IL PUNTO n. 1010 del 26 luglio 2025
di MARCO ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati sul mio sito www.marcozacchera.it
RICORDO CHE
DURANTE IL PERIODO ESTIVO “IL PUNTO” ESCE OGNI 15 GIORNI, CI RISENTIAMO QUINDI
VERSO L’ 8 AGOSTO
Intanto
sono “scappato” un po' di giorni dall’Italia direzione Nord Europa tra sole a
mezzanotte e 30 gradi a mezzogiorno (ma mi hanno detto che spesso per luglio è
la normalità) alla ricerca e scoperta di una natura di grande bellezza. Un
tuffo però anche nel nostro prossimo futuro: non ho visto una sola banconota né
di corona svedese o norvegese perché lassù tutto è dematerializzato, on line,
virtuale- O hai le app. o sei morto: niente info, prenotazioni, biglietti,
posteggi. La moneta fisica non esiste più e perfino il paio di musicanti
incontrati per le strade di Oslo hanno rinunciato al classico bicchiere per
raccogliere le monetine ed espongono il proprio numero di telefono: se vuoi fai
un’offerta, ma on line! Tutto è “tracciato” e addio “privacy”: un tema sul
quale sarà utile ritornare perché diventa anche un controllo “politico”!
MELONI SU TIME
Giorgia
Meloni sulla copertina di TIME non è una cosa da poco perché in fondo è
un segno di attenzione positiva per tutto il nostro paese, anche per quel quasi
60% di italiani che non la sopportavano tre anni fa e non la sopportano oggi,
stando almeno ai sondaggi. Un dubbio: ma perché questo astio di molti nei suoi
confronti? Non è che in Italia conti (ancora) soprattutto il preconcetto?
IL CASO MILANO
Ho seguito
a distanza il “caso Milano” con gli scandali edilizi legati alla gestione del
sindaco Sala,
ma non me ne sono rimasto stupito.
Premesso
che con ogni probabilità tutto finirà progressivamente in nulla (vedi il tono
dimesso subito riservato ai fatti dalla grande informazione, siamo ai soliti
“compagni che sbagliano”) e visto che “garantisti” bisogna esserlo con tutti,
lasciamo che le indagini seguano il loro corso, con due solo sottolineature in
cui è comunque “inciampato” Sala nei suoi interventi.
Innanzitutto
il supersindaco si è stupito di aver saputo dell’indagine a suo carico “dai
giornali”. Non so se Sala sia sceso da Marte o solo dalla Madonnina del Duomo,
ma evidentemente non si era MAI reso conto PRIMA che funziona SEMPRE così,
magari con intercettazioni ed indagini che proseguono per anni e anni
coinvolgendo centinaia di persone senza che l’interessato ne sappia nulla (il
caso Toti è stato da manuale: ricandidato e rieletto mentre era indagato, salvo
poi arrestarlo!). E’ infatti cosa “normale” che le veline escano dai palazzi di
giustizia con le relative news quando viene giudicato “il momento buono” ma MAI
che un magistrato o un suo collaboratore sia stato processato per violazione
del segreto istruttorio o per le più o meno interessate “fughe di notizie”.
Poi c’è il
secondo aspetto -più triste perché metodo ben più diffuso e generale - nel
vedere come il sindaco, circondato dalla solita ciurma di amici e faccendieri
più o meno farabutti, nel progettare la “Milano del futuro” si sia lanciato
nella costruzione di tanti bei palazzi per ricchi e poco o nulla per i milanesi
meno abbienti, quelli che pur lo avevano votato. Mentre gli affitti spariscono
con le case trasformate in B & B nessuna attenzione per la grande maggioranza
dei milanesi che la casa - visti i prezzi e i costi dei mutui - non potranno
permettersela mai. Ma in questo caso c’è stato di peggio perché in tanti la
loro casa se la sono vista deprezzare proprio dalla costruzione degli
“splendidi” palazzi-monstre a un palmo del loro naso e dal loro balcone,
distruggendone così il valore commerciale. Nessuno (destra, dov’eri?) in
commissione edilizia e tra i compagni costruttori si è minimamente preoccupato
delle conseguenze, dei “danni collaterali” creati a chi abitava in quei
quartieri da generazioni e per i quali nessuno ha mai pensato ad una qualche
forma di risarcimento per “sole cessato” coperto dai mega-palazzoni di
proprietà del fondo sovrano del Qatar.
Questa
insensibilità verso la gente comune danneggiata dalla loro stessa “grandeur” è
la dimostrazione della grande sconfitta morale e politica per quella sinistra
rampante tutta salotti chic e profittatori, costruttori “green” con il pingue
conto in banca, ma che regolarmente tradisce sé stessa, o almeno quello che
sosteneva di essere.
