra credibilità nazionale è sottozero.
LA NOSTRA STORIA A TELE VCO
Per chi ama la storia ricordo che su TELEVCO-AZZURRA TV (canale
19, oppure in streaming) ogni martedì alle 14.30 vanno in onda le mie
chiacchierate sulla storia locale - in collaborazione con UNI3 Arona - con
repliche il martedì alle ore 15.30, 16.30 e 22.00 e altre repliche il sabato
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cerchi su: www.vcoazzurratv.it agli orari indicati
UN SALUTO
A TUTTI E BUONA SETTIMANA
MARCO ZACCHERA
IL
PUNTO n. 804 del 26 febbraio 2021
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: STRADE D’AFRICA - CONTINUITA’- MAGISTRATI
RIBELLI – GENTE DI LAGO – LA STORIA IN TV
QUELLE STRADE DI POLVERE ROSSA
E’ con commozione che va un ricordo all’ambasciatore Luca Attanasio e
a Vittorio Iacovacci,
il suo carabiniere di scorta.
Vedendo l’immagine di Attanasio riverso - pallido e morente - su
un fuoristrada mentre lo portavano in un ospedale lungo quelle strade di
polvere rossa (dove ben difficilmente l’avrebbero comunque salvato) non potevo
che ricordare viaggi vicini e lontani nel tempo tra quella stessa polvere rossa
dell'altipiano, quella che si infila ovunque e - appena piove - diventa subito
un fango spesso, pesante, che ti si attacca alle suole e resta incollato ai
piedi di chi le scarpe neppure le ha.
Il “mio” Burundi, le cannonate in Rwanda, i tanti profughi che
camminano verso il Congo nell’eterna lotta tra hutu e tutsi con le distruzioni
e i massacri, le case di mattoni crudi abbandonate con i tetti bruciati e che
così si sbriciolano presto.
Capanne buie, colline terrazzate dove si piantano fagioli in ogni
punto possibile pur di avere qualcosa da mangiare, galline che piluccano tra le
corsie ospedaliere (dove i pazienti devono farsi da mangiare da soli) in
edifici cadenti dove la cosa che ti colpisce di più è l’odore di marcio e di urina.
E intorno hai sempre tanti, tanti bambini.
Missionari e volontari eroici, gente di poche parole e da prima
linea, quelli che spesso devono fuggire per le minacce di politici corrotti
perché sono testimoni pericolosi. Insicurezza totale, campi profughi sterminati,
giovani fumati e donne con i figli sulle spalle e una fascina o la tanica
d’acqua in testa, perché le fontane sono sempre lontane da casa e ogni volta
devi risalire a piedi tutta la collina con il solito fango che ti fa scivolare,
eppure le taniche restano sempre diritte...
Ogni tanto vedi passare i gipponi bianchi dell’ONU o delle grandi
associazioni umanitarie con gli altri volontari, quelli che - ben pagati
- il "volontario" lo fanno di mestiere e di solito vivono nelle ville
nei quartieri “bene” delle capitali, quasi mai tra la gente disperata.
Intorno, uno scenario sempre uguale tra mille colline verdi,
deforestate e popolate da formiche che sono una umanità povera, divisa,
remissiva, paziente, che però ogni tanto si scatena in gesti di violenza
inaudita e di lotte tribali.
**** ****
Come non ricordare quella mattina presto di metà aprile (avevo
proprio l’età di Attanasio ed ero stato appena eletto deputato) quando nella
foschia dell’alba per cinquanta metri sbagliammo direzione e finimmo in mezzo
ai ribelli che controllavano la strada. Un albero di traverso per obbligarci a
frenare e poi quegli occhi rossi dietro la punta del kalashnikov puntato
diritto in faccia, con nemmeno il tempo di avere paura.
La vita che va e che viene, dipende dall’umore di quegli occhi
rossi che ti fissano.
A noi andò bene e bastarono tre pacchetti di sigarette per poter
tornare indietro, ma soprattutto servirono le parole tranquille e convincenti
di un missionario saveriano che parlava bene il kirundo.
A Luca e Vittorio è andata male: è la roulette della vita, un
soffio che vola leggero se vai in giro per quelle strade di terra rossa, quella
di un’Africa che molti non immaginano neppure.
Loro passavano di là non per depredare ma per aiutare, ed è
proprio per questo che resteranno ben vivi nel nostro ricordo.
PS: Forse pochi sanno che una qualsiasi nostra ambasciata nel
mondo (e il personale che vi lavora) è “difesa” da pochissimi carabinieri
- che anche in Africa al massimo si contano sulle dita di una mano
e solo per le sedi più critiche - e un assalto, un agguato, una qualsiasi
aggressione può avvenire in un attimo, sia in sede che all’esterno, quando
allora conta ben poco la difesa di una pistola d’ordinanza.
Così come nessuno difende normalmente la sede di un consolato, a
volte unica presenza italiana per interi paesi quando le nostre ambasciate -
ridotte all'osso - “coprono” diversi stati anche lontani tra loro. Altro che le
scorte (inutili) per centinaia di politici e di VIP che scorazzano con le auto
di rappresentanza e le luci blu lampeggianti per le vie di Roma…
CONTINUITA’
E’ presto, assolutamente presto per dare ogni giudizio sul governo
Draghi cui
bisogna dare il tempo per rodarsi, ma certo che dopo due settimane di vita (tre
dalla designazione) non appaiono all’orizzonte segnali rivoluzionari, ma solo
una sostanziale continuità con il Conte 2, nuovi soci di governo a parte.
Di anomalo c’è stato per ora solo il braccio di ferro per i
sottosegretari che sono stati nominati a dieci giorni dal voto di fiducia
parlamentare (un ritardo inconsueto) ma per il resto calma piatta, nebbiosa più
che altro.
Delle liti per il MES non se ne parla più, del Recovery nemmeno
(ma c’è da sperare che si lavori sotto traccia), continuano le proroghe alla
chiusure come le fughe dall’ormai movimento “Tre Stelle” mentre l’ineffabile Domenico Arcuri è sempre
lì come un paracarro alla Protezione Civile, anche se salgono ogni giorno i
livelli della melma e cominciano a denunciare i suoi compari.
Fossi Draghi l’avrei già licenziato visto anche il perdurante flop
per i continui rinvii della campagna vaccinale. D’altronde Arcuri ha fallito su
tutta la linea: nessun rendiconto sulle sottoscrizioni, milioni di mascherine
comprate fino al triplo dei prezzi di mercato, apparato “Immuni” fallito in
pieno, milioni di banchi a rotelle costosi ed inservibili, commissioni torbide
e stratosferiche pagate a personaggi loschi che risultano in diretto contatto
con lui, fallimento della campagna vaccinale per i tempi, ma anche per
centinaia di migliaia di dose bloccate.
Ormai siamo in coda all’Europa nella percentuale dei vaccinati
(2,3% della popolazione) e in settimana ci ha superato perfino la Romania.
Intanto gli “scienziati” continuano a pontificare indisturbati in
TV, Speranza resta ministro di nome ma non di fatto, mentre
l’epidemia sembra purtroppo impennarsi minacciando
altri stop.
GUARDA GUARDA , SI SVEGLIANO I MAGISTRATI…
“Siamo da tempo e restiamo fermamente convinti che la via per il
ripristino della credibilità della giurisdizione, oltre che per un’inequivoca e
pubblica risposta agli appelli alla trasparenza (troppo spesso elusi,
strumentalizzati o del tutto inevasi), passi ineludibilmente per una radicale
riforma dell’Ordinamento giudiziario»… «Tra coloro che sono stati investiti
dalle rivelazioni dei mezzi di informazione, infatti, solo una parte, pur
significativa ma certamente non completa, ha liberato l’Istituzione che
rappresentava dal peso di una situazione divenuta oggettivamente insostenibile,
facendo un passo indietro, con le dimissioni da taluni incarichi ricoperti o
con l’anticipato abbandono dell’Ordine giudiziario" (ovvero hanno avuto la decenza di
dimettersi – ndr) ma “La maggior parte dei vertici degli uffici
giudiziari coinvolta nelle chat o nelle rivelazione di Palamara è ancora sempre
al proprio posto.”… “Furono oltre mille gli incarichi assegnati dal Csm durante
la “gestione” Palamara. Una quota rilevantissima di nomine venne fatta
all’unanimità in Plenum. Che, sempre seguendo il ragionamento dell’ex
presidente dell’Anm, sarebbe la prova della lottizzazione degli incarichi fra
le correnti, le cosiddette nomine 'a pacchetto'.”… “Ad impedire una seria
riflessione su quanto accaduto, poi, la tanto discussa circolare del
procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi, titolare dell'azione
disciplinare, che non ha ritenuto di sanzionare i tanti magistrati che si erano
'auto sponsorizzati' con Palamara.” Quindi
intanto non cambia niente…
Attenzione: il testo
non è mio ma è tratto da una “lettera aperta” inviata da un folto gruppo di
Magistrati al Presidente della Repubblica (che è anche formalmente il Capo
della magistratura italiana), lettera che in questi giorni sta raccogliendo
moltissime adesioni tra giudici e procuratori, anche se non ne parla quasi
nessuno. Mattarella non ha ancora risposto, né con le parole né – soprattutto -
con i fatti.
GENTE DI LAGO 2
Stanno
già terminando le copie del mio nuovo libro “ GENTE DI LAGO 2: nuove storie e nuovi racconti del
Lago Maggiore ” Il volume riprende quello uscito
nel 2019 (ed andato esaurito) ed in 172 pagine - tutte a colori - ripropone
anche altri ricordi, personaggi, storie e curiosità della zona del Lago
Maggiore e delle sue valli, insieme ad oltre un centinaio di foto storiche. Il
volume è firmato anche da Carlo Alessandro Pisoni, Ivan Spadoni e altri autori
locali. GENTE DI LAGO 2 è in vendita al pubblico a 20 euro, ma i lettori de IL
PUNTO possono richiedermi direttamente il libro – se lo desiderano, con dedica!
- al prezzo ridotto di 17 euro (spese di spedizione comprese) o di 16 euro
ciascuna se verranno richieste almeno 2 copie. Il volume va richiesto
direttamente a marco.zacchera@libero.it
ricordando di comunicare sempre il proprio INDIRIZZO POSTALE PER LA SPEDIZIONE.
I
RICAVI PROVENIENTI DALLA VENDITA DEL LIBRO SONO DEVOLUTI AL”VERBANIA CENTER”
PER CONTRIBUIRE ALLA COSTRUZIONE DI UN CENTRO SANITARIO IN MOZAMBICO
LA NOSTRA STORIA A TELE VCO
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UN SALUTO
A TUTTI E BUONA SETTIMANA
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 803 del 19 febbraio 2021
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri
arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: DRAGHI VUOL
DIRE FIDUCIA – PRIORITA': VIA ARCURI - GIUSTIZIA AVVELENATA – COVID TRA NUMERI
E PROFESSORI - STORIA A TELE VCO
FIDUCIA A DRAGHI
“Galbani vuol dire fiducia” recita la pubblicità di una nota ditta
di formaggi.
Lo stesso si può dire del nuovo governo di Mario Draghi, visto
l’amplissimo margine di cui gode in parlamento. Come i formaggi
però vanno in scadenza, così non è dato sapere se e come il governo e
soprattutto il premier continueranno su quest’onda di entusiasmo e di fiducia
che sembra accompagnare “Supermario”.
Il debutto in aula è stato di alto profilo e coinvolgente: credo
che quasi tutti abbiano apprezzato il taglio dell’intervento del neo-premier,
ma il problema è passare dai discorsi ai fatti.
Nell’interesse del Paese c’è da augurarsi che ciò avvenga davvero,
perché vorrebbe dire che almeno in parte i problemi italiani sarebbero
effettivamente affrontati e (forse) risolti.
E’ ovviamente ancora presto per giudicare ed eventualmente
criticare, ma se la luna di miele politica per un governo dura 100 giorni
vedremo presto i risultati.
PRIORITA’: VIA ARCURI
Su un punto però spero che Draghi si muova subito: allontanare Domenico Arcuri da
“supercommissario” alla protezione civile. Stanno emergendo troppe porcherie
per tenersi tra i piedi questa persona del tutto impresentabile quanto
inossidabile ed intoccabile. Tra l’altro sembra che i PM di Milano
archivieranno per Arcuri una indagine in corso su una maxi consegna di
mascherine pagate molto di più del prezzo di mercato (e con “commissioni” di
decine di milioni di euro) “Perché non risulta un suo coinvolgimento diretto”.
Si potrebbe sapere allora come mai (parliamo di affari per
centinaia di milioni) il “supercommissario” non si è nemmeno accorto che stava
comunque pagando le mascherine (con soldi nostri) a società cinesi più o meno
fittizie a un prezzo estremamente più alto di quelli che ciascuno di noi può
vedere al supermercato o in farmacia ? O Arcuri è colluso oppure è
un incapace, quindi va allontanato comunque, anche perché per ora gli italiani vaccinati - nonostante la
forsennata campagna di stampa, show e fiorellini - rappresentano meno del 2,3%
della popolazione.
Pochi lo verificano, ma in rapporto agli abitanti in Italia siamo
a un dodicesimo dei vaccinati in Israele, un quinto rispetto al Regno
Unito, un terzo degli USA, meno della metà del Cile e siamo già dietro a
Spagna, Svizzera, Danimarca, Estonia, Lituania e diversi altri paesi asiatici
ed europei. Anche Germania e Francia ci stanno superando… Insomma
non è vero che i vaccini siano introvabili, visto che gli altri li trovano!
GIUSTIZIA AVVELENATA
Con uno scarno comunicato dei suoi legali, l’ex presidente Giorgio Napolitano (non
“Sergio” come ho scritto involontariamente la settimana scorsa, mi scuso!) ha
dichiarato “Di aver sempre agito secondo la legge” respingendo le accuse
circostanziate che gli sono state avanzate, ma senza entrare minimamente nel
merito delle accuse sulle sue pressioni in processi di mafia.
Veleni, ma sempre più dubbi anche perché proprio tre giorni fa il
TAR del Lazio ha annullato la nomina di Michele
Prestipino alla carica di procuratore di Roma, un incarico che
– si dice nel giro giudiziario - “Vale due ministeri” e chi ha letto il libro
di Palamara quasi poteva prevedere questo esito. Un evento sensazionale, eppure
in TV ne hanno parlato pochissimo.
Ora il CSM dovrà rifare la nomina, rimettendo in gioco il
procuratore generale di Firenze Viola
e il procuratore di Palermo Lo
Voi.
La domanda è che credibilità abbia un CSM (presieduto da Mattarella) con numerosi
membri già inquisiti o protagonisti di inchieste, oltre che per i rapporti di David Ermini (ex
parlamentare PD, ora vice-presidente del CSM) e di tanti altri suoi componenti
proprio con Palamara.
Per la nomina alla Procura di Roma tornano a decidere sulle stesse
persone praticamente gli stessi componenti del CSM che poco tempo prima
di nominare Prestipino avevano indicato Viola, salvo poi cancellarlo. Tradotto
in italiano comprensibile mi pare che il caos sia totale, ma che queste nomine
siano evidentemente frutto di compromessi che vanno ben oltre il valore, il
curriculum o l’esperienza dei singoli candidati. L’intero sistema delle nomine
e promozioni è marcio, oltre ogni evidenza.
Due proposte: una immediata commissione d’inchiesta parlamentare
(o avviata direttamente dal Presidente della Repubblica) su questa
situazione, visto che proprio Mattarella è il presidente del CSM e
intanto suo azzeramento.
Seconda proposta, che i componenti del CSM siano eletti per
sorteggio – anziché per liste di correnti – tra tutti i magistrati che ne
abbiano titolo e ne facciano domanda.
Non sarebbe una procedura molto più trasparente, stritolando così
in un colpo solo il potere nefasto delle correnti politiche e clientelari che
infettano la magistratura italiana?
COVID: I NUMERI E I PROFESSORI
Devo esprimere serio scetticismo su quanto quotidianamente ci
viene raccontato a proposito del Covid perché da mesi ci sono almeno tre
cose che non tornano.
Innanzitutto i decessi: vengono conteggiati come morti di Covid
persone che avevano ben diverse e gravi patologie e "anche" risultano
(da decedute) positive al COVID, ma senza che nessuno spieghi o verifichi se la
morte sia connessa o meno a questa epidemia (tanto non si fanno autopsie).
Per contro nessuno conteggia i morti che arrivano dalla riduzione
dei normali reparti ospedalieri, per i ritardi degli esami clinici, per
l'impossibilità di farsi curare che colpisce tutti gli "altri" malati
che comunque rappresentano oltre l'80% dei decessi quotidiani nel nostro paese.
Quante migliaia di morti per tumore stanno arrivando a fatale
scadenza perchè non si sono potuti fare gli screening previsti? Quante
patologie cardiologiche sono state fatali perchè i DEA erano intasati e si
arrivati tardi a curare gli infarti?
Di questi aspetti non parla mai nessuno eppure sono molto
numericamente più gravi del COVID.
Altro dato che non torna: se più o meno ci sono 10/15.000 positivi
al giorno come possono esserci quasi mezzo milione di malati "in
corso"? Io credo che molti casi si siano persi per strada, guariti
ancora conteggiati come malati solo perché nessuno li ha fatti uscire dai
conteggi.
Ma il terzo, insopportabile aspetto è la supponenza, la
leggerezza, il cinismo di quei "professori" che appaiono
in TV come star e - spargendo a seconda del vento notizie più o meno
confrontabili - creano il caos e non pagano mai per le loro infallibili
sentenze.
Mi riferisco in particolare agli illustri professori Walter Ricciardi e Andrea Crisanti,
“esperti” più o meno dotti ma sicuramente molto auto-referenziati.
Si rendono conto di quale danno fanno al Paese con il loro
continuo “al lupo, al lupo”?
Ma come si può andare avanti così? Non è cambiato il ministro
Speranza, ma almeno Draghi chieda un reset e il silenzio dei suoi
"consulenti", anche perchè è facile parlare scaricando i guai sugli
altri senza mai pagare dazio.
Guardate la improvvida decisione di chiudere le piste da sci a 12
ore dall'annunciata riapertura: quanti guai ha causato e che vantaggi sanitari
ha portato?
Nessuno ha ancora dimostrato un nesso tra piste aperte e il Covid,
oppure i vantaggi con i ristoranti chiusi alla sera. Da settimane sembra essere
cosa più saggia avere persone sedute a tavola solo per il pranzo rispetto allo
stesso numero massimo, ma divisi su due servizi, il che vorrebbe dire (e dare)
però più sicurezza e ossigeno a milioni di imprese.
Forse è ridurre il numero massimo di avventori, non chudere gli
esercizi alle 18.
Se è la “movida” a fare danni si intervenga pesantemente su chi
non segue le regole, ma non è giusto colpire chi ha investito per essere a
posto e - rimanendo chiuso - viene invece economicamente distrutto, mentre si
sta già delineando una seconda e tragica stagione turistica.
STORIA A TELE VCO
Per
chi ama la storia ricordo che su TELEVCO-AZZURRA TV (canale 19, oppure in
streaming) ogni martedì alle 14.30 vanno in onda le mie chiacchierate
sulla storia locale - in collaborazione con UNI3 Arona - con repliche il
martedì alle ore 15.30, 16.30 e 22.00 e altre repliche il sabato pomeriggio ore
13.30, 14.30 e 16.30. Chi vuole connettersi in streaming mi cerchi su: www.vcoazzurratv.it agli
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UN SALUTO A TUTTI E BUONA SETTIMANA!
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 802 del
12 febbraio 2021
di MARCO ZACCHERA (contatti: marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: LA
POLITICA E’ STRATEGIA – MANOVRATORI - COMMISSIONE D’INCHIESTA PER NAPOLITANO –
PRESENTAZIONE GENTE DI LAGO – LA STORIA A TELE VCO
....................................
Scrivo queste note quando ancora non si conosce la composizione
del governo Draghi, ma il primo problema è chiedersi che affidabilità possa mai
dare al premier un M5S che ha messo in piedi un referendum con un quesito da
dementi pur di avere un risultato scontato.
D'altronde avevo visto ed ascoltato Grillo (ma era in stato di
lucidità o invece decisamente alterato?!) che si era prodotto in esternazioni
perlomeno squinternate dopo l’incontro con Draghi.
Se poi davvero il problema italiano più importante tra
economia in crisi e pandemia è per i grillini oggi un nuovo ed inedito
“Ministero della Transizione Ecologica” siamo fritti.
Mi auguro che Draghi scelga dei tecnici e non dei politici, perché
altrimenti rischia di friggere subito anche lui!
SUPERMARIO & LA MELONI
La scorsa settimana diversi esponenti di quella che fu Alleanza
Nazionale (tra cui il sottoscritto) hanno inviato una specie di “lettera
aperta” a Giorgia Meloni non condividendo la posizione di opposizione che
Fratelli d’Italia aveva subito manifestato verso Draghi e il costituendo suo
nuovo governo.
Dato atto alla Meloni di aver recuperato “a destra” un potenziale
e cospicuo patrimonio di voti presentandosi in questi anni come il personaggio
più nuovo e spigliato nel quadro politico nazionale, il problema è se la destra
debba puntare o meno ad essere anche “destra di governo”, oltre che interprete
della sacrosanta opposizione che molti italiani manifestano nei diversi
settori.
Se la risposta è positiva, essendo difficile pensare che FdI possa
raggiungere la maggioranza assoluta, servirà comunque una coalizione con altre
forze con le quali logicamente si instaurerà – come in passato - una
competizione, visto che il partito unico di centro-destra in Italia sembra non
dover (e poter) nascere mai.
Qui è nata la mia critica alla Meloni: dividere una coalizione
edichiararsi all’opposizione prima ancora di conoscere il programma di Draghi
mi è sembrata una scelta frettolosa, quasi più per voler “apparire” che
convincere. Inoltre, la destra ha così rinunciato a proporre qualche suo
esponente (almeno come tecnico) per qualche dicastero importante e non tanto
per una questione di potere, ma per dimostrare che le persone in gamba e di
governo non sono solo a sinistra.
Il futuro dirà se la scelta strategica della Meloni di stare
all’opposizione pagherà o meno, la politica è però anche tempismo e strategia
ed è qui che Giorgia mi sembra sia mancata.
Sul piano tattico una presenza potenziale di FdI in maggioranza
avrebbe infatti ancor di più sconquassato la sinistra facendo saltare i nervi
ai comunisti “doc” di LEU e ai grillini, ingigantendone i malumori interni e
aumentando così la probabilità di elezioni (il vero obiettivo della
Meloni). Una presenza che avrebbe obbligato Draghi ad assumere posizioni
più distanti da quelle di Conte, se la maggioranza dei suoi sponsor fosse stata
di centro-destra e con il M5S diviso.
Ci sarebbe stato (e ci sarà) tutto il tempo per la Meloni per
sottolineare la sua insoddisfazione sul programma, sui ministri, sulla
maggioranza, ma chiudere in anticipo con un “no” non mi è sembrata una scelta
vincente.
Non so se l’auto-esclusione pagherà poi sul piano elettorale visto
che i sondaggi confermano che molti elettori di FdI un aiuto a Draghi lo
avrebbero gradito, anche se va detto che - dopo le sue dichiarazioni iniziali -
la Meloni ha progressivamente corretto il tiro, sottolineando soprattutto la
sua scelta come gesto di coerenza, merce rara di questi tempi.
Una scelta (questo forse non lo ha pensato nessuno) comunque anche
“produttiva” in termini di incarichi perché - se effettivamente solo FdI sarà
all’opposizione - avrà diritto a pretendere tutte le presidenze delle
commissioni parlamentari di controllo che, come noto, sono per regolamento
parlamentare appannaggio proprio dell’opposizione.
Passato il voto di fiducia ci sarà poi anche da ricordarsi che
sono in vista elezioni amministrative importanti (e per le quali la coalizione
sta ancora andando per frasche senza proporre candidati credibili a sindaco di
Milano, Roma, Torino e Napoli) verso le quali una maggiore compattezza generale
del centro-destra è comunque indispensabile. Vedremo comunque nomi e
programmi, ma soprattutto i risultati di Draghi che - se non arrivassero -
darebbero ampia ragione a Giorgia Meloni.
PENNIVENDOLI MANOVRATORI
Lo avete notato? All’annuncio dal Colle dell’incarico affidato a
Draghi in pochi momenti tutti i media hanno mutato vento.
Solo dieci minuti prima il premier Conte godeva di una fiducia e
considerazione altissima, addirittura un suo partito personale si dava per
certo avrebbe fatto sfracelli, era al “top” delle italiche preferenze (stando
almeno alla stampa e alle TV amiche, cioè quasi tutte) con il suo fido scudiero
Domenico Arcuri a gestire la pandemia… Incensate quotidiane, interviste, un
tripudio di “osanna” alle sue lunghe apparizioni TV in solitaria.
Poi è arrivato Draghi e in pochi istanti Conte è finito
improvvisamente e rovinosamente giù dal palco, dimenticato, costretto come un
derelitto a montare un banchetto in piazza Colonna per una conferenza stampa
improvvisata che sembrava il banco al mercato di un ortolano abusivo.
Conte è stato subito cancellato, sparito, mentre Mario Draghi è
volato nelle preferenze tra i sorrisi di tutti, gli elogi sperticati, i
sondaggi a razzo, gli “olè” in un veemente crescendo di entusiasmi fino ad
essere (testualmente!) indicato dal TG5 come "l' Uomo della
provvidenza" dimenticando che l’ultima volta questa definizione non aveva
portato molto bene al leader politico del tempo, visto che l'interessato è
finito a Piazzale Loreto appeso a testa in giù.
Forse servirebbe ancora un momento di prudenza per giudicare il
“Supermario” europeo che – tra l’altro - ancora Duce non è: se poi era tanto
bravo, perchè non l'hanno chiamato prima?.
Draghi è sicuramente una persona in gamba, ma posso sussurrare che
queste eccessive ondate di turibolo puzzano davvero un po' di falso, di
apologetico, di “lecchinismo” acuto a conferma che gran parte dell’ informazione
italiana appare contagiata dal virus dell’apologia?
Anche perché non ho ancora capito come funzionerà un governo che
tiene insieme Berlusconi e i comunisti "doc" di LEU, Salvini e
le ceneri del M5S, lo scafatissimo Renzi insieme con Grillo e tutta intorno la
salsa variopinta degli ex “costruttori” e “responsabili” di varia declinazione
che dopo aver coltivato ambizioni ministeriali adesso si ritrovano inutili e
perfino di troppo nella affollata ricerca soprattutto a un posto, quale che
sia, possibilmente ben retribuito.
POST PALAMARA: QUANDO NAPOLITANO A PROCESSO ?
Mi auguro che molti lettori leggano il libro-intervista di
Sallustri a Luca Palamara, ma soprattutto spero lo leggano molte persone di
sinistra che - se oneste d'animo - dovranno pur porsi dei pesanti interrogativi
sulla loro coerenza politica.
Credo che comunque preoccupi tutti leggere (senza smentite) non
solo del mercimonio che da decenni contraddistingue le nomine della
magistratura, ma anche gli intrallazzi di giudici, i ricatti, le nomine
pilotate, il Quirinale che tresca contro il governo quando non è politicamente
gradito organizzandone la caduta, i preconcetti dei PM nei processi e le
sentenze già scritte.
Cose che fanno rabbrividire e che dovrebbero porre dei quesiti
anche alle coscienze dei magistrati onesti che tacciono davanti a queste cose.
Prima potevano far finta di non sapere, ma ora ufficialmente sanno: il loro
silenzio è complice?
Sul piano politico, invece, SI PONE IL PROBLEMA DI UNA INCHIESTA
OBIETTIVA SULL'OPERATO DI TROPPI PERSONAGGI A COMINCIARE DALL'EX PRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA SERGIO NAPOLITANO CHE RISULTEREBBE AVER AMPIAMENTE
ABUSATO DEL PROPRIO INCARICO (compresi i suoi interventi di pressione nei
processi di mafia), TRADENDO IN QUESTO CASO IL GIURAMENTO SOLENNE
DI INDIPENDENZA CHE AVEVA FATTO DAVANTI AL POPOLO ITALIANO.
Nel libro c'è tutta una serie di fatti allucinanti: giudici
ricattati, carriere comprate, contatti illegali tra politici e
magistrati. Altro che accusare i politici di “voto di scambio”!!
Ma perchè bisogna ancora far finta di niente, perchè nascondere,
perchè cancellare?
Un popolo DEVE sapere la verità o almeno cercare di conoscerla. Mi
auguro che non si imponga il silenzio su questi fatti che – appare evidente! -
quasi sempre hanno come soggetti magistrati di sinistra che manovrano e
ricattano per fini personali e politici, creando un “sistema”
politico-giudiziario da dittatura.
Il nuovo ministro della Giustizia dovrebbe intanto sospendere
SUBITO tutti i magistrati coinvolti e i procuratori complici. Non pensavo si
fosse giunti a tanto, ma se con Draghi non ci sarà un chiaro segno di
discontinuità significa che NON si vuole cambiare, altro che la barzelletta del
“La legge è uguale per tutti”!
GENTE DI LAGO 2
MARTEDI’ 16 FEBBRAIO ALLE ORE 21 sarà possibile partecipare
alla conferenza di presentazione del mio nuovo libro “ GENTE DI LAGO 2: nuove
storie e nuovi racconti del Lago Maggiore ” Parteciperanno
con me alla serata i co-autori Carlo Alessandro Pisoni e Ivan Spadoni. Per
iscriversi e partecipare:
STORIA A TELE VCO
Per chi ama la storia locale ricordo che dopo il successo
dell’anno scorso su TELEVCO-AZZURRA TV (canale 19, oppure in streaming ) ogni
martedì alle 14.30 vanno in onda le mie chiacchierate sulla storia locale
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16.30 e 22.00 e altre repliche il sabato pomeriggio ore 13.30, 14.30 e 16.30.
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indicati
UN SALUTO A TUTTI E
BUONA SETTIMANA
MARCO ZACCHERA
IL
PUNTO n. 801 del 5 FEBBRAIO
2021
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: TEMPO DA DRAGHI – COMMISSIONE D’INCHIESTA PER lLE DENUNCE
DI PALAMARA – CACCIATE ARCURI, SUBITO! – GENTE DI LAGO – STORIA IN TV
TEMPO DA DRAGHI
La politica questa settimana ci ha regalato alcune novità
decisamente sorprendenti.
Innanzitutto il fallimento certificato del “Conte 2” definitamente
naufragato insieme al tentativo di Fico
che ha messo in luce la povertà abissale di molti dei cervelli che in
questi mesi hanno occupato - più o meno abusivamente - posti di governo.
Tavoli, trattative, chiacchiere infinite sul totoministri,
delegazioni e parolone sono completamente naufragate sotto la sottile
provocazione del genietto di Firenze, con M5S, PD e satelliti incapaci di
capire che - proseguendo la rissa - stavano solo andando a fondo con trattative
destinate al fallimento. La differenza di comportamento, strategia e astuzia
politica tra Renzi
e l’ex bibitaro dello stadio San Paolo (oggi Maradona) e dei suoi colleghi
pentastellati, per esempio, è apparsa lampante nei fatti, ma anche il PD ci ha
messo del suo in quanto ad autolesionismo puro.
Fico è tornato al Quirinale senza la sua foglia esploratrice ed
ecco – colpo di scena – materializzarsi in pochi istanti Mario Draghi, ultima
carta del Quirinale che ha calato quello che era il vero, unico asso che gli
era rimasto.
Solo Mario Draghi può effettivamente oggi essere in grado di
salvare l’Italia, esagera Mattarella quando dice che nuove elezioni bloccherebbero
il paese per mesi, ma non c’è dubbio che nel breve serva una mano ferma, una
persona di valore e soprattutto decisioni immediate in campo economico.
Cose assolutamente impossibili da costruire con quella baraonda
che si era materializzata intorno a Conte, eterno narciso che adesso si è preso
una tale sberla in faccia che - per lo meno - gli costerà un minimo di
riflessione. Ricordate il volo di Icaro? Per l’ambizione di volere salire
troppo verso il sole sprofondò in mare: Conte vale il paragone .
L’Italia però intanto è a pezzi, sta fallendo, è piagata e
attonita, può giusto sperare che le buone conoscenze internazionali di Draghi e
la sua preparazione tecnica siano capaci di ribaltare una situazione molto
compromessa.
Ma per Draghi si pone subito un bivio: avrà il coraggio di
scegliere persone degne e fuori dagli schemi di partito, pur rappresentanti di
diverse sensibilità ed opinioni politiche? Riuscirà a farlo con persone
effettivamente di diversa estrazione o soltanto di area prossima alla sinistra,
addirittura riporterà in prima linea – con alchimie di pesi e misure – un bel
po’ delle facce stravolte del “Conte 2”, magari solo con qualche maquillage?
Se Draghi ha polso non si lasci irretire dalle lusinghe e dalle
minacce: serve assolutamente aria nuova, qualità dei ministri con capacità
conclamate ed esperienze concrete in settori specifici.
Spero per l’Italia che Draghi tiri diritto o fatalmente resterà
anche lui preso nel tritacarne e allora addio speranze per tutti.
Davanti a questa situazione, se Draghi non sarà eccessivamente
pencolante a sinistra, mi auguro che il centro-destra non si chiuda in sé
stesso, resti unito e capisca che deve assolutamente partecipare a questo
tentativo concedendo la sua fiduciainiziale e al più criticando in futuro se
sarà necessario, ma non subito emarginandosi e continuando a
ripetere soltanto “al voto, al voto”.
Spero lo capisca soprattutto Giorgia Meloni che fino a ieri volava nei
sondaggi, ma rischia ora più di tutti l’emarginazione. Certamente andare al
voto sarebbe cosa giustissima, ma al momento è irrealizzabile e quindi occorre
adattarsi perché si può essere “patrioti” anche accettando - pur criticamente
- il nuovo esecutivo che va messo al prova prima di essere giudicato.
La destra proponga piuttosto idee “sue” e ne sottolinei la
qualità, indichi persone qualificate di “area” più che esponenti di partito. Meloni e Salvini
facciano capire agli italiani che sacrificano oggi una vittoria elettorale
(quasi) certa per il bene del paese e vedrete che i voti torneranno a casa
moltiplicati.
Non si giochi insomma all’Aventino, non ci si tiri da parte e si
diventi finalmente attori determinanti impedendo che - astenendosi - il M5S
torni ad essere arbitro delgoverno.
Salvo infatti che Draghi presenti una lista di governo
dichiaratamente di sinistra non avrebbe senso opporsi in questa prima fase,
anche perché si potrà sempre dissentire in futuro, ma un conto è farlo da
“fondatori” di una alleanza concentrata su Draghi e un conto opporsi prima
ancora di cominciare
Ho un solo dubbio su Draghi che spero il futuro dissolverà, ovvero
che i suoi ottimi rapporti con la grande finanza internazionale ne possano
condizionare le scelte a favore di quei gruppi che guardano all’Italia
soprattutto come allo scaffale (ormai semi-vuoto) degli articoli in saldo, ma
dove ancora c’è del buono da comprare. Non dobbiamo venderci, non dobbiamo
farci comprare, dobbiamo ribadire (e dimostrare...) con orgoglio di non essere
soltanto un paese in svendita.
Se Draghi riuscirà a condire autorevolezza con le capacità
diventerà davvero un segno di miracolosa inversione di tendenza per un’Italia
arrivata ad un passo dal baratro.
COMMISSIONE D’INCHIESTA PER IL C.S.M.
La crisi di governo rischia di mettere nell’angolo una situazione
insostenibile per la Magistratura italiana denunciata una volta di più dal
recente libro di Palamara
i cui contenuti sono uno schiaffo ai vertici dei giudici italiani.
Mattarella - oltre che dover indicare il premier – ha il dovere di
ricordarsi di essere proprio lui il capo delle toghe italiane e non può (o non
dovrebbe) più tollerare che imperversino personaggi
che in combutta con
la politica hanno reso molte
inchieste (e molte nomine)
assolutamente opache, in totale
contrasto con i principi costituzionali.
Non si può far finta di niente, non si può continuare a chiudere
gli occhi: è un obbligo morale sia per Mattarella che per tutti quei giudici
onesti che pagano per colpa di una minoranza impresentabile.
Il Parlamento non
può ignorare i fatti
e ha il dovere di
avviare subito una Commissione di Inchiesta che faccia luce
sui fatti già noti e quelli denunciati nel libro che purtroppo temo siano
assolutamente veri e spesso pienamente riscontrabili (e daltronde non sono
stati minimamente smentiti).
CACCIATE E INDAGATE ARCURI, SUBITO !
Perfino il “Corriere
della Sera” questa settimana ha dedicato una pagina intera alle
malefatte di Domenico
Arcuri e alla sua banda che ha acquistato per conto della
Protezione Civile mascherine, attrezzature e siringhe a costi spropositati,
assurdi e vergognosi.
Dati alla mano, ci sono state regioni (come le Marche) che “in
proprio” hanno comprato materiale a UN
SESTO del prezzo spuntato invece da Arcuri, oltre a milioni di
mascherine costate TRE
VOLTE PIU’ CARE del prezzi di mercato tra intrecci inauditi con
aziende nate “ad hoc” solo per gli appalti pilotati e coperti della Protezione
Civile, con contratti che hanno generato “commissioni” (pudico nome per
dire “tangenti”) di enorme valore.
Arcuri dovrà pur spiegare prima o poi che traffici ci siano dietro
per esempio alla “YQT
Healt Care B.V.” azienda dalla quale ha comprato mascherine per
100 MILIONI di pezzi
e che ha un solo dipendente, una società costituita “ad hoc” solo per la
fornitura italiana.
Magari si confermerà (fonte “Corriere”) che in realtà la ditta è
solo una srl intermediaria e controllata dalla Bydcare Eu, ovvero la cinese Byd di cui Arcuri è
diventato l’unico cliente
pagando le mascherine 1,05 euro a pezzo, quando la stessa ditta LE VENDE
DIRETTAMENTE A MENO DI 30 CENTESIMI L’UNA.
Spero che il nuovo governo cacci subito Arcuri e la sua banda, ma
che si abbia anche il coraggio di fare un minimo di trasparenza a questo
baraccone inaudito che - giocando sulle urgenze e sulle paure degli italiani -
non solo non riesce ad organizzare una campagna vaccinale credibile, ma
ha soprattutto sprecato risorse di tutti alimentando la corruzione.
E se (incredibile!) il signor Arcuri per decreto governativo è
“immune da ogni responsabilità” vengano allora processati i politici che gli
hanno conferito tale immunità. Spero che Draghi abbia il coraggio
di fare pulizia. .
GENTE DI LAGO 2
Stanno già terminando le copie del mio nuovo libro “ GENTE DI LAGO 2: nuove storie e nuovi
racconti del Lago Maggiore ” Il volume
riprende quello uscito nel 2019 (ed andato esaurito) ed in 172 pagine - tutte a
colori - ripropone anche altri ricordi, personaggi, storie e curiosità della
zona del Lago Maggiore e delle sue valli, insieme ad oltre un centinaio di foto
storiche.
Una testimonianza interessante della vita sulle rive del Verbano
in tempi quasi dimenticati, un omaggio a chi è venuto prima di noi.
Il volume è firmato anche da Carlo Alessandro Pisoni, Ivan Spadoni e altri autori
locali. GENTE DI LAGO 2 è in vendita al pubblico a 20 euro, ma
i lettori de IL PUNTO possono richiedermi direttamente il libro – se lo
desiderano, con dedica! - al prezzo ridotto di 17 euro (spese di spedizione
comprese) o di 16 euro ciascuna se verranno richieste almeno 2 copie.
Il volume va richiesto direttamente a marco.zacchera@libero.it ricordando
di comunicare sempre il proprio INDIRIZZO POSTALE PER LA SPEDIZIONE.
I RICAVI PROVENIENTI DALLA VENDITA DEL LIBRO SONO DEVOLUTI
AL”VERBANIA CENTER” PER CONTRIBUIRE ALLA COSTRUZIONE DI UN CENTRO SANITARIO IN
MOZAMBICO
LA STORIA A TELE VCO
Per chi ama la storia ricordo che dopo il successo dell’anno
scorso su TELEVCO-AZZURRA TV (canale 19, oppure in streaming ) ogni
martedì alle 14.30 vanno in onda le mie chiacchierate sulla storia locale
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16.30 e 22.00 e altre repliche il sabato pomeriggio ore 13.30, 14.30 e 16.30.
UN SALUTO A TUTTI E BUONA
SETTIMANA
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 800 del 29 gennaio 2021
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri
arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: QUOTA 800 – PAPA’ LIVIO – CRISI – LE MASCHERINE DI
ARCURI - CASO GREGORETTI - AUTOGOL DI BEPPE SALA – CANONE RAI - GENTE DI
LAGO – STORIA IN TV
800° NUMERO, MI FATE UN REGALO?
Questa settimana esce l’800° numero de IL
PUNTO, nato per caso e cresciuto nel tempo. Volete farmi un regalo, se apprezzate
quanto scrivo? Mandatemi degli indirizzi mail di qualche vostro amico che può
essere interessato a leggerci: non vi costa nulla!
Grazie a chi vorrà farmi gli auguri in questo
modo concreto!
CENTO ANNI
Un ricordo personale che non ha nulla di politico. Oggi mio papà, Livio Zacchera, avrebbe
compiuto 100 anni. Purtroppo è scomparso giusto 30 anni fa e non mi ha potuto
vedere quando, pochi mesi dopo, sarei diventato consigliere regionale e poi
parlamentare. Ne sarebbe stato orgoglioso? Credo di si. Era un figlio di
pescatori, aveva fatto la guerra e la prigionia in Germania, ufficiale di
marina si era poi laureato in “Bocconi” con tanti sacrifici e a tutti noi 5
fratelli ha insegnato alcune cose indelebili: il pluralismo delle idee,
l’onestà e l’impegno quotidiano. Era un democristiano monarchico, voleva bene
alla nostra Italia e ci teneva lo si sapesse.
CRISI E LITURGIE
Tanto tuonò che piovve e finalmente Conte ha presentato le
dimissioni confidando in un reincarico mentre la crisi procede con le rituali
celebrazioni & liturgie.
Se fossi il Presidente della Repubblica - salvo la certezza
di un governo con una maggioranza robusta di idee condivise oltre che di voti,
ovvero una ipotesi davvero improbabile - prenderei atto che i cittadini
italiani nel 2018 NON
avevano votato per una maggioranza come l’attuale e che NON avevano indicato
Conte a premier, essendo allora completamente sconosciuto. Inoltre la
Costituzione è stata cambiata e il Parlamento numericamente ridotto (e quindi
andrebbe rivotato) oltre al particolare non secondario che ormai da due anni
tutti i sondaggi segnalano come l’attuale parlamento NON rispecchia neppure
lontanamente le opinioni politiche dei cittadini.
E’ credibile una maggioranza se sta in piedi solo con transfughi e
traditori vari? Anche se vengono chiamati “costruttori” e “responsabili” perché fa
figo, sono e restano ”traditori”
visto che si erano presentati al voto con tutt’altre promesse e alcuni
addirittura con diverso ed antitetico schieramento politico. Che cosa chiedono
ed ottengono in cambio? E’ evidente il voto di scambio..
Elezioni, quindi, per chiedere ai cittadini come vorranno essere
governati.
Certamente c’è un periodo incombente di crisi economica e
sanitaria ed occorre preparare il Recovery Plan e per questo - in attesa di un
voto fissato già da subito ma da tenersi magari a fine primavera - Mattarella dovrebbe
incaricare un governo di tecnici che SOLO FINO ALLE ELEZIONI si impegni a
seguire questi specifici punti. Sarebbe eccezionalmente positivo e che i
ministri si impegnassero anche a NON candidarsi alle elezioni dimostrando
così serietà e spirito di servizio.
Il vero, drammatico interrogativo che Mattarella dovrebbe porsi in
tutta coscienza, sarebbe “ Ma questa gente (Conte & C.) è in grado di
preparare il piano europeo, farlo approvare e soprattutto applicarlo?” Se
Mattarella fosse un galantuomo la sua stessa coscienza gli direbbe di NO ed
ecco quindi la necessità nel breve di scegliere persone tecnicamente
capaci e sopra le parti, credibili a Bruxelles.
Puntare a nuove elezioni non significa bestemmiare: si è votato
domenica in Portogallo e si sta votando in Olanda (tra l’altro anticipatamente)
quindi NON E’ VERO
che non si possa votare perché c’è la pandemia.
Coraggio, Presidente, dimostri per una volta di rappresentare la
maggioranza degli italiani e si smarchi dai partiti, anche (e soprattutto) da
quelli che l’hanno eletta!!
I MISTERI OPACHI DI ARCURI
Piano piano sta sempre più emergendo lo sconcertante atteggiamento
della squadra di Domenico
Arcuri per l’acquisto di centinaia di milioni di mascherine
pagate TRE VOLTE il necessario a neo-costituite aziende cinesi e relativi
intermediari politicamente collusi mentre altri filoni vengono avanti
sull’acquisto delle siringhe e più in generale sulla gestione della Protezione
Civile.
Come ben sanno i lettori de “Il Punto” – visto che sono mesi che
lo sostengo - il controllo di questi fondi (donazioni comprese e mai
rendicontate) è un grande “buco nero” che sembra sempre di più simile a una
fognatura.
Dopo “Report” e “La Verità” anche Giletti a “Non è l’Arena” ha
cominciato a dar voce a chi da mesi sottolinea questa autentica porcheria
nazionale
Arcuri – nominato e protetto da Palazzo Chigi - non fa una piega,
ma in giro si comincia a sentire nell’aria quel classico odore di bruciato (o
di cacca) che precede regolarmente lo scoppio della grana, pur nel
silenzio tombale dei TG Rai, allineati e coperti.
Se i Signori Magistrati nel frattempo si dessero una mossa forse
farebbero cosa doverosa e giusta: possibile che con tutti i loro potenti mezzi
e le Forze dell’Ordine schierate non sono ancora riusciti a scoprire quello che
emerge plateale dalle indagini giornalistiche? Pensate se Arcuri fosse stato
nominato dal centro-destra…
CASO GREGORETTI: INAUDITO
Il premier Conte è stato interrogato a Palazzo Chigi in merito al
presunto sequestro di persona di migranti da parte di Salvini per il caso della
“Nave Gregoretti”. All’ uscita dal palazzo il GUP di Catania dott. Nunzio
Sarpietro ha testualmente dichiarato (fonte ANSA) “ Il premier Giuseppe Conte ha risposto a tutte le domande,
nessuna titubanza, ha risposto anche a domande estremamente generiche. Era
molto tranquillo, credo rappresenti molto bene il Paese, mi ha fatto davvero
un'ottima impressione».
Ma da quando un giudice si esprime in questo modo su un teste? E’
inammissibile ed inaudito: a parte la discrezione istruttoria, ma qui esprimono
giudizi “politici” su un potenziale co-imputato! Ma che imparzialità ha un
giudice che pubblicamente esprime un giudizio politico? Roba da legittima
suspicione…
ANNA FRANK E BEPPE SALA
Il sindaco di Milano Beppe
Sala, paragonando Anna
Frank a Greta
Thunberg, mi è sembrato irrispettoso e demagogico.
Probabilmente Sala ha fatto solo una sparata pre-elettorale per
ingraziarsi i "verdi" ma - credo - offendendo i suoi concittadini di
origine ebraica. Paragonare una persona morta in un campo di concentramento
dopo violenze inaudite con la giovane svedese è veramente di cattivo gusto
visto che Greta gode di tutte le libertà del mondo, ha dietro di sé un contorno
molto opaco di sfruttamento d'immagine e porta avanti posizioni prettamente
politiche che di "verde" hanno spesso solo un maquillage
pubblicitario. Un accostamento offensivo tra la violenza (subita) e la
demagogia vissuta, un autogol del coccolatissimo sindaco di Milano, tra
un’archiviazione e l’altra visto che con lui la Magistratura è sempre molto,
molto compiacente.
PS: Qualcuno ha notizia del candidato del centro-destra alle prossime
elezioni comunali di Milano? Rischio di sconfitta annunciata ed autolesionismo
al cubo…
CANONE RAI
Grazie ad una decisione del governo Renzi l’odioso balzello del canone Rai viene
applicato d’autorità sulle bollette elettriche e quindi passa sotto silenzio,
ma questo non avviene per le aziende che - a cominciare dagli ALBERGHI - devono
provvedere al pagamento diretto.
Ma vi sembra giusto che debbano pagare al 100% GLI ESERCIZI
PUBBLICI CHE PER COLPA DELLA PANDEMIA SONO RIMASTI CHIUSI NEL 2020
E LO SONO ANCORA OGGI, SENZA SAPERE QUANDO MAI POTRANNO RIAPRIRE?
Se un albergo è vuoto, chi mai vede la TV? Certo, furbescamente il
canone viene fatto passare come “tassa di proprietà” delle TV, ma possibile che
nessuno chieda o pensi a misure di logica ed equità?
GENTE DI LAGO 2
Stanno già terminando le copie del mio nuovo libro “ GENTE DI LAGO
2: nuove storie e nuovi racconti del Lago Maggiore ” Il
volume riprende quello uscito nel 2019 (ed andato esaurito) ed in 172 pagine -
tutte a colori - ripropone anche altri ricordi, personaggi, storie e curiosità
della zona del Lago Maggiore e delle sue valli, insieme ad oltre un centinaio
di foto storiche.
Una testimonianza interessante della vita sulle rive del Verbano
in tempi quasi dimenticati, un omaggio a chi è venuto prima di noi.
Il volume è firmato anche da Carlo Alessandro Pisoni, Ivan Spadoni
e altri autori locali. GENTE DI LAGO 2 è in vendita al pubblico a 20 euro, ma i
lettori de IL PUNTO possono richiedermi direttamente il libro – se lo
desiderano, con dedica! - al prezzo ridotto di 17 euro (spese di spedizione
comprese) o di 16 euro ciascuna se verranno richieste almeno 2 copie.
Il volume va richiesto direttamente a marco.zacchera@libero.it
ricordando di comunicare sempre il proprio INDIRIZZO POSTALE PER LA SPEDIZIONE.
I RICAVI PROVENIENTI DALLA VENDITA DEL LIBRO
SONO DEVOLUTI AL”VERBANIA CENTER” PER CONTRIBUIRE ALLA COSTRUZIONE DI UN CENTRO
SANITARIO IN MOZAMBICO
TELE VCO
Per chi ama la storia ricordo che dopo il successo dell’anno
scorso su TELEVCO-AZZURRA TV (canale 19, oppure in streaming su www.vcoazzurratv.it ) ogni martedì
alle 14.30 vanno in onda le mie chiacchierate sulla storia locale - in
collaborazione con UNI3 Arona - con repliche il martedì alle ore 15.30, 16.30 e
22.00 e altre repliche il sabato pomeriggio ore 13.30, 14.30 e 16.30.
UN SALUTO
A TUTTI E BUONA SETTIMANA
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO
n. 799 del 22 gennaio 2021
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO:
CONTE: LA CRISI SCONTATA – USA: TUTTO A POSTO! - ITALIANI IN PARTENZA –
VERBANIA E LA CULTURA – GENTE DI LAGO 2 - STORIA A TELE VCO.
COME VOLEVASI DIMOSTRARE
Come ex parlamentare di lungo corso credo doveroso chiedere scusa
agli italiani per la sceneggiata indecorosa che è andata in scena al Senato e
che si replicherà a breve, magari con sfiducia personale a qualche
ministro (Alfonso Bonafede?)
.
E’ finita come già si sapeva in partenza, ovvero la fiducia
concessa a Conte
ma solo con maggioranza relativa e con la tragicommedia della “Crisi di governo
a metà”. Sono andati in scena così i soliti pasticci, i tradimenti, i salti di
qua e di là senza un minimo di ritegno, con senatori che sono scappati a fare
pipì al momento del voto rientrando in aula solo alla fine sapendo già l’esito
finale e quindi “posizionandosi” di conseguenza.
Il peggio è stato che Conte
- per ingraziarsi i “cespugli” - ha insistito sul proporre una nuova legge
elettorale proporzionale: una manna per i partitucoli del 3% che potranno così
– vedi Renzi – minacciare e ricattare in futuro qualsiasi governo.
Non solo la crisi di oggi, insomma, ma si è anche inoculato il
cancro per il futuro.
Sui transfughi lasciamo perdere, mi auguro – ma è una pia
illusione - che la stessa Magistratura che inquisì per anni Berlusconi per aver
cercato di “comprare” voti faccia adesso lo stesso ora con Conte che ha agito
allo stesso modo. Certi personaggi – come i coniugi Mastella – sono la
realtà più ipocrita di chi intende la politica in un certo modo: lo sanno e lo
vedono tutti, quindi non val la pena sottolinearlo.
Un discorso a parte invece per il drappello di “Forzisti” che
hanno cambiato casacca in corso di votazione e tra l’altro senza neppure avere
il coraggio di dirlo prima, come la senatrice Maria Rosaria Rossi,
fino ad ora assunta agli onori della cronaca soprattutto per il suo giunonico
petto che aveva notoriamente sedotto Berlusconi.
Vale la pena di riprodurre il suo profilo prendendolo parola
per parola da Wikipedia (controllate!):
“… Si diploma all'istituto tecnico commerciale e negli anni
novanta è animatrice e PR nelle discoteche romane. Si iscrive a Forza
Italia nella primavera del 2007 e Silvio Berlusconi rimane colpito
dal suo entusiasmo (!!), fa la comparsa nel video di "Menomale che Silvio
c'è" in vista delle elezioni politiche del 2008 per le quali viene
candidata con il PdL, nella quindicesima circoscrizione Lazio 1, per diretta
volontà di Berlusconi, risultando eletta deputata. (…) A dimostrazione di
come sia riuscita ad assicurarsi la fiducia del Cavaliere viene chiamata “La
zarina di Tor Crescenza”. Nel 2013 diventa senatrice di FI ed è nota nel gergo
comune con il soprannome "la badante", in quanto ha assistito
personalmente Silvio Berlusconi per anni in ogni sua uscita privata e pubblica.
(l’avete sempre vista nel suo seguito ovunque – ndr). A seguito dell'operazione al
cuore di Berlusconi, nel 2016, le donne vengono allontanate da Palazzo Graziosi
e da Arcore dal "consiglio di famiglia" (i figli, Gianni Letta, Fedele Confalonieri e
Niccolò Ghedini)
poiché ritenute colpevoli del suo stress (…) Alle elezioni politiche del 2018 è
rieletta senatrice di FI.
Nel 2010 alcune intercettazioni telefoniche in indagini di polizia
giudiziaria, rivelano la sua abituale partecipazione alle cene “bunga bunga”
organizzate nella residenza di Arcore e sulla questione dichiara: «È reato
rilassarsi un po'?» Il 24 giugno 2013, nell'ambito del processo per
concussione e prostituzione minorile a Silvio Berlusconi, viene trasmesso in
procura il verbale della deposizione della Rossi per valutare se esistano o
meno i presupposti per essere indagata per falsa testimonianza. Il 30 giugno
2015 la Procura di Milano notifica l'avviso di fine indagini a 34 indagati tra
cui la Rossi, accusata di falsa testimonianza nell'inchiesta Ruby Ter
riguardante le cene di Arcore. Il 19 ottobre 2016 viene rinviata a giudizio
insieme ad altre 22 persone... “.
Fin qui Wikipedia, ma la domanda che tutti si sono fatti è “Ma
come è mai possibile che una come questa sia diventata parlamentare e perfino
senatrice?” A differenza di Cicciolina
(che almeno i voti di preferenza con i Radicali li aveva presi) la senatrice
Rossi però non è MAI stata votata dai cittadini: grazie al vigente sistema
elettorale è sempre stata inserita in liste bloccate e così ha accumulato già 3
legislature senza MAI dare un rendiconto politico o avere un gradimento da
parte degli elettori.
E’ questo il nocciolo del problema: se l’Italia non capisce
l’assurdità di un sistema elettorale dove il valore del singolo candidato non
conta nulla, è evidente che i leader continueranno a candidare chi vogliono,
alla faccia delle competenze.
Non lamentiamoci poi delle sceneggiate come quelle viste in questi
giorni.
USA: TUTTO A POSTO !
Joe Biden ha giurato come nuovo presidente USA, i
"buoni" hanno vinto e il "cattivo" finalmente se ne è
andato: tutto risolto, come i film western di quando eravamo bambini e alla
fine "arrivano i nostri" per uccidere gli indiani cattivi. Un finale
non più politicamente corretto (adesso avrebbero sempre ragione gli indiani) ma
che rende l’idea. Adesso il mondo è salvo, dai prossimi giorni scenderà
anche la CO2 in atmosfera e tutti vivranno felici e contenti, senza più muri e
tra baci ed abbracci.
Vedrete per credere e vedrete anche che al primo coccolone di
Biden la nuova vice-presidente Harris prenderà le redini, come spera buona
parte del partito democratico.
Facciamo comunque gli auguri a Biden (sinceri, perchè ne ha e ne
abbiamo davvero bisogno) che non sembra una cattiva persona, ma piuttosto un
personaggio scialbo e incolore, “messo lì nella vigna a far da palo”, ma
questo lo vedremo e lo giudicheremo alla prova dei fatti.
Il giorno del giuramento su Rai 1 l'ex first lady è chiamata
"Escort" dal solito Alan
Friedman che per quattro anni ha sbavato odio, tanto nessuno
dice gli nulla: questione di stile, così come sono definiti
"prezzolati" quelli che comunque salutavano Trump.
Pochi hanno riflettuto che mentre per il giuramento di Biden
Washington era presidiata da 25.000 soldati per timore di assalti (di chi?), i
media italiani non hanno riproposto o commentato i filmati del 6 gennaio quando
i cancelli del Congresso - presidiati da quattro gatti, nonostante una grande
manifestazione incombente - sono stati APERTI ai dimostranti, chissà per ordine
di chi...
Misteri americani, mica ci sono solo a casa nostra!
GLI ITALIANI SE NE VANNO
Ancora in aumento gli italiani che si trasferiscono all'estero. È
quanto rileva l'Istat nel suo ultimo rapporto, secondo cui nel 2019 le
cancellazioni anagrafiche per l'estero (emigrazioni) sono poco meno di 180mila
(+14,4% sul 2018), moltissime in più di qualche anno fa quando erano circa
40.000 l’anno-.
Tre su quattro riguardano italiani, quasi tre cittadini italiani
su quattro trasferitisi all'estero nel 2019 hanno 25 anni o più (circa 87mila):
uno su tre (28mila) è in possesso di almeno la laurea. Fin qui le cifre
dell’ISTAT che però non fotografa completamente la verità. In realtà, infatti,
i numeri sono molto maggiori ma - soprattutto chi emigra per lavoro all’interno
della UE- non cambia la propria residenza perchè (almeno prima del Covid) va e
viene spesso dall’Italia mantenendo i legami, ma producendo e lavorando
all’estero.
Un altro aspetto che va sottolineato è il costo per l’Italia per
preparare laureati e diplomati che poi non “reinvestono” quanto imparato nel
proprio paese. Creare un laureato costa al “sistema Italia” oltre 200.000 euro
e se in un anno se ne vanno (almeno) in 28.000 significa aver perso solo con
queste persone 5,6 MILIARDI di “investimenti cultura”.
Una emergenza di cui si chiacchiera poco, ma per la quale non si
fa assolutamente NULLA.
Chi è interessato ad approfondire queste tematiche mi richieda il
libro “Integrazione (im)possibile? Quello che non vi dicono su Islam, Africa
ed immigrazione” che ho scritto recentemente con dati e notizie
sconcertanti su queste problematiche.
VERBANIA E LA CULTURA
E’ sfumata la speranza della città di Verbania di diventare
“Capitale italiana della Cultura” (alla fine ha vinto Procida) e mi dispiace
perché sarebbe stata comunque una occasione di promozione per la mia città.
Mi ha fatto però amaramente sorridere che un punto di forza della
candidatura verbanese fosse il nuovo teatro “Il Maggiore”, voluto e costruito
quando ero sindaco e inaugurato dopo la fine del mio mandato. Non posso
dimenticare le lotte furibonde, i boicottaggi, le richieste di referendum, i
ricorsi, le petizioni, le denunce CONTRO il costruendo teatro (anche quando era
già in costruzione) promosse allora da buona parte della sinistra e dal PD in particolare,
quello stesso che adesso se ne fa vanto.
Grazie a chi – come Giandomenico Albertella – ha voluto ricordare
queste cose nei giorni scorsi, visto che la memoria collettiva evapora
presto.
GENTE DI LAGO 2
Stanno già terminando le copie del libro “ GENTE DI LAGO 2: nuove
storie e nuovi racconti del Lago Maggiore ” Il volume
riprende quello uscito nel 2019 (ed andato esaurito) ed in 172 pagine - tutte a
colori - ripropone anche altri ricordi, personaggi, storie e curiosità della
zona del Lago Maggiore e delle sue valli, insieme ad oltre un centinaio di foto
storiche.
Una testimonianza interessante della vita sulle rive del Verbano
in tempi quasi dimenticati, un omaggio a chi è venuto prima di noi.
Il volume è firmato da me insieme a Carlo Alessandro Pisoni, Ivan
Spadoni e altri autori locali. GENTE DI LAGO 2 è in vendita al pubblico a 20
euro, ma i lettori de IL PUNTO possono richiedermi direttamente il libro – se
lo desiderano, con dedica! - al prezzo ridotto di 17 euro (spese di spedizione
comprese) o di 16 euro ciascuna se verranno richieste almeno 2 copie.
Il volume va richiesto direttamente a marco.zacchera@libero.it
ricordando di comunicare sempre il proprio INDIRIZZO POSTALE PER LA SPEDIZIONE.
I RICAVI PROVENIENTI DALLA VENDITA DEL LIBRO SONO DEVOLUTI
AL”VERBANIA CENTER” PER CONTRIBUIRE ALLA COSTRUZIONE DI UN CENTRO SANITARIO IN
MOZAMBICO
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STORIA TELE VCO
Per chi ama la storia ricordo che dopo il successo dell’anno
scorso su TELEVCO-AZZURRA TV (canale 19, oppure in streaming ) ogni
martedì alle 14.30 vanno in onda le mie chiacchierate sulla storia locale
- in collaborazione con UNI3 Arona - con repliche il martedì alle ore 15.30,
16.30 e 22.00 e altre repliche il sabato pomeriggio.
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UN SALUTO A TUTTI E
BUONA SETTIMANA
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 798 del
15 gennaio 2021
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: REALISMO - IN ONDA LA VERGOGNA – ROMANO MISSERVILLE - CHI
CENSURA LA CENSURA – AUTO ELETTRICHE – LA STORIA A TELE VCO
REALISMO
Mentre impazza la “crisi di governo a metà” e sono in corso tutti
i traffici possibili per intruppare senatori al posto dei renziani e permettere
così a Conte di mantenersi a galla, credo che la decisione più seria e sensata
- ma soprattutto rispettosa degli italiani - sarebbe che il presidente
Mattarella fissi senza indugio nuove elezioni per la fine della primavera.
In attesa del voto la politica dimostri realismo e concretezza
favorendo la formazione di un nuovo governo affidato ad un tecnico di provate
capacità internazionali che – con obbligo morale di non candidarsi alle
elezioni – raccolga un esecutivo con rappresentanti di TUTTI i partiti e con
l’obiettivo di gestire la pandemia ed il Recovery Plan.
Non è possibile pensare che i prossimi dieci anni vengano decisi
da un governo che - se otterrà la fiducia - avrà fatto evidenti pateracchi o
assoldato truppe cammellate (da Mastella al MAIE) senza che il piano sul futuro
dell’Italia sia condiviso con le regioni, le categorie produttive e i
sindacati.
Ma come è possibile che venga tutto imposto a tavolino ed in
segreto, con "schede" teoriche ed incomprensibili, soggette ad ogni
tipo di interpretazione futura? Ammesso che l’Europa ci finanzi “al buio” (e
non ne sarei così sicuro), chi pagherà il deficit che si è creato nel 2020 e
che a metà gennaio sta già richiedendo un ulteriore scostamento di bilancio,
finanziato con altri debiti senza copertura?
Capisco le ambizioni personali di Conte, le paure elettorali del
M5S e i traffici in corso nel PD, ma il presidente Mattarella ha il dovere
morale di intervenire non solo come spento “notaio” della crisi, ma con un
guizzo di autorevolezza e decisione.
REPORT: IN ONDA LA VERGOGNA
Non so quanti lettori de “IL PUNTO” abbiano seguito la
trasmissione “Report” di lunedì sera su Rai 3 dedicata al super commissario
Domenico Arcuri e all’acquisto di decine di milioni di mascherine Covid.
Incredibile apprendere (aspetti solo in parte già emersi nei mesi scorsi ) che
la Protezione Civile ha comprato le mascherine in Cina – mettendo in crisi le
aziende produttrici italiane – pagandole molto di più del loro valore di
mercato (fino al 300% dei costi correnti), che una mega-commessa di 600 MILIONI
di Euro che è stata assegnata ad una società fantasma fondata 5 GIORNI prima
della fornitura svoltasi a trattativa privata, società peraltro collegata a
faccendieri italiani – guidati da Mario Benotti, già consulente alla Presidenza
del consiglio con Matteo Renzi e Paolo Gentiloni - che per “commissioni”
hanno ricevuto 60 MILIONI di euro.
Uno si aspetta che il giorno dopo questa trasmissione-scandalo ne
parli tutta Italia, che le notizie vengano smentite, oppure che i TG vi
dedichino ampio spazio, mentre solerti Magistrati annunciano inchieste e
fioccano le interrogazioni parlamentare per l’evidente cattiva gestione
dei fondi pubblici… Macchè, tutto è finito sotto silenzio.
Alla domanda (censurata) di un giornalista di Report ad Arcuri per
avere chiarimenti, con voce scocciata e monocorde l’Arcuri dichiara di non
voler rispondere “perché sono in corso indagini della Magistratura”
Davvero sono in corso indagini? Quindi Arcuri ha ricevuto un
avviso di garanzia, altrimenti come potrebbe saperlo? E come mai allora non ne
parla nessuno? Eppure il “mediatore” Benotti sembra aver scambiato ben 1200 (!)
tra telefonate e SMS proprio con Domenico Arcuri.
Dalle mascherine si passa poi alla fornitura dei banchi girevoli
inutilizzati ed inutilizzabili (ma costati altre decine di milioni di
euro) con acquisti sempre gestiti riservatamente da Arcuri, così come il
sistema “Immuni” che non funziona e non ha mai funzionato.
Cose inaudite, eppure l’ineffabile supercommissario Arcuri è
sempre lì, incollato ai vertici della Protezione Civile senza che nessuno nel
mondo politico chieda chiarimenti, dati, circostanze o ne chieda magari le
dimissioni.
Uno schifo colossale nel disinteresse generale, ma questa è
l’Italia di oggi, con un governo (almeno fino a ieri) che copre (o favorisce?)
questi scandali vergognosi.
RICORDO DI ROMANO
MISSERVILLE
Pochi – anche a destra – possono ricordarlo, ma è morto a 86 anni
Romano Misserville, “storico” senatore del MSI-DN per 4 legislature ed avvocato
di fama. Negli anni ’80 fu sindaco del suo paese, Filettino, quando i sindaci
di destra si contavano sul palmo di poche mani, ma soprattutto era una persona
per bene, coerente e stimata da tutti, un grande signore e un vero amico.
Lo ricordo nell’autunno del 1993 quando – allora ero consigliere
regionale - lo incontrai per caso davanti a Montecitorio e lui mi disse “Marco,
con questa nuova legge elettorale l’anno prossimo vinceremo le elezioni e
saremo al governo”.
Mi sembrava un' ipotesi assurda e invece aveva proprio ragione…
CHI CENSURA LA CENSURA
Premesso che Trump è quindi pazzo, provocatore, fascista
(ovviamente) ecc.ecc. restano alcuni gravi dubbi che dovrebbero crescere nei
pensieri di chi non ha completamente perso un minimo di equilibrio. Alludo alla
censura “preventiva” che i gestori di Twitter e Facebook hanno imposto all’
(ex) presidente americano.
Credo che in una democrazia si debba poter criticare l’opinione
dell’avversario eventualmente dissentendo, ma se lo si chiude “preventivamente”
(e pur con 88 milioni di contatti, oltre che 75 milioni di voti) si fa
semplicemente della censura.
Allo stesso modo perché i vertici di quelli reti hanno poi
silenziato Trump e non le decine di dittatori o criminali di ogni tipo
che impuniti imperversano nel mondo “virtuale”? Chi ha il diritto di
decidere se e quando cancellare dalla rete le opinioni altrui, giuste o
sbagliate che siano?
Anche perché viene censurato Trump e - per esempio - nulla si dice
e si fa quando l’ayatollah iraniano Khamenei, nel cui Paese continuano le
impiccagioni di dissidenti e le persecuzioni contro le donne, scrive «Israele è
un cancro maligno in Medio Oriente che va rimosso e sradicato» e non ci vuole
molta fantasia per immaginare come dovrebbe realizzarsi questo «sradicamento».
Mi piacerebbe sapere in proposito l’opinione di Gad Lerner, di
nota famiglia ebrea, che ha tanto esultato proprio per la censura imposta a
Trump, un personaggio che, andando avanti cos,ì per milioni di americani
diventerà perfino un martire, il che non mi sembra un colpo di genio
AUTO ELETTRICHE: SARA’ VERA GLORIA ?
Sull’ambiente ci sono diverse questioni che mi piacerebbe
verificare più seriamente, per esempio la questione delle auto elettriche.
Da anni ci dicono che il futuro del pianeta sta nella riduzione
della CO2 e quindi delle auto elettriche, più “ecologiche” rispetto a diesel e
benzina. Eppure l’elettrico non decolla, anche per costo esorbitante dei
modelli.
E’ ora però di chiedersi se davvero la scelta sia la più sensata,
perché un conto è l’ ibrido, un altro milioni di veicoli per uso generalista
solo con l’energia elettrica che qualcuno deve produrre e tenuto conto che la
gran parte dell’energia elettrica nel mondo – visto che i verdi non vogliono il
nucleare – è tuttora prodotta da centrali termiche, ovvero bruciando carbone,
gas e gasolio.
Non solo: produrre batterie costa e inquina, smaltirle e
distruggerle è anche peggio ed anche questo è (e sempre di più sarà) un costo
ambientale spaventoso.
C’è poi un ulteriore problema, di cui non si parla: le materie
prime per costruire le batterie (cobalto, nichel, litio) sono quasi tutte in
mano alla Cina che ha in concessione quasi il 90% dei giacimenti mondiali e
controlla anche il know how del processo industriale.
Pechino ha silenziosamente colonizzato anche il Congo (Zaire), che
è il più grande produttore di cobalto al mondo, ed ha strappato contratti
decennali di sfruttamento anche in Sud America.
Si è portata avanti con l’elettrico perché - non avendo grandi
produttori di automobili e dovendo ridurre l’inquinamento nelle grandi
megalopoli cresciute a dismisura per effetto delle transizioni demografiche
dalle campagne - ha puntato da subito sullo sviluppo dell’elettrico.
Da anni i cinesi investono d'altronde anche sulle batterie per la
domanda di prodotti di elettronica di largo consumo – smartphone, tablet, pc –
di cui è diventata la fabbrica del mondo. La Foxconn, con sede a Shenzhen è lo
storico fornitore di Apple, Amazon, Hp, Microsoft, Sony, BlackBerry.
Perché nessuno approfondisce queste tematiche e ci spiega un po'
meglio il guaio in cui - sulle onde dell’ entusiasmo “verde” - stiamo andando a
cacciarci?
LA STORIA A TELE VCO
Per chi ama la storia ricordo che dopo il successo dell’anno
scorso su TELEVCO-AZZURRA TV (canale 19, oppure in streaming ) ogni
martedì alle 14.30 vanno in onda le mie chiacchierate sulla storia locale
- in collaborazione con UNI3 Arona - con repliche alle ore 15.30-16.30 e 22.00
e il sabato pomeriggio.
UN SALUTO E BUONA SETTIMANA A TUTTI MARCO ZACCHERA
IL PUNTO
n. 797 del 8 gennaio 2021
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO:
STORIA IN TV - NON SPARATE SULLA CROCE ROSSA – IL RICOVERY CHE NON
C’E’ -– MONUMENTI GIU’ - PASTA FASCISTA – Approfondimento: FINISCE L’ERA
TRUMP
LA STORIA A TELE VCO
Per chi ama la storia ricordo che dopo il successo dell’anno
scorso su TELEVCO-AZZURRA TV (canale 18, oppure in streaming ) ogni
martedì alle 14.30 vanno in onda le mie chiacchierate sulla storia locale
- in collaborazione con UNI3 Arona - con repliche alle ore 15.30 - 16.30 e
22.00. Per ulteriori info, contattatemi.
NON SPARATE SULLA CROCE ROSSA
La situazione politica italiana è diventata così tragica - ma
contemporaneamente grottesca - da togliere la voglia di prendersela.
Se una banda di incompetenti alla Conte & C. riescono a galleggiare
impuniti dopo 10 mesi di pandemia significa che ormai gli italiani sono
sostanzialmente rassegnati tra zone rosse, gialle, arancioni e
“giallo-rafforzate” con colori che cambiano due volte al giorno.
Vi invito a rivedervi i TG o le trasmissioni di questa
primavera ed ascoltare le LORO dichiarazioni con promesse, assicurazioni e
certezze: sono tragiche visto quello che poi è successo, ma a tratti anche
esilaranti.
Riascoltate il video su LA7 del 28 gennaio 2020 quando Conte
dichiarava “La situazione
è perfettamente sotto controllo, siamo prontissimi, abbiamo adottato tutti i
protocolli possibili, in Italia non accadrà mai quanto sta accadendo in Cina,
siamo comunque perfettamente preparati ad ogni evenienza.”
Oppure la fantastica intervista a Di Maio a febbraio quando chiama il Covid “vairus” e
ringrazia entusiasticamente la Cina per le mascherine in arrivo.
Cominciò così lo show di Conte, dando poi il via alla serie
infinita di nomine, commissari, commissioni, esperti, saggi... Tutti
spariti se dissenzienti o ancora a pontificare in TV se ossequienti, con la
nomina suprema del taumaturgo San
Domenico Arcuri, il super super super esperto (i suoi
fallimenti per Bagnoli, Termini Imerese e Ilva sono inciampi secondari).
Ricordate d'altronde quello che lo stesso Arcuri sosteneva in TV (andate
a risentirlo!) ovvero che cliccando “Immuni” sul telefonino ci si salvava ed
invece è stato un flop totale? Quisquilie per il “grande” Arcuri, quello
che ha a disposizione fondi illimitati senza controlli, che nomina, fornisce e
compra, ma che soprattutto ora dispone a suo piacimento delle nostre vite,
visto che sceglie lui chi far vaccinare prima oppure no e al quale non si può
MAI fare una domanda in contraddittorio.
Poi ci sono da risentire le idiozie generiche o ovvie alla Azzolina o le
performance della Bellanova
che ancora pochi giorni fa sosteneva come il vero problema grave dell’Italia
fosse soprattutto il settore agroalimentare, eppure è proprio lei che guida
(!?) la delegazione dei renziani al governo, quelli che sostengono che la crisi
“non è una questione di poltrone”, però se da 2 saliranno a 3 ministri e avranno
la delega ai servizi segreti allora possiamo discuterne.
A ruota arriva la
Lamorgese, quella che aperto i porti e non riesce a controllare
chi arriva, ma tanto la colpa è sempre di Salvini.
Ma su tutti in TV c’è sempre lui, il “principe Conte”, tutto
giacca e cravatta e con lo staff che controlla e censura perfino il passaggio
dei filmati di repertorio in TV. Come il Duce, Conte è sempre al lavoro,
attento, presente, impeccabile, “sul pezzo”. Già avvocato del popolo e ora
novello Messia, adesso sta tentando il suo terzo tuffo con avvitamento carpiato
all’indietro pur di restare a Palazzo Chigi.
D’altronde a contrastare questi fenomeni non è che il
centro-destra peraltro brilli di ingegno. Si parla da tempo di un rimpasto in Regione Lombardia
sostituendo l’assessore alla sanità Giulio
Gallera (quota FI). Quale nome nuovo è stato proposto dallo
staff dell’esimio cav. Silvio
Berlusconi? Nientepopodimenoche… Letizia Moratti! Sì,
finalmente un “nome nuovo”, ovvero proprio lei, l’ex ex ex di tutto ed
anche ex sindaca di Milano dove solo la sua testardaggine a ricandidarsi fece
perdere la guida della metropoli alla coalizione. Ma possibile che a destra non
ci sia niente di meglio da mettere sul mercato? “Buon Anno, Italia!”… ma
si fa per dire.
RECOVERY PLAN: LEGGETELO !
Tutti gli italiani dovrebbero dedicare 5 (cinque) minuti della
loro vita per cercare di leggere le bozze del RECOVERY PLAN proposto da Conte
ormai un mese fa.
Basta cercarle su mille fonti internet ed aprendo le sue
striminzite schede – per 200 MILIARDI !! - scoprireste che…il piano non c’è !
Quasi nessuna fonte informativa le ha fatte vedere o ha spiegato
al popolo sovrano che le famose “schede” sono in realtà di una genericità
assoluta, scritte in termini burocratici astratti e con nessun riferimento al
reale. Una serie di buone intenzioni, delle ipotesi di massima senza però veri
dettagli e dove - soprattutto - ci si potrà infilare di tutto e di
più.
