IL PUNTO n 1001 del 16 MAGGIO 2025
di MARCO ZACCHERA
Per
scrivermi o contattarmi: marco.zacchera@libero.it
Numeri
arretrati sul mio sito www.marcozacchera.it
Ai Lettori.
Grazie alle
tantissime persone che mi hanno scritto per festeggiare e felicitarsi con me
per il 1000° numero de IL PUNTO: non pensavo fossero così numerose!
Ho ricevuto
anche molti incoraggiamenti a mettere insieme una raccolta dei miei scritti e
lo farò, datemi però un po' di tempo. Ne approfitto per ricordare che un buon
sistema per ringraziarmi e intanto di inviarmi altri indirizzi di potenziali
lettori e ringrazio chi se ne ricorderà.
PAPA LEONE: BUONA LA PRIMA
Dicono che
la prima impressione sia la più importante e devo dire che Papa Leone mi ha fatto
da subito un’ottima impressione e mi è anche più simpatico di Papa Francesco, detto
con rispetto alla Sua memoria ma anche sottolineando la sovra-esposizione
mediatica per cui dopo morto (ed ignorato fino a poco prima, soprattutto sul
tema della pace) è diventato “santo subito”.
Credo che
quella di Prevost
sia stata veramente una buona scelta da parte dei cardinali sia in termini
geo-politici che come posizione di mediazione tra le diverse “anime” (è proprio
il caso di dire) della Chiesa. Ma soprattutto Leone mi è sembrato “a pelle” una
gran bella persona, attiva, concreta e simpatica...ho fiducia in lui.
Tutto il
resto conta poco e fanno sorridere le polemiche sul suo considerarlo di destra
o di sinistra, conservatore o progressista, “arruolandolo” in questa o quella
parrocchia politica. Lasciamolo lavorare, stiamogli vicino con la preghiera e
nel nostro animo ciascuno si comporti secondo coscienza e spirito cristiano.
UNA PACE NECESSARIA
Un mondo
che da troppo tempo è sempre più in guerra e in frantumi ha visto crescere in
questi giorni – quasi improvvisamente e davvero inaspettata - una possibilità
di pace sia sul fronte ucraino che in Medio Oriente, ma bisogna decidere alla
svelta se far crescere il germoglio o schiacciarlo sotto la suola di uno
scarpone.
Si è creata
una finestra di potenziale dibattito sull’Ucraina, che spero anche Putin raccolga, ma pure
a Gaza – soprattutto per gli sforzi americani - si è aperta una possibilità di
dialogo da non distruggere. Purtroppo pare che Benyamin Netanyahu non l’abbia capito (o
forse proprio perché ne ha compreso le potenziali conseguenze) e quindi
continua a martellare sia con le parole che con le bombe ogni tentativo non
tanto di mediazione, ma almeno di tregua.
Che senso
ha insistere con questi toni visto che contro di lui alla fine si indispongono
tutti e non solo ogni possibile interlocutore arabo, ma anche Trump, l’Europa,
probabilmente anche la gran parte della stessa opinione pubblica israeliana?
Hamas è alle
corde, ma è quasi impossibile estirparla e il prezzo sono intanto i “danni
collaterali” per milioni di persone che odiano Hamas quasi quanto Israele.
Ma intanto
anche gran parte dell’opinione pubblica israeliana ha progressivamente capito
che Israele può vincere anche una battaglia, ma alla lunga continuando così a
vincere sarà solo l’odio e - quando si tratta di odiare - le future
generazioni arabe, ovvero i suoi miliziani di domani, sono e saranno sempre
infinitamente di più dei soldati israeliani e soprattutto avrebbero (ed
avranno) un motivo per lottare.
Con una
guerra che dura da troppo tempo e non risolutiva Netanyahu è riuscito in
un’impresa incredibile distruggendo la popolarità pressoché unanime che Israele
ha goduto dopo l’attacco proditorio e criminale di Hamas del 7 ottobre. Una
situazione che ha portato anche gli amici di Israele a dover prendere le distanze
dalla politica dello stato ebraico, compromettendo in modo forse irreparabile
l’immagine del paese davanti al mondo.
VACCINI: URSULA VACILLA
Da anni i
lettori de IL PUNTO sanno che sostengo la poca trasparenza (eufemismo) nella
gestione dell’affare “vaccini
Pfizer” da parte della presidente Von der Leyen.
