IL PUNTO
n. 1014 DEL 20 SETTEMBRE 2025
di MARCO ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati sul mio sito www.marcozacchera.it
Ai
lettori,
nelle
scorse settimane ho avuto il piacere di intraprendere un lungo viaggio in
estremo oriente e specialmente in Cina scoprendo una situazione molto
interessante e sicuramente diversa da quella vista anni fa e anche da come
spesso ci viene raccontato.
Ne ho
tratto una serie di articoli apparsi su IL SUSSIDIARIO che tutti potete leggere
cliccando su “Ilsussidiario+Zacchera” affrontando la questione dal punto di
vista militare, economico, politico e sociale.
Vi invito
a dedicare qualche minuto a queste letture perché sono sicuro che delineano
quello che tra pochi anni sarà la realtà, ci piaccia o no. Ovviamente a
disposizione di chi vorrà chiedermi maggiori dettagli.…
Per il
resto continua l’escalation pro-guerra in Ucraina mentre Israele continua a
fare quello che vuole a Gaza senza nessun seria volontà del mondo di arrestarne
atti e disastri: basterebbe minacciare di NON fornire più armi USA e UE a
Israele e credo che Netanyahu sarebbe più aperto a ragionare.
Mi spiace
perché le spese militari risucchieranno gran parte delle risorse della
“finanziaria” una volta tanto rafforzata da manovre economiche intelligenti del
governo mentre intorno a noi Francia e Germania sono sempre più a pezzi.
DA QUESTA
SETTIMANA L’USCITA DE “IL PUNTO” TORNA AD ESSERE SETTIMANALE, DI NORMA IN
USCITA IL VENERDI’ MATTINA.
Dubbio: MA COSA CI RACCONTANO?
Andate a
risentirvi il discorso sullo “Stato dell’Unione” di Ursula Von der Leyen
davanti all’Europarlamento del 14 settembre 2022. Sosteneva che le sanzioni UE
funzionavano così bene che per dar funzionare le loro armi i russi erano
costretti a usare i microchip di lavatrici, frigoriferi e tiralatte e che
“l’industria russa è allo stremo” .
Nei
giorni scorsi Marco
Travaglio pubblicava i titoli dei più importanti quotidiani italiani
lungo i tre anni e mezzo di guerra in Ucraina: c’è da arrossire “a posteriori”
per gli errori di valutazione clamorosi, le ipotesi mancate, le notizie
evidentemente “bufale” trasmesse e poi dimenticate.
Credo
fermamente che si poteva chiudere subito la guerra con gli accordi di Istanbul
dopo solo due mesi di conflitto (Putin
chiedeva meno di oggi), ma la sottovalutazione della Russia parte nostre nostra
è stata clamorosa, così come i presunti effetti delle sanzioni.
L’impressione
generale è che ci continuano a contare quello che vogliono mentre credo che
saper invece filtrare le notizie con un po' di scetticismo sia sempre utile per
intravedere i diversi aspetti della verità.
La scorsa
settimana, per esempio, la Polonia ho sostenuto che 16 droni russi (comunque
disarmati) hanno attraversato il confine schiantandosi in territorio polacco
fortunatamente senza causare vittime e con pochi danni.
La Russia
dice che non sono stati loro, ma consideriamo pure che non ci dica la verità.
(anche se mercoledì 17 settembre i vertici polacchi hanno ammesso che potrebbe
essere stato un loro missile aria-aria a distruggere involontariamente il tetto
del fienile che abbiamo visto decine di volte in TV e il presidente polacco ha
chiesto una approfondita inchiesta ufficiale).
L’attacco
russo sarebbe stata la volontà – sostiene la NATO - di “sondare” le capacità di
risposta europee nella logica di una futura, progressiva invasione.
Per
questo episodio la riposta occidentale è stata l’immediata mobilitazione di
40.000 (quarantamila) soldati polacchi, la chiusura del confine con la
Bielorussia e diverse squadriglie NATO si sono levate in cielo - compresi aerei
italiani - pianificando l’ipotesi di abbattere droni nemici anche PRIMA che
superino il confine (e questo come sarebbe visto dalla controparte?).
Inoltre
la NATO (senza soldi USA) ha avviato una iniziativa militare di 121 MILIARDI di euro
(chiamata “Sentinella dell’Est”, importo pari a 3 volte la nostra
“finanziaria”) per creare uno scudo contro i droni russi.
Nessuno
nota qualche incongruenza? NESSUNO PENSA CHE COSI’ FACENDO SI AUMENTANO ANCHE
IN MODO ESPONENZIALE I RISCHI DI UNA GUERRA GENERALE?
La colpa
di questa escalation è davvero solo della Russia?