Escludo che l’Europa - se per una volta si dimostrerà una cosa
seria - vorrà dare veramente dei soldi all’Italia sulla base di idee o speranze
così ovvie, largamente condivisibili proprio solo perché generiche, teoriche,
assolutamente non concrete e soprattutto senza una linea delle priorità.
CITTADINANZE & MONUMENTI
A Verona vogliono togliere la cittadinanza onoraria a Roberto
Saviano, negli USA la statua del generale Lee (comandante in capo delle forze
sudiste ai tempi della guerra di secessione) è stata tolta dal Campidoglio e al
suo posto è stata messa quella di una attivista nera contro l’apartheid, mentre
i monumenti a Cristoforo Colombo vengono ovunque abbattuti.
Saviano mi sta da sempre sulle scatole, così come chi conosce la
storia sa che Lee è stato un eroe ed un brillante generale, anche se della
parte “sbagliata”, soprattutto perché la storia la scrivono sempre i vincitori.
In ogni caso sono contrario a queste scelte “revisioniste” perché
esprimono un giudizio contemporaneo rispetto a quello storico che va sempre
visto con rispetto, soprattutto se si riferisce a fatti lontani nel tempo, quando
c’erano diverse percezioni e sensibilità rispetto ad oggi.
Per questo trovo sia ridicolo dis-assegnare cittadinanze onorarie
al mutar di maggioranze politiche, così come abbattere le statue di Colombo
solo perché ha portato i bianchi “cattivi” in America.
Se i bianchi hanno sterminato i nativi americani certo non è stata
colpa di Colombo, così come Lee ha difeso il “suo” Sud dall’ invasione nordista
ritenendo solo di fare fino in fondo il proprio dovere.
LA PASTA “FASCISTA”
Siccome in Italia non abbiamo altri problemi è surreale la vicenda
legata al pastificio “La Molisana” di Campobasso che si è scoperto produrre da
decenni le “Abissine rigate” e le “Tripoline”, due formati di pasta composti da
farina locale.
Pare infatti che negli anni Trenta l’Italia avesse celebrato la
stagione del colonialismo anche con nuovi formati di pasta: Tripoline,
Bengasine, Assabesi e Abissine, di sicuro sapore littorio e che “La Molisana”
abbia continuato a produrli, debitamente pubblicizzandoli.
L’azienda è ora finita sotto accusa per leso antifascismo ma,
anziché coerentemente difendere una linea produttiva che va avanti da decenni,
si è affrettata a cambiare nome e presentazione ai suoi prodotti (con
molta tempestività democratica: solo dopo 75 anni!).
Per evitare ulteriori polemiche le "Abissine rigate"
diventeranno ora semplicemente "Conchiglie".
Fantastico soprattutto il comunicato stampa dell’azienda che
testualmente recita “ Ci scusiamo per il riferimento riguardante i formati di
pasta Abissine e Tripoline che hanno rievocato in maniera inaccettabile una
pagina drammatica della nostra storia. Cancellare l’errore non è
possibile, ci stiamo già impegnando a revisionare i nomi e i contenuti dei
formati in questione” Non solo, per evitare ulteriori guai - oltre che
per meritarsi adeguati meriti resistenziali i titolari del pastificio hanno
sottolineato (lo spiega molto seriosamente l’ANSA di due giorni fa) che nel
dopoguerra il capostipite della famiglia "Partecipava alle sottoscrizioni
della Festa de L'Unità."
Insomma veramente della bella gente, italicamente coerente e
soprattutto coraggiosa!
Chi sarebbe da rinchiudere adesso in manicomio per questa polemica
assurda: i pastaioli, i giornalisti o gli antifascisti locali ? Credo che
polemizzare su queste sciocchezze squalifica ed insulta la Memoria di chi
l’antifascismo l’ha fatto sul serio e il fascismo l’ha subito sulla propria
pelle.
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Approfondimento: FINISCE
L’ERA TRUMP
L’occupazione del Campidoglio USA per alcune ore da parte dei
sostenitori di Trump è stato l’ultimo atto (decisamente squallido) di quattro
anni di una presidenza sempre contestata da chi non aveva mai accettato la sua
presenza alla Casa Bianca.
Un gesto dimostrativo (evidentemente tacitamente tollerato dalla
polizia, perché mi rifiuto di credere che poche migliaia di dimostranti possano
occupare il Congresso americano senza un immediato e determinato intervento
degli agenti) che ha portato però anche a quattro morti e che sottolinea la
spaccatura del paese.
In democrazia però si vince e si perde, e quando si perde lo si
deve accettare: è la principale regola del gioco e deve valere per tutti.
Radicalizzando lo scontro, d'altronde, Trump sapeva che avrebbe
portato al voto molti più avversari e quindi la sua politica non ha certo
pagato in termini elettorali.
Potrà invocare la pandemia, l’ostilità dei media, le grandi
potenze finanziarie schierate contro di lui, ma Trump ha perso e quindi la
sconfitta deve accettarla, non mettersi certo a sobillare gruppi più o meno
eversivi.
Certo gli USA sono oggi un paese diviso con poche migliaia di voti
georgiani che sono stati il sipario definitivo sull’ “Era Trump”. Pochi
voti di margine che hanno però assegnato ai democratici i due seggi in
ballottaggio portando il Senato in parità (50 a 50) ma con il voto del
presidente a poter fare la differenza.
Secondo la costituzione americana il presidente del Senato (che
pur - per prassi - di solito si astiene) non è elettivo, ma è proprio il
vice-presidente dell’Unione e quindi sarà proprio la prossima vice-presidente
Kamala Harris a garantire a Biden la maggioranza del Congresso, visto che la
Camera dei Rappresentanti è già in mano democratica pur avendo perso a novembre
18 seggi a vantaggio dei repubblicani.
Joe Biden non sarà quindi un presidente “azzoppato” e potrà
contare sul voto del Congresso almeno per i prossimi due anni perché – non va
dimenticato – un terzo del Senato e tutta la Camera vengono rinnovati ad ogni
primo martedì di novembre degli anni pari, con la prossima puntata già fissata
quindi per il primo novembre 2022.
Per noi italiani - che rischiamo ogni settimana la crisi di
governo e dove il richiamo al voto anticipato è una costante - questa
periodicità sorprende, ma intanto assicura continuità da 250 anni al sistema
elettorale americano, proprio quello che Trump giudica “corrotto come non mai”.
Il voto ha anche prodotto una indubbia involuzione del
Partito repubblicano che esce dal turno elettorale non tanto sconfitto nei voti
(in fondo nessuno aveva mai preso tanti voti presidenziali come Trump a
novembre) ma profondamente spaccato al proprio interno.
Con il proprio carattere e con i suoi atteggiamenti spesso
eccessivamente di rottura, Trump è stato capace di nascondere le cose buone che
pur ha fatto, come la netta inversione economica data agli USA prima della
pandemia e i suoi successi in politica estera. Certamente ha avuto contro la
grande stampa, la sinistra, i centri di potere, ma ha indubbiamente fatto di
tutto per renderseli ostili ed ha clamorosamente sbagliato – secondo me - anche
l’approccio alla realtà post voto di novembre: la sconfitta in Georgia (già
roccaforte repubblicana) lo prova.
Per esempio, se erano prevedibili (e da lui sempre denunciate)
distorsioni sul sistema elettorale postale perché un presidente che da 4 anni
controlla l’esecutivo non è intervenuto prima per evitarli? E - in una
situazione dove i democratici mobilitavano in Georgia le diverse componenti
razziali della società - valeva la pensa di buttarla tutto sulla polemica e la
contrapposizione?
I voti in Georgia hanno sottolineato che non ha pagato la linea
barricadera di Trump e il suo radicalizzarsi in un elettorato che è
sicuramente maggioranza soprattutto nelle campagne, ma che diventa
numericamente perdente nei grandi centri e nel momento in cui i democratici
riescono a mobilitare per il voto le minoranze etniche, a cominciare da quella
nera visto che gli ispanici di prima generazione sembrano invece diventati una
componente importante dei repubblicani .
Così, mentre Trump urlava al voto rubato, in Georgia ha
vinto il reverendo Raphael Warnoch, leader di una comunità religiosa nera e
noto predicatore televisivo, in aperta opposizione alle chiese protestanti
bianche ed integraliste che hanno invece appoggiato Trump.
Anche in questa spaccatura politico-religiosa c’è una profonda
novità nell’elettorato americano che normalmente porta ad iscriversi al voto
(atto obbligatorio ogni volta per poter votare) solo circa la metà degli aventi
diritto: se aumentano i votanti tendenzialmente vincono sempre (come da noi)
i democratici.
Trump un anno fa era convinto del successo e i democratici
avevano scelto Biden come opaco male minore, ma prima il Covid e poi gli
atteggiamenti incendiari del Presidente hanno portato alle elezioni più
controverse e radicali della storia, oltre che le più care vista l’enorme somma
spesa – soprattutto dai democratici – per cercare di influenzare gli elettori.
C’è un altro aspetto fondamentale: Trump ha perso, ma ha fatto
anche perdere il proprio partito che in buona parte lo ha sopportato in
silenzio per quattro anni ed ora cercherà di distruggerlo. Trump non è stato un
personaggio facile da digerire in casa repubblicana, ha spostato su posizioni
radicali il partito perdendo voti e simpatie in settori storici dell’ “Old
Party” che non hanno condiviso molte delle sue posizioni. Squadra che vince non
si cambia, ma quando perde la resa dei conti è inevitabile.
Alla fine Joe Biden ha giocato (e sta giocando) l’accorta carta
della moderazione, accolta dagli sdolcinati commenti dei leader mondiali, ma
anche perché capisce di avere comunque una maggioranza minima sia al Congresso
che nel paese, oltre ad una Corte Suprema di chiara impronta conservatrice
anche se sul voto di novembre ha dimostrato – come era ovvio, salvo che per
qualche commentatore nostrano – la propria tradizionale ed assoluta
indipendenza.
Proprio la Corte Suprema resta così uno dei pochi punti di
riferimento per un’America che oggi appare politicamente divisa, smarrita ed
economicamente prostrata in molti settori per il Covid che tuttora imperversa,
drogata per l’andamento anomalo dei mercati finanziari che con il loro potere
(e milioni di dollari) hanno apertamente aiutato Biden. Nodi che verranno al
pettine molto presto e che ora spostano tutta la responsabilità – e senza più
alibi – in casa democratica.
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UN SALUTO A TUTTI MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 796 del
28 dicembre 2020
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: BILANCI – TELENOVELA CONTE-RENZI - IL CONFORMISMO
DELLE IDIOZIE – MIGRANTI SPARITI - LEGGIAMO TRA LE RUGHE
BILANCI: NE VALE LA PENA?
La fine d’anno porta necessariamente a fare dei bilanci, dei
(buoni?) propositi, a volte a stendere dei programmi.
La prima domanda che spesso mi faccio E’ SE SERVA O MENO SCRIVERE
SETTIMANALMENTE IL PUNTO, che sta giungendo al 17° anno di vita e all’ottocentesimo
numero della serie.
So benissimo che non fa e non farà cambiare le cose e che più che
altro è uno sfogo personale, ma vorrei fosse sempre un inno al buonsenso capace
di dare ai lettori argomenti e un piccolo stimolo alla resistenza.
Purtroppo la gran parte delle persone in Italia è ormai totalmente
disinteressata alla politica e al futuro del nostro paese, subisce ed accetta
con rassegnazione.
In questo senso il “sistema” ha perfettamente raggiunto lo scopo:
disgustare per atrofizzare il cervello della gran parte delle teste
potenzialmente pensanti, dirottarle su problemi contingenti, consumismo e
tematiche superficiali e controllando così i media, l’economia, la finanza, i
governi.
Non prendiamoci in giro: la colpa di questo è soprattutto
della mia generazione che ha sciupato tempo, risorse, e perso molte
occasioni mentre sulla terra si moltiplicavano gli abitanti distruggendo il
pianeta e in Italia il mediocre poteva avanzare senza timori.
Responsabilità generazionali e politiche: se il centro-destra
fosse stato migliore non sarebbe tornata la sinistra che ha dominato l’ultimo
decennio e sta progettando tutto per mantenere il potere nel prossimo.
Incapacità, superficialità, a volte complicità hanno nauseato gli elettori che
si rifugiano dove possono o scelgono il male minore.
Certamente la sinistra controlla gran parte dell’informazione,
della magistratura, della cultura ed ha una esperienza di gestione del potere
incredibilmente lunga e variegata con la sua straordinaria capacità di
rinnovarsi, o almeno di darne l’impressione.
E’ un circolo vizioso autoreferente e quando – per puro caso – c’è
un inciampo elettorale state tranquilli che presto tornerà a tessere la
tela.
A destra siamo individualisti, incapaci di fare squadra, di far
crescere quadri preparati, ma tanti “battitori liberi” non fanno un’orchestra
ed è un perpetuo remare in salita.
Quello che quotidianamente più mi indigna è la manipolazione della
verità attraverso una comunicazione sbilanciata, fuorviante e con una
incredibile serie di banalità “politicamente corrette” che ogni giorno ci
ingessa e mette alla gogna tutti quelli che non la pensano secondo il pensiero
dominante.
Non puoi più dire – neppure dal pulpito!? - che la famiglia si
fonda su una coppia “normale”, che l’immigrazione senza controlli è una
pericolosa sciocchezza, che insieme ai diritti ci sono anche tanti
doveri, che regalare spesso non educa, che servirebbero più rigore, frugalità,
sacrificio.
Che amare la nostra Italia non è reato e non significa odiare gli
altri, che l’Europa è sommatoria di diversità e non deve essere una
omogeneizzazione astratta e forzata per la gioia della burocrazia e della
finanza.
Reazione, indignazione, fierezza: ecco perché continuerò a
scrivere settimanalmente queste note e forse qualcuno delle migliaia di persone
che mi leggono ogni settimana troveranno uno spunto, un’idea, una battuta per
tirarsi un po' su di morale.
D'altronde quando ero un ragazzo e mi sentivo antitetico al
comunismo mi dicevano che avevo torto ed invece poi (quasi) tutti ci hanno dato
ragione, quando sostenevo che la “prima repubblica” era una repubblica corrotta
è saltato fuori che era proprio così. Quando sostenevo che il centro-destra non
aveva una classe dirigente adatta a governare e che doveva investire di più in
giovani cervelli i fatti lo hanno dimostrato e, passato il carisma di
Berlusconi, quasi tutto finì miseramente (il “finì” vale anche senza accento).
Oggi dico, ripeto ed insisto che questo paese sta fallendo con
scelte economiche sbagliate perché è affidato a degli ignoranti dilettanti allo
sbaraglio che vivono alla giornata. Vedrete che – purtroppo –
saranno i fatti a confermarlo, anche nel prossimo 2021 che forse avremo
comunque la fortuna di vivere.
CONTE-RENZI: TELENOVELA CONTINUA
Le cronache del dissidio tra Conte e Renzi proseguono da mesi ma -
come le puntate delle telenovele brasiliane - i colpi di scena non mancano mai.
Incontri, scontri, presunti rimpasti, precipitose minacce di
abbandono prontamente rientrate. Si continuerà finchè Conte, PD e 5 Stelle
accetteranno di spartire anche con i renziani la divisione dei fondi europei,
assegnando a Italia Viva posti in prima fila e una fetta adeguata della legione
di "esperti" in via di reclutamento politico-partitico, nuova casta
della casta e magari anche la delega ai servizi segreti.
Renzi è furbo, tira la corda ma non la rompe, come Conte non può
permettersi le elezioni, sa che deve fermarsi ogni volta a mezzo passo dal
baratro, come i bluff dei pokeristi di mestiere.
Però c'è un fatto da considerare: RENZI HA RAGIONE.
Ha ragione nel dire che Conte aveva cercato di mettere in piedi
sottobanco una SUA cabina di regia per sfruttarla per sè stesso e i suoi amici,
come una polizza di assicurazione in bianco fino al 2023, oppure che è indegno
di un paese civile affrontare così l'occasione unica offertaci dall'Europa.
Renzi ha ragione nel sostenere che è da dementi, per esempio,
proporre di investire 3 miliardi in un decennio su turismo e cultura quando la
Germania da sola ne mette 35 (trentacinque!) oppure che il Piano è una serie di
spunti raffazzonati e senz'anima..
IL VERO, AUTENTICO DRAMMA E' CHE I SOLDI EUROPEI SPARIRANNO COME
PER LA CASSA DEL MEZZOGIORNO (a cominciare da quelli anticipati, già asciugati
in mille rivoli) SENZA RIFORME VERE, STRUTTURALI, SERIE.
Non si possono fare perché scontenterebbero troppi che vivono alla
meno peggio anche durante la pandemia e perché la nostra politica è quella dei
favori reciproci, dei sussidi, degli sconti, dei condoni, del "nero",
della forma e mai della sostanza.
Agli italiani di oggi in fondo va bene così, mica siamo seri e
quindi più sul palcoscenico ballano i guitti, meglio è: è tutto spettacolo.
Vi immaginate un Draghi ad imporre serietà? Lo distruggerebbero in
pochi mesi.
IL CONFORMISMO DELLE IDIOZIE
Il livello del conformismo informativo in Italia è arrivato a
livelli ridicoli.
In settimana per esempio abbiamo vissuto in diretta TV l’arrivo
del vaccino con uno show mediatico da D-Day (lo sbarco in Normandia)
inversamente proporzionale alla realtà. Domenica al TG1 ci sono stati 9 minuti
ininterrotti di interviste a Conte, Speranza, Di Maio, Zingaretti, Arcuri, il
vice di Arcuri e a seguire “scienziati” vari, nessuno con il senso del ridicolo
e della misura.
Abbiamo per ora le primule rosa (costo?) ma non i vaccini, mentre
il nostro paese non ha bisogno di convincersi a vaccinarsi, ma piuttosto chiede
perché bisognerà aspettare mesi per farlo se nel resto del mondo lo si fa già.
La Germania – per esempio – ha comprato 30 milioni di dosi per
conto suo perché i numeri parlano chiaro: se – come sostiene Speranza –
tra tre mesi avremo distribuito 4 milioni di dosi (ovvero 2 milioni di
vaccinati) saremo al 3,5% della popolazione, quasi nessuno. Questi sono dati di
fatto, non la incredibile corsa del pulmino dei gelati con le sue fatidiche
9.150 dosi (153.000 andate contemporaneamente alla Germania) che - partito dal
Belgio - arriva al Brennero e di qui (scortato) scende a Roma per essere poi
fatto risalire per la penisola con cinque aerei militari (ma è mai possibile
?!) per lo show del V-Day. Finito lo show resta la desolante realtà di una
Protezione Civile che nonostante somme immense e nascoste chiede aiuto ai
militari (ma non ha a disposizione migliaia di veicoli ?!), mentre nessuno sa
quando e come funzionerà effettivamente il piano.
Continuo a chiedermi perché in Parlamento nessuno chieda i conti
di questa pagliacciata, così come perché nessun magistrato vada a grattare
sotto la sottile crosta della Protezione Civile che mi puzza tanto di spreco e
di scandalo, corruzione e dintorni. Qualcuno sa dirmi quanto si sia incassato
dalle donazioni in primavera, oppure cosa stia facendo e quanto costi un Gino
Strada in Calabria o quanti siano ad oggi i “nominati” collegati all’impero di
Arcuri tutto fondato su nomine fiduciarie, immunità legali e nessun concorso?
Visti i giudici così distratti, quanto spazio ci sarebbe da indagare per le
Iene, Report o le testate che si dicono di opposizione…
I MIGRANTI? SPARITI
Italiani abbandonati a Londra per giorni dopo la improvvida
“chiusura” imposta da Di Maio e Speranza per la “variante inglese” del Covid:
bastava organizzarsi e controllarli all’arrivo, ma sono stati abbandonati ad
Heathrow, con una spaventosa (ma ben nascosta) figuraccia della Farnesina.
Non così per i migranti dall’Africa che - spariti dalle cronache -
continuano ad arrivare. Circa mille solo nell’ultima settimana (quelli
ufficiali), ma senza la minima attenzione dei media neppure per un barcone
affondato il 24 dicembre con circa 30 poveri morti affogati. Sono
arrivati in massa a Lampedusa, Pantelleria, Crotone, in numero triplicato
rispetto all’anno scorso e nessuno sa se siano positivi o meno. Intanto una
sorprendente sentenza del Tribunale di Milano stabilisce che se un migrante
arriva da una zona Covid ha diritto alla protezione umanitaria e a restare in
Italia. Visto che il Covid c’è in tutti i paesi del mondo questa sentenza crea
un precedente che allarga di fatto il “liberi tutti” e l’accoglienza a
chiunque.
LEGGERE TRA LE RUGHE
Da tempo cerco di dare il mio piccolo contributo a una bella
iniziativa che è sorta nel VCO tramite la “Fondazione Comunitaria”: LA CURA E’
DI CASA, una associazione che vuole aiutare gli anziani della provincia a casa
propria evitando il più possibile di ricoverarli in casa di cura.
In questo anno particolare per tutti, vorrei condividere un'idea
nata per caso proprio durante l'emergenza coronavirus, che ci ha fatto capire
ancora di più l'importanza della comunità e dei legami. E’ stato infatti
realizzato un libro (“LEGGERE TRA LE RUGHE”) che è una cosa piccola, di quelle
che stanno nel pugno di una mano perché, per aiutare concretamente, non c’è
bisogno di squilli e fanfare.
Ecco quindi una raccolta di racconti, testimonianze, idee,
esperienze che vale la pena di conoscere. Il volume lo trovate nelle
librerie locali oppure chiedetemelo e penserò a recapitarvelo. Il libro non è
in vendita e le eventuali donazioni saranno devolute al Fondo VCO Social -
Fondazione Comunitaria del VCO, a sostegno degli anziani fragili della comunità.
Per info contattatemi: marco.zacchera@libero.it
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UN AUGURIO DI BUON ANNO, ANCHE SE SEMBRA CHE IL 2021 VOGLIA
RINUNCIARE ALL’INCARICO. LO STANNO PERO’ CONVINCENDO AD ARRIVARE
OSSERVANDO CHE - CON I PRECEDENTI DEL 2020 – DAVVERO PARTE AVVANTAGGIATO.
VEDREMO SE ACCETTERA’… INTANTO UN SALUTO A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO
n. 794 del 11 dicembre 2020
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SOMMARIO: LA
SCENEGGIATA – COVID VERIOPINTO - NORMA COSSETTO: I PREGIUDIZI
DELL’IGNORANZA – GENTE DI LAGO 2
CONFESSIONE
Ogni volta che mi accingo a
scrivere IL PUNTO dico sempre a me stesso di non criticare a prescindere, di
leggere anche il buono nelle decisioni e negli atteggiamenti altrui, di non
polemizzare… Poi – scrivendo – davvero non ci riesco e le vicende politiche di
questa settimana mi sembrano oltremodo indicative…
LE SCENEGGIATE E LE COSE SERIE
Si è svolta in Parlamento la preannunciata sceneggiata al termine
della quale il M5S
- facendo l’esatto opposto di quanto affermato fino all'altro ieri – ha
accettato di fatto il MES cui si era detto per mesi e mesi ferocemente
contrario. Tanto può il “vinavil” alle sedie del potere per chi doveva “aprire
il Parlamento come una scatola di tonno” ed ora ha invece un autentico
terrore verso eventuali nuove elezioni.
Ma la cosa grave non è questa, il punto importante della settimana
politica è il tentativo di accentrare il controllo di oltre 200 MILIARDI DI
CONTRIBUTI EUROPEI nelle sole mani del governo e soprattutto del premier Conte e di alcune
centinaia di "tecnici" scelti da lui e di sua stretta fiducia. Se mai
questi fondi arrivassero sarebbero pari a dieci anni di manovre finanziarie di
quelle solite, quindi un bottino prezioso da pagare a babbo morto.
I tecnici - nella pratica – saranno spartiti in quote tra i partiti
di maggioranza, Renzi compreso. Più Matteo Renzi alza i toni e fa finta di
andarsene, più sa di aumentare la sua quota riuscendogli sempre bene la parte
del ricattatore e del convertito all’ultimo momento. Ovviamente Renzi (a
parole) è quindi contrario ai tecnici e dice cose giustissime sul doveroso
controllo parlamentare, ma – appunto – le sue esternazioni sono solo
chiacchiere perché se avesse davvero il coraggio di attuarle gli basterebbe
dire stop all’alleanza di governo, esattamente come potevano fare (ma non
l’hanno fatto) i grillini sul MES.
Renzi è da anni maestro – una abilità che nella prima repubblica
era soprattutto molto socialista – a giocare la sua comoda ed eterna
posizione doppiogiochista di precaria ma indispensabile stampella di maggioranza,
è alla disperata ricerca di visibilità e di “posti” e ha quindi annunciato la
sua opposizione ma – come i temporali d’agosto – vedrete che presto tornerà il
sereno. Dopo mancia adeguata, ovviamente, e in attesa della prossima
spartizione: vedrete per credere.
Dovremmo però almeno ricordarci l'ipocrisia al cubo con la quale
due mesi fa CON UN REFERENDUM SI SONO TAGLIATI 300 PARLAMENTARI PER
COLPIRE LA "CASTA" E ADESSO SI NOMINANO ALTRETTANTI
"TECNICI" SENZA ALCUN CONCORSO: MA NON E' UNA FOLLIA?
Si litiga per questi posti minacciando sfracelli, ma nessuno ha
capito con quale logica, priorità, necessità, titoli, esperienza, competenza si
stabilisca la spartizione di queste poltrone e dei mega contributi europei che
dovrebbero rinnovare l'Italia e che pagheranno i nostri figli e nipoti.
Persone - come tutti i cittadini, ma anche come lo stesso
Parlamento – che nulla possono o potranno dire o decidere concretamente in
merito (anche se teoricamente sono fondi da spendere per loro!!) visto che
tutto viene stabilito da un tizio (Conte) mai candidato né eletto da nessuno,
con una maggioranza che tutti i sondaggi danno – ininterrottamente da 18
mesi in qua - netta minoranza nel paese, che va avanti a colpi di DPCM
senza controlli ed ha già nominato commissioni, commissari, comitati
tecnico-scientifici, inventandosi ruoli, "stati generali" ecc. alla
faccia di qualsiasi rapporto democratico.
Chi giudicherà i curriculum dei 300 passa “super tecnici” e
“coordinatori” di prossima nomina?
Nessuno, tanto è facile dire che i soldi saranno spesi per il
“green”, il rilancio della scuola o della sanità, la riforma della
giustizia, il rilancio delle infrastrutture ecc. ecc. ma è il COME farlo che
conta, ovvero decidere di spendere più o meno per questo o quel settore, questa
o quella priorità e in quale zona d’Italia: pensate che mafia e camorre stiano
disinteressate a guardare? E’ questo che temono a Bruxelles ed è difficile dare
torto a chi deve anticipare i soldi visto che l’Europa è stata chiarissima nel
dare altre indicazioni, tutte ad oggi puntualmente disapplicate.
Dalle indiscrezioni si è già scoperto (è solo un esempio) che
praticamente NULLA E’ PREVISTO PER IL TURISMO, ovvero l’industria “green”
potenzialmente più potente d’Italia e questo la dice lunga sul pressapochismo
di chi spande parole, ma pensa soprattutto a spartirsi il bottino.
Il drammatico nodo che non viene affrontato resta la constatazione
di come si stia togliendo al Parlamento ogni centralità, in un concreto abuso
della Costituzione..
EPPURE IL NOSTRO "GARANTE" DOVREBBE ESSERE IL PRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA, UNO CHE PERO’ SI DIMOSTRA CIECO, SORDO, IMMOBILE, SILENZIOSO,
OSSEQUIOSO ED ACQUIESCENTE SOLO PERCHE’ VUOLE ESSERE RIELETTO E PER ESSERLO
DEVE MANTENERE QUESTA GENTE FINO AL 2023.
AMO TANTO LA MIA L'ITALIA, MA QUESTO NON E' PIU' IL MIO PAESE
VEDENDO ANCHE – PURTROPPO – IL GENERALE ANCHE SE COMPRENSIBILE
MENEFREGHISMO DI (QUASI) TUTTI .
COVID VARIOPINTO
Nel mutare dei colori regionali e nell’altalena dei bollettini
quotidiani restano alcune cose che non chiarisce mai nessuno. Per esempio cosa
indica concretamente la “percentuale dei contagiati” tra tamponi e casi
positivi? Secondo me è una sciocchezza e dipende non solo dal numero ma
soprattutto da chi si fa controllare.
Più si controllano persone “normali” più l’indice scende (vedi in
Alto Adige dove un controllo massivo ha portato l’indice al solo 1% di
positivi) mentre se si controllano parenti di infetti è ovvio che l’indice
salga, ma questo non significa una maggior diffusione pandemica.
L’altra questione è il tremendo numero dei morti: centinaia di
persone che ogni giorno non ce la fanno e sono l’aspetto più sconvolgente ed
umano con tutte le storie personali e famigliari che ne sono alle spalle.
MA SONO MORTI DAVVERO PER IL COVID? Leggendo tra le righe si
scopre che il 97% dei deceduti aveva “altre patologie” e che quindi il Covid
può essere stata solo una complicazione fatale.
Ma quanti morti in meno ci sono – per esempio – per polmoniti ed
influenza, quelli che nel passato non facevano mai notizia? E quanti in più per
malattie cardiovascolari o tumori che vengono curati molto peggio di prima per
mancanza di posti, medici e strutture? Tra l’altro – curiosamente – il numero
più alto e spaventoso di morti è arrivato ufficialmente poche ore prima del
sermone di Conte a reti unificate per leggerci il suo ennesimo DPCM, già
pubblicato da tutti i media, e seguito dalla solita “conferenza stampa”
prefabbricata e falsa come una moneta da 3 euro.
Ho l’impressione che ci siano dati gonfiati da chi ha tutto
l’interesse a dare numeri sempre più gravi della realtà. Anche la scelta di non
svolgere autopsie, almeno a campione, è sconcertante e mi auguro non nasconda
inquietanti verità anche a proposito delle cure praticate, soprattutto nella
prima fase.
A ore vedrete che invece si risolverà il presunto “dramma” dei
ricongiungimenti natalizi: solo a Roma possono pensare che debbano valere le
stesse regole della capitale (2.190 abitanti per kmq.) anche a Formazza (3
abitanti per kmq. l’ultimo paese di montagna in cima all’ Ossola) dove peraltro
– chiusi da DPCM alberghi ed impianti da sci – anziché vedersi per festeggiare
il pranzo di Natale i formazzini rischiano… di morire di fame.
Vorrei però che gli italiani, anziché ricordarsi dei loro cari
solo per il pranzo di Natale, i loro nonni e genitori li frequentassero
davvero un po' di più, ma per tutto l’anno!
Infine il vaccino: in Gran Bretagna sono già partiti, in Europa si
partirà tra pochi giorni: vedremo i tempi italiani e chi si assumerà le responsabilità
dei temuti ritardi.
LE BESTIE, IL PREGIUDIZIO, LA VERGOGNA
Il consiglio comunale di Reggio
Emilia (astenuto il PD, favorevoli tutti gli altri) a fine
settembre ha deciso finalmente di intitolare una via cittadina a NORMA
COSSETTO, vittima dei partigiani comunisti di Tito. “Giovane studentessa istriana, catturata
e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata
dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata viva in una foiba. Luminosa
testimonianza di coraggio e di amor patrio. Istria, 5 ottobre 1943”
E’ la motivazione della medaglia d’oro al valor civile alla memoria concessagli
dal Presidente Ciampi.
Esempio di ritrovata fraternità ed unità nazionale? Macché: al
volere del Consiglio si è opposta la commissione toponomastica della città che
– rimasta evidentemente all’epoca staliniana – ha eccepito la mancanza di
“Notizie storiche certe
e verificate riguardanti le vicissitudini che hanno portato alla cattura e
all’uccisione della Cossetto, la cui famiglia aderì al fascismo anche
durante la repubblica di Salò e il cui padre morì combattendo a fianco
dei nazisti durante la repressione antipartigiana in Istria”.
Dichiarazioni folli, di cattivo gusto (è noto che i titini gli italiani li
facevano sparire in foiba a migliaia e gli infoibati non possono oggi certo
"testimoniare"...) ma anche conferma del livello di ignoranza delle
bestie che tuttora compongono la maggioranza della “Commissione Toponomastica”
di Reggio, dove evidentemente non sanno neppure che la RSI è venuta DOPO il
martirio di Norma, né che anche suo padre fu barbaramente ucciso ed infoibato
dai comunisti titini solo pochi giorni dopo la tragedia della figlia, mentre ne
era alla disperata ricerca del corpo.
Ma è mai possibile che nel 2020 ci sia ancora in giro una
faziosità di questo tipo?
Eppure a Reggio Emilia non solo non si è (ancora) intitolato la
via a Norma Cossetto, ma nessuno ha colto l’opportunità per cancellare qualche
altra intitolazione cittadina, magari quella allo stesso maresciallo Tito, il leader politico
e militare degli assassini che la martirizzarono. A Reggio (dove ci sono
tuttora anche via Lenin e
via Stalingrado,
tanto per non farci mancare nulla) c’è insomma ancora aria da “triangolo della
morte”, l’area reggiana dove circa 2.500 persone (tra cui molti sacerdoti
come don Pessina, partigiani anticomunisti e i 7 fratelli Govoni) furono
massacrati dai comunisti DOPO il 25 aprile, con omicidi che purtroppo
continuarono - spesso rimasti impuniti - fino al 1949.
PER AIUTARE IL VERBANIA CENTER C’E’ ANCHE "GENTE DI LAGO
2"
E disponibile il mio nuovo libro “ GENTE DI LAGO 2: nuove storie e
nuovi racconti del Lago Maggiore ”
Una testimonianza interessante della vita sulle rive del Verbano
in tempi quasi dimenticati, un omaggio a chi è venuto prima di noi.
Il volume è firmato anche da Carlo Alessandro Pisoni, Ivan Spadoni
e altri autori locali. GENTE DI LAGO 2 è in vendita al pubblico a 20 euro, ma i
lettori de IL PUNTO possono richiedermi direttamente il libro – se lo
desiderano, con dedica! - al prezzo ridotto di 17 euro (spese di spedizione
comprese) o di 16 euro ciascuna se verranno richieste almeno 2 copie.
Il volume va richiesto direttamente a marco.zacchera@libero.it
ricordando di comunicare sempre il proprio INDIRIZZO POSTALE PER LA SPEDIZIONE.
UN’IDEA PER UN REGALO DI NATALE…
I RICAVI PROVENIENTI DALLA VENDITA DEL LIBRO SONO DEVOLUTI
AL”VERBANIA CENTER” PER CONTRIBUIRE ALLA COSTRUZIONE DEL CENTRO SANITARIO IN
MOZAMBICO
UN SALUTO A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 793 del
4 dicembre 2020
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
AI LETTORI
come ogni anno dedico un numero de IL PUNTO all’inizio di dicembre
a relazionarvi sull’attività dei VERBANIA CENTER ed anche nel 2020 non voglio
mancare alla tradizione. E’ questo quindi l’argomento principale della
settimana anche perché – molto francamente – vedo che tutto sta procedendo nel
trambusto di sempre e con estrema confusione. Chissà se qualcuno avrà meditato che a furor di
referendum si sono voluti cancellare a settembre 300 parlamentari (teoricamente
eletti dal popolo) per azzoppare “LA CASTA” e adesso Conte sta nominando nel
disinteresse di tutti oltre 300 “supertecnici” per studiare cosa fare dei soldi
europei (miliardi di euro annunciati ma per ora non arrivati) sui quali
l’Italia è già in ritardo di programmazione.
Dopo tavoli tecnici, inutili “stati generali” avanti tutta quindi
con commissioni e commissari nominati senza concorsi, senza controlli, di costo
sconosciuto e in pratica esautorando ministri, costituzione e parlamento. Il PD
e Renzi protestano, ma verranno tacitati con una adeguata mancia, ovvero una
“quota” di tecnici da loro indicati, tanto sul MES alla fine non ci sarà
nessuna crisi perché i grillini hanno una fifa blu di qualsiasi voto
anticipato.
Avanti quindi con i DPCM, Natale blindato (alla faccia delle
promesse di Conte solo 2 mesi fa) e totale insensibilità per le istanze
regionali. Turismo invernale distrutto, ma Roma gremita di gente (come
constatato di persona): nulla di nuovo perché è la solita Italia dei furbi e
dei furbetti.
………………………………………………………………………………………..
“ KABA KUKUNA
ANDU” (“E’ MEGLIO FARE DEL BENE”)
2020: RAPPORTO SUL VERBANIA CENTER
– RELAZIONE DEL 39° ANNO
Cari amici,
sono trascorsi 39 anni da quando – era il Natale del 1981 – nacque
il “Verbania Center” prima una associazione tra amici e ora anche come
specifico e autonomo Fondo inserito all’ interno della “Fondazione Comunitaria
del VCO”. Come ogni anno debbo e voglio ricordare i tanti amici che oggi non ci
sono più insieme a tutte le persone che in questi anni si sono impegnati sia
nella solidarietà e che – in diversi parti del mondo – hanno operato grazie
agli aiuti che abbiamo raccolto. Tra l’altro quest’anno è mancato anche LORENZO
COMETTO, missionario della Consolata, con il quale abbiamo collaborato diversi
anni per potenziare la scuola tecnica di Sagana, vicino a Nyeri, in Kenya.
Un anno travagliato anche in Africa ed America Latina per il
Covid, ma abbiamo comunque cercato di continuare nelle nostre attività,
particolarmente in Mozambico
RELAZIONE FINANZIARIA
Ricordo che dopo la costituzione del “Fondo Verbania Center”
presso la Fondazione Comunitaria del VCO le disponibilità sono ora da dividersi
in due diverse gestioni: quella “patrimoniale” (che va ad incrementare il fondo
iniziale di adesione alla Fondazione) e la “sezione corrente” dove si versano i
fondi raccolti e li si distribuiscono nelle diverse iniziative.
Durante il periodo 25.11.2019 - 24.11.2020 sono stati ricevute
offerte complessive per euro 13.310
oltre a euro 1.073
di dividendi del c/ patrimoniale (passati al c/ gestione corrente).
Gli impegni complessivi sono stati pari ad euro 14.560 e tenuto conto
che è stato azzerato da tempo il c/ cassa abbiamo ad oggi un saldo di euro 73.453,71 (stabile) sul
FONDO PATRIMONIALE e di euro 5.171,75
sul FONDO CORRENTE.
In totale dall’inizio della sua attività, oltre a molti beni in
natura ed attrezzature, il Verbania Center ha quindi superato come raccolta i 608.000
euro che, salvo i saldi attuali e il fondo patrimoniale,
sono stati tutti spesi nel tempo in oltre 100 iniziative concrete e
diversificate localizzate in tante parti del mondo dall’ Africa
all’America Latina, Medio Oriente ed Est europeo. Contributi tutti “senza
spese” perché ricordo che le nostre iniziative sono mirate e non hanno nessun
costo di amministrazione, viaggi, gestione o rimborso spese.
UN GRAZIE PARTICOLARE
Come ricorderete l’anno scorso vi fu una raccolta eccezionale con
una serata organizzata per ricordare SIMONA
GIORDANO, purtroppo prematuramente scomparsa e alla cui memoria
è stato dedicato il nuovo reparto di pneumologia di Machava (Mozambico),
inaugurato la scorsa primavera. L’iniziativa si è ripetuta anche quest’anno ad
inizio settembre e ha permesso di completare il finanziamento del reparto ed
iniziare anche nuovi lavori nei locali del fatiscente pronto soccorso. Un
grazie speciale al marito Massimo, ai suoi parenti ed a tutti i suoi
amici per la loro generosità, ma soprattutto per la rinnovata grande amicizia
ed entusiasmo con cui si sono dati da fare anche quest’anno per la nostra
iniziativa.
MOZAMBICO: NACALA E MACHAVA
In Mozambico continua intanto la collaborazione con le iniziative
della suora salesiana verbanese Maria Luisa Spitti e delle sue consorelle.
Quest’anno gli aiuti si sono concretizzati nel mantenere il finanziamento di 3
borse di studio per allieve infermiere (2.000 euro) a Nacala.
In Mozambico opera anche la sorella di suor Maria Luisa (Luana Spitti) una
dinamica laica che lavora a Machava, nella periferia di Maputo, la capitale del
Mozambico. Come vi ho già relazionato in passato in queste zone periferiche è
assolutamente carente l’assistenza sanitaria e quindi si è continuato ad
investire sul centro ambulatoriale dove, dopo la realizzazione del reparto di
pediatria, sono terminati i lavori per quello di pneumologia tenuto conto della
grande diffusione della tubercolosi in questa regione, soprattutto tra i
bambini. Il nuovo centro (inaugurato a marzo dedicandolo appunto al ricordo di
SIMONA GIORDANO, purtroppo non siamo potuti andare all’inaugurazione per la
pandemia…) è stato immediatamente destinato anche ai malati di Covid di cui in
Mozambico non si sa nulla o quasi circa il decorso della malattia e i numeri
dei contagiati.
Si muore così facilmente per altre cause che è perfino difficile
capire la gravità della pandemia che però non sembra avere avuto l’impatto che
c’è stato da noi. Obiettivo di quest’anno è sistemare due locali ad uso
spogliatoio di medici ed infermieri (oggi è usato un container) e – almeno dal
punto di vista strutturale – il pronto soccorso che ogni giorno accoglie un
numero incredibile di persone e che è in condizioni fatiscenti.
Questa specifica iniziativa è coordinata da Luana Spitti in
collaborazione con la sua ONLUS “Fratelli senza Frontiere” che formalmente è la
nostra corrispondente-partner. Finiti i lavori per pneumologia (siamo stati nei
preventivi, in totale circa 25.000 euro compreso un ampiamento e un accesso
diretto esterno in un primo tempo non previsto) la prossima tappa sarebbe di
migliorare il pronto soccorso nella parte muraria (le attrezzature costano
troppo) e dal punto di vista igienico, vista la situazione catastrofica (non
c’è neppure un impianto “normale” per la luce elettrica!). In cassa ci sono già
circa 6.000 euro (ne servono circa 10.000 per il primo lotto dei lavori)
con i tempi condizionati anche dal Covid. ma che si vorrebbero avviare prima
della stagione delle piogge. Allo studio anche la realizzazione di
un pozzo per l’acqua potabile. (preventivo circa 2.500 euro), lavori da
iniziare nel 2021 Covid permettendo.
COLOMBIA
Continua l’attività di un amico-sostenitore italiano di Cartagena
ed originario della nostra zona che ha creato delle squadre di calcio giovanili
per i ragazzi di strada della periferia della città, ciascuna delle quali
intitolata ad un club italiano: Juventus, Torino e anche… VERBANIA (ovviamente
con i colori sociali della nostra squadra cittadina!).
La squadra – come le altre – è appunto composta da ragazzi in
difficoltà ed è un interessante tentativo di loro recupero e di inserimento
sociale tramite lo sport. Quest’anno più che pensare al calcio si è dovuto far
fronte ad enormi problemi per il Covid che ha colpito anche la Colombia e per
aiutare i ragazzi abbiamo confermato la somma dell’anno scorso, 800 euro.
KENYA
Approfittando di una visita in Italia di p. Aldo Giuliani
(missionario a Sererit, nel nord del Kenya) gli abbiamo consegnato 1.000 euro
per la sua missione tra le montagne della regione di Mararal. Giuliani (che mi
accolse durtante il mio primo viaggio in Kenya nel 1980!) è l’unico missionario
della Consolata con il quale siamo ancora in contatto in quanto tutti gli
altri o sono deceduti o rientrati. Ancora “ruspante” è invece suor Florinda
Tosi (che ha superato i 90 anni) e poi c’è sempre il pallanzese p. Antonio
Bianchi (che di anni ne ha 98!) che vive nella casa provinciale della Consolata
di Nairobi, ancora in discreta salute. .
LA “FILOSFIA” DEL VERBANIA
CENTER
Ricordiamo la "filosofia" che sta dietro alle nostre
iniziative e che è riassumibile in pochi punti:
1) nessun
tipo di spesa generale: tutto quello che si raccoglie lo si
utilizza e lo si rendiconta
2) le iniziative finanziate debbono prevedere il coinvolgimento di gruppi o popolazioni
locali che devono co-partecipare mettendoci almeno il lavoro
materiale. Inoltre quando i progetti sono destinati a delle specifiche comunità
il loro utilizzo non è mai completamente gratuito, ma sempre soggetto ad un
piccolo pagamento o a una modesta retta di mantenimento, perché tutti siano
responsabilizzati al sacrificio e le iniziative siano ben mantenute
3) ogni intervento ha
sempre un responsabile locale conosciuto e serio, che possa
così rispondere personalmente della qualità e della dovuta rendicontazione di
quello che viene fatto.
L'AZIONE DEL ”FONDO”
Ormai oltre 10 anni fa il “VERBANIA CENTER” si è trasformato
da iniziativa spontanea a fondo autonomo inserito nella Fondazione Comunitaria del VCO
che ha l’obiettivo di contribuire a sostenere lo sviluppo sociale del nostro
territorio e di promuovere la cultura della solidarietà tra i cittadini del
VCO. Le somme investite a patrimonio producono rendite destinate anche al
sostegno dei singoli progetti che vengono finanziati e gestiti con la sezione
corrente, raccogliendo donazioni, contributi e lasciti di privati
cittadini, enti e imprese. Chi desidera partecipare al progetto Verbania
Center, può quindi contribuire con una donazione sul conto intestato a
Fondazione Comunitaria del VCO presso BANCA INTESA SAN PAOLO IBAN: IT81 O 03069 09606 1000 0000 0570
indicando però sempre “FONDO VERBANIA CENTER”
SE QUALCUNO E’ INVECE INTERESSATO ALLA DETRAZIONE FISCALE MI
CONTATTI PERSONALMENTE PER LE RELATIVE ISTRUZIONI. Sono inoltri destinati al
Verbania Center i ricavi del libro “ GENTE DI LAGO 2: nuove storie e nuovi
racconti del Lago Maggiore ”
Per ogni necessità potete sempre contattarmi via mail marco.zacchera@libero.it
Grazie dell’attenzione e dell’amicizia !
PER AIUTARE IL VERBANIA CENTER C’E’
ANCHE
GENTE DI LAGO 2
E disponibile infatti il mio nuovo libro “ GENTE DI LAGO 2: nuove
storie e nuovi racconti del Lago Maggiore ”
Una testimonianza interessante della vita sulle rive del Verbano
in tempi quasi dimenticati, un omaggio a chi è venuto prima di noi.
Il volume è firmato anche da Carlo Alessandro Pisoni, Ivan Spadoni
e altri autori locali.
GENTE DI LAGO 2 è in vendita al pubblico a 20 euro, ma i lettori
de IL PUNTO possono richiedermi direttamente il libro – se lo desiderano, con
dedica! - al prezzo ridotto di 17 euro (spese di spedizione comprese) o di 16
euro ciascuna se verranno richieste almeno 2 copie.
Il volume va richiesto direttamente a marco.zacchera@libero.it
ricordando di comunicare sempre il proprio INDIRIZZO POSTALE PER LA SPEDIZIONE.
UN’IDEA PER UN REGALO DI NATALE…
I RICAVI PROVENIENTI DALLA VENDITA DEL LIBRO SONO DEVOLUTI
AL”VERBANIA CENTER” PER CONTRIBUIRE ALLA COSTRUZIONE DEL CENTRO SANITARIO IN
MOZAMBICO
UN SALUTO A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 792 del
27 novembre 2020
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: LE
RESPONSABILITA’ DI MATTARELLA – CENTRODESTRA DIVISO - COVID: TRA DISCOTECHE DA
SCI E MARCE AL CIOCCOLATO – FARSA AUTOSTRADALE – GENTE DI LAGO 2
LE RESPONSABILITA’ DI MATTARELLA
Conosco personalmente il Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella e per molti anni abbiamo condiviso la partecipazione alla
commissione esteri della Camera. Credo sia una brava persona, seria ed onesta,
ma non condivido il “profilo basso” che ha voluto dare alla sua presidenza.
E’ inutile e francamente stucchevole che si limiti ad un ruolo
declaratorio per cui non manca mai il Suo ispirato messaggio per la giornata
dell’infanzia, dell’handicap, della donna, del volontariato, dei rifugiati, dei
diabetici, della Liberazione, delle Forze armate, della Repubblica nonché per
ogni patria commemorazione o dramma, inclusi gli incidenti sul lavoro, i
carabinieri o i poliziotti ammazzati, la scomparsa di cittadini emeriti.
Certo, restano i suoi inviti alla collaborazione, al bene
comune, alla volontà di intenti, alla coesione nazionale, al patto tra
generazioni… Bene, e poi?
Poi basta.
Mai un ATTO CONCRETO che dia seguito ai Suoi augusti auspici. Per
esempio un messaggio chiaro alla Camere, un’ imposizione al governo ad “aprire”
sul serio all’opposizione, ma PRIMA di decidere l’ennesimo decreto, che poi
invece passa regolarmente in parlamento solo con voti di fiducia e quindi con
testi non emendabili.
La scelta storica del 1948 di fare dell’Italia una repubblica
parlamentare ha un senso se il parlamento conta qualcosa, se invece a contare
sono soltanto governo e magistratura si crea un corto circuito istituzionale
che non era nei disegni né dei padri costituenti né del buonsenso.
Personalmente credo sia necessaria per l’Italia (centro-destra, se
ci sei batti un colpo!) una repubblica presidenziale dove il Presidente sia
finalmente eletto direttamente dai cittadini e che quindi abbia poi il dovere
di governare in prima persona. Se questo non avviene perchè la sinistra non lo
vuole, che almeno Mattarella abbia il coraggio (e il dovere) di chiedere
il rispetto della Costituzione.
POSSIBILE CHE MATTARELLA NON CAPISCA CHE CONTE (persona non eletta
dai cittadini e neppure parlamentare) STA ACCENTRANDO SU DI SE’ TUTTO, COMPRESE
LE NOMINE DI COMMISSIONI E COMMISSARI PER GESTIRE I FUTURI FONDI EUROPEI,
L’EXTRA DEBITO (siamo al quarto sconfinamento di bilancio) E ADDIRITTURA
IL POST PANDEMIA?
O forse il Presidente è interessato solo a non disturbare nessuno,
in vista di un suo secondo mandato presidenziale?
CENTRODESTRA DIVISO
Le sortite di Berlusconi
(e di parte di Forza Italia) che fanno la corte a Conte per essere in
qualche modo imbarcati al governo non fanno bene al centro-destra: la gente
vuole chiarezza, non ambiguità.
Non bastano comunque i saltuari vertici tra tre leader più o meno
federati tra loro per creare una alternativa: sono gli iscritti, gli elettori,
gli italiani che si ritrovano su quel versante politico a potere e dovere in
qualche modo poter dire la loro, altrimenti qualsiasi coalizione non sarà mai
cementata “dal basso” …e fatalmente si perderà.
Lo ha sempre dimostrato il passato, ma sembra che gli errori non
servano e si continua su questa strada con l’aggravante che non c’è un leader
condiviso ed aggregante di schieramento, come fu dal ’94 Berlusconi.
Intanto passano le settimane e i mesi ma non si conoscono ancora
neppure i potenziali candidati per le prossime amministrative di Roma,
Milano, Napoli e Torino.
Temo che senza una strategia di coinvolgimento (è una bestemmia
proporre finalmente dei confronti ascoltando i cittadini e mobilitandoli con
delle “primarie”?) si delineano già in partenza delle sconfitte annunciate.
DISCOTECHE DA SCI, TRA MARCE DELLA PACE E CIOCCOLATO
Ma come si fa a sostenere che le piste da sci siano assimilabili
alle discoteche e alle spiagge estive che – vedi Sardegna – hanno contribuito
la scorsa estate a diffondere il virus? Mi sembra un atteggiamento assurdo da
parte del governo vietare la stagione sciistica, ovvero la possibilità di
svolgere uno sport all’aperto che si pratica da soli e proprio con
passamontagna e mascherina, viste le temperature. Un altro, ennesimo
atteggiamento di non considerazione dei danni “tombali” provocati ad un settore
importante dell’economia e del turismo nazionale rispetto ai potenziali
(limitati) rischi di contagio. Tutto è discrezionalità, ma è sempre anche
condito dalla politica e soprattutto dal “politicamente corretto”. Per esempio
si è scoperto - ma solo aver “de-secretato”(!!!) i verbali del “Comitato
Tecnico Scientifico” (chissà perché sono coperti da segreto) che il CTS, per
esempio, aveva detto “no” (seduta dell’8 ottobre) alla marcia della pace
Perugia-Assisi che però si è svolta lo stesso, addirittura in diretta TV e con
messaggio di Mattarella. Eppure lo stesso giorno è stata vietata proprio a
Perugia “Eurochocolat”, manifestazione europea giunta alla 27° edizione e di
grande richiamo economico e turistico.
FARSA AUTOSTRADALE
Sono passati 27 mesi dal crollo a Genova del ponte Morandi e dal
frettoloso annuncio del M5S che ad Autostrade SpA sarebbe stata revocata la
concessione, ma siamo ancora alle chiacchiere.
Le inchieste hanno intanto messo in luce una incredibile serie di
mancanze di manutenzione alla rete che invece andava eseguita, eppure pagata
per anni dagli utenti con l’aumento costante dei pedaggi.
Una responsabilità dei vari governi succedutisi nei decenni, in
combutta con i vertici delle varie concessionarie autostradali, ma sulle
responsabilità politiche si è sempre preferito il silenzio.
Adesso si scopre che i pedaggi aumenteranno nel 2021
dell’1,75% sostanzialmente per finanziare lavori che non erano stati
fatti: subiamo così il danno e la beffa.
Una truffa colossale ai danni degli italiani, con il governo che
tira in lungo senza che l’opposizione abbia il coraggio di mettere di fronte
soprattutto PD, altoatesini e renziani alle loro pesanti responsabilità
pregresse. Bloccare almeno per il 2021 i pedaggi – vista anche la situazione
del paese - mi sembrerebbe il minimo da pretendere e un punto di partenza, come
utenti, per esigere rispetto.
GENTE DI LAGO 2
Ricordo che è disponibile il mio nuovo libro “ GENTE DI LAGO 2:
nuove storie e nuovi racconti del Lago Maggiore ” Il volume
riprende quello uscito l’anno scorso (ed andato esaurito) ed in 172 pagine -
tutte a colori - ripropone anche altri ricordi, personaggi, storie e curiosità
della zona del Lago Maggiore e delle sue valli, insieme ad oltre un centinaio
di foto storiche.
Una testimonianza interessante della vita sulle rive del Verbano
in tempi quasi dimenticati, un omaggio a chi è venuto prima di noi.
Il volume è firmato anche da Carlo Alessandro Pisoni, Ivan Spadoni
e altri autori locali. GENTE DI LAGO 2 è in vendita al pubblico a 20 euro, ma i
lettori de IL PUNTO possono richiedermi direttamente il libro – se lo
desiderano, con dedica! - al prezzo ridotto di 17 euro (spese di spedizione
comprese) o di 16 euro ciascuna se verranno richieste almeno 2 copie.
Il volume va richiesto direttamente a marco.zacchera@libero.it
ricordando di comunicare sempre il proprio INDIRIZZO POSTALE PER LA SPEDIZIONE.
Per spedizione via raccomandata aggiungere 5 euro a pacco.
UN’IDEA PER UN REGALO DI NATALE…
I RICAVI PROVENIENTI DALLA VENDITA DEL LIBRO SONO DEVOLUTI
AL”VERBANIA CENTER” PER CONTRIBUIRE ALLA COSTRUZIONE DI UN CENTRO SANITARIO IN
MOZAMBICO
UN
SALUTO A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL
PUNTO n. 791 del
20 novembre 2020
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: TEMPO E
VITA – SCHERZETTI CALABRESI – PRECISAZIONI INPS - GENTE DI LAGO 2
DALLA VITA SENZA TEMPO
AL TEMPO SENZA VITA
In questi giorni d’autunno sembra di vivere in una bolla, mentre i
giorni corrono veloci ma sembrano spesso sprecati, silenziosi come la sabbia
quando cola tra le dita.
Una volta la nostra era UNA VITA SENZA TEMPO e – almeno per me –
correva di giorno in giorno a ritmi frenetici, sempre di corsa, spostandomi
fisicamente di qua e di là, seguendo una infinità di questioni e di persone.
Politica, professione, impegni: un susseguirsi di avvenimenti che ti
travolgevano, ma che riempivano le ore, i giorni, gli anni con la soddisfazione
di far “rendere” i talenti che il Grande Capo credo mi abbia affidato.
Poi è arrivato il Covid, prima cogliendoci di sorpresa, poi con
una emergenza che è diventata sempre più cronica e ora in una specie di secondo
tempo fatto di amarezza e di rassegnazione.
Telegiornali ogni giorno sempre uguali, polemiche sempre uguali,
filmati di repertorio sempre uguali, con numeri di contagi che salgono e scendono,
zone rosse e gialle che sbocciano tra proteste e difficoltà.
Un tempo che sembra scivolare inutile, che scorre per forza
d’inerzia, che ti fiacca nello spirito perché non sei più attore né
protagonista.
Vorresti tornare a correre e non puoi, mentre il palcoscenico
l’hanno conquistato i più o meno simpatici “esperti” che (insieme ai soliti
mezzobusto politici) ogni giorno rimbombano di ovvietà, di polemiche ridondanti
e di risposte scontate, mentre il virus sembra correre per conto suo, in attesa
di un vaccino che (forse) lo spegnerà.
I giorni sono diventati monotoni, scanditi dai regolari quanto
scontati proclami all’unità di Mattarella, ma contraddetti sempre nei fatti da
un Conte che tanto fa poi quello che vuole (vedi, in settimana, la bozza di
bilancio non discussa con nessuno).
Solo Berlusconi applaude, fiutando di poter così ritornare nel
giro e magari dare anche una mano a Mediaset. Irriducibile, un po' come quel
vecchietto seduto all’osteria che ricorda sempre e solo i tempi in cui c’era
“Lui”.
Sullo sfondo un’ Europa che aveva promesso ma non mantiene (eppure
i soldi del Recovery Fund Conte li ha già ben ipotecati), mentre sale un
deficit pubblico senza freni e così imponente che non ci accorgiamo neppure
delle sue future conseguenze. Alla fine ti limiti a sperare di non essere nel
numerino statistico quotidiano dei contagiati e dei decessi, ma ogni tanto
rifletti sui pesi scaricati sulle spalle delle future generazioni di cui
abbiamo ipotecato il futuro.
Intanto c’è anche un po' di follia, come il minacciato
sciopero proprio di quei dipendenti pubblici che sono i soli - oggi - ad essere
sicuri del proprio stipendio e del proprio posto di lavoro, mentre in troppi
ogni giorno ti confermano che stanno chiudendo le loro aziende, i negozi, gli
studi professionali dopo tanti sforzi buttati via. Leggi di nuove povertà e
di banche che comunque accumulano profitti, di valori di borsa che non
hanno più nulla di reale mentre il calendario ci informa che finalmente sta
finendo questo brutto 2020, anno bisesto e anno funesto, davvero un anno di
TEMPO TRASCORSO SENZA VITA.
UN SORRISO (AMARO) DALLA CALABRIA
Meno male che c’è la Calabria a strappare qualche volta un (amaro)
e ironico sorriso, ma il balletto delle nomine calabresi la dice lunga sul caos
che regna a Catanzaro e dintorni, ma anche - e soprattutto - a Palazzo Chigi.
Mentre è notizia ieri l’arresto del presidente del consiglio
regionale (FI) a far sorridere è la “crisi di coscienza” che sembra
colpire i vari Commissari regionali alla sanità.
Ricordate? Prima venne nominato da Conte il generale Cotticelli (due anni fa,
ma confermato quest’estate) che “non sapeva” che bisognava pur fare un piano
regionale per il Covid e candidamente lo ha ammesso in diretta TV dicendo poi
che forse l’avevano addirittura drogato (?!) prima dell’intervista: cacciato.
A seguire Conte ha nominato allora Giuseppe Zuccatelli, ma subito escono le
sue recenti interviste in cui l’illustre clinico si pronuncia sull’ uso delle
mascherine “Non servono a un caz…” e viene cacciato anche lui. A questo punto
terza nomina del prof. Eugenio
Gaudio che però ha una moglie “che non vuole trasferirsi a
Catanzaro” (e salta fuori che è pure indagato a Catania per concorsi truccati)
e quindi rinuncia. Ditemi voi – tra l’altro - se questa scusa sia comunque
minimamente credibile.
Alla fine - come richiesto a gran voce dalle Sardine per
l’occasione tornate alla ribalta - resta il compagno Gino Strada, che però
nicchia salvo poi sottoscrivere un bel contrattino per la “sua” Emergency.
Il personaggio è noto: fondatore della predetta associazione è un
ex leader dei “Katanga”, il famigerato servizio d’ordine dell’ Università
Statale di Milano negli anni ’70, quando il dott. Strada - non ancora
convertito sulla via del pacifismo – stava con chi spaccava le teste altrui a
colpi di chiavi inglesi, distinguendosi nel gruppo d’azione “Lenin” di cui era
il responsabile, ovvero i picchiatori delle facoltà di Medicina e Scienze.
Strada non risulta essersi mai pentito dei suoi trascorsi violenti, neppure
quando nel 2009 lo candidarono addirittura al premio Nobel per la pace.
Intanto tutte le 9 ASL calabresi risultano commissariate, in
particolare quelle di Reggio e Catanzaro che sono “commissariate dal
commissariamento” nel senso che i commissari sono stati sospesi per potenziali
infiltrazioni della criminalità organizzata ed al suo posto sono stati nominati
3 commissari a commissariare il commissario. Avanti il prossimo…
NB per chi volesse approfondire l’argomento, Openpolis pubblica
una serie di articoli da brivido sulla sanità in Calabria e - già che ci siete
- date anche un’occhiata alle foto della nuova sede della
regione Calabria: costata una follia, i mega-casinò
di Las Vegas sfigurano a confronto dell’enorme edificio che sembra sfornato
dagli architetti di Ceausescu, il defunto dittatore comunista romeno… Però in
tutta la regione ci sono solo 152 letti di terapia intensiva per 2 milioni di
abitanti. In Piemonte (per 4.3 milioni di piemontesi) i letti di terapia
intensiva sono 626, di cui la metà creati quest’anno.
DOVEROSA PRECISAZIONE
Quando qualcuno non ci crede che la realtà burocratica italiana
possa andare oltre la fantasia, leggetevi questo documento dell’ INPS, tratto
in modo testuale da una circolare del 12.11.2020.
“ Si precisa che la sospensione in trattazione non opera rispetto
alla terza rata in scadenza nello stesso mese riferita alla rateizzazione di
cui agli articoli 126 e 127 del decreto legge 19 maggio 2020 n. 34 convertito,
con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020 n.77, ovvero dall’art 97 del
decreto legge del 14 agosto 2020 n.104 convertito, con modificazioni, dalla
legge 13 ottobre 2020 n.126 dei versamenti sospesi ai sensi dei decreti legge 2
marzo 2020 n. 9, 17 marzo 2020 n. 18 convertito con modificazioni dalla legge
24 Aprile 2020 n. 27, 8 aprile 2020 n. 23, legge convertita, con successive
modificazioni, dalla legge 5 giugno 2020 n.40 e numero
34/2020, convertita con modificazioni, dalla legge n. 77/2020…
Oh, finalmente è tutto chiaro !
GENTE DI LAGO 2
E disponibile il mio nuovo libro “ GENTE DI LAGO 2: nuove storie e
nuovi racconti del Lago Maggiore ” Il volume riprende quello
uscito l’anno scorso (ed andato esaurito) ed in 172 pagine - tutte a colori -
ripropone anche altri ricordi, personaggi, storie e curiosità della zona del
Lago Maggiore e delle sue valli, insieme ad oltre un centinaio di foto
storiche.
Una testimonianza interessante della vita sulle rive del Verbano
in tempi quasi dimenticati, un omaggio a chi è venuto prima di noi.
Il volume è firmato anche da Carlo Alessandro Pisoni, Ivan Spadoni
e altri autori locali. GENTE DI LAGO 2 è in vendita al pubblico a 20 euro, ma i
lettori de IL PUNTO possono richiedermi direttamente il libro – se lo
desiderano, con dedica! - al prezzo ridotto di 17 euro (spese di spedizione
comprese) o di 16 euro ciascuna se verranno richieste almeno 2 copie.
Il volume va richiesto direttamente a marco.zacchera@libero.it
ricordando di comunicare sempre il proprio INDIRIZZO POSTALE PER LA SPEDIZIONE.
Per spedizione via raccomandata aggiungere 5 euro a pacco.
UN’IDEA PER UN REGALO DI NATALE…
I RICAVI PROVENIENTI DALLA VENDITA DEL LIBRO
SONO DEVOLUTI AL”VERBANIA CENTER” PER CONTRIBUIRE ALLA COSTRUZIONE DI UN CENTRO
SANITARIO IN MOZAMBICO
UN SALUTO A TUTTI E BUONA SETTIMANA
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO
n. 790 del 13 novembre 2020
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario:
VACCINO POLITICAMENTE CORRETTO – USA IMAGINATION FILM - EMERGENZA FINANZIARIA –
ALITALIA SPARITA - PER NATALE: GENTE DI LAGO 2
IL VACCINO POLITICAMENTE CORRETTO
Chissà se qualcuno si ricorda della inaspettata telefonata nel
luglio scorso del sig. Bill Gates (un poco noto poveraccio americano) al
premier Conte.
Tutti si erano chiesti il motivo di questo inatteso colloquio
telefonico, ma forse questa settimana qualcuno l’ha capito.
La fondazione del sig, Gates e signora, infatti, è collegata alla
Pfizer, l’azienda farmaceutica americana che domenica scorsa ha
annunciato di aver ormai pronto (“con sicurezza al 90%”) il vaccino anti-Covid.
Un vaccino sorprendente, perché la notizia è “casualmente”
arrivata neppure 48 ore dopo l’autoproclamazione di Biden a presidente USA,
candidato sponsorizzato da Bill Gates con aiuti elettorali in termini di
milioni di dollari. Da notare che fino alla settimana precedente la Pfizer –
almeno ufficialmente - “non aveva idea” dei tempi necessari per il vaccino.
Combinazione su combinazione, proprio lunedì il nostro ministro
della sanità Speranza (di nome, ma non di fatto) avrebbe già acquistato o
almeno prenotato dalla Pfizer la bazzecola di 17,5 milioni di dosi di vaccino
per il mercato italiano.
Attenzione, perché il vaccino in questione non ha ancora ottenuto
l’ok delle autorità sanitarie europee ma è “promettente” e quindi bisogna
subito prenotarlo. Molti altri paesi ed aziende farmaceutiche sostengono di
aver vaccini testati e quasi pronti alla distribuzione, ma la Pfizer ha nel
motore il turbo politico ed ovviamente batte ogni concorrenza. Pensate che in
soli due giorni il valore del titolo di borsa è aumentato di MILIONI di
dollari. Averlo saputo solo pochi giorni fa… E poi ci si meraviglia che Mr.
Gates sia sicuramente di sinistra, ma anche un collaudato
ultramiliardario?!
USA: “IMAGINATION”… PER UN FILM
Lasciatemi immaginare.. Immaginiamo che Biden fosse stato
largamente in testa la notte dello scrutinio dopo aver conteggiato i voti nei
seggi e poi il bieco Trump fosse improvvisamente risalito con i voti per posta
tanto da superarlo. Secondo voi, i media americani & nostrani come
avrebbero reagito? Poi – sempre immaginando – trasformatevi in un matematico
statistico e verificate la possibilità che sul 64% delle schede scrutinate in
Pennsylvania A abbia un ampio margine su B e poi - nel restante 36% - B prenda
praticamente tutti i voti: quante probabilità matematico-statistiche ci sono di
una simile evoluzione?
Proseguite ad immaginare: quanti ultracentenari ci sono negli USA
e quanti di loro hanno votato? Questo non ci vorrebbe molto a controllarlo…
dovrà pur esserci un elenco degli elettori e se i centenari (e i morti) hanno
votato per posta si può pur controllare se siano vivi o meno. Trump ha forse
fatto di tutto durante la sua presidenza per rendersi antipatico, ma le
verifiche elettorali non devono tener conto di questo: se ci sono denunce
chiare bisogna verificare, punto. Se non ci sono indizi concreti o alle prime
verifiche le denunce non reggono si archivia tutto e si accetta il risultato,
punto. Quello che NON si deve fare è NON verificare, soprattutto quando il
sistema di voto postale si presta ovunque ad abusi, mentre ben diverso (ma
questa è una cosa che in Italia non si è spiegato!) è stato il voto di chi ha
fisicamente votato PRIMA del 3 novembre (parliamo di decine di milioni di
persone), come prevedeva la legge, ma non votando per posta bensì recandosi di
persona ai seggi. Tantissimi democratici lo hanno fatto, eppure questi voti
(conteggiati insieme a quelli del giorno delle elezioni) avevano comunque dato
la vittoria a Trump.
Capite perché c’è allora forse qualcosa che non va nel voto per
posta, indipendentemente dall’antipatia o meno dei personaggi in campo?
Vedrete che questa saga delle elezioni americane 2020 sarà
comunque una bella trama per un film candidato all’ oscar, ma attenti: nel film
il “cattivo” – quello che ingiustamente conquista il potere basandosi più o
meno sulla mafia, la corruzione e il grande capitale - sarà un antipatico
fascista tipo Trump, mentre l’attore protagonista – bellissimo, aitante,
onesto, incorruttibile e coraggioso, magari un po' scuro di epidermide perché
fa tanto figo - sarà il candidato “progressista”, quello che all’inizio pensa
di aver perso e si era ritirato in buon ordine ossequiente alla legge, ma poi
scopre la verità, si ribella e a capo di un manipolo di eroi alla fine
smaschera i cattivi, tanto che nel gran finale si insedierà trionfante
alla Casa Bianca tra le braccia di una stupenda super-diva promossa first lady
(e ovviamente tra il tripudio del popolo liberato). Fantasie? Vedrete per
credere…
CHISSA’ SE LA GENTE ANCHE DA QUESTA VICENDA RIUSCIRA’ A
CAPIRE COME I MEDIA POSSANO OGGI INFLUENZARE IL MODO DI PENSARE, DI COMPRARE,
DI SCEGLIERE DELLE PERSONE IN TUTTO IL MONDO. DALLE ELEZIONI USA
ALLE NEWS POLITICHE QUOTIDIANE, ALLO STESSO COVID SIAMO TUTTI MANIPOLATI,
INDIRIZZATI, CONDIZIONATI.
Questo è forse il più grande problema dell’uomo, da sempre:
avere diritto ad una informazione corretta con i report sui fatti separati
dalle opinioni. In teoria è bellissimo, tutti lo vogliono e lo dicono, ma poi
nessuno lo controlla.
EMERGENZA FINANZIARIA
Assolutamente inascoltato, continuo a proporre un’idea semplice ma
importante per milioni di imprese e di famiglie: bloccare i tassi massimi
bancari su anticipi di conto corrente e finanziamenti, a valere sia per i
crediti domestici che per le aziende. Soprattutto per le famiglie le
solite imprese finanziarie senza scrupoli aggirano la legge e praticano spesso
tassi di usura e in caso di inadempienza (vista la crisi, i casi sono
moltissimi) poi si innescano spirali di debito insanabili, drammi famigliari,
sequestri di beni, pignoramenti ecc. Ma perché non si interviene bloccando gli
interessi “para-usura” portandoli ad un massimo, per esempio, sotto il 10%
annuo “tutto incluso”? Oltretutto si tratta di finanziamenti spesso concessi da
società finanziarie di dubbia trasparenza, eppure è un capitolo che non sembra
interessare né il governo né l’opposizione.
Ma a questo punto, visto che comunque non si possono rinviare
sine-die i pagamenti di mutui e finanziamenti, si ponga un “tetto” anche alle
banche. Per esempio decidendo che sui conti correnti aziendali “di cassa” vi
sia un limite al tasso applicabile per le anticipazioni e soprattutto alle
varie “voci” di spesa più o meno nascoste che pesano sui conti correnti a vario
e fantasioso titolo.
Una riduzione dei tassi reali intorno a cinque volte quello
d’inflazione non sarebbe più che logico? Ecco un’idea che potrebbe permettere
alle imprese e alle famiglie di sopravvivere e alle banche (quelle serie) di
non fallire.
ALITALIA? SPARITA
Avete presente i 3 miliardi (non milioni!) di aiuti del governo
versati solo poche settimane fa ad Alitalia, (per un totale pari a più di tutti
gli aiuti previsti in queste settimane per tutte le imprese operanti nelle
“zone rosse”?) Per ringraziamento la ex “Compagnia di bandiera” - dopo aver
cancellato tutte le rotte su Malpensa - ha deciso ora di chiudere anche quelle
su Torino, prima riducendo il collegamento a un solo volo al giorno ed ora
decidendo che per 7 giorni, entro fine novembre, nessun volo Alitalia opererà
da o per Torino Caselle. Dov’è il “servizio pubblico” che dovrebbe essere prestato
in cambio della montagna di soldi sprecati con Alitalia?
GENTE DI LAGO 2
E disponibile il mio nuovo
libro “ GENTE DI LAGO 2: nuove storie e nuovi racconti del Lago Maggiore
” Il volume riprende quello uscito l’anno scorso (ed andato
esaurito) ed in 172 pagine - tutte a colori - ripropone anche altri ricordi,
personaggi, storie e curiosità della zona del Lago Maggiore e delle sue valli,
insieme ad oltre un centinaio di foto storiche.
Una testimonianza
interessante della vita sulle rive del Verbano in tempi quasi dimenticati, un
omaggio a chi è venuto prima di noi.
Il volume è firmato anche da
Carlo Alessandro Pisoni, Ivan Spadoni e altri autori locali. GENTE DI LAGO 2 è
in vendita al pubblico a 20 euro, ma i lettori de IL PUNTO possono richiedermi
direttamente il libro – se lo desiderano, con dedica! - al prezzo ridotto di 17
euro (spese di spedizione comprese) o di 16 euro ciascuna se verranno richieste
almeno 2 copie.
Il volume va richiesto
direttamente a marco.zacchera@libero.it ricordando di comunicare
sempre il proprio INDIRIZZO POSTALE PER LA SPEDIZIONE.
Per spedizione via
raccomandata aggiungere 5 euro a pacco.
UN’IDEA PER UN REGALO DI
NATALE…
I RICAVI PROVENIENTI DALLA
VENDITA DEL LIBRO SONO DEVOLUTI AL”VERBANIA CENTER” PER CONTRIBUIRE ALLA
COSTRUZIONE DI UN CENTRO SANITARIO IN MOZAMBICO
UN SALUTO A TUTTI E BUONA SETTIMANA
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO
n. 789 del 6 novembre 2020
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: ELEZIONI USA – ZONE ROSSE – PANDEMIA EUROPEA - GENTE DI
LAGO 2
ELEZIONI USA
Sarà dunque con ogni probabilità Joe Biden il nuovo presidente USA anche se
con il sospetto di brogli elettorali per il voto postale che saranno al
centro delle discussioni per lungo tempo.
Quello che mi ha dato molto fastidio sono stati però i commenti
assolutamente faziosi di gran parte dei media e delle TV italiane dove – come
peraltro prevedibile – Trump è stato sempre dipinto in termini di dileggio.
Presunti “esperti” ed “opinionisti” (alcuni decisamente ignoranti della
situazione americana e che parlano solo per preconcetti) quasi tutti – guarda
caso – sfacciatamente pro-democratici e con interi programmi televisivi
dichiaratamente di parte, con La7 e Sky News a tratti assolutamente faziosi.
Evidentemente troppi italiani conoscono poco o nulla della
situazione americana.
Tra l’altro sembra che i repubblicani abbiano conquistato un
governatore in più e diversi seggi al Congresso: qualcuno ve lo ha detto?
Resta il fatto che i sondaggi si sono dimostrati clamorosamente
falsi (e chi può sostenere che non abbiano contribuito volutamente ad
influenzare il voto? E’ più difficile votare per chi perde...) e con decine di
milioni di americani – pandemia a no – che invece sono andati personalmente a
votare.
Milioni di persone che ai seggi hanno votato in maggioranza per
Trump che è stato capace di mobilitare a suo favore masse enormi di persone
nonostante la pandemia e le accuse (ricordate il Russiagate?) spesso infondate
che lo hanno accompagnato per ogni giorno del suo mandato da chi non aveva mai
accettato la sua vittoria del 2016.
Oggi decine di milioni di americani sospettano la frode e hanno
adesso il diritto di esprimere il loro dissenso per una conclusione elettorale
sicuramente non netta e non limpida.
Il sistema postale americano ha molte falle (un po' come quello
per i voti dei nostri italiani nel mondo) e di fatto nessuno potrà mai
accertare – a parte le eventuali frodi organizzate – chi abbia effettivamente
votato, perché le schede possono essere cedute ed acquistate o spedite da terzi
e - quando diventano così numerose - una percentuali di irregolarità è
scontata, ma questa volte può esserlo stato molto di più.
Avvocati e giudici diranno la loro, intanto ho molti dubbi che
l’Europa avrà da guadagnarci da questo nuovo presidente, mentre giustamente
possono cantare vittoria Pechino e i sinistri di ogni ordine e grado.