Il New York
Times portò prove che sottolineavano come ci fossero stati rapporti segreti
diretti, riservati e reiterati (per un anno intero!) tra la presidente e
l’amministratore delegato della Pzizer, Albert
Bourla, fissando alla fine un prezzo “privato” e molto alto (ed
a tutto danno per l’Europa) senza alcuna gara o confronto pubblico
nell’acquisto di centinaia
di milioni di dosi di vaccino COVID, costati ciascuno oltre 15 volte di più dei
vaccini della concorrenza impiegati in tante altre parti del mondo più o
meno con gli stessi risultati.
Finalmente
il Tribunale di primo grado dell’UE con sede in Lussemburgo ha ora dato ragione
al NYT e dichiarato che il rifiuto della Von der Lyen e della Commissione a
pubblicare i testi dei suoi SMS e delle altre comunicazioni era ed è
illegittimo e dando forza alla tesi che la Commissione europea avrebbe violato
le regole della trasparenza.
Se i
documenti verranno finalmente pubblicati (ammesso che ci siano ancora e che
qualche “manina” nel frattempo non li abbia distrutti) si aprirebbe forse e
finalmente una crepa nel grigio muro di piombo di questo brutto affare e
speriamo davvero che venga fatta un po' di chiarezza.
Certamente
avrebbe dovuto pretenderla da anni tutto il mondo politico europeo ai vari
livelli (anche perché i vaccini li hanno poi pagati tutti i singoli paesi,
obbligati a comprarli a quel prezzo) eppure perfino le proteste e le
richieste di indagini da parte degli stessi deputati europei di opposizione
sono stati silenziati in un atteggiamento antitetico alla trasparenza.
Leggere le
considerazioni della Corte Europea è istruttivo ed incredibile, EPPURE NON SONO
STATE RIPRESE QUASI DA NESSUNO.
Si avrà ora
il coraggio di andare fino in fondo per scoprire perché la Von der Leyen ha
agito segretamente e tutto da sola? Oltretutto, se nell’immediato potevano
esserci motivi di urgenza e riservatezza, CINQUE ANNI DOPO non si capisce
perché tutto debba essere ancora coperto da segreto. E che si facciamo se -
come sembra proprio - SMS E CONVERSAZIONI SONO STATE DISTRUTTE?
Provate ad
immaginare se fossero stati Berlusconi
o la Meloni
a tenere un atteggiamento simile: quante indagini, inchieste, mobilitazioni di
procure, campagne di stampa, intercettazioni e denunce si sarebbero sollevate?
Quanti servizi in TV, quanti editoriali scandalistici?
E invece
niente, silenzio, la Von der Leyen è stata rinnovata ai vertici europei e tutta
la storia è stata scandalosamente tenuta sotto traccia, compresa la notizia
della recente decisione della Corte di Giustizia.
Evidentemente l’omertà non sta di casa solo a Palermo!
NUOVAMENTE W GLI ALPINI
Ricordate
la polemica di qualche anno fa per l’adunata degli alpini a Rimini quando
qualcuno sostenne, con grande scandalo, che sarebbe molestata una donna durante
l’adunata? Tutto era finito in nulla perchè era una “bufala”, un po' come
domenica a Biella dove - secondo il PD - un gruppo di alpini avrebbe cantato
nottetempo “faccetta nera” e (provocazione!) perfino in Via Gramsci! Anche
fosse, ed ammesso che qualcuno di notte si fosse accorto che quella era Via
Gramsci, cosa importa se su oltre 100.000 partecipanti un gruppetto di persone
- magari “carburato” - come ha stigmatizzato indignato il PD, subito ripreso da
La Stampa che si è stracciata le vesti, avesse davvero cantato “ Il canto fascista che celebra gli orrori
del colonialismo del duce”? Credo che abbia contato molto di più
l’evidente affetto dei biellesi ai tantissimi intervenuti.
LA BUONA NOTIZIA, ANZI DUE
1)
ANCELOTTI
Carlo
Ancelotti sarà il prossimo allenatore della nazionale brasiliana. Da buon
milanista mi è rimasto sempre nel cuore come giocatore e tecnico, ma
soprattutto come uomo e come sportivo. Il simbolo di un’Italia che vale e che
vince, ma soprattutto di serietà sportiva e professionale. Auguri Carletto !!
2)
AMERICA’S CUP
L’edizione
2027 della prestigiosa America’s Cup di vela si disputerà in Italia nel golfo
di Napoli. Un grande colpo pubblicitario per il nostro paese ed un’occasione di
rilancio non solo per questa città. Un “grazie” al governo non sarebbe
corretto? Lo ha espresso perfino il sindaco di Napoli che non è certo vicino
alla Meloni!
