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ATTENTATI A MUMBAI

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ATTENTATI A MUMBAI INTERVENTO ALLA CAMERA


PRESIDENTE.
Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Zacchera. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, nell'immediatezza dei fatti e dopo le parole del sottosegretario, penso che, prima di fare considerazioni politiche, bisogna seriamente essere vicini alle famiglie ed ai congiunti di chi oggi è nell'angoscia, in particolare alla famiglia De Lorenzo, nell'angosciata speranza di avere presto notizie più positive sui sette italiani ancora nelle mani dei terroristi. È difficile aggiungere altre parole, quando avvengono questi fatti, sebbene il nostro ruolo in quest'aula ci imponga di assumere anche delle prese di posizione chiare di carattere politico.
Prima di venire al dettaglio, faccio presente e collego la notizia dell'attentato di oggi a quanto abbiamo letto ieri sui giornali, cioè che l'FBI ha annunciato la possibilità di attentati terroristici a New York proprio durante le vacanze di Natale. Augurandoci, ovviamente, che non avvengano e che, in ogni caso, vengano sventati prima, sottolineo che, allora, c'è una continuità nel terrorismo. Sgombriamo subito le nuvole davanti a certe frasi che sono state dette e ripetute anche nei mesi scorsi: il terrorismo non è una montatura di Bush, evidentemente, o di qualche suo amico o di qualche altro governante occidentale; questa è purtroppo una guerra globale. Troppe volte siamo abituati dal numero crudo delle cifre a dimenticarcelo: una parte ci sono islamici estremisti ed integralisti ma soprattutto violenti - che non hanno nulla a che vedere con altre centinaia di milioni di islamici, ma che di fatto li condizionano - e che portano avanti una guerra che non è più solo all'Occidente, ma a tutto il mondo occidentale e a tutto il mondo "normale" che rifugge dall'odio e dalla guerra e non accetta il pluralismo, le idee degli altri siano politiche o religiose, e soprattutto la libertà.. Tra l'altro, sono stato qualche tempo fa proprio in quell'albergo che stamani abbiamo visto in fiamme alla TV. Mumbai è per l'India la porta dell'Occidente, gateway to India. È veramente la città dove si respira un'atmosfera multiculturale e multireligiosa, una cosa inaccettabile per chi vuole violenza e morte ammantandola per fini religiosi ma in realtà nutrendosi solo di odio.
Ricordo la bellissima scena del film su Gandhi, quando Gandhi dice, proprio su una delle spiagge di quello Stato indiano: "Il mio insegnante indù mi faceva passare ogni giorno da una lettura del Corano ad un brano del Vangelo o della Bibbia, ad una preghiera indù. Questa è tolleranza! Questa è libertà! Purtroppo, l'India sta diventando non più così. Il sottosegretario ha ricordato quelle che sono state in questi anni e in questi tempi recenti le vittime del terrorismo: oltre 600 persone sono morte in India negli ultimi mesi per atti di terrorismo, con un progressivo aumento di livello del terrore, sia da parte islamica sia da parte indù, non dobbiamo dimenticarlo. 57 cristiani sono stati uccisi in India negli ultimi quattro mesi, 18 mila persone ferite, 50 mila senzatetto, 300 villaggi attaccati, 149 chiese distrutte; e non ci sono nell'area importanti comunità ebree, perché, altrimenti, penso che sarebbe andata anche peggio, ed apprendiamo in questi minuti che anche un centro culturale ebraico è nella mani dei terroristi. Eppure, ricordo l'India come una nazione con città, per esempio Mumbai, dove sono celebrati i più diversi riti religiosi. La religione non è contro l'uomo; sono solo i pazzi che trasferiscono la religione contro l'uomo. Dobbiamo allora dare una risposta complessiva: dobbiamo renderci conto di queste novità che appaiono sullo scenario mondiale, senza fare demagogia né nel senso di una criminalizzazione né in quello, come sovente vedo commentare simili avvenimenti dalle nostre parti, di cancellazione dei fatti. Purtroppo, tra centinaia di migliaia di islamici che arrivano in Italia ci possono essere anche dei terroristi, e basta un solo terrorista per fare cose come quelle che sono accadute a Mumbai ieri sera. E' vero che in questo caso abbiamo visto una cosa più molto più organizzata, e che assolutamente mi preoccupa di più, ma comunque si pone il problema dei controlli tra le nazioni, i gruppi perché l'Italia e l'Europa sono indifese davanti ad infiltrazioni terroristiche più o meno dormienti che possono crescere anche nel nostro paese e negare queste cose è assurdo perché significa esporre a rischi la nostra stessa comunità, prima ancora che le nostre tradizioni religiose cristiane che pur sono fondamentali nella nostra società..
Concludendo, penso che non dobbiamo oggi alzare il livello della polemica con nessuno, ma piuttosto renderci conto senza ipocrisie che sempre di più la nostra vita è minacciata da questi fatti. I Paesi che ritengono di non dovere andare avanti nella spirale della violenza devono però allora essere forti, uniti, decisi per cercare di chiudere ogni spazio al terrorismo. Bisogna imporre dei controlli internazionali forti, non abbassare la guardia. Non chiudersi in se stessi, quindi, ma unirsi nella lotta internazionale contro il terrorismo, per la quale vanno spesi anche dei soldi, perché sono destinati alla sicurezza di tutti.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MARCO ZACCHERA. E ricordiamoci anche che vi sono persone che ricordano queste cose da tanti anni: è però facile, come oggi, dover limitarsi a ricordare i morti, ma è ipocrisia farlo quando non si è fatto magari di tutto per evitarlo, anche da parte di alcuni governanti indiani o occidentali. Purtroppo quello che ora sommessamente resta è solo il ricordo delle vittime, con l'augurio - e concludo - che gli italiani ancora in ostaggio vengano presto liberati, ed esprimendo rinnovata vicinanza alla famiglia De Lorenzo (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà.
PIERO FASSINO. Signor Presidente, ringrazio naturalmente il Governo per la tempestività dell'informazione….. (ecc.) .



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