Resta un problema di fondo: come mai, nonostante una campagna di
stampa asfissiante interna ed internazionale e un candidato come Trump oggetto
di ogni tipo di critica (attenzione: spesso il presidente le polemiche se le è
andate a cercare, non sto dicendo né che sia un santo né un simpaticone), metà
America ha ragionato diversamente e lo ha comunque votato?
Un bell’esempio di indipendenza mentale che dovrebbe far ragionare
anche gli italiani.
ZONA ROSSA? NO GRAZIE
E’ inutile che il presidente Mattarella ogni giorno chieda
“coesione e responsabilità” se poi il governo fa regolarmente quello che vuole
senza tener minimamente conto delle osservazioni e proteste delle categorie e
di intere regioni. Una decisione molto discutibile quella delle nuove “Zone
Rosse” che (guarda caso) colpisce solo regioni guidate dall’opposizione, mentre
altre – vedi la Campania – dove la situazione è tragica (ma la gente è già
scesa rumorosamente in piazza), il “combinato disposto” dei 21 parametri
(giusto per semplicità …) che determinano l’indice di contagio la considerano
ora “zona a basso rischio”, come a Bolzano dove solo fino a poche ore prima del
decreto c’era la dichiarata situazione più grave d’Italia.
Che senso ha chiudere centinaia di migliaia di negozi dove poteva
comunque entrare solo una persona alla volta, palestre ben più pulite di un
supermercato, musei che – con accesso distanziato – potevano dare un minimo di
svago e di cultura senza nessun rischio? Ce lo spieghi Franceschini, una delle
più grosse delusioni umane di questi mesi, mentre Conte va come sempre a fare
lo show in TV giusto solo per leggere il decreto scritto sotto la dichiarata
dettatura dal solito “Comitato scientifico”.
Ma qualcuno ricorda CHI ha nominato il "Comitato Scientifico
Nazionale " ? Lui, il Conte, lo stesso che ha promosso (senza selezioni nè
concorsi) l'ignoto mister Arcuri a potentissimo capo operativo delle
Protezione Civile, senza che fornisca mai bilanci degli acquisti, dei prezzi e
delle spese effettuate e nella disattenzione totale della Magistratura.
Quell’ineffabile Conte che aveva inventato gli "Stati
Generali" (di cui non è rimasta traccia alcuna) durati un'intera settimana
e che sono serviti a NULLA, così come aveva nominato la "Commissione Colao"
ovvero i "saggissimi saggi" che dovevano dare indicazioni per
rilanciare il Paese...
Tutti spariti, essiccati per strada, inascoltati loro e le loro
"120 slide di proposte".
Adesso Conte - alla canna del gas - chiede "solidarietà"
e "condivisione" alle opposizioni e Mattarella gli va dietro. ma
senza che MAI il nostro beneamato Presidente sia intervenuto UNA SOLA VOLTA a
criticare il governo, a frenarlo, e dire “basta” ai DPCM, metodo legislativo
anticostituzionale, ma che è diventato costanza.
Mai - per Conte - anche solo un piccolo, piccolissimo esame di
coscienza e di modestia, magari per annunciare che (visto che tra l'altro non
l'ha eletto nessuno…) presto si farà da parte. No, questo mai! Perchè
"l'avvocato del popolo" resta lì, inamovibile come un pezzo di legno
(con giacca blu, cravatta in tinta e fazzoletto bianco nel taschino,
ovviamente)... Si può solo subire mentre nel Paese cova una rabbia sorda che si
trasformerà in ribellione perché la gente è stanca, esasperata, preoccupata,
indignata ma soprattutto ha capito di essere in mano a persone incompetenti e
letteralmente non ne può più.
PANDEMIA EUROPEA
Mai come oggi la pandemia sottolinea la necessità di affrontare
una emergenza su un piano europeo visto che il virus non ha confini nazionali e
politici.
Nel marasma delle polemiche e dichiarazioni, pochi hanno notato
che il 28 ottobre vi è stato online un breve ma importante Consiglio europeo
durante il quale i leader hanno stabilito otto punti di base per affrontare
l’epidemia decidendo di intensificare i test mirati, rafforzare il tracciamento
dei contatti, migliorare i preparativi per le campagne di vaccinazione,
mantenere l’accesso a forniture essenziali e nel contempo garantendo la
circolazione di tutte le merci nel mercato unico e agevolando la sicurezza
degli spostamenti.
Vengono, tra l’altro, mobilitati subito 100 milioni di euro per
acquistare test rapidi e consegnarli agli Stati membri per utilizzarli a chi
viaggia per l’Ue una volta arrivato alla sua destinazione. I leader dei 27 paesi
hanno anche deciso di delegare alla Commissione la preparazione di
proposte in materia di restrizioni alla libertà di circolazione all’interno
dell’Ue e la trattativa con le case farmaceutiche produttrici di vaccini, i
“giganti del farmaco”, per ottenere dalle 20 alle 50 milioni di dosi di vaccino
al mese a partire da aprile. Da questa nuova ma positiva atmosfera
“d’emergenza” stanno nascendo altre idee di convergenza assolutamente inattese
pochi mesi fa, anche se non si capisce se il governo italiano ne abbia avuto
una qualche consapevolezza.
Questo perché le iniziative saranno di fatto finanziate con il MES
al quale “ufficialmente” l’Italia non ha però ancora aderito: una incongruenza
che pochi hanno colto, anche se il MES alla fine verrà silenziosamente
accettato pur con ovviamente qualche tortuoso giro di parole per superare
la posizione del M5S e di parte dell’opposizione.
GENTE DI LAGO 2
E disponibile il mio nuovo libro “ GENTE DI LAGO 2: nuove storie e
nuovi racconti del Lago Maggiore ” Il volume riprende quello
uscito l’anno scorso (ed andato esaurito) ed in 172 pagine - tutte a colori -
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Lago Maggiore e delle sue valli, insieme ad oltre un centinaio di foto storiche.
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Il volume è firmato anche da Carlo Alessandro Pisoni, Ivan Spadoni
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lettori de IL PUNTO possono richiedermi direttamente il libro – se lo
desiderano, con dedica! - al prezzo ridotto di 17 euro (spese di spedizione
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AL”VERBANIA CENTER” PER CONTRIBUIRE ALLA COSTRUZIONE DI UN CENTRO SANITARIO IN
MOZAMBICO
UN SALUTO A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n.
788 del 30 ottobre 2020
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: GENTE DI
LAGO 2 – SITUAZIONE TRAGICA, MA NON SERIA – CENTOSETTANTESIMI – I SILENZI DI
PAPA FRANCESCO - GRETA DOVE SEI?
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GENTE DI LAGO 2
E disponibile il mio nuovo libro “ GENTE DI LAGO 2: nuove storie e
nuovi racconti del Lago Maggiore ” Il volume riprende quello
uscito l’anno scorso (ed andato esaurito) ed in 172 pagine - tutte a colori -
ripropone anche altri ricordi, personaggi, storie e curiosità della zona del
Lago Maggiore e delle sue valli, insieme ad oltre un centinaio di foto
storiche.
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in tempi quasi dimenticati, un omaggio a chi è venuto prima di noi.
Il volume è firmato anche da Carlo Alessandro Pisoni, Ivan Spadoni
e altri autori locali. GENTE DI LAGO 2 è in vendita al pubblico a 20 euro, ma i
lettori de IL PUNTO possono richiedermi direttamente il libro – se lo
desiderano, con dedica! - al prezzo ridotto di 17 euro (spese di spedizione
comprese) o di 16 euro ciascuna se verranno richieste almeno 2 copie.
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UN’IDEA PER UN REGALO DI NATALE…
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MOZAMBICO
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SITUAZIONE TRAGICA, MA NON SERIA
Senso di responsabilità è non cadere nella demagogia e nella
eccessiva polemica, ma questo si impone per tutti, anche (e soprattutto)
per chi comanda e che – pur nelle obiettive difficoltà generali – temo
stia dimostrando troppe incapacità pur continuando a chiedere obbedienza ai
cittadini.
Innanzitutto va ribadito che si può e si deve poter legittimamente
protestare in modo civile e isolando i violenti, sottolineando che per la prima
volta a spaccar vetrine sono arrivati anche giovani immigrati disadattati delle
periferie urbane, un segnale che – visto cosa è poi successo in Francia –
non dovrebbe essere minimizzato.
Proteste che piuttosto siano coerenti: è inutile chiedere le
dimissioni a Napoli del governatore De Luca se lo si è votato solo un
mese fa, così come è demagogico criticare dal di dentro il governo continuando
a farne parte, vedi i soliti giochetti di Matteo Renzi.
Da qui il dubbio se sia logico che Conte continui a chiedere
“responsabilità” ai cittadini e “condivisione” alle opposizioni per poi
decidere sempre tutto da solo.
Conte dimostrerebbe forse maggiore coerenza e senso di
responsabilità obbligando intanto tutti i suoi “scienziati” (perché solo da lui
nominati) prima di tutto a tacere, perché stanno diffondendo panico e
confusione.
Personaggi che diventano insopportabili, abituati a pontificare in
TV ma non rischiando mai nulla di persona, mettendo in crisi con poche frasi
milioni di aziende, magari le stesse cui prima avevano ordinato atteggiamenti
precisi (divisori, capienza, distanze ecc.) salvo poi far chiudere tutti: a
cosa serviva allora ubbidire e mettersi in regola?
Per esempio non si possono far acquistare centinaia di migliaia di
banchi di scuola costati decine di milioni di euro, banchi che poi non vengono
usati perché le scuole chiudono: qualcuno si è forse assunto le responsabilità
di questi acquisti? Se ministri e commissari sono degli incapaci devono
poter essere cacciati.
Così come al Viminale non si possono chiudere gli occhi per mesi
davanti alle “movide” notturne (VALE ANCHE PER ALCUNI LOCALI DI VERBANIA)
e non sanzionare i singoli locali irregolari e i balordi che li frequentavano
senza distanze e senza mascherine per poi invece far chiudere
d’autorità tutti gli esercenti, compresi quelli che avevano fatto il loro
dovere e speso soldi per osservare tutte le normative.
Dove sono gli elementi concreti – altro esempio - per poter
affermare che il contagio si diffonde nei ristoranti proprio tra le 18 e le 23,
oppure a teatro o nelle palestre? Numeri, riscontri, dati? Nessuno!
Visto quindi che non abbiano dati credibili, si valuti allora
finalmente la marginalità tra il “vantaggio” delle potenziali minori infezioni
e lo “svantaggio” economico complessivo, perché – a parte la crisi economica
indotta - i soldi che poi il governo deve stanziare per venire un po' incontro
alle categorie più colpite sono fondi in meno anche per l’assistenza sanitaria.
Non si può chiedere autorevolezza e poi far passare mesi e
mesi preannunciando il diluvio senza predisporre intanto un piano per i
trasporti urbani, quando c’era la certezza che sarebbe stato proprio quello un
aspetto fondamentale per la diffusione del virus.
Una programmazione mancata che vale anche – e soprattutto – per
l’organizzazione sanitaria, il prelievo dei tamponi, la velocità dei controlli
ecc.
Non c’è dubbio che la credibilità di Conte stia scendendo al
minimo storico anche per queste contraddizioni ed incertezze, nonostante i suoi
scontati e quotidiani appelli in diretta TV... Eppure resta lì, inamovibile e
stoico.
OTTIMI RISULTATI: SIAMO 170° !
L’Italia – tra il 2000 e il 2019 – su 180 paesi monitorati dal
Fondo Monetario Internazionale si è piazzato in termini di sviluppo del
PIL al 170° (centosettantesimo!) posto. Togliete alcuni paesi in preda alla
guerra civile e siamo concretamente all’ultimo posto del pianeta. Responsabilità
di tutti, destra e sinistra, ma se non si prende atto di questo fallimento e
finalmente si cambia timoniere mi pare difficile pensare al futuro.
Tra l’altro dati sono relativi a prima del Covid e quindi oggi
ancora peggiori, quando ormai da 6 mesi al governo ci si accapiglia sui fondi
europei (che peraltro - se arriveranno - saranno comunque concessi molto in
ritardo) e che ancora non si sa come e quando verranno spesi. A parte le
infinite liti politiche sul MES, un “piano” delle priorità non c’è e questo è
semplicemente drammatico e sottolinea in termini di assoluta semplicità
l’attuale incoerenza ed incapacità del governo Conte che sta perdendo
l’ennesima e forse ultima occasione. Se gli italiani lo capissero…
I SILENZI DI PAPA FRANCESCO
Non mi scandalizzo tanto per le opinioni di papa Francesco su
molte tematiche controverse, dagli omosessuali ai migranti, mi preoccupano di
più i suoi silenzi.
Per esempio mi preoccupano molto i silenzi del Papa sull’Islam.
Mai una condanna chiara per le vittime innocenti dei fanatici
religiosi chiamandoli per quello che sono, sottolineando la necessità per le
comunità musulmane di scindere apertamente ed ufficialmente le proprie
responsabilità (se ne hanno il coraggio e la voglia) da quelle dei fanatici,
condizione io credo indispensabile per continuare nel cammino di pace e
integrazione tra religioni che sembra il primo obiettivo del pontificato di
Francesco.
Attacchi diretti ai simboli cristiani come a Nizza, decapitazione
di innocenti… Al di là delle frasi di circostanza servono più fermi e chiari
atti vaticani davanti a questi gesti di ferocia immane compiuti proprio ai
danni di cristiani.
Perché non alzare la voce per quanto avviene in Francia, ma anche
per la tutela e in difesa delle minoranze cristiane che vengono oggi
martirizzate dall’Islam dall’ Africa all’Asia? Nessuno vuole e deve spingere ad
odiare, ma marcare la profonda differenza tra Vangelo e Corano che traspare
anche da questi atti mi sembrerebbe un atto logico, doveroso, assolutamente
giusto.
Allo stesso modo mi preoccupano gli accordi del Vaticano con la
Cina comunista in stridente contrasto non tanto con la linea del vituperato
Trump, ma anche con quella della stessa Unione Europea, a parte le solite
incertezze del governo italiano.
Mi preoccupano quindi i silenzi del Papa sulla libertà in quel
paese, sui diritti umani calpestati, sui genocidi e le occupazioni di Pechino
anche per questioni religiose, così come mi preoccupano i silenzi del Papa
(leggi più avanti) sulle distruzioni ambientali cinesi in tanti continenti, mai
apertamente richiamate pur in tanti suoi documenti ecologici.
GRETA, DOVE SEI ?
Qualcosa di buono l’ha portato anche il Covid: Greta è sparita dai
radar a parte pressanti inviti a votare Biden ai giovani USA. Non per questo
però bisogna dimenticare l’ambiente, magari per tematiche che Greta non ha mai
sfiorato come i disastri ecologici causati dalla Cina in patria e all’estero.
Con il lanternino avreste trovato per esempio nei media dei giorni
scorsi anche la notizia che le ISOLE GALAPAGOS sono minacciate dalla pesca
intensiva che oltre 300 pescherecci cinesi portano avanti da mesi nell’assoluta
indifferenza del mondo. Le autorità non sanno più cosa fare e hanno chiesto
l’intervento della guardia costiera americana per avere un aiuto, eppure i
cinesi stanno catturando migliaia di tonnellate di pesci e danneggiando
l’ecosistema di quella meravigliosa riserva naturale dichiarata nel 1978
patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco.
Lo schieramento di pescherecci cinesi è predisposto per una
campagna prolungata, tanto che al seguito dell’armata è stata inviata anche una
nave cisterna per il rifornimento di carburante in alto mare e diversi
vascelli-fabbrica per processare il pesce, surgelarlo e permettere alla flotta
di tornare a caccia. La concentrazione di queste grosse navi, che possono
contenere ciascuna fino a 1.000 tonnellate di prodotto, costituisce una sorta
di città galleggiante al largo delle Galapagos. Una città industriale che
produce anche scarti: sulle spiagge delle isole si ammassano bottiglie e
cassette di plastica facilmente identificabili perché hanno scritte con
caratteri cinesi.
Solo a settembre la flotta «pirata» ha operato per complessive 73
mila ore di pesca intensiva, violando tutte le norme internazionali contro
l’eccesso di sfruttamento di un tratto di mare.
I cinesi aspettano anche il passaggio di grandi tonni e
pescispada, che in questa stagione si spostano in branchi verso mari più caldi
e con l’imponenza del loro sistema integrato di pesca - oltre alla tecnologia -
sono in grado di spazzare via la concorrenza dei pescatori locali. Un danno
all’ecosistema e una rovina economica per i lavoratori del mare dell’Ecuador.
Purtroppo il caso delle Galapagos è solo la punta
dell’iceberg del gigantesco setaccio degli oceani condotto dalla flotta d’alto
mare cinese, la più vasta del mondo con le sue 17 mila (!) navi. Dopo la
devastazione delle coste africane e dell’Oceano Indiano ora tocca al Pacifico,
mentre il mondo resta silenzioso a guardare.
UN SALUTO A TUTTI E BUONA SETTIMANA
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 787 del
23 ottobre 2020
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri
arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: GENTE DI LAGO 2 –
CONTE IL TEMPOREGGIATORE – PROVOCAZIONE CALENDA - VIRUS & VIROLOGI –
LAPIDAZIONE PROSSIMA – RUBY GEOLOGICA – PROFUMO DI TRUFFA – VIRUS CINESE
........................................................
GENTE DI LAGO 2
E disponibile il mio nuovo libro “ GENTE DI LAGO 2: nuove storie e
nuovi racconti del Lago Maggiore ” Il volume riprende quello
uscito l’anno scorso (ed andato esaurito) ed in 172 pagine - tutte a colori -
ripropone anche altri ricordi, personaggi, storie e curiosità della zona del
Lago Maggiore e delle sue valli, insieme ad oltre un centinaio di foto
storiche.
Una testimonianza interessante della vita sulle rive del Verbano
in tempi quasi dimenticati, un omaggio a chi è venuto prima di noi.
Il volume è firmato anche da Carlo Alessandro Pisoni, Ivan Spadoni
e altri autori locali. GENTE DI LAGO 2 è in vendita al pubblico a 20 euro, ma i
lettori de IL PUNTO possono richiedermi direttamente il libro – se lo
desiderano, con dedica! - al prezzo ridotto di 17 euro (spese di spedizione
comprese) o di 16 euro ciascuna se verranno richieste almeno 2 copie.
Il volume va richiesto direttamente a marco.zacchera@libero.it
ricordando di comunicare sempre il proprio INDIRIZZO POSTALE PER LA SPEDIZIONE.
Per spedizione via raccomandata aggiungere 5 euro a pacco.
I RICAVI PROVENIENTI DALLA VENDITA DEL LIBRO SONO DEVOLUTI
AL”VERBANIA CENTER” PER CONTRIBUIRE ALLA COSTRUZIONE DI UN CENTRO SANITARIO IN
MOZAMBICO
.........................
CONTE IL TEMPOREGGIATORE
Far passare il tempo, diluire, rimandare possibilmente scaricando
le responsabilità sugli altri, dare sempre un colpo al cerchio (il PD) e uno
alla botte (i 5 Stelle) e quindi sostanzialmente tirare a campare.
Questa è la filosofia da sempre vincente di Conte che - per quanto
possibile - non vuole scontentare nessuno e intanto gode come un riccio ad
apparire a reti unificate (sempre in ritardo, ma così fa tanto più suspense).
Se gli annunciati pannicelli caldi di domenica sera bastassero a fermare il
Covid ci sarebbe da sorridere, mentre quasi nessuno prende atto che a otto mesi
dall’inizio della pandemia fare un tampone è comunque tuttora un’impresa tra
code allucinanti, mentre l’economia crolla senza misure incisive.
Si sono persi mesi in chiacchiere, ma è stato programmato poco o
nulla e adesso vedremo cosa scriveranno contro la Lombardia se verranno utili
gli ospedali Covid in Fiera e a Bergamo.
Piuttosto hanno stupito le parole di Conte contro il MES,
eppure il premier non batte ciglio se sotto la sua guida il debito pubblico si
è intanto moltiplicato, infinitamente più costoso da sopportare di questa
misura europea.
Ipotesi: visto che Conte dà ragione ai suoi partner di governo a
giorni alterni – da buon temporeggiatore, appunto – cadendo la conferenza
stampa il 18 ottobre (giorno pari) si è dichiarato “contro” il MES, se la
conferenza stampa fosse caduta il 19 (giorno dispari) Conte avrebbe detto “che
la questione è tuttora da approfondire” ovviamente “Valutandone attentamente i
risvolti".
ROMA: PROVOCAZIONE CALENDA
C’è stato il primo vertice nel centro-destra per individuare i
possibili candidati sindaco a Roma, Milano, Torino e Napoli dove si voterà
l'anno prossimo.
Non sono emersi grandi nomi soprattutto perché - diciamocelo
francamente - non ce ne sono. A Roma l'unica che potrebbe candidarsi con
successo è Giorgia Meloni
che però conosce le insidie di una eventuale elezione (e peggio ancora di una
sconfitta) e quindi resterà alla larga.
A parte la Raggi, è emerso di recente il nome autocandidato
di Carlo Calenda,
leader di "Azione". già vicino al PD e a Renzi ma che ora corre più o
meno in proprio.
Perchè il centro-destra non prova a scompaginare il copione
arrivando a sostenerlo con un suo appoggio tecnico? Una provocazione, forse, ma
che potrebbe essere determinante per un successo di Calenda in Campidoglio
costringendolo comunque a scegliere: se accetta i voti del centro-destra ne
sarà comunque condizionato, se li rifiuta si chiuderà automaticamente in un
ghetto di sinistra auto-referenziale e darà una precisa collocazione politica
al suo ruolo di tecnico perdendo così simpatie al centro e magari anche in
parte dell'elettorato di destra che comunque lo vede con interesse.
Se poi fosse eletto dimostrando capacità ne avrebbe guadagnato
soprattutto Roma, il che – francamente – non guasterebbe. Chissà se qualcuno ci
avrà pensato...
VIRUS & VIROLOGI
Martedì 20 ottobre sulla prima pagina on line del Corriere della
Sera si potevano leggere contemporaneamente tre dichiarazioni degli “illustri
esperti” Ricciardi,
Pregliasco e Crisanti in assoluto contrasto tra loro. Sono
francamente stufo delle quotidiane esternazioni di questi “scienziati” che da
mesi pontificano a reti unificate diventando dei guru di incerta
professionalità visto che – sostenendo il contrario uno dall’altro - non tutti
possono avere contemporaneamente ragione e qualcuno di loro ha sicuramente
torto. Tra i tanti, consiglierei però di ascoltare di più il prof. Giorgio Palù,
già presidente delle Società italiana ed europea di virologia (basta
cercare su internet) che in modo pacato ma stringente sgonfia la “bolla” delle
tante sciocchezze in circolazione riconducendo il problema a numeri
chiari.
Strano che non lo intervistino di più, forse perché va contro la
vulgata corrente.
PROPOSTA DA LAPIDAZIONE
Rischierò la lapidazione, ma faccio comunque una sommessa
proposta: chi lavora da
casa a causa Covid – soprattutto se è un dipendente pubblico – dovrebbe subire una piccola riduzione
di stipendio.
Pensateci: niente spese di trasporto, niente tempo perso per
andare al lavoro, ritmi poco controllabili: non sarebbe giusto applicarla, con
un risparmio per le finanze pubbliche? In fondo il cittadino che dovrebbe
godere dei servizi pubblici di fatto ne può utilizzare meno e quante volte
in questi mesi non abbiamo potuto avere una risposta esauriente in tempi
ragionevoli da un ufficio perché l’addetto era assente?
GIUSTIZIA GEOLOGICA: RUBY SOPRAVVIVE
A quei pochi cui può ancora interessare va ricordato che mentre
l'Italia affronta la pandemia e la crisi economica più grave degli ultimi
decenni gli illustrissimi signori Giudici del Tribunale di Milano si stanno
ancora occupando del processo "Ruby
Ter" legato ai convegni amorosi del signor Silvio Berlusconi di
ormai una dozzina di anni fa. L’ennesima udienza è stata recentemente rinviata
per sopraggiunto Covid dell'ex Cavaliere e quindi se ne riparlerà tra un
mesetto. Se Ruby avesse o meno compiuto 18 anni al tempo dei famigerati
“fattacci” è infatti un elemento essenziale per la Giustizia italiana e per lo
stressante lavoro congiunto di Giudici e Procure di mezza Italia.
Chissà cosa verrebbe fuori se si utilizzasse un decimo delle forze
messe un campo per chiarire questo fatidico caso per controllare invece le
spese e le responsabilità legate al Covid, magari per verificare come siano
stati spesi i soldi regalati alla Protezione Civile dagli italiani, fondi dei
quali non si sa praticamente più nulla.
LA LEGGE NON E’ UGUALE PER TUTTI
Alessandro Profumo, già presidente del Monte dei Paschi di Siena,
è stato condannato in primo grado a 6 anni reclusione, 5 anni di interdizione
dai pubblici uffici e 2 anni di interdizione dai contatti con le pubbliche
amministrazioni e dalla rappresentanza di società per i traffici sui derivati
che hanno portato al crack della banca senese.
Fosse stato un politico sarebbe diventato incompatibile e cacciato
dalla carica per la legge
Severino, ma Profumo continuerà invece a rimanere alla (ben
retribuita) guida di Leonardo, società stella di Finmeccanica. Il colosso della
difesa ha fatto sapere infatti che Profumo non è obbligato a dimettersi: non è
una condanna definitiva e lo statuto non prevede regole più stringenti di
quelle generali. Mi sembra un caso di assoluta e totale ipocrisia, con il
governo che non prende posizione, alla faccia della trasparenza. E’ proprio
vero che i boiardi di stato si coprono uno con l’altro e che la giustizia NON è
uguale per tutti.
VIRUS CINESE
Si ironizza su
Trump che chiama il Covid "il virus cinese", ma sta
di fatto che mentre il mondo annaspa e l' Italia va a picco (solo Conte è
rimasto a far finta di credere e declamare agli italici idioti che la
finanziaria sarà "un documento di espansione e di rilancio" visto che
il PIL italiano è intanto al - 10%, l’indebitamento al 158% e peggiora), la Cina è in netta
controtendenza. A settembre ha aumentato la produzione industriale del 6,9%
rispetto al 2019, il PIL del 4%, i consumi interni sono aumentati del 3.3%
sulla base dei primi 9 mesi dell'anno, periodo di lockdown compreso. Si è
infatti creato il miracolo: nessun malato a Pechino da marzo, tutti lavorano e
soprattutto si tace. Nell’assordante silenzio del mondo e con papa
Francesco che addirittura sigla accordi con Pechino passano intanto le nuove
leggi a Hong Kong con arresto in massa dei dissidenti. Fuori dalla "grande
muraglia" (che le foto mostrano affollatissima di turisti stretti gomito a
gomito) non è dato sapere cosa stia davvero succedendo in Cina e
ovviamente l'OMS tace né appare interessata a saperlo. Secondo i dati ufficiali
i contagiati in Cina sono in tutto circa 10 al giorno e non si segnala più
alcun decesso dall’inizio di settembre: un vero e proprio miracolo.
Se fosse la trama di un film in cui freddamente si fosse
trovato il modo per distruggere la concorrenza e conquistare il mondo -
compresa l'eliminazione di un presidente USA scomodo per metterci al suo posto
un pupazzo - sarebbe un'ottima trama. ...Ma è davvero solo un film?
UN SALUTO
A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 786 del
16 ottobre 2020
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: GENTE DI LAGO 2 – COVID: L’ EMERGENZA CREATA, SENZA
TRASPARENZA E CERTEZZE – IL CASO AZZOLINA
GENTE DI LAGO 2
E disponibile il mio nuovo libro “ GENTE DI LAGO 2: nuove storie e
nuovi racconti del Lago Maggiore ” Il volume riprende quello
uscito l’anno scorso (ed andato esaurito) ed in 172 pagine - tutte a colori -
ripropone anche altri ricordi, personaggi, storie e curiosità della zona del
Lago Maggiore e delle sue valli, insieme ad oltre un centinaio di foto storiche.
Una testimonianza interessante della vita sulle rive del Verbano
in tempi quasi dimenticati, un omaggio a chi è venuto prima di noi.
Il volume è firmato anche da Carlo Alessandro Pisoni, Ivan Spadoni
e altri autori locali che con quest’opera hanno voluto riprendere il successo
di “NELLE RETI DEL TEMPO”, una raccolta di foto e testi storici uscita oltre 10
anni fa ed oggi introvabile.
GENTE DI LAGO 2 è in vendita al pubblico a 20 euro, ma i lettori
de IL PUNTO possono richiedermi direttamente il libro – se lo desiderano, con
dedica! - al prezzo ridotto di 17 euro (spese di spedizione comprese) o di 16
euro ciascuna se verranno richieste almeno 2 copie.
Il volume va richiesto direttamente a marco.zacchera@libero.it
ricordando di comunicare sempre il proprio INDIRIZZO POSTALE PER LA
SPEDIZIONE. Per spedizione via raccomandata aggiungere 5 euro a pacco (max
3 copie).
COVID: FACCIAMO CHIAREZZE
Che in Italia come nel mondo ci siano nuovamente dei seri problemi
creati dalla pandemia Covid è una evidente realtà, ma che per affrontarla sia
indispensabile proclamare e rinnovare lo stato di emergenza è – a mio avviso –
una grossa forzatura legale, legislativa e costituzionale. Non credo alla
fantapolitica dei colpi di stato, ma credo insostenibile il proseguimento della
“ricetta” Conte che così moltiplica i DPCM a suo piacimento. Una grave
situazione formale che dovrebbe essere denunciata con fermezza dal Capo dello
Stato. Oltretutto proprio Mattarella - firmando gli ultimi decreti- aveva
già sottolineato questo dato di fatto, ma visibilmente Conte & C.
continuano a fregarsene come prima.
Il problema Covid è reale, ma è anche un buon pretesto per
distogliere l’attenzione dagli altri problemi e dalle visibili pecche di chi
gestisce il sistema. Partiamo dal dato di fatto che se in Italia
muoiono statisticamente ogni giorno circa 1700 persone delle quali solo 40 di
Covid. Quante emergenze bisognerebbe allora dichiarare per le altre 1640 ?
Pensate a quanti infartuati sono morti in questi mesi perché rimasti senza cure
od esami, quante patologie tumorali per lo stesso motivo sono diventate
irreversibili. Pensare solo al Covid e nascondere tutte le altre emergenze
sanitarie è una comoda uscita di sicurezza, ma sfiora il crimine e – per
cominciare – appare assurdo rinunciare ai fondi europei del MES da dedicare al
potenziamento dei servizi sanitari (dopo aver verificato bene le clausole per
accedervi, tuttora nebulose) .
La realtà è che questa normativa di emergenza sta diventando un
comodo scudo per nascondere alcune verità, per esempio:
1)
Il “Comitato Tecnico” è di nomina dello stesso organismo
che emana i decreti (ovvero il governo), non
è elettivo e non è indipendente. Ergo, si esprime (o può
esprimersi) come più o meno gli viene richiesto e ha tutto l’interesse a
rimanere sulla scena auto-alimentando la sua importanza scatenando vere e
proprie campagne mediatiche di pressione psicologica sulla popolazione
2) I “Commissari” sono appunto di nomina
governativa: Domenico
Arcuri, nominato ormai molti mesi fa super-commissario
(ovviamente dal governo, senza gara, titoli, concorsi) spende come vuole con ignota trasparenza
e ha pieni poteri su SU GARE, APPALTI, FORNITURE, SCELTE
TECNICHE. Chi verifica se quelle che fa sono le scelte obiettivamente più
corrette e convenienti? Tantissime insinuazioni di stampa non vengono riprese
dai media più importanti: perché?
3) La
Protezione Civile non fornisce bilanci chiari, nessuno può
sindacare se le priorità o le emergenze siano affrontate più o meno bene
(ricordiamoci ad esempio la gestione del terremoto in centro Italia). Ancora
nei giorni scorsi sulla stampa è stato sottolineato CHE NON CI SONO
RENDICONTAZIONI PUNTUALI sulle spese per l’emergenza. Questo vale soprattutto per gli oltre 870 milioni raccolti
con sottoscrizioni pubbliche che non si sa come siano
stati spesi (ammesso che lo siano stati, sembra che molti fondi siano ancora
più o meno dormienti pur essendo stati donati per l’emergenza). Nessuno però –
in primis la Magistratura - sembra preoccuparsi per questo
4) Una volta di più le Regioni sono state
messe ai margini di ogni decisione e
il Parlamento (compresa l’opposizione) conta zero, neppure interpellato.
Si votano provvedimenti con voto di fiducia e stop. La smetta quindi Conte di
invocare la “co-decisione” perché in realtà fa sempre e solo quello che vuole
(e Mattarella colpevolmente tace) a seguito dei consueti bracci di ferro
PD-M5S. Oltretutto mi chiedo come mai se 15 regioni su 20 sono in mano
all’opposizione la conferenza stato-regioni sia però tuttora affidata a un
governatore del PD, ovvero Stefano Bonaccini dell’Emilia Romagna . Vabbè che
nessuno deve disturbare il manovratore, ma forse i 15 governatori di
centro-destra non dovrebbero richiedere politicamente un avvicendamento?
5) Chi
controlla i numeri della pandemia, chi li computa? Se uno è
positivo al Covid e muore per un infarto è morto ufficialmente per il problema
cardiaco o per il Covid ? Sarebbe fondamentale saperlo. ma non lo chiarisce
nessuno e quindi i numeri sono aleatori e ballerini. Oltretutto non si fanno autopsie:
bel sistema per aiutare la scienza medica.
6) Lo stato di emergenza si interseca con
le problematiche economiche e gli interessi comprensibili (e contrapposti) di
ciascuna categoria, ma l’ “effetto
annuncio” è pilotato a piacimento soprattutto a livello
televisivo. Pensate a quanto si è detto e scritto sulla riforma fiscale ma -
dopo mesi di interviste, titoli, promesse, ipotesi…- siamo ancora al palo, così
come milioni di imprese NON hanno avuto gli aiuti promessi e si sono
privilegiati pochi grandi gruppi economici, molto legati ai centri del
potere. Eppure una infinità di conferenze-stampa, comunicati, commentatori, TG
hanno dato notizie per mesi e mesi di mirabolanti contributi che poi, in
buona parte, non sono mai arrivati!
7)
I litigi nel governo sulla gestione dei fondi europei sono da
mesi e mesi al massimo livello, ma tutto viene nascosto ed attutito dal
rimbombare quotidiano dei “numeri” venduti a ritmo angosciante. Così la
gente non pensa che le problematiche “vere” si cristallizzano…su chi entrerà
nel CdA di Alitalia.
E' un dato di fatto che proprio per queste liti tra ministri entro
il 15 ottobre l'Italia avrebbe dovuto presentare all'Europa le proprie proposte per il Ricovery Found e non lo
ha fatto: quanti italiani ne hanno avuto notizia dalla stampa?
8) L’interpretazione degli stessi numeri
dell’epidemia è molto opinabile e si sta minimizzando il fatto che rispetto
alla primavera i morti sono fortunatamente molto meno rispetto ai contagiati: se crescono i tamponi è ovvio che si
trovano più positivi, ma non è detto che più positivi
significhi più malati: il 90% ora è asintomatico e grazie al cielo i numeri dei
ricoveri e dei malati gravi sembrano diversi dalla primavera.
9) Il
paese è economicamente allo stremo, viene venduto come
“miglioramento” se dal – 10% il FMI passa a valutarci al -9% del PIL, ma in
realtà siamo alla canna del gas, ma anche questo non lo si vuole ammetterlo e si svia l’opinione
pubblica sulle polemiche o le battute sull’uso delle
mascherine. Incombe la fine del blocco dei licenziamenti, le incertezze di
mercato, i ritardi europei, i costi della pubblica amministrazione che proprio
per il Covid è ancora più lenta. Tutte le altre questioni (dal funzionamento
della giustizia alle grandi opere) dormono sonni pesanti mentre il tempo corre.
10) Vi sono poi quotidiane irresponsabilità: “ Per Natale
sarà ineluttabile un lockdown generale, è nella logica delle cose” Complimenti:
basta una frase improvvida, superficiale e non documentata
(ovviamente poi ritrattata) di un Andrea
Crisanti qualsiasi, membro pseudo esperto politico-scientifico
di Conte per distruggere in un istante le prospettive del commercio, la
stagione turistica invernale, i programmi e il morale di decine di
milioni di italiani: chi paga i danni per l’ ego auto-referenziale di questi
“scienziati” a voler “apparire” ad ogni costo?
AZZOLINA STORY
Povera ministro Azzolina
attaccata da tutti! Eppure vanta un curriculum di ferro che sottolinea le sue
grandi capacità didattiche. Si, il ministro Lucia Azzolina, docente siciliana
trapiantata a Biella, già chiacchierata di aver steso una tesi di laurea “copia
e incolla”, il 19 giugno 2019 “vince” (già deputata) un concorso per dirigente
scolastico classificandosi al 2542°
posto sui 2900 disponibili. Allo scritto passa per un
pelo: 73 punti rispetto ai 71,7 di livello minimo, all’orale prende 0 (zero) di informatica e 5 su 12 in
inglese, ma ufficialmente oggi potrebbe diventare preside,
ovviamente sistemati i 2541 che gli stanno davanti e salvo spintarelle.
Peccato che alcuni degli esaminatori – come Massimo Arcagneli -
siano molto perplessi sulla sua prova e lo dichiarino in pubblico. Tenuto anche
conto che da un anno l’Azzolina era deputata e poi ministra, un riesame
parziale degli elaborati porta alla scoperta di anomalie gravi (ad esempio
risposte lasciate completamente in bianco, ma considerate come corrette). Tre
commissari d’esame risultano anche in palese conflitto di interesse e – dopo un’indagine
di diverse procure e una infinità di ricorsi – il Tar del Lazio ordina la piena pubblicità degli
elaborati e dei risultati. C’è però qualcuno che si oppone alla
pubblicazione e ricorre contro il TAR…sapete chi ? Proprio il Ministero
dell’Istruzione! A quel punto il Consiglio di Stato sospende la decisione
del TAR e rinvia tutto ad una decisione il prossimo 26 ottobre. Chi si oppone perfino alla
fissazione di una nuova data per decidere? Ancora il Ministero, questa volta
con un ricorso firmato addirittura direttamente dalla stessa Azzolina.
Se, oltre che una pagliacciata generale, questo non sia un palese
conflitto di interessi lasciamo la risposta ai “dotti” vertici del Movimento
Cinque Stelle.
UN SALUTO A
TUTTI MARCO
ZACCHERA
Grazie se mi invierete
indirizzi mail di vostri amici potenzialmente interessati a leggere IL PUNTO
!
IL PUNTO n. 785 dell’ 8 ottobre 2020
di
MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info
e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario:
RIFLETTIAMO SUL CENTRO DESTRA – DISSENTO DA PAPA FRANCESCO – LA LAPIDAZIONE DI
TRUMP – COVID IN CINA?
APPELLO
AL CENTRO
DESTRA
Esauriti i
turni di ballottaggio è corretto prendere atto che il centro-destra non ha
vinto le recenti elezioni amministrative e che Conte, Zingaretti & C. con
l’aiuto del Colle si avviano a finire più o meno tranquilli la legislatura con
l’elezione di un Mattarella-bis e dando un arrivederci alle elezioni fino al
2023.
Unici
impedimenti una ulteriore spaccatura nel M5S (ma comunque con parlamentari che
certo non vorranno finire anzitempo il proprio irripetibile mandato) o uno stop
dei promessi aiuti europei e conseguente emersione dello spaventoso buco di
bilancio che si è prodotto in questi mesi, sapientemente minimizzato dai media
mai come ora allineati e coperti.
Un deficit al
158% sarà un macigno sulle prossime generazioni, ma non fa fino parlarne e
quindi avanti con i pannicelli caldi dei bonus-acchiappavoti, distrazione di
massa sul mettere o meno le mascherine che per i conti pubblici qualche santo
poi provvederà.
Mai come ora
- se in Italia esiste una maggioranza silenziosa - è ora che esca fuori, ma il
centro-destra senza perder tempo deve chiedersi seriamente se e come voglia
rappresentarla. Perse ideologie, ideali e valori di riferimento nella
semplificazione (o deriva) politica di questi anni tutto comincerebbe con l
’identificazione di un/una leader di riferimento e con il sostenere
convintamente pochi punti programmatici chiari, sostenibili e condivisi.
Sembrerebbe
facile e invece non lo è, soprattutto perché due anni e mezzo sono lunghi da
passare e (come è accaduto per Salvini) c’è un fortissimo rischio di veloce
logoramento dell’immagine di chiunque, oltre alle puntuali e prevedibili
incursioni giudiziarie.
Un leader
condiviso non si vede all’orizzonte, intendendo un personaggio che soprattutto
sia in grado di catalizzare su di sé le preferenze di quella fetta di elettori
in bilico al centro e sul crinale del “non voto” capaci di assegnare
(finalmente) la vittoria a uno schieramento che spesso sembra avvicinarsi al
risultato, ma poi lo manca all’ultimo ostacolo.
L’Italia è un
paese – lo ricordava giustamente Pinuccio Tatarella – dove il 60% degli
elettori è storicamente contro la sinistra ma spesso non trova stimoli per
uscire dal disinteresse. Forse solo Zaia e la Meloni hanno ancora spazio di
crescita, con Toti e Giorgetti in seconda fila, mentre Salvini ha più che
raddoppiato i voti della Lega rispetto a pochi anni fa ma – non sempre per
colpa sua – rischia di non essere più trascinante e convincente limitandosi a
gestire con credibilità soltanto il tema della sicurezza. Su altre tematiche,
in primis l’economia, non sembra avere soluzioni alternative, anche per i
limiti evidenti di parte della sua classe dirigente.
Senza leader
carismatici il centro-destra potrebbe allora muoversi su una strada inversa
partendo dal programma (soprattutto quello economico) per gestire al meglio il
post-pandemia e su questo costruire il suo futuro?
Forse un
compito ancora più difficile perché covano per l’Italia situazioni decotte ed
insostenibili a livello di debito pubblico, sacche di inefficienza e malaffare
nell’amministrazione ai diversi livelli e soprattutto cattive abitudini fiscali
ed economiche di tutti, più da sopravvivenza che da crescita.
La strategia
del centro-destra potrebbe essere quella di rischiare di perdere consensi
immediati spiegando ,bene agli italiani la verità della situazione e sapendo
poi gestire in modo convincente la ripresa e l’ondata di rivolta e di protesta
che si scatenerà contro il governo al potere quando questi nodi verranno
comunque al pettine. Purtroppo una Margaret Thatcher italiana non c’è
all’orizzonte e comunque servirebbero intese programmatiche “blindate” per il
contenimento della spesa pubblica, sburocratizzazione vera, Giustizia costretta
a lavorare in modo autonomo e più efficiente, rapporti chiari con l’Europa e su
tanti altri aspetti che i lettori conoscono benissimo.
Di sicuro
occorre perdere il taglio demagogico e saper studiare, approfondire,
sperimentare, “firmare un contratto” anche fatto di sacrifici con gli italiani
per una ristrutturazione vera dello stato. E’ inutile promettere altri rivoli
di spesa pubblica, altre Casse per il Mezzogiorno, spingere verso altre
illusioni.
Giocare piuttosto
la carta delle competenze rispetto all’attuale livello di ignoranza
generalizzata e di superficialità che domina a tutti i livelli e dove il
vecchio PD raccoglie soprattutto per esperienza nella gestione del potere gli
spazi nuovamente lasciati liberi dal M5S che - proprio per le sue incompetenze
e demagogie - è durato lo spazio di un mattino dimostrandosi solo sterile
contenitore di proteste.
Ma c’è
davvero questa volontà – per esempio costituendo subito un “governo ombra” di
riferimento programmatico - oppure c’è invece solo l’obiettivo a breve di
cannibalizzare gli alleati per conquistare qualche voto in più, ma senza una
strategia a lungo termine?
Il prossimo
appuntamento saranno le elezioni comunali delle quattro più importanti città
d’Italia: non sarebbe fondamentale scegliere per tempo nuovi metodi per
individuare candidati vincenti o – una volta di più- conterà solo la loro
casacca con scelte fatte all’ultimo minuto? In questo caso una nuova sconfitta
amministrativa sarà ampiamente preannunciata mentre - almeno a Milano e Roma -
ci sarebbero davvero concrete possibilità di vittoria.
DISSENTO
DA PAPA FRANCESCO
E’ lecito per
un cattolico dissentire dal Papa? Con amicizia e rispetto penso di sì, e lo
scrivo con tristezza.
Credo che l’
ultima enciclica di Francesco (che per ora non ho letto in originale, ma solo
per sunti di stampa) sia giusta, oso dire ovvia, ma del tutto “politica” ed
intempestiva. E’ giusto il richiamo del Papa al Vangelo e alla necessità di
accogliere ed aiutare tutti, ma soprattutto in questo momento rappresenta una
lettura politica e parziale alla situazione nel mondo oltrechè – sul piano
interno italiano o delle elezioni USA – una evidente scelta di campo.
Credo che
insieme alle questioni sollevate dall’enciclica ci siano ben altre, urgenti e
numerose tematiche sulle quali il Papa dovrebbe finalmente esprimersi con
altrettanta determinazione perché milioni di cattolici sentono sempre più
fredda una Chiesa tutta protesa sul “sociale” e l’immigrazione, ma che rischia
di dimenticare le realtà delle proprie comunità dove già sono innumerevoli i
problemi e le difficoltà, compresa la stessa sopravvivenza di una Chiesa sempre
più lontana dalla società. Scrivere che “l’emigrazione è un diritto” e non
prendersela apertamente con i governanti scellerati di mezzo mondo che la
creano o con chi ne fa oggetto di speculazione e di traffico è un controsenso.
Così come non denunciare chi ha le massime responsabilità per l’inquinamento e
lo sfruttamento delle risorse della terra ed alludo alle grandi nazioni nel
mondo, ma in primis a quella Cina comunista per la quale papa Francesco sembra
invece nutrire una silenziosa e ambigua tolleranza, così come sono
incomprensibili molte scelte vaticane in politica estera
Perché Francesco non
richiama per esempio anche le responsabilità delle Conferenze Episcopali
cattoliche in molte nazioni del mondo che potrebbero localmente creare una rete
di “pre-organizzazione” all’ emigrazione controllata o gestire meglio le
risorse per aiutare le persone a non emigrare? Perché diventa prioritaria
l’accoglienza al migrante e non l’aiuto – per esempio – a milioni di cattolici
abbandonati anche in Italia nelle case, negli ospedali o negli ospizi? Quante
domande vorrei rivolgere a chi deve godere sempre del rispetto di tutti i
fedeli, ma che nell’ indicazione delle “priorità” lascia per lo meno perplessi.
LAPIDATE
TRUMP
Va bene, si è
capito quanto Donald Trump stia antipatico ai media italiani visto che è
quotidianamente dipinto come un pericoloso ed irresponsabile criminale,
imperterrito sciupafemmine, evasore fiscale, untore Covid, sporco razzista e
guerrafondaio, ma non esageriamo. Trump perderà le elezioni raccogliendo più o
meno l’ 1% dei voti (altrimenti milioni di americani sarebbero come lui dei
pazzi scatenati) ma non può essere accusato di tutto e per tutto, compreso
l’esatto contrario. Se parla sbaglia, se tace sbaglia, se invita il paese a
reagire sbaglia, se parla senza mascherina sbaglia, se va in TV sbaglia, se
twitta sbaglia, se parla è solo per insultare (Biden invece è un forbito
chierichetto), se saluta a distanza senza mascherina sbaglia…e basta! Se
i sondaggi sono così rosei per i democratici (che sono invece tutti onesti,
bravi, incorrotti, pettinati, educati, ecologisti, interetnici, aperti al
sociale ecc.ecc.) perché preoccuparsi tanto?
Visto che
negli USA si vota più o meno liberamente il risultato dovrebbe essere scontato
anche se comincio però a pensare che molti voteranno Trump solo perché non ne
possono più della sfacciata partigianeria dei media. Senza dimenticare gli
interessi di quegli enormi gruppi finanziari che - dopo aver lautamente finanziato
Biden con somme enormi - brinderanno alla certa sconfitta di Donald e di quei
quattro fascisti idioti, grassi ed antipatici che ancora gli vanno dietro.
COVID
CINESE
Si potrebbe
avere notizie della attuale diffusione del Covid in Cina? Visto che è nato lì
ed ha felicemente convissuto per mesi con quella popolazione senza che le
autorità cinesi lo dicessero al mondo, come va adesso la diffusione
dell’epidemia nella “casa madre”? Chissà se è arrivata una seconda ondata,
quali precauzioni sono in vigore, quali siano le novità
Sottolineato
che la Cina sarà quest’anno l’unico paese al mondo con un aumento del PIL -
visto che esporta dai monopattini ecologici ai prodotti sanitari - sarebbe
interessante saperlo, ma non si sa. Morti, contagiati, nuovi casi? Silenzio, né
l’ OMS lo chiede a Pechino. Lineare esempio di libertà e coscienza democratica.
Stessi silenzi se qualcuno chiede cose precise risposte al nostro
fantomatico “Comitato scientifico “: se perfino il viceministro della salute
chiede e viene zittito c’è poco da aggiungere: emergenza sì, trasparenza zero.
GENTE DI LAGO: SECONDO VOLUME
E disponibile il mio nuovo libro “ GENTE DI LAGO 2: nuove
storie e nuovi racconti del Lago Maggiore ” Il volume
riprende quello uscito l’anno scorso (ed andato esaurito) ed in 172 pagine -
tutte a colori - ripropone anche altri ricordi, personaggi, storie e curiosità
della zona del Lago Maggiore e delle sue valli, insieme ad oltre un centinaio
di foto storiche.
Una testimonianza interessante della vita sulle rive del
Verbano in tempi quasi dimenticati, un omaggio a chi è venuto prima di noi.
Il volume è firmato anche da Carlo Alessandro Pisoni, Ivan
Spadoni e altri autori locali che con quest’opera hanno voluto riprendere il
successo di “NELLE RETI DEL TEMPO”, una raccolta di foto e testi storici uscita
oltre 10 anni fa ed oggi introvabile.
GENTE DI LAGO 2 è in vendita al pubblico a 20 euro, ma i
lettori de IL PUNTO possono richiedermi direttamente il libro – se lo
desiderano con dedica! - al prezzo ridotto di 17 euro (spese di spedizione
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Il volume va richiesto direttamente a marco.zacchera@libero.it
ricordando di comunicare sempre il proprio INDIRIZZO POSTALE PER LA
SPEDIZIONE.Per spedizione via raccomandata aggiungere 5 euro a pacco.
UN SALUTO A
TUTTI
marco zacchera
IL PUNTO n. 784 del 2 OTTOBRE 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
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Sommario: IL MULINO DELLE BALLE – AMORALI SCELTE BANCARIE - JOE E DONALD: CHE SQUALLORE !
IL MULINO DELLE BALLE
Il ministro del turismo Dario Franceschini è certo “Il turismo italiano tornerà più forte di prima”. Anche il Ministro dell’economia era super-certo “Nel terzo trimestre di quest’anno avremo un rimbalzo a due cifre dell’economia italiana.“ Siamo ad ottobre, trimestre finito, rimbalzo non arrivato. Super-sicuro ovviamente il narciso Conte: “Il Covid può essere una grande opportunità”. Intanto è decisamente fantasiosa la annunciata manovra economica “Quest’anno calo del 9% del PIL, ma l’anno prossimo – vedrete - rimbalzo del + 6%”. Di aumento certo c’è intanto solo il prezzo dell’energia elettrica ( + 15%) e del gas, ma – ci dicono – “Erano diminuiti prima”.
I soldi forse li passerà l’Europa (si spera) quindi – mentre nei ministeri tutti corrono ad accaparrarseli e Conte annuncia l’ennesima task force di “tecnici” si vara una “duplice manovra espansiva” (??!!), ma in deficit (ovvero si spendono prendendoli a credito i soldi altrui): in pochi mesi il debito pubblico italiano salirà così di un ulteriore 10% del PIL, oltre al 20% già accumulato in sei mesi, ovvero al 160%
“Ma – assicura Gualtieri – in 10 anni tornerà di nuovo al 130% ” Beata speranza, ma intanto si continua nell’infinita serie di slogan e di balle che ci raccontano, tanto che sfugge ai più il senso stesso delle parole e la dimensione reale dei numeri, che sono catastrofici.
Ogni giorno cresce il mulino delle chiacchiere e dove le “non notizie” diventano notizie, le promesse e gli auspici – sempre positivi – danno i titoli alle prime pagine. Il trucco è collaudato: solita intervista precotta in copertina o in TV ai vari geni, “si deve, si deve, faremo”, poi nel concreto passano i mesi, la polvere si deposita e non se ne esce.
Eppure ogni sera interviste, para-notizie, TG rassicuranti, sorrisi di circostanza, assicurazioni scontate: è una droga che è diventata così rimbombante che non ce ne accorgiamo più.
Per il turismo, per esempio, servirebbe qualche idea originale tipo non far pagare le autostrade ai turisti stranieri, ma sono due anni che si discute con Autostrade e non si capisce neppure se la concessione sarà revocata o meno. La “manovra espansiva di agosto” non ha lasciato tracce, i livelli occupazionali tengono solo perché i licenziamenti sono vietati, tanti “bonus” annunciati non sono mai stati applicati, sembra che il 40% delle imprese siano in difficoltà e intanto le tasse si pagano.
Poi – localmente, come nel paese – pullulano le sciocchezze, le assurdità, i controsensi. Tuttora contingentato l’afflusso nelle chiese e chiusi gli stadi per le partite dei dilettanti, ma aperti per le “amichevoli”. Precauzioni nelle scuole e discussioni infinite per mesi su banchi (sono state intanto insabbiate le inchieste sulle forniture di banchi e mascherine) e poi sulle distanze, la temperatura i tamponi. Chiacchiere, tanto poi fuori le scuole la “movida” imperversa con locali strapieni, giovani clienti senza mascherina e tavolate con gente assiepata: il Covid ringrazia.
AMORALITA’ BANCARIA NEL DISINTERESSE DELLA POLITICA
Lo ripeto spesso, ma insisto: quando ci sono di mezzo i grandi numeri spesso ci sfuggono le dimensioni del problema. Nella situazione drammatica in cui si ritrova l’economia italiana pochi ricordano che – a parte i contributi fino a 25.000 euro – relativamente poche aziende sono state poi effettivamente in grado di accedere ai contributi maggiori che sono stati soprattutto indirizzati ad alcuni grandi gruppi.
Con trattativa riservata (e a tassi sconosciuti) per esempio Intesa Sanpaolo ha prestato 6 miliardi di dollari alla FCA (l’ex Fiat). Ma cosa rappresentano 6 miliardi? Immaginate in alternativa un contributo di 50.000 euro ad ogni impresa che si fosse impegnata ad assumere stabilmente una persona in più: anziché finanziare un unico gruppo si sarebbero potute aiutare 120.000 (centoventimila!) aziende concretizzando 120.000 posti di lavoro in più (ovvero ben di più di qualsivoglia reddito di cittadinanza…) ma si è preferito varare in pochi giorni una sola operazione ad un unico gruppo.
Qui mi chiedo dove sia la logica della strategia del governo, ma tutto tace e nessuno sembra esserne interessato.
Tra l’altro con lo stesso criterio aver buttato via un ennesimo contributo ad Alitalia di 3 miliardi significa – con gli stessi parametri – aver rinunciato ad altri 60.000 nuovi posti di lavoro, ovvero moltissimi di più di quelli che lavorano oggi per la “fu” Compagnia di bandiera.
Ma il dramma non è solo per le imprese, ma per milioni di famiglie che stanno cadendo nelle grinfie dell’usura perché L’AUTORITA’ POLITICA HA BLOCCATO LE RATE SU ALCUNI MUTUI, MA NON E’ INTERVENUTA IN QUESTI MESI A BLOCCARE I FINANZIAMENTI, I “PRESTITO FACILE E I TASSI DELLE “FINANZIARIE ASSASSINE” ,” che pullulano nel nostro paese con spesso alle spalle mafie e camorra che riciclano così capitali sporchi.
Signori della politica, di tutti i partiti: perché questo disinteresse, questo silenzio? Sapete quante famiglie hanno ricevuto la “buona notizia” che in tempo di Covid potevano uscire dai loro finanziamenti ed usare la carta di credito con un maggior “fido”? In milioni ne hanno approfittato, ma pochi hanno letto i tassi simil-usura che poi vengono applicati, così come ogni ritardo nei pagamenti nei prestiti (e milioni di persone negli ultimi otto mesi non hanno potuto pagare i loro debiti) hanno generato altri costi di finanziamento e penali enormi. Nessuno vede e nessuno ne parla. eppure questa realtà sommersa sfascia le famiglie, stressa, logora e angoscia milioni di persone, ed è diventata una vera piaga sociale. E’ “morale” questo sistema finanziario e bancario ? E perché non se ne parla e - soprattutto – perché non si interviene: è "morale" una politica che non se ne cura?
TRUMP E BIDEN: CHE SQUALLORE !
Ho visto ampie parti del primo dibattito tra i due candidati alla Casa Bianca e pensare che il mondo sarà affidato ad uno dei due contendenti mi preoccupa. Capisco perché la Cina sarà sempre di più ai vertici del mondo: se l’Europa è a pezzi non è che questa America sia destinata ad andare molto meglio. Intanto, lo ammetto, ho fatto il furbo.
Nel senso che da diversi mesi mi sono inserito nella mail list dei (presunti) supporter.
di Donald Trump chiedendo di ricevere notizie sulla sua campagna elettorale. Immediatamente dopo “l’iscrizione” – ben specificando che non sono cittadino americano ma italiano e quindi non potrei comunque votarlo - ho cominciato comunque a ricevere prima saltuariamente e poi sempre più spesso innumerevoli comunicazioni dai Trumpiani e non solo a firma autografa (digitale) del presidente ma anche di sua moglie, sua figlia, del vice presidente Pence e rispettivi comitati e famiglie.
Con linguaggio famigliare Trump ostenta verso di me una amicizia profonda, tipo che praticamente abbiamo fatto le scuole elementari insieme, ma sostanzialmente in ogni mail mi chiede soldi.
Dove sta l’aver fatto il “furbo” ? Che la stessa iscrizione l’ho fatta anche per la campagna di Biden – non appena confermata la sua nomination – iscrivendomi come suo potenziale “supporter italiano”. Ci credereste? Da un mese mi stanno arrivando altrettante mail ma anche i democratici sono sempre e soltanto alla disperata ricerca di soldi. Adesso Joe e Kamala (la sua vice) mi scrivono ogni sera e con loro la Clinton e Obama, anche per loro sono uno di famiglia !
Biden mi dice che devo “dare l’anima” per gli USA e se clicchi il bottone del “si” (ovvero che a dare l’anima ci stai), esce la richiesta di 500 dollari, con opzioni a scendere ma - sotto i 50 dollari – esce un disperato “allora fai quello che puoi”.
Anime a prezzi di saldo, insomma, ma nessuna reciproca proposta politica o punti programmatici, una discussione o proposta seria sulle cose da fare, sui programmi o sugli obiettivi raggiunti. Oltre alla richiesta diretta ( “ Marco, ho bisogno di te! (Trump)”, oppure “E’ un tuo dovere aiutarmi, se sei un vero democratico!” (Biden) ) ci sono le offerte in promozione di gadget, cartelli da giardino, trombette, mascherine (che vanno alla grande) adesivi per auto, cappellini, bandiere americane. Tutto ha un prezzo, uno sconto, un supersconto se compri in un “giorno fortunato” perchè “Oggi i cartelli costano la metà”. Se non compri e non paghi il computer che ti sta dietro prima di esalta, poi ti umilia, comunque ti incita: “ Il presidente sa che ad oggi questo mese non hai ancora versato nulla: fallo ora e comunque prima delle 23.59 di stasera o uscirai di scena”.
Puntualmente - però - il giorno dopo la tua casella email è nuovamente coperta di messaggi analoghi per una scomunica che non arriva mai.
In compenso ci sono le offerte: “ Versa 50 dollari e da dovunque tu sia ti portiamo (viaggio, vitto e alloggio, tutto pagato!) alla prossima serata di gala a Los Angeles”.
In realtà ben pochi contribuenti con 50 dollari – lo si capisce solo leggendo meglio – saranno invitati, solo i vincitori di una lotteria con i posti riservati, ma più giochi (e paghi) più hai possibilità di vincere. Con 500 dollari ti becchi comunque anche la foto autografa con dedica personalizzata, mentre non si accenna più alle strette di mano (con il virus, come si fa?) con relativa foto a testimonianza del tuo storico incontro.
Milioni di piccoli contributi a pioggia, a seguire gli assegni più sostanziosi delle associazioni, club, lobby, categorie, circoli, tutti rigorosamente dichiarati (o almeno si
spera) mentre la corsa si fa man mano frenetica “ Il “Joe che dorme” (così lo chiama Trump) sta spendendo 65 milioni di dollari in una settimana, dobbiamo fare di più!” incita il presidente. Soldi, soldi, soldi: a contare sembrano soltanto quelli.
Il mio sito www.marcozacchera.it è stato recentemente rinnovato e arricchito di informazioni, articoli e notizie: dategli un’occhiata!
Grazie a chi mi invia indirizzi di amici e conoscenti per allargare l’indirizzario degli invii de IL PUNTO.
BUONA SETTIMANA A TUTTI MARCO ZACCHERA
IL PUNTO
n. 783 del 25 settembre 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
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Sommario: SI RIPARTE
DA UN NO - DIFENDO LA APPENDINO - CHIUDETE ALITALIA! – VERGOGNA SUAREZ
I NO AL REFERENDUM E LA VITTORIA MANCATA
Diversi milioni di italiani hanno - come me – votato NO al
referendum e continuo a credere che abbiano avuto ragione, ma soprattutto
che almeno abbiano “pensato” senza abbandonarsi a una demagogia che un mese fa
vedeva i SI oltre il 90%. Una riflessione utile su una causa persa che
sottolinea come ci siano ancora degli italiani che si interrogano (oltre ai
tanti che – se con convinzione ragionata - hanno votato SI) sul
degrado della nostra politica.
Tra l’altro un quarto degli elettori di centro-destra pare abbia
votato NO a dispetto delle indicazioni dei loro leader che oggi corrono dietro
al vincitore referendario (il M5S) sostenendo “Ci sono anch’io” senza
accorgersi che hanno perso una occasione storica per mettere Conte spalle al
muro.
Lo stesso sta avvenendo per le regionali: come in Emilia a
gennaio, ora in Toscana e in Puglia la vittoria sfiorata diventa una sconfitta
perché quando sembra che finalmente si supererà l’asticella, alla fine – almeno
nelle sue roccaforti – il PD e il suo “giro” vincono sempre.
Radicamento, clientele, capacità di mobilitazione: alla sinistra
va riconosciuto di saper far politica meglio gli avversari, troppo legati alla
superficialità, all’ improvvisazione, alla scelta di candidati poco apprezzati
dalla base (o illogici: Firenze è metà della Toscana, se non metti un candidato
fiorentino difficile vincere, mentre in Puglia era logico riproporre ancora
vecchi candidati?…). Resta il fatto che ora Conte non se ne andrà, Zingaretti
incasserà le cedole di posti e di potere e avrà più forza di prima anche verso
i 5Stelle. E’ vero che 15 regioni in Italia su 20 sono ora con l’opposizione,
ma la spallata non c’è stata e la "percezione" è stata di una
vittoria a sinistra..
E adesso? Logorata Forza Italia, nella Lega Salvini ha perso
appeal (Zaia incombe), la Meloni ha vinto nelle Marche e quasi triplicato i suoi
voti sul recente passato, ma non sfonda al sud e quei voti in buona parte li ha
sottratti agli alleati e quindi il saldo complessivo non cambia. Certamente il
presidente Mattarella dovrebbe chiedersi – ma non lo farà – quale legittimità
abbia ora un Parlamento “incostituzionale” e dove il partito di maggioranza
relativa è sceso in due anni dal 24,26%
al 2,39% (in Veneto) dal 30,13
al 7,78 (Liguria) dal 24,68
al 7,02 (Toscana), dal 35,55
al 7,12 (Marche), dal 45,5
al 9,99 (Campania) e dal 44,9
al 9,85 (Puglia) e con la legge elettorale odierna avrebbe UN QUINTO dei deputati.
Parlamento sicuramente delegittimato, quindi, ma – non ci
avevano pensato quelli del SI ? - non è ora comunque possibile
scioglierlo prima di una nuova legge elettorale e nuovi collegi, quindi… “campa
cavallo”.
Su cosa dovrebbe fare il centro-destra in futuro avremo modo di
riparlarne a lungo a partire dalla prossima settimana, cominci intanto i leader
a pensare, per esempio, a come non perdere le prossime elezioni a Roma, Milano,
Torino… Magari non aspettando mesi ad individuare i candidati a sindaco e
soprattutto scegliendoli bene e non a tavolino.
DIFENDO LA APPENDINO
La sindaco di Torino Chiara Appendino (M5S), è stata condannata a
6 mesi e per la “Legge Severino” quindi non potrà ricandidarsi, ma è una
follia che una legge demagogica come questa continui ad imperversare.
Nel caso della Appendino la condanna viene per una errata
annotazione (tecnicamente molto opinabile) di una voce interna al bilancio del
comune di cui molto verosimilmente la sindaco non sapeva nulla e su cui
comunque non poteva fare nulla, visto che il bilancio comunale di Torino non lo
scrive certamente il sindaco. Una questione interpretativa di lana caprina che
si ritorce per una volta contro un’esponente del partito che volle
demagogicamente quella legge (che ha “ucciso” politicamente anche Berlusconi)
ma che nel caso di specie è assurda e non sta in piedi.
Credo che ogni persona di buon senso debba assolutamente difendere
per questo episodio la sindaco Appendino e chiedere un cambiamento di questa
legge palesemente ingiusta.
CHIUDETE ALITALIA, PLEASE!
E' ufficiale: dal 1 ottobre Alitalia" non volerà più da
Malpensa. Quell’ aeroporto che era stato ricostruito e potenziato nel 2000
proprio come "hub" della “fu” Compagnia di bandiera per risollevare
le sorti della stessa Alitalia, semplicemente sparisce.
Motivazione? "La rotta su Roma era in perdita" e quindi
si chiude anche quella: così sarà perfino impossibile andare a Fiumicino per
prendere eventualmente altri voli della stessa compagnia.
Ovvio, visto che da Malpensa Alitalia aveva progressivamente
tagliato tutte le altre rotte e quindi era difficile pensare che arrivassero e
partissero suoi passeggeri.
Un ragionamento comunque economicamente lucido, ma visto
allora che TUTTE le rotte di Alitalia nel mondo sono in perdita, con
questa logica andrebbero chiuse TUTTE le rotte e quindi – finalmente - l’
Alitalia stessa.
Eppure davanti a questa boiata il governo Conte ha stanziato
recentemente altri 3 MILIARDI (miliardi, non milioni!) di euro pro Alitalia,
dopo tutti gli altri soldi già buttati via negli anni. Festeggiano ovviamente
le altre compagnie europee che - almeno prima del Covid – grazie all’ assenza
di Alitalia riempivano da Milano i loro voli per Parigi, Francoforte, Monaco e
Zurigo e da lì volavano nel mondo. Esempi incredibili, come il volo
Milano-Dubai (che Alitalia cancellò perché in perdita!) mentre Emirates -
prima del Covid - da tempo aveva portato a tre i suoi voli quotidiani da Malpensa.
Ma perché sprecare continuamente questi contributi in un pozzo
nero che oltretutto si è dimostrato non tenere minimamente in considerazione le
necessità dell’utenza, soprattutto di quella del Nord Italia? Alitalia vola
vuota perché la concorrenza offre di meglio e a prezzi più bassi, con una
riflessione finale: se questo carrozzone è ora rimasto solo "romano"
perché allora devono pagarlo tutti, compresi quelli che gli aerei Alitalia non
li può più nemmeno usare? Ma possibile che non ci sia nessuno che abbia
la possibilità, il coraggio, la sensibilità di sollevare il coperchio su questa
fognatura inaudita di cui nessuno porta mai una qualche minima
responsabilità?
PS La dimensione dei numeri a volte ci sfugge. Pensate ad una
azienda cui in cambio di 1 (uno) posto di lavoro in più fossero dati 50.000
euro di contributi a fondo perduto.
Sarebbero 20 posti per un milione, 20.000 per un miliardo, 60.000
per 3 miliardi. Per difendere Alitalia - comunque in continua
perdita - il governo ha insomma rinunciato, teoricamente, ad aiutare 60.000
imprese con la creazione di 60.000 nuovi posti di lavoro.
CITTADINANZA: LA VERGOGNA SUAREZ
Penso alle tante persone che ho conosciuto nella mia vita che per
anni hanno atteso o da anni attendono invano il riconoscimento della loro
cittadinanza italiana: anni di attesa, di rinvii, di code agli sportelli, di
documenti a volte introvabili da reperire nel mondo.
Dieci anni il tempo medio di attesa in Brasile, anche di più in
altre parti del Sudamerica.
Poi arriva un calciatore uruguaiano, tale Luis Suárez , che alla
Juventus serve diventi “italiano” per questioni di ingaggio e tutto si
risolve in pochi giorni. Il calciatore uruguagio, arrivato con un volo privato,
è stato accolto per fare l’esame di italiano addirittura dalla Rettrice
dell’Università per Stranieri di Perugia, prof.ssa Giuliana Grego Bolli, dal
direttore, dr. Simone Olivieri, e dalla direttrice del centro, prof.ssa
Stefania Spina. A esaminarlo sono stati i docenti Lorenzo Rocca e Danilo Rini.
L’esame ha riguardato la valutazione delle quattro abilità linguistiche:
produzione orale e scritta, comprensione orale e scritta. Ovviamente promosso.
Secondo l’inchiesta della Guardia di finanza e della Procura di Perugia, la
cittadinanza italiana di Luis Suarez, è stata però ottenuta con la truffa
(come peraltro tutti sapevano, perché il Suarez parla solo approssimativamente
un italiano maccheronico e per lui Dante dev’essere quello dell’olio…). Le
intercettazioni provano la degradante figuraccia di una Università che si
spacciava per seria. Che schifo! E se questi sono gli
“irreprensibili” professori di Perugia, se alle spalle dell’affare c’è pure la
Juventus, che diranno la FIGC, la Lega, il Ministro dello Sport e
dell’Università?
Italiani del mondo, voi intanto continuate ad aspettare e a fare
la coda…
Il mio sito www.marcozacchera.it è stato
recentemente rinnovato e arricchito di informazioni, articoli e notizie:
dategli un’occhiata!
Grazie a chi mi invia indirizzi di amici e conoscenti per allargare
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di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
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Sommario: OLTRE IL NO, SERVE LA PROPOSTA – LE SUPERBALLE DI CONTE – RICORDIAMO DON ROBERTO – PACE IN MEDIO ORIENTE - COMMERCIALISTI SENZA SPINA DORSALE!
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OLTRE IL NO, LA PROPOSTA
Anche se domenica vincessero i SI al referendum, i NO che all’inizio sembravano numericamente trascurabili stanno crescendo come un fiume in piena raccogliendo consensi in ogni settore politico. IO VOTERO' CONVINTAMENTE "NO" perché non ci vuole molto a capire che i risparmi dal “taglio” dei parlamentari sono minimi (96 centesimi l’anno per ogni italiano!), i rischi per la democrazia molti e che soprattutto la Costituzione non si cambia “a spot” ma in modo ragionato e complessivo.
Siccome - però - in Italia conta soprattutto la demagogia, ecco i vari Di Maio che spuntano da ogni angolo dei teleschermi alla faccia della “par condicio” (Garante, dove sei ??) a sparlare facilmente (e giustamente) di quella “Casta” di cui però proprio loro sono esempio visibile. Falliti paparaquà che – da Di Maio all’Azzolina - senza arte né parte ma solo grazie proprio alla demagogia sono saliti nell’empireo del potere e lì vogliono restare.
Competenze? Capacità? Linee strategiche? Ma per favore…
MA NON BASTA VOTARE NO e lo sottolineo soprattutto a quel centro-destra dove la “base” ha dimostrato di vederci più lungo dei leader (che infatti hanno trasformato il loro iniziale SI in un NI, fiutando l’umore della gente) comprendendo che la vittoria del NO sarebbe anche l’unica decisiva spallata per la cacciata – finalmente - di Conte e Zingaretti.
Ma soprattutto è ora (anzi, siamo già in ritardo di anni) che finalmente a Destra si abbia il coraggio di studiare e discutere una proposta per riscrivere “tutta” la Costituzione indirizzandola per avere un’Italia presidenzialista e rappresentativa.
Un’Italia delle responsabilità, delle elezioni dirette, dove chi viene eletto debba quindi personalmente rispondere e non sempre “delegare”. Un’Italia dove appare superato il concetto di essere “Una repubblica fondata sul lavoro” visto che lavorano circa solo il 34% degli italiani e gli altri no, a vario titolo e per vari motivi.
Vorrei un’Italia dove la Giustizia sia apolitica per legge e soprattutto per forma mentale e quindi garante per tutti, dove i Giudici facciano il loro mestiere e non entrino (o rientrino) in politica. Separazione delle carriere e dei poteri con un Presidente finalmente eletto dal popolo che possa governare con autorevolezza e poi essere democraticamente valutato. Per questo, comunque vada il referendum, chiedo a tanti ex colleghi, ai giuristi e agli elettori, alla gente vicina alla mia storica area politica che insieme abbiano la forza di chiedere questa riflessione, questo impegno, questo punto programmatico, questo “Manifesto” di chi vuole rinnovare veramente e nel profondo il nostro Paese.
CONTE: BALLE , BALLE, BALLE IN QUANTITA'
In democrazia ognuno è libero di dire e scrivere quello che vuole ma se un tizio - sia pure per caso - fa “pro tempore” il mestiere di Presidente del Consiglio quando scrive dovrebbe avere un minimo di senso di responsabilità.
Se Conte scrive ai Presidenti delle Camere che il suo piano in Europa vuole portare ad un diverso sistema fiscale capace di permettere la crescita economica, la sostenibilità ambientale e con "criteri stringenti" vuole (dopo anni e anni di stagnazione e diminuzione) addirittura " Il raddoppio del PIL", migliorare del + 10% il tasso di occupazione, digitalizzazione e investimenti per la "rivoluzione verde" i casi sono due: o è un pazzo da rinchiudere in manicomio per manifesta incapacità di intendere e volere o è più semplicemente un grande, inesorabile "ballista". Conte è uno sbruffone, narciso e anche personaggio pericoloso perché a lui è stata affidata una nazione (la nostra) e il "ballista" non si rende conto che tra il dire è il fare c'è soprattutto il suo lungo, lunghissimo naso alla Pinocchio. Ma basta, per favore, con queste sciocchezze a cui non crede nessuno, neanche la sua corte e - temo – soprattutto l’Europa !
ONORIAMO DON ROBERTO, PRETE SUBITO DIMENTICATO
Don Roberto Malgesini, 'prete degli ultimi', 51 anni, è stato ucciso tre giorni fa in centro a Como. A sferrare le coltellate mortali un tunisino di 53 anni con vari decreti di espulsione alle spalle fin dal 2015, mai eseguiti. Don Malgesini era conosciuto in città per il suo impegno a favore dei migranti.
Mi fermo qui, non voglio strumentalizzare nulla e nessuno, ma solo ricordare un prete coraggioso sottolineando però che in poche ore la sua morte è stata subito dimenticata dai media. Un centesimo dello spazio in cronaca rispetto ad altri omicidi “morbosi” della settimana, quelli che “fanno notizia” e finiscono regolarmente con la TV ai funerali e la gente che applaude (non ho mai capito perché), tipo quello che uccide la sorella in moto perché lei non voleva più stare con un lui, ma con un “lui-lei” e avanti così, o il povero e coraggioso Willy che a Colleferro ha addirittura mobilitato Conte-show per i suoi funerali.
La morte di Don Roberto invece è stata sostanzialmente “negata” dai media perché dava imbarazzo e fastidio, usciva dagli schemi, obbligando a ripensare sul concetto ridondante che “nero è bello” ma che purtroppo non sempre “nero è buono”. Mi fermo qui perché avete capito. Onoriamo però e non dimentichiamo Don Roberto, esempio concreto di carità ed aiuto per tante persone, di tutti i colori.
TRUMP E ISRAELE. PACE IN MEDIO ORIENTE
Obama era buono, Trump è cattivo. Il primo era stato quindi santificato addirittura prima di prestare giuramento come presidente USA con il Nobel per la Pace, chissà perché. (Pardon, il perchè si sa benissimo, lo si assegna solo a progressisti, sinistri-ecologisti ecc.ecc.)
Definito una “speranza del mondo”Obama inaugurò il suo mandato bombardando la Siria e non ha risolto alcun conflitto mondiale, anzi, ha diffuso la cancrena terroristica dando conseguente spazio all’ISIS che ha così organizzato abbondanti mattanze inter-etniche.
Poi arriva Trump, il “cattivo”, ed ecco che l’ISIS è sconfitta ed Israele fa la pace – grazie alla sua mediazione - con gli Emirati Arabi e il Bahrein riaprendo voli e frontiere.
Chissà chi mai lo noterà…
COMMERCIALISTI SENZA SPINA DORSALE
Da 40 anni sono iscritto all'Albo dei Dottori Commercialisti di Verbania ed assisto impotente al progressivo degrado di autorevolezza e credibilità della nostra categoria.