BUONA SETTIMANA MARCO ZACCHERA



Sono nato a Verbania, sul Lago Maggiore, in una famiglia che da secoli ha le sue radici all’Isola dei Pescatori che è quindi da sempre la mia prima piccola patria.


Quando dopo qualche anno di università la Patria si è ricordata di me - allora la naja era obbligatoria – anziché mandarmi tra i paracadutisti - come speravo- mi ha spedito a Pontebba (Udine), a fare l’artigliere da montagna con il mulo al seguito. Pazienza, da allora ho portato la penna sul cappello (e sono con piacere socio dell’ANA) anziché il basco amaranto.
Quasi alla fine del servizio militare (ed era la prima volta che andavo a votare) mi sono candidato al consiglio comunale della mia città, mi hanno subito eletto e di lì ho cominciato la carriera, cresciuta – è il caso di dire – dalla gavetta: dal comune alla provincia, al consiglio regionale del Piemonte nel 1990. In quegli anni essere di Destra significava lavorare seriamente ma essere emarginati, ritrovandosi spesso da soli in un ruolo di dura quanto difficile opposizione, ma è proprio in quel periodo che ho maturato esperienza e rafforzato le mie scelte per costruire una politica che - allora come oggi - intendevo e intendo trasparente, impegnata e concreta. Amavo ed amo stare in mezzo alle persone, discutere con loro, vivere i loro problemi.
Nel ’94 la mia prima candidatura al Parlamento sostenuta e vinta con l'aiuto di oltre 110.000 piemontesi che mi hanno voluto a Montecitorio, unico eletto di Alleanza Nazionale in tutta la circoscrizione del Piemonte 2. La mia circoscrizione elettorale era composta da ben 7 province ma non ho mai mancato ad un appuntamento, ad un incontro.
Subito dopo l’elezione alla Camera Gianfranco Fini mi ha chiamato ad impegnarmi come dirigente nazionale di partito e sono stato così l’ultimo responsabile del dipartimento Organizzazione del MSI-DN prima della fondazione di Alleanza Nazionale e vi ricordate forse il famoso congresso a Fiuggi – quando è stata fondata AN - che ho organizzato proprio io come segretario generale del congresso.
Mi hanno poi rieletto alla Camera nel 1996 e nel 2001 nel collegio uninominale di Verbania-Domodossola, dove AN e la allora "Casa delle Libertà" hanno quasi sempre conquistato la più alta percentuale regionale. Sono stati gli anni più belli perchè con l'elezione diretta a deputato ero in rapporto diretto con i miei elettori che cercavo quindi di rappresentare bene ogni giorno.
Il mio collegio elettorale era terra di montagna e di laghi, ma non c'è un paese, una frazione e forse anche solo un gruppo di case dove io non sia passato, magari organizzando anche un incontro, un dibattito, una conferenza stando vicino ai problemi della "mia" gente soprattutto quando vi erano momenti di maggiore difficoltà. Organizzavo i miei "Rapporto agli elettori" nelle piazze o nelle palestre, nei saloni dei ristoranti o in quelli parrocchiali e cercavo sempre soprattutto di spiegare con parole semplici cosa succedeva a Roma e perché tante cose non si riuscivano a risolvere, così come per anni ed anni alla TV locale ogni settimana la mia rubrica "Onorevole, permette?" era aperta a tutti.
In quegli anni ho diretto l dipartimento Enti Locali di AN e, dal 2002, sono stato - fino alla fine della storia di Alleanza Nazionale - il responsabile del dipartimento Esteri in contatto (anche perché facevo parte della Commissione Esteri) non solo con moltissime figure politiche mondiali ma soprattutto con gli italiani che vivono nel mondo.
Dal 2001 fino al 2012 sono stato componente e anche presidente per cinque anni della delegazione Italiana alla UEO (Unione Europea Occidentale) che si occupava di difesa e sicurezza europea e sono stato membro del Consiglio d’Europa a Strasburgo.
Nel 2005 mi sono nuovamente laureato, questa volta in "Storia delle Civiltà" e sempre a pieni voti con una tesi sui rapporti nel campo della sicurezza tra Unione Europea ed USA dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Nel 2006 e nel 2008 sono stato rieletto deputato per un totale di cinque legislature e 18 anni passati a Montecitorio.
Leggendo qualcuno penserà ad esagerazioni ed invece no: lavorando seriamente si può fare tutto questo senza molti problemi (senza autista o auto blu!) e sono sempre rimasto stupito come nelle statistiche risultassi uno dei deputati più attivi per interventi o iniziative parlamentari perché davvero non mi sembrava di esagerare, ma solo – appunto – di impegnarmi seriamente visto d'altronde lo stipendio che ci davano e che imponeva impegno e responsabilità.