Dopo questi
fatti, il Sala “progressista” al di là di ogni vicenda penale è davvero molto
meno credibile, ma con lui soprattutto tutto quel mondo arcobaleno tendente al
rosso che gli gira intorno e che fa finta di pensare al prossimo quando prima
di tutto pensa invece – da sempre - ai propri affari. “Milano da bere”, con
l’immagine di Sala schierato con Landini
a difendere “i più deboli” non solo fa amaramente ridere, ma soprattutto
dovrebbe far riflettere, a cominciare da un dubbio: ma la Destra sarebbe davvero capace di
essere migliore?
SE CI CAPITE QUALCOSA…
A Pescara l’anno scorso
il centro-destra vinse le elezioni comunali, ma la sinistra sostenne che in
alcune sezioni elettorali vi sarebbero state irregolarità. Un anno dopo
il TAR decise di rinviare a dicembre ogni decisione in merito, ma che intanto
sindaco e giunta erano sospesi tranne che per l’ordinaria amministrazione.
Il
Consiglio di Stato ha però ora “temporaneamente sospeso” la decisione del TAR e
la “sospensione della sospensione” rimarrà in vigore fino a quando il TAR
deciderà nel merito e salvo successivi ricorsi.
Nel
frattempo sono così sospese le “rielezioni parziali” che il prefetto aveva già
indetto nelle sezioni contestate (e dove peraltro aveva vinto il candidato di
dentro-destra). Sindaco e giunta ritornano quindi pienamente in carica ma se a
dicembre (vista la situazione, non si poteva proprio decidere prima??) il TAR
ribadisse la sua decisione ritornerebbero ad essere sospesi in attesa di nuove
elezioni almeno nei seggi contestati. Ma come si fa ad amministrare così una
città, a programmare qualcosa? Possibile che neppure in questi casi la
“giustizia” non riesce ad essere più rapida?
VERITA’ UCRAINE
O i
responsabili ucraini dicono la verità o mentono, e allora va stabilito fino a
che punto.
Per prima
cosa tutti hanno capito che c’è davvero qualcosa che non va sull’aspetto
corruzione, con Zelensky
che “auto-accentra” i controlli facendo (addirittura!) "preoccupare"
l’UE.
Ricordo che
nessuno ci ha mai detto quanto costi e sia costata questa guerra all’Europa,
alla NATO e all’Occidente e che controlli siano mai stati fatti per verificare
l’uso di queste centinaia di miliardi di euro.
Ha sorpreso
che proprio sul capitolo corruzione molti ucraini siano comunque scesi in
piazza a protestare (proteste ovviamente “fomentate da Putin” secondo buona
parte della stampa occidentale) chiedendo più trasparenza. Interessante che a
manifestare contro Zelensky e soprattutto il suo entourage sia sceso in piazza
perfino il sindaco di Kiev (anche lui amico di Putin?!) nonostante la legge
marziale in vigore da tre anni e mezzo che in Ucraina vieta ogni forma di
protesta (oltre che ogni tipo di elezione).
Ma è sui
numeri che soprattutto la faccenda non quadra. Secondo infatti lo stato
maggiore ucraino (fonte ANSA del 22 luglio) nell’invasione Mosca avrebbe perso
1.045.220 soldati, 11.041 carri armati, 23.037 veicoli corazzati da
combattimento, 56.041 veicoli e serbatoi di carburante, 30.722 cannoni e pezzi
di artiglieria, 1.446 sistemi di lancio multiplo, 1.199 sistemi di difesa
aerea, 421 aerei, 340 elicotteri, 47.552 droni, 28 navi e un sottomarino.
Incredibile
la precisione di questi dati sulle presunte perdite nemiche (quelle ucraine
sono invece “riservate”), ma pensate a quei presunti 1.045.220 caduti russi. Sarebbero
due volte e mezza tutti i caduti italiani nella seconda guerra mondiale su
tutti i fronti, compresi i civili morti sotto i bombardamenti, per le
rappresaglie, i dispersi o morti in prigionia. E tutto sarebbe avvenuto per
conquistare in tre anni e mezzo un territorio pari ad un quinto dell’Ucraina,
con 970 russi messi fuori combattimento" solo il 21 luglio scorso?
Ma
dai…credo sia legittimo pensare (e sperare, dal punto di vista umanitario) a
dati “drogati”, ma allora - se anche ufficialmente si raccontano balle - dove
finisce la credibilità e la trasparenza dei dati?
E dov’è
allora, concretamente, il “pericolo Putin” se si sarebbe auto-distrutto per
conquistare in tre anni quasi nulla?