Ultimo episodio l'annunciato sciopero contro il Governo per le sue follie fiscali estive, revocato però all'ultimo momento in cambio della promessa (!) di un incontro per un rinvio ad ottobre (a pagamento) di alcune scadenze fiscali.
Un atteggiamento supino, pauroso, remissivo da parte del nostro Ordine nazionale che non fa bene alla categoria, demolisce la nostra credibilità professionale e porta tanti iscritti a chiedersi perché mai si debba essere così remissivi davanti ad un Governo che si è dimostrato – soprattutto in campo fiscale - incompetente e confuso, contraddittorio e iper-complicato. L’autorevolezza professionale nasce dalla autonomia verso tutte le parti politiche, fare gli zerbini non porta mai bene a nessuno, soprattutto ai contribuenti che dovremmo aiutare e rappresentare.
Evidentemente certi vertici romani non capiscono che il nostro Ordine sarebbe più credibile e forte se innanzitutto fosse capace di sbattere in faccia a tutti le contraddizioni ministeriali firmate da questi ignoranti caporali e bibitari che vivono alla giornata, temporaneamente inquilini a Palazzo Chigi e dintorni.
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BUONA SETTIMANA A TUTTI MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 781 del 11 settembre 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
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Sommario: PER IL NO REFERENDARIO - CHI E’ STANCO E CHI HA STANCATO - SOCCORSI AD EMILIANO – LO ZINGARO - CRISI DI IDENTITA’ - IN VIDEO SU RAI UNO
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SI ALLARGA A DESTRA IL FRONTE DEL NO
Anche se i leader dei partiti di centro-destra non sembrano scegliere ufficialmente questa linea, è indubbio che moltissimi elettori e dirigenti che si ritrovano in questa area politica voteranno NO al referendum del 20-21 settembre, un dato in continua crescita.
La scorsa settimana, quasi casualmente, è nata tra le altre una chat del gruppo “Siamo di centrodestra e liberi di votare NO” che si è ingrossata come un fiume in piena raccogliendo le firme di centinaia di esponenti, dirigenti, parlamentari di ieri e di oggi che gravitano in questo mondo politico, tutti schierati per il NO.
Ne sono stato uno dei primi animatori perché credo davvero che questa scelta elettorale sia quella giusta. Per chi vuole discuterne, sottoscrivere l’appello, diffonderlo e saperne di più entra su
Certo che, soprattutto dopo il SI - pur tentennante - del PD (che pur per 3 volte aveva votato in aula contro questo stesso testo, potere della coerenza!), il referendum sta diventando ora anche un voto pro o contro il M5S e l’alleanza giallorossa di governo, già in difficoltà in concomitanza con le elezioni regionali.
Quale miglior scelta per cercare di far cadere il governo che una sconfitta referendaria o almeno un risultato che sottolinei come la gente - votando NO - chieda che si smetta con una politica fatta solo di slogan e demagogia? Come ho già sottolineato nelle scorse settimane il "taglio" è di meno un euro l'anno per italiano, pur venduto come chissà che riforma epocale.
CHI E' STANCO E CHI HA STANCATO
Con la sua solita arroganza il premier Conte prima comunica che Mario Draghi (ipotetico suo successore) non va bene perchè "E' stanco", poi che lui è per altri sette anni di un "Mattarella-bis" al Quirinale ed infine - parlando con calma, intervistato senza pressione dei media - se la prende con i "negazionisti" sostenendo che in Italia ci siano stati 135.000 morti di Covid quando sono stati (per fortuna) 100.000 di meno.
Un premier che non ha neppure un’idea di quanti siano stati effettivamente i morti di Covid in Italia dopo decine di sue apparizioni “in solitaria” alla TV la dice lunga sulla sua serietà e la sua preparazione in materia.
Questo signor Conte, già "Avvocato del popolo" e inafferrabile narciso, che annuncia in anticipo che non importa se perderà le regionali perchè tanto "il governo non è coinvolto" meriterebbe una lezione, una democraticissima lezione di stile, di umiltà, di modestia. Chissà che una buona affermazione del "NO" e una batosta elettorale alla sua coalizione tra due settimane non gli serva per stare un pò zitto e magari farsi (finalmente) da parte. Personalmente, mi ha proprio stancato.
EMILIANO CERCA SOCCORSI
Domenica prossima (20 e 21 settembre) si voterà anche in 7 regioni e - a parte la Valle d'Aosta - oggi 4 regioni sono in mano ai partiti di governo e solo 2 all'opposizione. Si il centro-destra vincesse 4-2 rivoltando il risultato sarebbe un grande risultato e ancor di più se finisse addirittura 5 a 1 perchè significherebbe che anche la Toscana, storico fortino post-comunista, avrebbe votato a destra. "Firmo" per il 4 a 2 che ha nel successo in Puglia la sua chiave di volta ma intanto, alla disperata ricerca di consensi e con i sondaggi che scricchiolano, il candidato PD alla presidenza della Regione Puglia, l’uscente PD Michele Emiliano, schiera un esercito di 700 candidati e il record di ben 15 liste di appoggio.
C’è da scegliere, nell’ordine, tra il “Partito Animalista”, il “Partito del Sud”, la lista “Sud indipendente”, la “Democrazia Cristiana” (!), la “Sinistra Alternativa” e poi le liste “Emiliano sindaco di Puglia”, “Con Emiliano”, “Senso civico”, il PD “ufficiale”, “Italia in Comune”, “Popolari con Emiliano”, “Puglia Solidare e Puglia Verde”, “Pensionati ed invalidi”, “ I liberali” e infine il partito “ Pensiero ed Azione”.
Il “Partito Repubblicano” non ha presentato liste, ma annuncia – bontà sua - che appoggerà Emiliano dall’esterno. Auguri !
LO ZINGARO
Va bene farsi prendere in giro, ma il troppo è troppo.
In Italia non paga mai nessuno e quindi nessuno ai vertici del Ministero della Giustizia si è preso la responsabilità dell’ennesima beffa allo Stato di “Johnny lo Zingaro”, pluriomicida ergastolano in permesso premio che è sparito nel nulla.
Da sottolineare che per lo Zingaro si tratta della sua seconda evasione dopo la condanna all’ergastolo vista quella avvenuta – sempre con l'ergastolano in permesso-premio - il 30 giugno 2017 quando era (o doveva essere) detenuto nel carcere di Fossano.
Eppure lo Zingaro è un criminale decisamente pericoloso: omicida, sequestratore di persona, catturato dopo un conflitto a fuoco con la polizia.
Che un ergastolano abbia dei permessi premio è già cosa da discutere, ma se li ottiene ed evade dovrebbe perdere il diritto di averne di nuovi e invece – appena tre anni dopo l'ultima evasione! - "Johnny lo Zingaro" non solo ne ha avuti di nuovi, ma è nuovamente sparito: errare è umano, perseverare – da parte della Giustizia italiana – sembra diabolico!
D'altronde è la Giustizia italiana ad andare alla rovescia: a 6 mesi dall'inizio della pandemia del Covid più della metà dei mafiosi e criminali scarcerati "per motivi di salute" sono ancora in libertà e non sono rientrati in carcere, anche se fisicamente stanno benissimo.
A pagare, insomma, sono sempre e solo le vittime.
CRISI DI IDENTITA’
Sarà una sciocchezza, ma che conferma la poca praticità della nostra burocrazia. Non so se molti lettori abbiano già acquisito la nuova carta d’identità elettronica plastificata che sostituisce quella cartacea. A differenza di ogni altra parte d’Europa quella italiana ha un formato “mini”, così “mini” da risultare praticamente illeggibile. Si sono persi anni in ricorsi e processi per l’assegnamento della fornitura e il prodotto che ne è uscito è assolutamente poco pratico, tentare di vedere per credere.
IN VIDEO SU RAI UNO
SABATO 12 SETTEMBRE, ALLE ORE 14 SU RAI UNO, andrà in onda la trasmissione “ LINEA BLU – LAGO MAGGIORE” una intera trasmissione dedicata ad una panoramica sul nostro lago. Non so ovviamente come sia stata montata la puntata di questo noto appuntamento televisivo settimanale, ma dovrebbe essere trasmessa anche una mia intervista sulle problematiche del lago e della pesca: per chi vuole, buona visione!.
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BUONA SETTIMANA A TUTTI MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 780 del 3 settembre 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
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Sommario: - REFERENDUM, SEMPRE PIU’ NO – CONTE E GLI SBARCHI – LA COLPA E’ SEMPRE DI TRUMP – PHILIPPE DAVERIO
REFERENDUM: SI ALLARGA IL FRONTE DEL NO
La scora settimana avevo cercato di spiegare le mie ragioni per il NO al referendum del 21 settembre e – ferma restando l’assoluta legittimità e libertà di pensarla diversamente - credo servano alcuni approfondimenti.
Cominciamo con il presunto “risparmio”. La fonte più seria per calcolarlo a seguito del probabile taglio dei parlamentari sono gli uffici studi “neutrali” di Camera e Senato che stimano il risparmio conseguente in 57 milioni di euro l’anno pari al 5.5% del bilancio delle Camere. Più o meno (tanto per fare un paragone) una somma pari all’ingaggio annuo del giocatore del Barcellona, Lionel Messi. Dati confermati da Carlo Cottarelli, siamo ad un presunto risparmio dello 0,007% della spesa pubblica ovvero 7 (sette) euro ogni 100.000 (centomila) spesi.
Funzionerebbe meglio il parlamento dopo la cura dimagrante? Difficile dirlo, visto che Camera e Senato dovranno continuare a fare le stesse cose come oggi, in un eterno doppione con l’aggravante che i lavori saranno ancora più lenti perché teoricamente ci saranno meno persone ad occuparsi di tutto.
Una volta di più il problema vero, però, non sono (solo) i soldi, ma la qualità dei parlamentari, il metodo di scelta – ovvero il sistema elettorale – con la necessità di rappresentare le diverse idee politiche e i diversi territori della Repubblica.
Una scelta-simbolo, allora, ma trasformata soprattutto in chiacchiere demagogiche di facciata e non di sostanza visto che solo l’acquisto dei nuovi banchi per le scuole previsti dalla ministro Azzolina prevedono una spesa di 331 milioni di euro, ovvero molto di più dei vantaggi economici per il taglio dei parlamentari DI UNA INTERA LEGISLATURA!
Proposta: ma perché non cominciare comunque subito a riformare i regolamenti parlamentari con un taglio delle procedure, dei tempi, dei costi interni (spropositati) che rallentano oggi il sistema legislativo? Sarebbe scelta comunque di buon senso!
Intanto prendo atto che quasi nessuno pensava di votare NO solo un mese fa e i SI marciavano al 90%, mentre oggi sempre più persone di ogni idea politica cominciano a cambiare parere e lo dicono apertamente. Rispettando ogni opinione, per favore non votate senza informarvi meglio, non fermatevi al (giustificato) mal di pancia per la “politica” perché alla fine credo vi convincerete anche voi a votare NO.
Pensate intanto a come soffre internamente il PD: per 3 volte hanno votato NO in aula alla norma, la 4° volta hanno votato SI (perché erano diventati partner delM5S) e adesso non sanno più che pesci pigliare. In cambio di un SI ufficiale (ma metà partito avvisa che non voterà così) chiedono almeno una bozza di riforma elettorale che – vedrete – verrà in qualche modo promessa, ma ovviamente non attuata, anche perché ne mancherebbe il tempo. Prezzi che si pagano per stare “comunque” al governo, mentre nel centro-destra mi chiedo perché non venga colta l’opportunità politica di esprimere un NO che sballerebbe del tutto Conte e compagnia. MA PER ARRIVARE A VOTARE NO NON SI DEVONO FARE MOLTI CALCOLI POLITICI: E’ LA RIFORMA COSTITUZIONALE CHE NON SI REGGE, NON SERVE ED E’ DEL TUTTO DEMAGOGICA.
CONTE E GLI SBARCHI
Era il 3 agosto e il premier Conte tuonava “ Basta arrivi irregolari, saremo inflessibili, dobbiamo intensificare i rimpatri! Ci sono migranti che sfuggono alla sorveglianza militare. Non possiamo più permettercelo». E sempre Conte aggiungeva: “Stiamo collaborando con le autorità tunisine: dobbiamo contrastare i traffici, dobbiamo contrastare l'incremento degli utili dei gruppi criminali che alimentano questa tratta illecita. Stiamo lavorando per evitare che questi traffici possano continuare. In questo momento di fase acuta non possiamo permetterci che la comunità nazionale corra ulteriori pericoli».
Parole sante, solo di un mese fa, MA CHE COSA E’ SUCCESSO IN QUESTO MESE? Nulla delle parole e dei buoni propositi di Conte si è avverato, anzi è avvenuto l’esatto contrario.
La ministro Lamorgese e Di Maio sono stati a Tunisi (rientrando peraltro senza fare la quarantena!) ma il risultato pratico è stato zero: il 40% degli arrivi a Lampedusa continuano ad essere cittadini tunisini e non vengono respinti. Di Maio si è fatto le vacanze ed è tornato abbronzato più nero di un migrante, la Magistratura ha bloccato l’ordinanza sanitaria di Musumeci (in 2 giorni, questa volta con un magnifico esempio di tempismo!) ma intanto Lampedusa scoppia come gli altri centri di accoglienza e tantissimi arrivano per conto proprio, senza controlli e senza sicurezza, mentre al largo le navi “umanitarie” fanno incetta di migranti tanto poi non se li curano loro.
Nei primi 8 mesi di quest’anno gli sbarchi dal “fronte sud” sono aumentati del 400% (quattrocento per cento) oltre a tutti quelli non censiti o entrati illegalmente per altre vie. Solo dal 26 al 31 agosto 2020 ci sono stati 1.690 sbarchi ufficiali contro i 397 dell’anno scorso. Questi sono i fatti, le chiacchiere lasciamole pure fare a Conte.
USA: LA COLPA E’ SEMPRE DI TRUMP
E’ impossibile parlare di elezioni USA senza dare addosso a Trump e quindi i media italiani si adeguano. Dire che è colpa del presidente se la polizia ha ucciso dei neri (oltretutto sempre in città e contee governate dai democratici, e negli USA sono le città che scelgono i propri poliziotti) è assurdo, anche perché non viene spiegato che gli afroamericani sono circa il 15% dei cittadini USA ma hanno un indice di violenza contro i poliziotti di 7 volte quello della comunità bianca. Non si possono e non si devono giustificare atti inconsulti da parte della polizia, ma magari capirne lo stato d’animo.
Piuttosto meriterebbe più attenzione la storica “apertura” dei rapporti diplomatici tra Israele e gli Emirati Arabi, così come quella di Hamas verso Gerusalemme. Spiragli di pace in Medio oriente che sono frutto della amministrazione Trump e del suo mediatore Pompeo, ma di queste cose non fa fino parlarne, tanto meno da parte dei pacifisti nostrani …
RICORDO DI PHILIPPE DAVERIO
La cultura italiana ricorda con affetto Philippe Daverio, appassionato e colto storico e critico d’arte. Ai tanti ricordi ufficiali voglio aggiungerne uno personale perché, quando ero sindaco di Verbania, Philippe accettò il mio invito di diventare presidente del “Museo del Paesaggio”, storica istituzione della nostra città, colpito dal valore di quanto raccolto ed entusiasta nel voler rilanciare questa nostra realtà culturale locale.
Eletto presidente dalla maggioranza del Consiglio Comunale l’ “intellighenzia” della sinistra verbanese apertamente non poteva soffrirlo e in segno di scherno qualche imbecille – per dargli il benvenuto – gli fece perfino trovare sigillata con il vinavil la serratura degli uffici del museo. Un brutto gesto vandalico che la dice lunga sull’ intelligenza dell’autore, ovviamente rimasto ignoto. Philippe non si scompose più di tanto e - a chi gli chiedeva commenti o dichiarazioni di sdegno - rispose con l’ironia di sempre “Speriamo che domani sia bel tempo”.
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Grazie a chi mi invia indirizzi di amici e conoscenti per allargare l’indirizzario degli invii de IL PUNTO che, dalla prossima settimana, riprenderà il consueto ritmo settimanale.
BUONA SETTIMANA A TUTTI MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 779 del 24 Agosto 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
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Sommario: QUATTRO ANNI DOPO - REFERENDUM: PERCHE’ VOTERO’ NO - PD ALLA SALSA DI STELLE – RICORDO DI LUIGI PENNA
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QUATTRO ANNI DOPO
Quattro anni fa l’ennesimo terremoto colpiva l'Italia centrale. Le foto prese dall'alto mostrano ancora molte delle macerie dei primi giorni e una inchiesta dell'ANSA chiarisce che – per esempio nella zona di Amatrice - "Sono in progettazione più di 120 interventi di opere pubbliche, per alcuni dei quali si stanno già avviando le procedure di gara per l'affidamento dei lavori." Ci rendiamo conto che il linguaggio burocratico sottolinea come - dopo 4 anni ! - siamo solo ai primi appalti e solo "per alcune" delle opere, mentre tutte le altre concretamente sono ancora al punto di partenza ? Bisognerebbe parlare di questa inefficienza e magari sarebbe occasione anche per avere finalmente un rendiconto delle somme raccolte dalla protezione civile per le vittime di quel terremoto (per non parlare di quelle raccolte per il COVID), ma il “buco nero” in argomento è totale.
Approfondimento: PERCHE’ VOTERO’ NO AL REFERENDUM
Il 20 e 21 settembre, insieme alle elezioni regionali e amministrative parziali, si terrà un demagogico referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari. Demagogico perché - ovviamente - la gran parte degli italiani voterà SI tanta è l’acredine verso i loro/nostri rappresentanti, il “palazzo” e i “costi della politica” certi così di risparmiare e riformare positivamente la Costituzione..
L’esito è quindi scontato, anche perché non serve il quorum e tutto è condito dalle solite sparate grossolane di cui usa la “pancia” - anziché la testa - pensando così di prendere più voti per sé la prossima volta correndo dietro al comprensibile risentimento popolare.
Ho passato 18 anni alla Camera (eletto per cinque legislature) e permettetemi di dire che la "macchina" l'ho conosciuta bene. Vi assicuro che se invece della pancia si usasse la testa si capirebbe che conta poco ridurre il numero di deputati e senatori senza porsi piuttosto il problema di come e perché non funzioni il Parlamento e a che cosa dovrebbero servire i nostri eletti.
Aggiungo che la riduzione permetterà una assolutamente trascurabile riduzione della spesa pubblica (più o meno 2 euro l’anno per italiano !!) perché - anche qui - non si va mai a fondo per capire quali siano i reali costi e problemi del Parlamento, ad iniziare da migliaia di dipendenti che guadagnano spesso più dei deputati.
Un risparmio ridicolo rispetto a miliardi di euro spesi dalla amministrazione pubblica per scelte dispendiose e inutili, dai nuovi banchi dell' Azzolina ai forestali siciliani.
D'altronde si riducono 300 parlamentari e contemporaneamente si assumono decine di migliaia di nuovi dipendenti pubblici senza invece – semmai – razionalizzare la spesa della pubblica amministrazione e attivare una vera ed obbligatoria mobilità interna.
Ma – soprattutto - la mia sarà una solitaria ed ideale PROTESTA perché, correndo dietro alla demagogia dei “tagli”, nessuno si pone il vero problema DELLA PREPARAZIONE E SCELTA DEGLI ELETTI.
L’ho ripetuto tante volte: se siete un medico, un geometra, un commerciante o un barbiere per lavorare dovete aver superato un esame di abilitazione, essere iscritti a un Albo o almeno alla Camera di Commercio, mentre oggi chiunque può diventare deputato/a senza alcuna preparazione tecnico-amministrativa, nè esperienza politica o culturale.
Se un medico è bravo gli affidate la vostra salute e lo pagate, se un medico è incapace va radiato dall’ albo. Se un parlamentare è serio e lavora con impegno e a tempo pieno non c’è nulla di male a pagarlo bene, se è un incapace sono e resteranno soldi completamente buttati via e la preparazione, l’onestà e l’impegno non hanno colore politico.
Il pentastellato ex commesso di negozio “pet shop” di Varazze che con il suo diploma di terza media è stato riconfermato un mese fa a Presidente della Commissione Affari Europei della Camera ne è la milionesima conferma. “Almeno è onesto” si dirà… E ci mancherebbe pure questo!
Il problema non è però l’onesta dei singoli, ma la loro preparazione tecnica, giuridica, legislativa che disperatamente manca nella gran parte dei casi, condizionata soprattutto da un sistema elettorale che impedisce ai cittadini di scegliere direttamente i propri rappresentanti e - anche nel caso dei collegi uninominali – permette ai capataz di ogni partito di imporre tutti i candidati.
Questi sono i veri problemi e limiti del sistema parlamentare italiano che non funziona, non il numero degli eletti, ma piuttosto se e come i parlamentari sappiano e siano in grado di lavorare.
E poi perché allora ridurre solo di un terzo i componenti delle Camere? Se la logica è solo quella del risparmio allora - altrettanto demagogicamente - perché non lasciare a casa la metà dei parlamentari o addirittura tutti: eliminando il Parlamento - alla faccia della democrazia - il risparmio sarebbe assicurato.
Il Parlamento dovrebbe servire in democrazia a rappresentare tutte le aree e le idee del Paese: come potrà farlo un senatore eletto ogni 300.000 persone, ovvero rappresentando spesso più province?
E come potrà rappresentare le idee politiche dei "suoi" elettori se dispersi su un'area enorme?
Sarà un comodo alibi per non rappresentare nessuno, soprattutto se già ora non c'è più alcun legame tra eletto ed elettori.
Peraltro va detto che le leggi di iniziativa parlamentare non si approvano sostanzialmente più da decenni, che il Parlamento vota solo decreti del governo regolarmente illeggibili, contorti, assurdi, che passano tutti o quasi con il voto di fiducia e quindi non si può neppure cambiarli…
Quindi – e qui proprio l’ironia non c’è più - a che cosa serve ancora un Parlamento?
Temi importanti ma di cui non si parla perchè fa “figo” dire che il referendum sarà un voto contro la “Casta” e – soprattutto se detta da volgari e autentici ignoranti come certi attuali parlamentari - sono frasi che insultano non solo i Padri Costituenti ma molte persone di buon senso.
Saremo in pochi a votare NO, ma avrò comunque l’intima certezza personale di votare giusto, anche perché la Costituzione (e lo abbiamo ripetuto allo sfinimento nel 2016 bocciando il referendum Renzi) non è come revisionare il motore di un’ auto dove si cambia e si butta un pezzo difettoso e l’auto riparte come o meglio di prima.
Rido comunque del poco coraggio dei partiti: un PD che votò più volte proprio contro questo “taglio” ora è demagogicamente a favore, gli altri (come nel centro-destra) non hanno il coraggio di dire “no” per correre dietro al populismo del M5S che su queste battaglie stupide, demagogiche e presuntuose ha costruito le sue già appassite fortune elettorali, salvo poi smentirsi periodicamente e clamorosamente - vedi le recenti decisioni della “piattaforma Rousseau” – quando gli conviene, come per il moltiplicarsi delle possibili candidature per i propri dirigenti .
Che peccato: una volta in Parlamento - per la cui libertà si sono sacrificate intere generazioni - si discutevano idee, programmi politici, ideologie…Oggi è stato ridotto a baraccone e certo le cose non miglioreranno solo tagliando di 1/3 i parlamentari. Tra l’altro chi spera che - approvando la riforma - si vada presto a votare è un illuso o è in malafede perché (pensateci!) andranno stabiliti tutti i nuovi collegi elettorali e per Conte passeranno altri mesi, utili in attesa poi del “semestre bianco” per l’elezione del Mattarella-bis, sempre con una maggioranza di sinistra e una comoda (per lui) stampella politica.
Un governo e un leader votato da nessuno e senza maggioranza nel paese (vedrete la conferma nelle regionali a settembre) che dura una intera legislatura nell'indifferenza del Colle: ma vi sembra un metodo democratico?
Povera nostra Costituzione che viene violata sistematicamente nei fatti e nello spirito (vedi la litania del DPCM) e dove i tre poteri dello Stato si pestano i piedi a vicenda con il potere giudiziario che deborda incontrastato, quello esecutivo che comanda senza controlli e quello legislativo – l’unico nominato teoricamente dal popolo – che si auto-suicida.
E’ davvero progressivamente la fine di ogni logica democratica.
PD+ M5S = ?
La piattaforma Rousseau ha votato a maggioranza (59%, pur con meno di 40.000 votanti) “l’alleanza organica” del M5S con il PD. Alleanza di vertice ma non di base, visto che le candidature unitarie sono poche e che la scelta contraddice una volta di più le motivazioni dei “furono” grillini D.O.C.
Alla prova dei fatti l’implosione del Movimento è evidente, come la necessità di sopravvivere per la sua classe dirigente che doveva far crollare il sistema ed invece ne è diventata stampella. “Il potere logora chi non ce l’ha” chiosava Andreotti e con i Cinquestelle se ne è avuta l’ennesima riprova.
Ma il problema sorge anche in casa PD dove - almeno una volta - si cercava di essere seri o almeno di salvare la faccia perché - approvando l’accordo - è evidente che non sono cambiati solo i Grillini, ma anche i Democratici e anche qui la frase di Andreotti che vale tutto pur di mantenere il potere è di straordinaria attualità.
RICORDO DI LUIGI PENNA
Tra i tanti amici che ci hanno lasciato quest’estate permettetemi un ricordo per un ex avversario politico, il dott. Luigi Penna, già amministratore socialista di Verbania. Voglio ricordarlo non solo come persona per bene, ma raccontando un episodio che ormai nessuno ricorderà più, ma che forse potrà far capire ai più giovani come funzionava un consiglio comunale 30 anni fa.
Consigli comunali dove le lotte politiche, le passioni e le polemiche ideologiche tra partiti erano fortissime, ma dove contava anche la credibilità delle persone, forse un po' più preparate di adesso.
Parlo del 1987-88: in piena prima repubblica io allora ero il capogruppo del MSI-DN di Verbania e Luigi Penna (PSI) l’assessore alle finanze. Venni nominato dal Tribunale a Commissario giudiziale nella procedura di amministrazione controllata di un’azienda con oltre 100 dipendenti – la Nuova Metalvista - che produceva montature per occhiali ed era ferma in pesanti difficoltà economiche, anche per il forzato ritiro del titolare per motivi di salute.
Un azienda che aveva clienti e “numeri” per uscirne, ma che per ripartire aveva soprattutto bisogno di crediti immediati per circa 300.000.000 di lire.
Trovai una banca locale disponibile, ma servivano garanzie e a questo punto mi rivolsi al sindaco – il socialista ing. Francesco Imperiale, un’altra gran brava persona - e all’assessore alle finanze che era appunto Luigi Penna. “Se volete davvero salvare concretamente l’azienda sia il Comune a metterci la fidejussione, e ripartiamo…” Una procedura rischiosa e giuridicamente quasi “impossibile” eppure alla fine e praticamente all’unanimità il consiglio comunale – su input di Luigi Penna e “sulla parola” di un socialista e di un missino – votò la fidejussione, con tutti i consiglieri (ancora oggi non so se l’avessero capito bene...) che sostanzialmente garantivano “in proprio”.
L’azienda ripartì e - dopo l’amministrazione controllata - venne poi ceduta alla Ratti/Persol senza perdere posti di lavoro.
Così si salvavano allora le aziende: immaginiamoci se mai oggi sarebbe possibile tra burocrazia, ricorsi al TAR, vincoli di Basilea 2 ed ovviamente infinite polemiche e sciocchezze sui social…
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BUON PROSEGUIMENTO A TUTTI, COVID E GOVERNO PERMETTENDO! MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 778 del 13 agosto 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
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Sommario: I FURBETTI – COMPLIMENTI A CONTE ! – Riflessione: ITALIA, TRUMP E PECHINO – VCO, ARRIVANO I CANONI IDRICI
I FURBETTI
È inutile spendere molte parole per la conclamata pochezza dei cinque parlamentari che hanno chiesto il "bonus" Covid perché hanno dimostrato tutti i loro limiti personali, ma forse si dovrebbe anche riflettere sul fatto che legalmente potevano farlo perché era (è) un decreto scritto coi piedi, votato nella confusione, approvato a colpi di voti di fiducia.
Qualcuno dovrebbe anche spiegarci che differenza ci sia se a chiedere il bonus sia un parlamentare o un consigliere regionale oppure un boss della camorra, un milionario senza problemi economici o semplicemente un nullafacente (e ci sono stati centinaia di migliaia di casi) che non lavorava prima del Covid, non denunciava redditi, ma risultava solo avere “aperta” una partita Iva, evidentemente inutilizzata.
Forse non sono stati “furbetti” anche loro? Certamente, agevolati però da un decreto sostanzialmente ingiusto e neppure corretto dopo mesi di ritardi e di caos.
Non capisco poi perché prendersela anche con migliaia di amministratori locali che, lavorando o disoccupati, hanno giustamente chiesto il “bonus”: qualcuno ha idea di che miseria guadagni un sindaco o della sostanziale gratuita offerta da chi fa il consigliere comunale?
La demagogia è facile, ma in tutti i sensi...
Piuttosto entriamo nel merito: un paese si potrà mai salvare se anche il decreto "Agosto" è una ennesima e sola pioggia di bonus (stanziando perfino “ben” 41 centesimi a testa per le casalinghe, pur di montare titoli sui giornali)? Come sempre si cerca elettoralmente di accontentare un po' tutti, senza però mai intervenire con scelte di fondo, come l'Italia aveva invece promesso in Europa solo 20 giorni fa.
Possiamo essere considerati seri se ci comportiamo sempre così? Intanto - senza risolvere, ma solo rinviando i problemi - il debito dello stato è salito DI UN TERZO in pochi mesi con un extra debito paragonabile a quanto accumulabile in decenni, con pesi immani che graveranno sulle spalle dei nostri figli e nipoti, mentre sono evaporati nella nebbia i vari comitati, tavoli tecnici, commissioni ad hoc e i dimostratisi totalmente inutili “Stati Generali” .
COMPLIMENTI A CONTE !
Bisogna complimentarsi con Conte e gli altri 6 ministri che - si apprende oggi - sono stati raggiunti da un avviso di garanzia a proposito delle loro decisioni per il Covid. Complimenti per il garbo con cui sono stati trattati dai Magistrati che - per una volta - hanno fatto le cose con totale discrezione ed infatti nessuno era stato messo a conoscenza degli "avvisi" come invece si fa di solito (magari come con quel cattivone e truffatore del governatore Fontana che lo ha saputo dai giornali addirittura prima che glielo notificassero). Squisita anche la delicatezza dei PM che - ci spiega Palazzo Chigi in una nota - si scusano per "l'atto dovuto" e comunque già ci segnalano che "Nel caso specifico tale trasmissione è stata accompagnata da una relazione nella quale l'Ufficio della Procura "ritiene le notizie di reato infondate e dunque da archiviare"". Addirittura una specie di archiviazione preventiva! ...Stupendo, dei PM così gentili e disponibili sono davvero difficili da trovare.
Complimenti sinceri quindi a Conte e a tutta la sua brigata.
Riflessione: EUROPA, CINA, RUSSIA ED USA: E SE TRUMP….
Il preconcetto che accompagna ogni mossa di Donald Trump condiziona ogni reazione politica italiana ed europea confondendo gli aspetti folkloristici di un personaggio spesso molto discutibile con alcune sue chiare indicazioni e mosse di politica estera assolutamente necessarie, condivisibili e strategiche.
L’Italia, pur essendo ancor oggi (forse) la settima potenza economica nel mondo è completamente ai margini delle scelte che nelle relazioni internazionali stanno delineando il confine di una nuova “Guerra Fredda” tra Stati Uniti d’America e Cina, o – meglio - tra Occidente, India e Giappone da un lato e l’espansionismo muscolare del regime comunista cinese dall’altro.
Lasciamo perdere l’evidente impreparazione di Di Maio, il problema è che in ballo c’è il futuro delle prossime generazioni e il non aver capito che l’Europa e l’Occidente hanno urgente bisogno di intese forti con Russia, Australia, India e Giappone piuttosto che stare a giocare con Pechino dimostra una assoluta e colpevole miopia politica.
In questo senso Trump è stato il primo a guardare in faccia alla realtà cercando di ostacolare la politica demagogica che i democratici USA hanno portato avanti in nome di un liberalismo economico suicida, almeno da quando si è reso evidente che – nonostante le promesse per entrare nel WTO - in Cina non vengono osservate le regole degli altri partner mondiali. L’aver contrastato per mesi Trump con il Russiagate (poi finito in una bolla di sapone) ha impedito un franco confronto con Putin congelando le relazioni USA con Mosca che invece restano un elemento fondamentale per contenere i cinesi.
Pochi in Italia hanno ripreso un intervento ufficiale che il segretario di Stato americano Mike Pompeo – già capo della CIA - ha recentemente rivolto al «mondo libero» per mobilitarsi contro la Cina: un linguaggio così esplicito e duro che non risuonava dai tempi del confronto militare nucleare con l’URSS per la crisi di Cuba dei primi anni ’60. Pompeo ha sottolineato che «Se il mondo libero non cambierà la Cina, la Cina comunista cambierà noi», sottolineando il pericoloso processo di ramificazione espansionista politica, economica, ma soprattutto militare che la Cina ha avviato oramai da più di un ventennio in Asia, in Africa e nella sempre più marginale ed indifferente Europa.
Nessuno sembra aver notato quanto è successo ad Hong Kong dove sono stati stracciate le garanzie costituzionali a suo tempo sottoscritte con la Gran Bretagna, nessuno sembra voler vedere la disgustosa gestione filocinese dell’OMS, nessuno riesce ad intuire cosa sia effettivamente avvenuto in Cina per il Coronavirus, quasi nessuna fonte di stampa si preoccupa o denuncia le pressioni cinesi su Taiwan o gli scempi e gli inquinamenti ambientali cinesi nel mondo (Greta, dove sei?).
Non fa notizia la repressione violenta e la deportazione delle minoranze come quella degli Uiguri, rei solo di voler praticare liberamente il proprio credo musulmano non gradito alla dirigenza del Partito Comunista Cinese, così come la repressione in Tibet non scalda i cuori né dei democratici né dei progressisti. Una continua, aperta e plateale violazione dei Diritti dell’Uomo è in Cina la quotidianità, così come la pratica della pena di morte, ma il mondo “libero” non è stato neppure capace di avviare una inchiesta indipendente sulle responsabilità cinesi legate al Covid19, su cui pende il dubbio ragionevole di una complicità dolosa da parte delle autorità di Pechino.
Nessuna citazione in TV per le manovre militari cinesi nel Mare del Sud della Cina con la minaccia implicita, in violazione del diritto internazionale, di occupare lo Stato sovrano di Taiwan, da 70 anni unico rifugio e baluardo democratico per i cinesi che non accettano la dittatura del pensiero unico del Partito Comunista Cinese, così come nessuno solleva obiezioni sui rapporti politici e militari Cina-Iran o all’appoggio cinese a dozzine di sedicenti “presidenti” che controllano molti stati poveri del mondo.
Se poi Trump sottolinea queste problematiche passa per un pagliaccio, ma ignavi fantocci mi sembrano essere diventati troppi governi “occidentali” con l’aggravante che in Italia il M5S sembra comportarsi – inconsciamente o meno - come una vera e propria quinta colonna cinese.
Questi favori oggi si traducono nella celebre “Via della Seta”, un sistema di accordi internazionali bilaterali con cui il regime cinese sostiene investimenti, acquisti preferenziali, aiuti militari, sostegno diplomatico in cambio di un supino allineamento alla sua politica.
È un sistema ricattatorio e totalitario molto efficace verso i paesi più deboli come quelli africani, o verso regimi in cerca di appoggio autorevole come l’Iran, ma anche per paesi con le pezze ai pantaloni e il debito pubblico alle stelle come purtroppo l’Italia.
Spiace dover sottolineare infine che questa politica miope sembra abbia anche coinvolto la Chiesa Cattolica. C’è da chiedersi se Papa Francesco abbia un piano strategico o se si limiti nei confronti di Pechino ad un ad un ingenuo buonismo ignorando la realtà delle sofferenze di milioni di cristiani e di cattolici cinesi, sia quelli fedeli al Vaticano che i milioni della “Chiesa Patriottica” sopportati dal regime e da esso infiltrati, così come la repressione verso le altre religioni, dai buddisti ai musulmani. Purtroppo il suo silenzio non fa che rendere più aggressivo e spregiudicato ed impunito l’aggressore.
Ricordiamoci di che cosa sia stata per decenni la “Chiesa del Silenzio” sotto le persecuzioni comuniste nell’Est Europeo, ma oggi in Vaticano - purtroppo - non c’è più un Carol Wojtyla.
VCO: ARRIVANO I SOLDI DEI CANONI IDRICI
Da segnalare che su iniziativa della giunta Cirio (e segnatamente del consigliere della Lega Alberto Preioni) la Regione Piemonte ha finalmente concesso alla provincia del VCO dei fondi pluriennali ingenti con il riconoscimento dei “canoni idrici” dovuti al territorio e trattenuti da Torino negli ultimi anni.
Un risultato importante del centro-destra che si è dimostrato estremamente più concreto e “produttivo” che non tanti anni di giunte regionali di sinistra. Mi ha dato davvero fastidio la successiva “rincorsa” alla notizia di certi personaggi della sinistra locale che si sono auto-intestati chissà quali meriti. La gente avrà poca memoria, ma queste decisioni sono fondamentali per il futuro del nostro territorio.
VACANZE PER IL PUNTO? NO GRAZIE !
Da 15 anni è consuetudine che IL PUNTO dai primi di luglio a metà settembre abbandoni le uscite settimanali per diventare più o meno quindicinale.
Visto che quest’anno le vacanze le fanno in pochi è giusto che anche IL PUNTO si adegui e quindi continuerò a martellarvi anche durante le ferie, ma per rispettare le abitudini diciamo che più o meno si sta uscendo ogni 10 giorni abbandonando la cadenza del venerdì. Contenti? Godetevi le vacanze, almeno chi quest’anno se le può permettere…
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Il mio sito www.marcozacchera.it è stato recentemente rinnovato e arricchito di informazioni, articoli e notizie: dategli un’occhiata!
Grazie a chi mi invia indirizzi di amici e conoscenti per allargare l’indirizzario degli invii de IL PUNTO.
BUON PROSEGUIMENTO D'AGOSTO A TUTTI MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 777 del 3 agosto 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
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Sommario: I SEGRETI NON FINISCONO MAI - SALVINI RINGRAZIA – BUROCRATICHESE – EFFETTI ANNUNCIO - VACANZE? NO GRAZIE -
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VIZI ITALIANI: I SEGRETI NON FINISCONO MAI
Sono passati 40 anni dalla strage di Bologna, dall'abbattimento dell' aereo Itavia su Ustica, da troppe altre stragi dimenticate.
Ad inizio di agosto si perpetuano i soliti commenti, le solite rievocazioni, con tutti ad invocare la cancellazione dei SEGRETI DI STATO che - di fatto -ancora nascondono troppe scottanti verità, eppure - al momento buono - le carte restano ancora coperte.
Molto più comodo prendersela con i "fascisti negazionisti" come Lavardini, Fioravanti e Francesca Mambro, gente che - scarcerata dopo anni - continua a ripetere di non essere stata responsabile della bomba alla stazione di Bologna.
Un brutto vizio italiano, ma che si perpetua e si rinnova. Quanti sanno per esempio CHE' STATO APPOSTO IL SEGRETO DI STATO ANCHE SUI VERBALI DEL "COMITATO SCIENTIFICO" PROMOSSO DA CONTE PER LA PANDEMIA DEL COVID 19?
Nonostante una sentenza del TAR (bloccata dal consiglio di Stato su richiesta del Governo) di pubblicizzare gli atti, tutto infatti resta segreto e francamente non si capisce cosa mai debba essere nascosto agli italiani e soprattutto il perchè.
Certo è un ben strano "Comitato": eletto da nessuno e di cui non si conoscono spese, costi, stipendi, responsabilità, motivazioni scientifiche, eppure che tutti i giorni ancora condiziona la nostra vita. Dipendiamo da questi “scienziati” che sopravvivono solo in un continuo allarme di “Al lupo, al lupo” anche perché altrimenti non si giustificherebbe lo stato di emergenza prorogato per altri tre mesi.
Tutto resta segreto, così come non si riesce ad avere un minimo di rendiconto sui soldi introitati dalla Protezione Civile con una mega sottoscrizione ancora in corso, nè come quei soldi siano stati spesi, con quali appalti, quali fornitori, quali controlli. C'è in giro per l'Italia un Magistrato che finalmente voglia vederci chiaro? E cosa dire di un Parlamento che non riesce neppure a chiedere ed ottenere chiarimenti? Ma vi sembra una cosa normale?
SALVINI RINGRAZIA
Decisamente Matteo Salvini è nato sotto una buona stella: appena nei sondaggi impallidisce quella della Lega, ecco l’insipienza dei suoi avversari a farla nuovamente rifulgere, con un “combinato disposto” dal perfetto ed insperato effetto ricostituente.
Mai come ora serviva a Matteo Salvini la vetrina di un possibile processo su un tema “caldo” come l’immigrazione, fenomeno nuovamente in drammatica crescita e intorbidito dai postumi e dalle paure del Covid, una vetrina arrivata proprio nel momento in cui si moltiplicano gli sbarchi e le fughe dai campi siciliani sottolineando tutti i limiti del governo giallorosso che decreta lo “stato di emergenza sanitario” e poi non riesce neppure a fermare gli scafisti ai confini, ridotti a colabrodo.
Non è solo questione di codici, leggi e casi specifici ma di comune sentire e con un tempismo fantastico ecco la decisione del Senato che permette ora a Salvini di sfruttare elettoralmente al meglio il suo rinvio alla Giustizia (?) con la sindrome della persecuzione politica, l’aureola del martire e sfruttando al meglio il sempre più diffuso mal di pancia di milioni di italiani.
Una boccata d’aria per la Lega, un rafforzamento dell’unità nel centro-destra con un prezioso “aiutino” in vista delle elezioni di settembre, ma soprattutto la dimostrazione certificata dell’ipocrisia e del mancato tempismo degli avversari.
Il voto sottolinea infatti la volgarità di un Matteo Renzi che sembra essere sempre di più solo un voltagabbana a comando (o a pagamento, visto che Italia Viva si era astenuta in commissione “salvando” Salvini ed ora gli ha votato contro pur sulla base delle stesse carte!). Resta anche tutta l’ipocrisia di un Movimento 5 Stelle che sembra formato da smemorati pagliacci che fanno finta di dimenticare come con Salvini fossero concordi proprio sul tema immigrazione, così come documentato da mille interviste, articoli e dichiarazioni.
Ipocrisia galoppante anche per quella sublime faccia di bronzo di Conte che fa finta di dimenticare che Salvini era un “suo” ministro e che la Costituzione è chiarissima nel sottolineare le responsabilità collegiali del Premier e del suo governo, di cui ne ha la responsabilità, aspetto che - se dei giudici serri si occuperanno del caso - non potranno che essi stessi sollevare, vedrete per credere.
Si processi quindi Salvini, anche se è probabile che - prima del giudizio penale - tutto si insabbierà per strada, ma il voto del Senato appare comunque come una sciocchezza, una ingiustizia, un autogol o per lo meno di una intempestività sconcertante per il governo.
Salvini ringrazia, ne aveva proprio bisogno.
EFFETTO ANNUNCIO
Siamo ai consueti annunci ad uso camomilla per creare l'aspettativa su un decreto che solo forse si farà.
Nessuno ancora ne ha un’idea concreta, ma intanto da giorni le TV rimbombano che il “decreto agosto” porterà la consueta messe di incentivi, aiuti e bonus “una tantum” per sostenere occupazione ed economia nazionale.
Ma l’Europa non ci aveva obbligati a procedere con riforme strutturali anziché procedere con i soliti “bonus” per avere i sospirati quattrini europei?
Solo due settimane fa non si era arci-giurato a Bruxelles che questa volta l'Italia avrebbe tenuto una politica rigorosa e selettiva della spesa? Giù tutto dimenticato, intanto cresce appunto l’effetto annuncio, un placebo che tranquillizza e rassicura anestetizzando il paese.
Il cerino corre veloce tra le dita, i mesi passano, Conte rinvia, qualcun altro si scotterà.
BUROCRATICHESE
(Dal decreto n. 54 del 31.7.2020):
“Il presidente della Regione Piemonte … VISTO (seguono i richiami a 42 decreti), DATO ATTO (citati 7 punti), RILEVATO (5 capoversi), RITENUTO (4 capoversi), INFORMATO (2 capoversi) SENTITO ( 2 capoversi), ASSUNTO ( 28 righe) PRESO ATTO (2 capoversi), CONSIDERATO (solo 5 righe)…
DOPO BEN 332 RIGHE DI TESTO pubblicate sul bollettino ufficiale della Regione Piemonte si ORDINA (finalmente!) … “I decreti numero tal dei tali (sei decreti) dal 17 luglio sono rinnovati fino al 10 agosto”. Stop ed amen,… E ci voleva tanto ?
PS La colpa non è di un Presidente che firma quello che uffici, funzionari e dirigenti gli mettono davanti, bisogna pensare alla follia intrinseca di un sistema che scrive leggi e regolamenti sempre più incomprensibili, lunghi, contorti, progressivamente folli... L’esatto opposto, insomma, della auspicata e conclamata sburocratizzazione
RIDIAMOCI SOPRA
-Don Camillo: “Gesu' al mondo ci sono troppe cose che non funzionano!”.-
- “Non mi pare - rispose il Cristo - al mondo ci sono soltanto gli uomini che non funzionano, per il resto ogni cosa funziona perfettamente…”-
(Guareschi)
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VACANZE? NO GRAZIE !
Da 15 anni è consuetudine che IL PUNTO dai primi di luglio a metà settembre abbandoni le uscite settimanali per diventare più o meno quindicinale.
Visto che quest’anno le vacanze le fanno in pochi (non certo agevolate da un Governo che ha la faccia tosta di aiutare il turismo prorogando lo “Stato di emergenza sanitaria” per tutta la stagione turistica) è giusto che anche IL PUNTO si adegui e quindi continuerò a martellarvi anche durante le ferie, ma per rispettare le abitudini diciamo che più o meno si uscirà ogni 10 giorni abbandonando la cadenza del venerdì. Contenti? Intanto godetevi le vacanze, almeno chi quest’anno se le può ancora permettere…
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BUONA GIORNATA A TUTTI MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 776 del 24 luglio 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
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Sommario: REGALI E SALDI DA BRUXELLES ? – CARABINIERI – AUTOSTRADE STORY – IL PUNTO NON CHIUDE PER FERIE
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EUROPA: LA MOLTIPLICAZIONE DEI PESCI (PER I PANI ATTENDERE)
Suggerisco prudenza nel commentare l'esito del week end europeo che - secondo buona parte dei commentatori - ha "salvato" l'Italia coprendola di aiuti.
Conte non è stato nè il salvatore nella Patria nè un millantatore: ha cercato di svolgere il suo compito con tenacia, ma i risultati si vedranno concretamente solo tra mesi e, per intanto, il Governo vara l'ennesimo extradeficit di bilancio..
L'Europa, per cominciare, non "regala" nulla a nessuno: non ha un portafoglio aperto per i più bisognosi, ma restituisce ai paesi membri quello che gli stessi paesi (e i loro risparmiatori) versano alla cassa comune quindi bisogna prima di tutto capire cosa paga (e pagherà) l'Italia nel giroconto complessivo per sapere se il saldo sarà effettivamente attivo oppure no.
Va detto che fino ad oggi – anche per la nostra cronica incapacità a gestire bene gli aiuti europei - sono molto di più i soldi italiani pagati a Bruxelles rispetto a quelli che tornano indietro e che per trovare i 750 miliardi di aiuti “Covid” si sono chiuse o ridotte tante altre partite, alcune delle quali erano specificatamente indirizzate verso il nostro paese.
Basta infatti cambiare singole voci di bilancio per allargare la coperta da una parte e implicitamente chiuderla dall'altra.
In attesa dei saldi "veri" dovremmo cominciare a chiederci perchè molti paesi "frugali" (che proprio invece non lo sono) ce l'avessero tanto con l'Italia e qui la risposta è semplice: semplicemente perché noi gli impegni non li rispettiamo mai, pensando sempre di essere i più furbi di tutti.
Come possono credere ai nostri buoni propositi quei furboni degli olandesi se per entrare nella moneta unica gli avevamo dichiarato e garantito che ci saremmo impegnati a ridurre il nostro deficit pubblico al 60% del PIL quando invece già prima del Covid eravamo a ben oltre quota 130% ? Logico che l'Europa voglia vigilare e credo faccia benissimo a chiedere controlli viste le esperienze passate, oltretutto i controlli sarebbero utili anche a noi…
Il problema, infatti, è che anche questa volta in cambio dei fondi l’Italia ha promesso una serie di riforme radicali che nessuno in realtà vuole portare a termine (o è capace di farlo) temendo contraccolpi elettorali. Nello stesso tempo è già iniziata la lotta all’interno del governo per stabilire chi farà parte del ristretto gruppo di ministri che gestirà i fondi europei.
Certo che infatti servono le “riforme” ma non sono senza sacrifici.
Si dice sempre che un politico diventa realmente uno statista se pensa alle future generazioni, ma come può mai farlo un politico italiano se rischia sempre di crollare in pochi mesi tra gli agguati degli amici prima ancora degli avversari?
Credo che Conte si sia blindato la poltrona fino a fine legislatura rischiando però comunque la caduta se non accontenterà i voraci partner di maggioranza ma – dovendo alla fine accontentare tutti – ecco che le riforme “strutturali” rischiano come sempre di arenarsi per strada.
Su questo punto - diciamocelo chiaro – è debole anche l'opposizione che non sembra in grado di preparare punti condivisi, seri, realizzabili e concreti.
E’ certamente più facile criticare, ma occorre un progetto-Italia eventualmente alternativo da presentare bene agli elettori.
E pensare che invece c’è una novità sul panorama politico italiano ed è la nuova presidenza di Confindustria che sembra molto più vivace nella polemica con il governo e che ogni giorno documenta senza fronzoli scelte necessarie: perché non ascoltare bene questi suggerimenti, una parte dei quali mi sembrano particolarmente centrati e con idee pratiche di soluzione?
CARABINEROS
Neppure il tempo di dare la notizia del criminale comportamento di sette carabinieri a Piacenza che è subito iniziato il tam-tam del fango generalizzato, i richiami al "Caso Cucchi", le accuse più o meno velate ai superiori degli indagati di averli in qualche modo "coperti" ecc.ecc.
Mi auguro che - se le accuse saranno provate - i sette militari siano condannati al massimo della pena, ma non posso dimenticare il lavoro quotidiano e prezioso di 110.000 loro colleghi che ogni giorno in Italia fanno il proprio dovere.
Per questo credo sia ingiusto, ingiustificato e criminale che nella pubblica opinione vengano instillate parole ingenerose che possano macchiare l'immagine complessiva dell'Arma per colpa di sette balordi indegni della divisa che hanno portato.
AUTOSTRADE TRA REALTA’, ILLUSIONI E TRAGEDIE
Sarebbe bene approfondire la vicenda Autostrade con distacco e serietà, non con i toni da propaganda elettorale tipici dei primi giorni..
Purtroppo, invece, ciascun esponente politico pensa al proprio elettorato, alla propria immagine e all’ “effetto annuncio” che per definizione è effimero e volatile, soprattutto quando restano i problemi veri, spesso nascosti sotto il tappeto.
Premetto che mi stanno antipatici i Benetton, ma l’economia non marcia con simpatie ed antipatie e soprattutto è assurdo dipingere Atlantia come il diavolo (a Genova) salvo poi applaudirla (per gestire Fiumicino) o addirittura chiamarla al capezzale di Alitalia cui – complice il coronavirus – è stato più o meno silenziosamente assegnato un ricchissimo boccone di aiuti di stato, alla faccia della libera concorrenza e delle norme comunitarie.
Il compromesso di metà luglio sulle autostrade è stato venduto dalle diverse parti politiche di governo come una propria “vittoria”, anche se i presunti vittoriosi rispondevano a diverse (ed opposte) logiche all’interno dello stesso governo Conte: è evidente che ci sia stato qualcuno che ha fatto il furbo.
Il mercato – vero arbitro della situazione – dopo un crollo delle azioni Atlantia del 15% ha segnato un immediato rimbalzo del 26,6% del titolo, segno che non hanno “vinto” il pubblico e il rigore, ma caso mai che - all’opposto - il mercato e i soci Atlantia si sentono ora un bel po' più tranquilli dopo l’accordo raggiunto.
Sostenere - come è stato fatto dalle parti grilline - “Abbiamo estromesso i Benetton dalla gestione di un bene che ora ritorna agli italiani» è vaniloquio, anche perché in Autostrade lavorano migliaia di persone e tra i soci ci sono già importanti quote pubbliche e private nazionali e a livello europeo. Se da Atlantia usciranno i Benetton, chi ci entrerà (privati e Cassa Depositi e Prestiti) dovranno comunque avere prospettive economiche interessanti, visto che CDP amministra (bene?) i risparmi postali di milioni di italiani.
La “Cassa” è un soggetto privato, amministra risorse private e dovrebbe essere un saggio investitore di lungo periodo. Dopo essere entrata in We Build, ex Salini Impregilo, ora è alla prova più impegnativa di Autostrade di cui probabilmente sarà il principale azionista in una nazionalizzazione di fatto, ma non può aprire (o coprire) l’ennesima emorragia, anche perché la stessa CDP è esposta – secondo fonti di stampa - per 3,18 miliardi nei confronti del gruppo Atlantia (2,05 verso Autostrade), di cui 1,88 erogati. Il credito potrebbe essere trasformato in azioni? Può essere, sta di fatto che qualsiasi investimento è sempre legato alla redditività e – tornando alle autostrade – il rischio è che ci si trovi proprietari, ma con davanti una crescente ed imponente necessità di manutenzioni per adeguare una rete ormai vecchiotta con molti dubbi, quindi, circa la sbandierata riduzione dei pedaggi. Per ora solo una speranza..
Una volta ancora si torna al punto di partenza, ovvero al sistema opaco con cui sono state concesse in gestione le autostrade italiane (non solo alla società Autostrade), in cambio di cosa sono state aperte corsie preferenziali e con quali (insufficienti) controlli si è mai vigilato sull’andamento delle concessioni.
L’impressione è infatti che nei decenni si sia sempre giocato ad un tavolo truccato: da una parte società concessionarie esperte e rapaci, dall’altra un “pubblico” tecnicamente poco competente, superficialmente distratto, più attento a logiche di partito e di potere quando non addirittura cointeressato a generose regalie dirette ed indirette.
Rinnovi di concessioni d’oro sottoscritti contro ogni logica imprenditoriale e in modo contrario ad un trasparente interesse pubblico sono state all’ordine del giorno da sempre, ed invano sono stati richiesti negli anni chiarimenti parlamentari (anche da scrive) tutti finiti nel grigio di tarde risposte di facciata.
Purtroppo il settore dei trasporti è da sempre un punto debole del nostro paese con l’interesse pubblico, nel dopoguerra, volto tutto a puntare tutto sul traffico su gomma e facendo così fare a chi man mano metteva le mani sulla costruenda rete autostradale degli affari clamorosi ed irripetibili.
Mezzo secolo dopo, il ritorno in mano parastatale di parte della rete assume così quasi il sapore della beffa. Il tempo dirà chi ha vinto in questa vicenda spacciata ora come un vittorioso “ritorno al pubblico” per una ricchezza nazionale spolpata da decenni, ormai obsoleta e logorata.
Alla fine forse i Benetton non sono stati molto scontenti di passare la mano…
VACANZE? NO GRAZIE !
Da 15 anni è consuetudine che IL PUNTO dai primi di luglio a metà settembre abbandoni le uscite settimanali per diventare più o meno quindicinale.
Visto che quest’anno le vacanze le fanno in pochi è giusto che anche IL PUNTO si adegui e quindi continuerò a martellarvi anche durante le ferie, ma per rispettare le abitudini diciamo che più o meno si uscirà ogni 10 giorni abbandonando la cadenza del venerdì. Contenti? Fate voi e godetevi le vacanze,, almeno chi quest’anno se le può ancora permettere…
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BUONA SETTIMANA A TUTTI MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 775 del 17 luglio 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
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Sommario: ITALIA AL FALLIMENTO – AUTOSTRADE - TRUMP – VERBANIA MAGLIA NERA
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COVID: L’APPROCCIO SICURO AL FALLIMENTO
Il turismo italiano (1.430.000 lavoratori stagionali l’anno scorso, la più grande industria italiana) sta fallendo registrando a giugno il 92,3 % di turisti stranieri in meno rispetto all'anno scorso.
D'altronde voi verreste in vacanza in un paese dove c'è lo stato di emergenza sanitaria? Ha senso mantenerlo “per prudenza” ed hanno senso i quotidiani titoli allarmistici pur avendo metà dei casi, dei ricoverati e fortunatamente anche metà morti - per esempio - della Francia?
Ma perché dobbiamo continuare a farci del male se le vittime da Coronavirus sono ormai da settimane solo CIRCA L’ UNO PER CENTO DEI DECESSI GIORNALIERI IN ITALIA ed i contagiati sono ormai quasi tutti curabili?
Insisto: serve attenzione, senso di responsabilità e bisogna mantenere delle precauzioni, ma mentre l’economia privata cerca disperatamente di non fallire (vedrete in autunno!) è desolante poi prendere atto che “lo stato d’emergenza” diventa però anche una BUONA SCUSA NEL “PUBBLICO” (dove non si rischia lo stipendio fisso) PER LAVORARE IL MENO POSSIBILE con uffici spesso ancora chiusi all’utenza e dove le pratiche si accumulano.
E di oggi la notizia – per esempio - che i sindacati chiedano ancora la chiusura delle scuole per settembre (eppure sono aperte in tutta Europa…) motivando che non sono stati fatti i lavori di adeguamento. Qualche ministra – più o meno commissariata – non ne porta responsabilità?
PS Sarebbe poi interessante aprire il capitolo della nuova ondata di immigrati e le sue conseguenze dal punto di vista sanitario, ma poiché è un tema scottante meglio tagliare, sopire, dimenticare, minimizzare... Certo che è fantastico e poco coerente chiudere le frontiere con mezzo mondo (o quasi tutto) e poi accettare questi nuovi arrivi!
AUTOSTRADE
Sono 15 anni che scrivo settimanalmente IL PUNTO e i lettori più longevi hanno letto infiniti commenti sulle vicende legate alla concessioni delle autostrade italiane, vere miniere d’oro per poche società e salasso quotidiano per gli automobilisti.
Un traffico para-politico che ha vizi e radici antiche, perché tutti parlano oggi dei Benetton, ma pochi ricordano innanzitutto che ci sono altre società che gestiscono la rete e che in questi anni nessun Magistrato sembra mai avere avuto la volontà di capire fino in fondo come fossero gestite e rese possibili le “concessioni” in cui i pedaggi aumentavano ben oltre l’inflazione, ma nessuno sembrava protestare.
Così come nessuno sembra abbia mai considerato che sulle tratte “concesse” viaggiassero man mano sempre più veicoli di quelli “storici”, altro enorme “extra” per i gestori con una moltiplicazione dei pedaggi.
Invece i lavori di manutenzione languono da sempre: a parte il ponte Morandi vi sono tratti incompiuti o in manutenzione da decenni, lavori sempiterni che non finiscono mai. (Uno per tutti la tangenziale nord di Milano intorno a Cormano, pur essendo uno dei tratti più trafficati d’Italia).
Tutto ciò solo per ricordare che l’intero sistema politico ha avuto generosi “sponsor” in questa partita, soprattutto in chiave x DC, ex Margherita, PD e consoci, con punte di eccellenza nella SVP, il partitino altoatesino che ha sempre il suo posticino nel sottogoverno e un occhio di riguardo per la Verona-Brennero.
Infiniti esempi per sottolineare che forse più che revocare concessioni servirebbe ridurre drasticamente i pedaggi, imporre verifiche e manutenzioni e diffidare di carrozzoni tipo ANAS che non mi sembrano assolutamente in grado di prendere in mano la rete autostradale, soprattutto vedendo anche come sono conciate strade e superstrade in giro per l’Italia.
Le “squadrette di manutenzione” ANAS – chissà perché sempre composte da affaticati uomini “di panza” – non mi hanno mai entusiasmato e sono un visibile esempio di ben scarsa efficienza.
RIFLESSIONE: TRUMP E’ ANCORA IN CORSA
Se dessimo retta ai media italiani Donald Trump a novembre dovrebbe perdere clamorosamente le elezioni. E’ tale la loro antipatia e il preconcetto nei confronti del presidente americano che molti rischiano di perdere obiettività e – come nel 2016 – fallire clamorosamente le previsioni.
Certo, all’inizio dell’anno Trump aveva il vento in poppa: l’economia americana tirava bene, il campo democratico era un rissoso cimitero di candidati e la rielezione sembrava cosa fatta.
Oggi il quadro è più incerto e complesso, nella campagna intervengono anche altri fattori più o meno imponderabili e la partita si è senz’altro riaperta, anche se non è proprio detto che alla fine vincerà Joe Biden che è figura anziana e sbiadita, con minimo appeal, ma è quella che si sono trovati improvvisamente in mano i democratici per tentare di ribaltare i pronostici.
L’immagine di Trump è cozzata contro l’imponderabilità del Coronavirus che l’amministrazione americana ha giocato bene dal punto di vista economico (agli industriali, professionisti, negozianti americani sono arrivati milioni di lettere a firma del presidente con allegato assegni che gli imprenditori italiani neppure potrebbero sognarsi) ma è il contraccolpo economico della pandemia sulla società americana è stato comunque catastrofico, soprattutto in termini di occupazione.
Trump all’inizio ha giocato male la partita, minimizzandola, poi ha corretto il tiro tirando in ballo (con tutte le ragioni) i pasticci cinesi, ma la situazione ora è in bilico soprattutto se perdurasse il contagio in autunno. Poco conta che le responsabilità presidenziali vanno in gran parte spartite con i diversi governatori: i media – in gran parte democratici - hanno vivisezionato ogni dichiarazione di Trump per sottolinearne l’inaffidabilità. Immaginate se in Italia qualcuno mettesse in fila le frasi pronunciate negli ultimi quattro mesi da Conte, Azzolina, Di Maio, Speranza e i vari tuttologi, scienziati, virologi ecc.ecc. Ne uscirebbe una infinita serie di marionette, esattamente come si è cercato di fare con Trump.
Anche i numeri citati in Italia sono spesso in malafede: negli USA i “positivi” saltano fuori anche perché si fanno circa 800.000 tamponi al giorno e in proporzione alla popolazione i 130.000 morti sono molti di meno di quelli italiani (35.000), particolare che si tende a dimenticare
Negli USA la crisi ha colpito soprattutto le fasce basse ed è stata logica la crescita dello scontento popolare che ha avuto negli scontri etnici un detonatore impensato. Pochi sanno – soprattutto in Italia – che l’episodio del nero ucciso a Minneapolis è avvenuto sotto un comandante di polizia municipale ispanico e un rampante sindaco democratico (Jacob Frey): l’effetto scatenante della morte di George Floyd si è esteso a macchia d’olio coinvolgendo molti strati sociali. Un cocktail perfetto per i democratici che possono così sfruttare i risentimenti degli afro-americani per portarli al voto a novembre ed è per questo che Biden si è improvvisamente materializzato ai funerali di Floyd implicitamente schierandosi però anche sulle posizioni di chi ha giustificato le successive violenze. Non è detto che sia stata una mossa così vincente come è stata dipinta in Italia: se è vero che Trump sta arroccando i suoi sostenitori su posizioni forse troppo conservatrici (e quindi rendendoli numericamente perdenti) è altrettanto vero che molti elettori democratici si sono irritati per questa adesione. Tutto dipenderà da chi sarà indicato come vice-presidente: se fosse Michelle Obama la scelta di campo sarebbe molto chiara, soprattutto perché negli USA pochi pensano che Biden “durerà” a lungo in carica.
Certamente le esagerazioni pseudorazziste, le dimostrazioni, le assurdità di abbattere monumenti e ritratti "confederali" cominciano a disturbare anche molti democratici che si rendono conto che la demagogia esasperata non porta da nessuna parte.
Una volta di più le presidenziali americane si vinceranno per l’affluenza al voto (sempre molto bassa rispetto all’Italia) e in questo senso la mossa democratica per portare al voto i neri potrà essere stata quella vincente.
Poi – come sempre – è Trump a metterci del suo impersonando la sua figura irriverente ma soprattutto dividente tra amici e nemici.
La sua campagna elettorale è partita male con il flop di Tulsa, ma Trump è un combattente con una base minoritaria ma compatta e gli strateghi della campagna presidenziale non ripeteranno certo gli errori fatti in Oklahoma.
Gli americani chiedono a qualsiasi presidente che l’economia tiri (ed effettivamente fino a febbraio “tirava”), che la borsa vada bene (e per tre anni è andata benissimo) che gli USA la smettano di essere i gendarmi del mondo e in questo campo Trump ha avuto dei significativi successi. Perderà per un microvirus giallo che gli ha sballato tutti progetti? Chissà, certo Biden non è amato, ma per molti diventa “il meno peggio”, anche se molti americani si chiedono chi sia alle sue spalle a tirare i fili di una candidatura partita perdente e diventata automatica per circostanze imprevedibili.
Certamente Trump dovrà dare all’elettorato idee vincenti e non giocare solo in difesa, sicuramente attaccherà Biden nei dibattiti in diretta con la sua verve ben maggiore dell’avversario. Un Biden anziano, anche lui privo di un programma convincente, espressione più di un apparato di partito che non di valori propri, Biden non è certo imbattibile, ma proprio la sua inconsistenza può diventare un problema per The Donald: difficile dipingerlo come un cattivo e pericoloso sovversivo.
Esito aperto, quindi, sbaglia chi già ora dia Trump per sconfitto.
VERBANIA: DAI PRIMI DELLE CLASSE ALLA MAGLIA NERA
Dieci anni fa Verbania era al “top” delle città italiane come qualità della vita ed eco-sostenibilità, ricevendone attestazioni, complimenti e premi.
Siamo man mano spariti in graduatoria e spiace scoprire che la nostra città sia ora l’UNICA in Piemonte ad aver ricevuto addirittura ufficialmente da Legambiente la “maglia nera” per la gestione della piana di Fondotoce.
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BUONA SETTIMANA A TUTTI MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 774 del 10 luglio 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
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Sommario: PRESENTAZIONE DEL LIBRO SU DONNA RACHELE – SRAGIONAMENTI DA VIRUS – ANTIRAZZISMO VIP - COME FREGARE IL FISCO ITALIANO
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Organizzato dall’Associazione Culturale “CULTURA E TRADIZIONE” , questa sera VENERDI’ 10 LUGLIO ALLE ORE 21,00 presso una sala dell’ Albergo BELVEDERE di VERBANIA PALLANZA (sul lungolago, davanti all’imbarcadero) verrà presentato il volume “ Donna Rachele, mia nonna” dall’autrice Edda Negri Mussolini. Dopo l’introduzione di Alberto Cerni, seguirà un dibattito in cui sarò il moderatore.
I lettori de “IL PUNTO” sono cordialmente invitati e – dato il contingentamento dei posti in sala – grazie a chi mi preannuncerà la sua presenza.
COVID: SRAGIONAMENTI DA VIRUS
Come italiani siamo degli specialisti ad auto-rovinarci e il Coronavirus non ha fatto e non fa eccezioni. Con troppi media alla perenne ricerca degli scoop e furibonde polemiche tra medici pochi considerano il danno che quotidianamente questa incertezza crea al nostro paese, dal turismo all’economia.
Cominciamo con il ricordare che OGNI GIORNO in Italia muoiono statisticamente circa 1800 persone (647.000 nel 2019) delle quali 53.000 l’anno scorso per problemi respiratori (quindi molti di più di tutti i morti di Covid). In questi giorni comunque SOLO CIRCA L’UNO PER CENTO DELLE CAUSE DI MORTE è imputabile al Covid 19 e di solito quando si muore “positivi”, è una concausa in pazienti già compromessi. Ergo: di fatto l’epidemia non c’è più.
“Sparare” quotidianamente titoli su titoli ci fa male, così come traumatizzare l’opinione pubblica con titoli sull’ “L’aumento dell’indice di contagio”.
Ragioniamo: quando nei mesi scorsi in un giorno c’erano migliaia di nuovi contagiati “l’indice 1” significava che ogni malato ne contagiava un altro, ovvero altre migliaia di persone al giorno. SE ORA I CONTAGIATI SONO SOLO UN CENTINAIO Al giorno (solo pochi dei quali tra l’altro ospedalizzati) “l’indice uno” significa poche decine di nuovi contagi, di solito isolabili in singoli focolai. Di fatto la malattia è diventata comunque curabile su persone mediamente sane al momento del contagio.
E’ovvio che servono precauzioni e prudenza, ma oggi la vera emergenza non è più sanitaria ma economica con il 40% delle imprese a rischio di chiusura, il PIL italiano in picchiare e un deficit pubblico salito a oltre il 160%.
Gli “scienziati” (?) che campano sulla drammaticità delle news non rischiano nulla, ma stanno danneggiando milioni di concittadini e davvero rischiamo tutti il disastro al di là delle chiacchiere, dei rinvii e degli “effetti annuncio” del governo.
NON STUPITEVI SE NELLO SCORSO MESE DI GIUGNO IL CALO TURISTICO ESTERO VERSO L’ITALIA E’ STATO DEL 93,2% : pensate a come sia considerata oggi l’immagine dell’Italia all’estero…E adesso, chi paga?
Molte altre nazioni sono state e sono in condizioni sanitarie peggiori delle nostre eppure hanno minimizzato certe notizie-effetto e economicamente se la cavano molto meglio di noi.
Poi l’autodistruzione continua con le follie delle scelte politiche.
In questi giorni si è parlato di bloccare gli arrivi dal Bangladesh perché su un solo volo della Quatar si sono scoperti decine di “positivi”. MA CI RENDIAMO CONTO CHE ERANO STATI RIAPERTI GLI INGRESSI DAL BANGLADESH MENTRE RESTANO CHIUSI QUELLI CON GLI USA ?
Il problema è che pochi sanno cosa sia effettivamente successo in quella nazione come in tanti altri paesi asiatici (Cina compresa) e quindi le “statistiche” tranquillizzanti di quei paesi non sono minimamente rappresentative della realtà.
Eppure per i media vale di più il concetto “USA = contagiati = Trump cattivo ed irresponsabile” (oltre al Brasile, per via di Bolsonaro) che è il mantra quotidiano dei TG, ma qui siamo nel campo della demagogia politica, non della scienza.
INTANTO INSISTO: QUANDO ARRIVERANNO I RENDICONTO DELLE DONAZIONI FATTE ALLA PROTEZIONE CIVILE DA TANTI ITALIANI PER IL COVID? SONO SOLDI SPARITI NEL NULLA…
ANTIRAZZISMO AL CONTRARIO
Siamo al sublime con i corridori automobilistici di Formula 1 - strapagati - che si inginocchiano in segno di “omaggio antirazzista” a ricordare le ingiustizie verso i neri da parte dei bianchi. Forse sarebbe stato più utile che devolvessero anche una parte dei loro pingui guadagni ai poveracci di colore, ma su questo aspetto si sorvola. L’idea però dilaga, dopo la Boldrini in parlamento presto l’inginocchiatura si farà anche nel calcio (si unirò anche Balotelli, o resterà a bordo della sua fuoriserie?) e in spiaggia, al ritmo di “Chi-non-si-inginocchia-razzista-è-è-è…” perché la demagogia del politicamente corretto impera. Si inchina forse qualcuno per i cittadini di Hong Kong schiacciati dai cinesi? O per mille altre popolazioni deportate, violentate o distrutte che non si fila nessuno?
Siamo comunque al delirio: partiti da un nero ucciso dalla polizia a Minneapolis, città peraltro a maggioranza democratica, in tutti gli USA – sobillati proprio dai democratici che sperano così di vincere le elezioni mobilitando al voto i neri in chiave anti-Trump – tutto è diventato lecito ed auspicato, compreso l’abbattimento dei monumenti ai “razzisti” (si abbattono anche quelli che ricordano Cristoforo Colombo, considerato razzista pure lui). Si vogliono addirittura tirar giù con la dinamite anche i ritratti dei primi presidenti USA scolpiti nelle montagne del South Dakota perché simboli di “oppressione ai danni dei nativi americani”. Ne farebbe le spese anche il profilo di Lincoln che fino a ieri studiavamo essere l’antischiavista per eccellenza: c’è sempre qualcuno più antirazzista di te.
Chissà che alla fine questa ondata di demagogia non dia a Trump proprio un insperato sprint per tornare ad essere presidente: a sentire tanti amici americani sta andando proprio così.
COME FREGARE IL FISCO ITALIANO
La scorsa settimana si parlava della FIAT (FCA) che prende a prestito soldi in Italia garantiti dallo stato, ma le sue (poche) tasse le paga in Olanda.
Gli italiani dovrebbero capire meglio questo meccanismo che ci costa circa 6,5 miliardi di euro l’anno, altro che il MES.
In Europa ci sono infatti sei paesi (Lussemburgo, Irlanda, Olanda, Cipro, Belgio e Malta) autentici paradisi fiscali dove con poche norme giuridiche si fissano sedi di società (fittizie nel concreto, ufficiali nella forma) che così pagheranno molto meno imposte del dovuto, pur facendo buona parte delle loro vere operazioni economiche in altri paesi.
Vale per l’ex FIAT ma anche per i colossi del digitale, da Booking a Google a Uber, le cui sedi sono in Olanda e dove formalmente si fatturano anche i servizi che si vendono in Italia. In questi paesi il contribuente può concordare direttamente con lo stato il regime fiscale da applicare: una pacchia, ma ancora più impressionante è il volume degli investimenti esteri che così risultano in entrata in questi Paesi.
In Lussemburgo rappresentano il 6.000% del Pil (ovvero 60 volte quanto prodotto
da tutti i lussemburghesi!) a Malta il 1.500%, a Cipro il 1.000%, in Olanda il 550% e in Irlanda il 200%.
L’Olanda è tra le più agguerrite sia sul fronte dell’aggressività fiscale, come nel dire no alla solidarietà nell’emergenza Covid che pure ha colpito paesi (come l’Italia) che li fanno arricchire, altro che la “sobrietà” che ostentano verso l’Italia..
Inoltre la legge olandese permette un controllo totale di holding finanziarie sulle aziende, anche solo possedendo quote di minoranza. Ad esempio Exor, la finanziaria di casa Agnelli che è emigrata in Olanda nel 2016, possiede il 28,98% di FCA ma ha il 42,11% dei voti, così come controlla il 26,89% di Cnh (Iveco) ma ha il 41,68% dei voti e il 22,91% di Ferrari con il 32,75% dei voti.
È un modo legale per tirarsi fuori dal mercato libero che ha fatto fiorire le società più o meno di comodo: almeno 15 mila, secondo un rapporto del ministero delle Finanze al Parlamento olandese del 2018, con un flusso di denaro, a livello di fatturato, che va dai 4.500 ai 5.000 miliardi di euro ogni anno.
Tutto questo si traduce però in 6,6 miliardi di euro di tasse incassate in meno per l’Italia: quasi il 10% di quello che ci sono costati nel 2019 gli interessi sul debito pubblico.
Non c’è solo la Fiat (FCA) con sede “orange” ma anche la Ferrari, la Campari, Luxottica, Tenaris e mille altre società “italiane” che fanno lo stesso.
L’Europa è silenziosa o impotente perché, in materia fiscale, ogni Stato è sovrano. Capite però che l’UE non potrà mai funzionare in situazioni fiscali così diverse e sproporzionate? E in tutto ciò – guarda caso – l’Italia è sempre il paese messo peggio.
Tutti argomenti di cui però si parla poco o nulla, ma quanti ministri e politici italiani capiscono effettivamente queste cose e soprattutto agiscono di conseguenza?
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La massima della settimana: " Sono un conservatore in un paese in cui non c’e’ nulla da conservare." (Longanesi)
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IL PUNTO n. 773 del 3 luglio 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
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Sommario: MES - FOLLIE DA VIRUS – BONUS ALL’ EX FIAT – INTANTO A SEATTLE - CANNABIS LIBERA? – FELTRI - LIBRO SU DONNA RACHELE
IL MES
Essere pro o contro il MES non è come tifare per una squadra di calcio, ma piuttosto ragionare prendendo atto della gravità della realtà italiana. E’ è un peccato che troppi si siano esposti dichiarando “Mai il MES !” e non abbiano ora il coraggio di eventualmente tornare indietro.
I fondi del MES sono (sarebbero) purtroppo essenziali per l’Italia, ma quelle che continuano a non essere chiare sono piuttosto le condizioni per accedervi ed è su queste che si dovrebbe finalmente e seriamente discutere.
Il problema è che l’Italia è appesa al filo della BCE che in queste settimane sta acquistando “quintalate” di titoli di stato italiani e - senza questi acquisti della Banca Centrale Europea - saremmo al crollo generale. In questo senso il MES può essere un aiuto alternativo e prezioso.
Certo che se poi i soldi fossero gettati via in ospedali fantasma o sprechi nella sanità come in mille casi è avvenuto nel passato allora sarebbe un suicidio.