D'altronde
la Von der Leyen, aprendo il giorno dopo il raid dei droni (incredibile
coincidenza) il suo discorso dello “Stato dell’Unione” all’Europarlamento ha
esordito con grinta e decisione tutta teutonica “l’Europa deve combattere!”. Lontani i
tempi in cui l’Europa voleva essere mediatrice di pace o irridendo i russi sui
chips delle lavatrici.
Ma se un
paese o una Unione di Stati volesse realmente lavorare per la pace non
reagirebbe con calma, con note all’ONU o nelle sedi opportune (non c’è stata
nessuna formale protesta polacca e forse solo adesso si capisce perché)
proponendo – per esempio – la creazione di una striscia “no fly zone” vicino al
confine bielorusso proprio ad evitare di dare esca a reciproche
contro-reazioni?
Ma se
devo invece “giustificare” la continua richiesta di nuovi fondi per le armi
ogni pretesto è utile per “dimostrare” il pericolo, esasperatamente poi
amplificato dall’angoscia trasmessa quotidianamente dai media e con nessuna TV
o giornale italiano che si ponga il “possibile dubbio” che qualcosa non quadri?
Poi c’è
la questione dei caduti e le forze perse dai russi. Kiev parla di un milione di
morti o feriti gravi russi, per conquistare circa 10.000 km. quadrati di suo
territorio. Con questi ritmi solo per occupare l’intera Ucraina ai russi
servirebbero decenni e caduti in numero maggiore di tutta la popolazione russa.
Il
Corriere della Sera ha scritto che Putin è stato costretto a mettere in prima
linea donne detenute nei penitenziari pur di rimpolpare i ranghi, tale è la
difficoltà a reperire reclute, ma allora come potrebbe e perché mai la Russia
dovrebbe attaccare mezza Europa? NON HA SENSO!!
Il mio
convincimento è che questa guerra ha da tempo perso i connotati di una “guerra
a difesa della libertà” per diventare un gigantesco vortice di interessi
economici che si auto-alimenta con la paura e la disinformazione.
Infine
uno sfogo: per favore basta con l’ipocrisia del mitizzare sempre papa Francesco (e ora papa Leone) salvo poi
non tenere in alcun conto quello che la Chiesa ripete ogni giorno: “Basta
guerra, ovunque e comunque, non sono le escalation che risolvono i conflitti”.
Invece, purtroppo, tanti salamelecchi e poi tutto continua come prima anche nel
silenzio ipocrita dei politici che si dicono cristiani. Forse, un minimo di
coerenza?
ITALIAN EXPORT
Su una
delle pallottole che ha ucciso il giovane leader della destra americana Charlie Kirk c’era
scritto (in italiano) ”bella ciao, ciao, ciao”. Non aggiungo altro, esprimo
però il mio profondo disprezzo per gli eurodeputati della sinistra che, alla
comunicazione della Presidente Metzola che il Parlamento Europeo NON avrebbe
tenuto un minuto di silenzio in memoria di Kirk si sono levati in piedi,
applaudendo.
Posso
capire tutto, ma non l’indifferenza e il preconcetto e quasi una
giustificazione per la morte di una vita umana. Cosa ne dicono gli elettori di
sinistra, non sentono vergogna?
“Uccidere
un fascista non è reato, questa è la giustizia del proletariato…” qualcuno
questo slogan se lo ricorda ancora?
AUTOLESIONISMO A DESTRA
C’è una
vecchia ed infallibile formula per far perdere le elezioni regionali al
centro-destra: non avere il coraggio di scegliere per tempo un candidato.
Succede
in Campania come in Puglia dove da mesi si chiacchiera e non si decide,
riconsegnando così a novembre queste due importanti regioni italiane alla
sinistra.
Senza un
candidato/a serio e che abbia il tempo di farsi apprezzare le poche possibilità
di vincere evaporano al 100% e chi alla fine si prenderà la croce non avrà
neppure il tempo di farsi notare, sarà il solito sconosciuto “della società
civile” o l’ennesimo capoccia calato dall’alto.
Occasioni
perdute, liti locali, superficialità e rituale menefreghismo verso gli elettori
che comunque non sono scemi, semmai indignati.
Tra
l’altro si può sempre perdere, ma intanto – proponendo magari qualche capace
volto nuovo – si comincerebbe ad impostare per il futuro, mentre così si
distrugge soltanto. I “cacicchi” non stanno evidentemente solo dalle parti del
PD!
PARADOSSO ITALIANO
Litigare
per stabilire se esista o meno in Italia un clima di odio e poi sul tema
riuscire comunque ad insultarsi litigando a vicenda: fantastico!