Le cose non
quadrano, intanto però l’Europa triplica le sue spese militari rinunciando a
mille altri servizi ed investimenti, alleanze strategiche e rilancio economico
salvo che per le industrie belliche, soprattutto tedesche. Ragioniamoci
sopra…
BUONE
VACANZE A CHI LE FA, BUON AGOSTO A CHI RESTA A CASA E CI RISENTIAMO TRA UNA
QUINDICINA DI GIORNI !
Marco
Zacchera



Sono nato a Verbania, sul Lago Maggiore, in una famiglia che da secoli ha le sue radici all’Isola dei Pescatori che è quindi da sempre la mia prima piccola patria.


Quando dopo qualche anno di università la Patria si è ricordata di me - allora la naja era obbligatoria – anziché mandarmi tra i paracadutisti - come speravo- mi ha spedito a Pontebba (Udine), a fare l’artigliere da montagna con il mulo al seguito. Pazienza, da allora ho portato la penna sul cappello (e sono con piacere socio dell’ANA) anziché il basco amaranto.
Quasi alla fine del servizio militare (ed era la prima volta che andavo a votare) mi sono candidato al consiglio comunale della mia città, mi hanno subito eletto e di lì ho cominciato la carriera, cresciuta – è il caso di dire – dalla gavetta: dal comune alla provincia, al consiglio regionale del Piemonte nel 1990. In quegli anni essere di Destra significava lavorare seriamente ma essere emarginati, ritrovandosi spesso da soli in un ruolo di dura quanto difficile opposizione, ma è proprio in quel periodo che ho maturato esperienza e rafforzato le mie scelte per costruire una politica che - allora come oggi - intendevo e intendo trasparente, impegnata e concreta. Amavo ed amo stare in mezzo alle persone, discutere con loro, vivere i loro problemi.
Nel ’94 la mia prima candidatura al Parlamento sostenuta e vinta con l'aiuto di oltre 110.000 piemontesi che mi hanno voluto a Montecitorio, unico eletto di Alleanza Nazionale in tutta la circoscrizione del Piemonte 2. La mia circoscrizione elettorale era composta da ben 7 province ma non ho mai mancato ad un appuntamento, ad un incontro.
Subito dopo l’elezione alla Camera Gianfranco Fini mi ha chiamato ad impegnarmi come dirigente nazionale di partito e sono stato così l’ultimo responsabile del dipartimento Organizzazione del MSI-DN prima della fondazione di Alleanza Nazionale e vi ricordate forse il famoso congresso a Fiuggi – quando è stata fondata AN - che ho organizzato proprio io come segretario generale del congresso.
Mi hanno poi rieletto alla Camera nel 1996 e nel 2001 nel collegio uninominale di Verbania-Domodossola, dove AN e la allora "Casa delle Libertà" hanno quasi sempre conquistato la più alta percentuale regionale. Sono stati gli anni più belli perchè con l'elezione diretta a deputato ero in rapporto diretto con i miei elettori che cercavo quindi di rappresentare bene ogni giorno.
Il mio collegio elettorale era terra di montagna e di laghi, ma non c'è un paese, una frazione e forse anche solo un gruppo di case dove io non sia passato, magari organizzando anche un incontro, un dibattito, una conferenza stando vicino ai problemi della "mia" gente soprattutto quando vi erano momenti di maggiore difficoltà. Organizzavo i miei "Rapporto agli elettori" nelle piazze o nelle palestre, nei saloni dei ristoranti o in quelli parrocchiali e cercavo sempre soprattutto di spiegare con parole semplici cosa succedeva a Roma e perché tante cose non si riuscivano a risolvere, così come per anni ed anni alla TV locale ogni settimana la mia rubrica "Onorevole, permette?" era aperta a tutti.
In quegli anni ho diretto l dipartimento Enti Locali di AN e, dal 2002, sono stato - fino alla fine della storia di Alleanza Nazionale - il responsabile del dipartimento Esteri in contatto (anche perché facevo parte della Commissione Esteri) non solo con moltissime figure politiche mondiali ma soprattutto con gli italiani che vivono nel mondo.
Dal 2001 fino al 2012 sono stato componente e anche presidente per cinque anni della delegazione Italiana alla UEO (Unione Europea Occidentale) che si occupava di difesa e sicurezza europea e sono stato membro del Consiglio d’Europa a Strasburgo.
Nel 2005 mi sono nuovamente laureato, questa volta in "Storia delle Civiltà" e sempre a pieni voti con una tesi sui rapporti nel campo della sicurezza tra Unione Europea ed USA dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Nel 2006 e nel 2008 sono stato rieletto deputato per un totale di cinque legislature e 18 anni passati a Montecitorio.