Il dramma vero è però anche l’incoscienza di Conte, un premier che continua a rimandare, tergiversare, mediare, posporre viste le liti nel suo governo: se la casa brucia ogni ritardo nell ’intervenire è un delitto e invece - pur di rimanere in piedi - Conte gigioneggia, mentre la situazione precipita. MA VOGLIAMO RENDERCENE CONTO, FINALMENTE?
FOLLIE DA VIRUS
Sono sempre più sconcertato dal comportamento degli “scienziati” che sul virus si insultano a vicenda, sul fatto che l’Italia stia precipitando tra un rinvio politico e l’altro, ma la cosa non sembra interessare mentre anche l’Europa si allinea alla demagogia.
Ultima follia europea: la riapertura delle frontiere a 15 stati extra UE.
Potranno entrare nell’area Schengen i visitatori provenienti da alcuni paesi nordafricani, dal Ruanda (chissà perché), Canada, Uruguay, Thailandia, Corea, Giappone e Australia. No agli USA, quindi, ma SI ALLA CINA se in condizioni di reciprocità.
Alla base della decisione ci stanno i dati forniti dalle autorità nazionali al OMS, di indici di contagio e «affidabilità» del sistema sanitario di un dato Paese.
Un criterio, questo, molto «politico» perché se un paese fornisce dati non veri (come presumibilmente da tempo sta facendo la Cina) può comunque così diventare “affidabile”. L’ andamento della epidemia, le frottole contate all’OMS e la sua inter dipendenza da Pechino, la discriminazione verso Taiwan, l’impossibilità di effettive verifiche in Cina, l’uso distorto del virus a vantaggio del regime cinese evidentemente all’Europa non hanno ancora insegnato nulla.
Dunque “cinesi welcome”: ma siamo proprio rincoglioniti !!??
AIUTI ALL’ EX FIAT
Via libera del ministero dell'Economia alla garanzia pubblica sull' 80 per cento del prestito da 6,3 MILIARDI (miliardi, non milioni !) di euro accordato da Intesa Sanpaolo alle attività italiane del gruppo Fca. «E un'operazione di sistema con la quale si punta a preservare e rafforzare la filiera dell’automobile in Italia e a rilanciare gli investimenti, l'innovazione e l’occupazione in un settore strategico per il futuro economico e industriale del Paese», sostiene il ministro dell'Economia.
Prendo atto: a) che mentre le medie e grandi aziende italiane faticano come non mai – anche con Intesa Sanpaolo - ad accedere alle garanzie ministeriali l’ex Fiat con sede in Olanda è riuscita ad avere il tutto in pochi giorni b) I beneficiari sostengono che con questi fondi aiuteranno imprese italiane, però intanto la sede la tengono all’estero e nessuno li spinge a riportarle in Italia per pagarci le imposte c) E’ vero che la “filiera” dell’automobile è imponente, ma allora lo è anche quella di molte altre e diverse attività e le auto Fiat rappresentano solo una piccola parte del mercato automobilistico italiano.
Ragioniamo di singole aziende: l’ex Fiat in Italia ha ora circa 60.000 dipendenti (altri dicono 30.000, a seconda se si considerano o meno i suoi marchi secondari) ma anche considerano il primo caso 6,3 miliardi significano più di 100.000 euro A TESTA per ogni dipendente (addirittura 200.000 euro A TESTA secondo la versione più restrittiva). DOMANDONA: ma quante aziende italiane mai percepiranno GARANTITI ALL’80% DALLO STATO crediti di 100.000 euro per ogni dipendente?
Fate i conti sulla vostra azienda od attività e pensate a quante imprese - italiane al 100% con sede fiscale in Italia e operanti in ogni settore, magari in gran parte tecnologiche o operative per per l'esportazione - si potevano in alternativa finanziare con questa mega-somma.
Se un libero professionista, un dipendente in cassa integrazione di un'azienda normale “vale” meno di mille euro al mese perché un dipendente Fiat deve “valerne” CENTO VOLTE DI PIU?
Non sto sostenendo che l’intervento sia sbagliato, ma questi sono i veri temi strategici da “Stati Generali” e non le troppe chiacchiere autoreferenziate, tanto più che il gruppo Fiat 20 anni fa aveva più del doppio dei dipendenti in Italia (122.000) rispetto ad oggi e che questi dipendenti rappresentano ora meno del 25% del gruppo Fca (la cui maggioranza fa capo a Exor, la holding estera che controlla di tutto, anche testate come il giornale Repubblica).
IN QUESTI ANNI FIAT HA DISINVESTITO IN ITALIA NONOSTANTE UNA MAREA DI AIUTI DI STATO RICEVUTI NEI DECENNI SCORSI.
Tra l’altro il prestito di Intesa ha una durata di 33 mesi e il tasso d'interesse che pagherà Fca, e che comprende il costo della garanzia pubblica stabilito dal Decreto Liquidità, non è stato neppure rivelato. Fca Italia (beneficiaria ufficiale) non pagherà dividendi agli azionisti (se ne avrà), ma potrà comunque farlo Fca/Exor perché la sede è fuori Italia. Il portafoglio degli Agnelli, quindi, è assicurato.
Nel complesso tutto questo vi sembra trasparente? A me no, proprio per niente.
Sul prossimo “IL PUNTO” pubblicherò una serie di riflessione proprio su queste incongruità fiscali che uccidono la politica europea (e l'economia italiana) creando disparità ed ingiustizie.
ANTIRAZZISMO IN USA, MA A SEATTLE …
Attenti alle parole: è un soffio passare per razzista, “suprematista bianco”, asociale ed ovviamente “fascista”. Nella forsennata campagna anti-Trump e con i media italiani schierati all’unisono contro il presidente, negli USA è in corso una demonizzazione forzata di tutto ciò che sia (o si presume) “razzista” con abbattimento di monumenti, cambio di bandiere, crociate afroamericane ecc.ecc.
Con la sapiente regia del partito democratico che spera così di portare al voto i neri e vincere le elezioni tutto fa brodo pur di attaccare Trump.
Pochi però hanno notato cosa stia succedendo a Seattle dove – ma chissà perché i media italiani non ne parlano - un intero quartiere è stato “rivendicato” e “conquistato” dagli “antirazzisti” e che le autorità hanno di fatto ceduto a questi “buoni cittadini.” Un quartiere “police free” per l’avvento di un mondo “peace & love” ma dove in pochi giorni un ragazzo è morto ammazzato, un altro è gravissimo e sono avvenute quattro sparatorie nella “zona autogestita”. Eppure quest’area doveva dimostrare che senza i poliziotti cattivi si poteva avere una società “libera dai condizionamenti razziali”.
La «chop zone» era stata istituita l’otto giugno scorso sulla scia delle proteste per la morte dell’afroamericano George Floyd, avvenuta a Minneapolis. L’area, denominata anche Chaz (Capitol Hill autonomous zone) comprende alcuni blocchi di edifici i cui ingressi sono presidiati dai manifestanti legati al movimento Black Lives Matter. L’area è animata da iniziative culturali, spettacoli, iniziative di ispirazione anticolonialista e antirazzista. All’interno della Chop si trovava anche un distretto di polizia la cui sede è stata però chiusa e abbandonata dagli agenti.
I risultati sono stati subito visibili….
CHI SI FUMA IL CERVELLO
Si riaccende il dibattito sulla legalizzazione della cannabis in occasione della presentazione del Libro Bianco sulle Droghe che ha messo in evidenza come il 'proibizionismo' in Italia costerebbe (ma io non ci credo) 20 miliardi di euro in mancate entrate per lo Stato che potrebbe vendere invece la droga direttamente in tabaccheria.
Prendo atto che questa ipotesi è pari a VENTI VOLTE i fondi destinati per mettere in sicurezza le scuole italiane, ma mi sembrano numeri decisamente strampalati. Mentre i radicali coltivano per provocazione piantine davanti a Montecitorio non poteva mancare l’ok dei 5 Stelle con Di Battista scatenato e che sostiene che liberalizzare la cannabis produrrà un aumento del Pil tra 1,20% e il 2,34%. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano i lettori.
ORDINE DEI GIORNALISTI – FELTRI
Vittorio Feltri se ne è andato dimettendosi dall’ Ordine dei Giornalisti dopo l’ennesimo richiamo non per quello che scrive ma perché è “ispiratore” di quello che scrive il quotidiano cui Feltri collabora.
Il punto non sono le ovvie responsabilità personale di chi eventualmente scriva falsità ma il “senso unico” politico che l’ Ordine dei Giornalisti ha sempre tenuto ovviamente coprendo la sinistra e martellando in testa a chi non la pensa con la vulgata progressista.
Parlo anche per esperienza personale: l’ Ordine dei Giornalisti cui sono iscritto da 44 anni anche nei miei confronti ha più volte tenuto una vergognosa vera e propria discriminazione faziosa.
Esprimo quindi totale solidarietà personale a Vittorio feltri.
LIBRO SU DONNA RACHELE
Organizzato dall’Associazione Culturale “CULTURA E TRADIZIONE” , VENERDI’ 10 LUGLIO ALLE ORE 21,00 PRESSO UNA SALA DELL’ALBERGO BELVEDERE di VERBANIA PALLANZA (sul lungolago, davanti all’imbarcadero) verrà presentato il volume “ DONNA RACHELE, MIA NONNA " dall’autrice Edda Negri Mussolini. Seguirà un dibattito che avrò il piacere di moderare personalmente .
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BUONA SETTIMANA A TUTTI MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 772 del 26 giugno 2020
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Sommario: PROPOSTE CONCRETE – MAGISTRATURA TRA RIFORMA E MELE MARCE – MEDICI: AZZUFFIAMOCI UN PO’!…
PROPOSTE CONCRETE
Leggere il “Corriere” di lunedì che in poche righe sintetizzava l’esito degli “Stati Generali” è stato disarmante. Per Conte, a conclusione di 86 dichiarati contatti – compresi Monica Guerritore, Fuksas e Elisa (cui Conte ha chiesto di cantare “Luce”) sicuramente degli economisti di grido – il succo è che “Bisogna modernizzare il paese, studiare nuove forme di energia e rendere l’Italia più inclusiva”. E per queste ideone si è tenuto un vertice di 10 giorni??? Mah, Tra l’altro anche l’ipotesi di ridurre l’IVA “non è decisa perché è costosa, ne parleremo”, è caduta dopo 2 giorni.
Il governo varerà per settembre un piano di rilancio “In una versione sufficientemente definita” (!!). Per realizzarla bisogna andare (ovviamente) “A fine legislatura, nel 2023” perché “Non dobbiamo solo riformare il paese, ma reinventarlo” Come? Altrettanto ovviamente “Con la riforma della burocrazia, i pagamenti digitali, le imprese 4.0 e l’alta velocità abbandonando i combustibili fossili e con un “bonus” (questo ci mancava) per 500 donne che vogliono diventare manager” .
Fine? Fine…
Il Fondo Monetario Internazionale prevede per l’Italia il 12,5% in meno del PIL e l’incremento del debito pubblico al 166% del medesimo (ovvero una catastrofe) ma non preoccupatevi, non abbiamo fretta. Se pensate che in 5 mesi il debito italiano è aumentato di QUINDICI VOLTE il tasso di aumento medio annuo sul quale per un decimale si consumavano settimane di diatribe con Bruxelles dovreste rendervi conto di cosa stia succedendo e dell’eredità che andrà a pesare sugli italiani e su chi in futuro avrà la ventura di tentare di governarli.
Non mi ripeto più su Conte, questo narciso dilettante allo sbaraglio che ci fa tutti fessi rinviando i problemi sine-die con la cancrena economica che ci divorerà e intanto tirando a campare, ma visto che bisogna anche PROPORRE, a Conte avrei detto che basterebbe cominciare a definire un primo punto strategico ovvero il rilancio “turistico” dell’Italia.
Non penso solo agli alberghi, ma a tutto ciò che è richiamo dall’ estero e contemporaneamente rappresenti qualità della vita di tutti noi. E’ turismo aiutare chi assume nel settore, finanziare cooperative (di giovani e donne) che organizzino accoglienza, visite culturali e storiche, finanziando Enti e comuni per sistemazione delle aree, spiagge, sentieri di montagna, finanziando ricerche archeologiche, la sistemazione dei centri storici con rivitalizzazione dei mille borghi abbandonati.
E’ turismo pensare alle infrastrutture, ma anche pulire subito le strade, colpire durante chi getta rifiuti ovunque, curare i particolari nelle ristrutturazioni edilizie per mantenere il bello che abbiamo, incentivare i B & B, gli agriturismo, la vendita diretta di prodotti agricoli di qualità, dare “buoni sconti” sulle autostrade almeno per i turisti (sono le più care d’Europa!). Diffondere una “mentalità turistica” significa cura ed amore del territorio, con lo sfruttamento intelligente di decine di migliaia di risorse, luoghi, spazi abbandonati ma anche essere ospitali e non voler fregare l’ospite. L’Italia non sono per il mondo le acciaierie di Taranto che portano (poco) lavoro ma distruggono e inquinano, ma piuttosto posti bellissimi che vanno affidati e gestiti da milioni di imprese, artigiani e piccolo commercio, professionisti seri che erano stremati già da prima del virus.
Ma torniamo alla miniera d’oro che può essere la difesa del territorio: ci sono milioni potenziali posti di lavoro che possono “rendere” subito e far circolare ricchezza. L’Italia era “Il giardino d’Europa” ma siamo precipitati per presenze turistiche in un progressivo degrado assurdo. C’è un Sud che potrebbe fare invidia a Spagna, Grecia, Portogallo…eppure tutti ci hanno bagnato il naso, con milioni di disoccupati e il paese si sbriciola in una triste sciatteria. Cucina italiana, vini italiani, musica italiana, clima invidiabile: abbiamo tutto e nessuno vuole pensarci.
Un tema così si può rilanciare con decreti veloci, semplici, pratici, attuali…possibile che nessuno a Villa Pamphili – occupandosi di massimi sistemi e con tanta demagogia - ne abbia parlato?
MAGISTRATI E AUTORIFORMA
Lo scandalo Palamara sta mettendo in luce le contraddizioni (e peggio) dei vertici della Magistratura italiana. Si dice e si scrive che serve un nuovo "autogoverno" della Magistratura per sganciarla dalla politica e perchè ritorni ad essere autorevole e super partes, soprattutto nella lottizzazione delle nomine.
Come è possibile che questo processo possa essere credibile se il Capo del CSM è il Presidente Mattarella (già esponente del PD) ma il vice-presidente del CSM - ovvero il braccio operativo, quello che di fatto lo dirige – continua ad essere l'on.le David Ermini? Ermini è un avvocato che è stato prima consigliere provinciale e capogruppo della Margherita a Firenze quando il presidente dell'ente era Matteo Renzi, poi contemporaneamente giudice onorario a Firenze, successivamente deputato del PD nel 2013 e quindi responsabile del dipartimento giustizia del partito.
Rieletto deputato – sempre del PD - nel 2018 Ermini, pochi mesi dopo, è stato "traghettato" al CSM ed eletto vice-presidente.
Ma ci ricordiamo che Palamara trafficava proprio con Cosimo Ferri e Luca Lotti, esponenti del PD (quest'ultimo toscano proprio come Elmini e uomo di fiducia del solito Matteo Renzi), già ministro allo sport dal 2015 al 2018 e ora sotto processo tra l'altro per l'affare Consip ?
E forse ricorderete anche il caso di Giovanni Legnini che – da parlamentare PD – nel 2014 è stato fino a fine settembre sottosegretario all’economia nel governo Renzi, ma contemporaneamente il 10 settembre dello stesso anno era stato eletto in quota PD allo stesso CSM? Ma è mai possibile passare in modo contemporaneo e così disinvolto dal parlamento al governo alla direzione della Magistratura attraversando i tre poteri costituzionali che (in teoria) dovrebbero essere tra loro indipendenti e sovrani?
Questo giro toscano non solo è inquietante, ma è proprio oggetto dello scandalo Palamara con i suoi contatti con esponenti del PD e la reciproca complessa ragnatela di traffici e di nomine.
Che garanzie ha allora il cittadino - ma anche la logica - che il CSM possa seriamente "autoregolamentarsi" nella trasparenza se è tuttora in mano a questi personaggi evidentemente comunque "contigui" a questo mondo?
Ma attenti, non è solo il PD: condivido con Matteo Renzi quando chiede che vengano pubblicati TUTTI i messaggi e i contatti di Palamara negli anni.
Anche perché se un politico chiede od offre un favore è imputabile di corruzione, illecito e voto di scambio, ma se - all’inverso - è un magistrato a chiederlo a un politico perché non è considerato reato? Anzichè lanciare tanti proclami il presidente Mattarella non avrebbe il dovere morale di intervenire sciogliendo prima di tutto queste ambiguità?
E poi, una volta per tutte, ci si decida: chi fa il magistrato non faccia carriera politica e se l'intraprende poi non deve poter più tornare indietro o ogni sua sentenza, per giusta che sia, sarà sempre letta anche in chiave politica.
A me sembra semplicemente una questione di buon senso prima ancora che di trasparenza e ha ragione “Il Foglio” che nei giorni scorsi scriveva di stare attenti a non guardare troppo alla “mela marcia” Palamara ma piuttosto al resto dell’albero, gravemente malato e corroso di dentro.
DEONTOLOGIA MEDICA
“Il virus è meno aggressivo” sottoscrivono dieci scienziati, “Sostenerlo è una demenziale scemenza” replica un medico tra quelli più gettonati nelle serate TV del coronavirus. “In autunno ci sarà una nuova ondata !” “ Assolutamente no, e se arriva sarà un virus attenuato e curabile”. “Nel mio reparto non ho più ricoverati, ormai sappiamo domarlo!” insistono da Genova “Solo chiacchiere, non è scienza” replicano da Milano. La procura di Bergamo chiama il virologo veneto contro quello lombardo e tra infettivologi, virologi, primari, esperti e professori (sono tutti professori!) si azzuffano alla grande.
La gente, a casa, avrebbe il diritto almeno di capire e magari tranquillizzarsi un po'.
PS: ieri sono stato in Svizzera. Stesso lago, stessa aria, stesse acque, ma a Locarno non ci sono segni dell’epidemia: nessuno gira con la mascherina (salvo gli italiani) al ristorante e al bar ti siedi come vuoi, il buffet sono serviti come al solito. Un altro mondo, eppure sembra che in Ticino ci siano stati (ovviamente) gli stesi problemi che in Lombardia. Adesso però pensate ad un turista tedesco: preferirà stare in un albergo sul Lago Maggiore dalla parte svizzera o su quella italiana? Forse comprenderete perchè a Locarno c’era vita e da noi tutto è sconsolatamente vuoto.
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BUONA SETTIMANA A TUTTI MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 771 del 19 giugno 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
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Sommario: IL SUCCO - SENNO DI POI – COLAO COLATO (A PICCO) – STATI GENERALI E GHIGLIOTTINA – MONTANELLI – GIUSTIZIE - VERBANIA: CICLABILE GIA’ A PEZZI
IL SUCCO
E’ semplice quanto drammatico: la situazione sta diventando sempre più difficile, a settembre sarà un disastro, I SOLDI PER RIPARTIRE NON CI SONO E VANNO TUTTI PRESI A PRESTITO quindi si tira in lungo sperando nel miracolo. Servirebbero chiarezza, velocità, coraggio, audacia, scelte impopolari e non solo sussidi ma il brodo si allunga perché Conte è deteriorato, così come l’opposizione.
“Intanto ogni giorno che passa è un giorno guadagnato” ragiona il premier e – come un furbo capo-pompiere – reagisce a chi gli urla “Emergenza!!” con un “Ha proprio ragione…che ne dice di risentirci verso fine settembre?”
Dovremmo insomma sperare nell’Europa, pur divisi anche sul MES, che però anche lei marcia divisa. Potrebbe aiutarci la Francia a spingere su Bruxelles per avere più prestiti, ma in cambio bisogna chiudere gli occhi sui francesi che si stanno accaparrando il meglio delle aziende italiane.
DEL SENNO DI POI
...ne sono piene le fosse. Trovo surreale che i PM di Bergamo vadano alla ricerca di un capro espiatorio per scoprire chi dovesse o meno firmare per la "zona rossa" in Val Seriana ai primi di marzo, non attuata subito e poi inclusa nel blocco di tutta la Lombardia. Trovo ingiusto prendersela su questo aspetto con Conte o il governatore Fontana: nessuno in quei giorni aveva un'idea di che cosa fosse o poteva diventare il contagio e credo nessuno abbia volutamente minimizzare il rischio.
Ovviamente industrie ed operatori economici avranno fatto pressioni per aspettare a chiudere tutto, ma anche loro in buona fede ben sapendo i disastri che sarebbero arrivati (come infatti è stato) con una chiusura generalizzata. Oggi la scelta di tenere aperte quelle zone, così come quella di costruire in pochi giorni un ospedale in Fiera Milano, sembrano sbagliate ma vanno contestualizzate alla allora situazione.
In passato abbiamo visto annunciare tante epidemie poi mai arrivate (dalla mucca pazza ai polli) e tra l'altro proprio l'OMS - su input cinese – ancora a marzo minimizzava il contagio. Piuttosto i PM insistano allora per un'indagine proprio sulle responsabilità dell’OMS visto quante decine di milioni paga ogni anno l’Italia a questa Organizzazione e sulle responsabilità dei politici (e non solo) per i disservizi che si sono registrati quasi ovunque nella gestione del Coronavirus.
MA UN PUNTO FONDAMENTALE RESTA L’ INDAGARE SUI FONDI RACCOLTI DALLA PROTEZIONE CIVILE. E' troppo chiedere un rendiconto accurato di quanto è stato raccolto e come lo si sia speso? E' troppo sapere dove siano finiti i milioni di euro spontaneamente offerti dagli italiani in aggiunta ai fondi disponibili già largamente concessi alle "tutine nere"? Perchè i soldi pubblici vanno sempre spesi bene anche nell'emergenza e l'impressione è che alla Protezione Civile - soprattutto da quando è diventata il baraccone che è - ci sia sempre stata opacità sulle spese e sui canali di comando, ma soprattutto sui successivi controlli.
Questa necessità di chiarezza sarà utile anche in futuro visto che tutte le nomine di questa struttura sono state politiche (e senza concorsi!) e "interne" al potere politico con legittimi dubbi sulle effettive capacità dei singoli. Appalti, gare, prezzi, acquisti: ecco un bel tema per solleciti Giudici alla ricerca della verità.
COLAO COLATO (A PICCO)
Triste destino per l’illustre dott. Prof. Vittorio Colao chiamato da Conte tra squilli di tromba al proprio capezzale in piena epidemia, ufficialmente per dare una mano “tecnica” al governo e a programmare il rilancio italiano. Alla fine mister Colao e la sua mega-commissione non se li sono filati nessuno, hanno prodotto 120 schede su idee assolutamente serie (anche se spesso assolutamente ovvie), solo che il loro allarme non era in sintonia con i tempi lunghi di Conte e le menate interministeriali che puntano a ben altre partite.
Così il professore – che doveva essere l’ospite d’onore agli “Stati Generali” - è stato liquidato in 40 minuti senza neppure presente tutto il governo e manco con un “grazie” finale. Forse perché aveva fatto capire a tutti la verità, ovvero che Conte non ha un piano, date, coperture, tempi.
Colao buttato giù dalla torre, avanti un altro per il nulla che avanza.
GLI STATI GENERALI
Un premier alla quotidiana ricerca di visibilità aveva convocato a sorpresa l’altisonante summit degli “Stati Generali” facendo storcere il naso perfino al PD. La conferma – e siamo solo a metà strada - è che si tratti proprio solo di una sfilata “Ad usum Conti”. Il menu – diluito in 10 giorni - prevede infatti chiacchiere quotidiane d’apertura, incontri istituzionali (anche se i big fanno solo una comparsata in video) poi conferenza-stampa pomeridiana con il premier che chiacchiera nuovamente in giardino e sua comparsata con show serale a reti unificate.
Concretezza? Nessuna. Piani strategici “Ne parleremo a settembre” perché mentre l’Italia affonda la strategia è il rinvio. Se qualcuno protesta – magari Bonomi di Confindustria – il commento del premier è “Non ci hanno capito, non siamo contro le imprese” ovvero altre chiacchiere che non significano nulla. “Stati Generali” inutili visto che il Parlamento non conta più niente e i DPCM sono il nuovo Vangelo e quindi Giusepi, l' "avvocato dei poveri", può galleggia intanto sulle liti interne e grazie alle nomine, ai veti su Autostrade, alle divisioni M5S, a Renzi che minaccia ma non morde anche lui terrorizzato dal possibile voto popolare. Ovviamente Conte chiede “coesione”, ma poi continua con i suoi decreti esattamente come al solito.
Lo scenario comunque è ben scelto: Villa Pamphili a Roma con i suoi splendidi giardini assomigliano in piccolo alla reggia di Versailles dove nel 1789 Luigi XVI convocò gli "Stati Generali" della Francia squassata dalla crisi, come l'Italia di oggi. Finirono con l'avvio della Rivoluzione Francese e la decapitazione del re.
Chissà se Conte ci ha fatto un pensierino, magari facendosi una toccatina di striscio.
MONTANELLI
Gli idioti che hanno deturpato la statua di Indro Montanelli a Milano sono soprattutto degli ignoranti visto che hanno giustificato il loro atto vandalico come protesta antirazzista. Nelle loro zucche vuote è probabile che non riescano neppure a concepire la freschezza e l'onestà intellettuale di un giornalista che è stato per tanti anni una libera alternativa di pensiero e sempre una schiena diritta.
Idioti che non sanno nulla delle sue cronache, dall'Africa al fronte finlandese, o della sua detenzione a San Vittore con i nazisti che lo volevano morto. Tanto meno della sua uscita dal "Corriere" per fondare nel 1974 "Il Giornale" e ancora le sue successivi liti con Berlusconi che pur l'aveva finanziato... Chissà se almeno sapevano che il monumento imbrattato sorge proprio là dove Montanelli fu “gambizzato” dalle Brigate Rosse. Idioti che non hanno ovviamente mai letto i suoi libri e il suo graffiante, quotidiano "Controcorrente" espressione di uno spirito libero che i “valorosi” dallo spray rosso non possono neppure immaginare.
PS: ma possibile che neppure visionando i video dei mascalzoni all’opera si sia riusciti ad identificarli?
GIUSTIZIE
Giusto 40 anni fa cominciava il calvario di Enzo Tortora. L’allora notissimo presentatore televisivo fu arrestato, processato, messo alla gogna, condannato pur essendo del tutto innocente.
Nessun Magistrato ha pagato per quella ignominia e per la sua morte avvenuta di fatto di crepacuore. Come credere poi ai vari governi e ministri della giustizia che si sono succeduti quando il sistema sembra non cambiare mai? Alla delicatissima procura di Perugia (inchiesta Palamara & politici) tre giorni fa è stato eletto da un CSM spaccato e “politico” - con 12 voti contro 8 e 5 astenuti - proprio Raffaele Cantone che pure rapporti con la politica ne ha avuti eccome e anche di recente.
Ecco perché fa sorridere Bonafede che dopo aver scarcerato boss e viceboss per il virus “manda gli ispettori” per la scarcerazione di Massimo Carminati, il “nero” che – dopo 5 anni passati al 41 bis – viene rilasciato per scadenza dei termini. Se è colpevole è assurdo rilasciarlo, se fosse innocente è stata una ingiustizia avergli fatto trascorrere cinque anni di vita come un boss mafioso. Capite perché quando poi Colao sottolinea nelle sue schede che “In Italia occorre riformare la Giustizia” il minimo è sorridere? Anche perché Mattarella al massimo interviene con i suoi fulgidi discorsi come quello di ieri (si riferiva a Perugia?)…e tutto continua esattamente come prima
VERBANIA: CICLABILE GIA’ A PEZZI
Da anni è in corso a Verbania la costruzione della pista ciclabile tra Suna e Fondotoce tra ritardi, liti sull’appalto, sospensioni dei lavori. A parte gli attuali lavori di sterro degni delle fondamenta del Duomo di Milano basta passare in auto per notare il degrado che a meno di un anno dall’inaugurazione ha già colpito il primo lotto. Parapetti arrugginiti (no, non è corten, è proprio ruggine), pavimentazione di legno già traballante e malmessa (usando il legno vicino al lago...), segnaletica cancellata e sbocco in una curva cieca pericolosissima….vedere per credere.
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BUONA SETTIMANA A TUTTI MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 770 del 12 giugno 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
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Sommario: INGINOCCHIATI IN AULA - GIRO D’ITALIA
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IN GINOCCHIO LA DEMAGOGIA
Vedere Laura Boldrini ed altri deputati del PD inginocchiarsi in aula alla Camera per ricordare il nero George Floyd mi ha scoprire a quanto possa arrivare la demagogia.
Parliamoci chiaro e senza peli sulla lingua: l’episodio del poliziotto di Minneapolis che ne ha causato la morte soffocandolo è inaudito e indegno: l’assassino sia processato e condannato duramente, come i suoi colleghi che non sono intervenuti.
Questo per fare chiarezza totale, ma da lì in poi è ora di aprire gli occhi e parlarsi chiaro. Innanzitutto quei poliziotti erano di una città e non “federali” e quindi Trump non c’entra nulla, ma semmai ne è responsabile il sindaco di Minneapolis che – ma guarda! – è Jacob Frey, un rampante esponente democratico e non un repubblicano, così come il sindaco di New York dove pure ci sono state tante altre violenze.
Guarda caso è di colore anche il capo della polizia di Minneapolis, Medaria Arradondo, e - a sottolineare che l’episodio non aveva particolari connotazioni razziali – andrebbe anche ricordato che George Floyd aveva piuttosto precedenti per rapina a mano armata aggravata.
Il problema è che i democratici – a corto di idee e di voti per novembre – prima avevano attaccato Trump sul coronavirus accusandolo di tutto. Poi, quando hanno visto che il presidente ha contenuto i danni economici dell’epidemia, dovevano trovare assolutamente un altro “caso” e l’episodio di Minneapolis andava a pennello per mobilitare i neri al voto di novembre pur sapendo di scatenare altra violenza.
In America ci sono moltissimi problemi razziali e sociali, la strumentalizzazione è facile, così come la demagogia. Sul caso è montata per giorni una violenza incredibile con danneggiamenti, morti, feriti, saccheggi, assalti che non c’entravano nulla con l’episodio iniziale, ma creati ad arte per far montare il caso.
Violenze che hanno semmai acuito le diversità, gli odi razziali, la radicalizzazione di parte culminata con la presenza del candidato democratico Joe Biden ai funerali “privati” della vittima, giusto per non farsi notare...
Non potevano quindi mancare all’appuntamento i sinistri nostrani, quelli che parlano sempre di “strumentalizzazione” se a delinquere è un immigrato e che certo non si sono mai inginocchiati per un poliziotto assassinato, italiano o americano che sia.
Eppure – purtroppo – di poliziotti innocenti ne sono morti tanti.
GIRO D’ITALIA
Riaperte le gabbie ho dovuto correre per una settimana in giro per l'Italia e l’ho ritrovata più triste, spaventata, incerta.
Possiamo anche riderci sopra: c'è chi tiene la mascherina e chi no, chi ha paura e chi invece fa lo spavaldo ma - soprattutto - non c'è un hotel, un ristorante, un bar o un esercizio commerciale dove le norme vengano applicate - ma soprattutto vissute - in modo univoco.
Siete mai stati al ristorante dopo il 3 giugno? Avete notato se e come l'olio per l'insalata ve lo abbiano portato in tavola? E' un micro-esempio tra chi ha optato per le bustine in plastica monouso (davvero con olio extravergine ?!) oppure con il cameriere che non molla la bottiglia perchè l’olio te lo versa assolutamente solo lui, passando da chi va avanti alla moda vecchia o a chi invece l'insalata la serve già condita e sotto cellophane, in arrivo direttamente dalla cucina.
Stesso destino per i piatti di portata (monoporzioni o comuni per più commensali?) che hanno sollecitato la fantasia dei più. Come dividere in due una fiorentina se non siete "congiunti" o una spigola di un chilo? E non parliamo poi delle colazioni la mattina in albergo, orfane dei buffet e che finiscono tragicamente tra bicchieri di plastica, merendine monouso con stop agli affettati per la gioia dei vegani e soprattutto dei suini italiani ed esteri. Crollano così i risotti "minimo due porzioni" e - sparito da tavola il parmigiano grattugiato - in generale è una corsa culinaria al ribasso e alla mortificazione dei sensi.
Poi c’è il report dei 14 giorni 14: ti chiedono cognome e nome con la data di nascita, oppure no: meglio solo il codice fiscale. Nell’incertezza lascia anche il telefono, in alternativa takeaway e scappi (pagando, però!) mentre qualcuno ti propone un’agenda da compilare (ma così leggi chi c’è seduto all’altro tavolo, come la mettiamo con la privacy?). Allora meglio solo un foglietto… ma la penna con uso in comune sarà sterilizzata?
In un moltiplicarsi di disinfettanti - a pedale, monouso, a piantana, automatici o manuali - l'impressione è che si punti soprattutto alla facciata più che alla sostanza tra plexiglass, cartelli, scritte a volontà e tante mascherine: bianche, verdi, nere, tricolori, griffate, personalizzate, con o senza valvola.
E' un'Italia divisa anche per età: superi in autostrada l'anziano che da solo guida la sua Panda rigorosamente con mascherina (anche se nell'abitacolo è solo) passando alla "movida" serale di chi del virus se ne frega.
Ma fin qui abbiamo scherzato: poi c’è la realtà.
Ho percorso Ponte Vecchio a Firenze spettrale e squallido in pieno giorno con le sue botteghe chiuse e gironzolato in una Roma desolatamente semideserta già in prima serata. L’Italia turistica è quella più profondamente in crisi, triste e preoccupata, con gli operatori che temono come ancora non ci sia resi conto - al vertice - di quanto peserà questa voce sulla minor ricchezza di tutti e non solo per le boutique deserte dell'alta moda, ma anche per tutti quei negozi che hanno sì riaperto, ma non battono un chiodo.
Se poi incroci qualcuno che il virus l'ha subito - di solito da asintomatico o con sintomi molto lievi - è costante la litania dei disservizi, di tamponi persi o non fatti, di tempi buttati via senza un protocollo serio che valesse per tutti.
Mentre ingialliscono ovunque gli arcobaleno dell' "andrà tutto bene" si moltiplicano i dubbi sul futuro economico di un Paese spaccato tra "garantiti" e non.
C’è invidia per i dipendenti pubblici dallo stipendio sicuro rispetto a disoccupati, lavoratori autonomi e tante partite IVA che devono già prepararsi a pagare IMU e tasse varie senza aver incassato niente: un mugugno generale che non promette niente di buono.
Anche perché soldi ne sono arrivati poco nonostante tante (troppe) promesse e vedremo l’utilità di questi “Stati Generali” che per ora sembrano soprattutto l’ennesimo show di Conte & C.
BUONA SETTIMANA A TUTTI MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 769 del 5 giugno 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
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Sommario: MATTARELLA E L’UNITA’ - BONOMI HA RAGIONE – SEQUESTRI, RISCATTI, RICORDI E LIBERTA’ – PROVOCAZIONI SUDTIROLESI - LA STORIA A TELE VCO
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MATTARELLA E L’UNITA’
Il presidente Mattarella in occasione del 2 giugno ha invitato gli italiani “Ad unirsi e a non dividersi” e tutti i media hanno interpretato la frase come una critica alle manifestazioni del centro-destra che si sono tenute in oltre 100 piazze d’ Italia senza simboli di partito e cercando di osservare le norme di sicurezza per protestare contro il governo Conte.
Credo anch’io che sarebbe molto opportuno che gli italiani si unissero non solo per superare la crisi sanitaria, ma anche con la voglia, l’orgoglio, la rabbia di voler mettersi insieme per ricostruire questo paese.
Vorrei però chiedere con molta serenità al Capo dello Stato: Presidente Mattarella, ha mai pensato che per molti italiani è diventato proprio Lei un elemento di divisione constatando che non riesce mai ad essere “super partes”?
Mediti…Ha rifiutato nuove elezioni, dimostra appoggio incondizionato al governo Conte senza mai – per esempio – un messaggio di richiamo alle Camere o uno stop ad una legge. Il Suo silenzio è totale sui pasticci che si combinano, senza mai esprimere una critica all’esecutivo.
Lei ha firmato immediatamente tutti i DCPM imposti da Conte in questi mesi senza neppure leggerli (o almeno farli leggere, visto che è umanamente impossibile esaminare centinaia di pagine in poche ore!). Eppure quei decreti sono poi stati approvati sempre e solo con voto di fiducia, quindi con la loro promulgazione Lei ha di fatto accettato e consacrato la prassi ormai consolidata che Camera e Senato non contino più nulla.
La Sua sterile “irritazione” per la politica che imperversa nella Magistratura (di cui Lei è però il capo supremo e quindi responsabile) si è fermata lì, sostenendo che non è compito suo cambiare la legge istitutiva del CSM. Vero, ma se lei fosse andato in TV dicendo chiaramente davanti a tutti gli italiani che così non si può andare avanti e che è una vergogna, “diffidando” prima di tutti il ministro Bonafede e il governo a scegliere nuove strade e a proporre una nuova legge in termini brevi non sarebbe stato (finalmente) molto più incisivo?
Scusi, Presidente, ma Lei ha accettato ed accetta tuttora un governo in cui c’è Di Maio a ministro degli Esteri, la Azzolina all’istruzione ecc.ecc. Non ritiene di avere qualche responsabilità avendo approvato lei questa lista di ministri? Pensi che Scalfaro aveva rifiutato la nomina di Mirko Tremaglia a ministro degli italiani nel mondo solo perché quaranta anni prima aveva aderito alla RSI!
Eppure Lei Giggino Di Maio lo conosceva bene e ne sapeva i chiarissimi limiti: se oggi perfino la Grecia, la Svizzera o l’ Austria ci chiudono le frontiere non si sente un po' responsabile per non aver imposto con fermezza a Conte qualche tecnico di qualità, almeno in alcuni ministeri-chiave?
Rappresentare “tutti”, caro Presidente, vuol dire capire e rispettare (e qualche volta anche condividere) le istanze, le proteste, i dubbi, le critiche dell’opposizione che – tra l’altro – stando a tutti i sondaggi è larga maggioranza nel Paese. Ma questa “maggioranza silenziosa” come può sentirsi unita e rappresentata se al Quirinale non viene mai considerata o tanto meno ascoltata?
Quindi, Presidente, si faccia un dell' esamino di coscienza…
BONOMI: SE LA POLITICA E’ PEGGIO DEL VIRUS
Nei giorni scorsi il neo-presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha rilasciato diverse interviste. Poiché è raro leggere parole così chiare, autorevoli e precise ne pubblico integralmente uno stralcio tratto da quella pubblicata da “Repubblica”. Bonomi non ha ragione perché è il nuovo capo degli industriali, ma perché sostiene cose sensate e di buon senso. Giudicatelo voi:
"Questa politica rischia di fare più danni del Covid". E' l'accusa lanciata da Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, in un'intervista a Repubblica. "La narrazione secondo cui una volta passata la pandemia tutto tornerà come prima - sottolinea Bonomia - è una falsità bella e buona. La realtà è un'altra. Questo è un Paese che si è abituato ad essere anestetizzato. Io non sto cercando le polemica, non sono contro a priori. Sto cercando di mettere tutti davanti alla realtà: gli imprenditori sono fortemente preoccupati. In autunno molte imprese non riapriranno, altre dovranno ridimensionarsi. Non sappiamo cosa succederà domani, che ne sarà delle commesse, degli ordini, dei fornitori". Sul milione di licenziamenti prospettati nei giorni scorsi, chiarisce: "Ho detto quel che sanno tutti coloro che ogni mattina vanno in azienda a lavorare. Il governo ha bloccato i licenziamenti fino ad agosto. Ma il lavoro, i posti di lavoro, non si gestiscono e non si creano per decreto. Serve una strategia, una visione, un'idea di quale Paese vogliamo costruire. Bisogna smetterla di guardare esclusivamente al dividendo elettorale". Su quello che, a suo giudizio, c'è da fare, afferma: "Lo ha detto molto bene il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco. Bisogna puntare sulla crescita: sono venticinque anni che il nostro Paese perde produttività, allontanandosi sempre più dai concorrenti. E la crescita dipende anche da dove si allocano le risorse: da decenni si aumenta la spesa corrente (il dividendo elettorale) a scapito degli investimenti nelle infrastrutture, nella sanità, nell'innovazione e nella ricerca, nelle politiche per la sostenibilità ambientale e sociale…”
Che gli italiani capiscano, ascoltino e chiedano alla politica (tutta) di essere almeno un po' più responsabile.
SEQUESTRI, RISCATTI, RICORDI E LIBERTA’
E’ mancata nei giorni scorsi a Roma a 93 anni Anna Calissoni Bulgari, rapita dall' "anonima sarda" nel 1983 con il figlio Giorgio, di cui sono amico. La riservatezza di quest’ultimo ha fatto sì che nei nostri incontri non si parli quasi mai di quel maledetto giorno quando ancora minorenne fu brutalmente sequestrato insieme a sua madre e tenuto prigioniero fino alla notte di Natale di quello stesso anno.
Inorridisco sempre nel sentire la parola “sequestro” o abusarne, arrivando addirittura a quel “sequestro di persona aggravato” di cui per esempio è accusato Matteo Salvini, per aver impedito per tre giorni, come ministro dell’Interno, lo sbarco di 131 persone tratte in salvo nel Mediterraneo (e che a bordo erano comunque assistite in tutto) per sottolineare il clamoroso disinteresse europeo.
E ancora ho molti dubbi per il “sequestro” nel caso di Silvia Romano rimpatriata in pompa magna con un volo di stato, in piena pandemia, nel frattempo beatamente e volontariamente convertita all’ Islam, sorridente e desiderosa di ritornare in Africa appena possibile, Per lei lo Stato avrebbe pagato almeno 4 milioni di euro che così andranno a finanziare nuovi attentati terroristici!
Come lei, altre “cooperanti” in questi anni sono state liberate a peso d’oro dal governo italiano, grazie all’ aiuto dei nostri servizi segreti.
La tristezza del momento per la scomparsa di Anna Bulgari induce però ad una riflessione: dov'era lo stato quando Giorgio e sua madre furono rapiti a due passi da Roma? Ministro dell'interno era allora Oscar Luigi Scalfaro, la famiglia fu del tutto abbandonata e poi costretta a pagare dopo una atroce mutilazione proprio di Giorgio.
Quello era addirittura il secondo sequestro in famiglia, ma lo stato era completamente assente tanto che per Giorgio e Anna Bulgari le trattative vennero portate avanti dalla sorella Laura in assoluta solitudine. I Bulgari pagarono poi 4 miliardi di lire di tasca loro, una cifra enorme per allora eppure non arrivò mai neppure una telefonata di solidarietà dal governo o dai vertici dello stato.
Non voglio immaginare la responsabilità e le angosce assunte dai famigliari quando videro recapitarsi in una busta la mutilazione di Giorgio per indurli a pagare.
Anna Bulgari si è spenta portandosi dietro anche questo macigno sul cuore, ma è nostro dovere non dimenticare perché la memoria è un atto di giustizia dovuto.
Per Anna, per Giorgio, per tutti coloro che sono stati e sono in questo momento nelle mani di rapitori in tutto il mondo, spesso dimenticati e imploranti una libertà che non arriverà per tutti allo stesso modo e che per alcuni, purtroppo, non arriverà mai.
PROVOCAZIONI SUDTIROLESI
L’Austria apre le frontiere in Europa ma non verso l’Italia, e intanto gli Schützen altoatesini hanno messo dei grandi cartelli lungo i confini provinciali con la scritta "Verrückt nach Süden" ovvero "spostato a sud", in riferimento al confine di Stato.
Per la loro "performance" è stato provocatoriamente scelto il 2 giugno e i cartelli sono stati posizionati su 25 passi alpini e lungo le strade. Secondo il loro comandate "Gli ultimi tre mesi probabilmente hanno aperto gli occhi anche a chi era ancora indeciso. Restrizioni, caos e più vittime che in altri Stati. L'Italia non fa bene al Sudtirol, l'Italia è un danno per tutte le persone che ci vivono".
Visto che l’Italia è così matrigna, cosa si aspetta allora a SOSPENDERE O ALMENO RIDURRE ALLA PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO I SUPER BENEFICI FISCALI ED ECONOMICI DI CUI GODONO QUESTI SIGNORI RISPETTO A TUTTI GLI ALTRI CITTADINI ITALIANI ?
In Ossola, in Valsesia o in Valtellina sono montanari anche loro, eppure non vedono un euro: è questa l’Italia della “legge uguale per tutti”? Strapagare chi ci insulta mi sembra decisamente troppo, tirino un po' la cinghia anche Lor Signori o si trasferiscano a Innsbruck, così siamo e saranno tutti contenti.
E ricordiamoci sempre che la Sudtiroler Volkspartei è “eternamente” al governo, e da 70 anni "si ciuccia la ciccia"… comodo, no?
LA STORIA A TELE VCO
Segnalo che proseguono ogni martedì alle 13.30 i miei appuntamenti con la Storia a Tele VCO - AZZURRA TV (canale 19, oppure in streaming www.televcoazzurra.it). Le lezioni vengono replicate per tutto il pomeriggio - sempre di martedì - al minuto 0.30 fino alle ore 18.30. Sono una sintesi delle mie conferenze all’ UNITRE di Arona e in queste settimane (fino a metà giugno) si approfondirà la storia delle zone del Lago Maggiore.
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BUONA SETTIMANA A TUTTI MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 768 del 29 maggio 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
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Sommario: GIUSTIZIA & POLITICA, IL CANCRO E’ IRREVERSIBILE ? – NON PESTATE I PIEDI AGLI SVIZZERI – STORIA IN TV
IL COMA DELLA GIUSTIZIA ITALIANA
Mentre l’Italia è avvitata nelle conseguenze del coronavirus c’è un’altra emergenza che sta passando sotto traccia, ma grave quanto la prima: la crisi della nostra giustizia.
Se ne parla poco per un omertoso silenzio dei media, una sostanziale indifferenza dei TG e poca attenzione da parte dei quaquaraqua che discettano sui mali del mondo, da Trump in giù, ma sempre bene attenti a mai rischiare di persona.
La Giustizia italiana è in coma, il palazzo (complice) è assente, il Quirinale tace, la barca va a fondo. Non sto facendo demagogia, ma credetemi che siamo nel caos.
La stessa Europa ci chiede di intervenire condizionando gli aiuti per il virus (siamo a questo punto!) in cambio di riforme e - prima di tutte - nel modo tutto italiano di “non” fare giustizia visti i tempi biblici della nostra giustizia civile e penale.
Nella mia vita ho avuto a che fare con molti magistrati trovandone di seri ed integerrimi (anche tra persone notoriamente di sinistra), altri manifestamente incapaci o sostanzialmente nullafacenti e alcuni decisamente faziosi.
Il problema però non è il singolo magistrato, ma il “sistema” che non regge più e sta sprofondando in una crisi ben più grave di quella che ha visto coinvolto il ministro Bonafede (ovviamente “assolto” con la scontata capriola di Renzi) la scorsa settimana in una polemica tutta incentrata sul rilascio dei mafiosi dalle carceri e la sospetta nomina ai vertici del sistema penitenziario.
Una crisi che va anche al di là degli scandalosi colloqui di Palamara ( “Faccia di tonno” lo chiamava in tempi non sospetti l’ex presidente Cossiga in un video che è diventato virale sui social, eppure “ il tonno” nel frattempo era salito ai vertici dei magistrati!), uno che apertamente invitava altri giudici ad incastrare l’allora ministro Salvini “anche se ha ragione” .
Un abuso quindi conclamato, plateale, terribile di una magistratura infiltrata dalla politica e usata per ricattare gli avversari...
Eppure nessuno dalle parti del PD sembra scandalizzarsi (visto che erano i convolti!) e addirittura l’ex vice-presidente del CSM Legnini – nella m…. fino al collo - parla di “provocazioni”. Ma il male è addirittura più profondo, sottile, tumorale perché coinvolge i vertici dello stato, la politica e il malaffare.
In una settimana escono non solo le dichiarazioni di Palamara (ma a tirarle fuori è “La Verità”, non la grande stampa!) ma è inquisito anche il procuratore della Repubblica di Taranto e si aprono clamorosi sviluppi su possibili coinvolgimenti e pressioni dell’ex presidente Napolitano per silenziare i rapporti tra stato e mafia, mentre la paralisi del CSM è palese.
Qui sta il primo punto: la crisi è a così alto livello anche perché il Presidente della repubblica Mattarella – non solo formalmente a capo della magistratura italiana – continua a tacere, a non prendere provvedimenti, a non chiedere ed imporre apertamente le dimissioni a tutti quelli che sono coinvolti, a chiedere di sciogliere il CSM e le sue malefiche “correnti”. Perché Mattarella tace?
Forse perché Palamara non parlava con il suo specchio, ma con noti esponenti del PD come Legnini che erano inseriti ad altissimi livelli, alternando “passaggi” al governo e poi rimettendosi la toga, "registi" di nomine e trasferimenti negli uffici giudiziari.
Forse il Presidente Mattarella non sapeva, ma è mai possibile? Comunque adesso lo sa…eppure prosegue questo un suo imbarazzante silenzio nei riguardi di chi lo ha eletto (e magari vorrebbe rieleggerlo). Non credo sia una tacita accettazione del sistema, ma è un silenzio non più tollerabile in una Repubblica che non sia delle banane, perché da 3.000 anni è proprio il Diritto la linea che contraddistingue una civiltà e la nostra Costituzione è chiarissima nel sottolineare l’indipendenza dei poteri. Mi aspettavo quindi almeno un suo atto formale alle Camere, una assunzione di responsabilità… nulla.
Intanto la commistione tra politica e magistratura ha superato ogni logica, ogni tolleranza, ogni pudore, ma questo sembra non interessare nessuno, mentre solo se “La legge è uguale per tutti” il cittadino si sente protetto ed è tenuto a comportarsi bene. Per questo vorrei da Mattarella non parole ma atti, decisioni, prese di posizione inequivocabili… che però tardano da mesi.
Quello che poi mi chiedo è perché - se la gran parte dei giudici italiani si comporta in modo corretto - non salga almeno "dal basso" una profonda critica alla propria casta e al modo in cui viene diretta. Il silenzio lascia temere che in fondo il sistema per molte toghe vada bene più o meno così, con un pensiero alla carriera e alle adeguate amicizie di “corrente” necessarie per proseguirla.
Poi è arrivato il Coronavirus che ha messo a nudo la crisi “pratica” del NON “poter fare” giustizia in Italia. Se nelle scuole si è cercato bene o male di insegnare a distanza, così come in tutte le imprese si sono cercati rimedi-tampone per continuare a lavorare, la giustizia italiana - in pratica - ha invece semplicemente dato forfait. Ferme quasi tutte le cause in corso, le cancellerie, gli uffici in una paralisi generale che è di sistema, mentre il “Palazzo” gigioneggia solo su parole. Parole, parole, parole sulla prescrizione, le intercettazioni, la privacy e i massimi sistemi, ma NULLA su come risolvere i problemi quotidiani.
Sarò spiccio e brutale: quanta gente negli uffici giudiziari ha continuato a prendersi lo stipendio senza lavorare e senza rischiare il posto o la cassa integrazione? Mentre l’Italia degli avvocati è in crisi e si rischia il fallimento degli studi legali la “controparte” non batte ciglio: chissenefrega se non arriva una sentenza, se i rinvii sono di mesi, se le udienze non si tengono.
Ma il cittadino che sta in mezzo, a chi può rivolgersi?
Non alla politica perché è complice, non al Quirinale che tace, no ai giudici perché “cane non mangia cane”. Questa è una crisi tutta italiana e che ci vede ancora una volta ultimi in Europa.
Altro che epidemia: è un cancro, ma soprattutto è una inciviltà.
QUANDO LA SVIZZERA SI INC…
Ricordatevi che gli svizzeri sono molto gelosi – ed a ragione – delle loro prerogative di indipendenza e sarebbe utile ascoltare e capire l’evidente irritazione delle autorità federali elvetiche quando hanno risposto “No, grazie” alla richiesta di riapertura delle frontiere da parte dell’Italia.
Roma è d'altronde considerata colpevole di non aver sentito anche il loro parere annunciando in modo unilaterale che dal 3 giugno le frontiere sarebbero state aperte, tanto che gli svizzeri, decisamente arrabbiati, hanno annunciato la riapertura verso Francia, Austria e Germania per il 15 giugno ma per l’Italia – e solo forse - soltanto il 6 luglio.
Un ko per le zone di confine – Lago Maggiore in testa – perché solo dalla Svizzera possono arrivare anche i tedeschi e quindi crisi nera per turismo, alberghi, ristoranti, mercati, seconde case.
Forse Di Maio non sa neppure che per riaprire una frontiera (oltretutto extraeuropea!) bisogna essere in due e sarebbe stato gesto cortese informare prima riservatamente la controparte dei propri desideri ad evitare comprensibili irrigidimenti.
Intanto però la crisi resta, auto e persone non passano, i treni internazionali come il “Cisalpino” sono tutti fermi da 3 mesi (un disastro per chi in Italia gravita su Milano) e va davvero un grazie agli esponenti della Lega sen. Enrico Montani, on. Alberto Gusmeroli e all’europarlamentare Alessandro Panza che almeno sono intervenuti con pesantezza, perché se le frontiere svizzere restano chiuse è davvero un dramma per tutti.
Poi ci si mette anche una ipocrisia tutta elvetica visto che i lavoratori frontalieri (utili alla Svizzera) sono sempre potuti e possono passare il confine, ma non gli svizzeri se vogliono venire a fare acquisti da noi. Mentre in Italia si sono moltiplicati i divieti in Svizzera d'altronde si è invece cercato di mantenere tutto sotto controllo e senza mettere in piazza i propri guai. Atteggiamento ipocrita? Forse, ma gli svizzeri sono fatti così e da secoli i loro conti sanno farli bene, ragionando quindi che era meglio minimizzare e non suscitare il panico. Una decisione saggia? Alla fine sicuramente vincente.
LA STORIA A TELE VCO
Segnalo che proseguono ogni martedì alle 13.30 i miei appuntamenti con la Storia a Tele VCO - AZZURRA TV (canale 19, oppure in streaming www.televcoazzurra.it). Le lezioni vengono replicate per tutto il pomeriggio - sempre di martedì - al minuto 0.30 fino alle ore 18.30. Sono una sintesi delle mie conferenze all’ UNITRE di Arona e in queste settimane (fino a metà giugno) si approfondirà la storia della pesca e degli antichi mestieri sul Lago Maggiore.
BUONA SETTIMANA A TUTTI ! MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 767 del 22 maggio 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Segnalo che il mio sito www.marcozacchera.it è stato recentemente rinnovato e arricchito di informazioni, articoli e notizie: dategli un’occhiata!
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Sommario: IL CENTRO-DESTRA DEVE DECIDERE – SERVIZIO CIVILE NAZIONALE – Approfondimento: QUEL PASTICCIO BRUTTO DELL’ OMS – DUE POSIZIONI DA MEDITARE
DOV’E’ IL CENTRO-DESTRA?
Archiviata l’ennesima sceneggiata del partitino di Renzi che vive di rendita ricattando il governo con atteggiamenti che ricordano gli esattori della camorra in cravatta che periodicamente passano a riscuotere il pizzo, resta il fatto che non appena il rischio da coronavirus si è un minimo allentato sono subito riprese le liti nel governo.
Visto che l’esecutivo di Conte è un muro di gomma non credo si andrà presto a una crisi ma il centro-destra deve comunque attrezzarsi adesso per il futuro o - anche vincendo prima o poi le elezioni - si ritroverà incapace a gestire un cumulo di macerie.
Temo che all’attuale opposizione manchi (purtroppo) una visione strategica della situazione.
L'Italia è in pieno disastro, ma non la si governa con gli show muscolosi o solo slogan che possono conquistare una maggioranza di delusi, di insoddisfatti, puntando ad un voto di protesta che può avere delle fiammate, ma che – è dimostrato – se non è convinto non regge nel tempo.
Sei mesi fa scrivevo che era indispensabile impostare subito un programma semplice, chiaro ma attuabile per governare il paese e soprattutto trovare una intesa forte tra Salvini, la Meloni e quello che resta di Forza Italia. Se ancora oggi - dopo il caos che è tuttora in corso - questi leader non capiscono che il tempo è drammaticamente scaduto e che occorre proporre qualcosa di diverso ma di unitario e alternativo alla nazione, non se ne esce.
L'antagonismo strisciante Fdi-Lega uccide l'alternativa alla sinistra mentre servirebbe subito un governo-ombra che denunci il malaffare ma faccia anche proposte credibili, non demagogiche e soprattutto abbia un respiro di alcuni anni per intervenire perché la situazione è tragica e peggiorerà.
Conte è un burattino-burattinaio che cambia scenari, idee, posizioni perché sa che è l'unico modo per mediare ad oltranza giocando sulla paura delle elezioni per i suoi partner. Si barcamena tra la demagogia più sfrenata dei 5 Stelle, il pragmatismo del PD uso a gestire, un Renzi che tira alla pietanza quotidiana dopo aver rinunciato ad ogni ipotesi di rinnovamento.
Conte è così diventato inossidabile perchè - se cade - per la sinistra dopo di lui sarebbe il diluvio.
Ma il centro-destra non può perdere altro tempo: la gente non capisce le divisioni, è stufa marcia della sinistra ma non vede crescere una alternativa ed il tempo sta giocando contro Salvini, mentre la Meloni cresce perché erode voti di coalizione, ma non ne raccoglie molti fuori dai confini politici della "fu" Casa o Popolo delle libertà.
Il risultato è che temo non si andrà a votare prima del 2023, ma intanto avremo un altro presidente della repubblica di centro-sinistra con una magistratura, i media, la grande finanza schiacciata a sinistra perché a loro va bene così.
La linea di fuoco è sempre quella e l'esempio del mega-prestito chiesto dalla FCA (Fiat) che pure ha furbescamente portato la propria sede in Olanda e a Londra per pagare meno tasse è lineare: io ti aiuto, tu mi aiuti, i tuoi media mi aiutano, così io resisto e ti do il prestito.
Dove sono nel centro-destra uomini (e donne) nuove e credibili? Ci sono, ma sono timorosi e stanno coperti perché chi dissente è ingoiato e sparisce, il sistema elettorale che impone sempre il "signorsì" al capo-partito non perdona.
Vorrei sapere presto il nome del prossimo ministro dell’economia espressione del centro-destra e quel nome deve subito andare in TV, farsi conoscere, avere credibilità: solo così si costruisce l'alternativa e si vincono le elezioni, ma soprattutto il "dopo".
Ma non prendiamoci in giro: servono idee chiare ed univoche sul ruolo dell'Europa e dell'Italia in Europa, sulle scelte economiche strategiche perchè non si potrà accontentare tutti. Bisogna avere una strategia sulle nostre alleanze internazionali (soprattutto se Trump vincerà nuovamente a novembre) ma nella chiarezza e non facendo i soliti italiani traffichini e "furbetti" che non incantano più nessuno.
Amici del centro-destra, non si può stare dentro e fuori dall'euro, dentro o fuori l'Europa, strizzare l'occhio agli USA, alla Russia e contemporaneamente sorridere ai cinesi: bisogna decidersi.
Per farlo serve studiare, applicarsi, approfondire, specializzarsi, crescere, DECIDERE: se il centro-destra ci crede lo faccia, altrimenti potrà anche vincere delle battaglie, ma mai la guerra e la storia - dal 1994 in poi - è purtroppo lì a dimostrarlo.
SERVIZIO DI COMUNITA’
“L’Alpino”, il mensile dell’ANA, ha pubblicato in evidenza una mia lettera in cui ricordo che durante le mie 5 legislature in Parlamento ho votato anche la legge sulla soppressione del servizio di leva obbligatorio, ma che è ora di ripensare a quella scelta.
Allora votai convintamente perché ricordavo bene il mio periodo di “naia” sostanzialmente inutile (al gruppo Pinerolo in artiglieria da montagna, 9a batteria, conducente muli, a Pontebba e Tolmezzo nel 1974). Tempo di vita sprecato anche perché svolto tra persone inefficienti che non avevano nessuna voglia e motivazione, oltre a materiali assolutamente obsoleti.
Credo che oggi – soprattutto vista l’emergenza che in qualche modo continuerà - una legge seria da proporre subito sarebbe quella di imporre a tutte/i i giovani del nostro paese un periodo di “servizio alla comunità” di sei mesi da svolgere tra i 18 e i 25 anni in un servizio civile o militare liberamente scelto sulla base di una serie di possibilità offerte da enti, amministrazioni locali, istituti ecc. Sei mesi con una piccola paga (tipo quello che ci davano allora) per formare soprattutto il “senso di appartenenza” alla propria comunità nazionale e dare una mano in tutti quei servizi oggi insufficienti e scoperti.
Per tanti giovani sarebbe una scoperta e una vera e propria scuola di vita.
In questo quadro l’opzione di servizio militare dovrebbe essere incentivata e sempre possibile, avendone i requisiti psicofisici, magari in questo caso portandola ad almeno un anno di ferma per permettere un sufficiente addestramento, ma con allora - nel secondo semestre, ad addestramento ultimato - un riconoscimento economico dignitoso e rinnovabile un altro anno a titolo di ferma volontaria.
Avremmo ripristinato un numero maggiore di elementi disponibili come forza armata ma anche di protezione civile o di supporto alle forze dell’ordine .
Approfondimento: QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DELL’OMS
In questi mesi di Coronavirus spesso si è parlato e si è scritto di una sostanziale inefficienza e dipendenza politica dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nei confronti della Cina e sono progressivamente emersi particolari sempre più imbarazzanti su questo “carrozzone mondiale” che partito per tutelare la salute nel mondo ed è diventato un grande centro di potere politico con enormi costi di gestione e risultati incerti messi tragicamente in luce proprio dalla pandemia.
I lettori de IL PUNTO mi daranno atto di averne già parlato e sottolineo un ottimo reportage di Milena Gabanelli sul Corriere della Sera in cui si documentano delle aberrazioni incredibili.
Già dal punto di vista finanziario i bistrattati USA versano 893 milioni di dollari l’anno contro gli 85,8 della Cina. Bill Gates è il secondo offerente, terzo ente privato il Rotary International con 132 milioni di dollari (e da rotariano la cosa mi scoccia un po'...). La scelta del direttore Tedros Adhaniom Ghebreyesus – fortemente voluta dalla Cina – è stata sconcertante. Il primo atto di questo bel soggetto – ex ministro degli esteri etiope e l’Etiopia è un suddito di Pechino - è stato di nominare e Robert Mugabe, l’ex presidente dello Zimbabwe, “ Ambasciatore di buona volontà dell’Oms in Africa per le malattie non trasmissibili.” Quello stesso Mugabe recentemente defunto, dittatore per decenni dello Zimbawe (l’ex Rhodesia) che da paese tra i più prosperi dell’Africa è stato da lui ridotto alla fame e famoso per le continue violazioni dei diritti umani, ma amico fidatissimo proprio dei cinesi che l’hanno puntellato (e armato) finchè hanno potuto.
Poi la gestione cinese della crisi che per settimane ha negato l’evidenza, nascosto i numeri, ignorato gli allarmi di Taiwan, incarcerato i medici che segnalavano il crescere dell’epidemia e i rischi connessi.
Eppure - nonostante che ben 100 paesi abbiano chiesto una indagini internazionale indipendente sulla genesi dell’epidemia - la Cina ha detto di no ed è riuscita a bloccare tutto, complice la tremebonda Europa e soprattutto l’Italia che da furbetta pensa agli affari con Pechino senza neppure accorgersi che ne esce regolarmente ancora più da perdente.
Servirebbe invece fare chiarezza e non solo sul coronavirus ma innanzitutto sui conti e le spese (faraoniche) dell’OMS e poi sulla sicurezza delle reti 5G o sulla lotta contro la contraffazione dei farmaci, perché pochi sanno che la metà dei farmaci contraffatti nel mondo sono proprio cinesi.
OMS: DUE INTERVENTI A CONFRONTO
Immaginate voi chi siano i due premier politici che lunedì hanno portato il loro saluto all’assemblea dell’OMS e chiedetevi quale sia il più concreto a rappresentare gli interessi della propria nazione
DICHIARAZIONE N. 1 : "Sin dall'inizio della pandemia abbiamo promosso il rafforzamento della leadership globale e della solidarietà internazionale per gestire al meglio l'emergenza e accelerare soluzioni sostenibili a breve e lungo termine guidate da scienza, ricerca e medicina, dovendo rispondere in modo sollecito a una crisi globale che tocca tutta l’umanità e soprattutto quella dei paesi meno organizzati dal punto di vista sociale e sanitario…”
DICHIARAZIONE N. 2 : “Se l'OMS non si impegna in sostanziali miglioramenti operativi nei prossimi 30 giorni, renderò definitiva la mia decisione temporanea di sospendere i finanziamenti e riconsidererò la nostra adesione all'OMS". Seguono 4 pagine di denuncia sul "fallimento della risposta" dell'OMS al Covid-19 e "un'allarmante carenza di indipendenza dalla Repubblica Popolare cinese" … “L'OMS ha ripetutamente dato giudizi "inaccurati e fuorvianti", spesso riprendendo le posizioni cinesi, tra cui la non trasmissione del virus da uomo a uomo tali da rendere assurde le lodi sulla "trasparenza" del direttore generale dell’OMS alla Cina dopo l'incontro del 28 gennaio a Pechino con il presidente Xi, nonché le pressioni dello stesso Xi sul numero uno dell'OMS perché non dichiarasse l'emergenza epidemica. " ...”In assenza di cambiamenti significativi non permetterò che i miei contribuenti continuino a finanziare un'Organizzazione che ad oggi chiaramente non sta servendo gli interessi della comunità internazionale...”
BUONA SETTIMANA A TUTTI MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 766 del 15 maggio 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
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Sommario: “MILLEMILA MILIARDI” - FEDE E LIBERTA’ – LE BUGIE DI GIGGINO DI MAIO – IN CHE MANI SIAMO – APPELLO PER ROBERTO ROSSO
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“MILLEMILA MILIARDI”
All’ annuncio torrenziale di Conte & C. - con immancabile e prolissa diretta TV, lacrime comprese - dell’imminente arrivo di una nuova pioggia di soldi, benefici, sconti, abbuoni, crediti, integrazioni e taglio di imposte nella consueta sobrietà dei testi (469 pagine, più 500 di relazione illustrativa) viene da dire “Grazie ma basta così, non esagerate...”
Poi uno ripensa al decreto del mese scorso e umilmente chiede “Ma quanti contributi “over 25.000” promessi 40 giorni fa sono stati effettivamente versati alle aziende con la garanzia dello Stato?” La risposta è tuttora vicina allo 0 (zero) e allora qualche dubbio sui promessi “millemila miliardi” uno se li pone, insieme ad un sacco di quesiti del perché - nel minestrone del nuovo decreto – ci sia dentro di tutto, dai bonus per comprare biciclette ai problemi del comune di Campione d’Italia, dai precari della scuola agli ennesimi aiuti all’Alitalia (4 miliardi!) e via per mille rivoli.
Ciliegina: si diceva che serviva assolutamente regolarizzare 250.000 immigrati per l’agricoltura e se ne regolarizzano 700.000 (1,2% della popolazione italiana!) alla faccia delle “urgenze” ma perché, come e da chi ancora non si sa. Pare che a farli “emergere” dovrebbero essere le stesse aziende che li facevano lavorare in nero. Posso dubitarne ? Auguri all’Italia, ragazzi, perché- nonostante le promesse di Conte - e io la vedo sempre peggio…
Approfondimento: FEDE E LIBERTA’
Domenica pomeriggio ho pubblicato su facebook un "post" che ha avuto circa 1200 commenti: molti consensi ma anche insulti, adesioni, critiche, censure. Chiedevo chiarezza, serietà e uniformità di comportamenti per la vicenda della cooperante Silvia Romano che mi ha disturbato e offeso nel profondo per lo show del suo rientro, ricordando che la liberazione è venuta proprio nel giorno in cui si faceva memoria della morte di Aldo Moro (un esempio di sequestro in cui lo Stato si comportò all'opposto). Oppure pensiamo agli imbarazzanti confronti con il caso dei due Marò detenuti in India per anni e ancora oggi formalmente sotto processo.
Pongo una questione di fondo: la libertà.
Se una persona è libera di convertirsi all'Islam io ho la libertà di dire che si veste e ragiona da cretina ? Se non uso termini troppo offensivi penso di si.
Ma allora ho anche la libertà di sostenere l’ipocrisia delle telecronache per questa povera "cooperante" che – del tutto impreparata – ha scelto di andare in zone pericolose e vietate dalla stessa Farnesina. C’è da fare tanto bene anche al Pio Albergo Trivulzio a due passi da casa tua, cara Silvia, e te lo dice uno che in Africa ha vissuto e lavorato tanto, rischiando anche di persona.
Piuttosto perché quasi nessuno in Italia ha mai difeso e ricordato negli anni il martirio di tante missionarie e missionari cattolici italiani che per scelta di vita (e non di mesi) e per Fede vera sono andati e sono morti – spesso per mano musulmana - aiutando gli altri ?
Ne ho conosciuti tanti che hanno rafforzato e puntellato la mia povera fede, ma non sono stati "esempi da TV", mai.
Resta lo “show” dei ministri all’arrivo, dei soldi pagati per il riscatto che potevano essere destinati ad altro uso, della rabbia vedendo una sciocchina che scende dall’aereo di Stato felicemente convertita e con palandrana d’ordinanza, mentre centinaia di italiani sono ancora sparsi nel mondo impossibilitati a tornare a casa per il coronavirus.
Questa “conversione” è tacitamente accettata da un cristianesimo che da noi ha annegato sè stesso nel “politicamente corretto”.
Quanti cristiani sono stati martirizzati in Africa senza le nostre doverose attenzioni? Vorrei discutere con Silvia Romano per sapere - visto che si sarebbe convertita solo leggendo un libro astruso come il Corano (che a me è sembrato soprattutto una grande serie di contorte contraddizioni) se ha mai letto e meditato il Vangelo, anche solo per un superficiale confronto.
Forse questo doveva commentare la CEI, ma anche questa volta la Chiesa cattolica italiana ha tenuto la linea "buonista", senza critica alcuna.
Mi chiedo perchè i cristiani italiani siano diventati così superficiali, remissivi, apatici.
Non si ha più il coraggio di sottolineare - nei termini più sereni e pacati, ma anche con la dovuta fermezza - una serena ma ferma critica all' Islam, una sottolineatura delle atrocità che ci stanno dietro, le violenze, i sequestri, le condizioni della donna nella realtà islamica.
Questa ragazza avrà subito il dramma della prigionia, ma ha dimostrato anche una superficialità estrema facendosi involontariamente (speriamo) sostenitrice di violenza e il nostro governo ha finanziato gli stessi terroristi islamici che avevano ammazzato nel 2015 almeno 147 studenti cristiani (e altri erano 150 spariti) all’università di Garissa (Kenya), proprio a due passi da dove hanno sequestrato la Romano: forse perfino la stessa banda.
Non ci sono più "scatti di orgoglio" tra i cristiani di oggi, rivendicazioni pubbliche delle proprie posizioni salvo sul consueto (e un pò abusato) tema "migranti" e spesso si crea così un profondo distacco della gerarchia con la realtà e con i sentimenti di larga parte dei fedeli.
Sbaglierò, ma qualche volta gli zucchetti rossi e viola dovrebbero anche ascoltare e capire - se anche non si vuol condividere - il pensiero di molti fedeli.
Invece chi dissente è visto subito con ironia, sufficienza, implicitamente qualificato come destrorso, tradizionalista, magari anche un pò fascistoide dall'apparato che spesso dichiara e invoca di "aprirsi" al mondo, ma - mi pare - spesso si "chiude" invece nel comodo e scontato politicamente corretto.
Per esempio non c'è più il coraggio di criticare una scelta governativa.
Perchè la CEI ha chinato il capo per due mesi e mezzo al diktat del divieto a celebrare funzioni religiose pubbliche? Potevamo fare la coda per comprare un cacciavite alla ferramenta, ma in chiesa non di poteva partecipare a nessuna Messa, anche stando distanziati, oppure celebrare funerali. Tutto viene subito omologato, nascosto, accettato senza critiche o distinguo: ma perchè? Solo per qualche sconto fiscale?
Se la Chiesa avesse chiamato - con tutte le precauzioni sanitarie doverose e corrette - ad un "distinguo di disobbedienza civile" avrebbe marcato una Sua presenza e il governo scommetto si sarebbe prontamente adeguato.
L'8 marzo a Verbania le chiese erano già chiuse per decreto, ma i bar affollatissimi per l'aperitivo domenicale: dov'era il senso?
E poi la presa in giro con la riapertura il 18 maggio e non il 17 che è domenica… Suvvia, la Chiesa vale meno di estetisti e parrucchieri? Penso ai sacerdoti e alle suore morte in queste settimane assistendo i malati di cui i “media” hanno parlato pochissimo, eppure dovrebbero essere ricordati come i medici e gli infermieri perché erano “infermieri dello spirito” e non si sono tirati indietro.
Questa mancanza di convinzione nel voler difendere - senza alcuna violenza, per carità! - la propria fede tenendo chiari alcuni punti con un pò di fermezza mi stupisce, mi rattrista, mi preoccupa.
Già ben pochi cristiani oggi ritengono che la partecipazione ai Sacramenti sia un momento importante e che conti piuttosto il più comodo "fai da te", ma dopo questa pandemia saranno ancora meno i presenti - temo - alle funzioni in una comunità che vedo sempre più anziana.
Il nostro Papa e i nostri illustri Vescovi questi temi cominciano a porseli?
LE BUGIE DI DI MAIO
“Non mi risulta sia stato pagato un riscatto” ha sostenuto Giggino Di Maio allo sbarco della “convertita” mentre gli si allungava il naso alla Pinocchio.
Ci sono così 3 ipotesi sul riscatto versato ai terroristi islamici: la prima (verosimile) è che si sia pagato e allora Di Maio è un mentitore perché lo sa benissimo.
La seconda è che il riscatto sia stato pagato ma Lui non sappia del pagamento avvenuto. Significherebbe però che anche all’interno del governo è considerato un idiota inaffidabile perché altrimenti è impossibile che nel suo ruolo non lo abbia saputo.
Resta la terza possibilità (poco plausibile) ovvero che non si sia stato pagato il riscatto, ma allora ben altre sarebbero state le dichiarazioni, la ricostruzione dei fatti, le cauzioni pagate a Mogadiscio per rimettere fuori subito i sequestratori, peraltro immediatamente spariti e quindi pronti ad ammazzare e sequestrare di nuovo. Credetemi: vale l’ipotesi uno, con l’aggravante (o l’attenuante) dell’aggettivo “idiota” legato alla seconda.
IN CHE MANI SIAMO
Alcuni giornali – come Il Tempo - hanno pubblicato la classifica dei più noti virologi mondiali apparsa su “Scopus”, un data-base aggiornato periodicamente sulla base di oltre 25000 articoli e recensioni provenienti da più di 5000 editori internazionali in ambito scientifico, tecnico, medico e sociale con una copertura estesa alle conferenze mondiali e 3 milioni e mezzo di accessi.
Il punteggio più alto al mondo in questa classifica “al merito” è attribuito a un professore italo-americano, Anthony Fauci (174 punti), il noto virologo di riferimento del presidente Usa Donald Trump,
Premesso che una sufficiente mediocrità internazionale è intorno ai 50 punti mentre 80 significano autorevolezza, eccellono anche due italiani pressochè sconosciuti alle cronache: Alberto Mantovani dell'Humanitas (167punti) e Giuseppe Remuzzi dell'Istituto Mario Negri (158).
A scendere, persi nel gruppo, ecco intravedersi volti noti: Paolo Ascierto (ma siamo crollati a 63 punti) dell'Istituto nazionale dei tumori, Giuseppe Ippolito (61) direttore scientifico dello Spallanzani, Giovanni Rezza (59) dell'Iss e Massimo Galli (51) del Sacco di Milano.
Ma dove sono mai gli illustri virologi che da tre mesi condizionano in TV i nostri destini all'uopo designati da Conte & Compagnia?
Bisogna scendere ancora, molto ma molto più giù, nella classifica mondiale fino ad arrivare a Walter Ricciardi (39 punti) consulente dal ministero della Salute, Pier Luigi Lopalco (33) che pure è ospite fisso dei talk show. Bassissimo ed imbarazzante il punteggio di Roberto Burioni (26), arruolato come ospite fisso in Rai e ancora più giù troviamo il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro (solo 21) cui il governo ha di fatto affidato tutta la guida delle decisioni sul Coronavirus.
In fondo al pozzo annaspa l’onnipresente Fabrizio Pregliasco (14 punti soltanto!) peraltro promosso a mezzobusto tuttologo TV a tempo pieno con la sua ben nota "mise" in felpa nera da "dux" (o forse solo capomanipolo) della Protezione Civile.
Questo solo per capire il livello degli “scienziati” che, arruolati alla corte del governo, decidono in modo inappellabile per tutti noi. Vi sembrano davvero competenti?