BELLA NOTIZIA
Tokyo,
campionati del mondo di atletica leggera. Il belga Tim Van del Velde sta
portando a termine la sua batteria nei 3000 siepi quando si accorge che il
concorrente dietro di lui, il colombiano Carlos
San Martin sta male. Si ferma, lo soccorre, viene così
eliminato ma passa il traguardo sorreggendo il collega. Una bella immagine di
sportività.
Buona
settimana a tutti e grazie se mi vorrete inviare altri indirizzi mail di
persone interessate a ricevere IL PUNTO !
MARCO ZACCHERA



Sono nato a Verbania, sul Lago Maggiore, in una famiglia che da secoli ha le sue radici all’Isola dei Pescatori che è quindi da sempre la mia prima piccola patria.


Quando dopo qualche anno di università la Patria si è ricordata di me - allora la naja era obbligatoria – anziché mandarmi tra i paracadutisti - come speravo- mi ha spedito a Pontebba (Udine), a fare l’artigliere da montagna con il mulo al seguito. Pazienza, da allora ho portato la penna sul cappello (e sono con piacere socio dell’ANA) anziché il basco amaranto.
Quasi alla fine del servizio militare (ed era la prima volta che andavo a votare) mi sono candidato al consiglio comunale della mia città, mi hanno subito eletto e di lì ho cominciato la carriera, cresciuta – è il caso di dire – dalla gavetta: dal comune alla provincia, al consiglio regionale del Piemonte nel 1990. In quegli anni essere di Destra significava lavorare seriamente ma essere emarginati, ritrovandosi spesso da soli in un ruolo di dura quanto difficile opposizione, ma è proprio in quel periodo che ho maturato esperienza e rafforzato le mie scelte per costruire una politica che - allora come oggi - intendevo e intendo trasparente, impegnata e concreta. Amavo ed amo stare in mezzo alle persone, discutere con loro, vivere i loro problemi.
Nel ’94 la mia prima candidatura al Parlamento sostenuta e vinta con l'aiuto di oltre 110.000 piemontesi che mi hanno voluto a Montecitorio, unico eletto di Alleanza Nazionale in tutta la circoscrizione del Piemonte 2. La mia circoscrizione elettorale era composta da ben 7 province ma non ho mai mancato ad un appuntamento, ad un incontro.
Subito dopo l’elezione alla Camera Gianfranco Fini mi ha chiamato ad impegnarmi come dirigente nazionale di partito e sono stato così l’ultimo responsabile del dipartimento Organizzazione del MSI-DN prima della fondazione di Alleanza Nazionale e vi ricordate forse il famoso congresso a Fiuggi – quando è stata fondata AN - che ho organizzato proprio io come segretario generale del congresso.
Mi hanno poi rieletto alla Camera nel 1996 e nel 2001 nel collegio uninominale di Verbania-Domodossola, dove AN e la allora "Casa delle Libertà" hanno quasi sempre conquistato la più alta percentuale regionale. Sono stati gli anni più belli perchè con l'elezione diretta a deputato ero in rapporto diretto con i miei elettori che cercavo quindi di rappresentare bene ogni giorno.
Il mio collegio elettorale era terra di montagna e di laghi, ma non c'è un paese, una frazione e forse anche solo un gruppo di case dove io non sia passato, magari organizzando anche un incontro, un dibattito, una conferenza stando vicino ai problemi della "mia" gente soprattutto quando vi erano momenti di maggiore difficoltà. Organizzavo i miei "Rapporto agli elettori" nelle piazze o nelle palestre, nei saloni dei ristoranti o in quelli parrocchiali e cercavo sempre soprattutto di spiegare con parole semplici cosa succedeva a Roma e perché tante cose non si riuscivano a risolvere, così come per anni ed anni alla TV locale ogni settimana la mia rubrica "Onorevole, permette?" era aperta a tutti.
In quegli anni ho diretto l dipartimento Enti Locali di AN e, dal 2002, sono stato - fino alla fine della storia di Alleanza Nazionale - il responsabile del dipartimento Esteri in contatto (anche perché facevo parte della Commissione Esteri) non solo con moltissime figure politiche mondiali ma soprattutto con gli italiani che vivono nel mondo.
Dal 2001 fino al 2012 sono stato componente e anche presidente per cinque anni della delegazione Italiana alla UEO (Unione Europea Occidentale) che si occupava di difesa e sicurezza europea e sono stato membro del Consiglio d’Europa a Strasburgo.
Nel 2005 mi sono nuovamente laureato, questa volta in "Storia delle Civiltà" e sempre a pieni voti con una tesi sui rapporti nel campo della sicurezza tra Unione Europea ed USA dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Nel 2006 e nel 2008 sono stato rieletto deputato per un totale di cinque legislature e 18 anni passati a Montecitorio.