Come ho scritto in uno dei miei libri, "STAFFETTE", che ho dedicato ai giovani di oggi (e che vi invito a leggere perché racconta un po’ tutto di me e della politica di questi anni) non ho mai amato l’apparato del potere, i lussi inutili, gli sprechi di quel mondo falso e senza onore che sta da tempo distruggendo l’anima della gente e la natura intorno a noi. Concetti che riprendo anche in "INVERNA", un nuovo titolo uscito nell’autunno 2012.
Nella mia vita ho avuto la fortuna di viaggiare (per ora) in 139 paesi del mondo ma una svolta importante nella mia vita è venuta nel 1980 quando ho iniziato a lavorare in Africa sul Lago Turkana, in un villaggio di poveri pescatori insegnando loro a pescare. Da allora mi sono reso conto che i problemi non sono mai solo personali, ma anche di tutta l’umanità e che dobbiamo essere comunque grati e contenti verso il "Grande Capo" per tutto quello che abbiamo e che troppe volte diamo per scontato.
Per dare una risposta concreta ho così fondato i VERBANIA CENTER che operano dal Kenya al Mozambico, dal Burundi al Sud America e che oggi sono organizzati in un "Fondo" all'interno della Fondazione Comunitaria del VCO. In oltre 40 anni abbiamo realizzato più di 100 iniziative di sviluppo sociale ed investito oltre 700.000 euro.
Dal Darfur all’Afghanistan, dal Burundi a Timor Est, dal Corno d’Africa al conflitto Mediorientale ho anche visto e vissuto direttamente anche i drammi di tante guerre dimenticate,così come la realtà di tantissimi italiani all’estero che meriterebbero ben più attenzione e rispetto e che invece troppe volte in patria non sono assolutamente considerati.
Credo che si debba essere sempre delle persone semplici: il titolo di onorevole o quello di commendatore non mi sono mai piaciuti, non per niente i miei genitori mi hanno chiamato Marco, il che suona molto meglio e se non mi conoscete di persona ed avrete occasione di contattarmi per favore chiamatemi così.
Qualcuno dice che sono stato un deputato e un politico anomalo... non so, io so soltanto che di dentro mi sento davvero sempre il ragazzo di una volta, quello che parlava al megafono tra le urla (o peggio) nelle assemblee studentesche oppure che prendeva la parola solo contro tutti in consiglio comunale e vorrei ancora essere capace di cambiare sul serio, in meglio, questa Italia che amo e la nostra società dove ci sono ancora tante, troppe ingiustizie.
Anno dopo anno, però, ho scoperto che non sono le ideologie a fare le differenze, ma la qualità delle persone e ne ho trovate di valide e corrette in ogni formazione politica.
E' stata una grande avventura, un onore ed un orgoglio e nel 2012 - anche se avrei potuto rinviare questa scelta - ho anche volontariamente lasciato Montecitorio per svolgere questo incarico a tempo pieno. Per quattro anni ho dato tutto me stesso per la mia città, senza orari né limiti, cercando (gratis) di aiutare e di ascoltare sempre tutti con il massimo impegno possibile. Certo non ho mai fatto discriminazioni di alcun tipo e mi spiace che a volte qualche avversario (ma soprattutto qualche collega di centro-destra) non abbia capito che amministrare una città significa andare ben al di sopra delle opinioni politiche.
Nel 2013 ho scelto di dimettermi da sindaco perchè la mia maggioranza (come il centro-destra a livello nazionale) si era divisa, ma soprattutto sono stato spinto a farlo – e ne ho poi avuto conferma dalle indagini giudiziarie – perché alcune persone a me vicine avevano tramato contro di me diffondendo maldicenze e assurdità: una pagina brutta, una grande sofferenza e delusione che mi ha ferito profondamente.
La “Giustizia” degli uomini mi ha dato completamente ragione ma mi è rimasto il peso di essere stato costretto a lasciare un incarico al quale tenevo, dove ci mettevo il cuore senza risparmiarmi. Ci tenevo perché mi avevano eletto quei miei concittadini che, a larga maggioranza, mi conoscevano di persona e avevano avuto fiducia in me , passano gli anni ma e' una ferita che non si e' rimarginata.
Ho così concluso la mia carriera elettiva ma ho continuato nei miei impegni perché ci sono infinite cose da fare.