APPELLO PER ROBERTO ROSSO
Roberto Rosso, ex parlamentare ed ex assessore regionale del Piemonte, è in carcere da ormai 5 mesi per “voto di scambio”. Se le cose stanno come hanno scritto i media non c’è dubbio che Rosso abbia pesantemente sbagliato e vada severamente punito ma – non avendo più possibilità fra l’altro di reiterare il reato essendo di fatto ormai fuori dalla politica – credo che cinque mesi di carcerazione preventiva e senza ancora fissare la data di alcun processo siano sufficienti. In queste settimane sono stati scarcerati boss e vice-boss per il “Coronavirus”, la stessa Procura di Torino avrebbe dato l’ok alla scarcerazione di Rosso… Speriamo in una riflessione umanitaria anche da parte dei Magistrati.
BUONA SETTIMANA (se ci
riuscite)
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 765 dell’8 maggio 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
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AI LETTORI:
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Sommario: AMARA VERITA’ - SITUAZIONE SEMPRE PIU’ CRITICA – LAVORO NERO – Approfondimento: LA QUESTIONE CINA
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AMARA VERITA’
Mercoledì 5 maggio: consiglio di amministrazione (rigorosamente a distanza) di una azienda importante. Tra amministratori e collegio sindacale siano on line tra professionisti decisamente seri. Chiacchiere fuori verbale: “Come va?” Sintesi: tra i clienti dei rispettivi cinque studi professionali NESSUNA azienda di clienti “over 25.000” all’ altro ieri era ancora riuscita ad attivare un solo credito bancario con il “Cura Italia” di marzo. Per alcuni settori – come l’agricoltura – non è stato neppure emesso il modulo con il quale ISMEA permetta di aprire le pratiche di finanziamento (previste e annunciate 40 giorni fa!), che così non possono neppure iniziare. Questa è la drammatica, vera realtà e NON CAPISCO PERCHE’ TRA INFINITI DIBATTITI INCONCLUDENTI NON SI PARLI E NON SI DENUNCINO INVECE QUESTI ASPETTI PRATICI CHE SONO LE COSE FONDAMENTALI PER CERCARE DI SALVARE IL PAESE. Il resto seno solo chiacchiere e servono a poco....
Ogni volta che comincio a scrivere IL PUNTO mi impongo però di non fare polemiche, inutili e sciocche. Il problema è che poi torno al punto di partenza: è credibile un Premier che a distanza di sole poche ore prima conferma “ Non cambierei una virgola di quello che ho fatto” e poi chiede pubblicamente scusa agli italiani per gli errori commessi? Questa incongruenza di Conte e del suo governo pesa, soprattutto perché la coperta è sempre più corta. La realtà quotidiana di un paese sempre più in crisi non mantiene minimamente le promesse e i ridondanti effetti-annuncio: non si sbloccano gli aiuti alle imprese, cassa integrazione in grande riardo e tutto sta diventando una (modesta) distribuzione di soldi “a pioggia” presi a prestito e che non possono durare a lungo
L’Europa sta franando del suo (con la Germania che ha il consueto tocco delicato del panzer) e noi siamo il solito anello debole della catena, con previsioni purtroppo sempre più fosche.
Speranze? Quella di un immediato ritorno alla normalità sanitaria per una progressivo riavvio, sia pur zoppicante, ammesso che ci salvino i numeri del contagio e in attesa del sospirato vaccino, mentre non si sa più a cosa credere per le quotidiane scoperte di nuove cure dall’incerto destino.
Si corre dietro a queste speranze che si scontrano con la cappa e la cupola degli “esperti”, quelli che quotidianamente dicono e si contraddicono, ma che comunque non sembrano tifare per soluzioni positive.
Molti di questi tuttologi hanno ormai raggiuto visibilità e potere e - ovunque con la divisa della protezione civile d’ordinanza (ma quando lavorano, se sono sempre in TV?) si considerano ormai i padroni del mondo. Ma i giorni corrono e diventano mesi, con la nave-Italia che disperatamente affonda.
LAVORO NERO
L’idea di regolarizzare 600.000 immigrati clandestini (l’1% della popolazione italiana) perché “sono sfruttati e lavorano in nero” è piuttosto sorprendente e piena di incognite politiche.
Innanzitutto non si capisce bene come facciano ad essere tranquillamente in giro 600.000 persone non in regola, ma – accertata questa angosciante verità – mi chiedo perché non si debba procedere intanto e comunque ad una più semplice ma decisa azione per colpire gli sfruttatori di questa gente ripristinando la legalità ed evitando il loro vergognoso sfruttamento.
Se parte di queste persone l’anno scorso avevano già il permesso di soggiorno per lavoro stagionale sono state evidentemente COMUNQUE sfruttate e il problema no si risolve MOLTIPLICANDO I PERMESSI ma OBBLIGANDO i datori di lavoro ad osservare le regole!
Condivido la ministro Teresa Bellanova (le cui minacciate dimissioni sono durate due battiti di ciglia). " Bisogna decidere da che parte stare: se con la legalità e la tutela del lavoro, in agricoltura e dovunque, o con i caporali, la criminalità, la concorrenza sleale che danneggia le migliaia di aziende che scelgono la competitività sana”.
Brava ministro, ma non è che il giorno dopo la loro “regolarizzazione” questa gente non lavorerebbe più in nero, e la prova è data e confermata dai milioni di cittadini italiani che comunque di fatto sfuggono al lavoro regolare e continuano imperterriti a lavorare in nero.
Ridicolo poi adesso pensare CHE A SISTEMARE I CLANDESTINI DOVREBBERO ESSERE LE STESSE AZIENDE: SE NON LO HANNO FATTO IN PASSATO NON E’ VEROSIMILE CHE SI “AUTODENUNCINO” ADESSO!
Quindi il vero problema è innanzitutto colpire l’illegalità e se questa raggiunge il suo apice nel mondo agricolo, cosa si aspetta? Forza, egregia ministro Lamorgese: mobiliti chi di dovere, compresi gli evidentemente dormienti ispettori del lavoro.
Certo che se poliziotti e carabinieri dovranno ora correre dietro alle centinaia di mafiosi che sono stati fatti uscire dal carcere nelle scorse settimane per adesso riprovare a rimetterli dentro, in un ping-pong di decisioni contraddittorie del Ministero della Giustizia, resteranno ancora meno mezzi e uomini delle forze dell'ordine per il controllo nelle campagne!
Intanto gli sbarchi sono aumentati del 400% rispetto all’anno scorso e in Libia è subito già ripartito il tam-tam del “liberi tutti”
LA STORIA A TELE VCO
Segnalo che proseguono ogni martedì alle 13.30 i miei appuntamenti con la Storia a Tele VCO - AZZURRA TV (canale 19, oppure in streaming www.televcoazzurra.it). Le lezioni vengono replicate per tutto il pomeriggio - sempre di martedì - al minuto 0.30 fino alle ore 18.30. Sono una sintesi delle mie conferenze all’ UNITRE di Arona e - questa settimana – verrà ricordata la storia della famiglia Borromeo.
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Approfondimento: LA QUESTIONE CINA
Dobbiamo affrontare seriamente il problema dei rapporti con la Cina sia per quanto riguarda gli aspetti commerciali e strategici sia per capire come sia nato ed evoluto il Coronavirus. Questo non solo per delineare le eventuali responsabilità cinesi, ma soprattutto per il nostro futuro visto che è l’ennesima epidemia che “parte” dalla Cina, segno evidente che qualcosa lì non funziona.
Non mi interessano le spy story ma i fatti, ed è per questo che la comunità internazionale dovrebbe avviare una indagine seria su cosa sia successo e sui protocolli esistenti per capire perché eventualmente non siano stati osservati.
Un’indagine che cominciano a chiedere con sempre più insistenza non solo gli USA ma anche India, Australia, Francia, Gran Bretagna, Giappone, Germania ma NON l’Italia che – soprattutto da quando comanda il M5S – sembra nutrire un inspiegabile sudditanza psicologica nei confronti di Pechino.
Non si può andare avanti con il silenzio: com’è possibile che Wuhan abbia visto migliaia di morti e praticamente nessuno sia stato invece registrato nelle altre megalopoli cinesi, a cominciare dalla capitale? Il virus girava già dall'autunno come sembra e perchè comunque poi due mesi di silenzio, con settimane cruciali perse per allertare il mondo nel tentativo di minimizzare se non di nascondere tutto, addirittura arrestando i medici che denunciavano l’epidemia?
Se il 27 dicembre in Cina era già stato sequenziato il genoma del virus, perché Pechino ha allora fornito successivamente dati falsati e fuorvianti, perché è stato ignorato dall’OMS l’allarme ufficialmente lanciato da Taiwan già a dicembre?
La realtà è che nessuno sa cosa effettivamente sia successo in Cina, quanti siano stati veramente i morti e i contagiasti, la nostra TV mostra solo immagine “concesse”, la corrispondente Rai da Pechino, l’ineffabile Giovanna Botteri (quella tutta scarmigliata che sembra non si cambi mai il solito golfino nero da settimane) sproloquia di tutto – comprese le polemiche con Trump - ma non può (o non vuole) girare nelle strade. E’ questa la nostra libertà di informazione o siamo succubi di quel che vuole "passi" Pechino?
Non credo all’ipotesi del virus “voluto” e non so se sia credibile la sua volontaria nascita in laboratorio, ma ho visto di persona le condizioni igieniche schifose nei mercati cinesi in una promiscuità agghiacciante e tollerata.
Che Pechino non voglia ispezioni e controlli non va bene, dovrebbe essere l’OMS a pretenderle con forza, ma qui salta fuori l’altro aspetto della medaglia ovvero l’infiltrazione pesante della Cina comunista in tutte le organizzazioni internazionali. L’Occidente scopre solo ora (come ho esaminato a fondo nel mio libro L’INTEGRAZIONE (IM) POSSIBILE?”) che da anni Pechino semina, sfrutta, convince, compra cariche e interi paesi approfittando della tacita distrazione mondiale.
Trump potrà esservi antipatico e sembrare a volte un fuori di testa, ma ha capito bene che il silenzio generale permette alla Cina di continuare ad espandersi senza regole e senza freni in tutti i campi – compreso lo sfruttamento ambientale, guarda caso così dimenticato dalle Greta di turno - e questo grazie al completo controllo interno e l' incredibile connubio tra comunismo, statalismo e sfrenato capitalismo da libero mercato.
Per esempio è assurdo che Taiwan resti fuori dall’OMS nonostante i suoi avanzati risultati medici e la sua importanza: Non solo gli USA ma ora anche Canada, Australia, Giappone e tanti altri stati (ovviamente non l’Italia) ne chiedono il ritorno (ne faceva parte fino al 2016), ma è Pechino che evidentemente comanda.
Anziché prendere in giro Trump chiediamoci perché gli USA abbiano taciuto per anni – per esempio durante le presidenze Obama - nei confronti della Cina e vedremo che, alla fine, il grande business economico e finanziario è accentrato in poche mani, con solide radici nei Democratici USA ovvero quelli che sono direttamente collegati ai grandi poteri finanziari che controllano il mondo, Soros e multinazionali in testa.
Ma torniamo all’Italia: perché questo silenzio, perché quell’ ochetta di Di Maio non vuole capire la pericolosità del gioco? Comincio a pensare che sotto sotto ci siano interessi economici molto stretti tra Cina, Casaleggio, M5S che ci rendono sempre di più una colonia diplomatica cinese, una testa di ponte di Pechino in Europa e questo non va bene, non è logico, è davvero pericoloso.
Uscendo dalla superficialità il dibattito politico dovrebbe incentrarsi anche su questo aspetto strategico con atteggiamenti chiari e concordati.
Certo bisognerebbe però per lo meno capire i rischi queste politiche: Di Maio ne è in grado? Sintetizzava bene Marcello Veneziani nei giorni scorsi:
“Nella cupola mondiale che detiene il potere mediatico e tecno-finanziario, prevale una priorità: sollevare la Cina dalle sue colpe sul contagio e puntare sul crollo di Trump. È un messaggio continuo che si compiace di sottolineare le difficoltà degli USA e collegarle a ogni gaffe di Trump. In lui si avversa non solo l’egemonia americana quanto il modello populista-sovranista. Abbattendo lui, si pensa, si abbatte il sovranismo diffuso.
Ma oltre Trump le valutazioni poi si dividono: perché una parte vorrebbe restare ancorata al mondo liberal d’Occidente, agli Usa politically correct, alla Obama, per capirci. Mentre un’altra parte confida nella Cina o perlomeno giudica utile che il potere globale della Cina bilanci quello statunitense e tenga sotto scacco quello di Putin. Da noi, il partito grillino coincide col partito cinese, da Di Maio a Di Battista, a Grillo; e una parte della sinistra lo segue, in odio a Trump, per amor di capitalismo di stato, ma anche perché filocinese dai tempi di Prodi, poi i gesti di Zingaretti & C, per aprire ai cinesi nonostante l’epidemia. Sullo sfondo risale la tentazione di un comunismo 2.0, un comunismo 5G, maocapitalista, tecnologicamente evoluto, dal controllo capillare e dal reddito universale di cittadinanza per i servi della gleba, anzi servi della global, intesa come globalizzazione. “Il modello italiano” sbandierato per affrontare il virus è in realtà il modello cinese gestito all’italiana.”
BUONA SETTIMANA A TUTTI MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 764 del 1 maggio
2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
AI LETTORI:
Segnalo che il mio sito www.marcozacchera.it è stato rinnovato e
arricchito di informazioni, articoli e notizie: dategli un’occhiata...e grazie
per eventuali suggerimenti!
Con l’occasione ringrazio anche chi mi invia indirizzi di amici
e conoscenti per allargare l’indirizzario degli invii de IL PUNTO. Se
ritenete che queste note siano interessanti, perchè siano più incisive
l’unica è raggiungere un sempre maggior numero di lettori: dipende anche da
voi!
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Sommario: SCIACALLI A NAPOLI – DITECI LA VERITA’ – INVIDIARE GLI
SVIZZERI? – ANNIVERSARI E RICORDI – IL PANE – LA STORIA A TELEVCO
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EROI E SCIACALLI
Poco spazio sui media per onorare Pasquale Apicella, il
poliziotto rimasto ucciso a Napoli tre giorni fa inseguendo un auto di banditi,
quattro rom che avevano appena tentato di rapinare un bancomat.
Apicella (37 anni, due figli, il secondo di appena quattro mesi) non avrà
neppure un funerale decente, mentre su di lui pesano anche gli insulti ignobili
poi apparsi sui social: "Ogni tanto una gioia" oppure “Io i
poliziotti li odierò per sempre”. Quanta tristezza…
CORONAVIRUS: DITECI LA VERITA’ !
Sono sempre più deluso, preoccupato ed arrabbiato: le settimane
passano tra un mare di chiacchiere e intanto l’Italia fallisce. Conte
parla a reti unificate senza dire praticamente nulla e “gli scienziati” - che
non rischiano un’unghia del proprio reddito – giustificano il rinvio delle
aperture, insensibili verso la realtà di un Paese dove la maggior parte delle
persone non ha ancora capito verso quale disastro siamo diretti.
Soprattutto ci contano delle gran balle.con
numeri quotidiani ingestibili se non si fanno tamponi e test statistici a
tappeto. Intanto per esempio pochi sanno che – a fronte di 12.352 decessi a
marzo per il coronavirus - l’anno scorso (fonte ISTAT) c’erano stati 15.189
morti in Italia per polmoniti (16.220 nel 2018) che quest’anno non ne
risultano praticamente più: come si spiega?
Questo solo per dire che i numeri si girano come si vogliono, ma
intanto un fatto inequivocabile e vero è che a 60 giorni dall’inizio della
pandemia le aziende italiane dai 2 ai 499 dipendenti NON HANNO ANCORA VISTO UN EURO
e per i finanziamenti fino a 25.000 euro risultano a ieri accettate (non
liquidate!) 28.500
pratiche su centinaia di migliaia in giacenza.
Avete notato il balletto sul MES durato settimane con
tutto che poi torna in silenzio dopo la affermata (da Conte)
“impensabile grande vittoria in Europa”? Balle, il silenzio è per non far
ricordare il voltafaccia 5Stelle ai loro elettori e salvare il governo, MA I SOLDI “VERI” NON CI SONO, E’ TUTTA
UNA MANOVRA A DEBITO e intanto il nostro debito pubblico sta in
piedi perché solo la Banca Centrale Europea sta comprando (per fortuna)
quintalate di miliardi di titoli di stato italiani e si spera nel MES, mentre
la platea delle chiusure incombe.
Tranquilli, comunque, non arriverà la troika alla greca ma solo
“Una vigilanza rafforzata”
da parte di Bruxelles: le parole sono tutto, non conta mai la sostanza.
Questo mi brucia: oltre al quotidiano bollettino sanitario delle
ore 18 servirebbe un onesto “bollettino economico” di come si stia procedendo:
dicano quanti finanziamenti siano liquidati al giorno, se non si vergognano…
Perché gli “scienziati” parlano, tanto loro non rischiano: “Se
si aprisse subito potremmo arrivare a 151.000 ricoverati in terapia intensiva”
ci dicono, ma non ci spiegano PERCHE’ proprio quel numero, ma se lo dice
Conte lo riprendono i media e allora tutto diventa vero.
Intanto lo stesso Premier si precipita a Genova ad inaugurare
“l’innalzamento dell’ultima campata del ponte” – ennesima passerella per
un’opera pubblica che sulla pelle di 40 persone ha già goduto di una decina di
festeggiamenti parziali - e intorno a lui si notava in TV una gran ressa di
gente. Conte ha parlato (senza mascherina!) dei soliti futuri, immancabili
destini. Tutto in evidente spregio ai decreti ma Lui può, noi no: perfino le
Messe ci sono vietate!
Atteggiamenti assurdi, così come nessuno sembra rendersi conto
che sono stati superati tutti i limiti costituzionali, ma è “per l’emergenza” e
allora va bene così. Sfugge il particolare che nessuno ha eletto Conte, così
come gli scienziati, i comitati, gli esperti che di fatto dirigono l'Italia. Se
questo atteggiamento fosse stato tenuto da un governo di centro-destra
sarebbero saliti ululati di lesa maestà costituzionale.
Ma intanto il parlamento è esautorato, la colpa è delle regioni
e tanto il prode presidente Mattarella, firma sempre tutto.
Restano però aperte tutte le domande drammatiche, vere, mai
neppure sfiorate da mille (inutili) dibattiti. Per esempio chi controlla i
conti della Protezione Civile o come si spendono milioni di euro “per
l’emergenza”, oppure perché siamo così indietro con tamponi e controlli.
Insisto: se in una qualsiasi attività si osservano le
prescrizioni e le distanze perchè non si può e non si deve ricominciare a
lavorare? Ditemi perché deve star chiuso chi vende mobili, oppure un orefice,
un avvocato, una sarta, una pasticceria (però i dolci al supermercato e in
panetteria puoi comprarli). I “Comitati tecnici” di Conte sono ben lontani
dalla praticità dei problemi ed
è ora che insorgano con più forza tutte le associazioni di categoria che
purtroppo non vengono ascoltate.
E se tutti – ovviamente muniti di mascherine ed osservando le
distanze – dal 4 maggio semplicemente ci ribellassimo alle imposizioni e
cominciassimo a muoverci e a lavorare liberamente? Sarebbe davvero una
criminale sfida allo Stato ? Direi semplicemente un rifiuto a quei suoi
rappresentanti (neppure eletti!) che a due mesi dall’inizio del caos dimostrano
- e ogni giorno confermano - di non essere all’altezza della situazione.
IMPARIAMO DAI VICINI SVIZZERI
In Svizzera il virus ha percentualmente più infettati che in
Italia, la situazione è molto seria eppure con un testo di sole 4 (quattro)
pagine lo "Stato Maggiore Cantonale del Ticino" consente la
riapertura di alberghi, ristoranti, bar, negozi, mense, saune ecc. e spiega in
maniera precisa come agire e le sanzioni a chi sgarra.
In lingua italiana semplice semplice (e gli italiani siamo noi!)
diventa chiaro cosa fare, cosa non fare, come sistemare e sanificare cucine,
sale da pranzo, ambienti, negozi, impianti di condizionamento. Non solo, si
spiega bene come organizzarsi se si manifesta un cliente malato, chi chiamare,
che misure prendere.
In calce perfino tutti i "numeri utili" cantonali:
dall'ambulanza all'ufficio informazioni, mentre comunque gli imprenditori
svizzeri hanno ricevuto settimanalmente le provvidenze cantonali e confederali
direttamente sul proprio conto corrente, in proporzione ai giorni di chiusura e
ai redditi dichiarati l’anno precedente.
Leggendo quelle righe mi sono sentito un verme: viviamo sulle
rive dello stesso lago Maggiore, parliamo lo stesso dialetto con migliaia di
frontalieri che giornalmente sono tornati a passare il confine. Insomma
siamo un pò "cugini" (o "congiunti" ? Per carità, lasciamo
perdere), ma mentre sulla sponda svizzera si riapre gli operatori turistici
italiani non sanno neppure se, come e quando riapriranno.
Intanto - tra moduli, dichiarazioni, autocertificazioni,
decreti, ordinanze, DPCM, circolari e interpretazioni - siamo a migliaia di
pagine, tra decine di sconclusionate conferenze stampa. E' dura – almeno per
questo – non invidiare le quattro paginette degli svizzeri.
ONORE ED ODIO: IL 25 APRILE CONTINUA
Doverose “eccezioni” alle norme di spostamento per festeggiare
il 25 Aprile? Ovvio, altrimenti l’ANPI che ci stava a fare? Anzi, il deputato
locale del PD Enrico
Borghi ha addirittura annunciato con grande fragore di stampa
un clamoroso gesto di “disobbedienza civile” partecipando comunque alla locale
manifestazione partigiana alla quale - a norma di decreto - non avrebbe dovuto
esserci. “Un gesto eroico” (ovviamente non sanzionato) come ha ironizzato Damiano Colombo,
determinato consigliere FdI di Verbania. Eppure anche questi giorni sono
serviti per l’ennesimo esempio di discriminazione.
Pochi ricordano che il 29 aprile 1975, moriva a Milano dopo 45
giorni agonia SERGIO
RAMELLI, un ragazzo diciassettenne preso a sprangate in testa
da delinquenti di estrema sinistra.
Ogni anno l’anniversario della sua morte è occasione per
ricordare i 31 dimenticati ragazzi di destra morti in quegli “anni di piombo”.
Ovviamente quest’anno nessuna manifestazione, ma è stata comunque deposta una
corona sul luogo del massacro.
Prontamente la Digos
ha provveduto a sanzionare con 280 euro di multa le 3 (tre!) persone che
hanno deposto la corona (più il fotografo che li accompagnava) per violazione
al divieto di uscire di casa, come scrive tutta soddisfatta l’ovviamente
iperdemocratica “Repubblica”.
Ma come si fa a non vedere in questi atteggiamenti il
perpetuarsi triste di una discriminazione assurda, a volte davvero odiosa?
In quegli anni lontani non ho mai picchiato nessuno, ma quante
volte - come tanti altri - ho rischiato le botte per le mie idee…Ricordo
soprattutto quando ad Arona solo il tettuccio della mia A112 evitò che una
spranga di ferro mi spaccasse la testa.
Anni lontani e dimenticati, sconosciuti ai ragazzi di oggi, ma
che io ricordo con orgoglio nel rispetto per tutti. Eppure l’Italia ufficiale
fa ancora delle discriminazioni profonde, brutte per un paese civile.
LA LEZIONE DEL PANE
Come tanti altri cerco di dare una piccola mano al prossimo, in
queste settimane tribolate, recapitando viveri e pacchi a persone in
difficoltà.
Mi hanno assegnato anche una famiglia che vive nelle case
popolari del più povero quartiere della città. Lei è una vedova marocchina
rimasta sola anni fa con due figli, una bimba vivacissima e un maschietto con
gravi problemi di salute. Ieri, mentre stavo depositando la spesa fuori dalla
porta, ha aperto e mi ha voluto assolutamente regalare un pane. Un pane arabo,
schiacciato e ancora caldo di forno, con la piccola che saltellando intorno
cinguettava: "La mamma dice che vuole dire grazie".
Pane e sale, dalla notte dei tempi è il benvenuto di pace al
viandante che passa.
LA STORIA A TELE VCO
Segnalo che proseguono ogni martedì alle 13.30 i miei
appuntamenti con la Storia a Tele VCO - AZZURRA TV (canale 19, oppure in
streaming www.televcoazzurra.it).
Le lezioni vengono replicate per tutto il pomeriggio - sempre di martedì - al
minuto 0.30 fino alle ore 18.30. Sono una sintesi delle mie conferenze all’
UNITRE di Arona e - questa settimana - verranno ricordate le cause e le
per il passaggio del novarese, nel 1743, dal Ducato di Milano al Piemonte a
seguito del trattato di Worms.
BUONA SETTIMANA A TUTTI
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 763 del 24 aprile 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: ORDINI E CONTROORDINI TRA CHIUSURE, FEDE, CAOS E TANTA IPOCRISIA – DOVE VANNO I SOLDI DELLA PROTEZIONE CIVILE? – SARA LA CINA IL NOSTRO FUTURO? PREGHIERA SEMPLICE SUL TEMPO
………….
SIAMO ITALIANI, QUINDI…
In Italia ormai da quasi due mesi si deve stare in casa salvo che si debba uscire e la mascherina è sempre da usare, poi no, poi si, poi forse. D’altronde i negozi sono chiusi tranne quelli aperti, il virus non colpisce i bambini e i giovani salvo quelli che se lo prendono. Infatti se hai molti sintomi sei malato, però puoi anche ammalarti senza sintomi oppure puoi avere i sintomi ma senza star male, ma essere anche contagioso pur non avendo i sintomi e se chiedi di farti il tampone per verificare se sei contagioso non puoi farlo perché non hai i sintomi.
Curati: per non ammalarti devi fare esercizio fisico, però non dovresti uscire e non puoi correre, perché sei corri allora è attività sportiva e non si può fare. Comunque tirati su e se vuoi la pizza te la portano a casa, ma chissà se chi l’ha preparata era contagioso? Poveretto il pizzaiolo: poteva essere senza sintomi, ma se era asintomatico eppure malato e ti infetta? Chissà…Anche perché il virus sulle superfici vive pochi minuti, al massimo due ore, no quattro… o forse sono sei, oppure fino a 2 giorni, ma comunque tranquillo perché in media i sintomi escono in 4 giorni, o forse fino a 11, ma magari anche molti di più…
In un paese con gli scienziati che ogni sera si contraddicono così, chiedi chi siano gli scienziati e gli esperti e scopri che sono ormai decine le commissioni, i comitati, i referenti, le cabine di regia, i tavoli tecnici, le task force (perchè scriverlo in inglese fa tanto più figo).
Tutti commissioni e tavoli ripetuti e replicati a livello centrale, regionale, provinciale e locale, così come negli assessorati e nei ministeri e dove alla fine nessuno decide perché lo deve fare sempre qualcun altro che però di solito la pensa diversamente da te.
Succede sempre così, quotidianamente, tanto dalle commissioni non si dimette mai nessuno, poi arriva (ma dopo, a posteriori) puntualmente un Magistrato che giustamente accusa, ma non era certo in prima linea a decidere quando c’era bisogno di farlo e quindi molti procedono nell’ottica che se non si decide niente almeno non si rischia, come puntualmente troppo spesso è avvenuto.
Alla fine abbiamo comunque tutti ragione, ma intanto finalmente si apre, no non si apre. Allora si apre in parte, divisi per regioni e/o ci si muoverà in date diverse, orari diversi, ma solo nell’ambito della propria regione. Nessuno pensa a chi (come me) vive su un confine regionale e quindi mi servirebbe poco poter andare a 250 km. di distanza se poi il lavoro sarebbe a cinque chilometri da casa ma – ahimé – in un’altra regione.
Alla fine restano poche certezze, per esempio quella di poter andare a fare la spesa ma - chissà perchè - non si può andare a Messa, neppure tenendo le distanze.
Messe vietate già da quella domenica 8 marzo ormai lontana, con le chiese già chiuse ma contemporaneamente i bar pieni di gente per l' ora dell’aperitivo.
Che il cibo del corpo valga più di quello dell'anima è una opinione del governo, che ha vietato perfino la benedizione delle salme in chiesa (pur se deserta o semi-deserta), chiese che non si possono legalmente aggiungere se non "nelle immediate vicinanze" delle abitazioni. .
Mi si permetta allora almeno ricordare oltre a medici, infermieri e farmacisti (ma anche a tanti volontari morti per aver trasportato i malati) una categoria di cui non ha parlato quasi nessuno: i sacerdoti.
Oltre 100 sacerdoti in Italia sono morti in queste settimane perché sono stati vicino a malati che spesso morivano da soli. Anche loro sono degli eroi silenziosi di questa epidemia.
CHE FINE FANNO I SOLDI ALLA PROTEZIONE CIVILE ?
Come tutti ho dato anch'io il mio piccolo contributo per aiutare la comunità in questa emergenza, ma mi sono ben guardato dal versarlo alla Protezione Civile.
Credo infatti nelle forme di aiuto dirette, visibili e verificabili, soprattutto legate alla propria comunità e al proprio territorio, azzerando spese generali e di gestione ma mirando al risultato di cui si deve dare un chiaro e completo rendiconto.
Ho sempre avuto molte remore a donare alle grandi organizzazioni internazionali che hanno spese generali e amministrative che si mangiano buona parte delle offerte raccolte, con punte oltre il 70%. OMS,FAO e le agenzie ONU per profughi, bambini e deportati operano con aiuti internazionali che troppe volte nascondono - sotto la bella pagina di copertina - dei buchi neri e traffici incredibili e spaventosi. Purtroppo raramente ci sono accurati esami contabili.
La Protezione Civile italiana - almeno a livello centrale - non è da meno: da tanti anni in nome dell'emergenza si spende e si spande con pochi controlli. Chi ha buona memoria ricorda la storia locale del "Lago effimero" di Macugnaga che comportò (alla fine per nulla) una spesa spropositata,
Erano i tempi di Bertolaso - uomo molto discusso da questo punto di vista - ma le cose sono poi cambiate solamente in peggio. I risultati degli ultimi anni (valga per tutto il terremoto infinito in centro Italia) sono stati deludenti ma tra nuove sedi, moltiplicazione di dipendenti (quasi tutti per scelta politica), attrezzature, nomine... le solite cose.
Da semplice cittadino vorrei sapere adesso quanto si sia raccolto grazie ad una enorme campagna pubblicitaria a reti unificate, ma soprattutto vorrei poter leggere un resoconto dettagliato e fedele di come si stia spendendo, con quali scelte e a vantaggio di chi.
Una richiesta di chiarezza che dovrebbe venire spontanea da tutti i cittadini e dai nostri rappresentanti politici perché è troppo immondo il sospetto che - usando la generosità pubblica - si finisca poi con scelte non disinteressate o comunque con sprechi.
La questione di fondo è che la Protezione Civile è una emanazione diretta del Ministero dell' Interno e quindi del governo: ha già cospicui finanziamenti pubblici propri e dovrebbe quindi essere comunque il "pubblico" a pensarci, così come ci dovrebbero essere criteri trasparenti nella scelta dei suoi vertici.
Mi auguro che tra qualche tempo non comincino le solite "voci" di appalti pilotati, forniture sospette, faccendieri interni ed internazionali, con susseguente scia di accuse, polemiche, processi e ovviamente anche insabbiamenti.
Spero proprio di sbagliarmi...
LA CINA SARA’ IL NOSTRO FUTURO?
Parliamone seriamente perché la questione è importante. Il nostro futuro sarà quello di diventare una colonia cinese in Europa? Alessandro Di Battista, “guru” dei 5 Stelle, è chiaro: “l’Europa vuole metterci in trappola con il MES, ci spingeranno a indebitarci per poi passare all’incasso, ma senza l’Italia l’Ue si scioglierebbe come neve al sole e poi noi abbiamo un rapporto privilegiato con Pechino che, piaccia o non piaccia, è anche merito del lavoro di Di Maio. La Cina vincerà la terza guerra mondiale senza sparare un colpo e l’Italia può mettere sul piatto delle contrattazioni europee tale relazione”.
Rifletto che se si scrive che la Germania complotta contro di noi si raccolgono immediati consensi, ma se poni dubbi sulla Cine al governo nessuno risponde.
Nessuno sembra considerare che la Cina è oggi un buco nero dei diritti umani e ha censurato lo scoppio della pandemia. Ha il record mondiale delle esecuzioni capitali, un controllo totale sulla popolazione, nessuna libertà di stampa, perseguita la minoranza cristiana così come i musulmani, ha invaso e distrutto il Tibet, inquina il pianeta in maniera irreversibile. Avete mai sentito Greta parlarne? Eppure ha assoggettato l’intera Africa succhiandone le materie prime e sta condizionando la politica mondiale infilando a suon di soldi e pressioni i suoi uomini a ogni livello (tipo il direttore etiope dell’OSM).
Su questo tema Di Maio è perfino volgare nei suoi atteggiamenti: sembra un lecchino e ancora l’altro ieri, in Parlamento, dopo aver ringraziato “prima di tutto” gli aiuti di Pechino – confondendo doni e forniture a pagamento – ha citato tutti i paesi che stanno dandoci una mano salvo Taiwan perché Pechino vuole così e lui si è prontamente adeguato.
Chi segue la politica di espansione cinese nel mondo non può che preoccuparsi visti i suoi risultati in tutto il pianeta, ma in Italia no, non se ne preoccupa nessuno.
Gli italiani – distratti e superficiali – non pensano a queste cose e solo piccole voci qua e là si interrogano sul nostro futuro. Per una volta – e per me è incredibile - spero nel PD, che sappia fermare la pericolosa manovra di Di Maio & M5S.
PICCOLA PREGHIERA… IL TEMPO
Ho chiesto con la preghiera al Grande Capo: “Si potrebbe avere un “bonus” di due mesi di vita in più? In fondo è già breve, in questo periodo non abbiano vissuto completamente, siamo stati limitati, non abbiamo potuto produrre… insomma non vale!”. Mi ha risposto “ Richiesta respinta, anzi, quasi quasi te li faccio contare il doppio perché sono stati mesi regalati per la riflessione, l’approfondimento, lo studio, i contatti umani, la possibilità concreta di aiutare gli altri. Quindi mesi ricchi, altro che non vissuti! Sono giorni di vita da non sprecare che valgono più degli altri…”
BUONA SETTIMANA A TUTTI MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 762 del 17 aprile 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: ITALIA RISCHIA IL KO - NON CRIMINALIZZO IL MES – STOP ALLE FINANZIARIE D’USURA – DUBBI SULL’ OMS – STORIA A TELE VCO
CHE GRANDE, BRUTTO PASTICCIO
Ci stiamo avvitando in caduta libera, ma rispetto a quando mi lanciavo da giovane col paracadute stavolta non c’è neppure quello di emergenza. Serve programmare ed attuare subito – con le dovute cautele e verifiche – una immediata ripartenza produttiva.
Troppi annunci del Premier si trasformano in delusioni e gente non all’altezza sta portando l’ Italia a un doppio disastro, sia interno che nei riguardi degli altri paesi europei dove la ripresa è già cominciata.
Polemico? Davvero non vorrei, ma ditemi voi come si può scrivere un decreto dove, per indicare il tasso cui fare riferimento per un finanziamento alle piccolissime imprese, anziché chiaramente dire 1% (oppure 1,5% o 2%) si debba testualmente scrivere: (art.13) “ Il soggetto richiedente (la banca) deve applicare al finanziamento garantito (all’ azienda) un tasso di interesse…che tenga conto della copertura dei soli costi di istruttoria e di gestione dell’operazione finanziaria non superiore al tasso di Rendistato con durata residua da 4 anni e 7 mesi a 6 anni e 6 mesi, maggiorato della differenza tra il CDS banche a 5 anni e il CDS ITA a 5 anni così come definiti dall’ accordo-quadro per l’anticipo finanziario a garanzia pensionistica di cui all’art.1, commi da 166 a 178 della legge 11 dicembre 2016 n. 232, maggiorato dello 0,20 per cento… ecc.”
Il CDS sta per Credit Default Swap che cambia ogni mese (come il CDS ITA) e per calcolarlo si fa riferimento alla piattaforma (privata) Markit . Il punto è che neppure su questa piattaforma c’è un indicatore medio, perché l’interesse applicabile va poi calcolato per il rating e l’operatività di ogni singola banca.
I fondi disponibili, tra l’altro, coprono le necessità di una minima parte dei presunti richiedenti l’aiuto.
MA I MINISTRI CHE APPROVANO UN DECRETO COME QUESTO CAPISCONO COSA CI SIA SCRITTO? SE NON LO CAPISCONO (come credo, visto che non lo comprendono neppure i tecnici finanziari) PERCHE’ ALLORA LO APPROVANO E COSA CI STANNO A FARE ?
Fin qui per le piccolissime imprese, ma tutte le aziende con giro d’affari oltre i 100.000 euro e fino a 499 dipendenti (il grosso della produzione, insomma) NON avranno condizioni preferenziali perché i tassi sui finanziamenti richiesti, secondo il decreto, ANDRANNO POI DISCUSSI IN “TRATTATIVA DI LIBERO MERCATO” TRA BANCA E AZIENDA con affidamenti, tempi, interessi, saldo delle garanzie, procedure, modulistica da definire volta per volta. QUINDI NON E’VERO CHE I SOLDI SARANNO CONCESSI A TASSO VICINO ALLO ZERO MA A MOLTO, MOLTO DI PIU’ (“di libero mercato”, appunto) e in una trattativa tra banca e un' azienda che magari ha già l’acqua alla gola, secondo voi chi vince?
Eppure le banche si possono finanziare a tasso SOTTO LO ZERO con la BCE.
Quindi – in definitiva – il decreto di Conte FAVORISCE LE BANCHE, NON LE IMPRESE!
In quanti l’hanno capito dentro e fuori il governo e quanti cittadini lo possono capire, se c’è una continua informazione raffazzonata, supina e tendenziosa?
Ma come si può pretendere che con queste pantomine l’Italia possa mai uscire dalla crisi più devastante di sempre? Ma perché - anziché chilometriche comparsate di Conte e dei suoi “tecnici” in TV (ormai un esercito tra esperti, commissioni, comitati, istituti superiori, tavoli, tavoli tecnici e task force) - non si chiariscono piuttosto queste cose e soprattutto non si scrivono norme chiare, semplici, veloci, inequivocabili?
Eppure le norme dell’Agenzia delle Entrate per chiarire il differimento dei termini fiscali occupano 44 pagine e ben 150 pagine la prima bozza ministeriale per “la semplificazione (!) e l’accelerazione degli investimenti in materia di opere pubbliche”.
I numeri sottolineano bene la drammatica realtà e la spasmodica necessità di non affogare: in pochi giorni ben 105.727 imprese hanno chiesto ai prefetti di “aprire in deroga”. Di queste - a ier i- 2.296 domande erano state respinte, ma le altre lavorano (o cercano di lavorare) in regime di “silenzio-assenso”: quante siano poi effettivamente quelle in regola o meno, nessuno lo sa.
NON CRIMINALIZZO IL MES
Vi stupirò, ma io non criminalizzo l’eventuale ricorso al MES.
Il discorso è molto lungo mentre su IL PUNTO bisogna invece stringere in poche righe, ma – prima di tutto – per giudicare bisognerebbe soprattutto conoscere bene le condizioni di uno strumento economico “versione 2020” che però per ora nessuno conosce nei dettagli, visto che verranno discussi solo il 23 aprile.
Mentre in questi giorni il nostro spread traballa ma è contenuto basso solo con massicci acquisti di titoli dalla BCE (ma questo non lo ricorda nessuno) capisco le remore di molti paesi europei ad emettere titoli comuni con l’Italia perché - di fondo - non si fidano di noi e francamente ne hanno in parte ragione.
Dovremmo ricordarci che quando nel 1992 abbiamo sottoscritto gli accordi di Maastricht il nostro deficit pubblico era pari al 105% del PIL e noi ci impegnammo a ridurlo al 60% “Entro termini ragionevoli”. 28 anni dopo non solo non l’abbiamo fatto (molti altri paesi europei invece sì), ma il deficit è oggi salito a circa il 137% del PIL con un ragionevole trend – vista la situazione – di andare oltre il 160%.
Sono trascorsi invano anni d’oro durante i quali Draghi alla BCE ha dato tutte le possibilità all’Italia di migliorare i suoi conti pubblici, ma non abbiamo fatto NIENTE, neppure per provarci. Inutile buttarla in caciara politica perché tanto le colpe sono di tutti (anche se il premier che in quel periodo è sopravvissuto più a lungo è stato Matteo Renzi), ma possiamo essere credibili come paese se non manteniamo mai gli impegni presi?
Se accettare il MES è indispensabile per avere altri aiuti europei meglio accettarlo e caso mai NON USARLO piuttosto che rinunciare all’intero pacchetto di miliardi UE senza i quali saremo presto morti stecchiti.
Piuttosto, quando Conte dice “altrimenti facciamo da soli!” cosa intende?
Bluffa come fa spesso o pensa a una patrimoniale, oppure a una super tassa per i “ricchi” ? O forse invece a una mega-emissione di titoli di stato per la ripresa – magari garantiti dalla Cassa Depositi e Prestiti – a un 2,5% di interesse esentasse per un quinquennio? Credo che andrebbero a ruba tra i risparmiatori italiani, soprattutto se fossero limitati al circuito interno e in cambio ci fosse anche un incentivo o sconto fiscale.
Per contro, se dobbiamo discutere a Bruxelles del MES quale migliore occasione per PRETENDERE ORA che, in cambio, ci sia una progressiva uniformità fiscale in Europa?
E’ l’unico modo per costruire davvero una “Unione Europea”! E’ indegno che l’Olanda (con Lussemburgo ed Irlanda) offrano in sostanza paradisi fiscali dove finiscono così per avere sede, tra i tanti, anche le società finanziarie ed aziende ex “italiane” tipo Fiat (ora FCA). Questa è la vera concorrenza sleale a livello europeo! Gli olandesi non ci stanno? Cominciamo allora con minacciare ritorsioni, per esempio con Booking.com che guadagna con gli alberghi italiani ma NON paga le imposte in Italia – dove pur produce parte del suo reddito – perché ha sede fittiziamente in Olanda.
BLOCCARE LE “FINANZIARIE”
A volte mi chiedo se il mondo politico abbia concreti piedi per terra.
Per esempio molte famiglie italiane, soprattutto le più povere, non hanno di solito debiti in banca ma soprattutto verso quelle micidiali SOCIETA’ FINANZIARIE (spesso in mano a delinquenti in giacca e cravatta), che li strozzano con tassi al limite (e oltre) l’usura. Una decisione del governo per una moratoria di almeno 90 giorni su ogni tipo di pagamento a queste finanziarie congelando interessi e capitali sarebbe un enorme sollievo per chi si trova indebitato e non sa dove sbattere la testa.
Tra l’altro il rischio è che gli eventuali ritardi i ritardi inneschino il solito giro vizioso di ulteriori interessi e penali in una catena di usura inarrestabile, favorendo le infiltrazioni mafiose.
OMS: I DUBBI DEL MONDO
Consuete critiche a Trump per la minaccia di bloccare per 90 giorni i contributi all’ Organizzazione Mondiale della Sanita, ma sempre più elementi sottolineano come l’OMS sia effettivamente diventato uno strumento politico in mani cinesi.
Finalmente una serie di paesi comincia a farsi delle domande che esigono risposte.
A parte il fatto che gli USA versano questo biennio all' OMS ben 836 milioni di dollari contro gli 86 di Pechino ed hanno quindi tutti i diritti di protestare, è evidente che non si sia vigilato sulla Cina che per quasi un mese ha nascosto o minimizzato il contagio. Non solo, si sono volutamente ignorati gli allarmi lanciati da Taiwan (stato dall'OMS politicamente non riconosciuto, come impone Pechino) sulla ormai certa diffusione umana del virus..
Anche dopo febbraio l’OMS ha impiegato oltre un mese per dare l’allarme pandemia e nessuno sa cosa effettivamente sia successo non solo a Wuhan ma in tutta la Cina dove tutte le informazioni sono nascoste e filtrate dal governo.
Nessuno può sapere e l'OMS non dice come, dove e perchè sia partita l’epidemia, mentre in TV abbiamo visto solo immagini selezionate dal regim,e tanto che nessuno può confermare il numero di decessi, di quanti realmente infettati o gli effettivi risultati delle misure di contenimento.
Negli USA, intanto, anche fonti di stampa notoriamente ostili a Trump hanno cominciato a porsi dei dubbi sull’OMS e la trasparenza del suo direttore (etiope, ma voluto da Pechino, già ministro degli esteri di un paese - l'Etiopia - che è diventato un avamposto cinese in Africa).
L’Unione Europea anziché prendersela con Trump perché non organizza una seria inchiesta per riuscire finalmente a capire cosa sia effettivamente successo e come funzioni l’OMS?
Saperlo potrebbe esserci molto utile per il futuro!
STORIA A TELE VCO
Segnalo che proseguono ogni martedì alle 13.30 i miei appuntamenti con la Storia a Tele VCO (canale 19, oppure in streaming www.televcoazzurra.it e poi “tuttonotizie” ).
Le lezioni vengono replicate per tutto il pomeriggio - sempre di martedì - al minuto 0.30 fino alle ore 18.30
Sono una sintesi delle mie lezioni all’ UNITRE di Arona ed attualmente trattano della storia d’Italia dopo la prima guerra mondiale.
BUONA SETTIMANA TUTTI ! MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 761 del 10 aprile 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: PASQUA: RIFLESSIONI E TRISTEZZE - AZZOLINA, CHI? – TUTTI PROMOSSI! - CORRIERE, CENSURE, OMS E CINA - ASSOLUZIONE AUSTRALIANA
RIFLESSIONI E TRISTEZZE
Non mi va di commentare un governo che nell’emergenza prima litiga due giorni interi su chi debba gestire i fondi tra PD e M5S, poi si presenta in conferenza stampa a reti unificate annunciando un favoloso decreto che ancora non c’era, tanto che viene cambiato e pubblicato solo dopo alcuni giorni in Gazzetta Ufficiale. .
Spero disperatamente che alla fine arrivi davvero qualcosa a chi è in grandi difficoltà, anche se si privilegia sempre “l’effetto annuncio” alle realtà. Allo stesso modo spero che si abbia il buonsenso di fare ripartire l’azienda Italia davvero al più presto, perché non ha senso fermare chi vuole e deve produrre, se osserva tutti gli obblighi della sicurezza e ogni giorno che si sta fermi è un giorno perduto.
Credo e spero, ma vedo crescere l’incertezza, la sfiducia, i tempi di liquidazione dei contributi che non sono davvero “a bacchetta magica” come ci si è stato fatto credere.
Intanto in Lombardia si muovono già i magistrati contro la regione (un copione scontato) mentre già saltano fuori i primi imbrogli sui bandi del Consip.
Sono triste, anche perché sta morendo la “mia” Europa, quale che sia il compromesso finale su MES ed Eurobond. Muore nei cuori, nei fatti, nei litigi, ma so che non è solo sempre “colpa” della Germania o dell’Olanda. Siamo un paese di furbi, dove proprio in questi giorni si fa finta di scoprire che esiste il “nero” e il sommerso, una realtà così ampia e consolidata, tanto che di fatto bisogna pure aiutare chi non paga minimamente il dovuto.
Non scaglio la prima pietra, ma andate a spiegarlo agli olandesi che - però - si tengono in casa i maxi-capitalisti del continente attirandoli con imposte agevolate. Fosse almeno capito da tutti che l’Europa può finanziariamente esistere solo se c’è una moneta comune ma anche una finanza comune, un fisco comune, un controllo comune in una reciproca serietà. Aggiungo che politicamente in Italia come in Europa servirebbe una elezione diretta dei vertici che siano quindi obbligati e responsabilizzati a rispondere direttamente a tutti i cittadini-elettori, non solo alle banche ed ai governi.
“Unione” significa unificare principi, sistemi, tasse, contributi, controlli, verifiche, agevolazioni o non si può essere né solidari né “uniti”.
Sono triste soprattutto perché passano i giorni della vita, con il tempo che sfugge dalle dita come granelli di sabbia e tutti abbiamo sempre meno tempo davanti a noi.
Pasqua deve allora rappresentare anche giorni di riflessione, di tregua, di rinascita, di resurrezione.
Chissà - allora - se questa lunga parentesi non ci porterà a riflettere un po' su noi stessi con tutti i nostri limiti, le nostre incongruenze, le nostre debolezze.
Alla fine questo virus forse ci porterà forse ad essere più frugali e attenti, magari anche migliori.
AZZOLINA CHI ?
Domenica sera, ospite di Fazio a “Che tempo che fa”, ho avuto modo di ascoltare la ministro della pubblica istruzione on. Lucia Azzolina. Sono rimasto esterrefatto dalla superficialità delle sue risposte date “a macchinetta” nella evidente constatazione che la ministro parlava solo con luoghi comuni, tanto che lo stesso Fazio l’ha trattata con malcelata ma pesante ironia.
Tra l’altro dopo neppure 24 ore il “decreto di inizio aprile” l’ha clamorosamente smentita.
Per curiosità mi sono andato a vedere chi sta occupando la scrivania che fu di Giovanni Gentile.
Se guardate su Wikipedia scoprirete che la nostra ministro si era candidata in Piemonte alle elezioni del 2018, non era stata eletta ma poi “ripescata” dalla Corte di Cassazione perché il M5S aveva esaurito i posti degli eletti in Campania.
Già aspirante professoressa di filosofia, il 13 settembre 2019 è stata nominata sottosegretaria e il 28 dicembre addirittura ministro. Conquistato il brillante risultato di arrivare 2542esima (duemilacinquecentoquarantaduesima!) nel recente concorso per dirigente scolastico (ovvero fare la preside), ma senza riuscirci. Un concorso tenutosi mentre era già deputata e componente la Commissione istruzione alla Camera e quindi in potenziale conflitto di interessi.
Il 27 dicembre 2019 il prof. Massimo Arcangeli, Presidente della Commissione ministeriale per l'accesso al ruolo di dirigente scolastico che giudicò la prova orale della deputata, mise pubblicamente in dubbio la capacità della stessa di poter svolgere l'incarico di Ministro della Pubblica Istruzione, sulla base dei risultati ottenuti nei test (famoso il suo 0 (zero) in informatica) e sostenendo inoltre che alcuni paragrafi della tesi da lei a suo tempo presentata per l’abilitazione all’insegnamento sarebbero stati direttamente copiati da testi specialistici.
Alla richiesta delle sue dimissioni la ministro ha replicato sdegnata alle accus,e sottolineando che non si trattava né di una tesi di laurea né di un plagio, essendo lo scritto una semplice relazione di fine tirocinio. (in altre parole – mi sembra – confermando tutto). Se poi avete tempo libero e un fegato ben messo andate a vedere i curriculum e gli “alti profili” di diversi altri ministri, ad esempio quelli della ministro del lavoro, delle politiche agricole e – ovviamente – di Giggino agli affari esteri.
Tranquilli, siamo davvero in buone mani e d'altronde era già stata l’ex ministro all’ Istruzione Valeria Fedeli (sindacalista neppure diplomata) ad aprire le gabbie.
TUTTI PROMOSSI !
..Se volete poi avere una conferma della superficialità della ministro Azzolina riflettete su un aspetto: aver comunicato a tutti gli studenti d'Italia il 6 aprile che tutti quest’anno saranno promossi.
Siamo stati tutti ragazzi, se ci avessero detto due mesi prima della fine di un anno scolastico che non ci sarebbero state bocciature avreste continuato a studiare con lo stesso impegno? Io no, perché è ovvio che senza l’obiettivo di un esame finale soprattutto un adolescente ringrazia, sorride e pensa ad altro. A cosa sono serviti allora i sistemi pedagogici, gli sforzi degli insegnanti, le difficoltà per connettersi e coinvolgere a distanza in queste settimane se poi cade la “tensione morale”, logica all’annuncio del “liberi tutti”? Si poteva comunicarlo eventualmente l’ultimo giorno utile, non così in anticipo.
Il consueto (ed abusato) slogan 5 Stelle del “Nessuno sarà lasciato indietro” è cugino stretto di quel “6 politico” e degli esami di gruppo di sessantottina, infausta memoria.
Credo che i genitori e gli insegnanti seri non possano che condividere.
AUTOCENSURA AL CORRIERE - L’ OMS DIPENDE DA PECHINO?
La scorsa settimana, in calce all’articolo su come Taiwan ha affrontato e vinto il Coronavirus nonostante il boicottaggio dell’Organizzazione Mondiale della sanità e della Cina comunista, pubblicavo alcuni link di approfondimento, uno dei quali con la pagina “Esteri” web del Corriere della Sera, articolo che so molti lettori hanno letto.
Improvvisamente domenica la pagina è sparita. Non più cliccabile, non più leggibile, non più trasferibile. Sparita e basta, anche dalle pagine d’archivio. Piacerebbe sapere se il “Corriere” si è piegato a qualche pressione di Pechino. Intanto è confermato che il 31 dicembre Taiwan aveva formalmente comunicato all’OMS dell’epidemia, comunicazione ufficialmente non presa in carico perché Taiwan “non esiste”.
Addirittura il direttore dell’ OMS – interpellato ieri in conferenza stampa su questa assurdità e sul fatto che per oltre un mese si è perso tempo nel prendere provvedimenti – ha accusato Taiwan di “razzismo”!!
Dura la presa di posizione della presidente di Taiwan (eletta a gennaio) che ha replicato: “Il personale medico e i volontari di Taiwan sono impegnati senza sosta in ogni parte del mondo, persino in Etiopia, patria del direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus. I cittadini taiwanesi non distinguono le persone in base al colore della pelle o alla lingua che parlano: tutti sono nostri fratelli e sorelle. Taiwan non ha mai permesso che la mancata adesione alle organizzazioni internazionali diminuisse il proprio supporto alla comunità internazionale. Taiwan si è impegnata da subito a contenere la diffusione del COVID-19 e i risultati raggiunti sono stati notati da tutto il mondo. Nonostante l’esclusione dall’OMS per colpa di macchinazioni politiche, ci siamo fatti carico delle nostre responsabilità come membri della comunità internazionale e abbiamo fornito spontaneamente e gratuitamente milioni di mascherine e altro materiale medico al personale sanitario delle nazioni più gravemente colpite dall'epidemia, (Italia compresa ndr)."
E poi criticano Trump che denuncia come l’ OMS sia diventato un organismo politico purtroppo in mano ai voleri di Pechino che – detto per inciso – contribuisce finanziariamente all’ OMS in minima parte rispetto agli USA.
ASSOLUZIONE AUSTRALIANA
Poco spazio, complice il coronavirus, per una sentenza australiana: l’Alta Corte (la nostra Cassazione) ha assoluto con 7 voti a 0 il cardinale George Pell – già primate cattolico d’Australia - dall’infamante accusa di abusi sessuali a due ragazzi nel 1996. Anche in primo grado ( con 10 voti contro 2) i giurati l’avevano assolto, ma la sentenza era stata annullata poiché non c’era stata l’unanimità. Nuovo processo, questa volta condanna sotto i riflettori, grande imbarazzo vaticano, galera e segregazione di mesi per il cardinale. Ora l’ immediata scarcerazione e le cose finirebbero qui, come per tanti assolti dopo lunghe traversie giudiziarie.
C’è però un dato inquietante: Papa Francesco aveva chiamato Pell a riformare le finanze vaticane, mettendo ordine e facendo pulizia là dove non c’è mai stata molta trasparenza. Molti si chiedono se questa vicenda non sia stato un comodo sistema per toglierselo dai piedi.
AUGURI DI PASQUA, CHE SIA DAVVERO DI RESURREZIONE !
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 760 del 3 aprile 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: PERCHE' BISOGNA RIPARTIRE SUBITO - LA POLITICA DELLE MASCHERINE – BUROCRAZIA: UN CASO CONCRETO
RIPARTIRE SUBITO
E’ meglio non entrare nel merito dei provvedimenti del governo per evitare polemiche, anche se tutti coloro che si occupano della materia confermeranno quello che sostengo da settimane ovvero come i decreti emessi - soprattutto quelli pensati per ottenere contributi - siano scritti in modo spesso incomprensibile.
Soprattutto (al contrario di mille dichiarazioni, continue apparizioni di Conte in TV, proclami, interviste ed appelli semplicistici) i “sacri testi” sono molto spesso di difficile applicazione, salvo che alla fine - per disperazione o volontà politica - l’INPS e gli altri Enti non dichiarino una specie di “liberi tutti” accettando tutte le domande presentate, anche da chi non ne avrebbe i titoli (un invito quindi a far “comunque” domanda: “all’italiana” poi si vedrà…).
Gli ordini professionali sottolineano unanimi come, di fatto, quasi nessun iscritto “normale” potrà mai usufruire dei famosi 600 euro e questo vale per avvocati, commercialisti, veterinari, ingegneri, architetti e consulenti. Paradossalmente ne godrà solo chi ha platealmente lavorato in “nero”, così una volta di più chi ha fatto il furbo verrà premiato autodichiarandosi indigente.
I decreti sembrano a volte scritti coi piedi, per esempio là dove si parla di “reddiio” anziché di “incassi”. Eppure mentre un incasso è verificabile subito, il “reddito” di una persona o di una impresa lo si conosce solo a fine anno (anzi, a metà dell’ anno dopo): o si è voluto inutilmente complicare le norme o al Ministero non sanno bene quale sia la differenza dei termini, di sicuro è impossibile calcolare seriamente - senza il confronto di seri dati completi - un reddito parziale trimestrale.
Non è questo però il nocciolo del problema, ma piuttosto che Conte e il governo dovrebbero capire come occorra subito programmare e dare il via alla progressiva ripresa delle aziende o - quando sarà ufficialmente possibile farlo - diventerà troppo tardi per intervenuta asfissia del sistema.
Confindustria calcola la chiusura del 57% delle attività industriali e ci si rende conto facilmente che di conseguenza – salvo alimentari e farmacie – questa riduzione sale a quasi il 100% nel commercio, artigianato, servizi, professioni e terziario con una perdita di produzione stimabile in oltre 100 miliardi al mese.
Ma perché non si può dare subito la possibilità alle imprese di progressivanente riaprire, se sono in grado di dimostrare che siano osservate tutte le misure di sicurezza sul luogo di lavoro e sotto la diretta responsabilità dell’imprenditore?
Ovviamente serviranno adeguati controlli, ma tenere chiuso per decreto chi potrebbe e vorrebbe invece lavorare essendosi messi in regola è un assurdo che danneggia tutti.
Vale per molti lavori all’aperto, l’edilizia, gli artigiani, le piccolissime imprese e quelle famigliari (tanto sono già reclusi insieme in casa!) e per gli stessi negozi, ovviamente limitando gli accessi della clientela, come oggi fanno i tabaccai o i fruttivendoli.
Invece al momento in un supermercato non si può neppure comprare un cacciavite pur esposto sugli scaffali: va bene limitare la potenziale futura concorrenza, ma dov’è un minimo di logica?
Anche perchè - quando finalmente si ritornerà a produrre - se le “filiere” saranno rimaste tutte ferme troppo a lungo è evidente che passerà un piu' lungo periodo per poter rimettere in moto il sistema, dai trasporti ai rifornimenti di materie prime per arrivare ai prodotti finiti.
Non possiamo pensare che Stato ed Europa risolvano finanziariamente i problemi delle imprese, anche perché devono e dovranno occuparsi prima di tutto del sistema sociale e delle famiglie, oltre a finanziare anche ingenti investimenti pubblici.
Si permetta quindi già da ora a milioni di aziende, piccole imprese ed attività commerciali – se in regola - di faticosamente rimettersi in marcia.
Saranno spesso produzioni a ritmo ridotto, ma anche quel poco può servire a tenere accesa la speranza di una ripresa più veloce.
Se i soldi non girano non producono ricchezza e ci sono infiniti anelli della catena che rischiano di spezzarsi e fallire. Basti pensare agli affitti degli studi professionali o dei capannoni destinati alle attività di piccole e medie dimensioni: come pagarli ai proprietari che molte volte non sono grandi società finanziarie o immobiliari, ma semplici persone fisiche – spesso anziane - che campano su quegli affitti?
Se i proprietari non incassano saranno altri milioni di persone da mantenere, ma le aziende ferme non incassano e quindi neppure volendo potrebbero pagare l’affitto.
Ci sono poi autentiche assurdità: in agricoltura per esempio manca e mancherà mano d’opera (moltissimi immigrati sono tornati a casa): possibile che non si possa utilizzare almeno in parte la sterminata platea dei redditi di cittadinanza?
Decretare poi che nelle aziende agricole si possono utilizzare famigliari fino al sesto grado purchè lavorino gratis è ugualmente assurdo: perché allora non rimettere in pista subito piuttosto un sistema di voucher, almeno fino a che il sistema non sarà tornato normale?
Idee che vanno pensate ora e progressivamente applicate concretamente da subito, come “carburante” indispensabile per la ripresa.
Tra una polemica e l’altra e troppe comparsate in TV, qualcuno ci pensa?
CINA E TAIWAN: LA POLITICA DELLE MASCHERINE
L’ hanno chiamata “La Politica delle mascherine”, che va di pari passo ad un bel po' di torbido che gira intorno all’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che molti solo adesso cominciano a capire essere anche un organismo politico oltre che di gestione e controllo sanitario.
Prima le accuse di mezzo mondo alla Cina di aver nascosto per settimane la vera portata dell’epidemia (con i filmati pubblicati lunedi anche da Rai 3 dove si vedono le condizioni igieniche dei mercati cinesi e il portar via morti per strada a Wuhan in numero che sembrerebbe ben più numeroso ai dati ufficiali) ora le accuse all’OMS di essere un organismo sino-dipendente e non super partes.
A far nascere il caso è la perdurante chiusura dell’OMS a Taiwan che per loro “non esiste” e quindi quello che viene fatto a Taipei non conta.
Peccato, perché a Taiwan l’epidemia è stata arginata molto meglio che in Cina (solo 329 casi e in tutto 5 decessi) con metodi chiari, democratici ed organizzati: esperienze utili e soprattutto immediate, ma censurate.
L’imbarazzo cresce perché ora Taiwan ha regalato (non come buona parte del materiale sanitario cinese che invece è stato fatto pagare) ben 10 milioni di mascherine chirurgiche all’ Europa e in particolare all’Italia, oltre a un ingente carico di materiale sanitario offerto dai cattolici di Taiwan al nostro paese e coordinato con la nunziatura apostolica vaticana a Taipei. Di Maio non ne parla in evidente stato di imbarazzo (poi a fine epidemia ci spiegherà chi ha firmato i contratti con Pechino senza gara né controllo dei prezzi), ma i fatti restano e sono quelli che sono.
Per l’OMS però Taiwan – appunto - non esiste, non se ne deve parlare e nemmeno la gravità della situazione riesce a superare i pregiudizi politici che in campo sanitario non dovrebbero esistere verso nessuno.
Peccato, perché è documentato che la Repubblica di Cina (il nome ufficiale di Taiwan) viene considerata un esempio vincente nella lotta al virus ed è stata tra i primi paesi ad avviare controlli e sperimentazioni pur non facendo ufficialmente parte dell’Oms, che riconosce soltanto la Cina continentale.
Un punto su cui il governo di Taipei è tornato più volte negli ultimi giorni per rivendicare i propri meriti, arrivando persino ad accusare direttamente l’agenzia internazionale di aver ignorato gli avvertimenti formali ricevuti alla fine di dicembre, quando per la prima volta medici taiwanesi avevano già intuito la possibile trasmissibilità umana della malattia.
Una volta di più l’Italia e l’Europa non possono continuare a far finta che Taiwan non esista solo per il “politicamente corretto”, ergo ingraziarsi la Cina comunista.
Perfino la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha intanto ringraziato ufficialmente Taiwan per “il gesto di solidarietà” e – piaccia o meno a Pechino – è stata questa la prima volta di un formale ringraziamento europeo, mentre l’ Italia ufficiale invece tace, come al solito.
Chi fosse interessato ad approfondire:
http://www.galileusweb.com/perche-taiwan-e-diventata-un-problema-per-loms/
BUROCRAZIA: UNA TESTIMONIANZA
Pubblico integralmente una email che mi è giunta da una lettrice de IL PUNTO che lavora in una pubblica amministrazione:
Ciao Marco,
giovedì (26 marzo n.b.) mi è arrivata, per lavoro, la raccolta delle disposizioni in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da Codiv-19 e il testo unico delle ordinanze della protezione civile. Sono complessivamente 6 leggi, 2 delibere del consiglio dei ministri, 7 decreti del presidente del consiglio dei ministri, 19 ordinanze del capo del dipartimento della protezione civile, un protocollo generale. Poi ci sono i provvedimenti del ministero della salute e quelli del ministero della pubblica istruzione. In totale sono per ora 38 documenti diversi che fanno 295 pagine... Segue un indice senza i riferimenti a quale pagina posso trovare lo specifico decreto e già il giorno dopo ne avevano fatto un altro… Come può un cittadino italiano capirci qualcosa e un ufficio pubblico cercare di seguire la legislazione se si rincorre in questo modo?
Ma la follia di fare leggi aggiuntive senza mai abrogare le precedenti al fine di avere un testo unico di riferimento è un processo così impossibile da fare? Quando impareremo?
Ciao C.
SPERIAMO IN MEGLIO! BUONA SETTIMANA MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 759 del 27 marzo 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: IL PRESENTE E IL FUTURO – LA STORIA DI 100 EURO – CINA NEWS
Un augurio sincero e personale a tutti i lettori de IL PUNTO con la speranza che stiate abbastanza bene perche, in questi giorni, è davvero la cosa più importante.
Non c’è molta voglia di scrivere e le polemiche non servono a nulla, ma alcune riflessioni forse possono servire.
Certamente la riflessione più profonda, intima e personale - da credenti o non credenti - ci è comunque venuta spontanea questa sera vedendo le immagini da Piazza San Pietro a Roma, con un Papa un po' malandato ed esitante che interpretava, nella sua fragilità, proprio quella che oggi – incerta e preoccupata – è la nostra intera umanità.
IL PRESENTE E IL FUTURO
Una settimana fa scrivevo come il decreto “Cura-Italia” mi sembrasse molto pasticciato e - purtroppo - non solo la prima impressione è stata confermata, ma vengono al pettine molti dubbi sulla sua applicazione pratica.
Non è polemica prendere atto che ad oggi non si è visto ancora concretamente nulla sia in termini di contributi economici, ma soprattutto per l’aspetto “ricostruttivo” che invece – sperando che passi al più presto l’emergenza sanitaria – è quello fondamentale per salvare il nostro Paese.
Questo anche perchè le misure del governo sono tutte da finanziare con un maggior deficit pubblico e comunque si parla di 50 miliardi contro i 500 della Germania ed addirittura i 2000 degli USA di Trump.
Se non si produce non è pensabile – salvo nel breve periodo – che lo Stato possa aiutare tutti ed è per questo che non capisco la posizione dei sindacati che vogliono ulteriormente restringere l’apertura delle aziende.
SE UN LUOGO NON E’ SICURO DEVE RESTARE CHIUSO, ma una volta che un’azienda è sanificata e vengono adottate tutte le necessarie misure di sicurezza, perché tenerla ferma?
Meglio che funzioni, anche se magari a ritmo ridotto.
Anche i settori non indispensabili possono e devono essere utili a comunque “creare ricchezza” e soprattutto a far lavorare i dipendenti (e così pagare anche imposte e contributi) o il sistema non può reggere e fallirà perchè stampare moneta per pagare "ad ufo" (ammesso fosse possibile) crea solo inflazione, non ricchezza. Non possiamo permetterci di perdere la maggior parte dei 180 miliardi al mese di "produzione" italiana.
Che rischio c’è a tenere aperti tutti i cantieri per le opere pubbliche o le imprese edili, soprattutto se operano all’ aperto? Bisogna assolutamente insegnare prima di tutto sicurezza sanitaria alle maestranze, ma non serve bloccare tutto.
Se in un negozio si entra uno alla volta, perché tenerlo chiuso? Certo, meno gente gira meglio è, ma io vedo dalla mia finestra persone diventate responsabili, attente, mai in gruppo e non capisco perché (ovviamente stando a debita distanza e magari aumentandola) non si possa camminare e correre nei parchi e nei giardini, oltretutto per evidenti motivi psicofisici, soprattutto i bambini.
Ma avete notato che ALL’INTERNO DEI SUPERMERCATI (dove già si accede uno alla volta, tenendosi lontani, addirittura facendo provare la temperatura corporea all’ingresso) sono stati chiusi tutti i reparti non alimentari?
E’ più “essenziale” quindi comprare il salmone affumicato (importato) invece di un libro, specialmente se sei bloccato in un appartamento? E se ti serve qualsiasi cosa per la casa o una riparazione, oppure devi comprare un paio di mutande? Non si può.
Tante altre assurdità: per esempio tutti i fioristi e garden chiusi e anche al supermercato non trovate più i fiori - considerati “non indispensabili” - ma quanto conta avere un fiore in casa a primavera e - soprattutto - si è pensato che così facendo si è ammazzato tutto il comparto florovivaistico italiano con le piante che non si possono comunque “abbandonare” perché altrimenti muoiono ?
Turismo, professioni, artigiani, cave, commercio, trasporti: tutto bloccato, ma ci sono settori industriali che lavorano soprattutto per l’esportazione con produzioni strategiche per altre aziende europee.
Sono attività obbligate a star ferme, ma poi non lamentiamoci se in Europa ci vedranno come dei portatori di peste, danneggiando la nostra ed altrui economia.
Quando avremo perso quei mercati, cosa venderemo all’estero?
Oppure - visto che bar, ristoranti e pizzerie sono chiusi - se un esercente o un pizzaiolo volessero fare servizio a domicilio con tutti i sacri crismi di sicurezza, perché bloccarne l’attività?
Un altro aspetto che mi preme non dimenticare è quello delle libertà individuali e se tutti siamo d’accordo che in tempi d’emergenza bisogna prima di tutto pensare a contenere il contagio, faccio presente che - intanto - sono passate sotto silenzio delle leggi discutibili come quella delle intercettazioni telefoniche, oppure la ricapitalizzazione di Alitalia e si va avanti a colpi di decreti quotidiani senza che il Parlamento possa intervenire, anche perché è praticamente bloccato.
Ci sono una infinità di problemi che andrebbero invece seguiti bene e non decisi da Conte in beata solitudine, anche perché bisognerebbe capire bene chi siano i suoi consiglieri, soprattutto in campo economico.
C’è poi la partita in chiave europea che è delicatissima: il rischio che il MES rientri per la finestra - dopo che si era ufficialmente deciso di chiuderne la porta - è vero e reale, come il rischio che con la crisi che verrà le migliori aziende rimaste italiane (sempre di meno) finiscano anche loro in mani straniere, complici le convenienti quotazioni di borsa. Quali misure ha preso il governo per evitarlo, dopo che la CONSOB solo tardivamente ha vietato le vendite speculative al ribasso?
Soprattutto – viste le divisioni dell’UE e la sua esperienza alla BCE – perché Conte non nomina immediatamente Mario Draghi “Commissario all’Economia e alle Finanze” per trattare in prima persona a Bruxelles per conto del nostro paese?
E’ sicuramente la personalità economica italiana più valida in Europa, certamente più rappresentativa e tecnicamente preparata di un Conte o un Gualtieri.
Proprio l’Europa è infatti la grande assente dalla partita, incapace come non mai di darsi regole certe e comuni fin dal primo giorno, con l’evidente arroganza di chi si sente “ricco” rispetto ai propri partner.
Da notare però che finalmente il Sud del continente comincia a condividere una voce unica rispetto alle pretese della Germania e suoi satelliti, ma lo spirito europeo purtroppo è morto, prima vittima dell’epidemia.
PS.
Un finale forse stupido, ma non si potrebbe fare un filtro su certi “esperti” che in TV pontificano ininterrottamente a canali unificati? Sono ridondanti e ripetitivi, spesso inutili. Inviterei anche molti di quelli "ufficiali" a cambiarsi la solita felpa, perchè farà molto “emergenza” e audience presentarsi sempre vestiti in divisa da protezione civile, ma i contenuti di certe loro chiacchiere non mi sembrano spesso all’altezza dei problemi trattati. Oltretutto - se questi esperti sono sempre in TV - quando diavolo lavorano?
Conte ha seminato una nuova stirpe di tuttologi narcisi, ma non ne sentivamo davvero la mancanza.
LEZIONE DI ECONOMIA: LA STORIA DI 100 EURO
(Dedicata al governo: fateci ripartire!)
Un turista si presentò all'Hotel ITALIA per pernottare, ma era mattina e la stanza non era ancora pronta, così lasciò 100 euro di caparra all'albergatore, annunciando che sarebbe poi ripassato la sera.
Quell' albergatore aveva un debito di 100 euro con il macellaio e glielo pagò proprio con quella banconota che il macellaio usò per liquidare un suo fornitore, allevatore di bestiame.
L’allevatore doveva cento euro al grossista di mangimi e fu occasione per liquidarlo, ma proprio in quel momento il grossista si ricordò di non aver pagato una stanza all’albergatore quando – pochi giorni prima – aveva avuto ospiti dei parenti, e lo pagò.
Tutto contento l’albergatore mise in tasca i 100 euro, ma a quel punto si ripresentò il turista che, scusandosi, disse di aver cambiato idea e che non si sarebbe fermato la notte. L’albergatore dell’ Hotel ITALIA restituì un pò scocciato la banconota, contento però di non aver comunque più il debito con il macellaio.
Morale: la moneta serve se gira perché fa girare l’economia, ma se l’Hotel ITALIA resta chiuso restano i debiti e nessuno li può e li potrà pagare.
A PROPOSITO DI CINA
Quanti di voi hanno letto l’articolo di Giulio Meotti su “Il Foglio” di ieri 26 marzo con il lungo ed inquietante elenco di giornalisti cinesi letteralmente spariti nel nulla dopo che si erano permessi di criticare – anche solo fugacemente – i metodi del governo comunista per comunicare e poi gestire l’epidemia?
Come mai nessuno ne ha parlato, tanto meno il ministro Di Maio in perenne fregola di ringraziamenti alla Cina, oppure la Federazione Nazionale della Stampa che avrebbero il dovere morale di chiederne notizia al governo cinese?
(chi vuol leggere l'articolo mi mandi il proprio numero whattsapp)
Un saluto a tutti, e speriamo in bene perchè DOBBIAMO FARCELA!
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 758 del 20 marzo 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: UNITI ! - DECRETO ILLEGGIBILE – PIU’ AIUTI O DANNI DALLA CINA? - L’ESERCITO CHE NON C’E’
Stare uniti nell’emergenza è sacrosanto e quindi le polemiche non servono. Piuttosto un invito a tutti quelli che leggono IL PUNTO a scrivermi, discutere, criticare.
Soprattutto vi invito a non perdere il tempo e quindi ad approfondire, studiare, leggere e – lo si può fare in tanti modi – dare una mano a chi sta anche peggio di noi.
Un saluto affettuoso ai tanti che si impegnano in prima linea ed un ricordo commosso anche a chi, lettore abituale, è malato o addirittura deceduto. So di alcuni casi e sono vicino alle loro famiglie.
Insomma, non solo uno scontato “Andrà tutto bene” ma piuttosto operiamo e comportiamoci perché questo avvenga davvero.
NO POLEMICHE, QUINDI, MA QUESTO DECRETO…
Non entro quindi nel merito politico del decreto “Cura Italia” né affronto il problema se i fondi siano sufficienti o meno, anche perché criticare è facile ma intervenire in questa situazione è comunque molto difficile.
Mi limito a dire che TUTTO il decreto è finanziato “a debito” ovvero aumentando il deficit dello stato, il che significa tamponare oggi, ma creare altri problemi futuri.
Quello che mi limito ad osservare è però come il “ Cura-Italia” sia scritto male, contorto, spesso incomprensibile. Alla fine occupa 72 pagine (!) di Gazzetta Ufficiale diviso in 127 articoli: un testo-monstre scritto in distillato di puro politichese e composto da quasi 100.000 (centomila!) parole in cui concretamente alla fine si parla di tutto, ma si capisce poco o nulla.
Il solo commento (ovvero la traduzione del decreto in italiano comprensibile) da parte del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti – il mio ordine professionale – riempie 67 pagine scritte fitte fitte solo per cercare di far capire qualcosa a chi deve interpretarlo.
C’è dentro di tutto, dallo svuota-carceri alla cassa integrazione, dalla sospensione dei termini alla proroga di 2 anni (non due mesi!) all’Agenzia delle Entrate per i suoi accertamenti.
E’ comunque solo un testo-base che verrà poi emendato, cambiato, incrementato e reso così ancora più complicato e pasticciato. Alla fine il Parlamento lo voterà – vedrete – con un voto di fiducia, anche se nessun parlamentare l’avrà mai letto, anche perché leggerlo tutto è umanamente impossibile.
Lo stesso Presidente Mattarella - che lo ha subito firmato e ne promulgherà poi la legge di conversione finale – sicuramente non ha avuto né avrà mai la possibilità di farlo e anche lui, quindi, lo firmerà “sulla fiducia”
Forse non c’era altro modo per stenderlo “a legislazione vigente”, ma credo sarebbe stato meglio (molto meglio) cercare di cambiare finalmente anche il modo di procedere – visto che siamo in una emergenza – fissando solo pochi punti, ma chiari ed inequivocabili, comprensibili ed attuabili. Tanto vale al massimo un mese, da integrare a nuovo (con quali soldi ?) il mese prossimo.