Leggendo qualcuno penserà ad esagerazioni ed invece no: lavorando seriamente si può fare tutto questo senza molti problemi (senza autista o auto blu!) e sono sempre rimasto stupito come nelle statistiche risultassi uno dei deputati più attivi per interventi o iniziative parlamentari perché davvero non mi sembrava di esagerare, ma solo – appunto – di impegnarmi seriamente visto d'altronde lo stipendio che ci davano e che imponeva impegno e responsabilità.
Come ho scritto in uno dei miei libri, "STAFFETTE", che ho dedicato ai giovani di oggi (e che vi invito a leggere perché racconta un po’ tutto di me e della politica di questi anni) non ho mai amato l’apparato del potere, i lussi inutili, gli sprechi di quel mondo falso e senza onore che sta da tempo distruggendo l’anima della gente e la natura intorno a noi. Concetti che riprendo anche in "INVERNA", un nuovo titolo uscito nell’autunno 2012.
Nella mia vita ho avuto la fortuna di viaggiare (per ora) in 139 paesi del mondo ma una svolta importante nella mia vita è venuta nel 1980 quando ho iniziato a lavorare in Africa sul Lago Turkana, in un villaggio di poveri pescatori insegnando loro a pescare. Da allora mi sono reso conto che i problemi non sono mai solo personali, ma anche di tutta l’umanità e che dobbiamo essere comunque grati e contenti verso il "Grande Capo" per tutto quello che abbiamo e che troppe volte diamo per scontato.
Per dare una risposta concreta ho così fondato i VERBANIA CENTER che operano dal Kenya al Mozambico, dal Burundi al Sud America e che oggi sono organizzati in un "Fondo" all'interno della Fondazione Comunitaria del VCO. In oltre 40 anni abbiamo realizzato più di 100 iniziative di sviluppo sociale ed investito oltre 700.000 euro.
Dal Darfur all’Afghanistan, dal Burundi a Timor Est, dal Corno d’Africa al conflitto Mediorientale ho anche visto e vissuto direttamente anche i drammi di tante guerre dimenticate,così come la realtà di tantissimi italiani all’estero che meriterebbero ben più attenzione e rispetto e che invece troppe volte in patria non sono assolutamente considerati.
Credo che si debba essere sempre delle persone semplici: il titolo di onorevole o quello di commendatore non mi sono mai piaciuti, non per niente i miei genitori mi hanno chiamato Marco, il che suona molto meglio e se non mi conoscete di persona ed avrete occasione di contattarmi per favore chiamatemi così.
Qualcuno dice che sono stato un deputato e un politico anomalo... non so, io so soltanto che di dentro mi sento davvero sempre il ragazzo di una volta, quello che parlava al megafono tra le urla (o peggio) nelle assemblee studentesche oppure che prendeva la parola solo contro tutti in consiglio comunale e vorrei ancora essere capace di cambiare sul serio, in meglio, questa Italia che amo e la nostra società dove ci sono ancora tante, troppe ingiustizie.
Anno dopo anno, però, ho scoperto che non sono le ideologie a fare le differenze, ma la qualità delle persone e ne ho trovate di valide e corrette in ogni formazione politica.
E' stata una grande avventura, un onore ed un orgoglio e nel 2012 - anche se avrei potuto rinviare questa scelta - ho anche volontariamente lasciato Montecitorio per svolgere questo incarico a tempo pieno. Per quattro anni ho dato tutto me stesso per la mia città, senza orari né limiti, cercando (gratis) di aiutare e di ascoltare sempre tutti con il massimo impegno possibile. Certo non ho mai fatto discriminazioni di alcun tipo e mi spiace che a volte qualche avversario (ma soprattutto qualche collega di centro-destra) non abbia capito che amministrare una città significa andare ben al di sopra delle opinioni politiche.
Nel 2013 ho scelto di dimettermi da sindaco perchè la mia maggioranza (come il centro-destra a livello nazionale) si era divisa, ma soprattutto sono stato spinto a farlo – e ne ho poi avuto conferma dalle indagini giudiziarie – perché alcune persone a me vicine avevano tramato contro di me diffondendo maldicenze e assurdità: una pagina brutta, una grande sofferenza e delusione che mi ha ferito profondamente.
La “Giustizia” degli uomini mi ha dato completamente ragione ma mi è rimasto il peso di essere stato costretto a lasciare un incarico al quale tenevo, dove ci mettevo il cuore senza risparmiarmi. Ci tenevo perché mi avevano eletto quei miei concittadini che, a larga maggioranza, mi conoscevano di persona e avevano avuto fiducia in me , passano gli anni ma e' una ferita che non si e' rimarginata.
Ho così concluso la mia carriera elettiva ma ho continuato nei miei impegni perché ci sono infinite cose da fare.