Leggendo qualcuno penserà ad esagerazioni ed invece no: lavorando seriamente si può fare tutto questo senza molti problemi (senza autista o auto blu!) e sono sempre rimasto stupito come nelle statistiche risultassi uno dei deputati più attivi per interventi o iniziative parlamentari perché davvero non mi sembrava di esagerare, ma solo – appunto – di impegnarmi seriamente visto d'altronde lo stipendio che ci davano e che imponeva impegno e responsabilità.
Come ho scritto in uno dei miei libri, "STAFFETTE", che ho dedicato ai giovani di oggi (e che vi invito a leggere perché racconta un po’ tutto di me e della politica di questi anni) non ho mai amato l’apparato del potere, i lussi inutili, gli sprechi di quel mondo falso e senza onore che sta da tempo distruggendo l’anima della gente e la natura intorno a noi. Concetti che riprendo anche in "INVERNA", un nuovo titolo uscito nell’autunno 2012.
Nella mia vita ho avuto la fortuna di viaggiare (per ora) in 139 paesi del mondo ma una svolta importante nella mia vita è venuta nel 1980 quando ho iniziato a lavorare in Africa sul Lago Turkana, in un villaggio di poveri pescatori insegnando loro a pescare. Da allora mi sono reso conto che i problemi non sono mai solo personali, ma anche di tutta l’umanità e che dobbiamo essere comunque grati e contenti verso il "Grande Capo" per tutto quello che abbiamo e che troppe volte diamo per scontato.
Per dare una risposta concreta ho così fondato i VERBANIA CENTER che operano dal Kenya al Mozambico, dal Burundi al Sud America e che oggi sono organizzati in un "Fondo" all'interno della Fondazione Comunitaria del VCO. In oltre 40 anni abbiamo realizzato più di 100 iniziative di sviluppo sociale ed investito oltre 700.000 euro.
Dal Darfur all’Afghanistan, dal Burundi a Timor Est, dal Corno d’Africa al conflitto Mediorientale ho anche visto e vissuto direttamente anche i drammi di tante guerre dimenticate,così come la realtà di tantissimi italiani all’estero che meriterebbero ben più attenzione e rispetto e che invece troppe volte in patria non sono assolutamente considerati.
Credo che si debba essere sempre delle persone semplici: il titolo di onorevole o quello di commendatore non mi sono mai piaciuti, non per niente i miei genitori mi hanno chiamato Marco, il che suona molto meglio e se non mi conoscete di persona ed avrete occasione di contattarmi per favore chiamatemi così.
Qualcuno dice che sono stato un deputato e un politico anomalo... non so, io so soltanto che di dentro mi sento davvero sempre il ragazzo di una volta, quello che parlava al megafono tra le urla (o peggio) nelle assemblee studentesche oppure che prendeva la parola solo contro tutti in consiglio comunale e vorrei ancora essere capace di cambiare sul serio, in meglio, questa Italia che amo e la nostra società dove ci sono ancora tante, troppe ingiustizie.
Anno dopo anno, però, ho scoperto che non sono le ideologie a fare le differenze, ma la qualità delle persone e ne ho trovate di valide e corrette in ogni formazione politica.
E' stata una grande avventura, un onore ed un orgoglio e nel 2012 - anche se avrei potuto rinviare questa scelta - ho anche volontariamente lasciato Montecitorio per svolgere questo incarico a tempo pieno. Per quattro anni ho dato tutto me stesso per la mia città, senza orari né limiti, cercando (gratis) di aiutare e di ascoltare sempre tutti con il massimo impegno possibile. Certo non ho mai fatto discriminazioni di alcun tipo e mi spiace che a volte qualche avversario (ma soprattutto qualche collega di centro-destra) non abbia capito che amministrare una città significa andare ben al di sopra delle opinioni politiche.
Nel 2013 ho scelto di dimettermi da sindaco perchè la mia maggioranza (come il centro-destra a livello nazionale) si era divisa, ma soprattutto sono stato spinto a farlo – e ne ho poi avuto conferma dalle indagini giudiziarie – perché alcune persone a me vicine avevano tramato contro di me diffondendo maldicenze e assurdità: una pagina brutta, una grande sofferenza e delusione che mi ha ferito profondamente.
La “Giustizia” degli uomini mi ha dato completamente ragione ma mi è rimasto il peso di essere stato costretto a lasciare un incarico al quale tenevo, dove ci mettevo il cuore senza risparmiarmi. Ci tenevo perché mi avevano eletto quei miei concittadini che, a larga maggioranza, mi conoscevano di persona e avevano avuto fiducia in me , passano gli anni ma e' una ferita che non si e' rimarginata.
Ho così concluso la mia carriera elettiva ma ho continuato nei miei impegni perché ci sono infinite cose da fare.