In Italia non siamo infetti solo dal virus, ma dalla burocrazia e dal politichese che fanno ancora più danni del virus.
Certo, Conte ci tiene ad apparire ogni sera “l’uomo solo al comando” ed andare quindi da solo in TV (anche perché quando parlano certi ministri come quella del lavoro e dell’agricoltura non azzeccano neppure un congiuntivo) mentre già intorno a lui c’è chi - come Di Maio - rosica se non è in prima fila.
Parliamoci chiaro: nessuno sa come sarà cambiata l’Italia alla fine di una questa batosta, ma prima di tutto speriamo di esserci ancora.
Approfondimento: ATTENTI ALLA CINA (E A DI MAIO) ALTRO CHE "AIUTI" !
Grande spazio sui media per l’arrivo a Ciampino del “dono” cinese: 9 medici in trasferta a Roma (e poi spediti in giro per tutta l’Italia) con un carico di materiale sanitario “donato” al nostro paese, ma che poi sembra sia stato perfino fatto pagare.
Non capisco che cosa abbia tanto da esultare il ministro Di Maio, eppure da una settimana ci comunica quotidianamente che acquisteremo milioni di mascherine cinesi e loro apparecchi sanitari per proteggerci dal virus. Amen.
Evidentemente il nostro illustre Ministro degli Esteri (sic!) non si è ancora reso conto che la sua dannata volontà di correre dietro alla “Via della Seta” ci ha già fatto un mucchio di danni.
Certo che adesso ci servono le attrezzature sanitarie cinesi, ma è provato CHE IL GOVERNO CINESE PER SETTIMANE HA NASCOSTO L’EPIDEMIA, addirittura processando e condannando i medici che ne parlavano.
La Cina dovrebbe essere quindi oggetto DI UNA GRANDE INDAGINE INTERNAZIONALE e in qualche modo chiamata alle proprie responsabilità per i danni procurati all’ umanità, altro che pubblici ringraziamenti.
Anche perché il rischio concreto è che i cinesi (e non solo, forse anche la Russia è nel gioco) grazie alla crisi economica legata al Coronavirus e al prezzo del petrolio si comprino a prezzo di saldo le nostre aziende migliori con massicci scalate in borsa.
Di tutto questo però non se ne parla molto, ma è un tema che andrà assolutamente approfondito.
C’è una acuta riflessione su “Il Foglio” del 17 gennaio “L’ORA DEI CATTIVI” che va letta con attenzione (chi vuole leggerla me la richieda – ndr ) dove si sottolinea bene la strategia cinese che ha riconosciuto proprio in Luigi Di Maio l’anello debole della catena di comando del governo italiano.
E’ lui che da ministro dello Sviluppo economico ha firmato la “Via della Seta”, è lui che la settimana scorsa è andato a fare la conferenza stampa in diretta all’arrivo degli aiuti, seduto accanto all’ambasciatore cinese in Italia Li Junhua.
Pechino sa bene chi in Italia è alla spasmodica ricerca di un palcoscenico e farebbe qualunque cosa pur di salirci: e infatti gli “aiuti concreti cinesi” e le parole di Di Maio sono finiti su tutti i media italiani e cinesi.
In realtà il ruolo di Luigi Di Maio è stato semplicemente quello di parlare al telefono con il suo omologo cinese Wang Yi e assicurarsi una commessa (pagandola!!) di mille respiratori da acquistare dai nostri abituali fornitori in Cina e adesso di 100 milioni di mascherine quando diverse aziende italiane – riconvertitesi in una settimana – sono pronte per produrne quante se ne vuole, magari abbassando l’IVA dal 22 al 4% visto che sono diventate preziose (nessuno al governo ci ha pensato nel “ Cura Italia”!?) .
Io non capisco se Di Maio sia consapevolmente oppure no di quanto stia combinando (e questa non è ironia: queste cose Di Maio le capisce? Perché il dubbio davvero mi assilla…) e di essere diventato la sponda “istituzionale” a un’operazione che ha un profondo significato politico ed economico.
Tutto è collegato: l’ambasciatore cinese in TV, la telefonia, la “Via della Seta”, gli acquisti cinesi di titoli di stato italiani, ora le possibili scalate in borsa con la Cina che dalla crisi sanitaria sta già uscendo ben prima di noi.
La controprova di quanto siamo diventati succubi di Pechino si vede anche dalle semplici cronache quotidiane: neppure questa settimana si è parlato del Paese che per primo ha affrontato e vinto il Coronavirus: Taiwan.
L’ “altra Cina” , quella libera e democratica, ostile a Pechino ma che pur essendo a soli 120 km dal continente (e con oltre 500.000 suoi cittadini che ci lavorano) ha egregiamente protetto i suoi 23 milioni di abitanti bloccando il virus all’ inizio, tanto da avere pochissimi contagiati e praticamente nessun decesso e senza bisogno di militarizzare alcunchè.
E ricordiamoci che gli spazi a Taiwan sono ben ristretti, visto che quei 23 milioni di persone stanno su un'isola grande solo una volta e mezza la Sicilia!
Un successo di cui però non si deve parlare perché a Pechino non piace, così come addirittura non si ammette neppure Taiwan nell’ Organizzazione Mondiale della Sanità solo per motivi politici: un atteggiamento ingiusto e ridicolo, ma soprattutto stupido e controproducente per tutti.
Un governo libero, autorevole, con persone serie alla sua guida e con un minimo di visione strategica tutti questi dubbi dovrebbe cominciare ad averli, così come quei dirigenti del PD ben preparati in politica estera (e ne conosco diversi) che non capisco come possano ancora stare zitti con questo ministro dilettante allo sbaraglio.
Perché nel frattempo la crisi sanitaria ha fatto dimenticare la Libia, la Siria, gli sbarchi (che continuano) e i pasticci della nostra diplomazia di questi ultimi mesi che hanno visto sparire l’Italia da ogni credibilità internazionale.
D'altronde tutti i lettori possono liberamente giudicare se un Ministro degli Esteri di siffatta levatura sia adatto a rappresentare oggi l’Italia nel mondo.
“VOGLIAMO L'ESERCITO!!”...MA DOV'E'?
Tutti chiedono adesso l'aiuto delle Forze Armate per bloccare il coronavirus o almeno controllare il traffico sulle strade, ma ci siamo dimenticate che - nel frattempo - le Forze Armate italiane sono all'osso perché tra tagli, antimilitarismo, operazioni di "pace keeping" all'estero, malati & invalidi e soprattutto scalda-seggiole, c’è ben poco da schierare sul "fronte interno". Quel poco che resta è spesso di non grande operatività, anche perchè mi sembrerebbe assurdo chiedere a quei pochi reparti addestrati e pronti per andare un missione all’estero di ridursi a fare i vigili urbani.
I numeri parlano chiaro: taglia di qua taglia di là, abbiamo meno effettivi della Spagna e della Grecia, moltissimi meno di Francia e Germania, siamo bel al disotto del Giappone e se ovviamente siamo nulla rispetto ad USA e Russia, siamo anche molto meno operativi di tutti quegli stati più o meno "militarizzati" - dalla Turchia al Venezuela, al Vietnam - dove le forze armate sono quelle che comandano sul serio o sono il vero braccio armato del dittatore di turno.
Meglio non trovarsi in situazioni simili, ma quando si invoca la presenza dei militari è come chiedere di far rispettare una polizza di assicurazione quando arriva un sinistro ma senza aver voluto pagare il premio della polizza.
Piuttosto pensavo di vedere in prima linea, prima ancora dei militari, EMERGENCY, LE ONG, MEDICI SENZA FRONTIERE e le varie organizzazioni umanitarie sempre pronte giustamente ad aiutare e salvare chi arriva in Italia: non ci sarebbe da lavorare adesso anche per gli italiani?
A tutti un saluto particolarmente affettuoso e speriamo in una settimana migliore di questa!
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 757 del 13 marzo 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: VIRUS: CERCASI COMANDANTI - E LA FEDE ? – TAIWAN FUORI DAL VIRUS - TELEFONOVENDITE – USA: PRIMARIE DEMOCRATICHE
COMANDANTE (ED EUROPA) CERCASI
La prima vittima dell’epidemia si chiama Europa.
Una Europa politica alla deriva dove non si vuol capire la necessità di usare un metro uguale per tutti per affrontare l’emergenza e dove solo la miopia della BCE e in primis della sua presidente francese Christine Lagarde poteva comportarsi in modo così superficiale facendo perdere al continente centinaia di miliardi di euro mentre l’economia affonda.
Un disastro generale in cui l’Italia brilla per nullità di peso politico, anche se il prode Paolo Gentiloni ne sarebbe addirittura il “Commissario economico” (ma è sparito dai radar: è in quarantena anche lui?).
Vale per i vertici in Europa ma anche all’interno dove il solito Travaglio – sul “Fatto Quotidiano”- era stato categorico: no a Bertolaso inteso come “uomo forte” che coordinasse la protezione civile, perché sarebbe la dimostrazione che la democrazia non esiste e l’anticamera di una qualche dittatura (!)... e poi c’è già comunque chi deve governare con potere di decidere.
Conte si adegua volentieri con la sua tacita autostima narcisistica e godendo di vedersi trasmesso ogni sera da solo in TV a reti unificate (Mattarella, dopo una breve apparizione, è scomparso di nuovo…) nominando quindi un signor nessuno a commissario per gli approvvigionamenti, figura che così resterà nell’ombra.
Eppure anche l’attuale Premier non lo ha eletto nessuno, non ha titoli specifici, guida un governo raffazzonato ed eterogeneo prendendo decisioni che solo il futuro ci dirà essere state più o meno tempestive e giuste.
MI ASTENGO DAL CRITICARE L’ESECUTIVO PERCHE’ NON E’ COSA NE’ PERIODO, PERO’ UN BERTOLASO OPERATIVO AL VERTICE MI AVREBBE DATO MOLTE PIU’ GARANZIE.
Certamente Conte è alla guida di un paese dove è difficile convincere i cittadini a comportamenti ordinati e seri, conseguenti alla situazione, dove convive lo spirito di eroismo e di solidarietà di alcuni con gli aspetti più squallidi ed egoistici.
Le immagini di chi scappa nottetempo da Milano, assalta i supermercati senza motivo o le rivolte nelle carceri sono tutti sintomi di un paese di “furbi”, difficili da governare.
E’ pur vero, però, che se vengono fatte circolare bozze "riservate" e contraddittorie di decreti è logico che poi si scateni il panico ed una volta di più bisognerebbe sollevare le pesanti responsabilità e incapacità dell’ ufficio stampa di palazzo Chigi.
Il grande vantaggio di un Bertolaso “supercommissario” avrebbe significato avere ai vertici delle strutture una persona tecnica, che non dovesse pensare al proprio futuro politico ma solo a prendere decisioni precise, chiare e tempestive senza doversi porre il problema del “dopo”.
Per questo speravo che una persona stile Bertolaso venisse nominata subito, con poteri veri e costringendoci alla disciplina perché i “metodi cinesi” sono possibili solo in una dittatura comunista, ma comunque delle regole vanno date e soprattutto devono essere rispettate e fatte rispettare. Da tutti.
E LA FEDE ?
Non ho capito la decisione di permettere l’accesso ai bar fino a mercoledì scorso e di aver invece vietato da tempo le cerimonie religiose, pur osservando l’opportuna distanza tra i fedeli: forse che l’uomo non ha bisogno anche della spiritualità?
Domenica scorsa nella mia parrocchia la Messa è stata celebrata dal parroco da solo e in forma privata, pur essendo spiritualmente in comunione con tutti.
Appena fuori sul sagrato i bar erano pieni di gente seduta (e in piedi) stretta stretta per l’aperitivo: una vergognosa assurdità.
L’uomo moderno non crede più, si sente immune dai rischi e padrone del proprio destino. Poi basta un virus grande qualche nanomillimetro ed ecco che vede anticipare in modo drammatico ed immediato il suo destino di morte.
Ho purtroppo notato che il Coronavirus non ha portato – almeno visibilmente – a un minimo di ritorno alla Fede, anche perché chi crede ha avuto ed ha paura di farsi giudicare vecchio e retrogrado.
Una volta la peste la si curava con preghiere, novene e processioni, oggi ovviamente non più, perché quasi nessuno è portato a pensare che una reliquia, un simulacro, un’immagine miracolosa possa salvarlo dal male dopo che la scienza ha spiegato tutto (o “quasi” tutto), eppure credo che in questi momenti difficili un po' di Fede non solo sarebbe utile, ma necessaria.
Anche chi non crede - ma è comunque persona saggia - si sarà pur messo in questi giorni in una posizione di riflessione, di ricerca, di dubbio.
Dedichiamo allora un po' di tempo anche a queste cose, magari approfittando del “vuoto” che ci ritroviamo intorno rispetto al correre di ogni giorno, riscoprendo il valore di ore che corrono più lente e senza frastuono.
Riflettiamo sui nostri limiti, su altri e più veri valori, sulle contraddizioni di una società distratta e superficiale. Nel silenzio (e nella preghiera, per chi si sente di doverla ricordare) ritroveremo un po' di noi stessi, un po' di certezze, una nostra nuova dimensione… e allora forse anche il virus sarà servito a qualcosa.
TAIWAN FUORI DAL VIRUS
Nell’escalation del coronavirus nessuno parla di un paese che ha sconfitto la malattia ed è Taiwan, dove l’organizzazione (democratica) dello stato ha subito affrontato l’epidemia, bloccato a 45 il numero dei contagiati ed ormai quasi superato ogni quarantena.
A solo a 120 km. dalla Cina continentale e con oltre mezzo milione di persone operative nelle aziende cinesi, i 24 milioni di taiwanesi - pur stipati su una isola relativamente piccola - se la sono cavata da soli, nel silenzio del mondo. Il nostro governo ignora Taiwan ed anche le sue offerte di collaborazione medica perché la politica di sudditanza con Pechino “impone” a Di Maio e soci di essere sordi su questo fronte, ma è una discriminazione assurda, con un preconcetto ed una arroganza semplicemente folle.
NEANCHE CON IL VIRUS !
Neppure il Coronavirus ha ridotto l’epidemia quotidiana di messaggi telefonici e web con proposte di nuove tariffe gas/elettriche, fantastiche opzioni TV, abbonamenti telefonici concorrenziali. Tutte chiamate che in barba a qualsiasi privacy (legge da abolire, perché evidentemente inutile !!!) ti raggiungono sempre ed ovunque, soprattutto nei momenti meno opportuni.
E’ un’altra vera epidemia, un’alluvione. Se protesti e chiedi chi mai abbia dato il tuo numero di telefono ti rispondono addirittura che lo hai chiesto tu… Segue il consueto diverbio, che però ultimamente lascio correre sia perché ci sono altri problemi da affrontare sia perché quelle povere persone del call-center sono probabilmente delle disperate ancora più di noi.
Chissà, solo se vendessero mascherine e gel forse in questi giorni farebbero affari…
PRIMARIE USA, E’ BIDEN IL “COMPETITOR”
Anche questa settimana propongo una riflessione tratta da un testo di Gian Carlo Poddighe sulla situazione in USA dove i democratici hanno praticamente scelto Joe Biden a competere contro Trump.
……..
Il partito democratico è una macchina molto più rodata ed efficiente di quella repubblicana e ha fatto la sua scelta su Joe Biden, come si vedrà definitivamente tra pochi giorni quando si voterà per le “primarie” in grandi Stati come l’Illinois e la Florida, nei quali Biden è favoritissimo, Sanders ha perso anche in passato e dove è ulteriormente caduto per la sua apologia al castrismo cubano.
Joe Biden (pur non essendo considerato un vincente per i suoi trascorsi, i suoi interessi e zavorre famigliari, le sue gaffe, la senilità che affiora in una oratoria confusa e ripetitiva) è l’obbligato prodotto del momento, nato della necessità della casta “democratica” di salvare sé stessa anche in caso di suo fallimento.
Ad aiutare Biden anche Obama è intervenuto al momento giusto, l’ unico che poteva mobilitare i leader neri al Sud. L’ex presidente sa benissimo che gli afroamericani e i sindacati al nord hanno la vera capacità di mobilitazione, molto superiore a quella dei giovani che avrebbero dovuto essere il supporto di Sanders.
Anche grazie alla discesa di Obama - più vendibile ed accettabile di quella dei Clinton – il miliardario Bloomberg è stato asfaltato e rottamato e così Biden ha potuto rialzare la bandiera del riformismo rottamando Sanders.
Il vertice democratico ha insomma scelto il male minore.
Trump aveva un solo nemico, se stesso, ma oggi ha un nemico subdolo e potente, che potrebbe minarne la possibilità di rielezione per la possibile cattiva gestione dell’ imprevedibile emergenza sanitaria che si è trovato a fronteggiare.
Sta già correndo ai ripari con un poderoso intervento economico/finanziario, una sorta di Piano Marshall al quale nemmeno i democratici potranno opporsi. Verrà anche una mobilitazione della macchina militare americana con le proprie competenze e conoscenze nel campo della guerra NBC ma non è detto che basterà dopo aver minimizzato fin troppo la crisi sanitaria.
Certo che un successo di Trump anche su questo fronte ne farebbe un leader mondiale, ma una sconfitta lo metterebbe pericolosamente a rischio.
UN SALUTO A TUTTI E BUONA SETTIMANA - MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 756 del 6 marzo 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: UNA BELLA STORIA - VIRUS E POLEMICHE – L’ EUROPA ? NON PERVENUTA ! – ARRIVEDERCI REFERENDUM
UNA BELLA STORIA
Da una lettrice de IL PUNTO ho ricevuto notizia di questa piccola storia realmente accaduta nei giorni scorsi a Rho (vicino a Milano) e con la sua autorizzazione la pubblico volentieri, anche per cercare di dare un senso a queste giornate così difficili…
Quando al telefono mi dissero che se non facevamo subito qualcosa migliaia di fiori recisi destinati a una grande fiera (sospesa a causa del virus), sarebbero stati buttati via, non ci ho pensato due volte. Nel giro di poche ore abbiamo messo insieme due furgoni, cinque volenterosi e alcune persone speciali degli uffici del Sindaco che si sono messe al telefono.
Il risultato è stato un elenco di circa una quindicina di luoghi (che poi - man mano che si spargeva la voce - sono diventati una ventina) dove portare i fiori: case di riposo, parrocchie, associazioni e centri di tutela minori, donne e persone in difficoltà. Sicuramente sarà mancato qualcuno, ma la sfida è stata quella di consegnare più fiori nel minor tempo possibile: il fiore reciso dura pochi giorni. E così abbiamo fatto.
Non erano tutte rose come preannunciato in un primo tempo, né i fiori erano così tanti, ma alla fine spero di aver strappato migliaia di sorrisi per un dono insperato. "L'ha ricevuto anche la mia mamma, Grazie!" mi ha detto una signora a fine giornata guardando il mio floreale fardello.
Allora ho sorriso anch'io dopo aver passato tutto il giorno attenta agli indirizzi, per fare in modo di ottimizzare i percorsi e cercando di dare il meglio per ogni luogo.
Pensavo a quei produttori olandesi che quei fiori li hanno coltivati con amore, imballati e spediti con una intenzione che non si è avverata a causa di una emergenza che costringe purtroppo all'isolamento ma con il loro lavoro che non è andato sprecato.
Una ambasciata - quella olandese - che ha cercato una soluzione alternativa per questa bellezza. Ecco che così quei fiori sono stati portatori di sorrisi per tanti con un bel messaggio di distensione, una piccola storia felice che ha spezzato per un attimo l'emergenza.
Grazie a ognuna delle persone che hanno reso possibile questa bella storia.
VIRUS: NIENTE POLEMICHE, MA…
Sarebbe scorretto in giornate così difficili alimentare polemiche e non voglio farlo, anche se alcuni provvedimenti governativi così contraddittori e confusi non hanno certo aiutato a migliorare il morale e la situazione.
Evitiamo quindi (per ora) divisioni e liti in questi momenti così pesanti, anche se non posso tacere che quello che forse mi ha deluso di più è stato il silenzio assoluto – almeno fino a ieri sera - del Presidente della Repubblica, soprattutto se contrapposto all'indigestione verbale cui è vittima quotidianamente il premier Conte.
Certo che infine - Sua Eccellenza il Presidente ha parlato, ma forse soprattutto perché i suoi consiglieri gli avranno sottolineato che qualcuno in Italia cominciava a chiedersi se per caso non fosse stato infettato anche lui.
Se Mattarella è (o dovrebbe essere) il simbolo dell’unità nazionale una sua maggiore presenza in mezzo agli italiani in questi giorni avrebbe forse rincuorato, unito, fatto crescere la speranza.
Per esempio un suo più caloroso e doveroso “grazie” a tutti coloro che in questi giorni – soprattutto in campo sanitario – stanno dando il massimo credo sarebbe stato apprezzato.
Pensate che un Pertini o un Ciampi se ne sarebbero stati zitti e freddi così a lungo, in settimane tragiche come queste?
LA VERA ASSURDITA ? L’ EUROPA!
Comunque finirà l’epidemia del Coronavirus porterà comunque una grave conseguenza: la dimostrazione dell’ assoluta inconsistenza ed incoerenza europea.
Al netto di mille chiacchiere e delle solite dissertazioni demagogiche se c’era una volta che L’Unione sarebbe servita era proprio adesso, soprattutto per concordare ed attuare misure comuni contro un’ epidemia senza confini e definendo tutti insieme iniziative sanitarie ed economiche.
Ogni paese invece è andato (e va) in ordine sparso tra accuse ed omissioni, “furbate” e show mediatici, minimizzazioni o paure ingiustificate.
Assurdo, assurdo, assurdo. Neppure davanti alla paura e all’ emergenza di un contagio l’Europa riesce a creare e a credere in una sua politica ed in una linea di comportamento comune rappresentando così platealmente il fallimento (o il tradimento) della realtà politica ed umana più importante che si era cercato di costruire all’ alba del nuovo millennio.
Una sconfitta per tutti, grave ed inequivocabile, che in prospettiva è ancora più dannosa del virus.
UNICA COSA BUONA: ARRIVEDERCI REFERENDUM
Il coronavirus ha portato una sola cosa positiva: è stato rinviato sine-die il referendum costituzionale del 29 marzo per la riduzione dei parlamentari.
Uno dei referendum più inutili e sciocchi della storia repubblicana, indetto solo per riaffermare la demagogia del M5S che doveva finalmente e assolutamente “portare a casa” un risultato-simbolo per riaffermare il suo slogan del “tagliare i costi della politica!”.
Certamente quei pochi che sarebbero andati a votare avrebbero condiviso perchè è duro spiegare alla gente che il taglio sarebbe stato solo demagogia, visto che il vero problema non è tanto il numero ma piuttosto la QUALITA’ degli eletti, vero dramma della nostra Repubblica.
Avremo modo di riparlarne, così magari alla fine diventeremo più di quei tre o quattro gatti che a fine mese avrebbero votato "no".
UN SALUTO A TUTTI SPERANDO IN UNA MIGLIORE SETTIMANA MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 755 del 28 febbraio 2020
di MARCO ZACCHERA
info e contatti : marco.zacchera@libero.it
sito web e lettura numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: CORONAVIRUS, INDIETRO TUTTA! – VITALIZI E DEMAGOGIA – “DIMISSIONI VOLONTARIE”
VIRUS: ADESSO INDIETRO TUTTA, MA CHI PAGHERA’ I DANNI?
VADANO A CASA GLI APPRENDISTI STREGONI.
Devo innanzitutto ringraziare le centinaia di lettori (oltre 600!) che hanno commentato positivamente il mio ultimo “speciale” IL PUNTO – ripreso anche da molte testate - sulle conseguenze create dalle informazioni diffuse in Italia sul Coronavirus e, drammaticamente riprese all’estero, hanno trasformato di fatto l’immagine del nostro Paese in un covo di appestati.
Adesso è in corso al governo l’operazione “Indietro tutta” ma confermo la mia impressione immediata ovvero che tutte le misure prese - anche quelle doverose - potevano essere comunicate ed applicate in maniera ben diversa, come in concreto è stato fatto in tanti altri paesi europei dove, molto probabilmente, il virus si è diffuso esattamente come in Italia, ma senza allarmare la popolazione e scatenare reazioni economiche terribili.
Interi settori produttivi sono intanto ora al disastro. Dal turismo agli spettacoli, dalla ristorazione al commercio, dalla cultura ai trasporti è stata creata una situazione di panico assurda e ingiustificata con pesanti ripercussioni economiche.
Come sempre nessuno si assume ora le proprie responsabilità.
Il premier Conte, dopo decine di suoi spot pubblicitari personali in TV (sono state conteggiate 16 sue presenze in diretta sulle TV generaliste soltanto domenica), si è reso conto di aver combinato un disastro e quindi eccolo prontamente a virare di 180° assicurando gli italiani che ora devono stare tranquilli e invitando gli stranieri al grido di “Venite in Italia, il paese è sicuro!”
Una tale capriola in pochi giorni è il tipico atteggiamento del Conte-vinavil, l' uomo anguilla per tutte le stagioni sempre pronto a tutto pur di restare in sella e "fiutare" l'aria..
La sua pantomina contraddittoria non è credibile e infatti una lunga lista di paesi ha cancellato di fatto i contatti con l’Italia e il Parlamento Europeo ha addirittura imposto la quarantena ai deputati europei del Nord il che è offensivo, illegale, assurdo e ridicolo, ma la dice lunga su come siamo considerati a livello internazionale.
Nessuna persona di buonsenso può criticare le misure prese per l’emergenza, ma sono i tempi e il modo di come sono state annunciate, pubblicizzate ed applicate che va censurato, anche per le evidenti assurdità e contraddizioni che le hanno accompagnate.
A Napoli si gioca allo stadio e contemporaneamente si chiudono le scuole, in Piemonte stadi chiusi ma anche le palestre, piscine, chiese, ritrovi. No a funerali e matrimoni, ma tutto tra ordini e contrordini, interpretazioni, speculazioni e incertezze con numeri di telefono di emergenza muti o intasati.
Adesso il problema è chi pagherà i danni ai settori precipitati in crisi e che ci metteranno mesi – ad andar bene - a risollevarsi.
Chi ha sbagliato almeno politicamente dovrebbe pagare e visto che Conte, da buon Narciso, ci ha tenuto così tanto ad apparire come “l’Uomo solo al comando” che adesso paghi, ovvero faccia il piacere di mettersi da parte anche perché il suo governo ha approfittato proprio di questi giorni per piazzare alcuni voti di fiducia (tipo quello sulla nuova legge per le intercettazioni) molto pericolosi per la libertà di tutti.
Mattarella ne approfitti per dare un segno di vita imponendo un governo transitorio di garanzia e unità nazionale ma facendo però andare a votare presto gli italiani che dopo tanti ribaltoni hanno il diritto di decidere liberamente e finalmente da chi farsi guidare, anche perché Conte in fondo non lo ha votato nessuno. Una volta di più questa vicenda del Coronavirus ha confermato che siamo in mano a troppi apprendisti stregoni.
VITALIZI E DEMAGOGIA
Il M5S - a corto di voti ed argomenti - ha ripreso con forza la polemica sui vitalizi parlamentari che è un “non problema” dal punto di vista finanziario generale, ma lo diventa per comprensibili questioni etiche e di diritto.
E’ scontato che – da ex parlamentare – mi sia spiaciuto quando mi hanno tagliato la pensione, ma penso a chi vive di “minima” e quindi ho ricorso, ma non mi lamento. Quello che mi dà fastidio - perché è demagogia pura - è però l’essere chiamato “ladro” come reiteratamente insistono Di Maio e compagnia.
Io ho cercato di fare onestamente il parlamentare per 18 anni, non ho mai rubato nulla a nessuno, ho cercato di lavorare seriamente per l’Italia e la mia terra (chi vive in Piemonte e nel VCO ed ha una certa età ed esperienza può fare i confronti con questi ultimi anni…). Personalmente ho versato 21 anni di contributi di circa 1000 euro al mese. “Tagli”? Va bene, è giusto il sistema “contributivo”, ma allora perché non deve valere per tutti?
Perché in Italia ci sono legioni di dipendenti pubblici andati in pensione con solo 14 anni e 6 mesi di contributi versati (compresi quelli figurativi), folle oceaniche di ex ferrovieri, telefonici, sindacalisti, parastatali, dipendenti di aziende in crisi e piloti Alitalia “accompagnati” alla pensione e che ne godono i frutti.
Perché non considerare allora anche queste categorie come più o meno privilegiate visto che NON hanno contribuito rispetto a quello che percepiscono?
Se la retroattività vale per gli ex parlamentari allora deve valere proporzionalmente per tutti e se non “tagli” almeno dei “taglietti” sarebbero giusti, soprattutto se servissero per aiutare le nuove generazioni, altrimenti è pura demagogia.
“DIMISSIONI VOLONTARIE”
Ci sono notizie che colpiscono soprattutto perché restano ai margini della cronaca.
Quanti hanno saputo che l’altro ieri al Policlinico Gemelli di Roma è stato trovato il cadavere di un uomo di 45 anni che era sparito il 10 agosto dell’anno scorso?
Era finito in una intercapedine dell’uscita di sicurezza del proprio reparto e, cadendo per alcuni metri, era morto lì.
A suo tempo i sanitari - non trovandolo più nel suo letto - pare lo avessero cercato brevemente e poi avrebbero semplicemente scritto “dimissioni volontarie” e chiuso la sua cartella clinica.
Se sia stato delitto o disgrazia non lo so, ma mi chiedo come mai nessuno abbia per esempio sentito anche solo l’odore della decomposizione del corpo per sette mesi.
Cosa sia effettivamente successo lo accerteranno gli inquirenti (o almeno speriamo), ma intanto prendiamo atto che in un moderno ospedale italiano si può morire anche così…
Un saluto a tutti MARCO ZACCHERA
IL PUNTO SPECIALE VIRUS
n. 754 del 24.2.2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
SPECIALE “CORONAVIRUS”
“Il buon senso c’era, ma stava nascosto per paura del senso comune”
(Alessandro Manzoni)
Cari lettori,
scusatemi per l’irruzione infrasettimanale, ma sono talmente furioso per questa storia del CORONAVIRUS che trovo la necessità di dover scrivere getto queste righe, pur certo di molte critiche.
Premetto che sono stato 48 ore in Francia e ci sono andato in aereo. All’arrivo, venerdì pomeriggio, nessun controllo, esattamente come oggi alla partenza, mentre poco fa a Malpensa siamo stati accolti da due tizi in tuta spaziale che misuravano la temperatura a tutti. Evidentemente in Francia nessuno si preoccupa, qui siamo all'isteria collettiva.
Scrivo soprattutto perchè in questi 2 giorni sono rimasto disgustato da come i media stranieri abbiano dato e stiano dando notizia del virus in Italia. Non so se lo sapete, ma titoli, reportage, iper-allarmismo con una critica anti-italiana generale e generalizzata, colpevoli non si sa bene di che cosa. Ieri sera il TG1 francese ci ha dipinto come una nazione-lazzaretto.
Siamo diventati gli untori d’Europa e comunque ne subiremo le pesanti conseguenze nei prossimi mesi .
E’ un caos: “Che succede in Italia?”, “Italia nazione infetta” “Unici casi in Europa” ecc.ecc. La piazza del duomo di Milano deserta e lo stadio di San Siro chiuso hanno fatto il giro del mondo, con danni incalcolabili a tutti noi, qualcuno l'aveva considerato stendendo le "grida" ministeriali?.
Non è un caso che oggi la borsa sia crollata del 6% o che negli alberghi sia già arrivata una pioggia di cancellazioni, con crisi incombente e generale del commercio, ristorazione, trasporti, servizi, aerei ecc.
SE CI VENGONO NASCOSTE REALTA' PIU' GRAVI ALLORA E’ UN’ALTRA FACCENDA, MA SE LE NOTIZIE “VERE” SUL CONTAGIO SONO QUELLE NOTE ALLORA LA REAZIONE GENERALE ED UFFICIALE E’ STATA ED E’ ASSURDA RISPETTO ALLA REALTA!
Davvero era necessaria questa reazione istituzionale isterica, con decisioni così drastiche condite dai sorrisini ebeti di certi ministri con il solito ritornello “Ma non preoccupatevi, niente panico!” ? Il che è esattamente il contrario di quanto invece si crea.
Mi sembra tutta una grande contraddizione. Il presidente della Basilicata chiama alla quarantena tutti quelli che vengono dal nord, dimenticando che teoricamente sono 2 settimane che i “nordisti” avrebbero potuto contagiare tutti. Ieri hanno vietato perfino le Messe e l’ingresso in Duomo a Milano, mentre a Bari 40.000 persone si concentravano a sentire il Papa: quante di loro possono essere state al nord in questi giorni od aver incontrato persone che c’erano state? Anche nei “Promessi Sposi” le processioni moltiplicavano la pestilenza, ma 400 anni dopo ce lo siamo dimenticati.
Tra l'altro è davvero così strano che “tutti” i casi siano al nord e non nel centro-sud...oppure lì si controlla di meno, esattamente come nel resto d'Europa dove chi ha la febbre sta a letto ma poi - in pratica . guarisce con le cure di stagione?
Ma andiamo avanti: mi spiegate che senso abbia correre a svuotare i supermercati quando sarebbe bastato un annuncio chiaro, netto, deciso delle autorità: (“I supermercati non chiuderanno!”) oppure che logicità c'è nel blindare regioni intere quando ormai - se qualcuno fosse stato infetto - avrebbe già moltiplicato il contagio ben fuori le “zone rosse”?
Certo stare in casa davanti alla TV è meno rischioso che andare a lavorare, ma se tutti stanno a casa chi lavorerà più in questo paese e come si fa a tirare avanti?
Allo stesso modo è vero che sono morte alcune persone over 80 per il virus, ma erano già tutte malate, alcune in ospedale da giorni, e il virus potrà essere stata una “concausa”, ma non la “causa”. E’ evidente che se una persona ha già delle basse difese immunitarie sarà ben più esposto alle complicanze di un virus, ma come avviene già per l’influenza.
La direttrice del laboratorio dell’ospedale infettivo Sacco di Milano (verrà linciata o espulsa dall’albo?) è stata chiarissima “Sono morte 217 persone di influenza in queste settimane, questa è una influenza grave, ma come tale va trattata”. Certamente va fatto con misure adeguate, ma allora spieghiamo e ripetiamo a tutti di lavarsi spesso le mani, si distribuiscano gratis degli antisettici, ci si copra il volto se raffreddati ecc. Queste sarebbero e sono cose logiche, chiare, attuabili e doverose.
Intanto qualcuno veramente autorevole potrebbe rispondere chiaramente ai dubbi di tutti. “Quanto vive – per esempio - il virus fuori da un organismo malato?” Pochi secondi, un minuto, un’ora, un giorno o più giorni? Dopo quanti giorni possono comparire dei sintomi? Il virus è diffuso in Italia perché si controllano decine di migliaia di persone mentre all’ estero invece no, altrimenti come mai proprio qui?
Intanto adesso è e sarà comunque “il virus italiano” a livello europeo, gran bel risultato.
Ma pensate... a Mauritius oggi hanno mandato indietro un aereo Alitalia con i turisti lombardi e veneti in arrivo perchè potenzialmente "infetti" mentre la Francia non ha neppure sospeso in queste settimane i voli con la Cina: ma non è da pazzi ritrovarci un'Europa così?
Tra l'altro... ma quanti cinesi sono quindi arrivati in Italia via altri scali aerei e quanti di loro potevano teoricamente essere infetti? Eppure a rimetterci sono i turisti italiani?! Ecco il risultato delle informazioni e di come sono state diffuse!
Comunque, come mai quando un mese fa a Roma vi sono stati dei (presunti) casi, i singoli contagiati sono stati ricoverati ma nessuno ha blindato la città e perché invece adesso si è sequestrata mezza Italia, tra l'altro quella più produttiva ed internazionale?
Possibile che sia ufficialmente pericoloso addirittura riunirsi tra poche persone apparentemente sane? Ma quante centinaia di migliaia di persone hanno nel frattempo usato auto, treni, aerei per spostarsi in questi giorni? E perché obbligare ad una settimana di vacanza gli studenti (felicissimi...) quando poi stanno comunque insieme al parco giochi, al campetto o a giocare (ma NON al bar, perché questi devono chiudere alle 18: è un virus serale?).
Sarò criticato per irresponsabilità e leggerezza, ma non ci credo che con queste procedure si limiti seriamente il contagio o – meglio – i “costi” di queste decisioni sono molto più gravi che non una buona profilassi e una cura adeguata (anche perché quasi tutti i pazienti per fortuna guariscono), ma le conseguenze economiche gravissime in Italia ci resteranno addosso per mesi e – vedrete – il ritornello governativo sarà “Non è colpa nostra la crisi, la colpa è del virus!”
In Italia muoiono ogni giorno circa 2000 persone: il caos che è stato creato ridurrà davvero il numero dei decessi di contagiati? Posso dubitarne?
Poco fa ho incontrato una responsabile sanitaria dell’ospedale della mia città, letteralmente stravolta “Tutti telefonano, non si capisce più niente, nel mio reparto si continua a curare e morire per altro, ma qui siamo alla follia e isteria collettiva, siamo tutti diventati matti!”
Ringrazio tante persone come lei che in questi giorni stanno facendo l’impossibile, ma mi sembra che la diffusione del panico sia la conseguenza di una informazione poco chiara, contraddittoria, superficiale, spesso irresponsabile e regolarmente alla ricerca dello “scoop”.
Scusate lo sfogo, ma mi sembra che siamo diventato un Paese senza più il senso della logica, della prudenza, della stessa intelligenza!.
MARCO ZACCHERA
IL PUNTO
n. 753 del 21 febbraio 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: AI LETTORI – PUR DI NON VOTARE - DALL’ ITALIA AL VCO: BASTA POLEMICHE SULLE SCIOCCHEZZE – BREXIT - CORONAVIRUS: CHE STORIE CI RACCONTANO? –
IN ALLEGATO: IL “PUNTO” SULLE ELEZIONI AMERICANE (di Gp. Poddighe)
Ai lettori
Diversi lettori mi contattano per comunicarmi che non ricevono più “IL PUNTO” ed in effetti ogni settimana “spariscono” indirizzi senza che se ne capisca il perché.
Ho provveduto quindi a ripristinare tutti gli indirizzi eliminati nel 2019 fino ad oggi. Ricordo che se NON si desidera più ricevere le mie news basta cliccare in calce al testo o informarmi e provvederò direttamente.
Con l’occasione prego e ringrazio tutti i lettori di comunicarmi nuove persone, amici, enti ecc. che potrebbero essere interessati alla lettura di queste note.
A tutti grazie, scusatemi e un cordiale saluto!
Marco
PUR DI NON VOTARE
E’ disarmante l’ipocrisia di chi non vuole farci votare e si aggrappa a tutto, magari con proposte condivisibili come quelle di Renzi sul presidenzialismo.
La verità e che pur di evitare il voto si passa dall’ essere “traditori” a “responsabili”, ci si avvia in triplici giravolte alla Conte-vinavil, si annunciano “cure da cavallo” per l’economia quando però - ormai da mesi - concretamente non si combina nulla sulle questioni importanti., .
E’ lo stallo, il blocco generale nella politica al solo scopo di rinviare le elezioni e per esempio il nuovo inutile referendum sul taglio al numero dei parlamentari ne è un altro sigillo: serve solo per bloccare di un anno nuove elezioni con la scusa di dover ridisegnare i collegi elettorali..
Intanto c'è l’infornata delle nomine che contano (e saranno centinaia, con emolumenti spesso da capogiro, altro che i "tagli" parlamentari) e quindi bisogna resistere, resistere, resistere
Ma come è mai possibile pensare che un paese cresca se non ha una guida stabile ? Se le maggioranze cambiano e si adeguano alla faccia del pensiero dei cittadini e tradendo il loro voto in un valzer senza fine?
Faccio presente – perché ce lo siamo scordato – che le liti interne del PD, Renzi e compagnia, l’involuzione M5S, il Conte-vinavil ecc. sono tutto un teatrino tra personaggi che avevano PERSO le elezioni, che le hanno RIPERSE l’anno scorso, che sono stati battuti in 8 regioni su 9 in cui si è votato (perdendone 7) e secondo tutti i sondaggi sono complessivamente una MINORANZA nel paese. Come si può dire che questa maggioranza parlamentare rappresenti il paese? Forse che i cittadini si erano espressi per un'alleanza di questo tipo? Assolutamente no, ma questa sarebbe allora democrazia? No, è solo una vernice democratica, ma in realtà è una colossale presa in giro guidata o almeno tollerata dal canuto Mattarella che non ha il coraggio di mandare un messaggio, un richiamo, una minaccia a un parlamento pieno di personaggi auto-nominati e che pensano soltanto alla sopravvivenza quotidiana.
DA ROMA AL VCO: basta liti sulle sciocchezze!
Assistiamo infatti tutti impotenti alla quotidiana tiritera delle polemiche, insulti incrociati, dibattiti inconcludenti sulle più diverse tematiche – vale sul piano nazionale ma anche su quello locale – e mi chiedo se non sarebbe opportuna piuttosto una riflessione da parte di tutti sulle vere priorità e finalmente sulle cose serie.
Si dice sempre che viviamo tempi “difficili” ma solo un esame retrospettivo ci fa capire quali siano stati effettivamente i tempi “più difficili” per l’umanità con guerre, fame, epidemie.
Forse, tra un secolo, le nostre generazioni verranno considerate sciocche per aver raggiunto un certo benessere nel mondo senza essere stati capaci di gestirlo, di capire le priorità, di intervenire su problemi “allora” gestibili e poi peggiorati. Sembra di rivivere l’Europa "felice" dei primi del ‘900 alla vigilia di due guerre mondiali che l’avrebbero estromessa dall’ essere il centro del mondo..
Questa assenza di interventi concreti in Italia e in Europa ci verrà forse imputata tra un secolo per l’ambiente, il clima, la fame nel mondo, le epidemie.
Resta la considerazione che sovente si costruiscono però polemiche su “non problemi” e che non si ha minimamente il coraggio di affrontare le vere difficoltà del momento.
Per esempio se l’Italia deve oggi affrontare una emergenza è sul piano economico dove la situazione si è incancrenita, non decolla, ci vede ultimi in Europa.
Anziché concentrarsi su queste emergenze si aprono filoni che fanno spumeggiare le polemiche e le divisioni, ma “contano” poco, pochissimo, e durano la spazio di pochi giorni venendo poi accantonate. E’ il caso degli slalom di Renzi, delle dimostrazioni sui vitalizi e sul numero dei parlamentari, delle nuove regole sulla prescrizione, le inesauste polemiche resistenziali, la demagogia quotidiana su questioni di basso profilo.
Ma Basta!! L’emergenza non sta qui, l’emergenza è di un paese che non cresce, di lavori pubblici bloccati, di bambini che non si fanno nascere, di una burocrazia assurda e penalizzante, valga per tutti la legge sulla privacy.
Dal “nazionale” al VCO. L’annosa vicenda “ospedale unico” è disarmante in un crescendo polemico sul “dove” costruirlo mentre intanto la vera emergenza è nella mancanza di personale sanitario, di centri salute, di una assistenza decente agli anziani. Pensiamo a queste cose anziché divagare…
BREXIT
Il governo inglese vuole imporre norme durissime per chi vorrà lavorare in Gran Bretagna, compresi i cittadini europei, con l’obbligo di saper già parlare bene l’inglese all’ ingresso nel paese.
Non ho sentito un commento di biasimo sui media, al massimo di preoccupazione.
Domandona: se la Meloni o Salvini avessero proposto o chiesto cose simili non sarebbero già stati moralmente linciati dalle TV a reti unificate, dai giornali, i social, la Chiesa, il governo, i progressisti, la Segre, gli antifascisti assortiti con l’ANPI in testa, i centri sociali, la Magistratura ecc.ecc. ?
CORONAVIRUS: MA COSA CI CONTANO?
Più passano i giorni più sul “Coronavirus” si moltiplicano i dubbi, le incertezze e l’impressione che ci contino un mare di frottole.
Ma com’è possibile – per esempio - che un italiano venga segregato in Cina per due settimane, gli si imponga di non lasciare il paese e poi - giunto finalmente a Roma in una specie di capsula spaziale - si scopre che NON è contagiato? Che logica c’è nel chiudere 3700 persone a bordo di una nave senza verificare chi sia effettivamente malato, isolarlo e liberare gli altri? Rimanendo insieme è ovvio che se ne siano stati contagiate molte di più!
Perché il premier cinese Xi ha taciuto per 15 giorni sulla malattia - di cui era informato - senza prendere provvedimenti: ma questo atteggiamento non dovrebbe essere condannato e sanzionato almeno con una pubblica dichiarazione di irresponsabilità politica e morale dall’ opinione pubblica mondiale?
Per contro c’è chi dice che la “colpa” sia di Trump e degli USA che così vogliono indebolire il nemico-Cina, addirittura dopo aver diffuso loro stessi il virus.
Com’è possibile poi che una ricercatrice precaria dello “Spallanzani” da sola “scopra” e isoli il virus in poche ore mentre non c’erano riusciti i laboratori di tutto il mondo? Complimenti ma o abbiamo davanti una scienziata-prodigio (che è stata finalmente assunta, meno male!) o la notizia non è vera. Se è vera, però, il mistero è allora ancora più fitto nella logica del "business" dei vaccini..
Se - infine - davvero l’epidemia si diffonde solo con la trasmissione orale a cosa serve spruzzare nuvole bianche con non si sa che cosa per le strade cinesi? Oppure relegare 60 milioni di persone in casa per settimane di cui il 99% è sicuramente sano?
Alla fine sembra di rileggere i “Promessi Sposi” con le bizzarre cure prese al tempo per la peste, ma il romanzo del Manzoni è ambientato nella Milano del 1630 !
ALLEGATO:
La politica USA e le sue prospettive in vista delle elezioni presidenziali
(di Gian Carlo Poddighe)
NB Molti lettori mi hanno scritto di aver apprezzato le analisi di Poddighe sulla situazione politica americana – tra l’altro spiegando bene e già mesi fa come sarebbe finita la questione dell’ impeachment di Trump - e, d’intesa con l’autore, sono lieto di proporvi questa sintesi (a richiesta è disponibile il suo testo integrale)
La politica statunitense e del suo presidente di turno sono fondamentali e soprattutto condizionanti per il nostro futuro.
Molti commentatori (purtroppo quasi sempre schierati a priori) si stracciano le vesti per la democrazia USA in crisi, ma non credo – per esperienza – che il “sistema” americano scricchioli (la montatura ed il ridicolo impeachment recente ne hanno dimostrato la solidità, anche contro le strumentalizzazioni), piuttosto non sono altrettanto convinto della tenuta dei sistemi europei.
In Europa siamo abituati a politici-burocrati che seguono ritmi e riti consolidati, pensando (noi) che questa sia la “democrazia vera” e non ci soffermiamo sul fatto che da oltre due secoli la democrazia americana si basa su outsiders, più o meno potenti, comunque sempre espressioni di lobbies e di cospicue fortune, che si sviluppa a picchi o sinusoidi con periodi quadriennali, caratterizzate da personalismi (che poi qualcuno può o meno considerare abusi del momento), in equilibrio con altri poteri eletti, ma eletti con forme e tempi diversi, proprio per evitare derive emotive o plebiscitarie.
Le istituzioni di quel Paese sono lineari, fondate su presupposti semplici e comprensibili e sufficientemente rappresentative da risultare sempre più forti di colui che occupa temporaneamente quella carica, senza mai riuscire a prevaricarle o scalfirle più che in superficie.
Neppure l’esecrato Trump è riuscito, ne in caso di rielezione riuscirà, a piegarle a suo piacimento, al di la di scontri personali.
I presidenti degli Stati Uniti vengono eletti in funzione di obiettivi e programmi e soprattutto vengono tradizionalmente rieletti se il loro operato ha rispettato il programma, è piaciuto ed ha risposto alle aspettative dei votanti mentre l’ antidoto sta non solo nella limitata rielezione, ma nel fatto concreto che sostanzialmente dopo il suo mandato, semplice o doppio, l’ex presidente non farà più politica e sarà un “influencer” di scarso peso, anche nel caso di personaggi di prestigio.
Tutti coloro che si scagliano contro Trump essenzialmente come persona e criticano la sua politica dovrebbero rispolverare qualche libro e valutare l’operato di certi presidenti come Roosevelt, uno che si è salvato solo perché allora non esistevano i “social” ed egli controllava la stampa portando però (ad ogni costo) gli USA in guerra, in un quadro dove l’emergenza e la propaganda giustificavano ogni abuso ed annullavano ogni possibilità od ipotesi di impeachment.
La lettura, italiana ed europea, della figura e della politica di Trump, è probabilmente strumentale alle crisi ed ai problemi non solo dei paesi ma delle stesse democrazie europee diventando un facile ed opportuno diversivo, favorito dalla sua immagine. .
E’ sbagliato attribuire a Trump tentazioni autoritarie ed isolazionismo puro ed è ancora più sbagliato scagliarsi contro di lui pensando che con la vittoria di un suo oppositore (addirittura Bloomberg!!) il gioco cambierebbe.
Le elezioni americane non vanno viste con la logica europea, e meno ancora italiana, o con la speranza ed allo stesso tempo l’animosità di chi si erge a difensore delle sorti della società aperta.
È cieco e sucida scegliere di «tifare» per questo o quel candidato prescindendo da considerazioni sulle conseguenze che avrebbe la vittoria dell’uno o dell’altro per l’Europa e il nostro Paese, un’Italia che non può certo pensare o sperare in privilegi bilaterali (siano gli USA la Russia o la Cina), come la stessa Brexit neppure conclusa ha tragicamente dimostrato.
Al momento Trump è il favorito, il suo unico avversario è lui stesso, la sua imprevedibilità.
Difficile che venga battuto per l’andamento dell’economia, soprattutto per la coerenza con il “suo” elettorato, che per la prima volta in molti decenni è stato trasversale, la “pancia” degli Stati Uniti, quella “pancia” che i democratici hanno vistosamente e clamorosamente abbandonato. Nulla è impossibile, nemmeno la sua sconfitta, ma chi potrebbe clamorosamente scalzarlo ed essere eletto?
Non certo un repubblicano: Trump è un “corpo estraneo” al Partito Repubblicano ma ne è il candidato per mancanza di emergenti, e - pur senza una simbiosi - una collaborazione tra queste realtà può essere reciprocamente profittevole.
Le primarie democratiche ci fanno sorridere come italiani per la vicinanza e l’ assurdità di certi aspetti: alcuni personaggi minori (ed i “maggiori” di un tempo” scesi a livello di nani) si contendono un osso che non è alla portata di nessuno di loro. L’ obiettivo reale – su cui si sorvola - di chi emergerà è quello del prezzo con cui “vendersi” poi al candidato ombra (Bloomberg), che apparirà in scena quando sia più conveniente per lui, ma che pur senza essere nell’ arena ha già speso più soldi di tutti gli attuali contendenti messi insieme.
Una candidatura per nulla democratica o di consenso, ma pieno di mezzi e di potere, preludio di una corsa tra due candidati molto simili.
I repubblicani non avranno ideali, ma sono pragmatici, mentre i democratici non si sa bene cosa più perseguono e soprattutto con quale elettorato si identificano, al di la dell’ “antitrumpismo”.
Nella scaramucce iniziali i democratici moderati (di cosa?) sono in vantaggio rispetto ai democratici socialisti/radicali ma solo con il risultato di essere riusciti a seppellire l’ingombrante candidatura di Joe Biden (l’unico che veramente avrebbe dovuto essere rinviato a giudizio per la questione ucraina) mentre la prova di Pete Buttigieg è stata quella dell’astro nascente, ma certamente non risolutiva.
Bernie Sanders scalpita e rivendica a sinistra, ma non rispecchia certo l’ “animo” dell’ americano medio: le sue pretese contro le disuguaglianze interne riportano a dosi massicce di statalismo che frenerebbero la crescita dell’economia statunitense con conseguenze negative anche per l’ Europa.
In realtà le residue speranze dei democratici di battere Trump sono legate all’ex sindaco di New York e magnate Michael Bloomberg, transfuga e trasversale tra i due maggiori partiti, non certo seguace di ideali, con la sua arroganza e le sue possibilità economiche superiori a Trump stesso.
Quale differenza per il mondo - e soprattutto per l’Europa - tra Trump e Bloomberg, simulando che questa sia la contesa finale?
Con due personalità di questo tipo, e con la possibilità del governante di turno di cambiare praticamente a piacere il proprio staff sino alle posizioni apicali, conta poco anche. Il cosiddetto “ticket presidenziale” con l’indicazione del vice-presidente in effetti è sempre un accordo economico, sia per convogliare finanziamenti sia per compensare il candidato che si ritira, come nel clamoroso - al limite della sfacciataggine - caso di Hillary Clinton con Obama).
Se Bloomberg ottenesse (come appare probabile) la nomination democratica dipenderebbe evidentemente solo da denaro e influenze, nonché dal potere dei media e non certo da idealità: non si tenta neppure di nasconderlo.
Una evidenza che però non provoca reazioni indignate da parte di tutti quegli europei politicamente corretti, evoluti e ben pensanti che hanno fin qui manifestato grande ostilità nei confronti di Trump ma non si indignano se Bloomberg si preannuncia anche peggio di lui.
Come la mettiamo in casa nostra e con i notiziari televisivi concordemente schierati? Ma sanno davvero chi è Bloomberg e fanno solo finta di non saperlo? Ci sarà tempo per sottolinearlo e conoscerlo.
Per chi tifare? Sarebbe arduo e rischioso tifare per la conquista della nomination democratica da parte del socialista Sanders, con il rischio di inimicarsi – brutalmente – ambedue i candidati nella corsa finale. Rischioso anche tifare per Bloomberg e la sua spregiudicata strategia di entrare nel gioco delle primarie solo quando si voterà nei grandi Stati, puntando tutto su chi – quale avversario di Trump – dovrebbe risultare vincente? Se poi vincerà Trump per l'Italia e l'Europa le cose sarebbero ancora più difficili.
Un bel dilemma fonte di preoccupazioni, ma certamente di conseguenze spiacevoli, come qualsiasi schieramento avventato: non si riuscirebbe ad assumere una posizione distaccata, consona agli interessi nazionali ed europei?
Non bisogna dimenticare che negli ultimi anni in Europa, ed in Italia, è scemato l’antiamericanismo militante, storico ed ossessivo per riversare tutti gli sforzi nell’ antitrumpismo, con l’assurdo che i filoamericani (ma contrari a Trump) e gli antiamericani sono diventati una sola voce. Certo che sarà un bel dilemma, per i tifosi democratici, doversi turare il naso, chiudere gli occhi e trattenere il respiro nei confronti del plutocrate Bloomberg, con il peso del suo personale patrimonio nella campagna presidenziale
L’ antitrumpismo è il collante dello sciovinismo antioccidentale, ma cosa succederebbe se Trump venisse sconfitto? E soprattutto se dovesse essere sconfitto da un suo pari (non in statura, ma in spregiudicatezza) come Bloomberg?
Per il momento i viscerali detrattori di Trump pensano solo alla sconfitta dell’attuale inquilino della Casa Bianca, ma non c’ è una linea di pensiero e di indirizzo del partito democratico e meno ancora chiarezza sui programmi di Bloomberg.
Come italiani ed europei dobbiamo rispettare la democrazia altrui, prendere atto dei risultati e dei governi ed essere poi abbastanza pragmatici per far pesare questo rispetto pre-elettorale.
(Gian Paolo Poddighe)
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Buona settimana a tutti MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 752 del 14 febbraio 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: SALVINI RINGRAZIA - UN’ITALIA DA FUORI DI TESTA – FOIBE: AMNESIE, MEDAGLIE E COMPLICITA’ – MENEFREGHISMO A STRESA
SALVINI RINGRAZIA
Davvero non capisco gli avversari di Salvini che hanno dato al leader leghista non solo un nuovo colpo d’ala, ma si sono infilati in una rogna che finirà solo quando – presumibilmente – un tribunale o tirerà in ballo con Salvini l’intero ex governo (Conte e M5S compresi) o, molto più probabilmente, archivierà tutto.
Comunque finisca Salvini può approfittare della vicenda Gregoretti per rimettersi in corsa interpretando il pensiero di gran parte degli italiani (anche di quelli che votano a sinistra) che vogliono comunque un controllo dell’immigrazione.
E’ ridicolo processare Salvini per aver tenuto 4 giorni 131 migranti su di una nave militare – debitamente rifocillati - soprattutto dopo casi analoghi nei quali i magistrati avevano invece già archiviato tutto, così come è ridicolo ipotizzare il reato di sequestro di persona visto che – comunque la si giri – i “sequestrati” non avevano uno straccio di documento idoneo all’ingresso in Italia e quindi - trattenendoli - si faceva rispettare una legge. Facile l’accostamento di una giustizia che assolve la “Capitano” Rackete per entrare senza autorizzazione in porto a Lampedusa speronando una motovedetta della Finanza e poi vuole processare il ministro che con ogni evidenza ha deciso atti “politici” e in questa veste deve piuttosto politicamente risponderne.
Anche perché - a questo punto - mi chiedo cosa faranno i giudici se molti italiani dichiarassero, autodenunciandosi, di considerarsi “complici” nel sequestro: la Lega - se è furba - chiamerà iscritti e simpatizzanti all’autodenuncia generale che ingolferà la Giustizia in una farsa collettiva. Comunque vada buon spettacolo, mi pare che siamo davvero nel momento più buio ed assurdo nella storia di questa Repubblica.
SANREMO, SPECCHIO DI UN’ITALIA DA FUORI DI TESTA
La settimana scorsa ero all’estero e - quando sei via - è normale voler capire cosa succeda a casa, ma dall’ANSA al “Corriere” l’Italia sembrava un paese da fuori di testa: Sanremo, Sanremo, Sanremo. Al decimo clik scoprivi un Frecciarossa deragliato o che il PIL questo trimestre va sotto lo zero. Nel frattempo che Air Italy chiude, Unicredit annuncia la dismissione di 6000 dipendenti e la chiusura di 450 filiali, l'indice della produzione industriale scende del 4,5% a dicembre (peggior risultato dal 2013 a conclusione dell’ “anno bellissimo" preannunciato da Conte) l’Italia non vede, non sente, non parla: è distratta, inchiodata al teleschermo.
Perché il paese che va a rotoli “Ma nutriamo buone aspettative” fa sapere il ministro dell’ economia e quindi si può stare tranquilli.
Mai come quest’anno a Sanremo hanno trionfato le più incredibili banalità e le cavolate sono state il piatto principale degli italioti per una intera settimana con festival, dopo festival, anti-festival, commenti, commenti ai commenti, polemiche ai commenti dei commenti.
Uno che se ne va dal palco facendo finta di litigare con un altro fa notizia, quella che sbaciucchia quell’altra fa super notizia, anche perché la polemica del cattivo che se la prendeva con le donne ha tenuto banco per almeno una decina di giorni ed è stata la super, super notizia…
Gente mia, ma siamo davvero diventati tutti rincoglioniti fino a questo punto?
Per me la vera notizia è piuttosto che si sono trovati 350.000 euro da dare a Benigni per la sua comparsata, mentre gli orchestrali guadagnano 50 (cinquanta) euro al giorno e dove il buco nero RAI si avvita su sé stesso e non cambia mai.
Siamo un paese strano: tutti flippati su Sanremo e il resto non conta. Esempi? Dopo che per mesi ti hanno asfissiato sull’ impeachment a Trump quando poi lo prosciolgono in due giorni (come peraltro previsto, e i lettori del PUNTO lo sapevano già due mesi fa) non ne parla nessuno ai TG, così come nessuno spiega qualcosa di chiaro coerente sul virus cinese diffondendo notizie spesso contraddittorie, senza logica né senso.
Il mondo corre o sprofonda, ma noi - italiani da festival - non sentiamo più neppure le canzoni ma solo, rimbambiti, stiamo in maggioranza comunque incollati al teleschermo stando agli share di incerta verifica. Se è questa la TV pubblica (e non) che lor signori gradiscono si accomodino pure, io la spengo.
FOIBE: AMNESIE, MEDAGLIE E COMPLICITA
Mi sembra che quest'anno il "Giorno del Ricordo" del 10 febbraio, nato per non dimenticare i martiri delle foibe e l'esodo di 350.000 italiani dall'Istria e dalla Dalmazia, abbia avuto un eco maggiore del solito. Forse, finalmente, si cominciano a spiegare più nel profondo quelle terribili verità, coperte per decenni dai comunisti dell'allora PCI e dagli atteggiamenti politicamente corretti dei loro alleati.
Restano però alcuni punti quasi completamente ignorati dalle cronache ovvero - dal punto di vista storico - innanzitutto il riconoscimento che chi si oppose fino all'ultimo al dilagare delle milizie comuniste slave difendendo le popolazioni italiane furono i soldati della RSI che si batterono fino a dopo il 25 aprile pur di fermare la marea rossa che rovinò poi dal fronte orientale. Un sacrificio di migliaia di soldati dimenticati e reietti cui dovrebbe essere espressa la riconoscenza nazionale così come a quei partigiani anticomunisti uccisi dai loro compagni delle brigate "Garibaldi" (ovvero i comunisti) quando si accorsero del grande inganno dei "liberatori" di Tito che invece volevano semplicemente portare il confine jugoslavo almeno fino ad Udine: erano potenziali testimoni scomodi, a centinaia furono uccisi od infoibati.
Queste sono realtà storiche di cui si parla poco o nulla, come nulla si approfondisce e si ricorda di quanto avvenne nei decenni successivi, per esempio per la firma del "Trattato di Osimo" negli anni '70 - ovvero già passata una intera generazione dopo la guerra - in cui l'Italia sottoscrisse la capitolazione definitiva di quelle zone dell'Istria che teoricamente potevano essere ancora recuperate. Non solo, ma quel trattato non fu comunque mai rispettato dalle controparti croate e slovene: Capodistria è diventata Koper, il bilinguismo non esiste, le poche scuole italiane sono state chiuse e tutto ciò che era "italiano" è stato totalmente sradicato.
L'unico momento in cui l'Italia di oggi avrebbe potuto poi alzare la voce e pretendere almeno il rispetto di quegli accordi (compresi gli indennizzi per gli espropri ai beni degli esuli italiani) fu poi nel momento in cui la Croazia stava per essere ammessa in Europa. Fummo in pochissimi a sollevare allora in Parlamento questa questione, zittiti da tutti perché l'Unione Europea veniva prima di tutto. Oggi in tanti la criticano ma dimenticandosi che abbiamo perso tutte le occasioni per tutelare, rivendicare e difendere gli interessi nazionali. Questa non è storia di 70 anni fa, ma solo dell'altro ieri.
Anche per questo mi ha dato fastidio che quell'ignorante del ministro degli esteri Di Maio abbia scelto proprio il 10 febbraio per andare a Belgrado a stringere accordi (?) nella capitale dell'ex Jugoslavia. Non poteva scegliere per decenza almeno un altro giorno? Ma forse Di Maio non si è neppure accorto di questa offesa alla memoria: da ignorante che è probabilmente delle foibe non sa nulla o nulla gliene importa.
Resta comunque aperto un problema: chiariti le responsabilità di Tito per la moprte di decine di migliaia di nostri connazionali non sarebbe ora di revocargli almeno i titoli onorifici che Pertini & C. gli assegnarono a suo tempo? La giusta richiesta di Giorgia Meloni (ripresa localmente dal sen. Enrico Montani) mi sembra doverosa
MENEFREGHISMO A STRESA
A Stresa chiude la biglietteria della stazione ferroviaria: piccola notizia se non fosse che solo a Stresa fermano i treni internazionali per il lago Maggiore e che molti sono i turisti che usano il treno, oltre a centinaia di pendolari. La Regione non avrebbe piu' sottoscritto gli accordi con Trenitalia e quindi si chiudono i servizi di un’immobile che da decenni già sembra bombardato dopo il crollo della stazioncina stile liberty di quello che fu il trenino del Mottarone; un esempio di degrado edilizio e culturale ineguagliabile.. Pensate se mai in Svizzera permettessero un simile scempio, che purtroppo avviene nel sostanziale disinteresse generale dei politici locali e particolarmente di Stresa, dove peraltro si vota tra tre mesi.... e poi si sproloquia di turismo, “green” o integrato che sia.
Direbbe Totò “ Ma fatemi il piacere…”
Buona settimana a tutti MARCO ZACCHERA
IL PUNTO
n. 751 del 7 febbraio 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
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Sommario: COSA MANCA AL CENTRO-DESTRA - LA SEGRE ED ALMIRANTE - IL GIORNO DEL RICORDO A VERBANIA
COSA MANCA AL CENTRO-DESTRA
Credo che la lezione emiliana (che ha nascosto il successo in Calabria e fatto dimenticare le altre regioni in cui si è votato dopo le elezioni del 2018, tutte passate dalla sinistra alla destra che in partenza governava solo in Lombardia) debba fare riflettere.
Si può infatti unire una opposizione protestataria e demagogica e portarla al successo ma - sul lungo termine - se si vuole coinvolgere la maggioranza vera dell’elettorato questa politica non vince.
Una volta di più a livello amministrativo ha contato il valore dei candidati e non solo dei leader ed è questa mancanza di preparazione di classe dirigente ad essere il vero “gap” che troppe volte manca ancora (e da sempre) al centro-destra.
Ci sono ormai migliaia di sindaci e amministratori locali cresciuti a destra per valore proprio, spontaneamente, con esperienza cresciuta sul campo ma con quasi mai alle spalle qualcuno ha pensato a una loro specifica preparazione politica. Sono comunque tanti, ma non bastano: troppe volte quando è il momento di governare, mancano le “teste”: persone serie, oneste, capaci, non solo voltagabbana dell’ultima ora che si spacciano per tali.
Guardate le strutture pubbliche, la RAI, i ministeri, le aziende di stato. Non c’è quasi mai una linea politica strategica che a destra sappia “fare sistema” e scegliere persone adatte e che sappiano a cosa puntare. Per questo la sinistra continua a controllare il vero potere - quello economico e politico - attraverso scuola, magistratura, cultura, informazione.
Si vince con idee e valori di fondo condivisi, ma non solo con i singoli “numeri uno”. Certo servono i leader, ma per governare il paese ci vuole soprattutto gente onesta e competente e un programma chiaro, semplice, realistico. La gente è anche disponibile a “soffrire” ma vuole capire il perché e verificare i risultati.
Visto che non vogliono farci tornare a votare, cerchiamo allora di creare “dal basso” in questi anni una vera alternativa di governo preparando le persone giuste per i posti che andranno ad occupare. Per quanto riguarda il programma servono “ministri-ombra” e gruppi di studio (quelli che negli USA chiamano think-tank) che preparino ogni punto rendendolo credibile. Ci vuole quindi una strategia, come strategica deve essere una alleanza con una vera democrazia interna nei partiti. Primarie ovunque per far crescere i (le) migliori, altrimenti si potranno vincere anche tutte le elezioni, ma sarà sempre difficile – o impossibile - poi governare per cambiare sul serio il nostro paese..
LA SEGRE ED ALMIRANTE
La senatrice Liliana Segre vive un periodo di popolarità che forse non aveva mai avuto nei suoi 90 anni di vita. E’ diventata una icona (come Greta o la “capitana” Carola Rackete) di cui i media moltiplicano l’immagine.
Ho un sincero e un profondo rispetto per la senatrice Segre e per quello che rappresenta, penso che si debba insegnare a tutti i giovani cosa sia stato l’Olocausto perché mai più nella storia dell’umanità si assista a cose simili ma – nello stesso tempo – questa spettacolarizzazione “ad orologeria” delle campagne mediatiche mi lascia perplesso.
Trovo per esempio molto triste che se giustamente vi siano infiniti ricordi sugli eccidi ebraici non ci sia e non ci sia mai stata una altrettanta attenzione per stermini numericamente anche maggiori di cui non parla nessuno e sono dimenticati dalla storia. Quanti milioni di contadini ucraini e russi sono stati uccisi sotto il regime comunista sovietico? Quanti ebrei russi hanno fatto la stessa fine? Quanti oppositori sono spariti non solo in Argentina o in Cile ma – numericamente decine di volte di più – nei lager cinesi? Quando per esempio sapremo tutte le verità sulle stragi di palestinesi a Beirut che hanno contribuito a diffondere il “virus” della violenza in tutto il Mediterraneo?
C’è questa anomalia di fondo nella gestione del ricordo: le vittime dei nostri “nemici” rischiano in ciascuno di noi e per le nostre coscienze di essere più importanti delle altre. Varrà sicuramente anche nel mio modo di pensare (anche se non voglio e non ho mai voluto avere “nemici”) e ne faccio sincera autocritica, però il “peso” del ricordo tra “buoni” e “cattivi” sui media esiste, è quotidiano, ed è in fondo un perpetuare l’antagonismo e la discriminazione.
Per questo non condivido il punto di vista della senatrice Segre sul fatto che a Verona vogliano assegnarle la cittadinanza onoraria e nello stesso tempo intitolare anche una via a Giorgio Almirante.
Ormai la Segre è diventata cittadina onoraria un po’ dovunque (mi si scusi l’irriverenza, ma questo pullulare di onorificenze mi sembra un po’ un detersivo usato da sindaci e giunte quando hanno qualcosa da farsi perdonare e rincorrono così il “politicamente corretto”) eppure la Segre ha dovuto arrivare ai 90 anni per ricevere questi generali apprezzamenti, ma perché proprio lei deve opporsi ad una intitolazione civica?
“Perché Almirante era fascista” è la risposta, imputando ad Almirante presunte responsabilità razziali e razziste. Chissà se la Segre ha mai letto i libri di Almirante degli anni ’70 quando lui stesso (in “Diario di un Fucilatore” ad esempio) parlava di queste cose e di quel periodo in modo molto sereno, ammettendo anche le proprie responsabilità, ma sottolineando – per esempio – di aver poi salvato la vita ad amici ebrei romani nel ’44 ed esserne successivamente proprio da loro salvato a guerra finita, quando si rifugiò per diverso tempo nascondendosi nella loro casa.
Non ho mai sentito una parola, un discorso, un intervento di Almirante nel dopoguerra contro gli ebrei, né ho colto tematiche simili nei suoi comizi.
Ho invece un bellissimo ricordo di un lungo colloquio che ho avuto la fortuna di avere in casa del rabbino Elio Toaff a Roma, persona di grande levatura culturale e religiosa, e ricordo le sue parole sulla necessità di una maggiore fratellanza tra italiani che mi colpirono profondamente. “Nulla va dimenticato – diceva in sostanza Toaff – ma se non riusciamo ad uscire dal groviglio delle follie passate non cresceremo mai come nazione unita“
Ricordo anche – e lo scrivo per i lettori verbanesi – che quel colloquio mi fu concesso grazie a una lettera di presentazione di un altro caro amico di Toaff, Pierluigi Sandonnini, livornese come lui e suo ex compagno di scuola che evidentemente gli scrisse bene di me…)
Perché, insomma, deve quindi essere “incompatibile” la duplice scelta della giunta di Verona? Se è giusto onorare la Segre perché dire sì a Via Togliatti (in Italia ne esistono decine, c’è perfino almeno una Via Stalin) e no a Via Almirante?
Le responsabilità storiche di Togliatti all’ombra di Stalin (non giustificava forse l’infoibamento degli italiani da parte dei partigiani comunisti di Tito e purtroppo anche da parte dei suoi stessi partigiani comunisti italiani?) non sono infinitamente maggiori di quelle di un Almirante che nel 1938 aveva 24 anni e certo non firmava le reggi razziali? Non ha senso collegare la destra politica di oggi con avvenimenti assurdi e tragici di 72 anni fa!
D'altronde la stessa Segre il “nemico” allora lo ha accettato in casa visto che suo marito (la senatrice è vedova) è stato addirittura candidato del MSI-DN alle elezioni politiche del 1979 nella circoscrizione Milano-Pavia raccogliendo, tra l’altro, diverse centinaia di preferenze.
Credo quindi che la scelta di Verona sia sulla strada giusta ed ecco perché vorrei che la senatrice Segre non scendesse a livello di certe Sardine, ma - proprio perché di altra levatura morale - si facesse invece promotrice di gesti di riconciliazione evitando posizioni preconcette che rischiano di trasformarla in personaggio eccessivamente di parte.
IL GIORNO DEL RICORDO A VERBANIA
Dopo l’alluvione degli articoli, servizi TV, appuntamenti di ogni genere a giustamente ricordare il drammatico tema dell’Olocausto, tematica che, pur nella sua tragicità, in Italia rischia di diventare purtroppo una delle tante occasioni di demagogia ecco arrivare il 10 febbraio - con uno spazio molto più sommesso - il “Giorno del Ricordo”. Una giornata per ricordare gli italiani infoibati e assassinati a migliaia dai partigiani comunisti titini nelle caverne del Carso e in Istria o uccisi in Dalmazia. Italiani come noi che - giusto 70 anni fa - scapparono in 300.000 da quelle terre italiane abbandonate alla violenza ed alla sopraffazione delle forze comuniste.
Pola aveva 32.000 abitanti, ma quando si seppe che sarebbe diventata Jugoslavia ne restarono meno di 4.000 e tutti gli altri fuggirono.
Malvoluti e disprezzati in patria molti di loro, istriani e dalmati, si trasferirono subito nel mondo dove - ancora oggi - le loro comunità sopravvivono dall’Australia alle Americhe. Per decenni di queste tragedie non ne parlò nessuno, nessuno voleva ricordare né ammettere quelle violenze e la cecità e la complicità della politica coprirono le responsabilità degli assassini e dei loro complici in Italia.
Il vergognoso trattato di Osimo dei primi anni ’70 seppellì definitivamente i diritti degli italiani di quelle terre ormai diventate straniere e solo nel 1954 – ricordiamocelo – Trieste tornò alle madrepatria
Poi, grazie soprattutto alla volontà dell’on.le Roberto Menia – allora deputato di Trieste - questo giorno divenne legge ed occasione di commemorazione e conoscenza, il “Giorno del Ricordo”, appunto.
A Verbania, l’Associazione “Cultura e Tradizione” organizza per DOMENICA 9 FEBBRAIO alle ore 17 presso il centro Eventi “IL MAGGIORE” una conferenza proprio dell’on.le ROBERTO MENIA sulle foibe e sull’esodo istriano, fiumano e dalmata. Seguirà una fiaccolata con deposizione di una corona alla lapide dedicata a Norma Cossetto e ai Martiri delle foibe presso la biblioteca civica di Villa Maioni.
I lettori de IL PUNTO sono cordialmente invitati ad intervenire.
Un saluto a tutti MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 750 del 31 gennaio 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: EMILIA-CALABRIA: RIFLESSIONI POST VOTO – TROPPI CRISTIANI PERSEGUITATI - GRETA AL CARBONE – GIORNATA DEL RICORDO
RIFLESSIONE POST ELETTORALE
Perdere in Emilia (e vincere in Calabria) ci può stare, ma non c’è dubbio che in Emilia si sia sfiorato un successo clamoroso che però alla fine è mancato: perché?
Ci sono già stati mille commenti, cui vorrei aggiungere alcune considerazioni:
1) Innanzitutto è evidente che la radicalizzazione non paga nel momento in cui cresce la percentuale dei votanti. Gli “elettori-tifosi” sono una cosa, ma la platea generale si fa meno pilotare dal “voto di pancia”. Quando in Emilia a sinistra – spinti dalle Sardine – ci si è resi conti che il centro destra con Salvini poteva davvero vincere è scattata la molla del “voto contro” e dello spirito di appartenenza (o ex appartenenza) ideologica, quel “profondo rosso” che in Emilia ha uno dei suoi fortini con relativa sindrome da ultimo presidio.
2) Quando il voto è anche – o soprattutto – amministrativo, la sinistra è da sempre più radicata del centro-destra. L’anno scorso la Lega fu il primo partito emiliano e il centrodestra prese più voti della sinistra, ma molti comuni – in cui si votava lo stesso giorno – restarono a guida PD. L’opinione generale era che la regione fosse stata guidata bene e questo ha quindi logicamente premiato il governatore uscente, oltre all’indubbio e profondo connubio che in Emilia c’è tra la sinistra e l’economia, le cooperative, il sottogoverno e i relativi centri di potere: 75 anni non trascorrono invano. Salvini per vincere non aveva forse altra strada che buttarla sul “politico”, ma in Emilia il cuore sta a sinistra, da sempre.
3) A questo aspetto si è aggiunto l’ “odio” contro Salvini del M5S per le polemiche quotidiane, anche con voti disgiunti, specchio di quanto d'altronde facevano qualche anno fa gli elettori di destra ai ballottaggi votando i candidati 5 Stelle purchè perdesse il candidato PD, non dimentichiamocelo.
4) La stessa “immagine” di Salvini “tira”, ma fino ad un certo punto e forse qualche polemica plateale di troppo più che portare voti alla Lega ha ringalluzzito e motivato gli avversari. La Lega non può pensare di andare oltre un certo limite fisiologico di voti e il “bacino” di voti leghisti scende percentualmente all’aumentare dei votanti. La Lega è poi fin troppo “un uomo solo al comando” e ha dei limiti – come tutto il centro-destra - nella preparazione politica della sua classe dirigente locale: il centro-destra deve ancora crescere in mentalità e immagine di governo (e di questo ne parleremo nel prossimo futuro)
5) La vittoria del PD è stata frutto della secca ed inequivocabile sconfitta del M5S con voti grillini “tornati a casa” pur di non far vincere Salvini. Adesso abbiamo l’assurdità di un parlamento dove i 5 Stelle - che valgono molto meno del 10% complessivo su scala nazionale - hanno però la maggioranza relativa dei seggi: è assurdo, appunto, ma realtà. Chi schioderà più da Montecitorio i deputati grillini che hanno ormai la certezza matematica che con nuove elezioni perderebbero il posto? La conseguenza politica del voto emiliano è però che ora il PD avrà maggior peso nel governo e i 5 Stelle dovranno ubbidire, così come nella distribuzione delle ormai prossime nomine “ricche” (oltre 700 posti di sottogoverno) che per il PD sono pane, burro e marmellata.
6) Paradossalmente chi rischia di più adesso è però proprio Conte perché qualcuno (Renzi?) e nel PD potrebbero chiedere la sua testa per un nuovo esecutivo a maggior trazione PD. Conte ha fiutato l’aria e in 3 giorni ha già preso le distanze dai 5 Stelle e – da navigato uomo-anguilla per tutte le stagioni – si sta già ricicciando con il PD. “Face of tolla” (faccia di tolla) tutta italiota.
7) Un dato politico importante è che cresce ovunque Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia. Un partito che - dopo aver eroso una buona fetta di Forza Italia - sta macinando consensi. La Meloni si presenta come donna determinata e con un viso e un atteggiamento deciso, ma più rassicurante di Salvini verso molti elettori. Questo nonostante che FdI sia stato ai margini della comunicazione e della polemica “Salvini contro tutti”. In un anno la Meloni ha quasi raddoppiato i voti delle europee e la sua crescita sembra costante. E’ una buona notizia per chi crede in un centro-destra più equilibrato e coeso.
Ultimo aspetto da considerare è il voto in Calabria (di cui i media hanno ovviamente parlato poco, così come del fatto che da 1 a 8 a favore della sinistra ora le regioni andate al voto dopo il 2018 sono passate 8 a 1 per il centro-destra). La Calabria ha dimostrato come il M5S abbia virtualmente perso le sue roccaforti del Sud, là dove – vincendo nei collegi uninominali – aveva costruito la propria vittoria elettorale nel 2018.
Con la legge ancora in vigore se si votasse oggi il centro-destra avrebbe una larga maggioranza di seggi e temo che - proprio per questo - faranno di tutto per non farci tornare a votare.
Comunque non è detta, perché sono in arrivo altre elezioni regionali e le amministrative di fine primavera, L’Italia è un paese al voto perpetuo (e meno male).
CRISTIANI PERSEGUITATI
La scorsa settimana si è celebrata l’annuale “Settimana per l’unità dei cristiani”, un appuntamento ecumenico per spingere i cristiani delle diverse confessioni a crescere più uniti.
Negli stessi giorni è uscito un impressionante report Open Doors, l’agenzia americana di aiuto ai cristiani perseguitati, con la lista dei paesi dove i cristiani sono più perseguitati. Dati allarmanti e di cui non parla nessuno perché – come in politica – troppe volte la libertà religiosa è data per scontata quando purtroppo non lo è.
Il primo dato che emerge della World Watch List 2020 è allarmante: in termini assoluti, cresce la persecuzione anticristiana nel mondo. Salgono da 245 a 260 milioni i cristiani perseguitati nei paesi della World Watch List 2020. Di questi, 2.983 sono stati uccisi nel 2019.
In parole povere a livello mondiale 1 cristiano ogni 8 subisce la persecuzione a causa della propria fede e ogni giorno siamo testimoni dell’uccisione di 8 cristiani, sempre a causa della fede.
Nel mondo 11 nazioni rivelano una persecuzione definita “estrema” e “alta” in altri 24 paesi. Per esempio nella Corea del Nord, il numero di cristiani detenuti nei campi di lavoro forzato per motivi legati alla fede è calcolato fra i 50 e i 70 mila. Nell’Afghanistan, in Somalia e in Libia la persecuzione è messa in atto da una società islamica tribale radicalizzata. La fede va vissuta nel segreto e se scoperti, specie se ex-musulmani, si rischia anche la morte.
Il Pakistan rimane ai primi posti per quanto riguarda l’aggressività anticristiana, mantenendo elevata anche la pressione nella vita quotidiana dei cristiani, tramite la legge contro il cosiddetto “crimine” di blasfemia.
In India, la politica di “induizzazione” promossa dal partito al potere, di carattere nazionalista religioso, lascia sempre meno spazio alle altre fedi, specialmente al cristianesimo, attraverso espulsioni e chiusure di Ong, così come un clima di impunità per chi aggredisce e viola i diritti dei cristiani. Sempre in India, 9 stati poi hanno adottato le cosiddette leggi anti-conversione.
In Africa è la Nigeria che detiene il triste titolo di “terra di massacri”, per mano soprattutto degli allevatori islamici “Fulani” ma anche da parte dei seguaci di Boko Haram.
La sorte di altre 112 ragazze, la maggior parte delle quali cristiane, rapite alcuni mesi fa a Chibok, nella parte orientale della Nigeria, resta ancora ignota. Altre ragazze, rapite nel 2019 sono state torturate durante le conversazioni telefoniche con i genitori, per far sì che essi pagassero elevati riscatti.
Sempre in Africa, nel Burkina Faso, Open Doors ha registrato una dozzina di preti cattolici uccisi oltre ad alcuni pastori protestanti e le loro famiglie che sono stati rapie ad opera di violenti militanti islamici. Il Camerun patisce la violenza presente nelle zone più settentrionali, roccaforti di Boko Haram. La radicalizzazione islamica minaccia le vite dei rifugiati cristiani e perturba le attività delle chiese.
Le chiese ed edifici connessi attaccati o chiusi nel mondo sono stati nel 2019 almeno 9.488 (26 ogni giorno), di cui oltre 5.550 soltanto in Cina, dove il numero di cristiani è cresciuto molto, al punto che si sostiene superino il numero dei membri del partito comunista.
Inoltre la Cina ha messo in pratica una politica ferrea di sorveglianza, anche tecnologica, sulle attività cristiane. I cristiani arrestati senza processo sono stati 3.711, 10 ogni giorno e i cristiani rapiti (o spariti dopo convocazione della polizia) sono stati 1.052, 3 al giorno.
Il cristianesimo continua intanto a scomparire dall'Iraq e dalla Siria a causa di conflitti e instabilità. In Iraq c’erano 1,5 milioni di cristiani prima del 2003, ora si aggirano sui 202.000: un calo dell’87%. In Siria erano 2,2 milioni prima della guerra civile (2011), ora sono 744.000 circa: un calo del 66%.
E purtroppo l'elenco prosegue con troppi altri paesi...
Nessuno deve odiare, nessuno per questo ha il diritto di uccidere o disprezzare altre religioni, ma sono dati che stranamente non vengono diffusi dai media più importanti, forse perché è più facile chiudere gli occhi, dimenticare, far finta di nulla il che è – ovviamente – è oltretutto molto più “politicamente corretto”.
GRETA SHOW: BASTA CON IL FOSSILE
L’annunciato show di Greta a Davos la scorsa settimana è stato la consueta critica a Trump, addirittura attaccato per il suo piano di piantare nuovi alberi “Che non bastano – ha tuonato Greta – per riequilibrare la natura”. “Il che è sicuramente vero, ma intanto si cominci a farlo”, direbbero le persone intelligenti.
Poi Greta ha insistito: “ Dovete interrompere immediatamente tutti gli investimenti nell’esplorazione e nell’estrazione di combustibili fossili; interrompere immediatamente tutti i sussidi per i combustibili fossili. Dismettete immediatamente e completamente i combustibili fossili». Subito: «Non entro il 2050, 2030 o anche il 2021. Vogliamo che tutto questo venga fatto ora». Insomma da domani basta miniere, basta petrolio, basta auto. Sicuramente Greta sarà tornata in Svezia a piedi, mentre le folte delegazioni viaggiavano su elicotteri e jet privati, purtroppo l’esatto contrario del favoleggiato risparmio energetico.
Ma se stiamo sul piano delle cose serie non c’è dubbio che si debba puntare ad una riduzione del consumo di energia, soprattutto se prodotta da petrolio e carbone ma – in cambio – cosa si deve consumare? Forse energia elettrica, visto che c’è la nomea che questo sia “green”, ma questa energia - salvo quella minoritaria idroelettrica, termica, eolica o solare - è di fatto quasi tutta prodotta dalla combustione e quindi siamo da capo. Non solo, se anche vietassimo tutte le auto a benzina e diesel, come smaltire poi milioni di batterie, ricariche, macchinari elettrici una volta dismessi? Producendo energia elettrica con il nucleare? Sarebbe un’ipotesi anche sensata, ma ci rendiamo conto quali altri rischi potrebbe averne l’umanità? Quindi, alla fine, si gira sempre intorno a punto: Greta attacca Trump e gli USA, nulla dice sui più grandi produttori di inquinamento nel mondo a cominciare da India e Cina e le sue richieste quando anche sarebbero sensate vengono presentate in termini che le rendono impossibili. Chi scrive i discorsi a Greta tutto questo lo sa benissimo e forse per prima cosa bisognerebbe capire bene chi c’è dietro proprio ai discorsi di Greta.
IL GIORNO DEL RICORDO E BATTELLO MILANO
Segnalo due manifestazioni a Verbania organizzate la prima dal “Comitato 10 febbraio” per questa sera VENERDI’ 31 GENNAIO ore 21 quando a VILLA GIULIA a Pallanza verrà ricordato l’affondamento del battello “Milano” (bombardato e affondato da un aereo alleato causando molte vittime militari e civili) con filmati d’epoca e delle successive ricerche subacquee per il ritrovamento del relitto.
In occasione invece del “Giorno del Ricordo” l’Associazione “Cultura e Tradizione” organizza per DOMENICA 9 FEBBRAIO alle ore 17 presso il centro Eventi “IL MAGGIORE” di Verbania una conferenza dell’on.le ROBERTO MENIA sulle foibe e sull’esodo istriano, fiumano e dalmata. Seguirà una fiaccolata con deposizione di una corona alla lapide dedicata a Norma Cossetto e ai Martiri delle foibe presso la biblioteca civica di Villa Maioni. I lettori de IL PUNTO sono cordialmente invitati ad intervenire.
Un saluto a tutti MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 749 del 24 gennaio 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: E SE DOMENICA… - I POVERI DEL MONDO - LA FOTO - LE TRUFFE DELL’AMBIENTE – DELIRIO IRANIANO – MANIFESTAZIONI A VERBANIA
E SE DOMENICA IN EMILIA ROMAGNA…
Hanno un bel dire l’ormai ex leader M5S Giggino Di Maio, Zingaretti, Conte e tutta la sua orchestra che - se anche il PD perdesse domenica in Emilia Romagna (della Calabria non si parla più, l’hanno già data per persa?) - politicamente per il governo non sarà cambiato niente. Credo che se invece il miracolo avverrà (e sono più speranzoso di qualche settimana fa) il governo dovrà prenderne atto e dimettersi.
Non lo farà a dispetto dei santi? Credo allora che in tanti – ma proprio in tanti - andremo tutti insieme, magari in rispettoso silenzio, a salutare Mattarella sotto le finestre del Quirinale e vedremo se l’illustre Presidente non sarà obbligato a prendere atto anche della volontà popolare.
E’ stata una brutta campagna: Salvini è stato accusato di tutto, perfino per aver schiacciato un campanello: scandalo! Già, peccato che era nel quartiere Pilastro di Bologna - abbandonato da anni al traffico di droga - insieme alla mamma di un ragazzo di 17 anni morto di overdose. Perché nessuno negli anni si è mai indignato per il degrado di quella parte della città? E se il capo della Polizia è ugualmente indignato, che cosa ha fatto - insieme al questore di Bologna - per ripulire l’area?
Ma desso bisogna pensare al risultato, amici calabresi ma soprattutto emiliani e romagnoli… dimostrate all’Italia che c’è voglia e necessità di cambiare!
RIFLESSIONE SU DAVOS: I POVERI DEL MONDO
Solita, arrogante e spregiudicata parata di VIP e capi di stato allo show di Davos, in Svizzera, dove tra champagne, ostriche e bresaola i ricchi si ritrovano a parlare di economia, invitando i divi del momento.
Grandi passerelle, conferenze e bla bla bla di pubblici luoghi comuni poi – in privato – si fanno gli accordi veri con i ricchi che diventano sempre più ricchi e strangolano le nazioni, mentre i poveri che restano sempre più poveri.
Lo prova? Una sola notte di pernottamento a Davos vale la paga di una intera famiglia del Burundi (ma solo se lavorano per tutti i giorni dell’anno e per cinque anni), mentre sono le statistiche che fanno paura.
In Italia la quota di ricchezza in possesso dell’1% dei cittadini più ricchi supera quello del 70% degli italiani più poveri (messi tutti insieme!) mentre nel mondo in 2.153 (solo duemilacentocinquantatre persone!) “Super Paperoni” - secondo Forbes – nel 2019 hanno avuto in mano ricchezze pari al 60% della popolazione mondiale ovvero a più di 4.000.000.000 (quattro miliardi di persone). Se diciamo che tutti gli uomini sono uguali e devono avere pari dignità, come può essere che una persona sia un milione e ottocentomila volte più ricca di un altra? Come può sperare di avere un futuro un mondo così assurdo? Eppure i governi presenti a Davos con le loro opulente delegazioni non sembravano preoccuparsene molto.
LA FOTO
La realtà di un filmato e le foto successive sono la più evidente immagine di cosa conti veramente oggi l'Italia sul piano internazionale (ovvero pochissimo), anche a proposito della Libia e nonostante mille dichiarazioni d’intenti e buoni propositi di Conte e Di Maio alle TV nostrane.
In un video, che precede di qualche istante la consueta "foto di famiglia" dei leader presenti a Berlino per la Conferenza Internazionale sulla Libia, si vede infatti la cancelliera tedesca Angela Merkel andare ad occupare subito ed ovviamente il posto centrale, con accanto a lei il presidente francese Emmanuel Macron e il segretario generale dell’Onu, Guterres.
Quando arriva il presidente russo Vladimir Putin, quest’ultimo trova anche lui subito un posto in prima fila, mentre il nostro povero Presidente del consiglio - tra l'altro arrivato per ultimo – lo si vede invano cercare imbarazzato per terra il suo cartellino pensando di avere un posto davanti, per poi trovare invece che la sua posizione è solo quella defilata in fondo al penultimo posto in seconda fila a destra, stretto tra due illustri sconosciuti dei quali mi scuso per non averne riconosciuto le sembianze.
Questa è – brutalmente vera - la considerazione internazionale sull’apporto e il “peso” dell’Italia a questa conferenza internazionale…
MILLE MILIARDI EUROPEI PER L’AMBIENTE. OCCHIO ALLA TRUFFA
Sull’onda di Greta, l’ Europa annuncia di voler arrivare a produrre zero emissioni entro il 2050 e per raggiungere questo ottimo risultato metterà sul piatto 1000 mille miliardi di euro di investimenti nei prossimi dieci anni. Fantastico!
Piccolo problema: chi paga? ...Ma gli europei, ovvio, perché l’Unione non fa (lo farà?) che ridistribuire le somme che i governi nazionali verseranno al fondo comune. Arriveranno poi aiuti a chi deve maggiormente riconvertirsi e quindi – per esempio – ai proprietari dell’ILVA di Taranto o ai minatori sardi per la prevista chiusura delle (poche) miniere di carbone ancora operanti in Sardegna.
La prima tappa – per 7,5 miliardi di euro, dai 1000 siamo lontani – sarà il “Just Transation Mechanism” (che in gergo è già stato battezzato JTM). Questo primo passo vedrebbe assegnati all’Italia ben 364 milioni di contributi europei, come subito hanno comunicato plaudenti giornali e TV.
Una buona notizia? Non troppo: secondo il ”Corriere” (ma questa notizia è stata sepolta solo nelle pagine economiche, mentre in TV e sui titoli è andata solo la notizia “bella”) in cambio l’Italia dovrà versare al “fondo comune” dei 7,5 miliardi la piccola somma di 900 milioni, ovvero quasi tre volte le somme che poi le verranno versate.
Quindi - alla fine - pagheremo tutti (ma soprattutto gli italiani) per un avere aria più pulita, ma mi chiedo a che cosa serva tutto questo se - anche quando come europei raggiungessimo questo brillante e costoso risultato - Cina ed India continuassero con le loro emissioni che sono decine di volte maggiori di quelle europee.
L’aria nel mondo è di tutti e da tutti viene respirata, non solo dagli europei.
IRAN: IL DELIRIO
Non voglio offendere alcuni lettori de IL PUNTO che so essere di fede musulmana, ma mi chiedo se la “Guida Suprema” iraniana Ali Khamenei – al netto della necessaria demagogia che deve sempre esprimere per cercare di tener più o meno buoni i suoi sudditi – sia davvero in possesso di tutte le sue facoltà mentali.
Ma avete letto quello che ha detto settimana scorsa sostenendo che i missili iraniani sono guidati da Allah?
Tra l’altro se gli ordigni iraniani fossero davvero “guidati da Allah” quest’ultimo deve essere stato un po' distratto visto che hanno abbattuto un aereo civile innocente e, in pratica, non hanno invece causato alcun danno né vittime alle installazioni americani in Iraq.
Forse la realtà è più semplice: sono proprio i leader iraniani che – auto-proclamandosi “illuminati” dal Divino - guidano un paese ricco di 3500 anni di storia solo con la sopraffazione e la violenza.
Questo comunque il testo della preghiera di venerdì scorso pronunciato da Khamenei così come testualmente ripreso dall’ANSA "Nelle ultime due settimane ci sono state giornate amare e dolci, un punto di svolta nella storia. I due grandi avvenimenti dei funerali del generale Qassem Soleimani e del giorno in cui l'Iran ha attaccato le basi Usa sono stati 'Giorni di Allah'. I due episodi, miracoli delle mani di Allah, hanno mostrato il potere di una nazione che ha dato uno schiaffo in faccia agli Usa e che la volontà di Allah è continuare il cammino e conquistare la vittoria".
"Ho detto sin dall'inizio che non ho alcuna fiducia nel dialogo con l'Occidente sulle nostre attività nucleari e nei gentiluomini che siedono ai tavoli negoziali e vestono guanti di seta sulle loro mani di ferro: sono uomini al servizio degli Usa. Il dialogo con loro è un inganno". Ha sostenuto ancora Khamenei che “Donald Trump è un pagliaccio che finge di sostenere il popolo iraniano, ma poi lo colpirà alle spalle con un pugnale velenoso.”
IL GIORNO DEL RICORDO
Segnalo due manifestazioni a Verbania organizzate la prima dal “Comitato 10 febbraio” per VENERDI’ 31 GENNAIO ore 21 quando a VILLA GIULIA a Pallanza verrà ricordato l’affondamento del battello “Milano” (bombardato e affondato da un aereo alleato causando molte vittime militari e civili) con filmati d’epoca e delle successive ricerche subacquee per il ritrovamento del relitto.
In occasione invece del “Giorno del Ricordo” l’Associazione “Cultura e Tradizione” organizza per DOMENICA 9 FEBBRAIO alle ore 17 presso il Cntro Eventi “IL MAGGIORE” di Verbania una conferenza dell’on.le ROBERTO MENIA sulle foibe e sull’esodo istriano, fiumano e dalmata. Seguirà una fiaccolata con deposizione di una corona alla lapide dedicata a Norma Cossetto e ai Martiri delle foibe presso la biblioteca civica di Villa Maioni.
I lettori de IL PUNTO sono cordialmente invitati ad intervenire.
Un saluto a tutti MARCO ZACCHERA
IL PUNTO n. 748 del 17 gennaio 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: CHIAREZZA! - IL METODO CONTE – VOLTAFACCIA DI ZINGARETTI – MA SE IN EMILIA… - NAVE GREGORETTI – RICORDO DI GIANPAOLO PANSA.
LA CHIAREZZA DELLA CORTE
La Corte Costituzionale ha respinto la richiesta di referendum sulla legge elettorale chiesto da 8 consigli regionali a maggioranza di centro-destra. Poiché la chiarezza delle sentenze è la madre del Diritto, va riportato integralmente il parere della Suprema Corte.
I lettori che eventualmente non ci capissero molto non si preoccupino: troppo: io personalmente non ci ho capito niente e quindi sono in buona compagnia.
Questa è comunque la grande chiarezza della Giustizia italiana per vietare ai cittadini di esprimersi con un libero voto sulla legge elettorale:
“ A conclusione della discussione la richiesta è stata dichiarata inammissibile per l'assorbente ragione dell'eccessiva manipolatività del quesito referendario nella parte che riguarda la delega al Governo, ovvero proprio nella parte che, secondo le intenzioni dei promotori, avrebbe consentito l'autoapplicatività della 'normativa di risulta". Preliminarmente, la Corte ha esaminato, sempre in camera di consiglio, il conflitto fra poteri proposto da cinque degli stessi Consigli regionali promotori e lo ha giudicato inammissibile perché, fra l'altro, la norma oggetto del conflitto avrebbe potuto essere contestata in via incidentale, come in effetti avvenuto nel giudizio di ammissibilità del referendum".
IL METODO-CONTE
Voglio disperatamente cercare di essere obiettivo, sereno, non demagogico, ma non riesco a provare che un profondo imbarazzo verso il governo Conte soprattutto per la quotidiana incapacità a misurarsi sui problemi. Servirebbe tempestività, rigore, decisione, idee chiare… invece vince sempre e soltanto la tecnica del rinvio.
Ormai il metodo l’abbiamo capito: non si può decidere niente e quindi perennemente si rinvia, intanto uno dei giornali di “copertura” (La Stampa, Il Corriere della Sera, Repubblica ecc.ecc.) ospita un giorno sì e l’altro pure due paginate di intervista a Conte con domande pilotate e il Premier - anziché spiegare agli italiani perché NON riesce a fare le cose - ci spiega del felice mondo che verrà e degli immancabili (suoi) destini.
Tra domande pilotate e risposte scontate si salta di problema in problema con quotidiani “effetto annuncio” e così scatta la polemica quotidiana nella stessa maggioranza, si dimentica l’attualità delle cose per accapigliarsi su tematiche nuove – spesso nemmeno abbozzate – che a loro volta scatenano polemiche virtuali prima ancora che abbiano un minimo di concretezza.
Qua e là balle colossali del Premier tipo “Siamo orgogliosi di aver trovato risorse per 23 miliardi in finanziaria” quasi che anche i ragazzi delle scuole medie non abbiano capito che è stata una “manovra a deficit” e quindi le “risorse” sono in realtà nuovi debiti che qualcuno (forse) un domani pagherà.
La realtà è ben diversa: la legge di bilancio prevede il mostro di addirittura 134 decreti attuativi per essere pienamente operativa (decreti che a nascere impiegheranno anche anni, con ingarbugli e “manine” non disinteressate che ne piloteranno i testi ben lontano dagli occhi del pubblico) mentre tutti i nodi sembrano aggrovigliarsi e nessuno sciogliersi.
Sono aperti ben 160 “tavoli di crisi” per aziende decotte a livello nazionale (a proposito, chi manovra le nomine dei Commissari, professione ben pagata?) e infiniti dossier insoluti dall’Alitalia all’Ilva, da Autostrade alla prescrizione.
Visto che scegliere significherebbe scontentare qualcuno, non scegliere vuol dire tirare a campare e ciascuno di voi può vedere e giudicare quale sia la strada scelta dall’esimio professor Conte.
I VOLTAFACCIA DI ZINGARETTI
Dopo la “due giorni” in convento del PD per trovare una nuova linea politica quello che sostanzialmente ne esce fuori è un Partito Democratico che intende continuare “alla morte” nel governo con i 5 Stelle pronto a lasciar perdere – come si è intuito subito per la legge sulla prescrizione – ogni paletto pur di tenere in vita il boccheggiante alleato di governo.
Quello che stupisce è il voltafaccia di Zingaretti che ad agosto sembrava essere contro la strana alleanza di governo ed ora la difende a spada tratta. Il ragionamento di Zingaretti però ha una sua logica: se si vota il PD andrebbe all’opposizione e perderebbe il potere, meglio rimanerci (e intanto dividersi le 750 nomine in calendario a marzo) e tirare a campare. Lo stesso lo pensano tutti i transfughi che hanno lasciato il M5S per le destinazioni più diverse e anche quelle frange di Forza Italia che sarebbero probabilmente escluse dalle liste in caso di elezioni. Quindi anche Zingaretti fa fumo sul futuro radioso del PD ma intanto sostanzialmente tira a campare. Resta poi un mistero come possa Zingaretti continuare a fare anche il presidente della Regione Lazio, ma quando mai troverà il tempo per seguire i problemi dei cittadini laziali?
MA SE IN EMILIA…
Credo che il PD riuscirà alla fine a difendere il fortino emiliano e che – magari di pochissimo – manterrà il cinquantennale potere regionale ma, anche se vincesse, non è detto che il governo non si frantumi lo stesso.
Per vincere, infatti, i Democratici devono asfaltare il M5S che - se andasse al di sotto del 10% - è a rischio implosione interna con onda lunga a livello di esecutivo.
Tutto può essere, anche che la paura in casa pentastellata sia così forte da comunque far rimanere al governo Di Maio e soci (soci sempre di meno…).
La ricetta per sbaraccare Conte ed obbligare lo spirito di Mattarella a finalmente concretizzarsi e battere un colpo sarebbe una vittoria del centro-destra che veramente segnerebbe una definitiva condanna per Zingaretti e la sua ammucchiata di governo.
C’è spazio per farcela perché i sondaggi parlano di un lieve vantaggio dei partiti del centro-destra sul PD e non credo siano molti gli elettori 5 Stelle che alla fine esprimeranno un voto disgiunto (ovvero vito di lista ai grillini separato da quello per il presidente) quindi partita aperta e finale al fotofinish.
Se avete dei parenti emiliani contattali e spingeteli al cambiamento: il nostro futuro è decisamente nelle loro mani!
NAVE GREGORETTI
Ciascuno gioca per sé, ma il voltafaccia di Conte e dei grillini che al governo con Salvini bloccarono (giustamente) nave Gregoretti e che adesso vogliono votare per il processo a Salvini accusandolo di sequestro di persona sarebbe ridicola se non francamente rivoltante.
Un premier che se ne esce a dire che lui non c’entrava e non ne sapeva niente quando della vicenda ne parlavano tutti i giornali e le TV è uno schiaffo alla decenza, ma contemporaneamente la dice lunga sulla credibilità e coerenza delle persone.
Oltretutto evidentemente l’avvocato (?!) Conte non conosce neppure l’art. 95 della Costituzione: “ Il Presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile”. E, per di più, “Mantiene l’unità di indirizzo politico e amministrativo, promuovendo e coordinando l’attività dei ministri”.
Visto che Salvini era un suo ministro, come può ipocritamente tirarsi fuori? Viva la coerenza…ma quanta tristezza!
RICORDO DI GIANPAOLO PANSA
E’ mancato ad 84 anni Giampaolo Pansa, giornalista e scrittore di qualità, uomo di sinistra che ormai quasi 20 anni fa ebbe il coraggio di riprendere un tema dimenticato: descrivere anche le pagine nere della Resistenza e della “macelleria messicana” (per dirla come Montanelli) che si scatenò prima e dopo il 25 aprile del ‘45.
Per aver osato scrivere delle drammatiche ma reali verità venne messo all’indice dalla “intellighenzia” progressista e da quella sinistra cui queste verità restano maledettamente scomode, un nervo scoperto proprio perché sono cose vere e non retorica. Pansa prese molti spunti dai libri (dimenticati) di Giorgio Pisanò, ma poi ci mise indubbiamente del suo.
Ho avuto modo di conoscerlo bene in questi anni e di collaborare anche con lui nella stesura di alcuni suoi libri e mi resta l’immagine di una persona complessa, piena di travaglio interiore, drammaticamente segnato dalla morte del figlio tre anni fa.
Sicuramente comunque un testimonio scomodo che nessuna “Sardina” probabilmente ha mai letto, una specie di coscienza nazionale nascosta che ha avuto almeno il coraggio e l’onestà intellettuale di andare oltre la retorica.
Buona settimana a tutti ! Marco Zacchera
IL PUNTO n. 747 del 10 gennaio 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: MAGDI ALLAM IN OSSOLA - GOVERNO, UNA MAIONESE IMPAZZITA – ITALIA BARZELLETTA INTERNAZIONALE – USA: COMINCIA LA CAMPAGNA ELETTORALE
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DOMENICA 12 GENNAIO ALLE 0RE 17.30 NELLA SALA DON MUSETTA (oratorio) DI PALLANZENO (Valle Ossola) AVRO' IL PIACERE DI INTRODURRE MAGDI CRISTIANO ALLAM CHE PRESENTERA' IL SUO NUOVO LIBRO " ISLAM ED IMMIGRAZIONE- LE SFIDE DELL'EUROPA.
I lettori de IL PUNTO sono cordialmente invitati a partecipare.
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IL GOVERNO MAIONESE (IMPAZZITA)
Seguo da tanti decenni la politica italiana ma non ricordo un momento di confusione così totale a livello governativo.
So di essere di parte, ma cerco di vedere le cose con spirito obiettivo e credo che si debba convenire come siamo di fronte ad una maionese impazzita in cui sembra obiettivamente impossibile trovare una qualsiasi linea unitaria.
Dalla giustizia all’economia, dalle pensioni al lavoro, non c’è un singolo tema sul quale non si rinvii, si dissenta, ci si accusi a vicenda. Il nostro paese merita di essere conciato così? Quanto stiamo perdendo tutti – di destra o di sinistra – a non avere una guida minimamente univoca e stabile?
Se il Presidente Mattarella avesse il coraggio di essere davvero super partes ed obiettivo credo dovrebbe lanciare un appello pubblico al governo, al parlamento e al paese con un messaggio chiaro: o si trova una intesa, un programma condiviso e delle priorità da realizzare o sarà costretto a sciogliere le camere e mandarci a votare. minacci Forse la paura del voto è l’unica arma a fare ragionare i troppi litiganti alla corte di Conti.
Constatato che ci sono in giro troppi irresponsabili ed impreparati dimostri il presidente Mattarella di avere un minimo di spina dorsale, di autonomia di giudizio, di avere a cuore veramente le sorti del paese in un momento di crisi interna ed internazionale spaventosa. Se invece Mattarella nulla farà, se continuerà ad assistere in silenzio a questo sfacelo credo non solo che diventerà Lui il primo corresponsabile della situazione, ma avrà anche violato il giuramento di impegno che ha fatto alla nazione.
SIAMO (PURTROPPO) UNA BARZELLETTA INTERNAZIONALE
La gravità della situazione internazionale in Medio Oriente e in Libia imporrebbe all’Europa di tenere una linea comune a tutela della pace e dei propri interessi, ma nulla di ciò appare visibile. Mi pare evidente come ciascuno pensi a sé stesso, con la Francia corresponsabile della crisi libica, la Germania a fianco di Trump, gli inglesi in via d’uscita e l’Italia regolarmente “non pervenuta”.
Ma se qualcuno ha il coraggio di ascoltare le dichiarazioni ufficiali di Di Maio e di Conte avrà pure capito che stanno parlando solo di assolute ovvietà, con nessuna minima concretezza, idea, strategia, volontà.
Certo che “bisogna operare per la pace”, certo che “siamo preoccupati”, certo che “bisogna discutere con tutti” Bisogna, bisogna...e quindi? Non siamo con l’America, non siamo con Putin, non siamo con (o contro) la Turchia, non abbiamo una linea strategica nel Mediterraneo, non siamo stati minimamente capaci di essere partner credibile con qualcuno nella crisi libica, non abbiamo colto la necessità di unire almeno le nazioni mediterranee europee.
Dov’è oggi l’Italia, con chi sta? Da nessuna parte, con nessun alleato strategico, tenendo come sempre il piede in più scarpe, ma in realtà rimanendo senza scarpe.
La gaffe ridicola (o tragica) di mercoledì con Conte che parla con l'uomo forte di Bengasi ed offende così il governo di Tripoli (rico9nosciuto dall'ONU) che ovviamente così rifiuta il colloquio mentre Di Naio non sottoscrive il documento comune europeo partecipando al Cairo ad un vertice del Sud Europa è la più lampante dimostrazione della confusione totale che c'è su questo rtema a Palazzo Chigi nella spasmodica necessità di far vedere che "L'Italia fa qualcosa" soprattutto in chiave interna mentre - purtroppo - l'Italia è diventata davvero una barzelletta in chiavge di credibilità..
Come sempre noi “facciamo finta” di essere da una parte ma regolarmente sotto sotto ci schieriamo con l’altra. Noi siamo quelli delle “furbate”, delle alleanza tradite (da sempre, la storia dovrebbe pur insegnare qualcosa…) e in giro ci considerano inermi, pressapochisti, pronti a cambiare bandiera.
Chiudete gli occhi... ma vi ricordate i rapporti internazionali tenuti dall’Italia 30 anni fa? Giusti o sbagliati che fossero avevamo una linea “Andreottiana” ed eravamo comunque abbastanza credibili, ancorati ad una alleanza, presenti sullo scenario internazionale.
Oggi siamo il nulla, il ventre molle d’Europa, disprezzati ed ignorati da tutti.
Non siamo una grande potenza ne possiamo esserlo, ma almeno partner credibili sì.
Invece tutto è becero, ridondante, scontato, la bollitura del nulla. Ma cosa mai significa e perché mai accusare Salvini per la crisi libica? Ma che cosa cavolo c’entra?!
E’ un esempio di sciocchezza, di vedere tutto guardando solo al proprio ombelico mentre nel raggio di poco più di 200 chilometri dalle nostre coste (Libia) o mille (Medio Oriente) il mondo sta cambiando. Cambia in strategie, forniture energetiche, masse di profughi, accesso alle materie prima.
Ascoltate un TG e non comprenderete nulla perché anche il modo di dare notizie è confuso, non si spiegno bene le cose, non si analizza alcun argomento, alleanza, motivazione. Nei TG un omicidio stradale conta di più in audience di aopoprofondire le cause di un conflitto e le interviste di (quasi) tutti i nostri politici sono mere dichiarazioni di principio ma che non dicono (o risolvono) nulla.
D'altronde mi spiegate come può essere minimamente credibile un Paese che in una emergenza simile anziché avere come Ministro degli Esteri un competente o almeno una persona “tecnica” credibile si fa rappresentare da un ex bibitaro del San Paolo che non parla nemmeno inglese? Siamo purtroppo diventati una tragica barzelletta...
Approfondimento : USA, AVVIO DI CAMPAGNA ELETTORALE
Come quattro anni fa, anche in questo lungo periodo pre-elettorale negli USA ho potuto cominciare a girare gli States cercando di capire l’aria che tira.
Come avviene ormai da oltre un secolo si voterà il primo martedì di novembre, ma se
i candidati repubblicani sono praticamente certi da tempo (Donald Trump, con il suo vice Mike Pence, l’ex governatore dell’Indiana) in campo democratico i giochi sono ancora tutti da fare con una decina di aspiranti alla “nomination”.
Proprio l’incertezza sul nome degli sfidanti è uno degli elementi che rendono ancora più imprevedibile l’esito e l’andamento della campagna elettorale caratterizzata per ora dalle polemiche democratiche e dalle sprezzanti repliche di Trump.
Quattro anni fa nessuno scommetteva su Donald vincente (o quasi, visto che per mesi
io invece sottolineavo il clima che si respirava in America, sconosciuto e disprezzato da gran parte della stampa italiana apertamente schierata per Hillary Clinton ) e pochi mesi dopo le elezioni quasi tutti i media americani – anche perchè in gran parte schierati con i democratici - ne prevedevano un rapido declino.
A dieci mesi dal voto, invece, Trump è oggi addirittura leggermente avanti nei pronostici.
C’è un elemento fondamentale e nuovo che però si percepisce: per decenni l’americano medio – comunque avesse votato – si riconosceva poi nel ruolo e nella figura del Presidente eletto l’identità nazionale, mente oggi i giudizi su Trump sono molto più netti e radicati in una sorta di progressiva accentuazione delle differenze, spaccatura tra gli elettori ed in definitiva una radicalizzazione del voto.
In America vince non tanto chi è meglio giudicato dai sondaggi ma soprattutto tenendo conto della percentuale dei cittadini che si iscrivono nelle liste elettorali (ogni volta che si vota bisogna esprimere ufficialmente questo desiderio) e che poi vanno effettivamente al seggio o esprimono il voto per posta.
Oggi i supporter di Trump sono molto decisi, rumorosi e determinati sul loro candidato, mentre molti contrari che lo detestano apertamente prima di decidere di recarsi a votare vogliono capire chi sarà il candidato democratico.
Il voto per Trump (che perse sul totale dei voti popolari, ma conquistò gli stati-chiave
che decidono i grandi elettori presidenziali) nel 2016 fu più una disaffezione contro Hillary Clinton piuttosto che una simpatia verso di lui, considerato allora un eccentrico ma ricco sconosciuto. Molti democratici non votarono e questo allora favorì Trump, ma anche questa volta molti elettori andranno a votare solo se si identificheranno con il candidato democratico.
C’è comunque un elemento fondamentale che domina il momento politico negli USA
ovvero l’andamento dell’economia e proprio gli innegabili successi di Trump su questo punto soddisfano e spronano l’elettorato repubblicano spesso comunque parzialmente in disaccordo con i toni, gli insulti, il porsi in modo sempre diretto e al limite dello scontro che caratterizza i rapporti di Trump – per esempio – con la stampa e molti giornalisti.
L’economia USA infatti tira bene, la disoccupazione è scesa al minimo storico, la gente spende (fin troppo), il valore degli immobili è tornato a salire. “ Il compito di un presidente è trovare lavoro alla gente, poi devi arrangiarti da te, le altre sono solo fregnacce” sottolinea l’autista di colore che mi accompagna all’aeroporto – “ ...e speriamo quindi che vinca ancora Trump”.
“No! Trump è un buffone, un ignorante, una capra” commenta invece un democratico
casualmente vicino di tavola in Florida, “Ma se i democratici candidano la Warren o Sanders, io non andrà a votare” Bloomberg? “E’ un miliardario che non ha nulla a che fare con noi, però è pieno di soldi e quelli servono sempre per vincere...”
Commenti e sensazioni radicalmente opposte sulle quali conterà molto il volto del candidato democratico alternativo, che potrebbe azzeccare un ambo vincente scegliendo per “vice” una figura prestigiosa, magari proprio quella Michelle Obama che non parteciperà alle “primarie”.
L’ex first lady potrebbe infatti spingere al voto democratico le minoranze etniche che
certo non possono amare un Bloomberg ricco sfondato, un democratico anomalo (infatti è un ex repubblicano) che però potrebbe rosicchiare voti a Trump proprio perché ne è una più ricca (e colta) fotocopia.
Ma chi sono i pretendenti democratici? Ancora troppi per capire dove sia andrà a finire passando dall’ “ultrasinistra” Elizabeth Warren (che propone una tassa patrimoniale sui capitali) all’eterno Bernie Sanders e soprattutto a Joe Binden che però zoppica per l’affare ucraino dove – se Trump è sotto impeachment - è stato proprio suo figlio che in Ucraina ha causato un mare di guai sostanzialmente insabbiati dall’amministrazione Obama.
Potrebbe forse uscire alla distanza Joe Walsh, rassicurante e popolare, se l’onda d’urto di Michael Bloomberg non spazzerà via tutti a colpi di spot. La discesa in campo del miliardario Bloomberg (una copia democratica di Trump ma addirittura molto più ricca) ha sconvolto gli equilibri e i pronostici democratici anche perché Bloomberg ha già annunciato che non parteciperà alle primarie salvo che a quelle del “big Tuesday” di metà campagna e quindi anche chi allora sarà in testa rischierà di essere messo in ombra.. Una scossa dentro e fuori il partito democratico nei suoi tradizionali bacini di voti dove spesso Bloomberg non è amato ma – se fosse effettivamente un potenzialmente vincente – potrebbe soprattutto coagulare intorno a sé le speranze di sconfiggere Trump.
Difficile per i democratici coniugare un pensiero di sinistra con Bloomberg o coinvolgere gli elettori emarginati che andarono al voto per Obama anche per essere
il primo nero prima potenziale e poi effettivo presidente nella storia degli USA.
Ma proprio Bloomberg potrebbe attirare anche voti repubblicani scontenti dei modi -
più che dei contenuti - di Trump.
Un bel match ancora tutto da decifrare, ma che potrebbe essere condizionato da passi falsi dell’attuale presidente in politica estera (il medio oriente, i rapporti con la Cina, qualche attacco od attentato sciita) o per una improvvisa crisi economica. La borsa è infatti salita molto, ma se è fisiologico un suo ridimensionamento dopo tanti mesi di rialzo la crisi che si teme arriverò prima dopo il voto e come inciderà sulle scelte?
Dubbi concreti, mentre l’economia è il tema principale degli spot, con a seguire le problematiche dell’assistenza sanitaria, dell’immigrazione e della sicurezza mentre solo il 13% dell’elettorato – secondo un sondaggio CBS – vede la priorità nei temi ambientali.
Sullo sfondo c’è infine la questione dell’impeachment di cui si parla molto, ma il cui risultato è scontato: il Senato (dove la maggioranza è repubblicana) non darà l’assenso a far deporre il presidente e l’operazione potrebbe invece addirittura rendere a Trump molte soddisfazioni (e voti) permettendogli di ricordare ad ogni comizio o audizione che è durata tre anni (ma è finita nel nulla) la vicenda Russiagate e che i suoi guai in Ucraina sono legati a quelli combinati dal figlio di Biden – accusato di corruzione - ben prima di lui.
Accuse, contraccuse, critiche alla Pelosi (la capo dei democratici al Congresso) che ha insistito per portarli allo scontro diretto con il rischio di farsi male: il campo democratico è molto diviso e ciò non può che facilitare il presidente uscente.
Intanto questra settimana Trump ha rischiato grosso sull'operazione-drone in Iraq ma conseguendo per ora un innegabile successo strategico e d'immagine ridimensionando il ruolo dell'Iran e dando il segnaleforte di essere un Presidente tuttaltro che sprovveduto anche sul piano internazionale.
Ma i giochi sono aperti, gli scenari tutti da scoprire, novembre è ancora molto, molto lontano.
Buona settimana a tutti ! Marco Zacchera
IL PUNTO n. 746 del 3 gennaio 2020
di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: BUON ANNO – SERVE VERITA’ – CONTE & MATTARELLA: TRA PAROLE E FATTI - GENTE DI LAGO
Ricomincia un anno che politicamente dovrebbe essere davvero interessante con il menu a proporre come antipasto le elezioni in Emilia-Romagna e Calabria.
In Emilia tutto il sistema è impegnato al massimo - Sardine comprese - per la riconferma del presidente PD che gode i favori del pronostico anche se solo di una incollatura.
Un eventuale successo del centro-destra a trazione Salvini (con la Meloni in visibile crescita) sarebbe una rivoluzione capace di polverizzare Conte, ma - visti i sondaggi - sembra difficile battere la sinistra con il PD forte soprattutto a Bologna e nelle città dove 50 anni di governo e sottogoverno contano eccome.
in Calabria, invece, se a destra si resterà uniti la vittoria è più probabile.
Vedremo, intanto a tutti auguri di rigore e parole in libertà - con annesse promesse e buoni propositi - anche dai “presidentissimi” Conte e Mattarella, ma la realtà italiana purtroppo è davvero un po' diversa da come la si percepisce (o la si vuol far credere) nei dorati templi del potere.
OPERAZIONE VERITA’
Sul “Corriere” di qualche giorno fa, Ernesto Galli della Loggia tracciava un quadro impietoso del nostro paese e sui diversi governi che si sono succeduti negli anni.
Giustamente chiedeva una “operazione verità” per far capire agli italiani che - se si vogliono fare cambiamenti sostanziali e positivi anche solo a medio termine - bisogna avere innanzitutto il coraggio di non raccontarsi frottole e fare sacrifici.
Ma se la prospettiva di governo e sempre solo di mesi - quando non di giorni o settimane - come è mai possibile pensare “in grande” al futuro del nostro paese? Di qui il perpetuarsi del solito tirare a campare con i vizi di sempre.
La legge finanziaria di quest’anno, fatta di ben 315 pagine costituenti un solo emendamento votato (come sempre) con il voto di fiducia e senza alcun riscontro, verifica o controllo ma semplicemente per cercare di accontentare un po' tutti è il consueto, esatto contrario di quanto sarebbe stato necessario.
Oltre a coprire nefandezze e interessi non sempre trasparenti si è cercato tra mille ingarbugli di rappezzare la casa accontentando soprattutti i vari partner della coalizione alla ricerca della loro singola visibilità quando sarebbe servito un robusto intervento sulle fondamenta.
Per cominciare finalmente a farlo bisognerebbe innanzitutto ammettere chiaramente lo stato di crisi conclamato e perenne di un Paese che da anni non vive ma sopravvive, che brucia le risorse dei figli e campa con la pensione dei nonni, che si trascina anno dopo anno la palla al piede di un aumento dell’IVA offerto come folle garanzia verso un’Europa che - quando è momentaneamente “amica” come quest’anno - chiude entrambi gli occhi sul maggior deficit mentre se è politicamente “nemica” impone il rigore e ci strozza con lo spread.
La seconda grande verità è che il nostro paese ha rinunciato ad avere una propria linea politica ed economica ed è in mano ad una finanza internazionale che formalmente si traveste e si dichiara di "sinistra ecologica ed illuminata"mentre è spesso invece espressione del più gretto ed avido capitalismo, strutturato per sfruttare il mondo e miliardi di esseri umani.
Siamo sempre più deboli, l’ombra della quinta o sesta potenza economica di un tempo con i nostri marchi che sono stati venduti, in un paese che sopravvive grazie soprattutto a una miriade di piccole e medie imprese spesso rallentate nella loro crescita per ridotto peso politico.
Campagne demagogiche mondiali (dal clima alla gestione delle risorse naturali) mostra facciate perbeniste di forma, in un continuo depistaggio intellettuale soprattutto sul come affrontare le priorità planetarie.
La successiva ed amara grande verità è che le radici stesse del Paese sono in crisi. Se 258.000 laureati e diplomati si sono in questi ultimi tempi trasferiti all’estero (in realtà sono molti di più, questi sono solo quelli che per l’ISTAT hanno cancellato ufficialmente la propria residenza italiana) una ragione ci sarà, ma provvedimenti, zero. E’ amaro girare il modo e rendersi conto che l’Italia non ha sbocchi, futuro, prospettive anche perché non vuole sciogliere il nodo di ammettere di essere anello debole di un sistema economico di controllo mondiale.
Se riforme vanno fatte - e vanno fatte !! -allora bisogna avere il coraggio non di sbaciucchiare tutti ma di assumersi l’impopolarità delle scelte e questo vale per chiunque governi.
Scelte di risparmio, di rigore, di tagli di spesa effettivi, di priorità finanziabili: non servono slogan ma fatti. Vale per tutti i campi dove bisogna avere la forza di decidere. La scelta di combattere l’evasione, per esempio, con uno massiccio uso delle carte di credito è e resta ottima, ma allora costringendo le banche ad azzerare le commissioni o nessuno le userà. Se non c’è la forza e la volontà di farlo lo si ammetta in anticipo, basta ipocrisia, rinvii, mezze verità.
Servono scelte, priorità, decisioni e soprattutto di non buttare tutto e sempre in caciara, vedere la punta del dito e mai la luna nel cielo. Sacrifici? Certo che vanno fatti, ma alzi la mano chi li vuole fare sul serio se non sempre a spese del prossimo e così non si comincia mai.
Tutto è provvisorio ed emendabile, mai definitivo, ci si accapiglia sulle sciocchezze e non sulle cose serie. Per esempio non c’è più una posizione italiana credibile nel mondo, men che meno un po' di coraggio.
Guardate in questi giorni la situazione in Libia: arrivano perfino i turchi e noi - che avevamo rapporti (e interessi) importanti con la nostra ex colonia - siamo completamente fuori gioco.
D'altronde uno come Di Maio è assolutamente impreparato al ruolo di gestire una politica estera, ma nessuno pensa che rischiamo gli approvvigionamenti energetici nazionali e non siamo sul teleschermo partecipando a “Scherzi a parte”
Alla base di tutto c’è il dilettantismo, l’impreparazione, l’ Italietta dei soliti “furbi” (o che si credono tale) che fa ridere il mondo e i nostri presunti alleati.
Alla fine non siamo più partner credibili a livello europeo e mondiale, sia a livello economico che militare e strategico,
Per salvare il Paese occorrerebbe subito una classe politica scelta per merito, professionalità, capacità personale. Caratteristiche che non ci saranno mai se non si cambia subito il sistema elettorale e conta poco se il governo sia di destra o di sinistra purchè venga costituito da persone serie e che abbiano davanti cinque anni “certi”, cementati da una solida e coesa maggioranza parlamentare. Esattamente il contrario della situazione odierna.
So di parlare nel deserto, ma se in tanti cominciassimo a chiedere le stesse cose, costi quel che costi, forse si potrebbe cominciare a far cambiare qualcosa,
CONTE E MATTARELLA : LE LORO CHIACCHIERE SENZA SOSTANZA
Quando una persona seria vuole fare delle cose concrete – soprattutto in politica - parla poco e porta a casa risultati. Se parai troppo si illude di coprire con il fumo la nebbia che c’è nella sua testa.
Il premier Conte, da arrogante banderuola che quotidianamente dimostra di essere, ha al contrario stabilito il record di chiacchiere nella consueta conferenza stampa di fine anno parlando per oltre 2 ore e mezza (ma senza dire niente…) tanto che alla fine la stessa filo-governativa “LA STAMPA” lo ha paragonato a Fidel Castro quando all’Avana parlava per ore e ore ai compagni che “spontaneamente” lo ascoltavano inneggiando ai risultati della sua “revolucion”. Come fosse e sia conciata Cuba lo possono verificare tutti.
Conte è sempre più irritante per i suoi sproloqui, anche perché - anziché disegnare il suo presunto gioioso avvenire - avrebbe dovuto spiegare agli italiani come mai nei mesi passati NON ha raggiunto quello che diceva di voler fare, anzi, i risultati dimostrano il contrario.
Il suo governo è in carica da 4 mesi ma NON ha risolto il problema di Alitalia, ha pasticciato e NON risolto la questione dell’ILVA, NON ha partorito una legge finanziaria di contenimento del deficit, ma lo ha anzi fortemente aumentato. Conte vuole (?) cacciare i Benetton da Autostrade ma li vuole partner per Alitalia, NON ha varato alcuna riforma concreta,NON ha rilanciato l’economia, NON ha operato una neppur minima riduzione del cuneo fiscale, NON ha risolto il nodo della prescrizione mentre i processi penali quest’anno - solo per il primo grado . denunciano una durata media di 650 giorni contro i 168 della media europea.
Conte - in vista del voto in Emilia che è la sua linea del Piave - riesce a dire nella stessa giornata una cosa e fare il suo esatto contrario pur di non scontentare i perpetuamente litiganti alleati di governo, con una appiccicosa marmellata di luoghi comuni.
Altro che radiosi destini: Il Premier sa benissimo che sopravvive a Palazzo Chigi solo per una paura fottuta delle possibili elezioni da parte dei suoi partner e che il governo sta in piedi (o è inginocchiato?!) solo per la provvisoria ed eterogenica sommatoria di seggi costituita in Parlamento da eletti che - concordi tutte le indagini demoscopiche – NON rappresentano certo la maggioranza degli italiani.
Nel macinare chiacchiere gli fa eco il Presidente della Repubblica nel suo consueto discorso di fine d’anno, con il solito elenco di buoni propositi e luoghi comuni pur pronunciato tra gli augusti stucchi dorati del Quirinale.
Parole quasi tutte perfettamente condivisibili, ma declamate alle nuvole.
Giustissimo per esempio il richiamo di Mattarella all’unità nazionale, all’orgoglio italiano e all’unità di intenti, ma con tutta l’ipocrisia di non spiegare agli italiani come e perché dovrebbero farlo e vedere in lui un punto di riferimento unificante e “super partes” quando concretamente lui NON lo è, e soprattutto non lo è mai stato. Perchè gli italiani dovrebbero credere nelle istituzioni se non se ne sentono rappresentati?
Non abbiamo sentito una parola, un guizzo, un solo sussurro dell’ Illustre Presidente quando quest’estate si è costruita una maggioranza di potere antitetica al voto degli italiani di un mese prima, né – tantomeno – Mattarella ha sollevato anche solo una palpebra firmando una legge finanziaria che aumenta ancora di più il deficit del Paese che è l’antitesi del suo chiedere rigore. Perché l’anno scorso era “preoccupato” della manovra finanziaria del governo precedente e adesso non è più critico quando ne viene varata una molto più pesante?
Mattarella tace quando è il momento di rappresentare la maggioranza degli italiani piegandosi sempre al volere della sinistra politica che lo ha eletto.
E’ lui stesso quindi a non essere autorevole, e credo - essendo una persona onesta - che sia il primo a rendersene conto. Per favore basta parole, parole, parole..e tanta, troppa ipocrisia!
Buona settimana e buon anno a tutti Marco Zacchera
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GENTE DI LAGO
E’ pronta la II edizione di “ GENTE DI LAGO: storie e racconti del Lago Maggiore”. In 164 pagine - tutte a colori - ricordi, personaggi, storie e curiosità della zona del Lago Maggiore e delle sue valli, insieme ad oltre un centinaio di foto storiche, quasi tutte inedite.
Una testimonianza interessante della vita sulle rive del Verbano in tempi quasi dimenticati, un omaggio a chi è venuto prima di noi.
Il volume è firmato anche da Carlo Alessandro Pisoni, Ivan Spadoni e altri autori locali che con quest’opera hanno voluto riprendere il successo di “NELLE RETI DEL TEMPO”, una raccolta di foto e testi storici uscita oltre 10 anni fa ed oggi introvabile.
GENTE DI LAGO è in vendita al pubblico a 18 euro, ma i lettori de IL PUNTO possono richiedermi direttamente il libro – se lo desiderano con dedica! - al prezzo ridotto di 16 euro (spese di spedizione comprese) o di 15 euro ciascuna se verranno richieste almeno 2 copie.
Il volume va richiesto direttamente a marco.zacchera@libero.it ricordando di comunicare sempre il proprio INDIRIZZO POSTALE PER LA SPEDIZIONE.
IL PUNTO n. 745 del 20 dicembre 2019
di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)
info e numeri arretrati: www.marcozacchera.it
Sommario: AUGURI E BILANCI - A PROPOSITO DI SARDINE – GRETA, CLIMA E AMBIENTE: TRA DEMAGOGIA E SCONSOLANTE REALTA’ – GENTE DI LAGO: 2a edizione.
in allegato: COSA SUCCEDERA’ A TRUMP, UN’ANALISI SERIA SULLA SITUAZIONE AMERICANA
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AUGURI E BILANCI
Un grazie ai lettori abituali per avermi seguito anche quest’anno, a quelli nuovi per essersi aggregati e soprattutto a quelli che mi hanno contattato o scritto con i loro commenti, specialmente quelli che non condividevano il mio pensiero.
Il 2019 che va in archivio non mi sembra sia stata una grande annata per la nostra Italia: non si è assolutamente usciti dalla crisi economica, non sono state impostate riforme degne di nota, la maggioranza parlamentare non rappresenta la maggioranza del paese e soprattutto siamo sempre più emarginati in Europa e nel mondo.
Confusione, impreparazione, superficialità, demagogia, poca serietà mi sembrano le caratteristiche principali della politica italiana con chi governa che si tiene gelosamente stretto il proprio potere arrivando ad ogni compromesso pur di non farci tornare a votare.
Conte è l’emblema di questo atteggiamento da anguilla: pur di restare a palazzo Chigi sembra disponibile a stare con tutti cambiando anche quotidianamente il proprio punto di vista pur di barcamenarsi alla meno peggio.
Se per Natale comunque tutti devono essere più buoni e non si deve eccedere nelle critiche evitiamo altre polemiche: bastano i fatti – purtroppo – a sottolineare una crisi che sembra irreversibile.
Ciò detto, auguri a tutti: COME DI CONSUETO IL PUNTO NON USCIRA’ DURANTE LE FESTIVITA’ ED ARRIVEDERCI QUINDI AI PRIMI DI GENNAIO PER RIPRENDERE IL NOSTRO APPUNTAMENTO SETTIMANALE NEL 2020
Ps: se volete farmi un regalo mandatemi indirizzi di potenziali nuovi lettori e se improvvisamente non vi arrivasse più il Punto segnalatemelo: per oscure ragioni ogni settimana “spariscono” diversi indirizzi . Il Punto è comunque sempre recuperabile sul mio sito: WWW.MARCOZACCHERA.IT.
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SARDINE: MI SONO PERSO QUALCOSA ?
Chiunque si impegni in buona fede per migliorare il nostro paese va apprezzato, chi protesta in modo non violenti a tutti i diritti di farlo, ma è doveroso chiedergli un minimo di coerenza. Per questo non voglio preconcettamente criticare le Sardine, ma prendo atto della loro assoluta incongruenza.
Capisco che le Sardine siano nate in odio a Salvini e fin qui posso capirle, ma per esempio comprendo di meno perché si siano subito auto-definite “I nuovi partigiani”.
Con il massimo rispetto, ma innanzitutto Salvini non è al governo ma sta all’opposizione e quindi criticare l’opposizione (e non il governo) è abbastanza paradossale, soprattutto se in piazza - come a Roma - c’erano tanti esponenti del PD. Ergo, le Sardine si sono già fatte strumentalizzare diventando di fatto sostenitori proprio di quel “sistema” che dicono di combattere. Aggiungo che i Partigiani veri rischiavano la pelle, Salvini non la farà sicuramente a nessuno...
Questo continuo richiamo alla nostalgia della Resistenza mi fa pensare che i giovani in piazza storicamente sappiano molto poco di quel periodo e che abbiano digerito la sola versione ufficiale, ma senza un po' di approfondimento.
Se si intende di voler quindi protestare per difendere i principi di democrazia, pluralismo e libertà siamo tutti d’accordo, ma mandare sul palco il presidente dell’ANPI ad aprire la manifestazione sardiniana di Roma per cantare “bella ciao” sa molto – anche qui – di strumentalizzazione.
L’ANPI in questo paese è diventata nel dopoguerra una vera e propria “macchina di potere” e di consensi, ha cancellato molte verità storiche auto-scrivendo i fatti a proprio uso e consumo, non ha mai ammesso che anche tra i partigiani c’erano fior di delinquenti (con tanti che lottarono in buona fede) né ancora oggi ha il coraggio di condannare gli orrori della guerra civile, compresa la mattanza pre e post il 25 aprile, oltre alle rese dei conti che le bande comuniste hanno scatenato contro gli stessi partigiani che non la pensavano come loro. Cose che forse i ragazzi in piazza non sanno, ma i dirigenti ANPI sanno benissimo.
E’ quasi comico leggere poi i “programmi” sardiniani a cominciare dal chiedere “basta violenza verbale” salvo tout court definire Salvini razzista, fascista ed addirittura nazista. Alla faccia della sobrietà e del “bon ton”…
Infine, le Sardine dovrebbero chiedersi come mai dietro di loro si sia scatenato un’ondata di tripudio osannante sui media, quegli stessi media che loro criticano.
Una volta si parlava di “utili idioti” riferendosi a quelle persone che non si accorgevano delle balle che contavano i comunisti e la loro URSS. La storia ha fatto giustizia di quelle fandonie, mi auguro che le Sardine capiscano presto che il loro entusiasmo e – per chi ce l’ha – la loro buona fede, rischia di essere utile solo a chi cerca disperatamente di tenersi stretto il potere, pur rappresentando l’antitesi a quegli slogan che loro urlano in piazza.
D'altronde proprio il fatto che le Sardine siano nate in Emilia in vista delle prossime elezioni regionali non è casuale, ma fa parte di un preciso disegno a difesa dell’ultimo fortino rimasto al PD. Già, perché lì si vota il 26 gennaio e sarà la prima tappa di un anno politico che si prospetta interessante.
CLIMA: TRA DEMAGOGIA E TROPPE OMISSIONI
Il fallimento del recente summit di Madrid sul clima e il colossale marketing che sui media è quotidianamente legato a Greta testimonia quanta ipocrisia continui a regnare su questo tema delicato e che ci coinvolge tutti.
Quanto hanno inquinato e sono costate 25.000 persone (!!!) calate anche a nostre spese su Madrid come cavallette per parlare di tutto e non combinare niente?
Perchè questa è purtroppo la realtà dei fatti, la verità nascosta sotto la vernice.
Anche per questo quanto vorrei – per esempio – poter regalare alla “Greta international e superstar” un biglietto per l’India invitandola a restarci un po' di tempo.
Perché proprio l’India? Perché è un paese dove l’inquinamento è visibile, quotidiano, devastante, totale. Dall’acqua alla terra, dai rifiuti per strada all’inquinamento industriale.
Mentre noi ci martelliamo i c…. perché non devono entrare nei centri storici le auto Euro 3, in India miliardi di sacchetti di plastica sono buttati ovunque, le ciminiere sputano veleni, nessuno fa praticamente nulla, né tantomeno questo paese – come tanti altri – viene in qualche modo sanzionato né da Greta superar né dall’Onu o dalle sue costose “Agenzie” internazionali.
Allarghiamo l’orizzonte alla Cina, al Sud est asiatico, al Brasile… Ma ci rendiamo conto che è assoluta demagogia migliorare determinati standard in Europa se poi in tante parti del mondo (che è sempre uno e uno solo!) non si fa assolutamente nulla?
Fare un primo passo là dove l’inquinamento è mostruoso significherebbe migliorare moltissimo la situazione del pianeta, molto di più del piccolo particolare imposto dove già le cose vanno abbastanza bene.
Si giochino allora soprattutto in quei paesi le risorse economiche comuni per obbligare a veri miglioramenti ambientali ed avremo enormi risultati pratici.
Se quei paesi che non rispettano le regole non vengono sanzionati a livello internazionale continueranno ad inquinare ed addirittura distruggeranno le economie dei paesi più ecologicamente attenti per una evidente concorrenza sleale legata ai costi di produzione.
Anche in Italia viviamo lo stesso paradosso. Quando ero sindaco Verbania era al “top” delle città italiane per qualità dell’ambiente, ma so quanto costasse “in più” migliorare anche solo dell’1% la raccolta differenziata perché già era ad alto livello, mentre era stato piuttosto semplice fare all’inizio un grande passo avanti.
Ma perché in molte città italiane di fatto (vedi Roma) la “differenziata” non la si fa ancora, o - buttando tutto in discarica - si hanno risultati così deludenti? Il punto è proprio questo: non servono le chiacchiere ma bisogna IMPORRE a livello nazionale ed internazionale dei minimi standard ed obiettivi ambientali
E’ inutile che Greta vada a pontificare a Torino accolta dai suoi fan, dai giornalisti e da sindaci in vena di pubblicità: vada in Cina, in india, in Vietnam, in Indonesia: là avrebbe davvero un senso parlare di interventi necessari!
L’ONU e le tante (troppe) strutture che con le chiacchiere campano sul clima, anziché prendersela solo con Trump denuncino finalmente la verità ovvero come le nazioni inquinanti per il CO2 siano le stesse dove la plastica deborda e viene buttata nel mare e nei fiumi, dove non c’è ancora nessuna cultura ambientale e dove tra l’altro spesso si nascondono proprio le aziende più inquinanti per moltiplicare i propri business.
Dica finalmente una parola su queste verità la Greta superstar e sarà molto più credibile per una battaglia che giustamente deve essere posta al vertice dei problemi mondiali.
PS Una chicca forse non colta da tutti: alla frenetica ricerca di consenso l’Europa ha deciso – su pressione francese – che l’energia atomica sia considerata “verde”.
Pensavo che si levassero immediate le urla di protesta degli ecologisti mondiali ma invece tutto è passato sotto silenzio. Personalmente sono da sempre favorevole all’atomo (se pacifico e controllato!!) e quindi posso anche concordare, ma mi chiedo se una questione così complessa e una polemica che andava avanti da decenni potesse essere liquidata e nascosta in poche righe. Miracoli europei. I
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IMPEACHMENT DI TRUMP: UNA NOTA DI GIAN CARLO PODDIGHE
La nota che segue non è mia ma di GIAN CARLO PODDIGHE, acuto analista della situazione americana e con lunga esperienza d’oltre Atlantico. La pubblico perché è una analisi molto chiara ed obiettiva su che cosa sta succedendo a Washington e non riesco a trovare sui media italiani una analoga semplicità e chiarezza.
Chi vuole può quindi farsi un’idea più approfondita della situazione, ringraziando l’autore per la sua disponibilità alla pubblicazione.
Il tormentone del 2019, tra il serio ed il faceto ma con totale impreparazione dei commentatori nostrani, è stato l’impeachment del Presidente Trump, visto in forma compatta dai media italiani come un rinvio a giudizio dal risultato scontato (condanna).
Il tutto merita un’analisi più obiettiva, e qualche riflessione sul sistema, sia dal punto di vista pratico che da quello storico. La fase che si chiude con il 2019 è “semplicemente” l’approvazione da parte di una Commissione, quella Giudiziaria della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, di due articoli (o capi di imputazione), o accuse formali, a carico del Presidente in merito ad abuso di potere ed ostruzionismo nei confronti del Congresso, ratificata poi dall’aula.
Gli articoli per l’ impeachment (l’ avvio di un giudizio) approvati dalla citata Commissione lo scorso 13 dicembre grazie al voto compatto dei suoi membri democratici – 23 – contro i membri repubblicani – 17 – riguardano il supposto ricatto nei confronti del Governo ucraino da parte di Ronald Trump esercitato nel momento in cui avrebbe condizionato l’ erogazione di 400 MM di dollari di aiuti militari a questa repubblica della ex Unione sovietica (attualmente assediata dalla Russia) all’ apertura di un’ indagine locale a carico della famiglia dell’ Ex Vicepresidente democratico Joe Biden – in corsa per la candidatura democratica alle prossime elezioni statunitensi – per i lauti rapporti che suo figlio Hunter Biden manteneva con il gruppo ucraino del gas Burisma Holding.
Un incarico, retribuito, di membro del CdA “non residente” in una posizione non proprio trasparente, visto che risalirebbe (anche come attività di lobby) già al periodo in cui Biden era in carica quale Vice Presidente di Obama. La storia e la traiettoria di Hunter Biden sono stati un problema ed una zavorra nella carriera di suo padre (non si sa quanto informato e compiacente al riguardo) per la sua non propria virtuosa condotta, tanto privata come professionale, che nel personale va da un richiesta di riconoscimento di paternità da parte della vedova del suo defunto fratello sino alla sua espulsione dalla Riserva Navale per consumo di droghe, mentre nel pubblico riguarda affari ed attività commerciali oscure tali da indurre nel 2014 il padre, l’ allora Vice Presidente Joe Biden (inchiesta giornalistica mai smentita del New York Times), a condizionare l’ erogazione di un prestito statunitense all’ Ucraina per un 1 miliardo di dollari alla destituzione del procuratore ucraino Víctor Shoking, che conduceva indagini sulla Burisma Holding per evasione fiscale e riciclaggio, reati che coinvolgevano Hunter Biden (ed anche interessi statunitensi).
Senza anticipare alcuna conclusione sembra evidente che l’ abuso di potere nel caso di Biden risulterebbe certamente maggiore ed evidente di quello di Trump che sollecitava al governo ucraino di riprendere l’ indagine cosi clamorosamente sospesa per interferenza esterna.
Sono evidentemente aspetti di una accesa ma anche disperata pre-campagna elettorale, dove il partito democratico, rimasto senza candidati di peso, cerca di pareggiare la lotta privando il partito avversario del candidato naturale.
Il passaggio in aula, comunque, non è stato un giudizio ma solo la ratifica sessione plenaria o quasi, pur con grande risalto scenografico, dell’ imputazione discussa ed approvata in commissione, un passaggio dovuto e scontato che va letto in un’ ottica di confronto politico/elettorale (non solo elezioni presidenziali, ma molto più per le primarie democratiche che si avvicinano).
Il passaggio in aula era quindi del tutto scontato, ma non è detto che sia un colpo mortale a Trump, visto che lo stesso potrà sfruttarlo per far uscire allo scoperto i suoi avversari. Scontato perché questo passaggio richiedeva la maggioranza semplice dei rappresentanti, dove i democratici godono di una comoda maggioranza di 237 seggi su 435, per avviare il vero giudizio che è di responsabilità esclusiva del Senato.
A voler essere pragmatici è stato un’ esibizione di potere e di forza – tutta interna al partito democratico – di Nancy Pelosi deputata (rappresentante) californiana che ha fatto di una sorta di crociata contro Trump motivo di emersione e di potere contrattuale nelle primarie democratiche, pur non essendo direttamente in lizza né potendo, di fatto, esserlo.
Con questo passaggio Trump potrà essere giudicato dal Senato degli Stati Uniti, in un dibattito che sarà presieduto dal magistrato Presidente della Corte Suprema Giustizia, il conservatore John G. Roberts Jr., designato nel 2005 al vertice del sistema giudiziario statunitense dal Presidente George W. Bush. Lo stesso capogruppo della maggioranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell, ha confermato la priorità che verrà dato a questo procedimento, all’ inizio dei lavori nel prossimo mese di gennaio 2020 (nel tentativo, come vedremo in dettaglio, di liquidare rapidamente la querelle).
Il Senato statunitense è composto da 100 membri, 2 per ciascun stato dell‘ Unione, con una maggioranza di 53 repubblicani, su 45 democratici e solo due indipendenti, normalmente allineati con i democratici. In questo quadro, fortemente squilibrato, va considerato che affinché il Presidente venga dichiarato colpevole e conseguentemente rimosso dall’ incarico, serve il voto qualificato di 2/3 dei membri del senato, ossia 67 Senatori, con poche speranze da parte del gruppo democratico promotore dell’ azione.
Solo due Presidenti, Andrew Johnson (1868) e William Jefferson (Bill) Clinton (1998) sono stati accusati, imputati e portati in giudizio, ma ambedue vennero assolti. Richard Nixon, formalmente imputato dalla Camera dei Rappresentanti per il caso Watergate, evitò il giudizio dimettendosi il 9 agosto 1974, in considerazione delle alte probabilità di condanna e rimozione.
Questo gesto ebbe una conseguenza, ancora oggi molto criticata, da parte del suo successore Gerald Ford che già l’ 8 settembre 1974 concesse a Nixon il perdono assoluto che lo protesse da qualsiasi azione della giustizia ordinaria.
La molto mediatica e quasi ossessiva azione di Nancy Pelosi può essere, sotto ogni aspetto, una vittoria di Pirro dei democratici, dando modo a Trump di mettere in evidenza, con la sua difesa, non solo le divisioni interne dei democratici ma la rete di connivenze ed interessi legati agli attuali loro (mini) leaders e liberando il campo al magnate che non gode certo di tutte le simpatie in campo democratico.
In gennaio assisteremo quindi ad un teatrino politico che dovrebbe essere visto con estrema attenzione, ed imparzialità, dagli osservatori europei e da quelli italiani in particolare. Le imputazioni di abuso di potere sono labili, soprattutto visti i precedenti, compresi i Clinton e soprattutto Joe Biden, e l’uso improprio a proprio beneficio nelle pressioni sul Governo ucraino difficili da dimostrare, soprattutto quando riguardavano comunque un delitto che ha anche riflessi su cittadini statunitensi. Il meccanismo dell’impeachment è tale che basta anche un solo caso, un solo capo di imputazione, da parte di una Camera de Rappresentanti che si muove solo in termini politici e di conservazione di potere, con molti dei suoi membri in bilico per la rielezione, per attivare il processo in Senato a Donald Trump, con il rischio che lo stesso si trasformi per l’ imputato in una poderosa tribuna elettorale.
Tutto questo appare talmente probabile, nelle sue premesse e conseguenze, ma dopo il facile passaggio di oggi sventolato come condanna, la realtà in Senato, dove veramente si deciderà, è ben diversa ed i repubblicani godono di una tale maggioranza che lascia prevedere che i democratici, anche con voti trasversali – isolati – siano molto distanti dai 67 voti necessari per destituire Donald Trump. Sperano forse in extremis di farne un’anatra zoppa, ma rischiano anche il suicidio. La stessa catena televisiva CCN en Español, trasformatasi nel principale veicolo di promozione dell’ impeachment a Donald Trump, facendo leva sull’ enorme massa degli ispanici, colpiti in parte dalle misure della sua amministrazione , in un editoriale dello scorso 16 dicembre in merito alla situazione non ha potuto che riconoscere: “ ... la sola cosa che si sa con certezza è che in nessuno dei partiti c’ è spazio per la serenità e quant’ altro sia diverso dall’ adesione ad una linea politica preconfezionata.” L’ unica battaglia vera sarà sulla durata delle udienze dell’impeachment, con i democratici che cercheranno di dilatare i tempi, portando nuove e diverse prove, e testimoni a sorpresa, ed i repubblicani che cercheranno di chiudere i conti in tempi brevi. Il risultato di questo processo politico a Donald Trump avrà certamente grandi vincitori ed ancor più grandi perdenti. Se come si prospetta per i rapporti di forza nel Senato Trump non sarà condannato, la sua vittoria nelle elezioni del prossimo novembre del 2020 sarà quanto mai probabile (l’ unico nemico sarebbe Trump stesso con i suoi scivoloni), a maggior ragione se gli indicatori economici continueranno con il trend positivo L’ ultima inchiesta della CNN diffusa ieri 17 dicembre indica che il 47% degli intervistati non è d’ accordo con l’impeachment di Trump e la sua destituzione, contro il 45 % di parte avversa. Un dato che deve essere messo a confronto con i precedenti dati che in novembre attribuivano il 50% di appoggio alla destituzione del presidente (forse anche una reazione caratteriologica e non basata su analisi e conoscenza dei fatti). Significativamente, il sondaggio va attribuito più che alle ragioni di Trump al progressivo distanziamento dalle posizioni del partito democratico, ed alla sua profonda crisi, anche morale. Ancor più significativo il fatto che nel sondaggio di novembre il 90% dei Democratici appoggiassero l’ impeachment, contra il 77% attuale. La probabile assoluzione (a meno dell’ aiuto, imprevedibile, dello stesso Trump) rappresenterebbe una sconfitta anticipata dei democratici, e quella sicura del loro sinora debole candidato, guai se poi questo dovesse risultare dalle primarie l’ ex vicepresidente Joe Biden (cosa che escluderei a priori sia per il potere economico dell’ avversario appena sceso in campo sia per aver ammesso non le colpe del figlio ma, più grave per gli statunitensi, il plagio per una sua tesi pubblicata dalla Rivista Legale della facoltà di Diritto dell’ Università di Syracuse, New York). Questa drammatica situazione di leadership nel partito Democratico è stata alla base di una mia precedente analisi, con le valutazioni sul comportamento della “coppia” Obama. Questo risultato, un probabile nulla di fatto e l’inazione del Congresso su temi più stringenti, avrebbe enormi ripercussioni per il partito Democratico nelle elezioni del prossimo novembre 2020, con 435 seggi in gioco alla Camera dei Rappresentanti e 33 al Senato, con 12 Senatori Democratici in cerca di rielezione.
Anche la attualmente improbabile condanna di Trump non sarebbe, per assurdo, una vittoria democratica. Semplicemente, in mancanza di altri reati, Donald Trump passerebbe senza conseguenze alla storia, ed al suo impero economico, e girerebbe la mano come sostituto costituzionale al suo vicepresidente Mike Pence, che terminerebbe l’ attuale periodo di mandato e sarebbe il probabile candidato Repubblicano per l’ elezione presidenziale del 2020. Un’ eventualità addirittura accarezzata da molti, non tanto negativa visto che il vicepresidente Pence ha dimostrato in campo interno di essere tanto o più conservatore che lo stesso Trump mentre in strategia e politica estera ha propugnato un emisfero “libero della nefasta influenza di Russia, Cina e Cuba”, come in un suo ormai famoso discorso dell’aprile scorso al Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Gian Carlo Poddighe
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AI POCHI CHE SARANNO ARRIVATI FIN QUI (ma ora sicuramente più informati) UN CALOROSO AUGURIO, CI SENTIAMO L’ANNO PROSSIMO!
MARCO ZACCHERA
GENTE DI LAGO: SECONDA EDIZIONE
E disponibile la seconda edizione del mio nuovo libro “ GENTE DI LAGO: storie e racconti del Lago Maggiore” che sembra raccogliere un riscontro positivo del pubblico e dei lettori de IL PUNTO.
In 164 pagine - tutte a colori - ricordi, personaggi, storie e curiosità della zona del Lago Maggiore e delle sue valli, insieme ad oltre un centinaio di foto storiche, quasi tutte inedite. Una testimonianza interessante della vita sulle rive del Verbano in tempi quasi dimenticati, un omaggio a chi è venuto prima di noi.
Il volume è firmato anche da Carlo Alessandro Pisoni, Ivan Spadoni e altri autori locali che con quest’opera hanno voluto riprendere il successo di “NELLE RETI DEL TEMPO”, una raccolta di foto e testi storici uscita oltre 10 anni fa ed oggi introvabile.
GENTE DI LAGO è in vendita al pubblico a 18 euro, ma i lettori de IL PUNTO possono richiedermi direttamente il libro – se lo desiderano con dedica! - al prezzo ridotto di 16 euro (spese di spedizione comprese) o di 15 euro ciascuna se verranno richieste almeno 2 copie.
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